L' amico social
Nascosto dietro un muretto diroccato, aspettavo l'ordine del comandante per attaccare l'edificio difronte. Intanto con lo smartphone stavo chattando col mio amico sull'ultimo album degli U2. Poi venne il comando d'attacco e mi lanciai verso la casa, entrai, vidi il nemico che stava per imbracciare il suo fucile e gli ho sparato immediatamente uccidendolo sul colpo. Aveva nell'altra mano, ancora acceso, un telefonino e mi avvicinai per guardare meglio. Sullo schermo c'era il mio messaggio appena inviatogli. Il gelo si è impadronito del mio cuore; avevo ucciso il mio amico del social network. Era come se avessi ucciso mia madre o mio padre o mio fratello. Mi chiese l'amicizia senza chiedermi di che nazionalità fossi, né io glielo chiesi; non mi chi chiese di che religione fossi, né io glielo chiesi; non di che colore fosse la mia pelle, né io glielo chiesi. Deposi il mio fucile accanto al suo, misi il mio giubbotto sotto la sua testa come cuscino, gli chiusi gli occhi ancora spaventati e me ne andai per sempre.