Prefazione
Parto da questa definizione: “La meravigliosa traduzione della Bibbia pubblicata nel 1607 dal teologo protestante Giovanni Diodati è da molti considerata la più bella versione in italiano di sempre del testo sacro: un fondamentale documento linguistico e letterario, dunque, che non ha avuto circolazione solo per motivi religiosi.”
Sono cattolico praticante, tuttavia ipercritico nei confronti di tutto ciò che è in contrasto col mio spirito religioso. Gesù ci ha liberato da tutte le catene, comprese quelle religiose, se quest’ultime non ci permettono di seguire i potenti richiami dello Spirito che risiede in noi.
Ho preso in considerazione la sola traduzione del Nuovo Testamento poiché non mi sento legato al Vecchio Testamento, troppo lontano da noi e rivolto ad un singolo popolo. Tuttavia anche il Nuovo Testamento ha subito nei secoli vari rimaneggiamenti, in funzione delle diverse confessioni che ne avevano promosso la specifica traduzione. Il Vangelo di Gesù (il Nuovo Testamento) è Parola di Dio e quindi dovrebbe esser uguale per tutti; ma non è stato così. Solo un piccolo esempio come una parola tradotta in una maniera o nell’altra possa cambiarne di molto, il significato:
• CEI 1974, Luca 22,26: “Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve.”
• Nuova Diodati, Luca 22,26: “Ma non già così voi; anzi il maggiore fra voi sia il minore, e quel che regge come quel che ministra.”
La differenza è notevole: reggere s’intende sopportare un peso, utilizzare pazienza, amore, umiltà e consacrazione al servizio del prossimo. Governare s’intende comandare altri, inferiori di grado, dei sottoposti che devono delegare, ubbidire a chi governa. E’ evidente che è un concetto completamente opposto a quello insegnato da Gesù, colui che serve per eccellenza; eppure comunemente accettato dai fedeli che vedono nella Chiesa, chi “governa” gli aspetti spirituali, che si arroga il diritto di essere l’unica interprete, interlocutrice previlegiata di Dio.
Tra le diverse traduzioni, dovrebbero essere privilegiate quelle che subiscono minori “passaggi” da una lingua all’altra; per esempio la Bibbia CEI deriva dalla traduzione della Vulgata (in latino di Girolamo) il quale l’ha ricavata dai testi originali. In pratica le traduzioni sono passate dai testi originali al latino e successivamente in italiano.
Ho quindi ricercato traduzioni possibilmente “laiche”, ovvero aconfessionali, cioè non influenzate da questo o da quello, ma interessate unicamente alla sola traduzione linguistica, ricavata dai testi originali in ebraico e greco, saltando quindi il passaggio in latino.
Ho trovato nella traduzione del Diodati quello che in effetti stavo cercando; teologo e professore di lingue antiche, il Diodati (lucchese) desiderò fare una traduzione “popolare” per portare, anche alla gente meno istruita, la Parola di Dio.
Questa traduzione, sebbene nata in seno alla Riforma, in effetti non propendeva né per una parte né per l’altra; il protestantesimo la osteggiò perché traduzione non per eruditi ma per il “popolino”, mentre la Chiesa Cattolica l’ha combattuta aspramente perché permetteva di fatto alla singola persona di leggere la Parola di Dio, senza la sua intermediazione. Diodati era uomo di Dio, professore di lingue antiche e teologo; non strettamente legato a una specifica confessione; la sua traduzione è stata effettuata da una sola persona, senza pressioni teologiche, senza regole o leggi da rispettare e pubblicata a sue spese.
La ricerca della oggettività della traduzione di Diodati è dimostrata anche dal fatto che si autofinanziò il lavoro della traduzione (durato 21 anni) e pagò la pubblicazione finale delle poche copie con le sue, ormai povere, finanze.
Giovanni Diodati è quindi il primo che ha tradotto la Bibbia in italiano utilizzando i testi nelle lingue originali greco ed ebraico. Nel 1607 a Ginevra fu quindi pubblicata questa Bibbia, poi ampiamente revisionata nel 1641 e infine, l’ultima revisione, nel 1991. È la più antica versione italiana che abbia avuto continuità di lettura ininterrotta fino al giorno d'oggi.
Questa traduzione ha avuto nei secoli una storia avventurosa: diffusione clandestina, sequestri, pregiudizi, roghi, processi, ma ha conosciuto anche importanti revisioni e poi aperta e ampia diffusione. Il testo critico usato dal Diodati è il Textus Receptus; in seguito utilizzato anche dai traduttori della King James Version, la Bibbia più utilizzata nel mondo anglosassone.
Sono interessato a considerare versioni della Bibbia anche di diverse confessioni poiché Gesù non venne per creare una nuova religione ma ad annunciare un innovativo messaggio universale, spiazzante per ogni religione, ovvero il comandamento dell’Amore: “Amatevi come io vi ho amato”.
Allora perché questo libro? Perché nella confusione pervasiva e nel mondo assordante che ci circonda, è possibile trovare un po’ di silenzio, un po’ di pace, solo nella lettura sincera e genuina di chi ama Dio; sincera e genuina significa traduzioni della sua parola non “corrette” per le esigenze di alcuni o per le necessità del momento perché a forza di modificare o reinterpretare o modernizzare la parola di Dio, soprattutto nel Nuovo Testamento, si rischia di annacquarla fino a renderla “acqua morta” e non più “acqua viva”.
Ho fatto questa ricerca per me stesso, ma la metto a disposizione per coloro che, come me, non si stancano mai di ricercare verità sempre più profonde.
Ing. Maurizio Ammannato