Da "Pensionato" ad "Emeritus"


Nell'antica Roma l' "emeritus miles" era il soldato che aveva concluso la propria carriera militare, guadagnandosi il congedo e tutti i privilegi di una posizione considerata come altamente onorevole. 

L'emerito rimane quindi colui che ha concluso degnamente il proprio ufficio e che in particolare mantiene alcune prerogative che ad esso erano collegate: attività, grado e onore.

Oggi si arriva alla Diversa Attività (pensione) quando sono ancora praticamente intatte salute, forza, motivazione ed energie; ma siamo ancora schiavi di una lunghissima serie di luoghi comuni, riconducibili sostanzialmente a una identificazione negativa, quella secondo la quale l’ingresso alla pensione coincide con la fine dell’attività lavorativa e l'inizio del Viale del Tramonto.

La sfera professionale indubbiamente rappresenta una parte importante della nostra vita, fonte di soddisfazioni ma che, al tempo stesso, causa di una vita stressata e molto frenetica.

Nel primo periodo prevale comunque l’euforia per l’inconsueto senso di libertà e di autonomia decisionale; non è più necessario sottostare a orari imposti, scadenze, ordini etc.; si ha finalmente la possibilità di dedicarsi a se stessi ed alle proprie passioni, anche se successivamente, perdendo questa parte di "identità lavorativa, a poco a poco l'entusiasmo si smorza e nasce l'iniziale inevitabile disorientamento.

Il lavoro ha una fortissima caratterizzazione: permette di avere un posto rispettabile nella società; chi non è più occupato è di norma considerato con commiserazione ma anche a volte con disprezzo, ed egli stesso spesso si vergogna della propria condizione. Il pensionato era parte di un ciclo produttivo, ma ora ne è fuori. La società valorizza la persona giovane, attiva, che si dà da fare, produce e spende; il pensionato occupa una posizione marginale.

La Diversa Attività (pensione) deve invece diventare un’occasione preziosa da sfruttare, per mettere in atto progetti rimasti nel cassetto per tutta la vita, per anche osare di dire e fare quello che prima il proprio ruolo non permetteva: non ci sono più capi cui rendere conto. E non ci sono nemmeno impedimenti cognitivi, fisici o psicologici che ostano tale grande opportunità. Di seguito alcuni commenti prelevati da Grandi Vecchi :

  • Andrea Camilleri: "La vecchiaia non intacca la capacità di sognare, anzi rende più sensibili verso gli aspetti impalpabili della vita, cioè verso le emozioni e i sentimenti. Niente di meglio per alimentare la vena creativa".
  • Raffaele La Capria: "gli anni senili sono «un dono del cielo»"
  • Pablo Picasso: "«Ci vuole molto tempo per diventare giovani. E' assurdo pensare che il passare del tempo affievolisca irrimediabilmente l’energia creativa".
  • Arnaldo Pomodoro: "Maestro? Mah, io a volte mi sento più giovane di loro. Ho l’impressione che più avanzo in età e più mi avvicino a diventare folle. Continuo a giocare con la terra, ed è un bel gioco, come quand’ero ragazzino. Sì, continuare a giocare e ascoltare le voci del mondo con una nuova sensibilità, affinata dall’esperienza".
  • Pupi Avati: "«Sa cos’è che distingue un vecchio? La vulnerabilità, uno stetoscopio poetico formidabile che permette di emozionarsi di più e perciò di allargare la propria tavolozza artistica. Il talento è uno dei misteri più belli del creato: il Direttore Generale te lo regala e te lo sottrae come e quando vuole. Senza controllare il passaporto".
  • Rita Levi Montalcini:" "..era quello di portare a conoscenza di un vasto pubblico le formidabili capacità cognitive e creative esplicate dai circuiti cerebrali neocorticali anche ad età molto avanzate. Il cervello, pur soffrendo dai sessant'anni in poi di una notevole perdita di cellule neuronali, gode della proprietà di mettere in atto nuove strategie per far fronte agli insulti degli anni. Ad esempio Michelangelo creò qualcosa di nuovo anche negli ultimi anni di vita: spinto dalla sua religiosità, fece quella meraviglia che è la cupola della Basilica di San Pietro a Roma. Bertrand Russell, dopo essere stato in gioventù un grande matematico, si è molto impegnato in vecchiaia, sui problemi etici e sul pacifismo. Ben Gurion è stato un politico assai attivo sino agli ottant'anni continuando a dedicare tutta la sua vita a creare lo Stato d'Israele e a perseguire il sogno di una pace a qualunque costo con gli Stati vicini. Pablo Picasso è stato un genio della pittura: da quando aveva otto anni sino a quando è giunto ai 92".

Quindi bando al concetto del pensionato, vecchio, rimbambito e utile, forse, per impegni "marginali". Cominciamo intanto a bandire la bruttissima parola "pensionato" (dal latino: Pension, colui a cui viene elargita una somma più o meno ricorrente) ma riprendiamo la vecchia saggezza latina del Miles Emeritus " ...che dopo una vita dedicata al dovere, non esercita più il suo ufficio, ma ne conserva il grado e gli onori..."  e facciamo nostro il segreto della eterna giovinezza non polarizzando più l'attenzione su noi stessi ma espandendola al mondo che ci circonda concentrandoci sulle nostre possibilità di venire in aiuto al prossimo, liberi finalmente dai limiti e costrizioni che la vita lavorativa ci ha imposto. 

Cominciamo intanto a cambiare il nome del "Pensionato" e passare al nome: "Emerito"


Ing. Emerito Maurizio Ammannato




NB. La regolamentazione della designazione del titolo di Emerito era regolata dal Regio Decreto del 31 agosto 1933, n. 1592 (Art. 111). Dichiarata non più attuale dalla Avvocatura dello Stato in data 05/07/2007 (in Suppl. ordinario alla Gazz. Uff., 7 dicembre, n. 283).