Il Libro di Urantia

La quinta rivelazione

                              
  

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Fascicolo 194

L’effusione dello Spirito della Verità

194:0.1 (2059.1) VERSO l’una del pomeriggio, mentre i centoventi credenti stavano pregando, divennero tutti coscienti di una strana presenza nella stanza. Allo stesso tempo questi discepoli divennero coscienti di un nuovo e profondo senso di gioia, di sicurezza e di fiducia spirituali. Questa nuova coscienza di forza spirituale fu immediatamente seguita da un potente impulso ad uscire per proclamare pubblicamente il vangelo del regno e la buona novella che Gesù era risuscitato dalla morte.

194:0.2 (2059.2) Pietro si alzò e dichiarò che questa doveva essere la venuta dello Spirito della Verità che il Maestro aveva promesso loro e propose di andare al tempio e di cominciare la proclamazione della buona novella affidata loro. Ed essi fecero ciò che Pietro aveva suggerito.

194:0.3 (2059.3) Questi uomini erano stati preparati ed istruiti che il vangelo che dovevano predicare era la paternità di Dio e la filiazione dell’uomo, ma in questo particolare momento d’estasi spirituale e di trionfo personale la notizia migliore, la più importante alla quale questi uomini potevano pensare era il fatto del Maestro risorto. E così essi uscirono, dotati di un potere proveniente dall’alto, a predicare la felice novella al popolo — la salvezza attraverso Gesù — ma caddero involontariamente nell’errore di sostituire alcuni dei fatti associati al vangelo al messaggio stesso del vangelo. Pietro diede inconsapevolmente avvio a questo errore, ed altri lo seguirono fino a Paolo, che creò una nuova religione fondata su questa nuova versione della buona novella.

194:0.4 (2059.4) Il vangelo del regno è: il fatto della paternità di Dio, associato alla verità risultante della filiazione-fratellanza degli uomini. Il Cristianesimo, quale s’è sviluppato da quel giorno, è: il fatto di Dio in quanto Padre del Signore Gesù Cristo, associato all’esperienza della credenza-comunione con il Cristo risorto e glorificato.

194:0.5 (2059.5) Non è strano che questi uomini infusi di spirito abbiano colto questa opportunità per esprimere i loro sentimenti di trionfo sulle forze che avevano cercato di distruggere il loro Maestro e di porre fine all’influenza dei suoi insegnamenti. In un momento simile era più facile ricordare la loro associazione personale con Gesù ed essere galvanizzati dalla certezza che il Maestro viveva ancora, che la loro amicizia non era finita e che lo spirito era veramente venuto su di loro come egli aveva promesso.

194:0.6 (2059.6) Questi credenti si sentirono improvvisamente trasportati in un altro mondo, in una nuova esistenza di gioia, di potenza e di gloria. Il Maestro aveva detto loro che il regno sarebbe venuto con potenza, e alcuni di loro credettero di cominciare a discernere ciò che egli intendeva.

194:0.7 (2059.7) E dopo aver preso in considerazione tutto ciò, non è difficile comprendere come questi uomini giunsero a predicare un nuovo vangelo a proposito di Gesù al posto del loro messaggio iniziale della paternità di Dio e della fratellanza degli uomini.

194:2.8 (2061.6) Gesù visse una vita che è una rivelazione dell’uomo sottomesso alla volontà del Padre, non un esempio che ciascuno dovrebbe tentare di seguire alla lettera. Questa vita nella carne, con la sua morte sulla croce e la risurrezione successiva, divennero subito un nuovo vangelo del riscatto che era stato pagato così per riscattare l’uomo dalla presa del maligno — dalla condanna di un Dio offeso. Ciò nonostante, benché il vangelo sia stato grandemente distorto, rimane il fatto che questo nuovo messaggio a proposito di Gesù conservò molte delle verità e degli insegnamenti fondamentali del vangelo iniziale del regno. E presto o tardi queste verità nascoste della paternità di Dio e della fratellanza degli uomini emergeranno per trasformare efficacemente la civiltà di tutta l’umanità.

Fascicolo 195

195:10.21 (2086.7) La speranza del Cristianesimo moderno è di cessare di sostenere i sistemi sociali e la politica industriale della civiltà occidentale, inchinandosi umilmente davanti alla croce che esso esalta così valorosamente, per apprendere di nuovo da Gesù di Nazaret le più grandi verità che l’uomo mortale possa mai ascoltare — il vangelo vivente della paternità di Dio e della fratellanza degli uomini.

