Romani1Paolo, servo di Gesù Cristo, chiamato ad essere apostolo, appartato per l'evangelo di Dio, 2come egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture, 3riguardo a suo Figlio, nato dal seme di Davide secondo la carne, 4dichiarato Figlio di Dio in potenza, secondo lo Spirito di santità mediante la resurrezione dai morti: Gesù Cristo, nostro Signore, 5per mezzo del quale noi abbiamo ricevuto grazia e apostolato, per l'ubbidienza di fede fra tutte le genti per amore del suo nome, 6fra le quali anche voi siete stati chiamati da Gesù Cristo; 7a voi tutti che siete in Roma, amati da Dio, chiamati santi: grazia e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. 8Prima di tutto, rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo per tutti voi, perché la vostra fede è pubblicata in tutto il mondo. 9Perché Dio, a cui io servo nel mio spirito mediante l'evangelo di suo Figlio, mi è testimone che non smetto mai di menzionarvi, 10chiedendo continuamente nelle mie preghiere che mi sia finalmente concessa dalla volontà di Dio l'opportunità di venire da voi, 11perché io desidero grandemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, affinché siate fortificati. 12E questo è per essere in mezzo a voi consolato insieme mediante la fede che abbiamo in comune, vostra e mia. 13Ora, fratelli, io non voglio che ignoriate che molte volte mi sono proposto di venire da voi per avere qualche frutto fra voi come ne ho avuto fra le altre genti, ma finora ne sono stato impedito. 14Io sono debitore ai Greci e ai barbari, ai savi e agli ignoranti. 15Così, quanto a me, sono pronto ad evangelizzare anche voi che siete in Roma. 16Infatti io non mi vergogno dell'evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza, di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco. 17Perché la giustizia di Dio è rivelata in esso di fede in fede, come sta scritto: «Il giusto vivrà per fede». 18Perché l'ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia, 19poiché ciò che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, perché Dio lo ha loro manifestato. 20Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili. 21Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno però glorificato né l'hanno ringraziato come Dio, anzi sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato. 22Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti, 23e hanno mutato la gloria dell'incorruttibile Dio in un'immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di rettili. 24Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sì da vituperare i loro corpi tra loro stessi. 25Essi che hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore che è benedetto in eterno. Amen. 26Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami, poiché anche le loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura. 27Nello stesso modo gli uomini, lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini, ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento. 28E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti, 29essendo ripieni d'ogni ingiustizia fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, omicidio, contesa frode, malignità, 30ingannatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi ideatori di cose malvagie, disubbidienti, al genitori, 31senza intendimento, senza affidamento, senza affetto naturale, implacabili, spietati. 32Or essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondo cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno, ma approvano anche coloro che le commettono. 1Perciò, o uomo, chiunque tu sia che, giudichi, sei inescusabile perché in quel che giudichi l'altro, condanni te stesso, poiché tu che giudichi fai le medesime cose. 2Or noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità su coloro che fanno tali cose. 3E pensi forse, o uomo che giudichi coloro che fanno tali cose e tu pure le fai, di scampare al giudizio di Dio? 4Ovvero disprezzi le ricchezze della sua benignità, della sua pazienza e longanimità, non conoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? 5Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio, 6che renderà a ciascuno secondo le sue opere: 7la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle opere di bene; 8a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono all'ingiustizia, spetta indignazione ed ira. 9Tribolazione e angoscia spetta ad ogni anima d'uomo che fa il male del Giudeo prima e poi del Greco; 10ma gloria, onore e pace a chiunque fa il bene, al Giudeo prima e poi al Greco. 11Perché presso Dio non v'è parzialità. 12Infatti tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno pure senza la legge; e tutti quelli che hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati secondo la legge, 13perché non coloro che odono la legge sono giusti presso Dio, ma coloro che mettono in pratica la legge saranno giustificati. 14Infatti quando i gentili, che non hanno la legge, fanno per natura le cose della legge, essi, non avendo legge, sono legge a se stessi; 15questi dimostrano che l'opera della legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza che rende la loro coscienza, e perché i loro pensieri si scusano o anche si accusano a vicenda, 16nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio evangelo. 17Ecco, tu ti chiami Giudeo, ti fondi sulla legge e ti glori in Dio, 18conosci la sua volontà e distingui le cose importanti, essendo ammaestrato dalla legge, 19e sei convinto di essere guida di ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, 20istruttore degli insensati, insegnante dei bambini, avendo la forma della conoscenza e della verità nella legge. 21Tu dunque che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi che non si deve rubare, rubi? 22Tu che dici che non si deve commettere adulterio, commetti adulterio? Tu che hai in abominio gli idoli, ne derubi i templi? 23Tu che ti glori nella legge, disonori Dio trasgredendo la legge? 24Infatti: «Per causa vostra, come sta scritto, il nome di Dio è bestemmiato fra i gentili». 25Perché la circoncisione, è vantaggiosa se tu osservi la legge, ma se sei trasgressore della legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. 