L'ultimo Papa


I Nodi del Cuore

Figlio, cosa vuoi?

Sciogliere i nodi del cuore.

I tuoi?

No, quelli di tutti.

Perché?

I nodi soffocano, non fanno passare la vita.

E in che modo?

Parlando di te e del tuo amore.

Basta?

Sì, perché la tua parola raddrizza la via.

E il libero arbitrio?

Lo lascerei ai sapienti.

Risolveresti tutti i problemi?

Sì, poiché un cuore senza nodi sa fare i miracoli.

E in cambio?

Il loro sorriso.


Quiete e Movimento

La parola di Dio è in continua trasformazione così come lo è il mondo. La sua parola è sorgente d’amore e quindi di vita. La sua parola è in continuo movimento. Leggendo i Vangeli spesso sono stato forzato a interessarmi dei dettagli, delle note e postille, delle virgole fuori posto, delle diverse interpretazioni, della differenza delle diverse traduzioni, della differenza delle versioni dei diversi Evangelisti, venendo a conoscenza di dettagli interessanti ma perdendo probabilmente il messaggio d’insieme.

La sensazione è quella di una grande perdita di tempo nell’interpretare una singola parola quando, il significato della stessa parola, potrebbe cambiare ad ogni lettura poiché il tempo di ogni lettura è di fatto diverso dal precedente; la sensazione è quella di un depotenziamento della Parola di Dio, dispersa in mille rivoli interpretativi; la sensazione è che anno dopo anno si siano depositati sulla Buona Novella strati sempre più spessi di polvere che tutto rende grigio, uniforme, indifferenziato; la sensazione è infine quella di un generale ingessamento della forza travolgente dell’ Annuncio, di un congelamento della Parola di Dio per cercare di far quadrare tutto e accontentare tutti.

Dal Vangelo di Tommaso: -“Se vi domandano quale segno del vostro Padre è in voi?”, rispondete loro: “È una quiete e un movimento”.- Quiete come pausa, riflessione, colloquio col Padre, fermare il tempo; e movimento come agire, fare, amare, testimoniare, far ripartire lo scorrere del tempo.

La vita non è passiva immobilità nell’attesa di qualcosa o di qualcuno, ma è contrasto tra quiete e movimento, tra luce e buio, tra gioia e dolore, tra il bene ed il male.

Ho sentito quindi la necessità di rimuovere la polvere dai testi dei Vangeli, di spogliarli di tutte le distrazioni e di tutte le sovrastrutture grafiche-interpretative-referenziali, di ripartire dai testi disgregati nei loro mattoncini elementari, di rimettere insieme tutti questi elementi indipendentemente dal Vangelo e dall’Edizione di provenienza, di eliminare gli episodi duplicati e infine ricomporre un nuovo quadro d’insieme cercando di rispettare la cronologia dei singoli versetti. Ho inoltre inserito un episodio del Protovangelo di Giacomo, i Detti di Gesù dal Vangelo di Tommaso ed alcuni versetti del recente manoscritto del Vangelo di Giuda.

Il quadro che ne è uscito lo lascio giudicare a voi. Vi prego soltanto di leggerlo lasciando in quiete la mente ma il cuore in movimento.

Maurizio Ammannato


Metodo

“Il Vangelo dei Vangeli” parte da un elaborato intitolato “Frammenti di Vangelo” (vedi Referenze) che ha preso in considerazione tutti i versetti dei quattro Vangeli Sinottici di tutte e quattro le Edizioni prese in esame: CEI, TILC, GRC, TOB. Ne sono derivati più di 4.000 versetti a cui sono stati aggiunti alcuni versetti del Protovangelo di Giacomo.

L’aggiunta dei “Detti di Gesù”, dal Vangelo Apocrifo di Tommaso, ed alcuni versetti dal recente Vangelo Apocrifo di Giuda non entrano in questo computo ma sono stati inseriti come allegato al corpo de “Il Vangelo di Vangeli”.

I versetti ottenuti sono stati poi scelti seguendo il criterio cronologico e a parità di argomenti, quei versetti con i dettagli maggiori. Dove non è stato possibile ricreare l’esatta cronologia, i versetti sono stati raggruppati per argomento. In riferimento ai diversi tipi di Edizioni, i versetti utilizzati nel presente lavoro risultano provenire approssimativamente da:

Frammenti dalla traduzione CEI pari al : 49%

Frammenti dalla traduzione TILC pari al : 46%

Frammenti dalla traduzione GRC pari al : 3%

Frammenti dalla traduzione TOB pari al : 1%

Frammenti dalla traduzione EINAUDI pari al : 1%

Nei “Detti di Gesù” sono stati inseriti l’82% dei versetti originali, ovvero quelli non simili ai versetti già inseriti ne “Il Vangelo di Vangeli”.

Del Vangelo di Giuda sono stati inseriti il 45% dei versetti originali (testo largamente incompleto) non presenti nei versetti de “Il Vangelo di Vangeli”.



I N D I C E


Prologo

In principio era il Verbo

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.

Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.

Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.

Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.


La Nascita

Inizio del Vangelo

Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia:

Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada.
Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri.

Si chiamava Giovanni. Egli venne come testimone della luce perché tutti gli uomini, ascoltandolo, credessero nella luce. Non era lui la luce. Stava per venire nel mondo il Verbo: la vera luce, quella che illumina ogni uomo.

Il concepimento di Giovanni

Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote che si chiamava Zaccaria. Anche sua moglie, Elisabetta, era discendente di famiglia sacerdotale, della famiglia di Aronne. Essi vivevano rettamente di fronte a Dio, perché ubbidivano ai comandamenti e alle leggi del Signore.

Erano senza figli perché Elisabetta non poteva averne, essendo tutti e due ormai troppo vecchi. Un giorno, mentre era di turno al Tempio per le funzioni sacerdotali, un angelo del Signore apparve a Zaccaria e gli disse: – Non temere Zaccaria! Dio ha ascoltato la tua preghiera. Tua moglie Elisabetta ti genererà un figlio e tu lo chiamerai Giovanni. La sua nascita ti darà una grande gioia, e molti si rallegreranno poiché egli sarà grande davanti al Signore.

Egli non berrà mai vino né bevande inebrianti, ma Dio lo colmerà di Spirito Santo fin dalla nascita. Questo tuo figlio, forte e potente come il profeta Elia, precederà la venuta del Signore per riconciliare i padri con i figli, per ricondurre i ribelli a pensare come i giusti. Così egli ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio e preparerà un popolo ben disposto. Ma Zaccaria disse all’angelo: – Come potrò essere sicuro di quel che mi dici? Io sono ormai vecchio, e anche mia moglie è avanti negli anni. L’angelo gli rispose: – Io sono Gabriele e sto davanti a Dio sempre pronto a servirlo.

Lui mi ha mandato da te a parlarti e a portarti questo lieto annuncio, ma tu non hai creduto alle mie parole che pure al momento giusto si avvereranno. Per questo diventerai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui si compirà la promessa che ti ho fatto.

Dopo un po’ di tempo, sua moglie Elisabetta si accorse di aspettare un figlio, e non uscì di casa per cinque mesi, e diceva: – Ecco che cosa ha fatto per me il Signore! Finalmente ha voluto liberarmi da una condizione che mi faceva vergognare di fronte a tutti.

L’ annunciazione

Quando Elisabetta fu al sesto mese Dio mandò l’angelo Gabriele a Nàzaret, un villaggio della Galilea, da una ragazza che si chiamava Maria, fidanzata con un certo Giuseppe discendente della famiglia del re Davide.

L’angelo entrando in casa da lei, disse: – Ti saluto, Maria, o piena di grazia, sii gioiosa, il Signore è con te. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: – Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai e partorirai un figlio, e lo chiamerai Gesù. Questi sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo. Il Signore Dio lo farà re, egli regnerà per sempre sul popolo d’Israele ed il suo regno non avrà fine.

Allora Maria disse all’angelo: – Come sarà questo possibile a me? Poiché non mi ha conosciuto alcun uomo. Le rispose l’angelo: – Lo Spirito Santo scenderà su di te, e l’Onnipotente Dio, come una nube, ti avvolgerà. Per questo il bambino che nascerà sarà dunque santo, e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio. Tutti pensavano che non potesse avere bambini, eppure è già al sesto mese: “Nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: – Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto. Poi l’angelo la lasciò.

La visitazione

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».

Il Magnificat

Allora Maria disse:

“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio,

mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia

si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.

Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre”.

Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi. Poi ritornò a casa sua.

L’annuncio a Giuseppe

Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, si trovò che aveva in grembo un figlio, per opera dello Spirito Santo, ancor prima che andassero a vivere insieme. Giuseppe, che era un uomo giusto, non volendo diffamarla pubblicamente, decise di rompere il fidanzamento, senza dire niente a nessuno.

Mentre però stava pensando a queste cose, una notte in sogno gli apparve un angelo del Signore e gli disse: – Giuseppe, discendente di Davide, non devi aver paura di sposare Maria, la tua fidanzata: il bambino che lei aspetta è opera dello Spirito Santo.

Essa partorirà un figlio e tu gli metterai nome Gesù, perché lui salverà il suo popolo da tutti i suoi peccati. E così si realizzò quel che il Signore aveva detto per mezzo del suo profeta Isaia:“Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”. Questo nome significa: “Dio è con noi”.

Quando Giuseppe si svegliò, fece come l’angelo di Dio gli aveva ordinato, prese Maria in casa sua e continuò a non avere rapporti matrimoniali, fino a quando non partorì un figlio che egli chiamò Gesù.

La nascita di Giovanni il Battista

Giunse intanto per Elisabetta il tempo di partorire e diede alla luce un bambino. Quando il bambino ebbe otto giorni vennero per il rito della circoncisione i suoi parenti che volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma intervenne la madre: – No! – disse. – Il suo nome sarà Giovanni. Gli altri le dissero: – Nessuno tra i tuoi parenti ha questo nome! Si rivolsero allora con gesti al padre, per sapere quale doveva essere, secondo lui, il nome del bambino. Zaccaria chiese allora una tavoletta e scrisse: – Il suo nome è Giovanni. Tutti rimasero meravigliati. In quel medesimo istante Zaccaria aprì la bocca e riuscì di nuovo a parlare, e subito si mise a lodare Dio.

Tutti i loro vicini furono presi da un senso di paura e tra le altre cose dicevano: – Che cosa diventerà mai questo bambino? Davvero la potenza del Signore era con lui.

Il Benedictus

Allora Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo: “Benedetto il Signore, il Dio di Israele: è venuto incontro al suo popolo, lo ha liberato. Per noi ha fatto sorgere un Salvatore potente tra i discendenti di Davide, suo servo. Da molto tempo lo aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti e tu, figlio mio, diventerai profeta del Dio Altissimo, perché andrai dinanzi al Signore a preparargli le strade e per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati.

Il nostro Dio è bontà e misericordia: ci verrà incontro dall’alto, come luce che sorge. Splenderà nelle tenebre per chi vive all’ombra della morte e guiderà i nostri passi sulla via della pace”. Il bambino intanto cresceva fisicamente e il suo spirito si fortificava.

Per molto tempo visse in regioni deserte fino a quando pubblicamente si manifestò al popolo d’Israele. Giovanni era vestito di peli di cammello e portava attorno ai fianchi una cintura di cuoio; si cibava di cavallette e miele selvatico.

Il censimento

In quel tempo l’imperatore Cesare Augusto con un decreto ordinò il censimento di tutti gli abitanti dell’impero romano. Questo primo censimento fu fatto quando Quirino era governatore della Siria, e al tempo del re Erode che governava la regione della Giudea.

Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era un discendente diretto della casa e della famiglia di Davide, partì da Nàzaret, in Galilea, e salì a Betlemme, la città del re Davide, in Giudea, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.

La nascita di Gesù

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.

Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

Io Giuseppe

“Io, Giuseppe, camminavo e non camminavo.

Guardai nell'aria e vidi l'aria colpita da stupore;

guardai verso la volta del cielo e la vidi ferma, e immobili gli uccelli del cielo; guardai sulla terra e vidi un vaso giacente e degli operai coricati con le mani nel vaso:

ma quelli che masticavano non masticavano,

quelli che prendevano su il cibo non l'alzavano dal vaso,

quelli che lo stavano portando alla bocca non lo portavano;

i visi di tutti erano rivolti a guardare in alto.

Ecco delle pecore spinte innanzi che invece stavano ferme:

il pastore alzò la mano per percuoterle, ma la sua mano restò per aria.

Guardai la corrente del fiume

e vidi le bocche dei capretti poggiate sull'acqua, ma non bevevano.

Poi, in un istante, tutte le cose ripresero il loro corso”.

Visita dei pastori

C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama».

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

Le origini di Gesù

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.

La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

La visita dei Magi

Dopo la nascita di Gesù arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti, i Magi, che venivano dall’oriente e domandarono: – Dove si trova quel bambino che è nato da poco, il re dei Giudei? In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo e adorarlo.

All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Radunò tutti i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge, e domandò loro: – In quale luogo deve nascere il Messia? Essi risposero: – A Betlemme, nella regione della Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta Michea.

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: – Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo.

Ricevute queste istruzioni da parte del re, essi partirono, ed ecco che apparve ancora a quei sapienti la stella che avevano visto in oriente, ed essi provarono una grandissima gioia. La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino. Là si fermò.

Essi entrarono in quella casa e videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i bagagli e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Più tardi, in sogno, Dio li avvertì di non tornare dal re Erode. Essi presero allora un’altra strada e ritornarono al loro paese.

Fuga in Egitto

Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».

Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.

La strage degli innocenti

Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:

“Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più”.

Ritorno dall'Egitto e dimora a Nàzaret

Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino».

Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Il rito della circoncisione

Quando furono passati gli otto giorni prescritti per compiere il rito della circoncisione del bambino, gli fu messo il nome Gesù, come aveva detto l’angelo ancor prima che fosse concepito nel grembo di sua madre.

La presentazione di Gesù al Tempio

Venne poi per la madre e per il bambino il tempo della loro purificazione com’è stabilito dalla Legge di Mosè. I genitori allora portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, e per offrire anche il sacrificio stabilito dalla Legge del Signore: “Una coppia di tortore o di giovani colombi”.

Viveva allora a Gerusalemme un uomo chiamato Simeone: un uomo retto e pieno di fede in Dio, che aspettava con fiducia la liberazione d’Israele. Lo Spirito Santo era sopra di lui, e gli aveva rivelato che non sarebbe morto prima di aver veduto il Messia mandato dal Signore. Mosso dallo Spirito Santo, Simeone andò nel Tempio dove s’incontrò con i genitori di Gesù, proprio mentre essi vi stavano portando il loro bambino per adempiere la Legge.

Il Benedictus di Simeone

Simeone allora prese il bambino tra le braccia e ringraziò Dio. Poi li benedisse e parlò a Maria, la madre di Gesù:

“Dio ha deciso che questo bambino sarà occasione di rovina o di risurrezione per molti in Israele. Sarà un segno di Dio che molti rifiuteranno;

sarà un segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri e le intenzioni nascoste nel cuore di molti. Quanto a te, Maria, il dolore ti colpirà e, come fa una spada, ti trafiggerà l’anima”.

Profezia di Anna

C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Quando i genitori di Gesù ebbero tutto compiuto secondo la Legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Intanto il bambino cresceva, si fortificava in Spirito e la benedizione di Dio era su di lui.

Gesù dodicenne tra i dottori

I genitori di Gesù ogni anno andavano in pellegrinaggio a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando Gesù ebbe dodici anni, lo portarono per la prima volta con loro secondo l’usanza. Finita la festa, ripresero il viaggio di ritorno con gli altri.

Ma Gesù rimase in Gerusalemme senza che i genitori se ne accorgessero. Credevano che anche lui fosse in viaggio con la comitiva. Dopo un giorno di cammino, si misero a cercarlo fra parenti e conoscenti. Non riuscendo a trovarlo, ritornarono a cercarlo in Gerusalemme.

Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio: era là, seduto in mezzo ai maestri della Legge: li ascoltava e discuteva con loro. Tutti quelli che lo udivano erano meravigliati per l’intelligenza che dimostrava con le sue risposte. Anche i suoi genitori, appena lo videro, rimasero stupiti, e sua madre gli disse: – Figlio mio, perché ti sei comportato così con noi? Vedi, tuo padre ed io ti abbiamo tanto cercato e siamo stati molto preoccupati per causa tua.

Egli rispose loro: «Perché cercarmi tanto? Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero il significato di quelle parole. Gesù poi ritornò a Nàzaret con i genitori e ubbidiva loro volentieri. Sua madre custodiva gelosamente nel suo cuore il ricordo di tutti questi fatti.

Gesù intanto cresceva, progrediva in sapienza, godeva della grazia davanti a Dio e del favore degli uomini.

La testimonianza di Giovanni il Battista

Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode regnava sulla Galilea, mentre Anna e Caifa erano sommi sacerdoti, in quel tempo la parola di Dio scese su Giovanni, il figlio di Zaccaria, che era ancora nel deserto della Giudea. Là Dio lo chiamò.

Allora Giovanni cominciò a percorrere tutta la regione del Giordano proclamando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati e diceva: – Cambiate vita, convertitevi, fatevi battezzare, e Dio perdonerà i vostri peccati, perché il regno dei cieli è vicino! La gente accorreva a lui: venivano da Gerusalemme e da tutta la regione della Giudea, confessavano pubblicamente i loro peccati ed egli li battezzava nel fiume Giordano.

E allora, poiché il popolo era in attesa, tutti si domandavano in cuor loro: – Chissà, forse Giovanni è il Messia! Le autorità ebraiche inviarono da Gerusalemme sacerdoti e addetti al culto del Tempio, per interrogarlo. Quelli che interrogavano Giovanni appartenevano al gruppo dei farisei, e gli dissero: – Noi dobbiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Chi sei tu? Giovanni dichiarò senza esitazione: – Io non sono il Messia. Allora gli chiesero: – Chi sei, allora? Sei forse Elia? Rispose: “Non lo sono”. Quelli insistettero: – Sei tu il profeta? Rispose: “No”.

Alla fine gli chiesero: – Chi sei, dunque? Che cosa dici di te stesso? Allora Giovanni disse: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore”, come disse il profeta Isaia. Gli domandarono ancora: – Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta? Giovanni rispose loro: – Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, ma mi è passato avanti perché esisteva già prima di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo.

Anch’io non lo conoscevo, tuttavia Dio mi ha mandato a battezzare con acqua, per farlo conoscere al popolo di Israele e per spingervi a cambiar vita; ma lui vi battezzerà con lo Spirito Santo e il fuoco. Egli tiene in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per separare il grano dalla paglia. Raccoglierà il grano nel suo granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile.

Le folle lo interrogavano: – Che cosa dobbiamo fare? Giovanni rispondeva: – Chi possiede due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, lo distribuisca agli altri. Anche alcuni agenti delle tasse vennero per farsi battezzare. Gli domandarono: – Maestro, noi che dobbiamo fare? Giovanni rispose: – Non esigete nulla di più di quanto è stabilito dalla Legge. Lo interrogavano anche alcuni soldati: – E noi che dobbiamo fare? Rispose: – Non maltrattate e non estorcete soldi a nessuno, né con la violenza né con false accuse, ma accontentatevi della vostra paga.

Con queste e molte altre parole Giovanni annunciava al popolo la buona novella. Venivano a farsi battezzare anche molti che appartenevano ai gruppi dei farisei e dei sadducei. Giovanni se ne accorse e disse: – Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di potervi sottrarre al castigo, che ormai è imminente? Fate vedere invece un frutto che testimoni la vostra conversione e non fatevi illusione dicendo dentro di voi: “Noi siamo discendenti di Abramo!” . Perché vi assicuro: ogni albero che non produce frutti buoni sarà tagliato e gettato nel fuoco. Questo accadeva vicino al villaggio di Betània, al di là del fiume Giordano, dove Giovanni battezzava.

Giovanni il Battista accoglie Gesù come Figlio di Dio

E avvenne in quei giorni che Gesù venne da Nàzaret, un villaggio della Galilea, fino al fiume Giordano da Giovanni per farsi battezzare. Giovanni era là con due dei suoi discepoli; vedendo Gesù venire verso di lui, disse: – Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: – Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era già prima di me.

Il Battesimo di Gesù

Gesù poi si avvicinò a Giovanni per farsi battezzare. Giovanni però voleva impedirglielo e cercava di convincerlo dicendo: – Sono io che avrei bisogno di essere battezzato da te; e tu invece vieni da me? Ma Gesù rispose: «Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo». Allora Giovanni acconsentì. Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e lo Spirito Santo discese sopra di lui in modo visibile, in apparenza corporea come di una colomba, e vi fu una voce dal cielo che disse: “Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.

Giovanni allora rese testimonianza dicendo: – Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui; infatti, quando Dio mi mandò a battezzare con acqua, mi disse: “Vedrai lo Spirito scendere e fermarsi su un uomo – è lui che battezzerà con Spirito Santo”. Ebbene, io ho visto accadere questo, e posso testimoniare che Gesù è il Figlio di Dio.

Le tentazioni di Gesù

Subito dopo Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dalla regione del Giordano. Poi, sempre sotto l’azione dello Spirito Santo, fu condotto nel deserto per essere tentato dal diavolo. Per quaranta giorni e quaranta notti Gesù rimase là, e non mangiava né beveva. Alla fine ebbe fame. Allora il diavolo tentatore si avvicinò a lui e gli disse: – Se tu sei il Figlio di Dio di’ che queste pietre diventino pani!

Ma Gesù rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo condusse con sé a Gerusalemme, la città santa, lo depose sul pinnacolo del Tempio e gli disse: – Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; perché sta scritto: “Dio ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede”.

Gesù gli rispose: «Ma sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo condusse Gesù sopra un monte altissimo e mostrandogli in un istante tutti i regni della terra con il loro splendore, gli disse: – Vedi, tutti questi regni, ricchi e potenti, sono miei: a me sono stati dati, e io do a chi voglio tutta questa potenza e gloria. Ebbene, tutte queste cose io ti darò se, prostrandoti, mi adorerai. Ma Gesù gli rispose: «Vattene via, Satana ! Perché sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». Allora il diavolo, dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, si allontanò da Gesù, ma aspettando di ritornare al tempo fissato. Ed ecco subito alcuni angeli gli si accostarono e vennero a servirlo.

Inizio della Predicazione

Inizio della predicazione dalla Galilea

Gesù aveva circa trent’anni quando diede inizio al suo ministero. Quando Gesù seppe che Giovanni il Battezzatore era stato arrestato e messo in prigione, si recò in Galilea. Non rimase a Nàzaret, ma andò ad abitare nella città di Cafàrnao, sulla riva del lago di Galilea.

Da quel momento Gesù cominciò a predicare e a proclamare il Vangelo, il lieto messaggio che viene da Dio. Vedendo le folle Gesù ne ebbe compassione, perché erano stanche e scoraggiate, come pecore senza pastore, e allora si mise ad insegnare loro molte cose. Egli diceva: «Il tempo della salvezza è venuto: il regno di Dio è vicino. Convertitevi, cambiate vita e credete in questo lieto messaggio che viene da Dio!». La sua fama si diffuse, in tutta quella regione si parlava di lui e tutti ne facevano grandi lodi.

La nuova giustizia

Così si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo del Profeta Isaia: “Ecco il mio servo prediletto nel quale mi sono compiaciuto, a lui darò il mio Spirito. Egli ha preso su di sé le nostre debolezze, si è caricato di tutte le nostre sofferenze. Annunzierà la giustizia alle genti, non contenderà, né griderà, e non terrà discorsi nelle piazze. Se una canna è incrinata, non la spezzerà; se una lampada è debole, non la spegnerà. Farà sempre così, fino a quando non avrà fatto trionfare la giustizia; per tutti i popoli della terra egli sarà una speranza”.

Chiamata dei primi quattro discepoli

Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».

Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

I primi discepoli

Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».

Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».

Le nozze di Cana

Ci fu un matrimonio a Cana, una città della Galilea. C’era anche la madre di Gesù, e Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli . Ad un certo punto mancò il vino. Allora la madre di Gesù gli dice: – Non hanno più vino. Gesù rispose: «Che vuoi da me, o donna, non è ancora giunta la mia ora». La madre di lui dice ai servi: – Fate tutto quel che vi dirà.

Vi erano là sei giare di pietra di circa cento litri ciascuna che servivano per i riti di purificazione dei Giudei. Gesù disse ai servi: «Riempitele d’acqua!». Poi disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene ad assaggiare al capotavola». E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse quel vino, chiamò lo sposo e gli disse: – Tutti servono prima il vino buono e poi, quando si è già bevuto molto, quello meno buono.

Tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono. Così Gesù diede inizio nella città di Cana al primo dei suoi segni miracolosi. Lì manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto andarono tutti a Cafàrnao, Gesù, sua madre, i fratelli e i suoi discepoli, e si fermarono colà solo pochi giorni.

I discepoli di Giovanni il Battista

Dopo Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si intrattenne con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, infatti non era stato ancora imprigionato.

Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione. Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: – Maestro, tu ci avevi parlato bene di quel Gesù che era con te dall’altra parte del Giordano. Ora battezza anche lui e fa più numerosi discepoli.

Giovanni rispose: – Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma sono stato mandato innanzi a lui. La sposa appartiene allo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta, ed è lui che deve crescere e diventare importante. Io invece devo mettermi da parte, perché chi viene dall’alto è al di sopra di tutte le cose, e attesta ciò che ha visto e udito.

Ma chi viene dalla terra appartiene alla terra, e parla come un uomo di questa terra. Infatti colui che viene dal cielo, l’inviato di Dio, proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura.

Giovanni il Battista è imprigionato.

Il governatore Erode, biasimato da Giovanni a causa di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello, a tutte le scelleratezze che aveva commesso, aggiunse anche questa: fece arrestare, incatenare e gettare in prigione Giovanni perché questi aveva detto a Erode: – Non ti è lecito tenerla!

Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare di quel che faceva il Cristo, gli mandò alcuni dei suoi discepoli per domandargli: – Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?

In quello stesso momento Gesù guarì molta gente dalle loro malattie e dalle loro sofferenze; alcuni li liberò dagli spiriti maligni e a molti ciechi restituì la vista. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona novella. Beato chi non perderà la fede in me !».

Gesù elogia Giovanni il Battista

Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a parlare alla folla esaltando la figura di Giovanni il Battista, e diceva: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? No! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito di morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Si, ve lo dico io, qualcosa di più che un profeta! Egli è colui del quale nella Scrittura sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te”.