Fascicolo 196

196:1.5 (2091.1) L’aspirazione dei credenti al regno non dovrebbe essere quella d’imitare alla lettera la vita esteriore di Gesù nella carne, ma piuttosto di condividere la sua fede; di avere fiducia in Dio come egli aveva fiducia in Dio e di credere negli uomini come egli credeva negli uomini. Gesù non argomentò mai sulla paternità di Dio o sulla fratellanza degli uomini; egli era un’illustrazione vivente dell’una ed una manifestazione profonda dell’altra.

196:2.11 (2093.5) Gesù non offrì delle regole per il progresso sociale; la sua era una missione religiosa, e la religione è un’esperienza esclusivamente individuale. Lo scopo ultimo del compimento più avanzato della società non può mai sperare di trascendere la fratellanza degli uomini basata sul riconoscimento della paternità di Dio insegnata da Gesù. L’ideale di ogni conseguimento sociale può essere realizzato soltanto dalla venuta di questo regno divino.

Fascicolo 141

141:6.4 (1592.6) Quella sera Gesù parlò agli apostoli sulla nuova vita nel regno. Egli disse in particolare: “Quando entrerete nel regno, nascerete di nuovo. Non potete insegnare le cose profonde dello spirito a coloro che sono solo nati dalla carne; badate prima che gli uomini siano nati dallo spirito prima di cercare d’istruirli nelle vie avanzate dello spirito. Non cominciate a mostrare agli uomini le bellezze del tempio prima di averli fatti entrare nel tempio. Portate gli uomini a Dio e come figli di Dio prima di parlare delle dottrine della paternità di Dio e della filiazione degli uomini. Non lottate con gli uomini — siate sempre pazienti. Non è il vostro regno; voi siete solo degli ambasciatori. Andate semplicemente a proclamare: ecco il regno dei cieli — Dio è vostro Padre e voi siete figli suoi, e questa buona novella, se credete ad essa con tutto il cuore, è la vostra salvezza eterna.”

Fascicolo 149

149:2.2 (1670.3) L’apostolo Paolo, nei suoi sforzi per portare gli insegnamenti di Gesù all’attenzione favorevole di certi gruppi del suo tempo, scrisse numerose lettere d’istruzione e di raccomandazione. Altri insegnanti del vangelo di Gesù fecero altrettanto, ma nessuno di loro pensò che alcuni di questi scritti sarebbero stati successivamente riuniti da coloro che li avrebbero presentati come l’espressione degli insegnamenti di Gesù. E così, benché il cosiddetto Cristianesimo contenga maggiori elementi del vangelo del Maestro rispetto a qualsiasi altra religione, contiene anche molte cose che Gesù non insegnò. A parte l’incorporazione di molti insegnamenti dei misteri persiani e di molti elementi della filosofia greca nel Cristianesimo primitivo, furono commessi due grandi errori.

149:2.3 (1670.4) 1. Lo sforzo di collegare l’insegnamento del vangelo direttamente alla teologia ebraica, com’è illustrato dalle dottrine cristiane dell’espiazione — l’insegnamento che Gesù era il Figlio sacrificato che avrebbe soddisfatto la giustizia severa del Padre e placato la collera divina. Questi insegnamenti ebbero origine dal lodevole tentativo di rendere il vangelo del regno più accettabile agli Ebrei non credenti. Mentre questi sforzi fallirono per quanto concerne l’adesione degli Ebrei, non mancarono di confondere ed alienare molte anime oneste di tutte le generazioni successive.

149:2.4 (1670.5) 2. Il secondo grande errore dei primi discepoli del Maestro, un errore che tutte le generazioni successive hanno persistito nel perpetuare, fu di organizzare l’insegnamento cristiano così completamente riguardo alla persona di Gesù. Questa eccessiva enfasi della personalità di Gesù nella teologia del Cristianesimo ha contribuito ad oscurare i suoi insegnamenti, e tutto ciò ha reso sempre più difficile per gli Ebrei, i Maomettani, gli Indù ed i membri delle altre religioni orientali di accettare gli insegnamenti di Gesù. Noi non vorremmo sminuire la posizione della persona di Gesù in una religione che può portare il suo nome, ma vorremmo non permettere a tale considerazione di eclissare la sua vita ispirata o di soppiantare il suo messaggio di salvezza: la paternità di Dio e la fratellanza degli uomini.

