Ebrei1Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, 2in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l'universo. 3Egli, che è lo splendore della sua gloria e l'impronta della sua essenza e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver egli stesso compiuto l'espiazione dei nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà nell'alto dei cieli, 4ed è diventato tanto superiore agli angeli, quanto più eccellente del loro è il nome che egli ha ereditato. 5Infatti, a quale degli angeli disse mai: «Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato»? E di nuovo: «Io gli sarò Padre, ed egli mi sarà Figlio»? 6E ancora, quando introduce il Primogenito nel mondo, dice: «E lo adorino tutti gli angeli di Dio». 7Ma degli angeli dice: «Dei suoi angeli fa dei venti, e dei suoi ministri una fiamma di fuoco»; 8del Figlio invece dice: «O Dio, il tuo trono è per i secoli dei secoli, lo scettro del tuo regno è scettro di giustizia. 9Hai amato la giustizia e odiato l'iniquità; perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia al di sopra dei tuoi compagni». 10E ancora: «Tu, o Signore, nel principio fondasti la terra e i cieli sono opera delle tue mani. 11Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito, 12e li avvolgerai come un mantello e saranno cambiati; ma tu sei lo stesso, e i tuoi anni non verranno mai meno». 13E a quale degli angeli disse egli mai: «Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi»? 14Non sono essi tutti spiriti servitori, mandati a servire per il bene di coloro che hanno da ereditare la salvezza? 1Perciò bisogna che ci atteniamo maggiormente alle cose udite, che talora non finiamo fuori strada. 2Se infatti la parola pronunziata per mezzo degli angeli fu ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, 3come scamperemo noi, se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata inizialmente annunziata dal Signore, è stata confermata a noi da coloro che l'avevano udita, 4mentre Dio ne rendeva testimonianza con segni e prodigi, con diverse potenti operazioni e con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà. 5Infatti non è agli angeli che egli ha sottoposto il mondo a venire, del quale parliamo, 6ma qualcuno ha testimoniato in un certo luogo, dicendo: «Che cosa è l'uomo, perché tu ti ricordi di lui, o il figlio dell'uomo perché lo consideri? 7Tu lo hai fatto per un po' di tempo inferiore agli angeli, tu lo hai coronato di gloria e di onore e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani; 8tu gli hai posto tutte le cose sotto i piedi». Infatti, nel sottoporgli tutte le cose non ha lasciato nulla che non gli fosse sottoposto. Tuttavia al presente non vediamo ancora che tutte le cose gli sono sottoposte, 9ma vediamo coronato di gloria e d'onore per la morte che sofferse, Gesù, che è stato fatto per un po' di tempo inferiore agli angeli, affinché per la grazia di Dio gustasse la morte per tutti. 10Conveniva infatti a colui, per il quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, nel portare molti figli alla gloria, di rendere perfetto per mezzo di sofferenze l'autore della salvezza. 11Infatti colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno; per questo motivo egli non si vergogna di chiamarli fratelli, 12dicendo: «Farò conoscere il tuo nome ai miei fratelli, io ti celebrerò in mezzo all'assemblea». 13E di nuovo: «Io confiderò in lui». E ancora: «Ecco me e i figli che Dio mi ha dato». 14Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch'egli ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte colui che ha l'impero della morte, cioè il diavolo, 15e liberare tutti quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la loro vita. 16Infatti egli non si prende cura degli angeli, ma si prende cura della progenie di Abrahamo. 17Egli doveva perciò essere in ogni cosa reso simile ai fratelli, perché potesse essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per fare l'espiazione dei peccati del popolo. 18Infatti, poiché egli stesso ha sofferto quando è stato tentato, può venire in aiuto di coloro che sono tentati. 1Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l'apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo, 2che è fedele a colui che lo ha costituito, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa. 3Infatti Gesù è stato ritenuto degno di una gloria tanto più grande di quella di Mosè, quanto maggior gloria ha colui che ha fabbricato una casa della casa stessa. 4Ora ogni casa è costruita da qualcuno, ma colui che ha fatto tutte le cose è Dio. 5E Mosè fu veramente fedele nella casa di Dio come servo, per testimoniare delle cose che dovevano essere dette, 6ma Cristo, come Figlio, lo è sopra la propria casa e la sua casa siamo noi, se riteniamo ferma fino alla fine la franchezza e il vanto della speranza. 7Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la sua voce, 8non indurite i vostri cuori come nella provocazione, nel giorno della tentazione nel deserto, 9dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova, pur avendo visto per quarant'anni le mie opere. 