E vi assicuro che tra gli uomini nessuno è più grande di Giovanni. Eppure, il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo ha ascoltato Giovanni; perfino gli agenti delle tasse hanno ricevuto il suo battesimo e così hanno mostrato di ubbidire alla volontà di Dio. E se volete credermi, è Giovanni quel profeta Elia che deve tornare.

I farisei e i maestri della Legge, invece, non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio. Infatti, dal tempo di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli incontra opposizione e i violenti se ne impadroniscono, ma tutti i profeti e tutta la legge di Mosè hanno parlato del regno di Dio, fino al tempo di Giovanni: chi ha orecchi per intendere, intenda!».

La morte di Giovanni il Battista

Erodiade era furiosa contro Giovanni perché questi aveva detto ad Erode: – Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello! E per questo voleva farlo ammazzare, ma non poteva a causa di Erode.

Il re, infatti, aveva paura della gente, perché tutti pensavano che Giovanni era un profeta di Dio, ma anche perché capiva che era un uomo giusto e un santo. Anche se nell’ascoltarlo si trovava a disagio, tuttavia lo ascoltava volentieri.

Ma un giorno arrivò l’occasione buona, quando Erode per il suo compleanno organizzò un banchetto per i grandi della sua corte, per gli alti ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Ad un certo punto entrò nella sala del banchetto la giovane figlia di Erodiade e si mise a danzare davanti agli invitati. La sua danza piacque talmente ad Erode che egli le fece una promessa con giuramento: – Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò.

La ragazza, istigata dalla madre, disse: – Fammi portare qui, su un piatto, la testa di Giovanni il Battista! Il re fu molto dispiaciuto, ma siccome aveva giurato e c’erano lì presenti gli invitati, non volle dire di no.

Mandò subito uno dei suoi soldati con l’ordine di far tagliare la testa a Giovanni che fu consegnata su un vassoio alla ragazza, ed essa la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero per prendersi cura del cadavere, lo seppellirono e poi raccontarono il fatto a Gesù .

Gesù insegna con autorità

Gesù percorreva tutta la regione della Galilea, e la potenza dello Spirito Santo era con lui. Egli insegnava nelle Sinagoghe e le folle restavano stupite del suo insegnamento. Infatti egli era diverso dai loro maestri della Legge, perché insegnava come uno che ha piena autorità e non come i loro scribi e i farisei.

Annunciava e predicava la buona novella del regno e guariva ogni sorta di malattie e di infermità della gente; ma era la potenza del Signore a fargli compiere le guarigioni. La notizia di questi fatti si diffuse in quella regione e in tutta la Giudea. Così condussero a lui tutti i malati tormentati da varie malattie e dolori, epilettici e paralitici, ed egli guariva molti di loro.

Gesù li ammoniva severamente, dicendo di non dire niente a nessuno; ma la notizia si diffondeva ugualmente, anzi più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, e se ne stava fuori in luoghi isolati. Ma la gente veniva ugualmente da lui da ogni parte.

Gesù scaccia gli indemoniati

Portarono a Gesù anche molte persone che erano possedute dal demonio. Con la sua parola, egli scacciava gli spiriti maligni e le guariva. E quando gli spiriti maligni lo vedevano, si gettavano ai suoi piedi e gridavano: – Che vuoi da noi, Gesù di Nàzaret? Sei forse venuto a rovinarci? Che cosa vuoi da noi, Figlio di Dio. Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo? Sappiamo bene chi sei: tu sei il Santo mandato da Dio, tu sei il Figlio di Dio!

Ma Gesù li sgridava severamente e non permetteva ai demòni di parlare perché essi sapevano chi era Gesù. E tutti i presenti rimanevano sbalorditi, erano presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: – Che succede? Questa è una dottrina nuova insegnata con autorità. Costui comanda con irresistibile autorità e potenza perfino agli spiriti maligni, ed essi gli ubbidiscono!

Guarigione di un paralitico

Un giorno si sparse la voce che Gesù si trovava a Cafàrnao, in casa; stava insegnando ad alcuni farisei e maestri della Legge venuti da molti villaggi della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. Si erano radunate tante persone, messe a sedere attorno a Gesù, che non c’era più posto per nessuno, nemmeno di fronte alla porta. Mentre Gesù parlava e presentava il suo messaggio, si recarono da lui quattro persone che accompagnavano un paralitico portato in barella, ma non riuscivano ad arrivare fino a Gesù per via della folla. Allora salirono sul tetto di quella casa, levarono le tegole, scoperchiarono il tetto e poi, di lassù, fecero scendere la barella con sopra sdraiato il paralitico, proprio nel punto dov’egli si trovava.

Quando Gesù vide la fede di quelle persone, disse al paralitico: «Figlio, i tuoi peccati sono perdonati». I maestri della Legge, là presenti, se ne stavano seduti e pensavano in cuor loro: – Perché costui osa parlare in questo modo? Egli bestemmia ! Solamente Dio può perdonare i peccati! Ma Gesù, avendo subito capito i loro pensieri, disse loro: «Perché ragionate così dentro di voi? È più facile dire al paralitico: Ti sono perdonati i tuoi peccati, oppure dire: Alzati, prendi la tua barella e cammina? Ebbene, io vi farò vedere che il Figlio dell’uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati».

Poi si voltò verso il paralitico e gli disse: «Dico a te: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua!». Mentre tutti lo guardavano, l’uomo si alzò, prese la sua barella e se ne andò via subito a casa sua ringraziando Dio. A quella vista, la folla fu presa da timore e da stupore, e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Gesù lascia Cafàrnao

Il giorno dopo Gesù si alzò molto presto, quando ancora era notte fonda, e uscì fuori. Se ne andò in un luogo isolato, e là si mise a pregare. Fattosi giorno, la folla andò in cerca di lui. Quando lo raggiunsero, volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. Ma Gesù disse loro: «Bisogna che io annunci il regno di Dio anche alle altre città; per questo Dio mi ha mandato». Infatti lasciò Cafàrnao per andare ad annunciare il suo messaggio nelle Sinagoghe della Giudea e della Galilea.

E grandi folle di gente che avevano sentito raccontare quel che Gesù faceva cominciarono a seguirlo: venivano dalla Galilea, dalla regione delle Dieci Città, da Gerusalemme, dalla Giudea e dai territori al di là del fiume Giordano. Si parlava sempre più di lui, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, la gente portava sempre i malati in piazza, li mettevano a terra, vicino ai suoi piedi, ed egli li guariva. Infatti, sapendo che egli aveva guarito molti malati, quanti avevano qualche male si spingevano fino a lui per poterlo toccare, e lo supplicavano di permettere di toccare almeno l’orlo del suo mantello, perché da lui usciva una forza che guariva ogni genere di mali.

Tutti rimanevano stupiti nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano, i ciechi che vedevano, i sordi che udivano, e allora, pieni di timore, dicevano: – Oggi abbiamo visto cose prodigiose, non abbiamo visto mai nulla di simile! Tra noi è apparso un grande profeta ! Altri dicevano: – Dio è venuto a salvare il suo popolo. Noi stessi abbiamo udito, e sappiamo che questi è veramente il profeta che deve venire, il salvatore del mondo. Allora tutti levavano lode al Dio di Israele. Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo diventare re , si ritirò sulla montagna, tutto solo, e là pregava.

Gesù respinto dalla gente di Nàzaret

Gesù tornò nella sua città accompagnato dai discepoli, a Nàzaret, il villaggio nel quale era cresciuto. Era sabato, il giorno del riposo. Come al solito Gesù entrò nella Sinagoga e si alzò per fare la lettura della Torà. Gli diedero il rotolo del profeta Isaia ed egli, aprendolo, trovò questa profezia:

“Il Signore ha mandato il suo Spirito su di me.

Egli mi ha consacrato per

annunciare la buona novella ai

poveri, per proclamare ai prigionieri

la liberazione e il dono della vista ai

ciechi, per liberare gli oppressi, per

annunciare il tempo nel quale il

Signore sarà favorevole”.

Quando ebbe finito di leggere, Gesù arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella Sinagoga stavano fissi sopra di lui, ed allora egli cominciò a dire: «Oggi per voi che mi ascoltate si realizza questa profezia».

I suoi compaesani, ascoltandolo, gli rendevano testimonianza ed erano molto meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, ma si chiedevano: – Dove ha imparato tutte queste cose? Chi gli ha dato tutta questa sapienza e il potere di fare miracoli? Non è il figlio del falegname? Non è Maria sua madre? I suoi fratelli non sono forse Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda ? E le sue sorelle non vivono qui, in mezzo a noi?

Per questo Gesù fu per loro occasione di caduta! Infatti all’udire queste cose, tutti i presenti nella Sinagoga si adirarono e, pieni di sdegno, alzatisi, lo cacciarono fuori dalla città. Lo trascinarono fino in cima al monte sul quale la loro città era situata, per farlo precipitare giù.

Ma Gesù, passando in mezzo a loro, se ne andò esclamando: «Un profeta non è apprezzato dai suoi compaesani, egli è disprezzato soprattutto nella sua patria, tra i suoi parenti e nella sua famiglia». Così in quell’ambiente, a causa della loro incredulità, non fece molti miracoli. E si meravigliò che quella gente non avesse fede.

La Buona Novella

Il discorso della montagna

Avvenne poi in quei giorni che Gesù salì sulla montagna a pregare. Passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli, quelli che egli volle, ed essi andarono da lui. Ne scelse dodici e diede loro il nome di Apostoli.

Li scelse perché stessero con lui, per mandarli a predicare, e perché avessero il potere di scacciare i demòni. I nomi dei dodici apostoli sono questi: innanzi tutto Simone, detto Pietro, e suo fratello Andrea; Giacomo e Giovanni figli di Zebedeo; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo, l’agente delle tasse; Giacomo figlio di Alfeo e Taddeo; Simone il cananeo, che era del partito degli Zeloti, e Giuda l’Iscariota, che poi fu il traditore di Gesù.

Gesù, disceso dal monte, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli, e per di più c’era una gran folla di gente venuta da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dalla zona costiera di Tiro e di Sidone: erano venuti per ascoltarlo e per farsi guarire dalle loro malattie. Messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli, ed egli alzati gli occhi verso di loro, cominciò a istruirli con queste parole:

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.

Le beatitudini

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nella tristezza: Dio li consolerà.

Beati quelli che non sono violenti: Dio darà loro la terra promessa.

Beati quelli che desiderano ardentemente quello che Dio vuole: Dio esaudirà i loro desideri.

Beati i misericordiosi: sarà usata loro misericordia.

Beati quelli che sono puri di cuore: essi vedranno Dio.

Beati quelli che costruiscono la pace: Dio li accoglierà come suoi figli.

Beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di falsità e calunnie contro di voi perché avete creduto in me. »

Quando vi accadranno queste cose rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché Dio vi ha preparato in cielo una grande ricompensa: infatti, prima di voi, anche i profeti furono perseguitati dai padri di questa gente.

Le maledizioni

«Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.

Guai a voi che ora siete sazi, perché un giorno avrete fame.

Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.

Guai a voi quando tutti gli uomini parleranno bene di voi.

Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti ».

Compimento della Legge di Mosè

«Dio ha dato la sua Legge per mezzo di Mosè. E non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mosè e l’insegnamento dei profeti, ma per compierla in modo perfetto, perché vi assicuro che fino a quando ci saranno il cielo e la terra, neppure una sola lettera o un segno, nemmeno la più piccola parola, anzi nemmeno una virgola, sarà cancellata dalla legge di Dio: Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno! Perciò, chi di voi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche il più piccolo dei comandamenti, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato il più piccolo nel regno dei cieli. Chi invece mette in pratica tutti i comandamenti e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se non fate la volontà di Dio, secondo una giustizia superiore a quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli».

Allora la gente domandò a Gesù: – Quali sono le opere che Dio vuole da noi? Siamo pronti a farle! Gesù rispose: «Un’opera sola Dio vuole da voi, questa: che crediate in colui che Dio ha mandato». «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati, stanchi e oppressi da gravi pesi, accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e così voi troverete ristoro e pace per le vostre anime. Perché quel che vi domando è per il vostro bene, quel che vi do da portare è un peso leggero».

Il perdono

«Sapete che sta scritto: Occhio per occhio, dente per dente, amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico». Ma io vi dico: «Non vendicatevi contro chi vi fa del male. Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, perché chiunque si adira con il proprio fratello sarà sottoposto a giudizio». Ma a voi che ascoltate, io dico: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, pregate per quelli che vi perseguitano e vi diffamano perché, così facendo, diventerete veri figli del Padre vostro celeste. Se un tuo fratello commette una colpa contro di te o ti fa del male, va’ da lui, mostragli il suo errore, ammoniscilo, ma senza farlo sentire ad altri. Se ti ascolta e poi si pente di quel che ha fatto, tu perdonalo!

E se anche ti fa del male sette volte al giorno, e sette volte al giorno torna da te, e ti dice: “Mi pento”, tu gli perdonerai, non dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette! Se ti ascolterà avrai recuperato tuo fratello, perché tu sappia che il regno dei cieli è così. Quindi, perdonate di cuore al vostro fratello e Dio vi perdonerà, perché, se voi perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è in cielo perdonerà anche a voi. Ma se non perdonerete agli altri il male che hanno fatto, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

L’amore

Se voi amate soltanto quelli che vi amano, quale riconoscenza ne avrete da Dio? Anche i peccatori che non pensano a Dio fanno lo stesso. E se voi fate del bene soltanto a quelli che vi fanno del bene, Dio come potrà essere contento di voi?

Anche quelli che non pensano a Dio, i peccatori, fanno lo stesso. E se salutate solamente i vostri amici, fate qualcosa di meglio degli altri? Non fanno lo stesso anche i pagani, quelli che non conoscono Dio? E se voi prestate denaro soltanto a coloro dai quali sperate di riaverne che merito ne avrete? Come potrà Dio essere contento di voi? Anche quelli che non pensano a Dio, i peccatori, concedono prestiti ai loro amici peccatori per riceverne altrettanto! Invece non voltate le spalle a chi vi chiede un prestito, fate del bene e prestate ma senza sperare di riceverne in cambio. Se quindi qualcuno ti chiede qualcosa, dagliela, se qualcuno ti prende ciò che ti appartiene, tu lasciaglielo.

Siate dunque anche voi pieni di bontà e misericordiosi così come Dio, vostro Padre, che è benevolo e misericordioso anche verso gli ingrati e i malvagi: solo allora la vostra ricompensa sarà grande e sarete veramente figli dell’Altissimo».

Donare agli altri

«Quando Dio vi darà i suoi doni, userà la misura che usate voi, con la stessa misura con cui voi trattate gli altri, Dio tratterà voi, anzi vi sarà dato anche di più. Vi dico infatti, a chiunque ha sarà dato; chi ha molto riceverà ancor di più e sarà nell’abbondanza, ma a chi ha poco sarà tolto anche quel poco che ha. In effetti, chi ha ricevuto molto dovrà rendere conto di molto, perché quanto più ciascuno ha ricevuto, tanto più gli sarà richiesto».

Non giudicare

I maestri della Legge e i farisei portarono davanti a Gesù una donna sorpresa in flagrante adulterio per essere condannata alla lapidazione secondo la Legge di Mosè. Parlavano così per metterlo alla prova: infatti, volevano avere pretesti per accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.

Udite queste parole, quelli se ne andarono uno dopo l’altro, cominciando dai più anziani. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo, e alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: – Nessuno, Signore. E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno. Va’, ma d’ora in poi non peccare più!».

In verità, in verità vi dico: «Non erigetevi a giudici e Dio non vi giudicherà, non condannate gli altri e Dio non vi condannerà, perdonate e vi sarà perdonato. Infatti Dio vi giudicherà, e sarete misurati con lo stesso criterio e con la stessa misura con la quale voi trattate gli altri. Perché stai a guardare la pagliuzza che è nell’occhio di un tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio, allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello».

Il regno di Dio attraverso Gesù

«In verità, in verità vi dico che non è facile entrare nel regno di Dio ! Perché molti sono chiamati, ma pochi vi sono ammessi». Gesù aggiunse: «Io sono la porta: chi entra attraverso me sarà salvo. Potrà entrare e uscire, e trovare di che nutrirsi. La Legge di Mosè e gli scritti dei profeti arrivarono fino al tempo di Giovanni il Battista.

Da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi». Gesù disse: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Perché tanto larga è la porta e tanto spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!».

Prendere la Croce

«Se qualcuno vuol venire dietro a me, smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi mi segue senza portare la sua croce non può essere mio discepolo. E se qualcuno viene con me, se non ama me più del padre e della madre, della moglie e dei figli, dei fratelli e delle sorelle, anzi, se non mi ama più di se stesso, non può essere mio discepolo.

Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è mio fratello, mia sorella e mia madre. E chi pensa soltanto a salvare la propria vita la perderà; chi invece è pronto a sacrificare la propria vita in questo mondo, per me e per il Vangelo, la salverà e la conserverà per la vita eterna». Gesù così concluse: «Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie insieme con me disperde il raccolto».

Gesù è il buon pastore

«Io sono come il buon pastore pronto a dare la vita non solo per le sue pecore, ma anche per le altre pecore che non sono di quest’ovile: anche di quelle devo diventare pastore. Invece chi fa il guardiano solo per mestiere, non è pastore. Quando vede venire il lupo lascia le pecore e scappa, perché le pecore non sono sue; così il lupo le rapisce e le disperde.

Questo accade perché il guardiano lavora solo per denaro e non gli importa delle pecore». «Io sono il buon pastore: io conosco le mie pecore ed esse conoscono me. Ascolteranno la mia voce, mi seguiranno e diventeranno un unico gregge con un solo pastore.

Esse non andranno mai perdute perché io do loro la vita eterna, e per questo, nessuno può strapparle dalla mia mano».

Liberazione degli uomini dal peccato

Gesù disse: «Io non sono venuto nel mondo a chiamare quelli che si credono giusti, ma quelli che si sentono peccatori, perché cambino vita e si convertano. Infatti non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Vi assicuro che in cielo ci sarà più gioia per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

Dio non ha mandato il Figlio per giudicare e condannare il mondo, ma perché sia salvato per mezzo di lui: Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia, per mezzo di lui, la vita eterna. Ora il Figlio dell’uomo è venuto proprio a cercare e a salvare, quelli che erano perduti, dando la propria vita in riscatto per la liberazione degli uomini dal peccato».

La casa sulla roccia

«Credete, abbiate fede in colui che Dio ha mandato e sarete salvati. Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!». Ma attenzione: «Non basta dirmi: “Signore, Signore” per entrare nel regno dei cieli. Vi entrerà soltanto colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli comportandosi da servitore di Dio per tutto quello che gli è stato ordinato di fare. Senza attendere ricompensa alcuna, voi direte: Siamo poveri servi, abbiamo fatto quanto dovevamo fare». In verità, in verità vi dico: «Chi ascolta la mia parola e crede nel Padre mio che mi ha mandato ha la vita eterna. Costui non va incontro al giudizio, ma è già passato dalla morte alla vita. Infatti le parole che vi ho dette sono spirito e vita, perché vengono dallo Spirito di Dio. Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.

È venuta la pioggia, i fiumi sono straripati, i venti hanno soffiato con violenza contro quella casa, ma essa non è crollata, perché le sue fondamenta erano sulla roccia: sono coloro che ascoltano la parola di Dio, l’accolgono e con la loro perseveranza la fanno fruttificare molto, trenta, sessanta, cento volte di più. Al contrario, chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica somiglia a quell’uomo che si è messo a costruire una casa direttamente sul terreno senza fare le fondamenta. Quando le acque del fiume hanno investito quella casa è crollata subito; e la rovina di quella casa fu grande».

Il pane che dà la vita

In verità, in verità vi dico: «Chi crede in me ha la vita eterna. Il Padre mio vi darà il pane dal cielo, quello vero. E non è Mosè che vi ha dato il pane venuto dal cielo. Infatti, il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo. Si! Io sono il pane che dà la vita, il pane, quello vivo, venuto dal cielo: se uno mangia di questo pane vivrà in eterno, e il pane che io gli darò è la mia carne data perché il mondo abbia la vita». In verità, in verità vi dico: «Bisogna che vi mettiate ad operare non per ottenere un alimento che si consuma e si guasta, ma per un alimento che dura e conduce alla vita eterna. Ve lo darà il Figlio dell’uomo, perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo segno d’approvazione». In verità, in verità vi dico: «Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui, avrà la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Se uno ha sete si avvicini a me, e chi ha fede in me beva!». «Beato chi prenderà parte al banchetto nel regno di Dio!».

I due comandamenti più importanti

«Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama; se uno mi ama, osserverà la mia parola. E chi mi ama sarà amato dal Padre mio, anch’io l’amerò e mi manifesterò a lui. Egli rimarrà nel mio amore e io verrò da lui con il Padre mio e prenderemo dimora presso di lui. Ma se vuoi entrare nella vita eterna osserva i comandamenti: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre.

A questi, bisogna aggiungere altri due comandamenti da cui dipende tutta la Legge di Mosè e tutto l’insegnamento dei profeti: Il primo di tutti i comandamenti, il comandamento più grande e più importante, è questo: Il Signore Dio nostro è l’unico Signore, amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Ma il secondo, ugualmente importante, è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso, il che vuol dire di fare agli altri quel che volete che essi facciano a voi. Non c’è nessun altro comandamento più importante di questi due: così comanda la Legge di Mosè e così hanno insegnato i profeti».

Chi è il più grande

Giunsero intanto a Cafàrnao. Quando Gesù fu in casa domandò ai discepoli: «Di che cosa stavate discutendo per strada?». Ma essi non rispondevano. Per strada infatti avevano avuto una discussione per sapere chi di loro era il più importante.

Allora Gesù, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «I re delle nazioni pensano d’essere sovrani perché hanno il potere sui loro popoli: comandano come duri padroni, fanno sentire con la forza il peso della loro autorità e poi si fanno chiamare benefattori del popolo. Altri presumono d’essere giusti, ma disprezzano gli altri. Per voi però non sia così! Anzi, chi tra voi è il più importante diventi come il più piccolo; chi comanda diventi come quello che serve. Se uno tra voi vuole essere grande nel regno dei cieli metta in pratica i comandamenti e li insegni ad altri uomini, e se vuole essere il primo, deve essere l’ultimo di tutti, anzi, si faccia servitore di tutti. Infatti, chi è il più piccolo tra tutti voi, quello è il più importante! E non fatevi chiamare “maestro”, perché voi siete tutti fratelli, e uno solo è il vostro Maestro. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è in cielo. E non fatevi chiamare “capo”, perché uno solo è il vostro Capo, il Messia».

Gli ultimi saranno i primi

Osservando poi come gli invitati sceglievano volentieri i primi posti, per loro raccontò questa parabola : «Quando sei invitato a nozze, non occupare i primi posti, perché potrebbe esserci un invitato più importante di te: in questo caso lo sposo sarà costretto a venire da te e dirti: “Cedigli il posto”. Allora tu, pieno di vergogna, dovrai prendere l’ultimo posto. Invece quando sei invitato a nozze, va’ a sederti all’ultimo posto. Quando arriverà lo sposo, ti dirà: “Vieni amico ! Prendi un posto migliore”. E questo sarà per te motivo d’onore di fronte a tutti gli invitati. Ma secondo voi, chi è più importante: chi siede a tavola, oppure chi sta a servire? Quello che siede a tavola, non vi pare? Eppure io sto in mezzo a voi come un servo , perché anche il Figlio dell’uomo è venuto non per farsi servire, ma per servire. In mezzo a voi, dunque, il più grande deve essere il servitore degli altri.

Chi vorrà farsi grande, Dio lo abbasserà; chi resterà umile Dio lo innalzerà. E molti di quelli che ora sono primi alla fine diventeranno ultimi; e molti di quelli che ora sono ultimi saranno primi».

I figli di Zebedeo

In un’altra occasione gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni , i figli di Zebedeo, e gli dissero: – Maestro, noi vorremmo che tu facessi per noi quel che stiamo per chiederti. E Gesù domandò: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Essi risposero: – Quando sarai un re glorioso, concedici di sedere nel regno della tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra. Gesù rispose: «Voi non sapete quel che chiedete! Sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo, perché quei posti sono per coloro ai quali Dio li ha preparati». Gli altri dieci discepoli avevano sentito tutto e si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.

Il più grande nel Regno dei Cieli

Ma in quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli domandarono: – Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?

Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. Si! Dio darà il suo regno a quelli che sono come loro: chi si farà piccolo come questo bambino, quello sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me, e chi accoglie me accoglie il Padre che mi ha mandato. Ma se qualcuno farà perdere la fede ad una di queste persone semplici che credono in me, sarebbe più conveniente per lui che lo buttassero in fondo al mare, con una grossa pietra legata al collo. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ce ne saranno sempre, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! Quindi, guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli che credono in me, perché vi dico che i loro angeli nel cielo, che si trovano sempre alla presenza del Padre mio, vegliano su di loro continuamente. Allo stesso modo, il Padre vostro che è in cielo vuole che neanche uno solo di questi piccoli vada perduto».

Poi prese i bambini tra le braccia e li benediceva ponendo le mani sopra di loro.

Il Padre Nostro

Gesù insegnava ai suoi discepoli che bisogna pregare sempre, senza stancarsi mai. Voi dunque, pregate così:

«Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome;

venga il tuo regno;

sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,

e perdonaci i nostri peccati,

perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,

e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal Maligno».

«E quando pregate, non fate come gli ipocriti che si mettono a pregare stando ritti nelle Sinagoghe o agli angoli delle piazze per farsi vedere dalla gente. Vi assicuro che questa è l’unica loro ricompensa. Pregando poi, non sprecate tante parole come fanno i pagani, i quali credono che a forza di parlare Dio finirà per ascoltarli. Tu invece, quando preghi, entra in camera tua e chiudi la porta. Poi, prega Dio, presente anche in quel luogo nascosto. E Dio, tuo Padre , che conosce anche il numero dei capelli del tuo capo e vede anche ciò che è nascosto, sa di quali cose hai bisogno, ancor prima che tu glielo chieda».

Chiedete e vi sarà dato

Ebbene io vi dico: «Chiedete e vi sarà dato! Cercate e troverete! Bussate e la porta vi sarà aperta! Perché quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? Oppure chi di voi darebbe una pietra al figlio se gli chiede un pane? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, a maggior ragione, volete che il Padre vostro che è nei cieli non darà cose buone a quelli che gliele chiedono e non faccia giustizia ai suoi figli che lo invocano giorno e notte? Magari tarderà ad aiutarli, ma vi assicuro che Dio farà loro giustizia, e molto presto! Abbiate fede in Dio e non dubitate!