26Perciò se un incirconciso osserva gli statuti della legge, non sarà la sua incirconcisione reputata circoncisione? 27E se colui che per natura è incirconciso adempie la legge, non giudicherà egli te che con la lettera e la circoncisione sei trasgressore della legge? 28Infatti il Giudeo non è colui che appare tale all'esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne; 29ma Giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, e non nella lettera; e d'un tal Giudeo la lode non proviene dagli uomini, ma da Dio. 1Qual è dunque il vantaggio del Giudeo, o qual è l'utilità della circoncisione? 2Grande in ogni maniera; prima di tutto perché gli oracoli di Dio furono affidati a loro. 3Che dire allora? Se alcuni sono stati increduli, la loro incredulità annullerà forse la fedeltà di Dio? 4Non sia mai; anzi, sia Dio verace e ogni uomo bugiardo, come sta scritto: «Affinché tu sia giustificato nelle tue parole e vinca quando sei giudicato». 5Ora se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio, che diremo? Dio è ingiusto quando dà corso alla sua ira? (Io parlo da uomo). 6Niente affatto! Altrimenti, come giudicherebbe Dio il mondo? 7Per cui se la verità di Dio per la mia menzogna è sovrabbondata alla sua gloria, perché sono io ancora giudicato un peccatore? 8E perché non dire come alcuni calunniandoci affermano che noi diciamo: «Facciamo il male affinché ne venga il bene»? La condanna di costoro è giusta. 9Che dunque? Abbiamo noi qualche superiorità? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che tanto Giudei che Greci sono tutti sotto peccato, 10come sta scritto: «Non c'è alcun giusto, neppure uno. 11Non c'è alcuno che abbia intendimento, non c'è alcuno che ricerchi Dio. 12Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c'è alcuno che faccia il bene, neppure uno. 13La loro gola è un sepolcro aperto con le loro lingue hanno tramato inganni, c'è un veleno di aspidi sotto le loro labbra; 14la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; 15i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; 16sulle loro vie c'è rovina e calamità, 17e non hanno conosciuto la via della pace; 18non c'è il timore di Dio davanti ai loro occhi». 19Or noi sappiamo che tutto quello che la legge dice, lo dice per coloro che sono sotto la legge, affinché ogni bocca sia messa a tacere e tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di Dio, 20perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti 21Ma ora, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, alla quale rendono testimonianza la legge e i profeti, 22cioè la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo verso tutti e sopra tutti coloro che credono, perché non c'è distinzione; 23poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, 24ma sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. 25Lui ha Dio preordinato per far l'espiazione mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare così la sua giustizia per il perdono dei peccati, che sono stati precedentemente commessi durante il tempo della pazienza di Dio, 26per manifestare la sua giustizia nel tempo presente, affinché egli sia giusto e giustificatore di colui che ha la fede di Gesù. 27Dov'è dunque il vanto? È escluso. Per quale legge? Quella delle opere? No, ma per la legge della fede. 28Noi dunque riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. 29Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non lo è anche dei gentili? Certo, è anche il Dio dei gentili. 30Poiché vi è un solo Dio, che giustificherà il circonciso per fede, e anche l'incirconciso mediante la fede. 31Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? Così non sia, anzi stabiliamo la legge. 1Che cosa diremo dunque in merito a ciò, che il nostro padre Abrahamo ha ottenuto secondo la carne? 2Perché se Abrahamo è stato giustificato per le opere, egli ha di che gloriarsi; egli invece davanti a Dio non ha nulla di che gloriarsi. 3Infatti, che dice la Scrittura? «Or Abrahamo credette a Dio e ciò gli fu imputato a giustizia». 4Ora a colui che opera, la ricompensa non è considerata come grazia, ma come debito; 5invece colui che non opera, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli è imputata come giustizia. 6Davide stesso proclama la beatitudine dell'uomo a cui Dio imputa la giustizia senza opere, dicendo: 7«Beati coloro le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti. 8Beato l'uomo a cui il Signore non imputerà il peccato». 9Ora dunque questa beatitudine vale solo per i circoncisi, o anche per gli incirconcisi? Perché noi diciamo che la fede fu imputata ad Abrahamo come giustizia. 10In che modo dunque gli fu imputata? Mentre egli era circonciso o incirconciso? Non mentre era circonciso, ma quando era incirconciso. 11Poi ricevette il segno della circoncisione, come sigillo della giustizia della fede che aveva avuto mentre era ancora incirconciso, affinché fosse il padre di tutti quelli che credono anche se incirconcisi, affinché anche a loro sia imputata la giustizia, 12e fosse il padre dei veri circoncisi, di quelli cioè che non solo sono circoncisi ma che seguono anche le orme della fede del nostro padre Abrahamo, che egli ebbe mentre era incirconciso. 13Infatti la promessa di essere erede del mondo non fu fatta ad Abrahamo e alla sua progenie mediante la legge, ma attraverso la giustizia della fede. 14Poiché se sono eredi quelli che sono della legge, la fede è resa vana e la promessa è annullata, 15perché la legge produce ira; infatti dove non c'è legge, non vi è neppure trasgressione. 16Perciò l'eredità è per fede, in tal modo essa è per grazia, affinché la promessa sia assicurata a tutta la progenie, non solamente a quella che è dalla legge, ma anche a quella che deriva dalla fede di Abrahamo, il quale 17(come sta scritto: «Io ti ho costituito padre di molte nazioni»), è padre di tutti noi davanti a Dio a cui egli credette, il quale fa vivere i morti e chiama le cose che non sono come se fossero. 18Egli, sperando contro ogni speranza, credette per diventare padre di molte nazioni secondo ciò che gli era stato detto: «Così sarà la tua progenie». 