Quinta Stagione

Più natura, meno medicine

I segreti della longevità

Come vivere felici campando come un centenario (e senza fare troppi danni al pianeta)? Al netto di faccende personali e innumerevoli eventualità che la vita può riservare, il segreto di lunga vita in fondo è semplice. 

Un menù sostenibile del tipo 5 + 2. Che significa seguire per cinque giorni alla settimana una dieta vegetariana e per i rimanenti due un menù che preveda anche il consumo (moderato, ovvio) di carne. 

E che è un po’ come adottare lo stile di vita di cinque particolarissime zone del mondo dove la popolazione vive molto più a lungo della media e l’incidenza di malattie croniche è molto bassa.




Le 5 zone più longeve del mondo

Il villaggio di Loma Linda in California, la penisola di Nicoya in Costa Rica, la Sardegna, l’isola di Ikaria in Grecia e Okinawa in Giappone. Sono le cosiddette «zone blu» del mondo, identificate dagli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain e dove gli abitanti, secondo i ricercatori della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (impegnati a organizzare per il prossimo primo dicembre a Milano il settimo forum internazionale su alimentazione e nutrizione), presentano alcuni tratti comuni: l’abitudine a svolgere attività fisica quotidiana, un atteggiamento positivo nei confronti della vita e, soprattutto, una dieta uguale o molto vicina al modello mediterraneo.




Via libera, dunque, a tanti, tantissimi ortaggi e frutta, cereali, legumi, frutta secca e olio extravergine d’oliva. Pochi latticini, uova, carni bianche e pesce. E ancor meno dolci e carni rosse, saturi di grassi e zuccheri semplici. Un regime alimentare capace di salvaguardare sia salute individuale che ambiente. «Un recente studio americano — ha detto la ricercatrice Katarzyna Dembska che ieri, assieme al vicepresidente della fondazione Luca Virginio e a Livia Pomodoro, nuovo membro dell’advisory board della Fondazione, ha anticipato alcuni temi del forum — ha rivelato che seguire fedelmente la dieta mediterranea consente di guadagnare fino a 4,5 anni di vita rispetto a chi adotta altri modelli alimentari. Che è un po’ la stessa differenza di aspettativa di vita che c’è tra fumatori e non fumatori».

Non solo. Il modello sostenibile 5+2, «più accettabile e facilmente praticabile di una dieta interamente vegetariana o vegana, ha anche un minor impatto ambientale rispetto a un regime carnivoro tutti i giorni». È il principio che sta alla base della doppia piramide alimentare elaborata dalla Fondazione Barilla una prima volta nel 2010 e oggi riproposta con il supporto di un maggior numero (1.300) di fonti scientifiche. I cibi in cima alla piramide, come carni rosse e salumi, da consumare con moderazione, sono quelli che hanno l’impronta ambientale più alta. Viceversa, gli alimenti alla base, come cereali e ortaggi, sono quelli con minore impatto.

E mangiare bene, come spesso si teme, non vuol dire spendere per forza di più: secondo gli ultimi dati, un menu carnivoro costa 45 euro alla settimana a Milano e 36 a Napoli, uno sostenibile 41 e 34. Vivere a lungo, insomma, si può. E pure con il portafoglio non troppo sguarnito.