Io vi assicuro che uno potrebbe anche dire a questa montagna: spostati da qui a là, ed essa si sposterà! Se nel suo cuore egli non ha dubbi, ma crede che accadrà quel che dice, state certi che ciò gli sarà accordato. Niente vi sarà impossibile: tutto è possibile per chi crede con fede! E ancora vi assicuro che se due di voi, in terra, si accorderanno su qualunque cosa che vorranno domandare, e chiederanno aiuto nella preghiera, sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli: perché, dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì io sono in mezzo a loro».

Perciò in verità vi dico: «Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete». Ma attento: «Se stai portando la tua offerta all’altare di Dio e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello. Poi torna ad offrire il tuo dono. Quindi, quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate: perché anche Dio vostro Padre che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati».

Il digiuno

«Quando fate un digiuno non assumete aria malinconica come gli ipocriti che sfigurano le loro facce perché tutti vedano che stanno digiunando. Tu invece, quando digiuni, lavati la faccia e profumati i capelli perché la gente non si accorga che tu stai digiunando. E Dio tuo Padre, che vede anche ciò che è nascosto, ti darà la tua ricompensa alla fine, quando i giusti risorgeranno».

L’ipocrisia

«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini; al contrario chiama i poveri, gli storpi, gli zoppi e i ciechi. Allora avrai motivo di rallegrarti, perché questi non hanno la possibilità di ricambiarti l’invito. Tu, in questo modo, hai già ricevuto la tua ricompensa. Poi, la tua offerta sarà più grande di quella di tutti gli altri, se quello che hai offerto come dono non rappresenta quello che avevi d’avanzo. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra. Guardatevi dal praticare il bene in pubblico, come fanno gli ipocriti nelle Sinagoghe e per le strade, per il desiderio di essere ammirati e lodati dagli uomini. Altrimenti non avrete nessuna ricompensa dal Padre vostro che è nei cieli. Invece, quando aiuti qualcuno, non suonare la tromba davanti a te, non farlo sapere a nessuno, neanche ai tuoi amici, perché la tua elemosina resti segreta, e Dio, tuo Padre, che vede nel segreto, ti ricompenserà in modo manifesto».

Preoccupazione per il domani

«Non datevi troppo pensiero per la vostra vita, e non preoccupatevi troppo del mangiare e del bere che vi servono per vivere, o dei vestiti che vi servono per coprirvi. La vita infatti è più importante del cibo e il corpo è più importante del vestito. Perciò, non state sempre con l’animo in ansia nel cercare che cosa mangerete o che cosa berrete. Invece cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e fatevi trascinare dalla sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più. Perciò, non preoccupatevi troppo per il domani: ci pensa lui. Perché il domani porterà altre inquietudini.

E chi di voi con tutte le sue preoccupazioni, e per quanto si affanni, potrà aggiungere un’ora sola alla sua vita in più di quel che è stabilito? Di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo, quelli che non conoscono Dio, i pagani. Il Padre vostro che è in cielo, sa che avete bisogno di tutte queste cose». In verità, in verità vi dico: «Chi ama la propria vita la perderà, chi è pronto a perdere la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna».

Due padroni

«Voi non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché tutto quello che uno ha gli è dato da Dio. Ebbene, io vi dico, ci sono cose che gli uomini considerano molto, mentre Dio le considera senza valore. Ogni disonesta ricchezza puzza d’ingiustizia: voi usatela per farvi degli amici; così, quando non avrete più ricchezze, i vostri amici vi accoglieranno presso le dimore eterne». In verità, in verità vi dico: «Nessun servitore può servire due padroni: perché, o amerà l’uno e odierà l’altro; oppure preferirà il primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire Dio e il denaro. Preoccupatevi, invece, di arricchirvi davanti a Dio, perché le preoccupazioni di questo mondo che sopraggiungono, i piaceri della ricchezza e tante altre bramosie, esaltate fra gli uomini ma detestabili davanti a Dio, soffocano la parola di Dio, e questa rimane senza frutto. Procuratevi ricchezze che non si consumano, un tesoro sicuro in cielo, là dove i tarli e la ruggine non lo distruggono e i ladri non vanno a rubare: perché, dove sono le vostre ricchezze e il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

Badate di tenervi lontani dall’ansia di ogni cupidigia e non accumulate ricchezze solo per voi stessi perché, anche se uno è nell’abbondanza, la vita di un uomo non è garantita dai suoi beni, e anche se riesce a guadagnare anche il mondo intero, ma poi perde la sua vita o rovina se stesso, che vantaggio ne ricava? Che gli giova, infatti, guadagnare il mondo intero, se perde poi la propria anima ? E che cosa potrebbe mai dare un uomo per riavere in cambio la propria vita e la propria anima? Quindi, perché vi affannate?».

Il ricco e il giovane ricco

Poi raccontò loro questa parabola : «Un ricco aveva dei terreni che gli davano abbondanti raccolti. Tra sé e sé disse: – Ora che non ho più posto dove mettere i nuovi raccolti, demolirò i vecchi magazzini e ne costruirò altri più grandi. Così potrò metterci tutto il mio grano e i miei beni. Poi finalmente potrò dire a me stesso: “Bene! Ora hai a disposizione molti beni per molti anni. Riposati, mangia, bevi e divertiti”. Ma Dio gli disse: “Stolto! Proprio questa notte dovrai morire, e a chi andranno le ricchezze che hai accumulato?”.

Ed ecco un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: – Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna? Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». E quello rispose: – Maestro, fin da giovane io ho sempre ubbidito a tutti questi comandamenti: che cosa mi manca ancora? Gesù lo guardò con amore e gli disse: «Una cosa sola ti manca se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Udito questo, il giovane si trovò a disagio e se ne andò via triste, poiché aveva molti beni.

Gesù, guardando i discepoli che stavano attorno a lui, disse: «Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. È più facile che una gómena passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli».

I farisei stavano ad ascoltare tutto quel che Gesù diceva. Essi erano molto attaccati al denaro e perciò ridevano delle sue parole, mentre i discepoli, sbigottiti, si meravigliarono che Gesù dicesse queste cose, e cominciarono a domandarsi l’un l’altro: – E chi mai allora potrà salvarsi? E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma per Dio no! Infatti, tutto è possibile a Dio».

Pietro allora gli disse: – E noi? Noi abbiamo lasciato tutto per venire con te, che cosa dobbiamo aspettarci? Gesù rispose: «Io vi assicuro che nel nuovo mondo, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi che mi avete seguito su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. E tutti quelli che hanno abbandonato casa, fratelli, sorelle, madre, padre, figli, campi per me e per il messaggio del Vangelo, riceveranno già in questa vita cento volte di più, e nel mondo che verrà la vita eterna».

Marta e Maria

Mentre era in cammino con i suoi discepoli Gesù entrò in un villaggio e una donna di nome Marta lo accolse nella sua casa. Marta si mise subito a preparare per loro, ed era molto affaccendata. Sua sorella invece, che si chiamava Maria, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Allora Marta si fece avanti e disse: – Signore, non vedi che mia sorella mi ha lasciato da sola a servire? Dille dunque di aiutarmi! Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta da nessuno».

Non temete gli uomini di questo mondo

«Dunque, non abbiate paura degli uomini, quelli che appartengono a questo mondo, anche se nei loro rapporti con gli altri, sono più astuti dei figli della luce. E soprattutto non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, togliendovi la vita, ma dopo non possono fare niente di più, perché essi non hanno potere di uccidere l’anima. Vi dirò io chi dovete temere! Temete piuttosto Dio, il quale, dopo la morte, ha il potere di far perire sia il corpo sia l’anima, gettandoli nell’inferno. Ve lo ripeto: è lui che dovete temere! E se uno si vergognerà di me e delle mie parole di fronte a questa gente infedele e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando ritornerà, nella gloria del Padre suo, insieme con i suoi angeli santi.

Invece, parlate apertamente con rettitudine e senza timore: siate sempre sinceri, date all’imperatore Cesare quello che è di Cesare, ma quello che è di Dio datelo a Dio! E non preoccupatevi di quel che pensa la gente, non guardate in faccia a nessuno e insegnate veramente la volontà di Dio.

Non giurate mai né per il cielo, né per la terra; non giurate nemmeno sulla vostra testa, perché non avete neppure il potere di far diventare bianco o nero uno dei vostri capelli. Semplicemente il vostro parlare sia “sì” quando è “sì” e “no” quando è “no”, tutto il resto viene dal maligno. Perché non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, nulla di segreto che non sarà conosciuto.

Quanto a voi, Dio conosce anche il numero dei vostri capelli. Pertanto ciò che avrete detto nel buio sarà udito alla luce del giorno, e quel che avrete detto sottovoce all’interno della casa sarà proclamato dai tetti. Ma attenti a chi si fa avanti e parla da se stesso con presunzione in cerca della propria gloria. Invece solo chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato dice la verità e non cerca di ingannare».

Gesù così concluse: «Tutti quelli che pubblicamente riconosceranno davanti agli uomini, di essere miei discepoli, anch’io li riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma quelli che pubblicamente mi rinnegheranno davanti agli uomini, dicendo di non essere miei discepoli, anch’io li rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

I frutti buoni e i frutti cattivi

«Se prendete un albero buono, anche i suoi frutti saranno buoni; se prendete un albero cattivo, anche i suoi frutti saranno cattivi. La qualità di un albero la si riconosce dal suo frutto: difatti non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. E così voi, come potete dire cose buone se siete cattivi? Ciascuno infatti esprime con la bocca quel che ha nel cuore: l’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive e i pensieri cattivi che portano al male».

Il male esce dall’uomo

«In verità, in verità vi dico. È ciò che esce dall’uomo che lo rende impuro perché non c’è niente di ciò che entra nell’uomo dall’esterno che, entrando in lui, possa contaminarlo, perché non entra nel suo cuore ma nello stomaco e quindi va a finire in una fogna». Poi disse ancora: «Piuttosto, è ciò che esce dall’uomo che può renderlo impuro. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: le prostituzioni, i furti, gli assassini, i tradimenti fra marito e moglie, la voglia di avere le cose degli altri, le malvagità, gli inganni, le oscenità, l’invidia, la maldicenza, la superbia, la stoltezza.

Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro dell’uomo, e lo fanno diventare impuro e contaminato. Ma vi assicuro che nel giorno del giudizio tutti gli uomini dovranno rendere conto d’ogni parola inutile e infondata che hanno detto: poiché in base alle vostre parole sarete giustificati o condannati».

Il fuoco e la spada

«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra: Infatti io non sono venuto a portare la pace, ma la discordia e la divisione. Sono venuto a portare il fuoco e una spada per separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera. Perché chi ama suo padre o sua madre più di quanto ama me, non è degno di me; chi ama suo figlio o sua figlia più di me, non è degno di me. E questo è il motivo della loro condanna: la luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perseverando nelle loro opere malvagie, anzi odiando la luce affinché non siano svelate le mie opere a tutti.

Vi assicuro che se non cambierete vita, e se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. Invece chi ubbidisce alla verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le mie opere sono compiute con l’aiuto di Dio. Io sono venuto in questo mondo per mettere gli uomini di fronte ad un giudizio: perché così quelli che non vedono vedranno, e quelli che vedono diventeranno ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli domandarono: – Per caso, siamo forse ciechi anche noi? Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste colpa, ora invece dite: “Noi vediamo”.

Così il vostro peccato rimane. Difatti gli occhi sono come lampada per il corpo: se i tuoi occhi sono sani, anche il tuo corpo è totalmente nella luce; ma se il tuo occhio è malato anche il tuo corpo è totalmente nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà quella tenebra! Se dunque voi siete totalmente nella luce, senza alcuna parte nelle tenebre, allora tutto sarà splendente, come quando una lampada vi illumina con il suo splendore».

Missione di Gesù e degli Apostoli

Il sale, la luce del mondo

Gesù chiamati a sé i suoi dodici discepoli diede loro il potere di scacciare gli spiriti maligni e di guarire ogni sorta di malattie e di sofferenze. Poi Gesù si voltò verso i discepoli, li prese in disparte e disse loro: «Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi, vi ho strappati al potere del mondo e vi ho costituiti perché andiate e portiate molto frutto, un frutto duraturo. Ma come il tralcio non può dar frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure voi potete dar frutto se non rimanete uniti a me: io sono la vite, voi siete i tralci. Se uno rimane unito a me e io a lui, se le mie parole sono radicate in voi e se metterete in pratica i miei comandamenti, allora sarete radicati nel mio amore e produrrete molto frutto. Allo stesso modo io ho osservato i comandamenti del Padre mio e sono radicato nel suo amore.

Ora io dispongo per voi e vi faccio eredi di quel regno che Dio, mio Padre, ha dato a me: Siete voi il sale del mondo! Abbiate sale in voi stessi: il sale è una cosa utile, perché rende i cibi gustosi, ma se diventasse senza sapore non servirebbe più a niente, neppure come concime per i campi: non resterebbe che buttarlo via. Perciò conservate e rendete gustoso il mondo degli uomini nella sua alleanza con Dio.

Siete voi la luce del mondo che deve risplendere davanti agli uomini, perché vedano il bene che voi fate e ringrazino il Padre vostro che è nei cieli. Infatti nessuno accende una lampada per poi nasconderla, ma piuttosto per metterla in alto, sopra il lucerniere, perché faccia luce a chi entra in casa e a tutti quelli che sono nella casa. Così, tutto quello che ora è nascosto sarà portato alla luce, tutto ciò che è segreto sarà conosciuto e diventerà chiaro. Beati voi che potete vedere queste cose, perché vi assicuro che molti profeti e molti re avrebbero voluto vedere quel che voi vedete ma non l’hanno visto. Molti avrebbero voluto udire quel che voi udite, ma non l’hanno udito. Voi, infatti, siete stati già purificati grazie alla parola che vi ho annunciato, anche se la parola che voi udite non viene da me ma dal Padre che mi ha mandato».

Ecco, io vi dico: «Alzate gli occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Ebbene, ora si realizza il detto: uno semina e uno miete. Ma voi non avete faticato a seminare, eppure vi mando a raccogliere. Altri hanno faticato prima di voi, e voi ora siete venuti a raccogliere i frutti della loro fatica. Considerate che la messe da raccogliere è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone del campo che mandi operai a raccogliere la sua messe».

La missione dei 12 Apostoli

Pronunciate queste parole Gesù mandò questi Dodici in missione, a due a due, dopo aver dato queste istruzioni: «Andate, e strada facendo predicate che il regno dei cieli è vicino. Ma non andate fra i pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, andate invece fra la gente smarrita del popolo d’Israele. Guarite i malati, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, scacciate i demòni. Come avete ricevuto gratuitamente, così date gratuitamente. E anche se vedete un uomo che non è uno dei nostri che scaccia i demòni usando il mio nome, lasciatelo fare, perché non c’è nessuno che possa fare un miracolo in nome mio e subito dopo possa parlare male di me. Ricordate in ogni caso: chi non è con me, è contro di me, ma chi non è contro di voi, è per voi e chi non è contro di noi, è per noi. E siate in pace tra voi!».

Andate! Ma state in guardia. Ascoltate: «Io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe. Quando vi mettete in viaggio, prendete un bastone e niente altro: né borsa, né soldi in tasca, né un vestito di ricambio, né sandali, perché l’operaio ha diritto di ricevere il nutrimento che gli è necessario. E non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche degna persona adatta a ospitarvi, e rimanete lì fino alla vostra partenza.

Entrando in una casa dite: “La pace sia con voi!”. Se quelli che vi abitano vi accolgono bene, la pace che avete augurato venga su di loro, restate in quella casa, mangiate e bevete quel che vi daranno: chiunque vi darà da bere anche soltanto un bicchiere d’acqua nel mio nome e per il fatto che siete discepoli di Cristo, vi assicuro che riceverà la sua ricompensa. Guarite i malati che vi si trovano, sarà il Padre a concedervi tutto quel che chiederete nel nome mio, e dite loro: “Il regno di Dio ora è arrivato fino a voi!”.

Se la gente di un paese non vi accoglie e non vuole ascoltarvi, il vostro augurio di pace rimanga senza effetto. Allora uscite sulle piazze e dite: “Contro di voi scuotiamo anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, sappiate che però il regno di Dio è vicino”. Andatevene, sarà un gesto di rimprovero per loro». Io vi assicuro questo: «Chi accoglie uno che è mandato da me accoglie me, chi ascolta voi ascolta me, e chi accoglie me accoglie il Padre che mi ha mandato. Chi disprezza voi disprezza me, ma chi disprezza me disprezza il Padre che mi ha mandato».

Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per andare a predicare e ad insegnare nelle città di quella regione. Allora anche i discepoli partirono e passavano di villaggio in villaggio, annunciando dovunque il messaggio del Vangelo. Essi predicavano dicendo alla gente di cambiare vita e di convertirsi, scacciavano molti demòni e guarivano molti malati ungendoli con olio.

Il ritorno degli Apostoli

Gli apostoli tornarono da Gesù e gli riferirono, pieni di gioia, tutto quello che avevano fatto e insegnato, dicendo: – Signore, anche i demòni si sottomettono a noi quando invochiamo il tuo nome.

Ma Gesù disse loro: «Ho visto Satana precipitare dal cielo come un fulmine. Ecco, vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni, e sopra ogni potenza del mondo. Niente vi potrà fare del male. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi, ma piuttosto rallegratevi di più perché i vostri nomi sono iscritti nei cieli».

C’era molta gente che andava e veniva e che andava dietro a Gesù, perché vedevano i segni miracolosi che faceva guarendo i malati, tanto che non avevano neppure il tempo di mangiare. Allora Gesù disse: «Venite, voi soltanto. Andremo da soli in un posto isolato e vi riposerete un po’». Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Quando Gesù scese dalla barca e vide tutta quella folla l’accolse volentieri, parlava loro del regno di Dio e guariva quanti avevan bisogno di cure.

La moltiplicazione dei pani e dei pesci

Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: – Questo luogo è solitario ed è ormai tardi. Lascia andare la gente, in modo che possa comprarsi qualcosa da mangiare nelle campagne e nei villaggi qui attorno.

Ma Gesù disse loro: «Non hanno bisogno di andar via: dategli voi qualcosa da mangiare». Filippo rispose: – Duecento monete d’argento non basterebbero neppure per dare un pezzo di pane a tutti! Un altro discepolo, Andrea che era fratello di Simon Pietro, disse: – C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci arrostiti. Ma non è nulla per tanta gente! C’erano infatti circa cinquemila uomini.

Allora Gesù ordinò di far sedere tutta la gente, a gruppi, sull’erba verde. E quelli si misero seduti in ordine, a gruppi di cento e di cinquanta. Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, disse la preghiera di benedizione, poi cominciò a spezzare i pani e a darli ai discepoli perché li distribuissero. Anche i due pesci li fece distribuire a tutti.

Quando tutti ebbero mangiato e furono saziati, Gesù disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, sia dei pani sia dei pesci, perché nulla vada perduto». Essi li raccolsero e ne riempirono dodici ceste.

Gesù cammina sulle acque

Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.

La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E' un fantasma» e si misero a gridare dalla paura.

Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.

Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».

La tempesta sedata

In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!».

Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

La gente s’interroga sull’identità di Gesù

Intanto Erode, re della Galilea, venne a sapere che dappertutto si parlava di Gesù, e non sapeva che cosa pensare. Disse allora ai suoi servi: – Costui è Giovanni il Battista! Gli ho fatto tagliare la testa, ma ora è tornato dal mondo dei morti! Perciò ha il potere di fare i miracoli. E faceva di tutto per vedere Gesù.

Altri invece dicevano: – È il profeta Elia riapparso tra noi. Altri ancora: – È uno degli antichi profeti ritornato in vita. Attorno si radunava tanta folla che lui e i suoi discepoli non riuscivano più nemmeno a mangiare. Ma tra la folla nessuno però parlava apertamente a favore di lui perché avevano paura delle autorità giudaiche; solo a bassa voce, tutti parlavano di Gesù.

Alcuni dicevano: – È un uomo sincero; altri dicevano: – No, imbroglia la gente. Molti altri ancora dicevano: – È pazzo, non ragiona. Perché lo state ad ascoltare? Anche i suoi parenti, venendo a sapere queste cose, dicevano: – È uscito fuori di sé. Neppure loro, evidentemente, credevano in lui. Altri invece dicevano: – Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio dare la vista ai ciechi. Questi è davvero il profeta, questi è il Cristo! Così, la gente aveva idee diverse su Gesù.

Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme osservarono: – Quest’uomo parla in pubblico senza paura. Dev’essere quello che cercano di uccidere. Eppure nessuno gli dice niente! Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo, il Messia? Però, quando apparirà il Messia, nessuno saprà di dove viene; questo qui, invece, sappiamo dov’è nato: costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Conosciamo bene suo padre e sua madre.

Altri ancora replicavano: – Il Messia non può venire dalla Galilea! Come può dunque dire: – Sono disceso dal cielo? Sta scritto infatti dice che il Messia “verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme”, il villaggio dove nacque il re Davide. E nacque dunque dissenso nella folla a causa di lui. Anzi, alcuni addirittura avrebbero voluto arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Anche le guardie, che i farisei d’accordo con i capi dei sacerdoti avevano mandato per arrestare Gesù, tornarono dai sommi sacerdoti e dai farisei, e questi li rimproverarono dicendo: – Perché non avete portato qui Gesù? Le guardie risposero: – Nessun uomo ha mai parlato come lui, e poi la nostra Legge non ci permette di condannare un uomo senza prima ascoltare da lui che cosa ha fatto. Ma i farisei replicarono loro: – Forse vi siete lasciati incantare anche voi? Nessuno fra le autorità o tra i farisei si fida di lui, solo questa maledetta gente del popolo, che non conosce la Legge. Studiate le Scritture e vedrete che nessun profeta può venire dalla Galilea!

Ma una volta, mentre insegnava nel Tempio, molti farisei si erano riuniti e Gesù fece loro questa domanda: «Ditemi, che ne pensate del Messia? Di chi dev’essere discendente?». Quelli risposero: – Sarà un discendente del re Davide. E Gesù continuò: «Com’è possibile? Come mai allora Davide stesso, guidato dallo Spirito di Dio, dice in un salmo che il Messia è il suo Signore. Egli ha scritto: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi. Dunque, se Davide stesso lo chiama Signore, come può il Messia essere un discendente di Davide?».

Nessuno era in grado di rispondergli, o di dire anche solo una parola. E a partire da quel giorno nessuno aveva più il coraggio di fare domande a Gesù.

I veri parenti di Gesù

Un giorno la madre e i fratelli di Gesù andarono a trovarlo; volevano parlare con lui, ma non potevano avvicinarlo perché era circondato dalla folla. Un tale disse a Gesù: – Qui fuori ci sono tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlare con te, e desiderano vederti. Gesù a chi gli parlava rispose: «Chi è mia madre? E chi sono i miei fratelli?». Poi si guardò attorno e, osservando la gente seduta in cerchio vicino a lui, con la mano indicò i suoi discepoli e disse: «Guarda: sono questi mia madre e i miei fratelli: perché se uno fa la volontà del Padre mio che è in cielo, egli è mio fratello, mia sorella e mia madre».

La donna samaritana

Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni - sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria.

Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua.

Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».

Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».

Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».

Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.

Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia: quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».

In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui.

Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro».

Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Gesù si rivela alla gente

Gesù mentre insegnava nel Tempio esclamò a voce alta: «Voi credete di conoscermi e di sapere da dove vengo. In realtà, non sono venuto da me stesso, né ho deciso io di venire, perché sono disceso dal cielo mandato da Dio. Nessuno è mai stato in cielo: soltanto il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo. Il Padre mi ha consacrato e mandato nel mondo non per fare quello che voglio io, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

Questa infatti è la volontà del Padre mio: chiunque riconosce il Figlio e crede in lui avrà la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Abbiate fede in me! Io conosco chi mi ha mandato, perché vengo da lui, e so che dice la verità ».


Parabole e Guarigioni

Gesù parla in parabole

Gesù parlava alla gente e annunciava il suo messaggio in modo che potessero capire. Infatti presentava il suo insegnamento servendosi di parabole. Non parlava mai senza parabole, poiché, sta scritto: “Guardano, ma non vedono, ascoltano, ma non capiscono”. Quando però si trovava solo con i suoi discepoli, spiegava loro ogni cosa.

I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola, ed egli disse: «A voi è stato dato da Dio di comprendere apertamente i misteri del suo regno, per gli altri, invece, tutto rimane sotto forma di parabola». In verità vi dico: «Molti profeti e molti uomini giusti avrebbero desiderato vedere quel che voi vedete, ma non l’hanno visto; molti avrebbero desiderato udire quel che voi udite, ma non l’hanno udito. Voi invece siete beati, perché i vostri occhi vedono e i vostri orecchi ascoltano».

In quello stesso istante Gesù, pieno di gioia, sotto l’azione dello Spirito Santo esultò e disse: «Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché tu hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Si, Padre, perché è così che tu hai disposto nella tua benevolenza».

La parabola del seminatore

Quel giorno, Gesù uscì di casa e andò a sedersi in riva al lago di Galilea. Attorno a lui si radunò una gran folla di persone, che accorrevano a lui da ogni città, tanto grande che egli salì su una barca e si sedette. La barca era in acqua e tutta la gente se ne stava sulla sponda del lago.

Gesù raccontò loro una parabola: «Ascoltate! Un contadino andò a seminare. Mentre seminava, una parte dei semi andò a cadere sulla strada: vennero gli uccelli e la mangiarono. Una parte andò a finire su un terreno dove c’erano molte pietre e poca terra: i semi germogliarono subito perché la terra non era profonda; ma il sole, quando si levò, bruciò le pianticelle ed esse seccarono, perché non avevano radici robuste. Un’altra parte cadde in mezzo alle spine: crescendo le spine soffocarono i germogli e non li lasciarono maturare. Alcuni semi infine caddero in un terreno buono; i semi germogliarono, crebbero e diedero frutto. Alcuni produssero trenta grani, altri sessanta, altri persino cento!».

