L'inizio: testimonianza di Jessica Gregori
Io sottoscritta Jessica Gregori, figlia di Gregori Fabio e Accorsi Annamaria, sorella di Davide e Manuel Maria Gregori, nata a Civitavecchia il 21/03/1989, trascorsi dieci anni dalla lacrimazione della Madonnina da me vista il giorno 02/02/1995, nel giardino dove abito, riconfermo tutto ciò.
Essendo in grado di dichiarare ciò che ho visto dieci anni orsono, dichiaro che:
Il giorno 02/02/1995, i miei genitori avendo una sola macchina, mi vennero a prendere a scuola, recandoci direttamente in chiesa per partecipare alla Santa Messa. Giunti in chiesa venimmo a sapere che P. Pablo, parroco della parrocchia di S. Agostino in quel tempo, aveva spostato la Santa Messa dalle ore 16,00 alle 16,30. Mentre stavamo in chiesa, aspettando la Santa Messa, mio fratello Davide (all’epoca fratello minore) iniziò a piangere perché aveva fatto sia un bisognino e perché aveva fame. Però prima di recarci a casa, mia madre disse a mio padre che lei non sarebbe venuta con noi, ma sarebbe rimasta in chiesa a pregare il Santo Rosario. Arrivati a casa, come facciamo di solito, passammo davanti alla Madonnina che si trova nella grotticina, ci facemmo il segno della Croce, e la Madonnina era completamente bianca.
Entrati in casa mio padre cambiò mio fratello, gli fece fare merenda e nel frattempo la feci anch’io. Alle 16,15 mio padre disse che era ora di andare via e io, rivolgendomi verso di lui, gli dissi che avrei chiuso la porta.
Prima di uscire però mio padre, per non rimanere chiusi fuori casa, tolse le chiavi. Passò davanti alla Madonnina, con in braccio mio fratello Davide, e facendosi il segno della Croce notò che la Madonnina era completamente bianca.
Anch’io feci tutto ciò che ha fatto mio padre, con delle differenze, giunta fino alla seconda rosa, colpita da qualcosa ritornai immediatamente indietro e vidi scendere dall’occhio destro della Madonnina delle lacrime di sangue. Impressionata ma non impaurita mi rivolsi a mio padre dicendogli: «Papà, papà, la Madonnina piange».
Mio padre non mi credette e mi rispose dicendomi: «Come fa una statua di gesso a piangere? Sbrigati sono le 16,21, facciamo tardi per la Messa».
Mi rivolsi di nuovo a mio padre dicendogli: «Papà, papà la Madonnina piange tutto sangue».
Appena sentita la parola sangue mio padre corse da me, controllò la Madonnina, mi controllò le mani (per vedere se mi ero fatta male) e poi convinto che fossi stata io, mi diede uno sculaccione al sederino. Così iniziai a piangere dicendogli che io non ero stata. Mentre succedeva tutto questo dall’occhio sinistro iniziarono a scendere delle lacrime di sangue che giunsero fino al cuore. Mio padre sbalordito toccò il sangue della Madonnina, e piangendo mi prese in braccio recandoci di corsa in chiesa.
Giunti in chiesa mio padre raccontò tutto a mia madre che a differenza di noi rimase molto tranquilla.
Terminata la Messa mio padre si recò da P. Pablo chiedendogli di confessarlo, pensando che avendo toccato il sangue aveva commesso un sacrilegio. La Madonnina da quel giorno continuò a piangere per tredici volte nel mio giardino fino al 06/02/1995, e per la quattordicesima volta nelle mani del Vescovo il 15/03/1995.
P.S.
Dichiaro inoltre di aver ricevuto dei messaggi, da chi non posso svelarlo, dati
al vescovo, nello stesso anno e negli anni seguenti. Tali messaggi sono tenuti
in segreto tra me e il vescovo, ed io non posso rivelarli perché legata
all’obbligo del silenzio. L’unico che potrà rivelarli, se un giorno avrà
intenzione di farlo, è soltanto il Vescovo Monsignor Girolamo Grillo.
Inoltre, sempre in quegli stessi anni, dichiaro di aver ricevuto altri messaggi
che riguardano principalmente la Famiglia e l’Unità di quest’ultima che in
questi tempi viene distrutta dalle insidie del demonio.
Tali
messaggi richiedono anche:
- Molta preghiera davanti a Gesù Eucaristia;
- Andare alla Santa Messa tutti i giorni;
- Confessarsi almeno una volta alla settimana, nel giorno del
Signore;
- Recitare il Santo Rosario;
- Consacrarsi al cuore immacolato di Maria.
Civitavecchia 01/01/2005
In fede
Jessica Gregori