10Perciò mi sdegnai con quella generazione e dissi: Errano sempre col cuore e non hanno conosciuto le mie vie; 11così giurai nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo». 12State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente, 13ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice: "Oggi", perché nessuno di voi sia indurito per l'inganno del peccato. 14Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio, 15mentre ci è detto: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella provocazione». 16Chi furono infatti quelli che, avendola udita, lo provocarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall'Egitto per mezzo di Mosè? 17Ora chi furono coloro coi quali si sdegnò per quarant'anni? Non furono coloro che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto? 18E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che furono disubbidienti? 19Or noi vediamo che non vi poterono entrare per l'incredulità. 1Perciò, poiché rimane ancora una promessa di entrare nel suo riposo, abbiamo timore perché qualcuno di voi non ne resti escluso. 2Infatti a noi come pure a loro è stata annunziata la buona novella, ma la parola della predicazione non giovò loro nulla, non essendo stata congiunta alla fede in coloro che l'avevano udita. 3Noi infatti, che abbiamo creduto, entriamo nel riposo come egli disse: «Così giurai nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo». E così disse, sebbene le sue opere fossero terminate fin dalla fondazione del mondo. 4In qualche luogo infatti, a proposito del settimo giorno, egli disse così: «E Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le sue opere»; 5e ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo». 6Poiché dunque rimane per alcuni di entrarvi, mentre quelli a cui prima fu annunziata la buona novella non vi entrarono a motivo della loro incredulità, 7egli determina di nuovo un giorno: "Oggi", dicendo dopo tanto tempo, come è stato detto prima per mezzo di Davide: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori». 8Perché, se Giosuè avesse dato loro riposo, Dio non avrebbe in seguito parlato di un altro giorno. 9Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio. 10Chi infatti è entrato nel suo riposo, si è riposato anch'egli dalle proprie opere, come Dio dalle sue. 11Diamoci da fare dunque per entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza. 12La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore. 13E non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto. 14Avendo dunque un gran sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, riteniamo fermamente la nostra confessione di fede. 15Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato. 16Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per ricevere aiuto al tempo opportuno. 1Infatti ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, è costituito per gli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati; 2così egli può usare compassione verso gli ignoranti e gli erranti, poiché è circondato anch'egli di debolezza, 3e a motivo di questa è obbligato ad offrire sacrifici per i peccati, tanto per se stesso che per il popolo. 4E nessuno si prende da se stesso questo onore, ma lo riceve colui che è chiamato da Dio, come Aaronne. 5Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di diventare sommo sacerdote, ma la ricevette da colui che gli disse: «Tu sei mio Figlio, oggi io ti ho generato», 6e altrove dice: «Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek». 7Nei giorni della sua carne, con grandi grida e lacrime, egli offrì preghiere e supplicazioni a colui che lo poteva salvare dalla morte, e fu esaudito a motivo del suo timore di Dio. 8Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì, 9e, reso perfetto, divenne autore di salvezza eterna per tutti coloro che gli ubbidiscono, 10essendo da Dio proclamato sommo sacerdote, secondo l'ordine di Melchisedek, 11nei riguardi del quale avremmo molte cose da dire, ma difficili da spiegare, perché voi siete diventati lenti a capire. 12Infatti, mentre a quest'ora dovreste essere maestri, avete di nuovo bisogno che vi s'insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido. 13Chiunque infatti usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è ancora un bambino; 14il cibo solido invece è per gli adulti, che per l'esperienza hanno le facoltà esercitate a discernere il bene dal male. 1Perciò, lasciando l'insegnamento elementare su Cristo, tendiamo alla perfezione, senza porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, 2della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno; 3e ciò faremo, se Dio lo permette. 4Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 5e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, 6se cadono, è impossibile riportarli un'altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. 