«Ascoltate il significato della parabola del seminatore: il seme è la parola di Dio. Il contadino che semina è colui che diffonde la parola di Dio. I semi caduti sulla strada indicano quelle persone alle quali è annunciata la parola di Dio, ma quando l’ascoltano viene il maligno e ruba quel che è stato seminato nel suo cuore, e così impedisce loro di credere e di salvarsi. I semi caduti dove c’erano molte pietre rappresentano quelle persone che, quando ascoltano la parola, l’accolgono con entusiasmo ma non hanno radici e sono incostanti: credono per un certo tempo, ma quando si tratta di affrontare qualche prova, o appena incontrano difficoltà o persecuzione a causa della parola di Dio, abbandonano la fede. I semi caduti tra le spine indicano altre persone ancora che ascoltano la parola, ma poi, cammin facendo, si lasciano prendere dalle preoccupazioni materiali, dalle ricchezze, dai piaceri della vita e da tante altre passioni: tutto questo soffoca la parola di Dio, e così essa rimane senza frutto. Infine, i semi caduti nel buon terreno indicano quelli che ascoltano la parola, l’accettano con cuore buono e sincero, la custodiscono, sono perseveranti e la fanno fruttificare molto: trenta, sessanta e cento volte di più».

La parabola del granello di senape e del lievito

Poi Gesù raccontò un’altra parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare ad un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande di tutte le piante dell’orto: diventa un albero tanto grande che gli uccelli vengono a fare il nido tra i suoi rami». E ancora: «A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? Esso è simile ad un po’ di lievito che una donna ha preso e messo in una grande quantità di farina: ad un certo punto tutta la pasta è lievitata».

La parabola della zizzania

«Il regno dei cieli si può paragonare ad un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma una notte, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico a seminare zizzania, un’erba cattiva in mezzo al grano, e poi se ne andò. Quando il grano cominciò a spuntare e a formare le spighe, ecco apparve anche la zizzania.

I contadini allora dissero al padrone: – Signore, tu avevi fatto seminare del buon grano nel tuo campo. Da dove viene l’erba cattiva? Egli rispose: – È stato un nemico a far questo! I contadini gli domandarono: – Vuoi che andiamo a strapparla via? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che crescano insieme fino al giorno del raccolto. A quel momento io dirò ai mietitori: raccogliete prima l’erba cattiva e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece mettetelo nel mio granaio».

Poi Gesù si allontanò dalla folla e andò a casa. Allora i discepoli si avvicinarono a lui e gli dissero: – Spiegaci la parabola della zizzania cresciuta nel campo. Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono rappresenta quelli che appartengono al regno di Dio; la zizzania, l’erba cattiva, rappresenta i figli del maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo stesso. Il giorno del raccolto, la mietitura, rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi porteranno via dal suo regno tutti quelli che sono di ostacolo agli altri, e tutti gli operatori d’iniquità. Li getteranno nella grande fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Invece, i giusti, quel giorno saranno splendenti come il sole nel regno di Dio Padre».

La parabola del buon samaritano

Ad un maestro della Legge che, volendo mettere alla prova Gesù, gli aveva chiesto: – Chi è il mio prossimo? Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme verso Gèrico, quando incappò nei briganti che gli portarono via tutto: lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso passò di là un sacerdote e quando lo vide passò oltre dall’altra parte della strada, e proseguì. Anche un levita del Tempio passò per quella strada; lo vide, lo scansò e proseguì. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione.

Gli andò vicino, versò olio e vino sulle sue ferite e gliele fasciò. Poi lo caricò sul suo asino, lo portò a una locanda e fece tutto il possibile per aiutarlo. Il giorno dopo tirò fuori due monete d’argento e le diede all’albergatore dicendo: Abbi cura di lui, e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno».

A questo punto Gesù domandò: «Secondo te, chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo per quell’uomo che aveva incontrato i briganti?». Il maestro della Legge rispose: – Quello che ha avuto compassione di lui. Gesù allora gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».

La parabola della pecora smarrita

Si avvicinarono per ascoltare Gesù tutti i pubblicani, e altre persone di cattiva reputazione. Ma i farisei e i maestri della Legge lo criticavano dicendo: – Quest’uomo tratta bene i peccatori e mangia con loro.

Allora Gesù raccontò loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le altre novantanove al sicuro per andare a cercare quella che si è smarrita e la cerca finché non l’ha ritrovata? Quando la trova, se la mette sulle spalle pieno di gioia, e ritorna a casa sua. Poi chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora, quella che si era smarrita”. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione».

La parabola della dramma smarrita

«Se una donna possiede dieci dramme, e ne perde una, che cosa fa? Accende la luce, spazza bene la casa e si mette a cercare accuratamente la sua moneta finché non la trova. E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta”. Così, vi dico, c’è gran gioia davanti agli angeli di Dio anche per un solo peccatore che si converte».

La parabola del figliol prodigo

Gesù raccontò anche questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse a suo padre: – Padre, dammi la parte di eredità che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane vendette tutti i suoi beni e con i soldi ricavati se ne andò in un paese lontano e là sperperò tutti i suoi soldi abbandonandosi a una vita disordinata e vivendo da dissoluto.

Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli, non avendo più nulla, cominciò a trovarsi nel bisogno. Andò allora da uno degli abitanti di quel paese e si mise alle sue dipendenze. Costui lo mandò nei campi a fare il guardiano dei maiali. Era talmente affamato che avrebbe voluto sfamarsi con le carrube che mangiavano i maiali, ma nessuno gliene dava. Allora si mise a riflettere sulla sua condizione e disse: – Tutti i dipendenti di mio padre hanno cibo in abbondanza. Io, invece, sto qui a morire di fame. Ritornerò da mio padre e gli dirò: Padre ho peccato contro Dio e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.

Partì e ritornò da suo padre. Era ancora lontano dalla casa paterna, quando suo padre lo vide e, commosso, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Ma il figlio gli disse: – Padre, ho peccato contro Dio e contro di te. Non sono più degno di essere considerato tuo figlio. Ma il padre ordinò subito ai suoi servi: – Presto, andate a prendere il vestito più bello e fateglielo indossare, poi prendete il vitello, quello che abbiamo ingrassato, e ammazzatelo. Mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era perduto e ora l’ho ritrovato. E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore, intanto, si trovava nei campi. Al suo ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze. Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa stava succedendo. Il servo gli rispose: – È ritornato tuo fratello, e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello, quello che abbiamo ingrassato. Allora egli si sentì offeso e non voleva neppure entrare in casa.

Il padre allora uscì a pregarlo, per cercare di convincerlo ad entrare. Ma lui rispose a suo padre: – Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disubbidito ad un tuo comando. Eppure tu non mi hai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici. Adesso, invece, torna a casa questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute e per lui fai ammazzare il vitello grasso. Il padre gli rispose: – Figlio mio, tu stai sempre con me e tutto ciò che è mio è anche tuo. Ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era per me come morto e ora è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.

Il cieco di Gèrico

Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe ». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «E' lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so».

Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo».

Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!».

Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?».

Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta.

Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi».

Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».

I due ciechi

Mentre uscivano dalla città di Gèrico, una gran folla seguiva Gesù. Ed ecco che due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che passava, si misero a gridare: – Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi! La gente li sgridava per farli tacere, ma quelli gridavano ancora più forte: – Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi! Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Quelli risposero: – Signore, fa’ che i nostri occhi possano vedere! Gesù si commosse, toccò loro gli occhi e subito ricuperarono la vista e lo seguirono.

Il ragazzo invasato

Si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: – Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto. Quando ha una crisi spesso cade nel fuoco o nell’acqua. L’ho fatto vedere ai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo.

Gesù rispose: «Portatemi qui il ragazzo». Gesù allora minacciò il demonio: quello uscì dal ragazzo, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: – Perché noi non siamo stati capaci di scacciare quel demonio? Gesù rispose: «Per la vostra poca fede! Questa razza di demòni non si scaccia, se non con la preghiera e il digiuno, e solo con l’aiuto di Dio».

Guarigione di dieci lebbrosi

Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù entrò in un villaggio e gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce dicendo: – Gesù maestro, abbi pietà di noi! Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, appena si accorse di essere guarito, tornò indietro e lodava Dio con tutta la voce che aveva. Poi si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri dove sono? Perché non sono tornati indietro a ringraziare Dio? Nessuno lo ha fatto, eccetto quest’uomo che è straniero». Poi Gesù gli disse: «Alzati, e va’! La tua fede ti ha salvato!».

Il muto indemoniato

Portarono a Gesù un uomo, un muto indemoniato, che non poteva parlare a causa di uno spirito maligno. Quando Gesù scacciò questo spirito, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: – Non si è mai vista una cosa simile in Israele!

Guarigione di un sordomuto

Gli portarono un uomo che era sordomuto e lo pregarono di imporgli le mani sopra di lui. Allora Gesù lo prese da parte, lontano dalla folla, gli mise le dita negli orecchi, sputò e gli toccò la lingua con la saliva. Poi alzò gli occhi al cielo, fece un sospiro e disse a quell’uomo: «Effatà!», che significa: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.

Gesù ordinò di non dire niente a nessuno, ma più comandava di tacere, più la gente ne parlava pubblicamente. Tutti erano molto meravigliati e dicevano: – È straordinario! Fa sentire i sordi e fa parlare i muti! Era la potenza del Signore a fargli compiere guarigioni.

Guarigione dell'emorragica

Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.

Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».

Risurrezione della figlia di Giairo

Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse a Giairo capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. [Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».

Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

La peccatrice perdonata

Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.

A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi.

Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».

Guarigione di un lebbroso

Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi». E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii sanato». E subito la sua lebbra scomparve. Poi Gesù gli disse: «Guardati dal dirlo a qualcuno, ma và a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro».

Guarigione del servo del centurione

Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro; Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa».

All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande.

Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Và, e sia fatto secondo la tua fede». In quell'istante il servo guarì.

Ma i suoi non l’hanno accolto

I segni dei tempi

Poi Gesù si mise a parlare severamente contro quelle città nelle quali aveva compiuto la maggior parte dei suoi fatti miracolosi: le rimproverava perché i loro abitanti non avevano cambiato vita.

Gesù disse ancora: «A chi posso paragonare gli uomini di questa generazione? A chi sono simili? Essi sono come quei bambini seduti sulle piazze che, rivolgendosi ai loro compagni, gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato con il flauto una musica allegra, e non avete ballato; vi abbiamo cantato un canto di dolore, e non avete pianto! Così fate anche voi oggi. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È un indemoniato!”. Poi è venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, amico degli agenti delle tasse e di altre persone di cattiva reputazione”.

Ipocriti! Siete capaci di capire l’aspetto della terra e del cielo tanto che quando vedete una nuvola che sale da ponente, voi dite subito: Presto pioverà, e così avviene. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. E quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia; e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Dunque, sapete interpretare l’aspetto del cielo e non sapete capire il significato di ciò che accade in questi tempi? Perché non sapete giudicare da voi stessi ciò che è giusto fare?». Sappiate che: «Chi crede nel Figlio non è condannato. Chi non crede, invece, è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

I maestri della Legge e i farisei chiedono un segno

Arrivarono alcuni farisei e incominciarono a discutere con Gesù. Volendo metterlo in difficoltà, gli tesero un tranello chiedendogli di fare un segno miracoloso come prova che veniva da Dio.

Gesù dopo aver tirato un profondo sospiro dal suo animo, disse: «A me non importa affatto di ricevere i complimenti degli uomini, né ora io cerco la mia gloria che sarebbe senza valore perché c’è già un altro che se ne preoccupa e mi glorifica. È il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”. Ma voi in realtà non lo conoscete.

Sappiate che Dio non ascolta i peccatori, ma ascolta chi lo rispetta e fa la sua volontà. Quindi, questa gente perversa e infedele a Dio non riceverà nessun segno». In verità vi dico: «Non sarà dato alcun segno a questa generazione, eccetto il segno del profeta Giona. Infatti, come Giona fu un segno miracoloso per gli abitanti di Nìnive perché essi si convertirono dopo la sua predicazione, così anche il Figlio dell’uomo sarà un segno per gli uomini di questa generazione. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo rimarrà sepolto nella terra tre giorni e tre notti. Questo vi dico, perché sappiate che il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, in modo spettacolare, e nessuno potrà dire: Eccolo qui o eccolo là, perché il regno di Dio è già in mezzo a voi!». E lasciatili, se ne andò.

I Samaritani inospitali

Si avvicinava il tempo nel quale Gesù doveva lasciare questo mondo, perciò decise di andare fermamente verso Gerusalemme, e mandò avanti alcuni messaggeri. Questi partirono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparare quel che era necessario all’arrivo di Gesù. Ma gli abitanti di quel villaggio non vollero accogliere Gesù perché era diretto verso Gerusalemme.

Quando due discepoli, Giacomo e Giovanni, se ne accorsero, dissero a Gesù: – Signore, vuoi che diciamo al fuoco di scendere dal cielo e di distruggerli? Ma Gesù si voltò verso di loro e li rimproverò dicendo: «Non sapete di quale spirito voi siete; infatti il Figlio dell’uomo non è venuto per mandare in perdizione le anime degli uomini, ma per salvarle». Poi si avviarono verso un altro villaggio.

Guarigioni nel giorno di sabato

Era un sabato, il giorno in cui Gesù, passando, vide un uomo cieco dalla nascita e gli aprì gli occhi spalmandogli del fango. Era un sabato, il giorno in cui guarì un uomo paralizzato da trentotto anni. Era il giorno di sabato, mentre stava insegnando in una Sinagoga e guarì una donna che da diciotto anni uno spirito maligno la teneva ricurva e non poteva in nessun modo stare dritta. Era sabato quando, in casa di uno dei capi dei farisei, guarì un uomo malato di idropisia.

Perciò alcuni Ebrei dissero: – È sabato, la Legge non permette di guarire gli ammalati nel giorno del riposo. Anche il capo della Sinagoga, indignato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: – In una settimana ci sono sei giorni per lavorare: venite dunque a farvi guarire in un giorno di lavoro e non di sabato! Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato, e cercavano di ucciderlo. Alcuni dei farisei dicevano: – Quell’uomo non viene da Dio perché non osserva il sabato, e poi non è possibile che un peccatore faccia miracoli così straordinari.

Un altro sabato Gesù entrò nella Sinagoga e si mise a insegnare. Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare così un pretesto di accusa contro di lui. Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati e mettiti in mezzo a tutti!». L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. Poi Gesù disse loro: «Ho una domanda da farvi, è lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male? Salvare la vita di un uomo o lasciarlo morire? Siete ipocriti! Anche di sabato voi slegate il bue o l’asino dalla mangiatoia per portarli a bere, non è così? Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori, anche se è sabato, non è vero?».

Gesù continuò: «Chi c’è tra voi che avendo una pecora , se questa gli cade di sabato in una fossa, non l’afferra e la tira fuori? E un uomo non vale molto più di una pecora?». Ma essi tacevano, e non sapevano che cosa rispondere. Allora Gesù, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell’uomo: «Stendi la mano!». La stese, e la sua mano fu risanata.

Gesù concluse: «Così, per mezzo della tradizione che voi insegnate, fate diventare inutile la parola di Dio. E, di cose come queste, ne fate molte. Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato, perciò la Legge permette di fare del bene a qualcuno anche se è sabato, tant’è vero che mio Padre fino ad ora ha operato senza interruzione, e così faccio anch’io: perché, il Figlio dell’uomo è signore e padrone del sabato. E poi Mosè vi ha dato la circoncisione, non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi, e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Se ora dunque, per rispettare questa Legge di Mosè un uomo può venir circonciso anche di sabato, e allora, perché vi arrabbiate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?».

Mentre Gesù diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Allora i maestri della Legge e i farisei uscirono dalla Sinagoga, pieni di rabbia e d’incomprensione; si radunarono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Per questo cercavano ancor più decisamente di ucciderlo: infatti, non solo non rispettava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

I sacerdoti e i maestri della Legge contro Gesù

In un giorno di festa Gesù andò al Tempio e si mise a insegnare. I capi ebrei si meravigliavano e dicevano: – Come fa costui a conoscere le Scritture, senza aver studiato? Allora i capi dei sacerdoti e le altre autorità del popolo si avvicinarono a lui e gli domandarono: – Che diritto hai di fare quel che fai? Chi ti ha dato l’autorità di agire così?

Gesù rispose loro: «Voglio farvi anch’io una domanda, e se voi mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio queste cose. Dunque, Giovanni, chi lo ha mandato a battezzare? Dio o gli uomini?». Quelli allora si consultarono e cominciarono a discutere fra loro: – Se diciamo che Giovanni è stato mandato da Dio, ci chiederà: “Perché allora non avete creduto in lui?”. Se invece diciamo che è stato mandato dagli uomini, c’è da aver paura della folla, perché tutti considerano Giovanni come un profeta. Perciò risposero: – “Non lo sappiamo”.

Allora anche Gesù dichiarò: «Ebbene, in questo caso neanch’io vi dirò con quale autorità faccio queste cose». I farisei allora gli dissero: – Tu sei testimone di te stesso, dunque la tua testimonianza non è valida. Ma Gesù replicò: «Certo, se io stesso mi presento a testimoniare a mio favore, la mia testimonianza non conta nulla. In realtà è un altro che testimonia per me, e certamente la sua testimonianza a mio favore è valida e superiore a quella di Giovanni. Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera perché io so da dove sono venuto e dove vado. Questo, voi non lo sapete, perché voi giudicate con criteri umani, mentre, se io giudico qualcuno, il mio giudizio è veritiero perché non lo pronunzio da solo, ma insieme a colui che mi ha mandato, il Padre. E se nella vostra Legge sta scritto che la parola di due testimoni è valida, ebbene, io sono testimone di me stesso, ma anche il Padre che mi ha mandato, anche lui, ha testimoniato a mio favore».

Allora gli domandarono: – Dov’è tuo padre? Gesù rispose: «Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio. Dovete sapere: La dottrina che io v’insegno non è sapienza mia, ma viene da Dio che mi ha mandato. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette ha me, e chi è pronto a fare la sua volontà riconoscerà se il mio insegnamento viene da Dio o se io parlo da me stesso».

E diceva ancora loro: «Voi siete di quaggiù, della terra, io sono di lassù, del cielo. Voi appartenete a questo mondo, io non appartengo a questo mondo. Se voi non credete che IO SONO, andrete in rovina per i vostri peccati. Ma non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c’è già chi vi accusa: Mosè, cioè proprio la persona nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me. Ma se non credete ai suoi scritti e a quello che ha scritto di me, dunque come potrete credere alle mie parole? Solo quando avrete innalzato sulla croce il Figlio dell’uomo, allora vi accorgerete che IO SONO e vedrete che non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, colui che mi ha mandato, che è con me e che non mi lascia mai solo».

Continuando a discutere con Gesù allora quegli Ebrei gli dissero: – Non diciamo con ragione che sei un infedele e un pazzo? Tu hai un demonio. Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo, il Messia, vivrà in eterno, come mai ora dici che il Figlio dell’uomo dev’essere innalzato su una croce? Chi è questo Figlio dell’uomo?

Gesù rispose loro: «Ancora per poco tempo la luce è fra voi, voi invece mi ingiuriate e mi disonorate perché siete incapaci di ascoltare la mia parola. Io non sono pazzo e non ho un demonio, anzi onoro il Padre mio». Così parlò Gesù mentre era nel Tempio, nella sala del tesoro, e nessuno l’arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora. A queste sue parole, molti credettero in lui.

Gesù però non si fidava di loro perché li conosceva tutti: non aveva bisogno di informazioni, perché sapeva benissimo che cosa c’è nel cuore di ogni uomo. Difatti i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge si misero a spiare Gesù mandando alcuni che si fingevano persone oneste, con il compito di cogliere Gesù in fallo su qualche punto dei suoi discorsi, in modo da poterlo consegnare al governatore romano e farlo condannare.

L’ipocrisia dei farisei

Nel frattempo si erano radunate alcune migliaia di persone e si accalcavano gli uni sugli altri. Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Tenetevi lontani dal lievito dei farisei che è la falsità e non fidatevi dell’insegnamento dei farisei e dei sadducei».

Mentre insegnava Gesù diceva anche alla gente e ai suoi discepoli: «Non fidatevi dei maestri della Legge, lasciateli dire! Sono ciechi, vogliono far da guida ad altri ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due andranno a cadere in una fossa! Diceva: i maestri della Legge e i farisei hanno l’incarico di spiegare la legge di Mosè. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non imitate il loro modo di agire: perché essi insegnano, ma poi non mettono in pratica quel che insegnano. Preparano pesi impossibili da portare e poi li impongono sulle spalle della gente. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: a loro piace passeggiare con vesti di lusso, allungano le frange dei loro vestiti, desiderano avere i posti d’onore nelle Sinagoghe e i primi posti nei banchetti, desiderano essere salutati in piazza ed essere chiamati “maestro”. Essi sono pronti a ricevere l’omaggio dagli uomini ma non si preoccupano di ricevere la lode da Dio ! E in apparenza fanno lunghe preghiere solo per farsi vedere.

Ma state sicuri, ogni pianta che non è stata piantata dal Padre mio che è in cielo sarà sradicata e ogni albero che non fa frutti buoni sarà tagliato e buttato nel fuoco. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. Perciò io vi dico, farisei e maestri della Legge: Vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Per cui è certo che il vostro peccato vi porterà alla rovina e sarete giudicati e condannati con estrema severità. Voi leggete continuamente le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna: ebbene, anche loro testimoniano di me! Io sono venuto perché abbiate la vita, una vita vera e completa, ma voi non volete venire a me per avere la vita eterna.

Le opere che io sto facendo, quelle stesse opere che il Padre mi ha dato da compiere, testimoniano a mio favore. Esse dimostrano che il Padre mi ha mandato, ma voi non avete mai ascoltato la sua voce e non avete mai visto il suo volto, perché voi non avete fede nel Figlio che egli ha mandato. Ma io vi conosco e so bene che non amate Dio. Non capite che sbagliate? Voi non conoscete le Scritture e non sapete cosa sia la potenza di Dio! Eppure la Sapienza di Dio è manifestata dalle sue opere!».

Maledizioni contro i farisei

Un fariseo invitò Gesù a pranzo a casa sua. Gesù andò e si mise a tavola. Il fariseo si meravigliò che Gesù non avesse fatto la purificazione delle mani che era d’uso prima del pranzo. I farisei infatti, e tutti i Giudei, non mangiano se non si sono lavati le mani accuratamente, attenendosi alla tradizione degli antichi. Inoltre, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni. Ci sono anche molte altre cose che essi hanno imparato a osservare per tradizione, come lavaggi rituali di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame. Anche dei farisei e alcuni maestri della Legge venuti da Gerusalemme notarono che alcuni discepoli di Gesù mangiavano con mani impure, cioè senza averle lavate secondo l’uso religioso.

Si radunarono attorno a Gesù e gli chiesero: – Perché i tuoi discepoli non ubbidiscono alla tradizione religiosa dei nostri padri e mangiano con mani impure? Gesù rispose loro: «Il mangiare senza lavarsi le mani non rende l’uomo impuro. Il profeta Isaia aveva ragione quando parlava di voi: Voi siete degli ipocriti. Come infatti è scritto nel suo libro: Questo popolo – dice il Signore – mi onora a parole, ma il suo cuore è molto lontano da me. Così, in nome della vostra tradizione, voi fate diventare inutile la parola di Dio e il modo con cui l’onorate non ha valore. E di cose simili ne fate molte».

E aggiungeva: «Siete veramente abili nell’eludere i comandamenti di Dio per osservare la vostra tradizione, insegnando come dottrina di Dio comandamenti che son fatti da uomini. Mosè vi ha dato la Legge, ma nessuno di voi la mette in pratica. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece insegnate che uno non ha più il dovere di aiutare suo padre e sua madre, se dice loro che sono korbàn, cioè se dice ad essi che ha offerto a Dio quei beni che doveva usare per loro».

Guai a voi, ipocriti, maestri della Legge e farisei! «Avete nascosto la chiave della vera scienza: voi non ci siete entrati e non avete lasciato entrare quelli che avrebbero voluto». Guai a voi, ipocriti, maestri della Legge e farisei! «Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?» .

Guai a voi, ipocriti, maestri della Legge e farisei! «Davanti agli uomini voi fate la figura di persone giuste, ma Dio conosce molto bene i vostri cuori». Guai a voi, ipocriti, maestri della Legge e farisei! «Voi chiudete agli uomini la porta del regno di Dio perché trasgredite i punti più importanti della Legge di Dio: la giustizia, la misericordia e la fedeltà: così non entrate voi e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci».

Guai a voi, ipocriti, maestri della Legge e farisei! «Vi preoccupate di pulire la parte esterna dei vostri piatti e dei vostri bicchieri, ma intanto li riempite dei vostri furti e dei vostri vizi. Fariseo cieco! Purifica prima quel che c’è dentro il bicchiere, e poi anche l’esterno sarà puro». Guai a voi, ipocriti, maestri della Legge e farisei! «Voi siete come tombe imbiancate che dall’esterno sembrano bellissime, ma dentro sono piene di ossa di morti e di marciume. Così anche voi, esternamente, apparite giusti agli occhi degli uomini, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità».

Guai a voi, ipocriti, maestri della Legge e farisei! «Innalzate belle tombe per i profeti, decorate i sepolcri degli uomini giusti, e dite: “Se noi fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non avremmo fatto come loro, che hanno ucciso i profeti”. Così testimoniando, dichiarate, contro voi stessi, di essere discendenti di quelli che uccisero i profeti. Così facendo, voi dimostrate di approvare le opere dei vostri padri, continuate e state portando a termine quel che i vostri padri hanno cominciato: essi hanno ucciso i profeti e voi costruite le tombe per loro. Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dai castighi dell’inferno?

Per questo la Sapienza di Dio ha detto: Ascoltate, io manderò a voi veri profeti, uomini sapienti e veri maestri della Legge di Dio. E voi, alcuni li ucciderete, altri li crocifiggerete, altri li frusterete nelle vostre Sinagoghe e li perseguiterete di città in città. Ma Dio chiederà conto a questa gente di tutto il sangue innocente versato sopra la terra per l’uccisione di tutti i profeti, dalle origini del mondo in poi: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Vi assicuro che tutte queste cose avverranno durante questa generazione».

Ora, poiché diceva loro queste cose davanti a tutto il popolo, i farisei e i dottori della Legge dissero: – Maestro, parlando così tu offendi anche noi. Allora cominciarono a trattarlo con ostilità e a fargli domande di ogni genere, cercando di prendere da lui un qualsiasi pretesto per coglierlo in fallo in qualche sua parola uscita dalla sua stessa bocca, e trovare così il modo di accusarlo.