149:2.5 (1670.6) Gli insegnanti della religione di Gesù dovrebbero avvicinare le altre religioni riconoscendo le verità che hanno in comune (molte delle quali provengono direttamente o indirettamente dal messaggio di Gesù), astenendosi dal porre tanta enfasi sulle differenze.

Fascicolo 159

159:5.7 Altre religioni avevano sostenuto l’idea della vicinanza di Dio all’uomo, ma Gesù presentò l’attenzione di Dio per l’uomo come simile alla sollecitudine di un padre amorevole per il benessere dei suoi figli che dipendono da lui, e fece poi di questo insegnamento la pietra angolare della sua religione. E così la dottrina della paternità di Dio rese imperativa la pratica della fratellanza degli uomini. L’adorazione di Dio e il servizio degli uomini divennero la somma e la sostanza della sua religione. Gesù prese il meglio della religione ebraica e lo trasferì in una degna collocazione nei nuovi insegnamenti del vangelo del regno.

Fascicolo 165

165:2.9 (1819.5) “Ma io ho molte altre pecore che non sono di questo ovile, e queste parole sono valide non soltanto per questo mondo. Queste altre pecore ascoltano e conoscono anch’esse la mia voce, ed io ho promesso a mio Padre che esse saranno tutte riunite in un solo ovile, in una sola fraternità dei figli di Dio. Ed allora voi conoscerete tutti la voce di un solo pastore, del vero pastore, e riconoscerete tutti la paternità di Dio.

Fascicolo 169

169:4.8 (1856.6) Per gli Ebrei, Elohim era il Dio degli dei, mentre Yahweh era il Dio d’Israele. Gesù accettò il concetto di Elohim e chiamò Dio questo gruppo di esseri supremi. In luogo del concetto di Yahweh, la deità razziale, egli introdusse l’idea della paternità di Dio e della fratellanza mondiale degli uomini. Egli elevò il concetto di Yahweh di un Padre razziale deificato all’idea di un Padre di tutti i figli degli uomini, un Padre divino del singolo credente. Ed inoltre insegnò che questo Dio degli universi e questo Padre di tutti gli uomini erano una sola e stessa Deità del Paradiso.

169:4.9 (1856.7) Gesù non pretese mai di essere la manifestazione di Elohim (Dio) nella carne. Non dichiarò mai di essere una rivelazione di Elohim (Dio) ai mondi. Non insegnò mai che chiunque aveva visto lui aveva visto Elohim (Dio). Ma proclamò che egli era la rivelazione del Padre nella carne, e disse che chiunque aveva visto lui aveva visto il Padre. In quanto Figlio divino egli pretese di rappresentare soltanto il Padre.

169:4.10 (1857.1) Egli era, in verità, il Figlio anche del Dio Elohim; ma nelle sembianze della carne mortale e per i figli mortali di Dio egli scelse di limitare la rivelazione della sua vita al ritratto del carattere di suo Padre, in modo che tale rivelazione potesse essere comprensibile all’uomo mortale. Per quanto concerne il carattere delle altre persone della Trinità del Paradiso, dovremo accontentarci dell’insegnamento che esse sono del tutto simili al Padre, che è stato rivelato nel ritratto personale nella vita del suo Figlio incarnato, Gesù di Nazaret.

Fascicolo 170

2. Il concetto di Gesù del regno

170:2.1 (1859.11) Il Maestro chiarì che il regno dei cieli deve cominciare col duplice concetto della verità della paternità di Dio e del fatto correlato della fratellanza degli uomini, e che deve essere incentrato in questo duplice concetto. L’accettazione di un tale insegnamento, dichiarò Gesù, avrebbe liberato l’uomo dalla schiavitù millenaria della paura animale ed allo stesso tempo avrebbe arricchito la vita umana con le seguenti doti della nuova vita di libertà spirituale:

170:2.2 (1859.12) 1. Il possesso di un coraggio nuovo e di un potere spirituale accresciuto. Il vangelo del regno doveva liberare l’uomo ed ispirarlo ad osare di sperare nella vita eterna.

170:2.3 (1859.13) 2. Il vangelo portava un messaggio di nuova fiducia e di vera consolazione a tutti gli uomini, anche ai poveri.

170:2.4 (1859.14) 3. Il vangelo era in se stesso una nuova scala di valori morali, un nuovo criterio etico con cui misurare la condotta umana. Esso descriveva l’ideale di un conseguente ordine nuovo di società umana.

170:2.5 (1859.15) 4. Esso insegnava la preminenza dello spirituale rispetto al materiale; glorificava le realtà spirituali ed esaltava gli ideali superumani.

