La Camicia di Forza e i 4 Pilastri

La nostra religione è diventata purtroppo una estenuante camicia di forza. Gesù era venuto per annunciare al mondo la Buona Novella, a tutto il mondo, super partes, a credenti di qualunque religione ci fosse all’epoca e a non credenti. Ma noi ne abbiamo fatto subito un’altra religione che naturalmente, come tale, si è contrapposta a tutte le altre esistenti. E così la Buona Novella ha perso la ‘Novella’ (novità) ed è rimasto solo il ‘Buona’ (una religione che raccomanda buone cose). Ma anche se la vedessimo come religione, a dir la verità, è proprio una tra le più brutte e tristi.

Gesù ha portato l’uguaglianza di tutti, senza distinzione di colore, fede, sesso; ma le nostre religiose portano ancora il burka (cosa c’è di male nel far vedere i capelli?) Il governo della struttura-chiesa si riunisce per decidere su tutto, da cose minute all’elezione del Supremo Pastore, ma l’altra metà del mondo, le donne, ne sono assolutamente fuori; fuori da tutto (ma perchè non possono celebrare messa? Perchè non possono scalare le posizioni gerarchiche? Cosa hanno di così tremendamente pericoloso per non ricoprire i ruoli riservati solo ai maschietti? Non hanno abolito anche nella conservatorissima Inghilterra i CLUB per soli uomini?)

Gesù ha portato la gioia di essere figli di una Grande Padre, amoroso e generoso. Ma della gioia ce ne accorgiamo poco quando entriamo nelle nostre chiese, quando sentiamo le prediche, quando tutta la liturgia è una liturgia del dolore, peccato e penitenza e non della resurrezione, del riscatto, gioia e voglia di fare. L’immagine della nostra religione è un uomo sfigurato dal dolore, morto, e su una croce di legno. È come se noi mettessimo sulla lapide di un nostro caro la sua foto nel momento dello spasmo della morte e non la foto dei giorni più felici. È come se mettessimo in cornice la foto di nostra moglie durante il dolore delle doglie e non la foto della madre col suo bambino appena nato, felice di aver generato una nuova vita. È come se le madri ricordassero del parto solo il dolore e non la gioia della resurrezione, della vita. Gesù ha fatto molta fatica a scendere dalla croce, e noi lo abbiamo rimesso sù per ricordarci (da masochisti amanti della sofferenza) le difficoltà e le paure del passaggio obbligato e non la gioia dell’aria pura, della vista ampia e meravigliosa dalle alte vette.

Quando è che passeremo da una liturgia del dolore e del peccato alla bellissima liturgia della gioia e della resurrezione? Perchè non dovremmo interpretare il ‘prendi la tua croce e seguimi’ come ‘prendi qualunque cosa che hai tra le mani, anche una scassatissima bicicletta, e seguimi perchè con me avrai sempre di che meravigliarti e divertirti’? Della Buona Novella quindi abbiamo perso, oltre alla ‘Novella’ anche il ’Buona’. Cosa rimane?

Bisogna liberarci da tutto questo e tornare alla semplicità delle origini e ricominciare daccapo, dal 33 dopo Cristo, dimenticare tutto quello che successivamente è successo, concili, scismi, divisioni, guerre cristiane etc, e salvare e recuperare solo quello che veramente serve per progredire, andare avanti senza catene o troppi pesi da portare. Dopo questo personale processo di revisione sono arrivato a considerara solamente quattro pilastri per la mia vita pratica e spirituale.


Primo Pilastro: l'Antico Testamento

Non sono nè biblista nè esperto di teologia. Mi basta sapere che l'Antico Testamento è la lunga gestazione di Gesù. E' come se vi fosse nascosta, implicita, in lavorazione, la rivoluzione portata dal Nuovo Testamento. 

Gesù è il frutto di questa lunga preparazione,di questa lunga gravidanza. Non c'è nessuna nascita se non c'è prima la gestazione. L' Antico Testamento è la mamma che porta in grembo il Nuovo.






Secondo Pilastro: I Dieci Comandamenti

Il secondo pilastro è la sintesi che racchiude in poche righe tutto ciò che è scritto nel Vecchio Testamento. E' il suo logo, breve e significativo. 

I Dieci Comandamenti sono il succo estremo dell' Antico Testamento. Basterebbe avere bene in mente questi suggerimenti di Dio, confrontare con essi il proprio operato di tutti i giorni per essere già sulla buona strada. 