Si avvicina l’ora

Professione di fede di Pietro

Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «Chi è il Figlio dell’uomo secondo la gente?». Risposero: – Alcuni dicono che è Giovanni il Battista; altri che è il profeta Elia; altri ancora che è Geremia, o qualcuno degli antichi profeti. Gesù riprese: «E voi, che dite? Chi sono io?».

Simon Pietro rispose: – Tu sei il Messia, il Cristo, il figlio del Dio vivente. Allora Gesù gli disse: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché non hai scoperto da te questa verità, ma essa ti è stata rivelata dal Padre mio che sta nei cieli. Per questo ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. E nemmeno la potenza della morte potrà distruggerla. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa legherai sulla terra, sarà legata in cielo, e qualunque cosa scioglierai sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli». E impose loro severamente di non dire a nessuno che egli era il Messia.

Primo annuncio della passione

In verità, in verità vi dico: «Se il chicco di grano non finisce sottoterra e non muore, rimane solo e non porta frutto. Se muore, invece, produce molto frutto». Da quel momento Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli ciò che gli doveva capitare, che doveva andare a Gerusalemme, perché nessun profeta può morire fuori di Gerusalemme. E aggiunse: «Il Figlio dell’uomo dovrà soffrire: è necessario. Gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge mi rifiuteranno, mi faranno soffrire molto, poi sarò ucciso, ma dopo tre giorni risorgerò». Gesù parlava di queste cose molto chiaramente ed allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo, dicendo: – Dio te ne scampi, Signore! No, questo non ti accadrà mai! Ma Gesù voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Arretrati da me, Satana! Tu sei un ostacolo per me, perché tu ragioni come gli uomini ma non pensi secondo Dio».

Trasfigurazione di Gesù

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse a pregare su un alto monte, in un luogo solitario. Là, di fronte a loro, Gesù cambiò aspetto: il suo volto si fece splendente come il sole, e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime come la luce. Nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno, tuttavia riuscirono a restare svegli; videro la gloria di Gesù e due uomini, avvolti di uno splendore celeste, che stavano con lui: erano Mosè ed Elia. Discorrevano con Gesù del suo destino che doveva compiersi a Gerusalemme.

Mentre questi si separavano da Gesù, allora Pietro cominciò a parlare e disse a Gesù: – Maestro, è bello per noi stare qui! Prepareremo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia. Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, si formò una nuvola che li avvolse con la sua ombra, e dalla nuvola uscì una voce: “Questo è il Figlio mio prediletto. Io l’ho mandato. Ascoltatelo!”. A queste parole, i discepoli furono talmente spaventati che si buttarono con la faccia a terra.

Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete!». Sollevarono gli occhi e non videro più nessuno: c’era infatti Gesù solo. Essi rimasero senza parola e in quei giorni non raccontarono a nessuno quel che avevano visto perché, mentre discendevano dal monte, Gesù aveva ordinato loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Ed essi obbedirono a quest’ordine, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.

Il figlio epilettico

Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell'acqua. L'ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.

Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: «Spòstati da qui a là», ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».

Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.

La tassa per il Tempio

Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

Secondo annuncio della passione

Un giorno i discepoli si trovavano tutti assieme con Gesù in Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Infatti preparava i suoi discepoli e diceva loro: «Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, egli risorgerà». Ma i discepoli non capivano queste parole il cui significato per loro restava misterioso, proprio non ne comprendevano il senso. Essi furono molto rattristati e avevano paura a rivolgergli altre domande su tale argomento. Poi Gesù partì e si recò nel territorio della Giudea, al di là del fiume Giordano. Ancora una volta la folla si radunò attorno a lui e, come era solito fare, egli l’ammaestrava.

Gesù è il Messia, il Figlio di Dio

“Gesù è il Messia, il Cristo, il Figlio del Dio vivente. È il Salvatore inviato da Dio, diventato uomo per far e la sua volontà e per predicare il Vangelo di Dio, a compimento di quanto hanno detto i profeti nelle Scritture”.

«Il Padre è la vita e io ho la vita grazie a lui. Infatti Dio è la fonte della vita e ha concesso anche al Figlio di essere la fonte della vita». «Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». «Il Padre ama il Figlio e gli manifesta tutto quello che fa, gli ha dato ogni potere in cielo e in terra, mettendo tutto nelle sue mani». «Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole».

Credetemi: «Io sono nel Padre e il Padre è in me, perché io e il Padre siamo una cosa sola, anche se il Figlio da sé non può far nulla se non quello che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa ugualmente». «Chi mi ama sarà amato anche dal Padre mio, anch’io l’amerò e mi farò conoscere a lui; ma attenti, nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio». «Il Padre non giudica nessuno: ha affidato al Figlio tutto il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Ma io non posso far nulla da me stesso, perché giudico come Dio mi suggerisce, con giustizia, e non secondo l’apparenza. E il mio giudizio è giusto perché non cerco la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato, a testimonianza che questa dottrina che io v’insegno non è sapienza mia, ma viene da Dio. Così, tutti onoreranno il Figlio, come onorano il Padre, e chi non onora il Figlio non onora neppure il Padre»

«Chi viene dall’alto certifica che Dio è veritiero e proferisce le parole di Dio, che hanno la vita perché vengono dallo Spirito di Dio, e perché Dio gli ha dato tutto il suo Spirito senza misura». «Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla verità di Dio, perché soltanto lo Spirito di Dio dà la vita, l’uomo da solo non può far nulla».

«Il Padre vi manderà nel mio nome un difensore: il Consolatore, lo Spirito Santo, lo Spirito della Verità che proviene dal Padre. Egli mi renderà testimonianza, v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché riprenderà quel che io vi ho insegnato, e ve lo farà capire meglio». In verità, in verità vi dico: «Chi crede in questo ha la vita eterna».

L’uomo rinasce con il Battesimo

«Nessuno può entrare nel regno di Dio se non nasce da acqua e Spirito: perché dalla carne nasce carne, dallo Spirito nasce Spirito». In verità, in verità vi dico: «Tutti i credenti riceveranno lo Spirito di Dio; il Padre vostro celeste lo darà a coloro che glielo chiedono. Ma, credetemi, nessuno potrà vedere il regno di Dio se non nasce nuovamente».

Il pane che da la vita

La Legge fu data per mezzo di Mosè, ma la sua grazia e la sua verità sono venute a noi per mezzo di Gesù, il Cristo. Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Chi crede nel Figlio ha la vita eterna, ma chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, perché è schiavo del peccato e l’ira di Dio incombe su di lui».

In verità, in verità vi dico: «Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte, perché io sono la luce del mondo: chi segue me, e crede in me, non camminerà mai nelle tenebre, anzi avrà la luce che conduce alla vita; solo allora sarete davvero miei discepoli, conoscerete la verità, e la verità vi renderà veramente uomini liberi dal peccato». «Io sono il pane che dà la vita: chi si avvicina a me con fede non avrà più fame e non avrà più sete.

Il Padre, che ha la vita, ha mandato me che sono il pane disceso dal cielo! Ma non è come il pane che mangiarono i vostri antenati nel deserto, essi mangiarono la manna e poi morirono ugualmente. Il pane venuto dal cielo è diverso: Il pane che io darò è la mia carne, data perché il mondo abbia la vita.

Chi ne mangia non morirà, e vivrà in eterno». «In verità, in verità vi dico: Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita, perché il mio corpo è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda». Così parlò Gesù insegnando nella Sinagoga di Cafàrnao.

Soltanto i Dodici restano con Gesù

Molti dei suoi discepoli, sentendo Gesù parlare così, dissero: – Questo linguaggio è duro, adesso esagera! Chi può intendere cose simili? Ma Gesù si era accorto che i suoi discepoli protestavano, e disse loro: «Le mie parole vi scandalizzano? Le parole che vi ho detto hanno la vita perché provengono dallo Spirito di Dio. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono. Ma allora, che cosa direte se vedrete il Figlio dell’uomo tornare là dov’era prima? ». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. Da quel momento, molti discepoli di Gesù si tirarono indietro e non andavano più con lui. Allora Gesù domandò ai Dodici: «Forse volete andarvene anche voi?». Simon Pietro gli rispose: – Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che danno la vita eterna; noi abbiamo creduto e ora sappiamo che tu sei il Santo che Dio ha mandato .

I falsi messia

Gesù disse ai suoi discepoli: «Verranno tempi nei quali voi desidererete vedere anche solo per poco il Figlio dell’uomo che viene, ma non lo vedrete. Fate attenzione e non lasciatevi ingannare da nessuno! Attenti ai falsi profeti e ai falsi cristi. Quando vi vengono incontro, all’apparenza sembrano pecorelle, ma dentro essi sono lupi feroci: li riconoscerete dalle loro azioni. Perché molti verranno, si presenteranno con il mio nome, inganneranno molta gente, e diranno: “Sono io il Messia!”. Oppure vi diranno: “Il momento è arrivato!”. Ma voi badate a voi stessi!

Non ascoltateli e non andate dietro a loro, perché faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in inganno, se fosse possibile, anche quelli che Dio si è scelto! È questo il motivo per cui prima è necessario che il messaggio del Vangelo sia annunciato a tutti i popoli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni non abbiate paura, perché alcuni cadranno sotto i colpi della spada, altri saranno portati via come schiavi in paesi stranieri.

Gerusalemme assediata

Quando vedrete Gerusalemme assediata da eserciti nemici, sappiate allora che è vicina la sua rovina: sarà calpestata dai pagani e distrutta, fino a quando non sarà finito il tempo che Dio ha stabilito per loro. Allora coloro che si troveranno in Gerusalemme fuggano ai monti, coloro che sono dentro le città se ne allontanino, e quelli che si trovano in aperta campagna non ritornino in città. Quello sarà il tempo del giudizio perché l’ira di Dio si scatenerà contro questo popolo.

Sulla terra i popoli saranno presi dall’angoscia e dallo spavento, gli abitanti della terra moriranno per la paura e per il presentimento di ciò che dovrà accadere; ci saranno grandi terremoti, pestilenze e carestie in molte regioni. Si vedranno fenomeni terrificanti e dal cielo verranno segni grandiosi. Quei giorni saranno giorni di tribolazione, la più grande che ci sia mai stata fino ad oggi, da quando Dio ha creato il mondo, e non ne verrà più una uguale.

I giorni del dolore

Ma tutto questo sarà solo l’inizio dei dolori; devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine. E se il Signore non accorciasse il numero di quei giorni, nessun vivente si salverebbe. Ma Dio li ha accorciati a motivo di quegli uomini eletti che si è scelto. Vi prenderanno con violenza e vi perseguiteranno, vi porteranno nei tribunali, sarete percossi nelle loro Sinagoghe e nelle loro prigioni, vi trascineranno davanti a re e governatori a causa del mio nome. Sarete arrestati, torturati, odiati da tutti i popoli e uccisi, ma sarete anche miei testimoni di fronte a loro e di fronte ai pagani.

Per il dilagare dell’iniquità allora molti abbandoneranno la fede, si odieranno e si tradiranno l’un l’altro. I popoli combatteranno l’un contro l’altro, gli amici vi tradiranno, il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio, i figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte; il male sarà tanto diffuso che l’amore di molti si raffredderà.

E quando vi arresteranno nelle Sinagoghe per essere giudicati davanti ai magistrati e alle autorità, lì avrete allora occasione per dare testimonianza di me. Siate decisi! Non preoccupatevi di quel che dovrete dire per difendervi, anzi mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa, perché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parlerà in voi. Egli vi suggerirà e vi insegnerà quel che dovrete dire in quel momento per difendervi: Sarò io a suggerirvi le parole giuste, e vi darò una sapienza tale che i vostri avversari non potranno resistere e tanto meno controbattere.

Sarete odiati da tutti per causa mia, eppure, neanche un capello del vostro capo andrà perduto, e se saprete resistere sino alla fine salverete la vostra vita. Infatti, Dio salverà chi persevererà e resisterà sino alla fine. Voi però fate attenzione! Io vi ho predetto tutto».

Il ritorno del Figlio dell’uomo per il giudizio finale

Poi i suoi discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli chiesero: – Puoi dirci quando avverranno queste cose? E quale sarà il segno del tuo ritorno alla fine di questo mondo? Gesù rispose: «In quei giorni, dopo quelle tribolazioni, il Figlio dell’uomo verrà nel suo splendore con tutti i suoi angeli, e si siederà sul trono della sua gloria. Egli verrà nella gloria del Padre suo, e renderà a ciascuno la ricompensa secondo le sue azioni. Come il lampo improvvisamente guizza da una parte all’altra del cielo, così succederà anche nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.

In quel giorno, chi si troverà nella terrazza di casa sua non scenda a pianterreno a prendere le sue cose; chi si troverà nei campi a lavorare non torni indietro. Allora si vedrà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo: tutti i popoli della terra piangeranno, e gli uomini vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e splendore.

Il Giudizio Finale

Quando queste cose cominceranno a succedere, alzatevi e state sicuri, perché è vicino il tempo della vostra liberazione. Con una tromba di grande suono egli manderà i suoi angeli in ogni direzione. E da un confine all’altro del cielo e della terra egli radunerà di fronte a lui tutti gli uomini e tutti i popoli, ed egli li separerà in due gruppi come fa il pastore quando separa le pecore dalle capre: metterà i giusti alla sua destra e i malvagi alla sinistra.

Allora il re dirà ai giusti: “Venite, partecipate tutti al banchetto del regno di Dio, voi che siete benedetti dal Padre mio; entrate nel regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato; ero nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”.

E i giusti diranno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo incontrato forestiero e ti abbiamo ospitato nella nostra casa, o nudo e ti abbiamo dato i vestiti? Quando ti abbiamo visto malato o in prigione e siamo venuti a trovarti?”. Rispondendo, il re dirà loro: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà ai malvagi: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che Dio ha preparato per il diavolo e i suoi simili! Perché, io ho avuto fame e voi non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato nella vostra casa; ero nudo e non mi avete dato i vestiti; ero malato e in prigione e voi non siete venuti a me”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato, o assetato, o forestiero, o nudo, o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?”. Allora il re risponderà: “In verità, vi dico: tutto quel che non avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno, questi al supplizio eterno; là, essi piangeranno come disperati. Mentre i giusti andranno nella vita eterna e quel giorno splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Così sarà alla fine del mondo».

Vegliate

Ma attenzione: «Tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà quando voi non ve l’aspettate. Come è accaduto ai tempi di Noè, così accadrà anche quando verrà il Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio la gente continuò a mangiare, a bere e a sposarsi fino al giorno nel quale Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. Lo stesso avvenne al tempo di Lot: la gente mangiava e beveva, comprava e vendeva, piantava alberi e costruiva case. Ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. Cercate di capire: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa».

Quel che dico a voi, lo dico a tutti: «Badate bene! State dunque svegli, fate in modo che non vi trovi addormentati, e non lasciatevi intontire da orge ed ubriachezze! Non abbiate troppe preoccupazioni materiali! Altrimenti diventerete pigri, vi dimenticherete del giorno del giudizio e quel giorno vi pioverà addosso improvvisamente come una trappola. Perché non sapete quando tornerà il vostro Signore, nessuno sa quando verranno quel giorno e quell’ora, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio:solo Dio Padre lo sa. Allora vegliate e pregate in ogni momento, senza stancarvi, perché abbiate così la forza di superare tutti i mali che stanno per accadere, e perché siate giudicati degni di presentarvi davanti al Figlio dell’uomo. Ma quando il Figlio dell’uomo tornerà troverà ancora fede sulla terra ?».

La risurrezione dei morti

Si presentarono a Gesù alcuni che appartenevano al gruppo dei sadducei: secondo loro nessuno può risorgere dopo la morte. Gesù disse loro: «È certo che i morti risorgono: lo afferma anche Mosè a proposito del roveto, quando dice che il Signore è il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Voi quindi siete in grande errore: Dio è il Dio dei vivi e non dei morti, perché tutti da lui ricevono la vita e perché tutti vivono per lui. Non vi meravigliate di questo: verrà un’ora in cui tutti i morti, nelle tombe, udranno la sua voce e verranno fuori. Quelli che hanno fatto il bene risorgeranno per vivere; quelli che hanno fatto il male risorgeranno per essere condannati. Infatti quelli che saranno giudicati degni della vita futura non possono più morire perché, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio, uguali agli angeli nei cieli».

L’opera di Satana

«È Satana il principe del mondo, il capo e il dominatore di questo mondo. Egli non ha nessun potere su di me, ma il mondo mi odia perché di lui io attesto che con le sue opere cattive si oppone a Dio». In verità, in verità vi dico: «Chi pecca è schiavo del peccato e solo il Figlio vi potrà rendere liberi, perché sappiate che egli è l’unico ad avere il potere sulla terra di rimettere i peccati degli uomini. Se foste veramente discendenti di Abramo, come voi dite, è Dio il Padre vostro, e voi mi amereste perché è lui che mi ha mandato. Solo così conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi. Ma se siete incapaci di ascoltare la mia parola, voi allora avete il diavolo per padre e vi sforzate di fare ciò che egli desidera. Fin dal principio egli vuole la morte degli uomini, e non è mai stato dalla parte della verità, perché in lui non c’è verità. E quando dice il falso, esprime veramente se stesso, perché è bugiardo e padre della menzogna».

Gesù scaccia gli spiriti maligni

Portarono a Gesù un uomo che era cieco e muto, perché uno spirito maligno era dentro di lui. Gesù lo guarì e quello si mise a parlare e incominciò a vedere. E tutta la folla sbalordita diceva: – Non sarà costui il Figlio di Davide che aspettiamo? Ma certi maestri di Legge che erano venuti fin da Gerusalemme dicevano: – Beelzebùl, il diavolo, è dentro di lui. È con l’aiuto del capo dei demòni che egli ha il potere di scacciare i demòni. Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse loro: «Voi mi ingiuriate! Ma come può Satana essere in lotta contro se stesso, ribellarsi contro se stesso ed essere diviso? Come potrebbe durare il suo regno? Se Satana si mette contro se stesso e non è più unito, il suo potere sarebbe finito.

Ora se io scaccio i demòni con l’aiuto di Beelzebùl, il capo dei demòni, con l’aiuto di chi li scacciano i vostri discepoli? Perciò saranno proprio loro a mostrare che avete torto. E se è vero che nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rubare i suoi beni, se prima non riesce a legarlo, sarà pur vero che io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio , ed allora vuol dire che è giunto per voi e fra voi il regno di Dio ». In verità vi dico: «Potranno essere perdonati tutti i peccati che gli uomini avranno commesso e tutte le bestemmie che diranno, anche se uno parlerà male del Figlio dell’uomo potrà essere perdonato. Ma chi avrà bestemmiato o avrà detto una sola parola contro lo Spirito Santo non sarà perdonato, né ora né mai, né in questo secolo, né in quello futuro, perché ha commesso un peccato irreparabile: sarà reo di colpa eterna». Gesù dichiarò tutto questo perché qualcuno aveva detto: “Uno spirito maligno è dentro di lui”.

Ma fate attenzione: «Quando uno spirito maligno esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma se non ne trova, allora dice: “Tornerò nella mia casa da cui sono uscito”. E tornato la trova vuota, pulita e ben ordinata. Allora va a chiamare altri sette spiriti, più maligni di lui; poi, tutt’insieme, entrano in quella persona a prendervi dimora come a casa loro. Così, alla fine, quell’uomo si trova in condizioni peggiori di prima. E così avverrà anche per voi, gente malvagia di questa generazione perversa».

Il Sinedrio decide la morte di Gesù

Annuncio della passione, morte e resurrezione

Mentre era sulla strada che sale verso Gerusalemme, Gesù camminava davanti a tutti. I suoi discepoli lo seguivano, ma non sapevano che cosa pensare, anzi alcuni erano pieni di timore. Ancora una volta Gesù prese in disparte i Dodici e cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto. Disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo verso Gerusalemme. Là si compirà tutto quel che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo. Egli sarà consegnato nelle mani dei capi dei sacerdoti e dei maestri della Legge. Essi lo condanneranno a morte e poi lo consegneranno ai pagani; ed essi gli rideranno in faccia, lo copriranno di offese e di sputi, lo prenderanno a frustate e lo uccideranno inchiodandolo su una croce. Ma il terzo giorno egli risorgerà». I discepoli però non capirono nulla di tutto questo; quel parlare restava ancora oscuro per loro.

Il Figlio del Padre

Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della riconsacrazione del Tempio . Era d’inverno. Gesù passeggiava nel portico di Salomone lungo il cortile del Tempio. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: – Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Messia, il Cristo, dillo a noi apertamente.

Gesù rispose loro: «Ve l’ho già detto, ma voi non mi credete: il Padre mi ha consacrato e mandato nel mondo, e le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste testimoniano a mio favore. Ma voi non credete, perché non appartenete al mio gregge. Le mie pecore ascoltano la mia voce: io le conosco, ed esse mi seguono. E io do loro la vita eterna: esse non andranno mai in rovina».

A seguito di queste parole i Giudei raccolsero pietre per scagliarle addosso a Gesù. Allora egli disse: «Vi ho fatto vedere da parte del Padre molte opere buone. Per quale di queste opere mi volete uccidere a colpi di pietra?». E la folla gli rispose: – Non vogliamo ucciderti per una opera buona, ma perché tu bestemmi. Infatti sei soltanto un uomo e pretendi di essere Dio. Allora cercarono di catturarlo, ma Gesù sfuggì loro di mano e andò di nuovo dall’altra parte del fiume Giordano, nel luogo dove prima c’era Giovanni che battezzava. Là, si fermò per qualche tempo e molti andavano da lui. Dicevano: – Giovanni non ha fatto nessun miracolo, ma tutto quello che ha detto su Gesù è vero. E così in quel luogo molti credettero in lui.

Gesù risuscita Lazzaro

Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il fratello di Maria, la donna che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli, e di Marta sua sorella. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: – Signore, il tuo amico è ammalato.

Quando Gesù ebbe questa notizia disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma servirà a manifestare la gloriosa potenza di Dio e quella di suo Figlio». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella Maria e a Lazzaro. Poi disse ai discepoli: «Torniamo in Giudea!». I discepoli replicarono: – Maestro, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vuoi tornare di nuovo? Gesù soggiunse: «Il nostro amico Lazzaro si è addormentato, ma io vado a risvegliarlo».

Gli dissero allora i discepoli: – Signore, se s’è addormentato, guarirà. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi che non eravamo là, perché così voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui!”. Betània era un villaggio distante circa tre chilometri da Gerusalemme: quando vi giunse Gesù, Lazzaro era nella tomba da quattro giorni.

Quando Marta seppe che veniva Gesù gli andò incontro. Maria invece rimase a casa. Marta disse a Gesù: – Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà. Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà, perché IO SONO la risurrezione e la vita: chi crede in me, anche se muore, vivrà. Anzi, chi vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?».

Gli rispose: – Si, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Messia, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo. Detto questo, Marta andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, che alzatasi di fretta andò da lui. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, la seguirono, pensando che stesse andando a piangere sulla tomba di Lazzaro. Maria, dunque, quando giunse dov’era Gesù, vistolo si buttò ai suoi piedi e disse: – Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Quando Gesù vide Maria che piangeva, e vide piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, fu scosso dalla tristezza e dall’emozione. Gesù domandò: «Dove l’avete sepolto?». Risposero: – Signore, vieni a vedere.

Allora Gesù scoppiò in pianto. Gesù, ancora profondamente commosso, giunse alla tomba che era una grotta scavata nella roccia e chiusa con una pietra. E disse: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: – Signore, già manda cattivo odore, poiché da quattro giorni è lì dentro. Gesù replicò: «Non ti ho detto che se credi vedrai la gloriosa potenza di Dio?».

Spostarono dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi al cielo e disse: «Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato. Lo sapevo che mi ascolti sempre. Ma ho parlato così per la gente che sta qui attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì con i piedi e le mani avvolte nelle bende e il viso coperto da un lenzuolo. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».

Decisione sulla morte di Gesù

Molti dei Giudei che erano venuti a trovare Maria, alla vista di quel che Gesù aveva compiuto, credettero in lui. Alcuni invece andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il loro tribunale, il Sinedrio, e dissero: – Che facciamo? Quest’uomo opera molti miracoli. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui. Allora verranno i Romani, e distruggeranno il Tempio e la nostra nazione! Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse: – Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è meglio per voi la morte di un solo uomo piuttosto che la rovina di tutta la nazione. Così, da sommo sacerdote, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione, e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno, dunque, decisero di far morire Gesù.

Gesù intanto insegnava ogni giorno nel Tempio. I capi dei sacerdoti, i maestri della Legge e le altre autorità del popolo cercavano di farlo morire, ma non sapevano come fare, perché la gente era sempre attorno a Gesù ad ascoltare le sue parole. Allora i sommi sacerdoti, i maestri della Legge e gli anziani del popolo riuniti in casa di Caifa, il sommo sacerdote, insieme, decisero di arrestare Gesù con un inganno e di cercare un modo per farlo morire. Ma avevano paura della folla che era molto impressionata del suo insegnamento e lo considerava un profeta . Infatti dicevano: – Non possiamo arrestarlo in un giorno di festa , perché altrimenti c’è pericolo di una rivolta popolare. Per questo, Gesù non viveva più in pubblico tra i Giudei, ed evitava di andare e venire pubblicamente per la Giudea. Egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto , nella città chiamata Èfraim, e rimase lì con i suoi discepoli .

Quando si avvicinò la Pasqua ebraica, molti dalle campagne salirono a Gerusalemme per purificarsi prima della festa. Essi cercavano Gesù e stando nel Tempio dicevano tra di loro: – Che ne pensate? Verrà o non verrà alla festa? Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine: “Chiunque fosse a conoscenza dove si trova Gesù lo faccia sapere!”. Naturalmente perché essi potessero prenderlo e arrestarlo. Sei giorni prima della Pasqua ebraica Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro quello che egli aveva risuscitato dai morti. Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per lui, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. Allora i sommi sacerdoti deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei andavano a vederlo e credevano in Gesù.

L’ingresso in Gerusalemme

Gesù continuava la sua strada verso Gerusalemme: camminava davanti a tutti. C’era molta gente che si recava alla festa ebraica della Pasqua e, quando sentirono che Gesù stava per arrivare a Gerusalemme, presero dei rami di palme e gli andarono incontro gridando: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore”, il re d’Israele!