7Infatti la terra, che beve la pioggia che spesso cade su di essa e produce erbe utili per quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio; 8ma se produce spine e triboli, è riprovata e vicina ad essere maledetta, e finirà per essere arsa. 9Ora, carissimi, anche se parliamo così, riguardo a voi siamo convinti di cose migliori e che riguardano la salvezza; 10Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e la fatica d'amore che avete mostrato per il suo nome, con i servizi che avete reso e rendete tuttora ai santi. 11E desideriamo che ciascuno di voi mostri fino alla fine il medesimo zelo per giungere alla piena certezza della speranza, 12affinché non diventiate pigri, ma siate imitatori di coloro che mediante fede e pazienza ereditano le promesse. 13Quando Dio infatti fece la promessa ad Abrahamo, siccome non poteva giurare per nessuno maggiore, giurò per se stesso, 14dicendo: «Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente». 15E così, Abrahamo, avendo aspettato con pazienza, ottenne la promessa. 16Gli uomini infatti ben giurano per uno maggiore, e così per loro il giuramento è la garanzia che pone termine ad ogni contestazione. 17Così Dio, volendo dimostrare agli eredi della promessa più chiaramente l'immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento, 18affinché per mezzo di due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, avessimo un grande incoraggiamento noi, che abbiamo cercato rifugio nell'afferrare saldamente la speranza che ci è stata messa davanti. 19Questa speranza che noi abbiamo è come un'ancora sicura e ferma della nostra vita, e che penetra fin nell'interno del velo, 20dove Gesù è entrato come precursore per noi, essendo divenuto sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedek. 1Infatti questo Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo andò incontro ad Abrahamo, mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse; 2a lui Abrahamo diede anche la decima di ogni cosa. Il suo nome significa innanzitutto "re di giustizia", e poi anche "re di Salem", cioè "re di pace". 3Senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, ma fatto simile al Figlio di Dio egli rimane sacerdote in eterno. 4Considerate pertanto quanto fosse grande costui, al quale il patriarca Abrahamo diede la decima del bottino. 5Ora quelli dei figli di Levi, che conseguono il sacerdozio, hanno per legge il mandato di riscuotere la decima dal popolo cioè dai loro fratelli, benché essi pure siano usciti dai lombi di Abrahamo; 6costui invece, Melchisedek, pur non derivando la sua discendenza da loro, ricevette la decima da Abrahamo e benedisse colui che aveva le promesse. 7Ora, senza alcuna contraddizione l'inferiore è benedetto dal superiore. 8Inoltre quelli che qui ricevono le decime sono uomini mortali, là invece le riceve colui di cui è testimoniato che vive. 9E per così dire, lo stesso Levi, che riceve le decime, fu sottoposto alla decima in Abrahamo; 10egli infatti si trovava ancora nei lombi del padre, quando Melchisedek gli andò incontro. 11Se dunque ci fosse stata la perfezione mediante il sacerdozio levitico (perché sotto quello fu data la legge al popolo), che bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di Melchisedek, e non designato invece secondo l'ordine di Aaronne? 12Infatti, se viene cambiato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un cambiamento di legge. 13Ora colui del quale si dicono queste cose appartiene ad un'altra tribù, di cui nessuno ha mai servito all'altare; 14è noto infatti che il nostro Signore è uscito da Giuda, in riferimento a cui Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. 15E la cosa è ancora più evidente, se sorge un altro sacerdote a somiglianza di Melchisedek, 16che non è diventato tale per una legge di prescrizioni carnali, ma per la potenza di una vita indissolubile. 17Infatti la Scrittura afferma: «Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek». 18Si ha così l'annullamento del comandamento precedente, a motivo della sua debolezza e inutilità, 19la legge infatti non ha portato nulla a compimento, è l'introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio. 20Inoltre ciò non è avvenuto senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento, 21(ma costui con giuramento da parte di colui che gli ha detto: «Il Signore ha giurato e non si pentirà: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek»). 22Per questo Gesù è diventato garante di un patto molto migliore. 23Inoltre quelli erano fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare, 24ma costui, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non passa ad alcun altro, 25per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro. 26A noi infatti occorreva un tale sommo sacerdote, che fosse santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli, 27che non ha bisogno ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, quando offerse se stesso. 28La legge infatti costituisce come sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza, ma la parola del giuramento, che viene dopo la legge, costituisce il Figlio reso perfetto in eterno. 1Ora il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande, che si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli, 2ministro del santuario e del vero tabernacolo, che ha eretto il Signore e non un uomo. 3Infatti ogni sommo sacerdote è costituito per offrire doni e sacrifici; per cui è necessario che anche costui abbia qualche cosa da offrire. 