170:2.6 (1860.1) 5. Questo nuovo vangelo presentava la realizzazione spirituale come il vero scopo della vita. La vita umana riceveva una nuova dotazione di valore morale e di dignità divina.

170:2.7 (1860.2) 6. Gesù insegnò che le realtà eterne erano il risultato (la ricompensa) dei retti sforzi terreni. Il soggiorno dei mortali sulla terra acquisiva nuovi significati conseguenti al riconoscimento di un nobile destino.

170:2.8 (1860.3) 7. Il nuovo vangelo affermava che la salvezza umana è la rivelazione di un proposito divino di vasta portata che doveva essere compiuto e realizzato nel destino futuro del servizio senza fine dei figli di Dio salvati.

170:5.11 (1865.1) Il regno, per gli Ebrei, era la comunità israelita; per i Gentili esso divenne la Chiesa cristiana. Per Gesù il regno era l’insieme di quegli individui che avevano confessato la loro fede nella paternità di Dio, proclamando così la loro consacrazione sincera a fare la volontà di Dio, divenendo in tal modo membri della fraternità spirituale degli uomini.

Fascicolo 142

1. L’insegnamento nel tempio

142:1.1 (1596.3) Per tutto questo mese Gesù o uno degli apostoli insegnarono quotidianamente nel tempio. Quando le folle della Pasqua erano troppo numerose per avere accesso all’insegnamento nel tempio, gli apostoli conducevano molti gruppi d’insegnamento fuori della cinta sacra. Il tema principale del loro messaggio era:

142:1.2 (1596.4) 1. Il regno dei cieli è a portata di mano.

142:1.3 (1596.5) 2. Avendo fede nella paternità di Dio voi potete entrare nel regno dei cieli, divenendo così figli di Dio.

142:1.4 (1596.6) 3. L’amore è la regola di vita nel regno — la devozione suprema a Dio, amando nel contempo il vostro prossimo come voi stessi.

142:1.5 (1596.7) 4. L’obbedienza alla volontà del Padre, che produce i frutti dello spirito nella propria vita personale, è la legge del regno.

Fascicolo 143

143:1.4 (1608.1) “Io sono venuto in questo mondo per fare la volontà di mio Padre e per rivelare il suo carattere amorevole a tutta l’umanità. Questa, fratelli miei, è la mia missione. E solo questa cosa farò senza preoccuparmi del travisamento dei miei insegnamenti da parte degli Ebrei e dei Gentili di questo tempo o di un’altra generazione. Ma voi non dovreste lasciarvi sfuggire il fatto che anche l’amore divino ha le sue severe discipline. L’amore di un padre per suo figlio obbliga spesso il padre a frenare gli atti insensati della sua avventata discendenza. Il figlio non sempre comprende i motivi saggi ed affettuosi della restrittiva disciplina del padre. Ma io vi dichiaro che mio Padre in Paradiso governa un universo di universi con l’irresistibile potere del suo amore. L’amore è la più grande di tutte le realtà spirituali. La verità è una rivelazione liberatrice, ma l’amore è la relazione suprema. E qualunque grave errore commettano i vostri simili nell’amministrazione attuale del mondo, in un’epoca futura il vangelo che io vi proclamo governerà questo stesso mondo. Lo scopo ultimo del progresso umano è il riverente riconoscimento della paternità di Dio e la materializzazione amorevole della fratellanza degli uomini.

143:1.7 (1608.4) “Oggi i non credenti possono rimproverarvi di predicare un vangelo di non resistenza e di vivere delle vite di non violenza, ma voi siete i primi volontari di una lunga lista di credenti sinceri nel vangelo di questo regno che stupiranno tutta l’umanità con la loro eroica devozione a questi insegnamenti. Nessun esercito del mondo ha mai mostrato più coraggio e audacia di quelli che saranno mostrati da voi e dai vostri leali successori andando per tutto il mondo a proclamare la buona novella — la paternità di Dio e la fratellanza degli uomini. Il coraggio della carne è la forma più bassa di audacia. L’audacia mentale è un tipo più elevato di coraggio umano, ma il coraggio più elevato e supremo è la fedeltà inflessibile alle illuminate convinzioni delle profonde realtà spirituali. Un tale coraggio costituisce l’eroismo degli uomini che conoscono Dio. E voi siete tutti degli uomini che conoscono Dio; voi siete in verità gli associati personali del Figlio dell’Uomo.”