Quando fu vicino ai villaggi di Bètfage e di Betània, presso il monte detto degli Ulivi, Gesù mandò avanti due discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui. E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?», direte così: «Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito». I due discepoli andarono e trovarono tutto come aveva detto Gesù. Allora lo portarono da Gesù e, gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù.

La folla era numerosissima. Alcuni, via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada, altri tagliavano ramoscelli dagli alberi e facevano come un tappeto. La gente che camminava davanti a Gesù e quella che veniva dietro gridava: “Gerusalemme, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asina”, così come sta scritto. Nel frattempo tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia e a gran voce, si misero a lodare Dio per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore”. In cielo sia la pace, e gloria nell’alto dei cieli! Alcuni farisei che si trovavano tra la folla dissero a Gesù: – Maestro, fa’ tacere i tuoi discepoli!

Ma Gesù rispose: «Vi assicuro che se tacciono loro, grideranno le pietre». Quando fu vicino, alla vista della città, Gesù la guardò e si mise a piangere per lei, e diceva: «Gerusalemme! Gerusalemme! Tu che metti a morte i profeti e uccidi a colpi di pietra quelli che Dio ti manda! Se tu avessi compreso, almeno in questo giorno, la via che porta alla pace. Ma non riesci a vederla! Quante volte ho voluto riunire i tuoi abitanti attorno a me, come una gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto. Vedete queste grandi costruzioni? Ebbene, Gerusalemme sarà calpestata dai pagani, non rimarrà qui una sola pietra sull’altra: tutto sarà distrutto! Infatti i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno, distruggeranno te e i tuoi abitanti e sarai rasa al suolo, perché tu non hai saputo riconoscere il tempo nel quale Dio è venuto a salvarti».

Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: – Ma chi è costui? E la folla rispondeva: – Questi è il profeta Gesù, quello che viene da Nàzaret di Galilea. Allora i farisei dissero tra loro: – Guardate! Non si ottiene niente, gli va dietro il mondo intero. Poi Gesù entrando in Gerusalemme andò direttamente nel Tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai sera tardi, tornò a Betània, insieme con i dodici discepoli.

Gesù scaccia i mercanti dal Tempio

La mattina seguente partirono da Betània e, arrivati a Gerusalemme, Gesù entrò nel cortile del Tempio; fece una frusta di cordicelle e cominciò a cacciar via tutti i mercanti che stavano là a vendere e a comprare buoi, pecore e colombe. Buttò all’aria i tavoli dei cambiamonete spargendo a terra i loro soldi, rovesciò le sedie dei venditori di colombe, e disse: «Portate via di qua questa roba! Non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato». Poi si mise a insegnare dicendo alla gente: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà casa di preghiera per tutti i popoli? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!».

Allora intervennero alcuni capi ebrei che domandarono a Gesù: – Dacci una prova che hai l’autorità di fare queste cose. Gesù rispose: «Distruggete questo Tempio! In tre giorni lo farò risorgere». Quelli replicarono: – Questo Tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere? Ma quelli non capirono che Gesù parlava del tempio del suo corpo. Poi gli si avvicinarono alcuni ciechi e storpi, ed egli li guarì.

Ma i sommi sacerdoti e i maestri della Legge, vedendo le cose straordinarie che aveva fatto e sentendo i bambini che acclamavano nel Tempio: “Osanna al Figlio di Davide” , si sdegnarono e dissero a Gesù: – Ma non senti che cosa dicono? Gesù rispose: «Sì, sento. Ma voi non avete mai letto nelle Scritture queste parole: Dalla bocca dei fanciulli e dei bambini ti sei procurata una lode?».

Durante il giorno Gesù continuava ad insegnare nel Tempio, già di buon mattino la gente andava nel Tempio per ascoltarlo, di notte invece usciva dalla città di Gerusalemme e se ne stava all’aperto, sul monte degli Ulivi. I sommi sacerdoti, i maestri della Legge e le altre autorità del popolo vennero a conoscenza di questi fatti e cercavano il modo di farlo morire, ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento.

Colloquio con Nicodemo

C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito».

Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Lo scontro finale con i sacerdoti

Sebbene Gesù avesse compiuto tanti segni miracolosi davanti al popolo, eppure non tutti credevano in lui, perché i maestri della Legge dicevano che nessun profeta può venire dalla Galilea e che prima di tutto doveva tornare il profeta Elia.

Gesù rispose: «È vero, prima deve venire Elia per ristabilire ogni cosa. Vi assicuro però che Elia è già venuto, ma non l’avete riconosciuto, anzi, l’avete trattato come avete voluto». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista. Gesù continuò: «Giovanni il Battista è venuto ad indicarvi la strada giusta e a testimoniare a favore della verità. Era la lampada accesa per illuminarvi, ma voi vi siete entusiasmati della sua luce solo per un po’ di tempo e alla fine non gli avete creduto. I ladri e le prostitute, invece, gli hanno creduto, e costoro vi assicuro che vi passeranno avanti ed entreranno nel regno di Dio. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti e avete continuato a non credergli».

Così si compivano le parole delle Scritture dette dal profeta Isaia: “Dio ha reso ciechi i loro occhi e ha reso duro il loro cuore e non cambiano vita per essere guariti”. Gesù continuò: «Io dico la verità perché non ricevo testimonianza da uomini. Infatti io non parlo di mia iniziativa: il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato quello che devo dire ed annunciare, ed io so che il suo comandamento porta alla vita eterna. Dunque, se dico la verità, perché non mi credete? Ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi.

Io sono venuto, mandato dal Padre mio, e voi non mi accogliete, ma se un altro venisse per conto proprio, gli fareste sicuramente buona accoglienza! Il Padre manifesterà al Figlio opere ancora più grandi di queste che avete visto, perché voi ne restiate meravigliati. Ma intanto cercate di uccidermi perché vi ho detto la verità che ho ascoltato da Dio e così la mia parola non trova posto in voi! Ecco: chi appartiene a Dio ascolta le parole di Dio, per questo voi non le ascoltate, perché non appartenete a Dio.

I profeti hanno scritto queste parole: Tutti saranno istruiti da Dio. Ebbene, chiunque ascolta Dio Padre ed è istruito da lui si avvicina a me con fede, e io non lo respingerò. Ma la sua parola non è radicata in voi, non credete che IO SONO e morirete nei vostri peccati. Voi mi accusate e mi dite: “Tu bestemmi, perché tu sei uomo e affermi di essere Figlio di Dio”. Voi così non accogliete la mia testimonianza! E se non credete quando parlo di queste cose terrene, come mi crederete se vi parlo di cose del cielo? Ma, se non compio le opere del Padre mio voi continuate a non credere in me; e se invece le compio, anche se non volete ancora credere in me, credete almeno a queste opere che il Padre mi ha dato da compiere, perché sappiate e crediate che il Padre è in me e io sono nel Padre».

Gesù allora proclamò a gran voce: «Chi crede in me, in realtà crede nel Padre che mi ha mandato; chi vede me, vede il Padre che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chi crede in me non rimanga nelle tenebre. Finché sono nel mondo, io sono la luce del mondo. Mentre avete la luce credete nella luce per diventare figli della luce, camminate finché avete la luce, prima che vi sorprendano le tenebre, perché chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Ma attenti, ancora per poco tempo la luce è con voi: infatti, ormai sono in mezzo a voi soltanto per poco. Ora io me ne vado, e voi mi cercherete inutilmente, ma dove vado io, voi non potete venire».

Comunque sappiate che: «Chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica, io non lo condanno. Infatti non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo. Ma chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha già un giudice: a condannarlo, nell’ultimo giorno, sarà proprio la parola che io ho annunciato». Avrei ancora molte cose da dire e da giudicare a vostro riguardo. In verità, in verità vi dico: «Un uomo è testimone di quello che ha visto sulla terra, ma io dico al mondo solo quello che ho visto e ho udito stando presso il Padre mio, colui che mi ha mandato. Egli dice il vero».

Gesù rimase a Gerusalemme durante le feste di Pasqua. Molti videro i segni che faceva e, comunque, dopo queste parole molti credettero in lui, anche fra i capi. Ma non lo riconoscevano apertamente davanti ai farisei per non essere espulsi dalla loro comunità. Infatti i Giudei avevano già stabilito che se qualcuno avesse riconosciuto Gesù come Messia, lo avrebbero espulso dalla Sinagoga: per loro era più importante essere rispettati dagli uomini, piuttosto che essere apprezzati da Dio.


La Passione

Gesù annuncia la sua glorificazione

Terminati questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi sapete che fra due giorni è la festa di Pasqua e vi dico che deve avverarsi per me quel che sta scritto nelle Scritture: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine. Sta scritto del Figlio dell’uomo che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Inoltre egli sarà arrestato e poi lo inchioderanno su una croce.

Infatti, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così dovrà essere innalzato anche il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Ma attenzione, sono io che offro la vita di mia volontà, nessuno me la toglierà, poiché dal Padre mio ho ricevuto il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo».

«Voi fra poco non mi vedrete più; poi, dopo un po’, mi rivedrete. Voi avete amato me e avete creduto che provengo dal Padre. Ero col Padre e di là sono venuto nel mondo, ma ora lascio il mondo, e torno al Padre, perché è giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. Se uno mi vuol servire mi segua e, dove sono io, là ci saranno anche quelli che mi servono. E chi serve me sarà onorato dal Padre».

Poi Gesù continuò: «Ora l’anima mia è turbata, e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Oppure fammi evitare questa prova? Ma è proprio per quest’ora che sono venuto. Padre, glorifica il tuo nome!». Allora venne una voce dal cielo e disse: “L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò”. La folla che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono, altri dicevano: “No, è un angelo che gli ha parlato”. Ma Gesù rispose: «Quella voce non era per me, ma per voi.

Ora comincia il giudizio per questo mondo: ora il demonio, il principe di questo mondo, sta per essere buttato giù, sarà sconfitto e destituito dalla signoria del mondo. Ed io, quando sarò elevato da terra, attirerò a me tutti gli uomini».

Gesù questo diceva per far capire di quale morte doveva morire, che cioè sarebbe morto su una croce. Alcuni dei suoi discepoli commentarono tra di loro: – Che cosa significa tutto questo che ci dice? Non riusciamo a comprendere quello che vuol dire.

Giuda tradisce Gesù

Intanto il diavolo entrò nel cuore di Giuda Iscariota, il figlio di Simone Iscariota, per convincerlo a tradire Gesù. Giuda andò a parlare con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie del Tempio per mettersi d’accordo sul modo di aiutarli ad arrestare Gesù. Egli disse loro: – Che cosa mi date perché io vi consegni Gesù?

Quelli all’udirlo si rallegrarono della sua proposta perché da tempo stavano cercando il modo come toglierlo di mezzo. Però temevano il popolo. Promisero di dargli in cambio dei soldi, “fissarono trenta monete di argento”, e gliele consegnarono. Da quel momento Giuda fece la sua promessa di cercare l’occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla.

La cena pasquale e la lavanda dei piedi

Era ormai vicina la festa ebraica della Pasqua, il primo giorno degli Azzimi, quando gli Ebrei immolavano l’agnello pasquale. I discepoli domandarono a Gesù: – Dove vuoi che andiamo a prepararti la cena di Pasqua? Gesù mandò avanti Pietro e Giovanni con questo incarico: «Andate a preparare per tutti noi la Pasqua, perché possiamo mangiare. Quando entrerete in città incontrerete un uomo che porta una brocca d’acqua. Seguitelo fino alla casa dove entrerà».

Poi direte al padrone di quella casa: «Il Maestro ti manda a dire che il suo momento ormai è arrivato e che desidera fare la cena pasquale con i suoi discepoli, e ti chiede la stanza. Egli vi mostrerà al piano superiore una sala grande addobbata con i tappeti, già pronta. Là preparate la cena». Pietro e Giovanni andarono, trovarono tutto come aveva loro detto Gesù e prepararono la cena pasquale.

Venuta la sera, Gesù giunse con i Dodici. Sapeva che era venuto per lui il momento di lasciare questo mondo e tornare al Padre, sapeva che il Padre gli aveva dato ogni potere, sapeva pure che era venuto da Dio e che a Dio ritornava. Mentre cenavano, Gesù allora si alzò da tavola, si tolse la veste, si legò un asciugamano intorno ai fianchi, poi versò dell’acqua in un catino, e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli. Poi li asciugava con il panno che aveva intorno ai fianchi. Quando dunque Gesù terminò di lavare i piedi ai discepoli, riprese la sua veste e si mise di nuovo a tavola.

Poi disse: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate Maestro e Signore, e fate bene perché lo sono. Dunque, se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Così vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. Ora sapete queste cose, ma sarete beati quando le metterete in pratica». Io vi do un comandamento nuovo: «Amatevi gli uni gli altri.

Amatevi come io vi ho amato! Proprio da questo comandamento tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri. Nessuno ha un amore più grande di questo: che uno dia la vita per i propri amici, e voi infatti siete miei amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi».

L’istituzione dell’Eucaristia

Poi disse loro ancora: «Ho tanto desiderato fare questa cena pasquale con voi prima di soffrire». E aggiunse: «Finora ho parlato per mezzo di similitudini; ma verrà il momento che lascerò da parte le similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non ci sarà bisogno che io preghi il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio».

Mentre stavano mangiando, Gesù prese il pane, fece la preghiera di benedizione, poi spezzò il pane, lo diede ai discepoli e disse: «Questo è il mio corpo, che viene offerto per voi, prendete e mangiate, fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, alla fine della cena, prese la coppa del vino e, dopo aver reso grazie, la diede ai discepoli e disse: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, offerto per tutti gli uomini per il perdono dei peccati, a conferma della nuova alleanza che Dio stabilisce per mezzo del mio sangue, che viene versato per voi».

In verità, in verità vi dico: «Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue dimora in me e io in lui, avrà la vita eterna grazie a me e io lo risusciterò l’ultimo giorno».

Gesù svela colui che lo tradirà

«Io non parlo di tutti voi, perché io conosco gli uomini che ho scelto. Ma si devono adempiere queste parole delle Scritture: Colui che mangia il pane con me si è ribellato contro di me». Gesù parlò così, ed era molto turbato. Poi disse: «Io vi assicuro che uno di voi mi tradirà: uno che mangia qui a tavola con me». I discepoli diventarono tristi, si guardarono gli uni gli altri, incerti, e cominciarono a domandarsi a uno a uno chi di loro stava per fare una cosa simile, perché non capivano di chi parlasse.

Ora uno dei discepoli, il discepolo prediletto di Gesù, si trovava a tavola al suo fianco. Simon Pietro gli fece un cenno come per dire: – Chiedigli di chi sta parlando. Ed egli reclinandosi così sul suo petto, gli disse: – Signore, chi è? Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un pezzo di pane e glielo darò. È costui quello che mi tradirà». E intinto un boccone di pane nel piatto lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Appena Giuda ebbe preso quel pezzo di pane, Satana entrò in lui. Gesù continuò: «Il Figlio dell’uomo sta per morire, come è stato stabilito per lui e così come di lui sta scritto. Ma guai a quell’uomo per mezzo del quale il Figlio dell’uomo è tradito. Per lui sarebbe stato meglio non essere mai nato!». Allora Giuda, il traditore, domandò:– Maestro, sono forse io? E Gesù gli rispose: «Tu l’hai detto».

Nessuno di quelli che erano a tavola capì perché Gesù gli aveva parlato a quel modo. Giuda dunque prese il boccone di pane e poi uscì subito. Era notte. Quand’egli fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato da Dio, e anche la gloria di Dio si manifesterà per mezzo del Figlio che a sua volta agirà in modo da manifestare la gloria di Dio».

Gesù abbandonato da tutti

«Questa notte tutti voi perderete ogni fiducia in me, perché sta scritto: Ucciderò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». Il Signore disse: «Simone, Simone, ascolta! Satana ha preteso, ottenendolo, di potervi passare al vaglio, come si fa con il grano per pulirlo. Ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu quando sarai ritornato a me, ravveduto, da’ forza ai tuoi fratelli».

Allora Simon Pietro disse a Gesù: – Dove vai, Signore? Gesù rispose: «Dove vado io, tu non puoi venire, per ora; ma mi seguirai dopo». Pietro replicò: – Signore, perché non posso seguirti ora? Sono pronto ad andare in prigione e a morire per te! Gesù rispose: «Tu sei pronto a morire per me?». In verità, in verità ti dico: «Proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo abbia cantato due volte, tu già per tre volte avrai detto che non mi conosci».

Ma Pietro con grande insistenza continuava a dire: – Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò. Anche gli altri discepoli dicevano la stessa cosa, anzi aggiunsero: – Si, adesso parli con chiarezza e non fai più uso di similitudini. Ora siamo sicuri che tu sai ogni cosa, e non hai bisogno che qualcuno ti faccia domande. Per questo crediamo che tu provieni da Dio.

Gesù è la via che conduce al Padre

Gesù disse ancora ai suoi discepoli: «Non siate tristi, perché vi ho detto queste cose, ma abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Fratelli, per poco tempo ancora rimango con voi. Come ho già detto ai Giudei e ai capi ebrei, lo dico ora anche a voi: ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre, colui che mi ha mandato. Devo continuare a fare la sua volontà e compiere la sua opera fino in fondo. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti e io vado a prepararvi un posto. Voi mi cercherete e non mi troverete, ma poi ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. Dove io vado voi non potete venire, anche se del luogo dove io vado, voi conoscete la via».

Tommaso ribatté: – Signore, ma noi non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la strada? Gesù gli disse: «IO SONO LA VIA, IO SONO LA VERITÀ E LA VITA». «Io sono la vera vite e voi siete i tralci: Chi rimane unito a me e io in lui produce molto frutto. Invece se uno non rimane unito a me, è gettato via come i tralci che diventano secchi e che la gente raccoglie per bruciarli, perché senza di me non potete far nulla. Chi ha visto me, ha visto il Padre, egli abita in me, ed è lui che agisce. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre, ma solo per mezzo di me si va al Padre. Infatti tutto quello che vi dico, lo dico come il Padre l’ha detto a me: il Padre che mi ha mandato, egli stesso, mi ha ordinato che cosa devo dire e annunciare. Io so che l’incarico che ho ricevuto porta la vita eterna». In verità , in verità vi dico: «Anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi. Io vi assicuro che il Padre vi darà tutto quel che gli domanderete nel mio nome. Fino ad ora, non avete chiesto nulla nel mio nome. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Chiedete e otterrete, perché la mia gioia sia anche la vostra, e perché così la vostra gioia sia piena».

Gesù promette lo Spirito Santo

«Non sia turbato ora il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito quel che vi ho detto prima: Me ne vado, ma poi tornerò da voi. Se mi amate, dovreste rallegrarvi che io vada dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Egli mi mandò fra gli uomini e devo fare esattamente come mi ha comandato. Però ora so che la tristezza ha riempito il vostro cuore, perché vi ho detto queste cose. Ebbene, io vi assicuro che voi piangerete e vi lamenterete, il mondo invece farà festa, ma se è vero che fra poco non mi vedrete, è anche vero che poi, dopo un po’, mi rivedrete». In verità, in verità vi dico: «Voi vi rattristerete, ma poi la vostra tristezza diventerà gioia nel momento in cui mi rivedrete di nuovo. Quando quel giorno verrà, non mi farete più nessuna domanda».

Ma ora io vi dico la verità: «Per voi è meglio che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi lo Spirito che vi difenderà. Ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. Infatti è giunto il momento, ed è questo, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla Verità di Dio. Io pregherò il Padre mio di darvi un altro Consolatore: lo Spirito Santo, lo Spirito della verità, perché rimanga con voi per sempre. In quel giorno voi saprete che io vivo unito al Padre, e voi siete uniti a me e io a voi. Egli sarà il mio testimone che vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quel che ho detto. Riprenderà quel che io ho insegnato, e ve lo farà capire meglio; egli vi guiderà alla verità tutta intera, vi parlerà delle cose che verranno e nelle sue parole si manifesterà la mia gloria.

Egli verrà e mostrerà di fronte al mondo cosa significa “peccato”, “giustizia” e “giudizio”. Quanto al peccato del mondo, perché non hanno creduto in me. Quanto alla giustizia, perché torno dal Padre e non mi vedrete più. Quanto al giudizio, perché Satana, il principe e dominatore di questo mondo, è già stato giudicato.

Purtroppo il mondo non vede e non conosce lo Spirito di verità, perciò non può riceverlo. Infatti, se io non fossi venuto a parlare, a insegnare e a fare in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai fatto, essi non avrebbero colpa. Ora invece non hanno nessuna scusa, perché le hanno vedute ma non hanno creduto, anzi hanno odiato me ed il Padre mio.

Voi invece mi avete amato e avete creduto che io sono venuto da Dio, che sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo: È per questo che il Padre stesso vi amerà». Gesù così concluse: «Fratelli, ancora molte cose avrei da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso, ed ora sarebbe troppo per voi».

Gesù predice ai discepoli odio e persecuzioni

«Se voi apparteneste al mondo, il mondo vi amerebbe come suoi. Invece il mondo vi odia, perché voi non appartenete al mondo: io vi ho scelti e vi ho strappati al potere del mondo. Ma se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi hanno odiato me e, se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Sarete espulsi dalle Sinagoghe; anzi verrà un momento in cui vi uccideranno pensando di fare cosa grata a Dio. Vi faranno tutto questo a causa del mio nome, perché non hanno conosciuto né il Padre, né me. Verrà l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Frattanto questo Vangelo del regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine».

Gesù conclude il suo discorso con queste parole: «Vi ho parlato così perché ciò che vi capiterà non turbi la vostra fede e perché troviate in me la pace. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. La pace che io vi do però non è come quella del mondo, perché in questo mondo voi siete nella tribolazione e avrete dolori; ma quando verrà il momento dei persecutori ricordatevi che io ve ne avevo parlato. Non vi preoccupate e non abbiate paura, ma abbiate fiducia e coraggio: Io ho vinto il mondo!».

Gesù si rivolge in preghiera al Padre

Dopo aver detto queste parole, Gesù alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l’ora. Manifesta la gloria del Figlio, perché il Figlio manifesti la tua gloria. Tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché tutti quelli che gli hai affidato ricevano vita eterna. Questa è la vita eterna: conoscere te, l’unico vero Dio, e conoscere colui che tu hai mandato, Gesù Cristo. Io ho manifestato la tua gloria sulla terra, portando a termine l’opera che mi avevi affidato. Tu mi hai affidato alcuni uomini scelti da questo mondo ai quali ho rivelato chi sei, e ai quali ho dato le parole che mi hai dato e che essi hanno accolto senza esitare: hanno riconosciuto che la tua parola è verità, mettendola in pratica. Hanno creduto inoltre che tu mi hai mandato e ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te».

Ora io prego per loro: «Padre santo, ora io ritorno verso di te, custodisci uniti a te quelli che mi hai affidati. Quando ero con loro, io li proteggevo, e nessuno di loro si è perduto, tranne quello che doveva perdersi, perché si adempisse ciò che le Scritture avevano predetto. Ora il mondo li odia perché io ho dato a loro la tua parola e perciò anche loro, come me, non appartengono più al mondo. Ti prego di proteggerli dal Maligno e consacrali nella tua parola di verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, così anch’io li ho mandati nel mondo. E io offro me stesso in sacrificio per loro, perché anch’essi siano veramente consacrati a te nella verità».

«Padre, io non prego soltanto per questi miei discepoli, ma prego anche per quelli che crederanno in me dopo aver ascoltato la loro parola». «Padre, fa che siano anch’essi in noi una cosa sola: io unito a loro e tu unito a me, perché siano perfetti nell’unità, e il mondo potrà capire che tu mi hai mandato». «Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto ma io ti ho fatto conoscere a loro e ti farò conoscere ancora; perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e anch’io sarò in loro».

«Padre, fa che il mondo creda che tu mi hai mandato, e voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io, perché contemplino la gloria che tu mi hai dato: infatti tu mi hai amato ancor prima della creazione del mondo». «E ora, Padre, innalzami accanto a te, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te fin prima che il mondo esistesse». E dopo aver cantato i salmi della festa, poi andarono verso il monte degli Ulivi.

Gesù prega nel Getsèmani

Poi Gesù uscì con i suoi discepoli e andò oltre il torrente Cèdron, in un luogo detto Getsèmani verso il monte degli Ulivi, dove c’era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli.

Egli disse: «Restate qui, mentre io vado là a pregare». E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, incominciò a essere triste e angosciato. Allora disse ai tre discepoli: «Una tristezza mortale mi opprime, fermatevi qui e restate svegli con me, pregate per resistere nel momento della prova e non cadere in tentazione, perché lo Spirito è pronto, ma la carne è debole».

Poi si allontanò da loro alcuni passi, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Abbà, Padre mio, tu puoi tutto, allontana da me questo calice di dolore! Però non sia fatta la mia volontà, ma la tua». Allora dal cielo venne un angelo per confortarlo e in quel momento di grande angoscia pregava più intensamente. E il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi tornò indietro verso i discepoli, ma trovò che dormivano. Allora disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare nemmeno un’ora sola con me?».

E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se proprio devo bere di questo calice di dolore, sia fatta la tua volontà». Poi ritornò dai discepoli e li trovò ancora che dormivano: non riuscivano a tenere gli occhi aperti per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per resistere nel momento della prova». Per la terza volta Gesù si allontanò e andò a pregare ripetendo le stesse parole. Poi tornò verso i discepoli e disse: «Ma come, voi ancora dormite e riposate? Ecco, il momento è ormai giunto, il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Sta arrivando colui che mi tradisce». Gesù infatti sapeva tutto quello che stava per accadergli!

L’arresto di Gesù

Giuda intanto era andato a cercare i soldati e le guardie messe a disposizione dai capi dei sacerdoti e dai farisei. Mentre Gesù ancora parlava coi discepoli arrivò una turba di gente, provviste di fiaccole e lanterne, e armata di spade e bastoni. Giuda, uno dei Dodici, faceva loro da guida. Chi lo tradiva aveva dato loro un segno convenuto: Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta.

Subito Giuda gli si accostò dicendo: “Salve, Maestro!”. E lo baciò. Allora Gesù disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo? Amico, per questo sei qui, si faccia quello che sei venuto a fare!». Quelli che erano venuti insieme a Giuda si fecero avanti, afferrarono Gesù, lo legarono e lo arrestarono.