4Ora, se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, perché vi sono già i sacerdoti che offrono i doni secondo la legge, 5i quali servono di esempio ed ombra delle cose celesti, come fu detto da Dio a Mosè, quando stava per costruire il tabernacolo: «Guarda», egli disse, «di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte». 6Ma ora Cristo ha ottenuto un ministero tanto più eccellente in quanto egli è mediatore di un patto migliore, fondato su migliori promesse, 7perché, se quel primo patto fosse stato senza difetto, non sarebbe stato necessario stabilirne un altro. 8Dio infatti, rimproverandoli, dice: «Ecco, vengono i giorni che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda un nuovo patto, 9non come il patto che feci con i loro padri, nel giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese di Egitto, perché essi non sono rimasti fedeli al mio patto, ed io li ho rigettati, dice il Signore. 10Questo dunque sarà il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore, io porrò le mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 11E nessuno istruirà più il suo prossimo e nessuno il proprio fratello, dicendo: "Conosci il Signore!". Poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro, 12perché io avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati e dei loro misfatti». 13Dicendo "un nuovo patto", egli ha reso antico il primo, or quello che diventa antico ed invecchia, è vicino ad essere annullato. 1Certamente anche il primo patto ebbe degli ordinamenti per il servizio divino e per il santuario terreno. 2Infatti fu costruito un primo tabernacolo in cui vi erano il candelabro la tavola e i pani della presentazione; esso è chiamato: "Il luogo santo". 3Dietro il secondo velo c'era il tabernacolo, detto: "Il luogo santissimo", 4che conteneva un turibolo d'oro e l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovava un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aaronne che era germogliata e le tavole del patto. 5E sopra l'arca vi erano i cherubini della gloria che adombravano il propiziatorio; di queste cose non possiamo parlarne ora dettagliatamente. 6Or essendo queste cose disposte così, i sacerdoti entravano continuamente nel primo tabernacolo, per compiere il servizio divino; 7ma nel secondo entrava soltanto il sommo sacerdote una volta all'anno, non senza sangue, che egli offriva per se stesso, e per i peccati d'ignoranza del popolo. 8Lo Spirito Santo voleva così dimostrare che la via del santuario non era ancora resa manifesta, mentre sussisteva ancora il primo tabernacolo, 9il quale è una figura per il tempo presente, e voleva indicare che i doni e i sacrifici offerti non potevano rendere perfetto nella coscienza colui che faceva il servizio divino, 10trattandosi solo di cibi, di bevande, di varie abluzioni e di ordinamenti carnali, imposti fino al tempo del cambiamento. 11Ma Cristo, essendo venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione, 12entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio sangue, avendo acquistato una redenzione eterna. 13Infatti, se il sangue dei tori e dei capri e la cenere di una giovenca aspersi sopra i contaminati li santifica, purificandoli nella carne, 14quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente! 15E perciò egli è il mediatore del nuovo patto affinché, essendo intervenuta la morte per il riscatto dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, i chiamati ricevano la promessa dell'eterna eredità. 16Poiché dove c'è un testamento, ci deve essere necessariamente anche la morte del testatore. 17Il testamento infatti è valido solo dopo la morte di qualcuno, perché non ha alcuna forza mentre vive ancora il testatore. 18Per questo neppure il primo fu inaugurato senza sangue. 19Infatti, quando tutti i comandamenti secondo la legge furono proclamati da Mosè a tutto il popolo, egli, preso il sangue dei vitelli e dei capri, con acqua, lana scarlatta e issopo, asperse il libro stesso e tutto il popolo, 20dicendo: «Questo è il sangue del patto che Dio ha ordinato per voi». 21Parimenti con quel sangue egli asperse pure il tabernacolo e tutti gli arredi del servizio divino. 22E, secondo la legge, quasi tutte le cose sono purificate col sangue; e senza spargimento di sangue non c'è perdono dei peccati. 23Era dunque necessario che i modelli delle cose celesti fossero purificati con queste cose; ma le cose celesti stesse lo dovevano essere con sacrifici più eccellenti di questi. 24Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura delle cose vere, ma nel cielo stesso per comparire ora davanti alla presenza di Dio per noi, 25e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra ogni anno nel santuario con sangue, non suo, 26altrimenti egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una sola volta, alla fine delle età, Cristo è stato manifestato per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. 