Fascicolo 134

4. La sovranità — divina ed umana

134:4.1 (1486.4) La fratellanza degli uomini è fondata sulla paternità di Dio. La famiglia di Dio deriva dall’amore di Dio — Dio è amore. Dio il Padre ama divinamente i suoi figli, li ama tutti.

134:4.2 (1486.5) Il regno dei cieli, il governo divino, è fondato sul fatto della sovranità divina — Dio è spirito. Poiché Dio è spirito, questo regno è spirituale. Il regno dei cieli non è né materiale né puramente intellettuale; è una relazione spirituale tra Dio e l’uomo.

134:4.3 (1486.6) Se religioni differenti riconoscono la sovranità spirituale di Dio il Padre, allora tutte queste religioni staranno in pace. Solo quando una religione pretende di essere in qualche modo superiore a tutte le altre e di possedere un’autorità esclusiva sulle altre religioni, tale religione avrà l’ardire di essere intollerante verso le altre religioni od oserà perseguitare i credenti delle altre religioni.

134:4.4 (1487.1) La pace religiosa — la fratellanza — non potrà mai esistere senza che tutte le religioni siano disposte a spogliarsi completamente di ogni autorità ecclesiastica e ad abbandonare totalmente ogni concetto di sovranità spirituale. Dio solo è spirito sovrano.

134:4.5 (1487.2) Non ci può essere uguaglianza tra le religioni (libertà religiosa) senza guerre di religione fino a che tutte le religioni non consentono di trasferire la sovranità religiosa ad un livello superumano, a Dio stesso.

134:4.6 (1487.3) Il regno dei cieli nel cuore degli uomini creerà l’unità religiosa (non necessariamente l’uniformità) perché ciascun gruppo religioso composto da tali credenti religiosi sarà privo di ogni nozione di autorità ecclesiastica — di sovranità religiosa.

134:4.7 (1487.4) Dio è spirito, e Dio dona un frammento del suo essere spirituale perché dimori nel cuore dell’uomo. Spiritualmente tutti gli uomini sono uguali. Il regno dei cieli è privo di caste, di classi, di livelli sociali e di gruppi economici. Voi siete tutti fratelli.

134:4.8 (1487.5) Ma quando si perde di vista la sovranità spirituale di Dio il Padre, qualche religione comincerà ad affermare la sua superiorità sulle altre religioni; ed allora, invece di pace sulla terra e buona volontà tra gli uomini, cominceranno i dissensi, le recriminazioni e persino le guerre di religione, o almeno le guerre tra persone religiose.

134:4.9 (1487.6) Gli esseri dotati di libero arbitrio che si considerano uguali, a meno di non riconoscersi mutualmente sottomessi ad una qualche supersovranità, ad una qualche autorità superiore a loro, presto o tardi saranno tentati di mettere alla prova la loro abilità di acquisire potere ed autorità sulle altre persone e sugli altri gruppi. Il concetto di uguaglianza porta la pace solo se è riconosciuta reciprocamente l’influenza del supercontrollo di una supersovranità.

134:4.10 (1487.7) Gli uomini religiosi di Urmia vivevano insieme in relativa pace e tranquillità perché avevano totalmente rinunciato a tutte le loro nozioni di sovranità religiosa. Spiritualmente essi credevano tutti in un Dio sovrano; socialmente, la totale ed incontestabile autorità risiedeva nel capo che li presiedeva — Cymboyton. Essi sapevano bene che cosa sarebbe accaduto ad un insegnante che avesse preteso di spadroneggiare sui suoi colleghi. Non ci può essere pace religiosa durevole su Urantia fino a che tutti i gruppi religiosi non rinunciano spontaneamente ai loro concetti di favore divino, di popolo eletto e di sovranità religiosa. Solo quando Dio il Padre diviene supremo gli uomini diverranno fratelli nella religione e vivranno insieme in pace religiosa sulla terra.


Fascicolo 188

188:4.7 (2017.2) Benché non sia appropriato parlare di Gesù come di un sacrificatore, di un riscattatore o di un redentore, è del tutto corretto definirlo un salvatore. Egli rese per sempre la via della salvezza (della sopravvivenza) più chiara e certa; egli mostrò meglio e con più sicurezza la via della salvezza a tutti i mortali di tutti i mondi dell’universo di Nebadon.