Allora uno di quelli che erano con Gesù, precisamente Simon Pietro, stesa la mano, estrasse la spada e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli l’orecchio destro. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero! Perché tutti quelli che usano la spada moriranno colpiti dalla spada. Che cosa credi? Non sai che io potrei chiedere aiuto al Padre mio e subito mi manderebbe più di dodici migliaia di angeli? Ma in questo caso non si compirebbero le parole delle Scritture. Invece bisogna che io beva il calice di dolore che il Padre mi ha preparato. Lasciate fare, anche questo, perché è ciò che era stabilito!». Toccò l’orecchio di quel servo e lo guarì.

Poi Gesù rivolgendosi ai capi dei sacerdoti, ai capi delle guardie del Tempio, alle altre autorità del popolo che erano venuti contro di lui e alla folla, disse: «Siete venuti a prendermi con spade e bastoni, come se fossi un delinquente! Tutti i giorni stavo seduto nel Tempio a insegnare, e non mi avete mai arrestato. Ebbene, tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti: esse infatti dicono che deve accadere così. Ma questa è l’ora vostra: ora si scatena il potere delle tenebre». Allora tutti i discepoli presi dal panico lo abbandonarono e fuggirono.

Le guardie del Tempio che avevano arrestato Gesù lo portarono prima dal sacerdote Anna, suocero di Caifa, poi lo portarono alla casa di Caifa che era sommo sacerdote in quell’anno, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani.

Era stato lui che aveva consigliato ai Giudei: “È meglio che un solo uomo muoia per tutto il popolo”. Pietro intanto lo aveva seguito da lontano. Poi entrò fin dentro nel cortile della casa del sommo sacerdote e andò a sedersi in mezzo ai servi che si scaldavano vicino al fuoco, per vedere come andava a finire.

Una serva lo vide là, seduto presso il fuoco, fissandolo disse: – Anche quest’uomo era con Gesù! Ma Pietro negò e disse: – Donna, non lo conosco! Poco dopo un altro, vedendo Pietro, disse: – Anche tu sei uno di loro! Ma Pietro dichiarò: – Uomo, no, non lo sono! Dopo circa un’ora, un altro affermò con insistenza: – Sono sicuro, anche quest’uomo era con Gesù. Infatti, da come parla, si capisce che viene dalla Galilea. Allora Pietro cominciò ad imprecare e a giurare che non era vero e diceva: – Io non so quel che tu dici. Non conosco quell’uomo! In quel momento, mentre Pietro ancora parlava, un gallo cantò. Il Signore si voltò verso Pietro e lo guardò.

Pietro allora si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Oggi, prima che il gallo canti, avrai dichiarato tre volte che non mi conosci». Poi uscì fuori e pianse amaramente. Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù, si prendevano gioco di lui: lo percuotevano e, bendatolo, gli dicevano:– Indovina: chi ti ha colpito? E lanciavano contro di lui molti altri insulti.

Gesù davanti al tribunale

Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo con i sommi sacerdoti e gli scribi. Fecero condurre Gesù davanti al loro tribunale, il sinedrio, e cercavano una falsa accusa contro di lui, per poterlo condannare a morte. Ma non riuscivano a trovarne alcuna, anche se si erano presentati moltissimi testimoni falsi. Ma dicevano uno il contrario dell’altro. Infine se ne presentarono altri due che dissero: – Una volta egli ha dichiarato: “Io posso distruggere il Tempio di Dio fatto da uomini e in tre giorni ne innalzerò un altro non fatto da mani d’uomo”. Ma anche su questo punto quelli che parlavano non erano d’accordo. Allora si alzò il sommo sacerdote e gli disse: – Non rispondi nulla? Che cosa sono queste accuse contro di te? Ma Gesù rimaneva zitto e non rispondeva nulla. Intanto il sommo sacerdote cominciò a far domande a Gesù sui suoi discepoli e sul suo insegnamento.

Gesù rispose: «Io ho parlato chiaramente al mondo. Ho sempre insegnato nelle Sinagoghe e nel Tempio, e non ho mai parlato di nascosto, ma sempre in pubblico, in mezzo alla gente. Quindi, perché mi fai queste domande? Interroga quelli che mi hanno ascoltato: essi sanno quel che ho detto». Così parlò Gesù. Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti gli diede uno schiaffo, dicendo: – Così rispondi al sommo sacerdote?

Gesù replicò: «Se ho detto qualcosa di male, dimostralo; ma se ho detto la verità, perché mi percuoti?». Il sommo sacerdote gli fece ancora una domanda: – Se tu sei il Messia, il Cristo, il Figlio di Dio benedetto, dillo apertamente a noi. Ma Gesù rispose: «Anche se lo dico, voi non mi credete, se invece vi faccio domande, voi non mi rispondete: Si, sono io. Tu l’hai detto, anzi io vi dico: da questo momento starà il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio Onnipotente». Allora tutti esclamarono: – Tu dunque sei il Figlio di Dio? Gesù rispose loro: «Voi stessi lo dite! Io lo sono!».

Allora il sommo sacerdote, scandalizzato, stracciandosi le vesti, disse: – Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la sua bestemmia, ormai non abbiamo più bisogno di prove! Noi stessi lo abbiamo udito direttamente dalla sua bocca. Qual è il vostro parere? Tutti sentenziarono: “È reo di morte!”. Allora alcuni gli sputarono in faccia e lo presero a pugni; altri lo bastonavano dicendo: – Indovina, o Cristo! Chi è che ti ha percosso? Poi lo legarono in catene e lo portarono via per consegnarlo a Pilato, il governatore romano.

Il suicidio di Giuda

Quando Giuda, il traditore, vide che Gesù era stato condannato, ebbe rimorso. Pentitosi, prese le trenta monete d’argento e le riportò ai capi dei sacerdoti e alle altre autorità, e disse: – Ho fatto male, ho tradito un innocente. Ma quelli risposero: – A noi che importa? Sono affari tuoi! Allora Giuda buttò le monete nel Tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.

I capi dei sacerdoti raccolsero le monete e dissero: – La nostra Legge non permette di mettere questi soldi nel tesoro del Tempio, perché è prezzo di sangue. E, tenuto consiglio, con quei soldi comprarono il Campo del Vasaio per destinarlo al cimitero degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: “E presero trenta denari d’argento, prezzo che il popolo d’Israele aveva pagato per lui, e li usarono per comprare il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore” .

Gesù davanti a Pilato: la condanna a morte

Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa al palazzo del governatore romano. Pilato uscì incontro a loro e disse: – Quale accusa portate contro quest’uomo? Gli risposero: – Se non fosse un malfattore, non te lo avremmo portato qui! Così tutta quell’assemblea si alzò e cominciarono ad accusarlo: – Quest’uomo noi lo abbiamo trovato mentre sobillava la nostra gente: non vuole che si paghino le tasse all’imperatore romano e pretende di essere il Messia-re promesso da Dio.

Allora Pilato lo interrogò: – Sei tu il re dei Giudei? Gesù rispose: «Tu lo dici! Ma il mio regno non appartiene a questo mondo. Se il mio regno appartenesse a questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato alle autorità giudaiche». Intanto i capi dei sacerdoti e le altre autorità portavano ulteriori accuse contro di lui, ma egli non diceva nulla. Allora Pilato gli disse: – Non senti di quante cose ti accusano? Ma Gesù non rispose neanche una parola, tanto che il governatore ne fu molto meravigliato. Pilato gli disse di nuovo: – Insomma, sei un re, tu? Gesù rispose: «Se tu dici che io sono re, allora vuol dire che io sono nato e sono venuto nel mondo per essere un testimone della verità. Chi appartiene alla verità ascolta la mia voce». Pilato quindi si rivolse ai capi dei sacerdoti e alla folla e disse: – Io non trovo alcun motivo per condannare quest’uomo. Ma quelli insistevano dicendo: – Egli crea disordine fra il popolo. Ha cominciato a diffondere le sue idee in Galilea; ora è arrivato fin qui e va predicando per tutta la Giudea. Quando Pilato udì questa accusa domandò a Gesù: – Da dove vieni? Ma Gesù non rispose. Allora Pilato gli disse: – Non dici nulla? Non sai che io ho il potere di liberarti e il potere di farti crocifiggere? Gesù replicò: «Non avresti nessun potere su di me se non ti fosse dato da Dio. Perciò, chi mi ha messo nelle tue mani è più colpevole di te!».

Allora Pilato, venendo così a sapere che Gesù apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme. Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C’erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, che lo accusavano con rabbia. Anche Erode, insieme con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi rivestendolo di una splendida veste lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici. Infatti prima erano in rapporti di inimicizia tra loro.

Pilato, allora, convocate le autorità del popolo, disse loro: – Voi mi avete portato qui quest’uomo come un sobillatore del popolo. Ebbene, io ve lo conduco fuori. Ho esaminato il suo caso pubblicamente davanti a voi, ma sappiate che io non trovo in lui nessuna colpa per quello di cui lo accusate. Anche Erode è dello stesso parere: tant’è vero che lo ha rimandato da noi senza condannarlo. Dunque, quest’uomo non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò dopo averlo severamente castigato, lo lascerò libero. Prendetelo voi e giudicatelo voi secondo la vostra legge!

Gli risposero i Giudei: – Secondo la nostra Legge deve essere condannato a morte, perché ha detto di essere il Figlio di Dio. Ma a noi non è consentito mettere a morte nessuno. E tutti insieme si misero a gridare: “A morte quest’uomo, crocifiggilo!”. Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare. Pilato sapeva bene che l’avevano portato a lui solo per odio e, rivolgendosi di nuovo verso i Giudei, disse loro: – Vi è tra voi l’usanza che per la Pasqua si metta in libertà un condannato: Chi volete che vi rilasci, Gesù Barabba o Gesù chiamato il Cristo? Chi dei due volete che vi rilasci? Ma quelli, sobillati dai sommi sacerdoti e dalle altre autorità, si misero di nuovo a gridare e a dire: “No, non lui, vogliamo libero Barabba!”.

Questo Barabba era un bandito, un carcerato famoso, che era stato messo in prigione perché aveva preso parte ad una sommossa del popolo in città ed aveva ucciso un uomo. Pilato voleva liberare Gesù. Perciò disse di nuovo ai presenti: – Che cosa dunque volete che faccia di quest’uomo che voi chiamate il re dei Giudei? Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Per la terza volta Pilato, disse loro: – Ma che male ha fatto costui? I sommi sacerdoti, gli inservienti e le guardie gridarono ancora più forte: “A morte! Crocifiggilo! Mettilo in croce!”. Pilato allora disse: – Prendetelo e mettetelo voi in croce, perché io non trovo in lui nessuna colpa che meriti la morte. Pilato cercava in tutti i modi di mettere Gesù in libertà ma, nello stesso tempo, non voleva scontentare la folla. E quando vide che non poteva far niente, perché insistevano a gran voce nel chiedere che venisse crocifisso e che anzi la gente si agitava sempre di più, disse per l’ultima volta: – Devo far morire in croce il vostro re? I capi dei sacerdoti risposero: “Il nostro re è uno solo: l’imperatore”.

Allora Pilato alla fine decise di lasciar fare come volevano, abbandonando Gesù alla loro volontà. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio, come essi richiedevano e, dopo averlo fatto frustare a sangue, poi lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. Fece portare un po’ di acqua, si lavò le mani davanti alla folla e disse: – Io non sono responsabile della morte di quest’uomo! Sono affari vostri!

Allora i soldati portarono Gesù nel palazzo del governatore e gli radunarono attorno tutto il resto della truppa. Gli tolsero i suoi vestiti, gli misero addosso un manto scarlatto e intrecciata una corona di rami spinosi gliela misero sul capo; nella mano destra gli diedero un bastone. Poi incominciarono a inginocchiarsi davanti a lui e a dire ridendo: – Salve, re dei Giudei! Percuotevano il suo capo con una canna e gli sputavano in faccia. Dopo averlo così schernito e insultato, gli tolsero la veste rossa e lo rivestirono dei suoi abiti.

Poi lo portarono fuori della città per crocifiggerlo, costringendolo a portare la croce sulle spalle. Erano in molti a seguire Gesù: una gran folla di popolo e un gruppo di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.

Sulla via del Calvario

Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.

“Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi!

e ai colli: Copriteci!

Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.

Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati.

Gesù è inchiodato ad una croce

Insieme con Gesù venivano condotti a morte anche due malfattori per essere giustiziati. Quando giunsero sul posto detto “luogo del Cranio”, detto in ebraico Gòlgota, vicino a Gerusalemme, si fermarono e “gli diedero da bere vino mescolato con fiele”; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Prima crocifissero Gesù e poi i due malfattori: uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. Erano le nove del mattino. Dopo averlo quindi crocifisso, “si spartirono le sue vesti tirandole a sorte”. E sedutisi, gli facevano la guardia.

Pilato stesso compose l’iscrizione e la fece porre sulla croce, in alto, sopra la sua testa, con la motivazione della sua condanna: “Questi è Gesù di Nàzaret, il re dei Giudei”. Il cartello era scritto in tre lingue: in ebraico, in latino e in greco. Molti Giudei lessero questa iscrizione e i sommi sacerdoti dissero allora a Pilato: Non devi scrivere: “Il re dei Giudei”. Invece scrivi che lui ha detto: “Io sono il re dei Giudei”. Ma Pilato rispose: – Basta, ciò che ho scritto, è scritto.

Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!». Intanto uno dei malfattori che era stato crocifisso insieme con Gesù, insultandolo, gli diceva: – Non sei tu il Messia? Salva te stesso e noi! Ma l’altro lo rimproverava e diceva: – Non hai proprio nessun timore di Dio ? Per noi due è giusto scontare il castigo per ciò che abbiamo fatto, lui invece non ha fatto nulla di male. Poi aggiunse: – Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gesù gli rispose: «Ti assicuro che oggi sarai con me in paradiso».

I passanti deridono Gesù sulla croce

Quelli che passavano di là scuotevano la testa in segno di disprezzo, lo insultavano e dicevano: – Ehi, tu che volevi distruggere il Tempio e ricostruirlo in tre giorni, se tu sei il Figlio di Dio, salva te stesso! Scendi dalla croce! Così vedremo e noi crederemo che sei veramente il Messia scelto da Dio! Allo stesso modo i sommi sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, lo schernivano e dicevano: Lui che ha salvato tanti altri, adesso non è capace di salvare se stesso! Ha sempre “confidato in Dio” e diceva: «Io sono il Figlio di Dio». “Lo liberi lui, ora, se gli vuol bene!”. Intanto, gli amici di Gesù e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea se ne stavano ad una certa distanza ed osservavano tutto quel che accadeva.

Gesù e sua madre

Accanto alla croce stavano alcune donne: la madre di Gesù con sua sorella, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo l’accolse tra i suoi.

La morte di Gesù

Verso mezzogiorno si fece buio per tutta la regione, fino alle tre di pomeriggio. Il sole si oscurò e il grande velo appeso nel Tempio si squarciò a metà. A questo punto Gesù, sapendo che tutto era compiuto, disse: «Ho sete», affinché la Scrittura fosse compiuta fino in fondo.

Vi era lì un vaso pieno di aceto e gli accostarono alla sua bocca una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna. E dopo aver ricevuto l’aceto, verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». «Padre, nelle tue mani affido la mia vita». «Tutto è compiuto». Dopo queste parole, emanando un forte grido, abbassò il capo e rese lo spirito.

La terra tremò, le rocce si spaccarono, le tombe si aprirono e molti corpi di santi morti tornarono in vita. L’ufficiale romano e gli altri soldati che con lui facevano la guardia a Gesù , sentito il terremoto e visto quel che accadeva, furono presi da grande spavento e dissero: – Veramente quest’uomo era giusto, quest’uomo era davvero Figlio di Dio ! Anche quelli che erano venuti per vedere lo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano a casa battendosi il petto.

Poi vennero i soldati per spezzare le gambe ai due condannati che erano stati crocifissi insieme a Gesù; si avvicinarono a Gesù e vedendo che era già morto non gliele spezzarono, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con una lancia. Subito dalla ferita ne uscì sangue e acqua.

Giuseppe di Arimatèa

Quel giorno, vigilia del sabato, ormai era già sera, quando venne un uomo di nome Giuseppe, proveniente da Arimatèa, una città giudea. Era un uomo ricco il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore delle autorità giudaiche. Egli era un personaggio importante, membro autorevole del Sinedrio, che non aveva approvato né aveva aderito alla decisione degli altri consiglieri contro Gesù. Era infatti un uomo buono e giusto, e aspettava con fiducia il regno di Dio.

Giuseppe dunque si fece coraggio, andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che Gesù fosse già morto. Chiamò allora l’ufficiale e gli domandò se era morto davvero. Dopo aver ascoltato l’ufficiale, diede il permesso di prendere il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce e lo avvolse in un candido lenzuolo. Arrivò anche Nicodemo che portava con sé un’anfora pesantissima, piena di profumo: mirra con aloe.

Deposizione di Gesù

Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero nelle bende con i profumi com’è usanza per i Giudei quando seppelliscono i morti. Nel luogo dove avevano crocifisso Gesù c’era un giardino, e nel giardino c’era una tomba nuova scavata nella roccia, nella quale nessuno era mai stato ancora sepolto. Là dunque deposero il corpo di Gesù. Poi fecero rotolare una grossa pietra davanti alla porta della tomba e se ne andarono. Era la vigilia di Pasqua e già splendevano le luci del sabato.

Intanto due delle donne, Maria Maddalena e l’altra Maria madre di Giacomo e di Giuseppe che avevano seguito Gesù, le stesse che erano venute con lui dalla Galilea, stavano lì sedute di fronte alla tomba ad osservare dove veniva deposto il corpo di Gesù. Poi se ne tornarono a casa per preparare aromi e oli profumati. Il giorno dopo festivo, il sabato, lo trascorsero nel riposo, come prescrive la legge ebraica. Colui che ha visto tutto questo ne ha dato testimonianza e la sua testimonianza è vera. Egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.


La Resurrezione

Le pie donne

Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, al levar del sole, le donne Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo e Salomè si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato, per andare ad imbalsamare il corpo di Gesù.

Mentre andavano dicevano fra loro: – Chi ci farà rotolare via la pietra che è davanti all’ingresso del sepolcro? Ma quando arrivarono, guardarono, e videro che la grossa pietra, molto pesante, era stata già spostata. Allora, piene di spavento, entrarono nel sepolcro, ma non trovarono il corpo del Signore Gesù. Le donne stavano ancora lì senza sapere che cosa fare, quando apparvero loro due uomini in vesti sfolgoranti. Impaurite, tennero la faccia abbassata verso terra.

L’Annuncio

Ma quegli uomini dissero loro: – Non spaventatevi. Voi cercate Gesù di Nàzaret, quello che è stato crocifisso. Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Egli non è qui, ma è risorto! Ricordatevi che ve lo disse quando era ancora in Galilea. Allora vi diceva: – È necessario che il Figlio dell’uomo sia consegnato nelle mani di persone malvagie e queste lo crocifiggeranno. Ma il terzo giorno risusciterà.

Allora le donne si ricordarono che Gesù aveva detto quelle parole. Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a raccontare agli Undici apostoli e a tutti gli altri discepoli quello che avevano visto e udito. Ma quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.

Pietro e Giovanni vanno al sepolcro

Pur tuttavia, Pietro e l’altro discepolo, il prediletto di Gesù, uscirono e si recarono verso il sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò a guardare le bende che erano in terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro; vide anch’egli le bende per terra e il lenzuolo che prima copriva la testa.

Questo non era per terra con le bende ma stava piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano ancora capito quello che dicono le Scritture, cioè che Gesù doveva risorgere dai morti. Allora Pietro e l’altro discepolo se ne tornarono di nuovo a casa, pieni di stupore per l’accaduto.

Apparizione a Maria

Dopo essere risuscitato, la mattina presto Gesù apparve prima a Maria Maddalena che era rimasta a piangere all’esterno vicino al sepolcro, e le disse: «Maria!». Lei subito si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: Maestro mio! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché io non sono ancora tornato al Padre, ma va’ dai miei fratelli e di’ loro che io ora torno al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Allora Maria andò dai discepoli, che erano tristi e piangevano, e portò la notizia che Gesù era vivo e lei lo aveva visto! Ma essi non le credettero.

I discepoli di Emmaus

Quello stesso giorno, più tardi, Gesù apparve sotto altro aspetto a due discepoli mentre erano in cammino verso Emmaus, un villaggio lontano circa undici chilometri da Gerusalemme. Lungo la via conversavano tra loro di quel che era accaduto in Gerusalemme in quei giorni. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e si mise a camminare con loro. Essi però non lo riconobbero, perché i loro occhi erano come accecati, erano incapaci di riconoscerlo.

Gesù domandò loro: «Di che cosa state discutendo tra voi mentre camminate?». Uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: – Sei tu l’unico a Gerusalemme a non sapere quel che è successo in questi ultimi giorni? Gesù domandò: «Che cosa?». Quelli risposero: – Il caso di Gesù, il Nazareno! Era un profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e agli uomini. Ma i capi dei sacerdoti e il popolo l’hanno condannato a morte e l’hanno fatto crocifiggere. Noi speravamo che fosse lui a liberare il popolo d’Israele! Ma siamo già al terzo giorno da quando sono accaduti questi fatti. Una cosa però ci ha sconvolto: alcune donne del nostro gruppo sono andate di buon mattino al sepolcro di Gesù e, non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali hanno assicurato che egli è vivo. Poi sono andati al sepolcro altri del nostro gruppo e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui, Gesù, non l’hanno visto.

Allora Gesù disse: «Voi capite poco davvero; come siete lenti a credere quel che i profeti hanno scritto! Il Messia non doveva forse soffrire queste cose prima di entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro i passi delle Scritture che lo riguardavano. Intanto arrivarono al villaggio dove erano diretti, e Gesù fece finta di voler continuare il viaggio. Ma essi insistettero: – Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino. Perciò Gesù entrò nel villaggio per rimanere con loro. Poi si mise a tavola con loro, prese il pane e pronunziò la preghiera di benedizione; lo spezzò e cominciò a distribuirlo.

In quel momento gli occhi dei due discepoli si aprirono e riconobbero Gesù, ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: – Noi ci sentivamo come un fuoco nel cuore, mentre conversava con noi lungo il cammino e ci spiegava le Scritture! Quindi si alzarono e partirono senza indugio per fare ritorno a Gerusalemme. Là, trovarono gli undici discepoli riuniti con i loro compagni. Questi dicevano: – Davvero il Signore è risorto ed è apparso anche a Simone. A loro volta i due discepoli raccontarono quel che era loro accaduto lungo il cammino e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Prima apparizione agli Apostoli

Ma non tutti credettero. La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre i discepoli se ne stavano con le porte chiuse per paura dei capi ebrei, Gesù in persona apparve in mezzo a loro. Si fermò in piedi e li salutò dicendo: «LA PACE SIA CON VOI!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli mostrò loro le mani, i piedi e il costato. Essi però, pieni di stupore e di gioia, non riuscivano ancora a crederci: era troppo grande la loro gioia. Poi Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non saranno perdonati».

Gesù così continuò: «Perché siete turbati e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi! Sono proprio io! Toccatemi e verificate: un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho».

L’incredulità di Tommaso

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: – Abbiamo visto il Signore! Tommaso replicò: – Se non vedo il segno dei chiodi nelle sue mani e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò.

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Le porte erano chiuse. Gesù venne, si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò dicendo: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato». Rispose Tommaso: – Mio Signore e mio Dio! Gesù gli disse: «Non essere più incredulo, ma credente! Tu hai creduto perché mi hai veduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». Alla fine rimproverò gli undici discepoli perché avevano avuto poca fede, ostinandosi a non credere a quelli che lo avevano visto risuscitato. Poi disse: «Era questo il senso dei discorsi che vi facevo quando ero ancora con voi! Vi dissi chiaramente che doveva accadere tutto quel che di me era stato scritto nella Legge di Mosè, negli scritti dei profeti e nei salmi!». Allora Gesù aprì loro la mente all’intelligenza e li aiutò a capire le profezie delle Scritture.

Poi aggiunse: «Così sta scritto: il Cristo doveva morire, ma il terzo giorno doveva risuscitare dai morti, e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati. Voi sarete testimoni di tutto ciò cominciando da Gerusalemme e resterete in città fino a quando la potenza di Dio non vi riempirà con la sua forza. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Di questo voi siete testimoni».

La missione universale degli Apostoli

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e portate il messaggio del Vangelo a tutti gli uomini. A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Perciò andate, fate che tutti diventino miei discepoli e insegnate loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Portate a tutti i popoli l’invito a cambiare vita, battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, per ricevere il perdono dei peccati». Andate dunque: «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine dei tempi». Amen.

L’ascensione di Gesù in cielo

Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».

Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».

Ritorno dei discepoli a Gerusalemme

I discepoli, pieni di gioia, poi tornarono verso Gerusalemme e stavano sempre nel Tempio lodando e ringraziando Dio. Allora partirono per andare a predicare dappertutto il messaggio del Vangelo. E il Signore agiva insieme a loro e confermava le loro parole con segni miracolosi e prodigi.

Epilogo

Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti. Noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Ci sono ancora molti altri segni miracolosi che Gesù fece in presenza dei suoi discepoli.

Ma questi miracoli e molte altre opere compiute da Gesù non sono state scritte in questo libro: se si scrivessero tutte, una per una, riempirebbero tanti libri. Io penso che neppure il mondo stesso basterebbe a contenerli.

Ma questi fatti sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Messia e il Figlio di Dio. Se crederete in lui, per mezzo di lui, avrete la vita.


I detti di Gesù (Tommaso)

Egli disse: - Chiunque trova la spiegazione di queste parole non gusterà la morte.

Gesù disse: - Colui che cerca non cessi dal cercare, finché non trova e quando troverà sarà commosso, e quando sarà stato commosso contemplerà e regnerà sul Tutto.

Gesù disse: - Se coloro che vi guidano vi dicono: “Ecco Il Regno è nel cielo “, allora gli uccelli del cielo vi saranno prima di voi. Se essi vi dicono: “Il Regno è nel mare”, allora i pesci ci saranno prima di voi. Ma il Regno è dentro di voi ed è fuori di voi. Quando conoscerete voi stessi, sarete conosciuti e saprete che siete figli del Padre Vivente. Ma se non conoscerete voi stessi allora sarete nella privazione e sarete voi stessi privazione.

Gesù disse: - L’uomo vecchio di giorni non esiti a interrogare il fanciullo di sette giorni sul Luogo della Vita ed egli vivrà. Poiché molti che sono i primi saranno gli ultimi e diventeranno uno solo.