27E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio, 28così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza. 1La legge infatti, avendo solo l'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non può mai rendere perfetti quelli che si accostano a Dio con gli stessi sacrifici che vengono offerti continuamente, anno dopo anno. 2Altrimenti si sarebbe cessato di offrirli, perché gli adoratori, una volta purificati, non avrebbero avuto più alcuna coscienza dei peccati. 3In quei sacrifici invece si rinnova ogni anno il ricordo dei peccati, 4poiché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati. 5Perciò, entrando nel mondo, egli dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo; 6tu non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. 7Allora io ho detto: "Ecco, io vengo nel rotolo del libro è scritto di me; io vengo per fare, o Dio, la tua volontà"». 8Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrificio né offerta né olocausti né sacrifici per il peccato, che sono offerti secondo la legge», 9egli aggiunge: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà». Egli toglie il primo, per stabilire il secondo. 10Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre. 11E, mentre ogni sacerdote è in piedi ogni giorno ministrando e offrendo spesse volte i medesimi sacrifici, che non possono mai togliere i peccati, 12egli invece, dopo aver offerto per sempre un unico sacrificio per i peccati, si è posto a sedere alla destra di Dio, 13aspettando ormai soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi. 14Con un'unica offerta, infatti, egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati. 15E ce ne rende testimonianza anche lo Spirito Santo; infatti dopo aver detto: 16«Questo è il patto, che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, io metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», 17aggiunge: «E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità». 18Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato. 19Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, 20che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, 21e avendo un sommo sacerdote sopra la casa di Dio, 22accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha fatto le promesse. 24E consideriamo gli uni gli altri, per incitarci ad amore e a buone opere, 25non abbandonando il radunarsi assieme di noi come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete approssimarsi il giorno. 26Infatti, se noi pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, 27ma soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari. 28Chiunque trasgredisce la legge di Mosè muore senza misericordia sulla parola di due o tre testimoni. 29Quale peggiore castigo pensate voi merita colui che ha calpestato il Figlio di Dio e ha considerato profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e ha oltraggiato lo Spirito della grazia? 30Noi infatti conosciamo colui che ha detto: «A me appartiene la vendetta, io darò la retribuzione», dice il Signore. E altrove: «Il Signore giudicherà il suo popolo». 31È cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio vivente. 32Ora ricordatevi dei giorni passati nei quali, dopo essere stati illuminati, avete sostenuto una grande lotta di sofferenza, 33talvolta esposti a oltraggi e tribolazioni, altre volte facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. 34Infatti avete anche sofferto con me nelle mie catene e avete accettato con gioia di essere spogliati dei vostri beni, sapendo di avere per voi dei beni migliori e permanenti nei cieli. 35Non gettate via dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. 36Avete infatti bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio otteniate ciò che vi è stato promesso. 37«Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà. 38E il giusto vivrà per fede, ma se si tira indietro l'anima mia non lo gradisce». 39Ma noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che credono per la salvezza dell'anima. 1Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono; 2infatti per mezzo di essa gli antichi ricevettero testimonianza. 3Per fede intendiamo che l'universo è stato formato per mezzo della parola di Dio, sì che le cose che si vedono non vennero all'esistenza da cose apparenti. 4Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per essa egli ricevette la testimonianza che era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa benché morto, egli parla ancora. 5Per fede Enok fu trasferito in cielo perché non vedesse la morte, e non fu più trovato perché Dio lo aveva trasferito; prima infatti di essere portato via, egli ricevette la testimonianza che era piaciuto a Dio. 6Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano. 7Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano e mosso da santo timore, preparò per la salvezza della sua famiglia l'arca, mediante la quale condannò il mondo e divenne erede della giustizia che si ottiene mediante la fede. 8Per fede Abrahamo, quando fu chiamato, ubbidì per andarsene verso il luogo che doveva ricevere in eredità; e partì non sapendo dove andava. 