188:4.8 (2017.3) Una volta che avete afferrato l’idea di Dio come Padre vero e amorevole, il solo concetto che Gesù abbia mai insegnato, dovete immediatamente, in tutta coerenza, abbandonare completamente tutte quelle nozioni primitive su Dio di un monarca offeso, di un sovrano severo ed onnipotente il cui principale piacere è di scoprire i suoi sudditi mentre commettono delle cattive azioni e nel badare che siano adeguatamente puniti, a meno che un essere quasi uguale a lui non accetti volontariamente di soffrire per loro, di morire come un sostituto ed in loro vece. L’intera idea di redenzione e di espiazione è incompatibile con il concetto di Dio quale fu insegnato ed esemplificato da Gesù di Nazaret. L’amore infinito di Dio non è secondario a nulla nella natura divina.

188:4.9 (2017.4) Tutto questo concetto di espiazione e di salvezza sacrificale è radicato e fondato nell’egoismo. Gesù insegnò che il servizio verso i propri simili è il concetto più elevato della fraternità dei credenti nello spirito. La salvezza dovrebbe essere considerata come acquisita da coloro che credono nella paternità di Dio. La principale preoccupazione del credente non dovrebbe essere il desiderio egoista della salvezza personale, ma piuttosto il bisogno altruista di amare, e perciò di servire, i propri simili, come Gesù ha amato e servito gli uomini mortali.

188:4.10 (2017.5) I credenti sinceri non si preoccupano nemmeno tanto della punizione futura del peccato. Il vero credente s’interessa soltanto dell’attuale separazione da Dio. È vero, dei padri saggi possono castigare i loro figli, ma fanno tutto ciò con amore e a scopo correttivo. Essi non puniscono con collera, né castigano per punizione.

188:4.11 (2017.6) Anche se Dio fosse il severo e legale monarca di un universo in cui la giustizia regna sovrana, certamente non sarebbe soddisfatto del piano infantile di sostituire una vittima innocente ad un trasgressore colpevole.

188:4.12 (2017.7) La grande cosa circa la morte di Gesù, qual è connessa con l’arricchimento dell’esperienza umana e l’allargamento della via della salvezza, non è il fatto della sua morte, ma piuttosto il comportamento superbo e lo spirito incomparabile con cui egli affrontò la morte.

188:4.13 (2017.8) L’intera idea del riscatto dell’espiazione pone la salvezza su un piano d’irrealtà; un tale concetto è puramente filosofico. La salvezza umana è reale; essa è basata su due realtà che possono essere colte dalla fede della creatura ed incorporate così nell’esperienza umana individuale: il fatto della paternità di Dio e la sua verità correlata, la fratellanza degli uomini. È vero, dopotutto, che vi saranno “rimessi i vostri debiti, così come voi li rimettete ai vostri debitori”.

Fascicolo 191

191:4.4 (2042.1) “Andate dunque in tutto il mondo a proclamare questo vangelo della paternità di Dio e della fratellanza degli uomini a tutte le nazioni e razze, e siate sempre saggi nella vostra scelta dei metodi per presentare la buona novella alle differenti razze e tribù dell’umanità. Voi avete ricevuto liberalmente questo vangelo del regno, e darete liberalmente la buona novella a tutte le nazioni. Non temete la resistenza del male, perché io sono sempre con voi, sino alla fine stessa delle ere. E lascio con voi la mia pace.”


Fascicolo 193

193:1.2 (2053.4) “La pace sia su di voi. Voi vi rallegrate di sapere che io sono la risurrezione e la vita, ma ciò non vi servirà a nulla se non siete prima nati dallo spirito eterno, che vi porterà a possedere, per mezzo della fede, il dono della vita eterna. Se voi siete i figli per fede di mio Padre non morirete mai; non perirete. Il vangelo del regno vi ha insegnato che tutti gli uomini sono figli di Dio. E questa buona novella concernente l’amore del Padre celeste per i suoi figli terreni deve essere portata a tutto il mondo. È giunto il momento di non adorare Dio né sul Garizim né a Gerusalemme, ma dove siete, come siete, in spirito ed in verità. È la vostra fede che salva la vostra anima. La salvezza è il dono di Dio a tutti coloro che credono di essere figli suoi. Ma non ingannatevi; benché la salvezza sia il dono gratuito di Dio e sia effuso su tutti coloro che lo accettano per fede, ne segue l’esperienza di portare i frutti di questa vita spirituale qual è vissuta nella carne. L’accettazione della dottrina della paternità di Dio implica che voi accettiate apertamente anche la verità associata della fratellanza degli uomini. E se un uomo è vostro fratello, egli è ancora più che il vostro prossimo, che il Padre esige voi amiate come voi stessi. Il vostro fratello, essendo della vostra stessa famiglia, non lo amerete soltanto con affetto familiare, ma lo servirete anche come servireste voi stessi. E voi amerete e servirete così vostro fratello perché, essendo miei fratelli, siete stati amati e serviti così da me. Andate, dunque, in tutto il mondo a proclamare questa buona novella a tutte le creature di ogni razza, tribù e nazione. Il mio spirito vi precederà, ed io sarò sempre con voi.”