Gesù disse: - Conosci ciò che sta davanti al tuo viso, e ciò che ti è nascosto ti verrà rivelato; poiché non vi è nulla di nascosto che non venga un giorno rivelato.

I suoi discepoli lo interrogarono e gli dissero: - Vuoi tu che noi digiuniamo? E come dobbiamo pregare e fare l’elemosina? E quale dieta dobbiamo seguire? - Gesù rispose: - Non dite menzogne; non fate ciò che voi stessi odiate? Perché tutte queste cose sono manifeste davanti al Cielo. Infatti non vi è nulla di nascosto che non venga un giorno rivelato e nulla di coperto che rimanga senza diventare scoperto.

Gesù disse: - Beato il leone che l’uomo mangia, cosicché il leone diventi uomo, e sventurato l’uomo che il leone mangia, cosicché l’uomo diventi leone.

Ed egli disse: - L’uomo è simile ad un saggio pescatore che ha gettato la rete in mare: egli l’ha tirata su dal mare piena di piccoli pesci, in mezzo ai quali ha trovato un pesce grosso e buonissimo, questo saggio pescatore: egli allora ha buttato tutti i pesci piccoli dentro il mare, ha scelto il pesce grosso senza esitazione. Chi ha orecchi per intendere, intenda!

Gesù disse: - Ho gettato il fuoco sul mondo ed ecco, veglio su di questo, finché esso arda.

Gesù disse: - Questo cielo passerà e passerà quello che vi sta sopra, e i morti non vivranno e i vivi non moriranno.

In questi giorni in cui voi vi nutrite di cose morte, le rendete cose di vita: che farete quando sarete nella Luce, nel giorno in cui, essendo uno, diverrete due? Quando diverrete due, cosa farete?

I discepoli dissero a Gesù: - Sappiamo che tu ci lascerai: chi è che sarà grande sopra di noi? - Gesù rispose loro: - Dovunque andrete seguirete Giacomo il Giusto, colui a motivo del quale sono stati creati il cielo e la terra.

Gesù disse loro: - Se voi digiunerete, commetterete colpa verso voi stessi; se pregherete, sarete posti sotto giudizio; se farete elemosina, farete danno al vostro spirito. Se andrete in qualche terra e vi aggirerete per la contrada, se vi riceveranno, mangiate ciò che vi metteranno davanti, e coloro che sono malati fra di loro, guariteli. Poiché, non ciò che entra nella vostra bocca vi contaminerà, ma ciò che esce dalla vostra bocca: questo vi contaminerà.

Gesù disse: - Quando vedete Colui che non è nato da donna, prostratevi col viso a terra e adoratelo: Egli è il vostro Padre.

Gesù disse: - Io vi dirò ciò che occhio non ha mai veduto e ciò che orecchio non ha mai inteso, ciò che mano non ha mai raggiunto e ciò che non è mai affiorato nel cuore dell’uomo.

I discepoli domandarono a Gesù: - Dicci quale sarà la nostra fine -. Gesù rispose: - Avete forse scoperto il principio, che mi interrogate intorno alla fine? Infatti, dove è il principio, li sarà la fine. Beato colui che raggiungerà il principio: egli conoscerà la fine e non gusterà la morte.

Gesù disse: - Beato colui che era, prima di venire al mondo!

Se diventate miei discepoli e ascoltate le mie parole, anche queste pietre saranno al vostro servizio.

Poiché avete in Paradiso cinque alberi che non mutano né estate né inverno, e le loro foglie non cadono mai. Chi li conoscerà non gusterà la morte.

Maria domandò a Gesù: - A chi sono simili i tuoi discepoli? - Egli rispose: - Sono simili a fanciulli i quali si sono introdotti in un campo che non è il loro. Quando verranno i proprietari del campo, diranno loro: “Lasciateci il nostro campo!” Ed essi alla loro presenza si spogliano dei propri vestiti, per lasciar loro e restituire il campo.

Ci sia in mezzo a voi un uomo avveduto: appena il frutto è maturato, egli è uscito in fretta, colla falce alla mano, per raccoglierlo. Chi ha orecchi per intendere, intenda!

Gesù vide dei bambini che stavano poppando. Egli disse ai suoi discepoli: - Questi bambini che stanno poppando sono simili a coloro che entrano nel Regno - Essi allora gli domandarono: - Se saremo piccoli, entreremo nel Regno? -. Gesù rispose loro: - Quando farete in modo che due siano uno, e farete si che l’interno sia come l’esterno e l’esterno come l’interr1o, e l’alto come il basso, e quando farete del maschio e della femmina una cosa sola, cosicché il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina , e quando metterete un occhio al posto di un occhio e una mano al posto di una mano e un piede al posto di un piede, un’immagine al posto di un’immagine, allora entrerete.

Gesù disse: - Io vi sceglierò uno fra mille e due fra diecimila, e si leveranno come una cosa sola.

I suoi discepoli dissero: - Mostraci il Luogo dove tu sei, poiché ci è necessario trovarlo -. Egli rispose loro: - Chi ha orecchi, intenda : se la luce esiste in un essere luminoso, allora esso illumina l’universo intero; ma se esso non brilla, vi sono le tenebre.

Gesù disse: - Ama tuo fratello come la tua anima e vigila su di lui come sulla pupilla del tuo occhio.

Se non farete astinenza del mondo non troverete il Regno, Se non farete Sabato il Sabato, non vedrete il padre.

Gesù disse: - Ho preso posto al centro dell’universo e nella carne mi sono manifestato a costoro. Ma li ho trovati tutti ubriachi: non ho trovato in mezzo a loro nemmeno uno che avesse sete. E l’anima mia si è addolorata per i figli dell’uomo, perché essi sono ciechi nel cuore, e poiché sono venuti al mondo nudi, essi cercano di uscire di nuovo nudi dal mondo. Ma ora essi sono ubriachi. Quando avranno smaltito il vino, allora si pentiranno.

Gesù disse: - Se la carne è venuta nell’esistenza per opera dello spirito, è un miracolo; ma se lo spirito per opera della carne, questo è un miracolo di un miracolo. E io mi meraviglio di come una cosi grande ricchezza abbia preso dimora in tale povertà.

Gesù disse: - Nessun profeta è ben accolto nel suo paese, e un medico non opera guarigioni tra coloro che lo conoscono.

Gesù disse: - Una città costruita su di un’alta montagna e fortificata non può cadere né essere nascosta.

Gesù disse: - Ciò che tu udirai col tuo orecchio e con l’altro orecchio, proclamalo dai tetti! Infatti nessuno accende una lampada per metterla sotto un moggio o in un luogo nascosto, ma la mette in un candelabro, in modo che tutti quelli che entrano ed escono possano vederne la luce.

Gesù disse: - Se un cieco conduce un altro cieco cadono ambedue in un fosso.

Gesù disse: - Non è possibile che qualcuno entri nella casa del forte e che gli faccia violenza, a meno che gli leghi le mani. Allora svaligerà la casa.

Gesù disse: - Non datevi pensiero dal mattino alla sera e dalla sera al mattino di che cosa indosserete.

I discepoli dissero: - Quando ti manifesterai a noi, e quando ti vedremo? -. Gesù rispose: - Quando vi spoglierete senza provare vergogna, e vi toglierete gli abiti e li deporrete ai vostri piedi come i bambini, e li calpesterete. Allora vedrete il Figlio dell’Essere Vivente e non avrete paura.

Gesù disse: - Molte volte voi avete desiderato di ascoltare queste parole che io vi dico, e non avete nessun altro da cui udirle. Verranno i giorni in cui mi cercherete e non mi troverete.

Gesù disse: - Un ceppo di vite e stato piantato fuori del Padre, e poiché esso non ha attecchito sarà strappato dalle radici e perirà.

Gesù disse: - Siate dei viandanti! I suoi discepoli gli domandarono - Chi sei tu che ci dici queste cose? - Da ciò che vi dico non riconoscete chi sono? In verità siete diventati simili ai Giudei: essi infatti o amano l’albero e ne detestano il frutto, o amano il frutto e detestano l’albero.

Gesù disse: -- Non si raccoglie uva dai rovi e non si raccolgono fichi dagli spini: essi non danno frutto. L’uomo buono di suo forziere trae fuori cose buone; l’uomo malvagio dal cattivo forziere che è nel suo cuore ne trae fuori di cattive e ne dice ci cattive: poiché cose cattive egli ricava dall’abbondanza che e nel suo cuore.

Gesù disse: - Se due sono in pace tra di loro in una stessa casa, essi potranno dire a una montagna: “Spostati!”, ed essa si sposterà.

Gesù disse: - Beati voi, solitari ed eletti, perché troverete il Regno! Infatti da esso voi siete usciti e in esso tornerete di nuovo.

Gesù disse: - Se vi domandano: “ Di dove siete venuti?”, rispondete: “ Siamo venuti dalla Luce, dove la luce si è originata da se stessa. Essa è sorta e si è manifestata nella nostra immagine” . Se vi domandano: “ Che cosa siete voi? “, rispondete: “Noi siamo i figli e gli eletti del Padre Vivente”. Se vi domandano: “Quale segno del vostro Padre è in voi?”, rispondete loro: “È un quiete e un movimento”.

I discepoli gli dissero: - Quando verrà il riposo per coloro che sono morti, e quando verrà il nuovo mondo? - Ed egli disse loro: - Ciò che voi attendete è già venuto, ma voi non lo riconoscete-.

I discepoli gli dissero: - Ventiquattro profeti hanno parlato in Israele, ed essi tutti hanno parlato di te -. Ed egli disse: - Voi avete dimenticato Colui che è vivo davanti a voi e avete parlato di morti!

I discepoli gli dissero: - Può essere utile o no la circoncisione? - Ed egli disse loro: - Se fosse utile, il loro Padre li avrebbe generati circoncisi già dalla madre. Ma la sola circoncisione in ispirito è veramente utile.

Gesù disse: - Colui che ha conosciuto il mondo ha trovato un cadavere, e chi ha trovato un cadavere, il mondo non è degno di lui.

Gesù disse: - Volgete lo sguardo al Vivente, finché siete vivi, affinché non moriate e cerchiate di vederlo e non possiate vederlo!

Un Samaritano portava un agnello, andando in Giudea. Egli disse ai suoi discepoli: - Perché costui fa cosi riguardo all’agnello? - Essi gli dissero: - Perché egli lo ucciderà e lo mangerà -. Ma egli disse loro: - Non lo mangerà finché è vivo, ma se lo avrà ucciso ed esso sarà divenuto cadavere -. Essi dissero: - In nessun altro modo potrà farlo! - Ed egli disse loro: - Anche voi cercate dunque un posto per voi stessi nella Quiete, affinché non diventiate cadaveri e non siate mangiati.

Gesù disse: - Due riposeranno sopra un letto: uno morirà, l’altro vivrà. Disse Salomè: - Chi sei tu, uomo, e di chi sei figlio? Tu che hai preso posto nel mio giaciglio e mangi alla mia tavola? Gesù le disse: - Io sono Colui che viene da Colui che mi è uguale: quello che mi è dato è delle cose di mio Padre. - Io sono tua discepola!. - Per questo io dico: chi si troverà Uno sarà inondato di luce, chi sarà diviso verrà avvolto di tenebre.

Gesù disse: - Io rivelo i miei misteri a coloro che sono degni dei miei misteri. Quello che fa la tua destra, lo ignori la tua sinistra.

Gesù disse: - Colui che conosce tutto, ma ignora se stesso, è privo di ogni cosa.

Gesù disse: - Quando voi dovrete mostrare quello che possedete dentro di voi, ciò che avete vi salverà; ma se non lo possedete dentro di voi, ciò che non avete vi perderà.

Un uomo gli disse: - Parla ai miei fratelli, affinché dividano con me i beni di mio padre! - Egli rispose: - O uomo, chi ha fatto di me uno che divide? - E rivoltosi ai suoi discepoli, disse loro: - Io non sono uno che divide, no certamente!

Egli disse: - Signore, molti sono intorno al pozzo, ma nessuno è dentro il pozzo.

Gesù disse: - Molti si soffermano fuori della porta, ma soltanto i solitari entreranno nella camera nuziale.

Gesù disse: - Io sono la Luce: quella che sta sopra ogni cosa; io sono il Tutto: il Tutto è uscito da me e il Tutto è ritornato in me. Fendi il legno, e io sono là; solleva la pietra e là mi troverai.

Gesù disse: - Perché siete usciti nel deserto? Per vedere una canna agitata dal vento? Per vedere un uomo avvolto in morbide vesti? Ecco, sono i vostri re e i vostri principi che si avvolgono in morbide vesti; ma essi non conosceranno la Verità.

Una donna si rivolse a lui dalla folla: - Beato il ventre che ti ha portato e il seno che ti ha nutrito! - Egli rispose: - Beati coloro che hanno ascoltato la parola del Padre e l’hanno osservata in verità! . Verranno infatti giorni in cui direte: “ Beato il ventre che non ha generato e il seno che non ha allattato!”

Gesù disse: - Colui che ha conosciuto il mondo ha trovato un corpo, e chi ha trovato un corpo, il mondo non è degno di lui.

Gesù disse: - Colui che è diventato ricco, regni, e colui che ha il potere, vi rinunci!

Gesù disse: - Colui che è vicino a me è vicino al Fuoco, e colui che è lontano da me è lontano dal Regno.

Gesù disse: - Le immagini si mostrano all’uomo, ma la luce che è dentro di esse è celata nell’immagine della Luce del Padre: egli si manifesterà e la sua immagine sarà circonfusa di luce.

Gesù disse: - Quando vedete le vostre immagini, voi gioite ; ma quando vedrete le vostre immagini che sono entrate nell’esistenza prima di voi, e né muoiono né si manifestano, quale meraviglia dovrete sostenere!

Gesù disse: - Adamo è stato generato da una grande Potenza e da una grande Ricchezza, ma non è divenuto degno di voi. Infatti, se egli fosse stato degno, non sarebbe morto.

Gesù disse: - Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli hanno i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha un posto dove reclinare il capo e riposare!

Gesù disse: - Infelice il corpo che è soggetto ad un corpo, e infelice l’anima che è soggetta a tutti e due!

Gesù disse: - Gli angeli e i profeti vengono da voi e vi danno ciò che vi spetta. Anche voi offrite loro quello che avete nelle vostre mani, e chiedetevi: “ Quando verranno a prendere quello che è loro?”

Gesù disse: - Perché lavate l’esterno della tazza? Non pensate che Colui che ha fatto l’interno è anche Colui che ha fatto l’esterno?

Essi gli dissero: - Dicci chi sei tu, affinché noi possiamo credere in te -. Egli rispose loro: - Voi scrutate il cielo e la terra, ma colui che vi sta davanti non lo conoscete e non siete capaci di scrutare questo segno.

Gesù disse: - Cercate e troverete! Ma le cose su cui mi avete interrogato in questi giorni, e che io non vi ho ancora dette, ve le voglio dire adesso, affinché non me le chiediate più.

Gesù disse: - Se avete denaro non datelo ad usura, ma a colui dal quale non lo riavrete più.

Gesù disse: - Il Regno del Padre è simile a una donna che ha messo un po' di lievito in tre misure di farina e ne ha fatti dei grossi pani. Chi ha orecchi, intenda!

Gesù disse: - Il Regno del Padre è simile a una donna che portava un vaso pieno di farina, camminando per una lunga strada, e il manico del vaso si è rotto, la farina si è versata dietro di lei, lungo la strada. Essa non se n’è accorta e non vi ha posto rimedio. Giunta a casa ha posato il vaso e l’ha trovato vuoto.

Gesù disse: - Il Regno del Padre è simile ad un uomo che vuole uccidere un personaggio potente. Nella sua casa egli ha sguainato la spada e l’ha conficcata nel muro, per controllare quanto sapeva compiere la sua mano. Poi ha ucciso il potente.

Gesù disse: - Guai ai farisei! Perché essi sono simili a un cane sdraiato nella mangiatoia dei buoi, il quale né mangia lui né lascia mangiare i buoi.

Gesù disse: - Beato l’uomo che sa da quale parte i ladri hanno intenzione di entrare: perché cosi egli può levarsi e radunare la sua ... e cingersi i fianchi prima che essi vengano.

Essi dissero: - Orsù! oggi preghiamo e facciamo digiuno! - Gesù disse: - Qual è dunque il peccato che io ho commesso e in che cosa ho mancato? Ma quando lo sposo esce dalla camera nuziale, allora si deve digiunare e pregare!

Gesù disse: - Quando di due farete uno solo, diventerete figli dell’Uomo, e se direte: “Montagna spostati!”, quella si sposterà.

Gesù disse: - Colui che berrà dalla mia bocca diventerà come me, nello stesso modo che io diventerò come lui, e le cose nascoste gli saranno rivelate.

Gesù disse: - Chi ha conosciuto il mondo ed è diventato ricco, rinunci al mondo!

Gesù disse: - I cieli si accartocceranno e la terra sarà spalancata davanti a voi, ma colui che vive nel Vivente non vedrà la morte. Infatti Gesù ha detto: “Chi trova se stesso, il mondo non è degno di lui”.

Gesù disse: -- Guai alla carne che è soggetta all’anima e guai all’anima che è soggetta alla carne.

I suoi discepoli gli dissero: - Quando verrà il Regno? - Verrà quando non lo si aspetta. E non si dirà: “ Eccolo, è qui! “ o “ Eccolo, è là! “. Ma il Regno del Padre è sparso sopra la terra e gli uomini non lo vedono.

Simone Pietro disse loro: - Maria si allontani di mezzo a noi, perché le donne non sono degne della Vita! - Gesù disse: - Ecco, io la trarrò a me in modo da fare anche di lei un maschio, affinché anch’essa possa diventare uno spirito vivo simile a voi maschi. Perché ogni donna che diventerà maschio entrerà nel Regno dei Cieli.

Vangelo di Giuda (Apocrifo)

Spesso egli non appariva ai suoi discepoli come sé stesso, ma si manifestava come un bambino in mezzo ci loro.

Gesù disse loro: «Che cosa sapete di me? In verità, vi dico: nessuna delle generazioni d ’uomini che sono fra voi, mi vedrà». Quando i suoi discepoli sentirono ciò, rimasero contrariati e s ’infuriarono iniziando a dubitare di lui nei loro cuori.

Giuda gli disse: «Quando mi rivelerai queste cose e quando ci sarà l’alba del Grande Giorno di Luce per la nostra generazione?». Ma quando disse ciò, Gesù lo lasciò.

La mattina successiva a questi avvenimenti Gesù nuovamente ai suoi discepoli. Essi gli dissero: «Maestro, dove sei andato e che cosa hai farlo quando ci hai lasciato?». Gesù disse Zoro: «Sono andato presso un ’altra grande e santa generazione». I suoi discepoli gli dissero: «Signore, quale è lo grande generazione che è superiore e più santa rispetto ci noi, che non è ora in questo mondo-eone?». Quando Gesù sentì ciò, sorrise e disse loro: «Perché nei vostri cuori vi curate della indistruttibile e santa generazione? In verità, vi dico: nessuno, nato in questo mondo-eone, la vedrà e nessuna schiera di angeli, di stelle, governerà su quella generazione, e nessun uomo di nascita mortale si potrà associare a essa, perché quella generazione non proviene da che è divenuta . La generazione degli uomini fra voi proviene da una generazione umana [...da una] potenza, che è simile alle altre potenze con cui voi governate».

Gesù disse loro: «Perché siete tormentati? In verità, vi dico: tutti i sacerdoti che stanno dinanzi all’altare sacerdotale invocano il mio Nome. E vi dico che il mio Nome è stato scritto su questo […..] delle generazioni delle stelle attraverso le generazioni degli uomini. Nel mio Nome, hanno piantato alberi senza frutto, in maniera vergognosa».

Perché alle generazioni degli uomini è stato detto: «Guarda, dio ha ricevuto il tuo sacrificio animale dalle mani di un sacerdote che è un ministro d’errore. Ma è il Signore, il Signore dell' universo che decreta: “Nell’ultimo giorno essi saranno messi al biasimo di tutti” ».

Gesù disse loro: «Cessate i sacrifici di animali.… che avete condotto sull’ altare, in quanto essi sono sulle vostre stelle e sui vostri angeli e i sacrifici sono già giunti la alla loro conclusione. Così lasciate uscire gli animali intrappolati davanti a voi».

Giuda disse a lui: «Maestro, che tipo di frutto produrrà questa generazione?». Gesù disse: «Le vite di tutti coloro che sono generati umanamente conosceranno la morte. Tuttavia, quando queste persone avranno completato il tempo di questo mondo e il soffio vitale li lascerà, i loro corpi moriranno, ma le loro anime resteranno vive e saranno elevate».

Giuda disse: «Maestro, come hai ascoltata tutti loro, ora ascolta anche me, perché ho avuto una grande visione». Quando Gesù sentì ciò, sorrise e gli disse: «Tu, tredicesimo demone, perché tenti così insistentemente? Ma parla, io avrò pazienza con te».

Giuda gli disse: «Nella visione vidi i dodici discepoli che mi lapidavano e perseguitavano violentemente. E venni al posto dove dopo di te. Vidi [. . . una casa] e i miei occhi non potevano abbracciare la sua grandezza. Molti uomini la circondavano, e quella casa aveva un tetto di vegetazione, e nel mezzo della casa era una folla …». dicendo: «Maestro, prendimi insieme a questi uomini». [Gesù] rispose e disse: «Giuda, la tua stella ti ha fatto trasgredire». E continuò: «Nessun uomo di nascita mortale é degno di entrare in quella casa che tu hai visto, perché quel luogo, è riservato per chi è generato santamente. Né il sole né la luna governeranno là, né il giorno, ma i santi vi dimoreranno sempre, nell’eterno mondo-eone con gli angeli santi».

Gesù rispose e disse: «Tu diventerai il tredicesimo e sarai maledetto dalle altre generazioni - e tu le governerai. Negli ultimi giorni essi malediranno la tua ascesa alla generazione santa».

Gesù disse: «, affinché possa io istruirti circa [cose nascoste] che nessun uomo mai visto. Perché esiste un grande e illimitato mondo-eone, la cui estensione nessuna generazione di angeli ha visto, [in cui...] c'è la grande invisibile Madre-Spirito, che nessun occhio d ’angelo ha mai visto, nessun pensiero del cuore ha mai compreso, e non fu mai chiamata con alcun Nome.

I loro sommi sacerdoti mormorarono perché era andato nella stanza degli ospiti per la sua preghiera. Ma alcuni scribi erano là a osservare con cura in modo di arrestarlo durante la sua preghiera, perché essi temevano il popolo, dal momento che egli era considerato da tutti come un profeta. Essi avvicinarono Giuda egli dissero: «Che cosa fai qui? Tu sei un discepolo di Gesù». Giuda rispose loro come desideravano. E ricevette del denaro e lo condusse a loro.


Conclusione

Gentile lettore se sei arrivato a leggere queste ultime righe, vuol dire allora che il Vangelo di Vangeli ti ha preso almeno un poco. Avrai ritrovato, come mi è successo, episodi dimenticati, storie, parabole e miracoli come nuovi, ma soprattutto avrai scoperto una lettura fresca, vivace, attuale, viva, della parola di Gesù. Un Gesù affascinante, provocatore fino alla morte, contro lo status-quo, i poteri precostituiti e consolidati, fermi nelle loro leggi e congelati nella loro ‘fede’. Ma allo stesso tempo gioioso, gentile, simpatico, spiritoso, un amico allegro che vorresti avere sempre accanto a te. Non ti sarà sfuggita anche la soffusa malinconia di chi ha in sé racchiuso l’infinito in un corpo finito. Di chi vorrebbe dirti e darti tutto e subito ma che la finitezza della parola, la finitezza dei gesti, la finitezza dei ragionamenti umani non ha permesso di dire e di fare. Il dolore del Getsemani potrebbe essere il dover lasciare i suoi amici con un lavoro ancora incompiuto, non ancora pronti e preparati per un compito così grande. Ma non allontana il calice perché i piani del Padre vanno oltre. Ciò che Gesù ci ha lasciato è la punta dell’iceberg, la punta che si vede, quella che sbuca fuori dall’acqua; ma la parte più grande è quella che rimane sommersa, non si vede; così la sua parola nel tempo è mutata, modificata, arricchita, rinnovata, cresciuta a dismisura sotto il livello del visibile. Le parole dei Vangeli possono sembrare sempre le stesse ma l’impatto che hanno nei nostri cuori è ogni volta diverso, i significati ogni volta più profondi. Ogni testo ha la sua chiave di lettura; è come se fosse uno scritto crittografato che ha bisogno della chiave di decifratura per essere compreso in chiaro. Anche questo lavoro ha la sua chiave di lettura:

“Figlio, cosa vuoi? Sciogliere i nodi del cuore.

I tuoi? No, quelli di tutti.

Perché? I nodi soffocano, non fanno passare la vita.

E in che modo? Parlando di te e del tuo amore.

Basta? Sì, perché la tua parola raddrizza la via.

E il libero arbitrio? Lo lascerei ai sapienti.

Risolveresti tutti i problemi? Sì, poiché un cuore senza nodi sa fare i miracoli.

E in cambio? Il loro sorriso”

Gentile lettore è l’amore di Dio, attraverso la sua parola viva e mutevole, che risolve i problemi del mondo, sciogliendo i nodi del cuore dandoci così il potere di sciogliere i problemi del mondo. Sono sicuro che, se sei arrivato fino a queste righe, qualche piccolo nodo si sia già sciolto. Ora sei pronto per i tuoi piccoli e grandi miracoli. Buon lavoro!

Maurizio

Referenze

FRAMMENTI DI VANGELO, pubblicato dalla Casa Editrice ARGO SOFTWARE EDIZIONI – RAGUSA

LA BIBBIA- TILC - TRADUZIONE INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE 1985, Torino, Editrice Elle Di Ci

LA BIBBIA - CEI, 1995, XIII edizione, Bologna, Centro Editoriale Dehoniano (EDB)

LA BIBBIA TOB - TRADUZIONE ECUMENICA 1998, Torino, Editrice Elle Di Ci

NUOVO TESTAMENTO – GRECO E ITALIANO 1993, III edizione, Bologna, Centro Editoriale Dehoniano (EDB)

I VANGELI APOCRIFI – EINAUDI TASCABILI 1990, Torino

VANGELO DI GIUDA – EDIZIONI MEDUSA 2006, Milano


Mappa della antica Palestina