9Per fede Abrahamo dimorò nella terra promessa, come in paese straniero, abitando in tende con Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa, 10perché aspettava la città che ha i fondamenti, il cui architetto e costruttore è Dio. 11Per fede anche Sara stessa, benché avesse oltrepassato l'età, ricevette forza per concepire il seme e partorì, perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa. 12Perciò da un sol uomo, e questi come fosse morto, sono nati discendenti numerosi come le stelle del cielo e come la sabbia lungo la riva del mare, che non si può contare. 13Tutti costoro sono morti nella fede, senza aver ricevuto le cose promesse ma, vedutele da lontano, essi ne furono persuasi e le accolsero con gioia, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra. 14Coloro infatti che dicono tali cose dimostrano che cercano una patria. 15E se avessero veramente avuto in mente quella da cui erano usciti, avrebbero avuto il tempo per ritornarvi. 16Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, perché ha preparato loro una città. 17Per fede Abrahamo, messo alla prova, offrì Isacco e colui che aveva ricevuto le promesse offrì il suo unigenito, 18anche se Dio gli aveva detto: «In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome», 19perché Abrahamo riteneva che Dio era potente da risuscitarlo anche dai morti; per cui lo riebbe come per una specie di risurrezione. 20Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù, riguardo a cose future. 21Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e adorò, appoggiato alla sommità del suo bastone. 22Per fede Giuseppe, quando stava per morire, fece menzione dell'esodo dei figli d'Israele e diede ordini riguardo alle sue ossa. 23Per fede Mosè, quando nacque, fu nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché essi videro che il bambino era bello e non temettero l'ordine del re. 24Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del Faraone, 25scegliendo piuttosto di essere maltrattato col popolo di Dio che di godere per breve tempo i piaceri del peccato, 26stimando il vituperio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori di Egitto, perché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa. 27Per fede lasciò l'Egitto senza temere l'ira del re, perché rimase fermo come se vedesse colui che è invisibile. 28Per fede celebrò la Pasqua e fece l'aspersione del sangue, affinché colui che distruggeva i primogeniti non toccasse quelli d'Israele. 29Per fede passarono il Mar Rosso come se attraversassero una terra asciutta, quando invece gli Egiziani tentarono di fare ciò, furono inghiottiti. 30Per fede caddero le mura di Gerico, dopo che vi avevano girato attorno per sette giorni. 31Per fede Rahab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto in pace le spie. 32E che dirò di più? Infatti mi mancherebbe il tempo se volessi raccontare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, 33i quali per fede vinsero regni, praticarono la giustizia, conseguirono le promesse, turarono le gole dei leoni, 34spensero la forza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trassero forza dalla debolezza, divennero forti in guerra, misero in fuga gli eserciti stranieri. 35Le donne riebbero per risurrezione i loro morti altri invece furono distesi sulla ruota e martoriati, non accettando la liberazione, per ottenere una migliore risurrezione. 36Altri ancora subirono scherni e flagelli, e anche catene e prigionia. 37Furono lapidati, segati, tentati, morirono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, afflitti, maltrattati 38(il mondo non era degno di loro), erranti per deserti e monti, in spelonche e grotte della terra. 39Eppure tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza mediante la fede, non ottennero la promessa, 40perché Dio aveva provveduto per noi qualcosa di meglio, affinché essi non giungessero alla perfezione senza di noi. 1Anche noi dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti, 2tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio. 3Ora considerate colui che sopportò una tale opposizione contro di sé da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate e veniate meno. 4Voi non avete ancora resistito fino al sangue, combattendo contro il peccato, 5e avete dimenticato l'esortazione che si rivolge a voi come a figli: «Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non perderti d'animo quando sei da lui ripreso, 6perché il Signore corregge chi ama e flagella ogni figlio che gradisce». 7Se voi sostenete la correzione, Dio vi tratta come figli; qual è infatti il figlio che il padre non corregga? 8Ma se rimanete senza correzione, di cui tutti hanno avuta la parte loro, allora siete dei bastardi e non dei figli. 9Inoltre ben abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo molto di più ora al Padre degli spiriti, per vivere? 10Costoro infatti ci corressero per pochi giorni, come sembrava loro bene, ma egli ci corregge per il nostro bene affinché siamo partecipi della sua santità. 