Fascicolo 140

140:4.7 (1572.7) “Li conoscerete dai loro frutti.” La personalità è fondamentalmente immutabile; ciò che cambia — che cresce — è il carattere morale. L’errore più grande delle religioni moderne è il negativismo. L’albero che non porta frutti viene “abbattuto e gettato nel fuoco”. Il valore morale non può derivare dalla semplice repressione — obbedendo all’ingiunzione “Tu non farai”. La paura e la vergogna sono motivazioni senza valore per la vita religiosa. La religione è valida solo se rivela la paternità di Dio ed esalta la fratellanza degli uomini.

Fascicolo 92

92:5.16 (1010.4) Il futuro di Urantia sarà caratterizzato senza dubbio dall’apparizione d’insegnanti della verità religiosa — la Paternità di Dio e la fraternità di tutte le creature. Ma si deve sperare che gli ardenti e sinceri sforzi di questi futuri profeti saranno diretti meno verso il rafforzamento delle barriere interreligiose e più verso l’accrescimento della fratellanza religiosa dell’adorazione spirituale tra i numerosi seguaci delle differenti teologie intellettuali così caratteristiche di Urantia di Satania.

Fascicolo 94

94:4.10 (1032.2) Oggi l’India ha grande bisogno della presentazione del vangelo di Gesù — la Paternità di Dio e la filiazione con la conseguente fratellanza di tutti gli uomini, che è realizzata personalmente nel mistero amorevole e nel servizio sociale. In India il quadro filosofico esiste, la struttura del culto è presente; quella che manca è la scintilla vivificante dell’amore dinamico descritto nel vangelo originale del Figlio dell’Uomo, spogliato dei dogmi e delle dottrine occidentali che hanno avuto tendenza a fare della vita di conferimento di Micael una religione dell’uomo bianco.

Fascicolo 98

98:7.11 (1084.10) A mano a mano che gli insegnamenti originali di Gesù penetrarono in Occidente furono occidentalizzati, e via via che furono occidentalizzati cominciarono a perdere la loro attrazione potenzialmente universale per tutte le razze e tipi di uomini. Il Cristianesimo oggi è divenuto una religione bene adattata ai costumi sociali, economici e politici delle razze bianche. Esso ha cessato da lungo tempo di essere la religione di Gesù, benché rappresenti ancora validamente una magnifica religione a proposito di Gesù a quegli individui che cercano sinceramente di seguire la via del suo insegnamento. Esso ha glorificato Gesù come il Cristo, l’unto messianico di Dio, ma ha dimenticato in larga misura il vangelo personale del Maestro: la Paternità di Dio e la fratellanza universale di tutti gli uomini.

Fascicolo 100

100:6.8 (1101.3) Anche la religione evoluzionaria è tutto ciò in fedeltà e grandezza perché è un’esperienza autentica. Ma la religione rivelata è eccellente quanto autentica. Le nuove lealtà dovute ad una visione spirituale ampliata creano nuovi livelli d’amore e di devozione, di servizio e di solidarietà; e questa accresciuta prospettiva sociale produce una coscienza più ampia della Paternità di Dio e della fratellanza dell’uomo.

100:6.9 (1101.4) La differenza caratteristica tra la religione di evoluzione e la religione rivelata è una nuova qualità di saggezza divina che si aggiunge alla saggezza umana puramente esperienziale. Ma è l’esperienza nelle e con le religioni umane che sviluppa la capacità di ricevere successivamente gli elevati doni della saggezza divina e dell’intuizione cosmica.

Fascicolo 102

105:2.5 (1154.4) 1. Il Padre Universale. IO SONO padre del Figlio Eterno. Questa è la relazione di personalità primordiale delle attualità. La personalità assoluta del Figlio rende assoluto il fatto della paternità di Dio e stabilisce la filiazione potenziale di tutte le personalità. Questa relazione stabilisce la personalità dell’Infinito e completa la sua rivelazione spirituale nella personalità del Figlio Originale. Di questa fase dell’IO SONO possono fare una parziale esperienza su livelli spirituali anche i mortali che, mentre sono ancora nella carne, possono adorare nostro Padre.

