Concilio Vaticano II

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Dal lontano 1962, il Concilio non ha certamente risolto i grossi problemi della Chiesa ma ha almeno aperto una strada. Incoraggia ancora oggi la chiamata, più che mai attuale, a recuperare la vitalità e la gioia di quanti vogliono rispondere con onestà e fermezza al Vangelo in questo mondo, nuovo e vorticoso allo stesso tempo, in cui siamo immersi.

È un forte stimolo a lasciare alle proprie spalle la tristezza e l’ingessatura di formule vecchie e stantie, liberarsi della routine abitudinaria, dalle condanne e dai giudizi, per fare posto a una rinnovata vitalità spirituale. 

Nell’attuale società, attraversata da crisi più o meno gravi e da una grande mancanza di senso e di Dio, è necessario tornare a infondere gioia e speranza, smentendo l’idea di un futuro avvolto da nubi nere all’orizzonte, da una fitta nebbia interiore e da una società falsamente sorridente. 

Bisogna smettere di avere paura: «Una Chiesa innamorata di Gesù non ha tempo per scontri, veleni e polemiche. Dio ci liberi dall’essere critici e insofferenti, aspri e arrabbiati. Non è solo questione di stile, ma di amore, perché chi ama, come insegna l’Apostolo Paolo, fa tutto senza mormorare». (Papa Francesco in ricordo del 60esimo anniversario dell’inizio del Concilio, che ha aperto la preparazione al Giubileo 2025).

La strada del nuovo rapporto di ognuno di noi con Dio e con tutti i suo figli, deve ancora essere ben individuata anche se debolmente tracciata da Concilio Vaticano II . Ma il centro di tutto ruota ancora intorno a Gesù: "Il regno è già intorno a noi" (Vangelo di Tommaso) ma non ce ne accorgiamo perchè non lo osserviamo con gli occhi di Dio che abita da sempre in tutti noi e non aspetta altro che ci risvegliamo, lo riconosciamo, lo amiamo, lasciandoci guidare da lui e ringraziandolo per tutto ciò che ci ha donato.

Maurizio