E' un comportamento che la mente comprende e che la volontà può rendere esecutivo. Sono regole, semplici e comprensibili; non ci sono complicazioni di tipo: vorrei credere ma non sento niente dentro di me; oppure: non puoi andare a Dio se non è lui che chiama (e se non mi chiama?); con i Dieci Comandamenti non ci sono scuse di alcun genere : o li segui o non li segui.I Dieci Comandamenti sono la Via da imboccare, tra tante strade diverse a volte apparentemente più invitanti, è quella giusta.

E' vero che manca ancora la Vita e la Verità; ma è l'unico buon inizio.


Terzo Pilastro: il Vangelo

In Nuovo Testamento è l'esplicitazione del Vecchio, è il frutto maturo dell' Amore di Dio. E' il proseguimento del cammino iniziato con i Dieci Comandamenti. E' il salto di qualità richiesto per andare oltre. Dalla ragione si scende nel cuore. Dalla sicurezza delle regole scritte, all'incertezza dell'interpretazione, alla decisione da prendere, al coraggio di credere che il nostro cuore è la nuova dimora di Dio, che ciò che ci indica è la strada che Gesù ci suggerisce. 

Non è facile giudicare una situazione e prenderne la giusta decisione. Da bambini si passa ad adulti. Dalla certezza delle regole, all'incertezza della decisioni da prendere. Da regole perennemente valide e di applicazione universale, a valutazioni, decisioni e comportamenti che dipendono singolarmente dalla singola situazione. Una valutazione giusta in un certo istante può essere diversa nell'istante successivo, o nello stesso istante ma con una persona diversa. Dal mondo deterministico si passa al quantistico; dalla certezza alla probabilità. 

Ma mentre ogni cosa ci sembra ora più complessa, in realtà il superamento delle regole fisse ed immutabili ci aiuta a meglio valutare, anzi a non perdere tempo in ragionamenti perchè sarà il moto d'animo spontaneo del cuore ad indirizzarci verso la giusta decisione e la conseguente azione. Situazione, valutazione, azione. Il tutto può essere completato in secondi se non in microsecondi. L'amore fa scattare la decisione, fa scatenare azioni razionalmente inconsuete, l'amore è una forza irrefrenabile ed inarrestabile. Basta liberarlo dalla catene.


Quarto Pilastro: Amatevi come Io vi ho amato

La sintesi della sintesi del Nuovo Testamento è il nuovo comandamento che Gesù ci ha lasciato. L'amarsi l'un con l'altro come Lui ci ha amato. Strano questo comandamento nel senso che la gente si è amata anche prima di Gesù. Ma questo amore è diverso, e non perchè ha dato la vita per i suoi amici; o almeno non solo. Anche prima di Gesù davano la vita per salvare i propri amici. Quindi deve essere qualche cosa di nuovo e di diverso. 

L'amore di Gesù è l'amore allo stato puro umanamente compatibile. Per capire questo amore probabilmente biosgna andare oltre gli evangelisti. I Vangeli ci riportano la Sua vita ufficiale, di predicatore, guaritore e salvatore. Probabilmente non la Sua vita di ogni giorno, non il suo cuore o i suoi  sentimenti più profondi. Sicuramente un amore che andava dritto all'essere, al nucleo centrale della persona, senza farsi fermare o influenzare dalla crosta esterna, dall'involucro, dal colore della pelle, dal suo credo, dal suo stato di salute o di malattia evidente. Un amore in grado di parlare a tu per tu a quel Dio nascoto nel cuore dell'altro. 

Gesù rivela la Buona Novella, che Dio è in noi e noi siamo il suo Tempio, e che possiamo essere in grado di parlate dal Dio che è in noi al Dio che è nell'altro. Una linea diretta tra la parte divina che è in noi e la parte divina che nell'altro. E quando questo succede non ci sono più diversità perchè tu non sei in lui, ma tu sei lui e lui è te.

Un amore allo stato puro umanamente compatibile significa anche espandersi nell'universo per ammirare e compiacersi della meravigliosa armonia dei cieli e delle stelle, dei meravigliosi tramonti, della sorprendente natura che ci circonda, della inarrestabile voglia di novità, di scoperte e di progresso. 

Significa continuare l'opera iniziata, di portarla a compimento nell'armonia di cose e di persone. Questo nuovo amore comandato da Gesù dovrebbe permetterci di pian piano accorgerci che il paradiso, il regno dei cieli è già intorno a noi.

Il nuovo comandamento di Gesù in realtà ci dice: aprite il cuore senza porre limiti e con gli occhi di questo cuore vedrete il Dio che dimora in voi, il Dio che è negli altri, il Dio che ha creato intorno a voi le cose più belle che mai mente umana abbia potuto immaginare, il Dio che vi ha eletti suoi figli ed eredi di tutto questo e non aspetta altro che ne prendiamo finalmente coscenza e possesso.