Fascicolo 3

Gli attributi di Dio

3:0.1 (44.1) DIO È presente ovunque. Il Padre Universale governa il cerchio dell’eternità. Ma negli universi locali egli governa nelle persone dei suoi Figli Creatori Paradisiaci, così come conferisce la vita tramite questi Figli. “Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nei suoi Figli.” Questi Figli di Dio Creatori sono l’espressione personale di Dio stesso nei settori del tempo e per i figli dei pianeti che ruotano negli universi in evoluzione dello spazio.

3:0.2 (44.2) I Figli di Dio altamente personalizzati sono chiaramente discernibili dagli ordini inferiori d’intelligenze create, compensando in tal modo l’invisibilità del Padre che è infinito e perciò meno discernibile. I Figli Creatori Paradisiaci del Padre Universale sono una rivelazione di un essere altrimenti invisibile a causa dell’assolutezza e dell’infinità inerenti al cerchio dell’eternità ed alle personalità delle Deità del Paradiso.

3:0.3 (44.3) La facoltà di creare non è proprio un attributo di Dio, è piuttosto l’insieme dell’azione della sua natura. Questa funzione universale di creare è manifestata eternamente com’è anche condizionata e controllata da tutti gli attributi coordinati della realtà divina ed infinita della Prima Sorgente e Centro. Noi sinceramente dubitiamo che una qualsiasi caratteristica della natura divina possa essere considerata antecedente alle altre, ma se così fosse, allora la natura creatrice della Deità avrebbe la precedenza su tutte le altre nature, attività ed attributi. E la facoltà creatrice della Deità culmina nella verità universale della Paternità di Dio.

Fascicolo 12

12:7.8 (138.3) La Paternità di Dio e la fratellanza degli uomini presentano il paradosso della parte e del tutto al livello della personalità. Dio ama ogni individuo come un singolo figlio della famiglia celeste. Tuttavia Dio ama in questo modo tutti gl’individui; non fa eccezione di persone, e l’universalità del suo amore fa nascere una relazione d’insieme, la fratellanza universale.

Fascicolo 40

40:10.13 (454.2) Così, in ultima analisi, sarebbe improprio impiegare i termini “maggiore” o “minore” confrontando i destini degli ordini ascendenti di filiazione. Ogni figlio di Dio condivide la paternità di Dio, e Dio ama in modo uguale ciascuno dei suoi figli creature. Egli non ha più rispetto per i destini ascendenti di quanto ne abbia delle creature suscettibili di raggiungere tali destini. Il Padre ama ciascuno dei suoi figli, e questo affetto non è meno che vero, santo, divino, illimitato, eterno ed unico — un amore effuso su questo figlio o su quel figlio, individualmente, personalmente ed esclusivamente. Ed un tale amore eclissa completamente tutti gli altri fatti. La filiazione è la relazione suprema tra la creatura ed il Creatore.

Fascicolo 52

52:6.7 (598.2) 5. Intuizione spirituale. La fratellanza dell’uomo, dopotutto, è fondata sul riconoscimento della paternità di Dio. La maniera più rapida di realizzare la fratellanza dell’uomo su Urantia è di effettuare la trasformazione spirituale dell’umanità attuale. La sola tecnica per accelerare la tendenza naturale dell’evoluzione sociale è quella di esercitare una pressione spirituale dall’alto, aumentando così il discernimento morale mediante l’elevazione della capacità dell’anima di ogni mortale di comprendere ed amare ogni altro mortale. La mutua comprensione e l’amore fraterno sono civilizzatori trascendenti e fattori potenti per la realizzazione mondiale della fratellanza dell’uomo.

Fascicolo 87 

87:7.6 (966.1) Nonostante gli inconvenienti e gli ostacoli, ogni nuova rivelazione della verità ha dato origine ad un nuovo culto, ed anche la riformulazione della religione di Gesù deve sviluppare un nuovo ed appropriato simbolismo. L’uomo moderno deve trovare un simbolismo adeguato alle sue nuove idee, ideali e devozioni in espansione. Questo simbolo elevato deve sorgere dalla vita religiosa, dall’esperienza spirituale. E questo simbolismo superiore di una civiltà più avanzata deve essere basato sul concetto della Paternità di Dio ed essere ricolmo del potente ideale della fratellanza degli uomini.