11Ogni correzione infatti, sul momento, non sembra essere motivo di gioia, ma di tristezza; dopo però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati esercitati per mezzo suo. 12Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti, 13e fate dei sentieri diritti per i vostri piedi, affinché l'arto zoppo non divenga slogato, ma sia piuttosto risanato. 14Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore, 15badando bene che nessuno rimanga privo della grazia di Dio e che non spunti alcuna radice di amarezza, che vi dia molestia e attraverso la quale molti vengano contaminati; 16e non vi sia alcun fornicatore o profano, come Esaù, che per una vivanda vendette il suo diritto di primogenitura. 17Voi infatti sapete che in seguito, quando egli volle ereditare la benedizione, fu respinto, benché la richiedesse con lacrime, perché non trovò luogo a pentimento. 18Voi infatti non vi siete accostati al monte che si poteva toccare con la mano e che ardeva col fuoco, né alla caligine, né alle tenebre, né alla tempesta, 19né allo squillo di tromba, né al suono di parole, che quelli che l'udirono richiesero che non fosse più rivolta loro alcuna parola, 20perché non potevano sopportare il comando dato: «Quand'anche una bestia tocca il monte, sia lapidata o uccisa con frecce»; 21e tanto spaventevole era ciò che si vedeva che Mosè disse: «Io sono tutto spaventato e tremante». 22Ma voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, che è la Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, 23all'assemblea universale e alla chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, 24e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell'aspersione, che dice cose migliori di quello di Abele. 25Guardate di non rifiutare colui che parla, perché se non scamparono quelli che rifiutarono di ascoltare colui che promulgava gli oracoli sulla terra, quanto meno scamperemo noi, se rifiutiamo di ascoltare colui che parla dal cielo, 26la cui voce scosse allora la terra, ma che ora ha fatto questa promessa, dicendo: «Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo». 27Or questo "ancora una volta" sta ad indicare la rimozione delle cose scosse, come di cose che sono fatte, affinché rimangano quelle che non sono scosse. 28Perciò, ricevendo il regno che non può essere scosso, mostriamo gratitudine, mediante la quale serviamo Dio in modo accettevole, con riverenza e timore, 29perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante. 1Continuate nell'amore fraterno. 2Non dimenticate l'ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli. 3Ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni e di quelli che sono maltrattati, sapendo che anche voi siete nel corpo. 4Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti e il letto coniugale sia incontaminato, poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri. 5Nel vostro comportamento non siate amanti del denaro e accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». 6Così possiamo dire con fiducia: «Il Signore è il mio aiuto, e io non temerò. Che cosa mi potrà fare l'uomo?». 7Ricordatevi dei vostri conduttori, che vi hanno annunziato la parola di Dio e, considerando il risultato della loro condotta, imitate la loro fede. 8Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. 9Non lasciatevi trasportare qua e là da varie e strane dottrine, perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia e non da cibi, da cui non ebbero alcun giovamento quelli che ne fecero uso. 10Noi abbiamo un altare del quale non hanno diritto di mangiare quelli che servono al tabernacolo. 11Infatti i corpi degli animali, il cui sangue è portato dal sommo sacerdote nel santuario per il peccato, sono bruciati fuori del campo. 12Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, ha sofferto fuori della porta. 13Usciamo dunque fuori del campo e andiamo a lui portando il suo vituperio. 14Infatti non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura. 15Per mezzo di lui dunque, offriamo del continuo a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. 16E non dimenticate la beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché Dio si compiace di tali sacrifici. 17Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano sulle anime vostre, come chi ha da renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, perché ciò non vi sarebbe di alcun vantaggio. 18Pregate per noi, perché crediamo di avere una buona coscienza, desiderando di comportarci rettamente in ogni cosa. 19Ma vi esorto ancor di più a fare questo, affinché io vi sia restituito al più presto. 20Ora il Dio della pace, che in virtù del sangue del patto eterno ha fatto risalire dai morti il Signor nostro Gesù Cristo, il grande Pastore delle pecore, 21vi perfezioni in ogni buona opera, per fare la sua volontà, operando in voi ciò che è gradito davanti a lui per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen. 22Ora vi prego, fratelli, ritenete questa parola di esortazione, perché vi ho scritto brevemente. 23Sappiate che il fratello Timoteo è stato liberato; se viene presto, vi vedrò con lui. 24Salutate tutti i vostri conduttori e tutti i santi. Quelli d'Italia vi salutano. 25La grazia sia con tutti voi. Amen. |