19E, non essendo affatto debole nella fede, non riguardò al suo corpo già reso come morto (avendo egli quasi cent'anni), né al grembo già morto di Sara. 20Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, 21pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo. 22Perciò anche questo gli fu imputato a giustizia. 23Ora non per lui solo è scritto che questo gli fu imputato, 24ma anche per noi ai quali sarà imputato, a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, 25il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione. 1Giustificati dunque per fede abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, 2per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. 3E non soltanto questo, ma ci vantiamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce perseveranza, 4la perseveranza esperienza e l'esperienza speranza. 5Or la speranza non confonde, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. 6Perché, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo è morto per gli empi. 7Difficilmente infatti qualcuno muore per un giusto; forse qualcuno ardirebbe morire per un uomo dabbene. 8Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. 9Molto più dunque, essendo ora giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. 10Infatti, se mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del suo Figlio, molto più ora, che siamo stati riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. 11E non solo, ma anche ci vantiamo in Dio per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, tramite il quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione. 12Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato; 13perché, fino a che fu promulgata la legge, il peccato era nel mondo; ora il peccato non è imputato se non vi è legge; 14ma la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, che è figura di colui che doveva venire. 15La grazia però non è come la trasgressione; se infatti per la trasgressione di uno solo quei molti sono morti, molto più la grazia di Dio e il dono per la grazia di un uomo, Gesù Cristo, hanno abbondato verso molti altri. 16Riguardo al dono, non è avvenuto come per quell'uno che ha peccato, perché il giudizio produsse la condanna da una sola trasgressione, ma la grazia produsse la giustificazione da molte trasgressioni. 17Infatti, se per la trasgressione di quell'uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno, molto di più coloro che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell'uno, che è Gesù Cristo. 18Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita. 19Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l'ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti. 20Or la legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata, 21affinché come il peccato ha regnato nella morte, così anche la grazia regni per la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. 1Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato, affinché abbondi la grazia? 2Niente affatto! Noi che siamo morti al peccato, come vivremo ancora in esso? 3Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte? 4Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita. 5Poiché, se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione, 6sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato. 7Infatti colui che è morto è libero dal peccato. 8Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui, 9sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più alcun potere su di lui. 10Perché, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio. 11Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore. 12Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze. 13Non prestate le vostre membra al peccato come strumenti d'iniquità, ma presentate voi stessi a Dio, come dei morti fatti viventi, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. 14Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia. 15Che dunque? Peccheremo noi, perché non siamo sotto la legge, ma sotto la grazia? Così non sia. 16Non sapete voi che a chiunque vi offrite come servi per ubbidirgli, siete servi di colui al quale ubbidite, o del peccato per la morte, o dell'ubbidienza per la giustizia? 17Ora sia ringraziato Dio, perché eravate servi del peccato, ma avete ubbidito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso. 18E, essendo stati liberati dal peccato, siete stati fatti servi della giustizia. 19Io parlo in termini umani per la debolezza della vostra carne. Perché, come un tempo prestaste le vostre membra per essere serve dell'impurità e dell'iniquità per commettere l'iniquità, così ora prestate le vostre membra per essere serve della giustizia, per la santificazione. 20Perché, quando eravate servi del peccato, eravate liberi in rapporto alla giustizia. 21Quale frutto dunque avevate allora dalle cose delle quali ora vi vergognate? Poiché la loro fine è la morte. 22Ora invece, essendo stati liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna. 23Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. 1Ignorate, fratelli (perché parlo a persone che hanno conoscenza della legge), che la legge ha potere sull'uomo per tutto il tempo che egli vive? 2Infatti una donna sposata è per legge legata al marito finché egli vive, ma se il marito muore, ella è sciolta dalla legge del marito. 3Perciò, se mentre vive il marito ella diventa moglie di un altro uomo, sarà chiamata adultera; ma quando il marito muore, ella è liberata da quella legge, per cui non è considerata adultera se diventa moglie di un altro uomo. 4Così dunque, fratelli miei, anche voi siete morti alla legge mediante il corpo di Cristo per appartenere ad un altro, che è risuscitato dai morti, affinché portiamo frutti a Dio. 5Infatti, mentre eravamo nella carne, le passioni peccaminose che erano mosse dalla legge operavano nelle nostre membra, portando frutti per la morte, 6ma ora siamo stati sciolti dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva soggetti, per cui serviamo in novità di spirito e non il vecchio sistema della lettera. 7Che diremo dunque? Che la legge è peccato? Così non sia; anzi io non avrei conosciuto il peccato, se non mediante la legge; infatti io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire». 8Il peccato invece, presa occasione da questo comandamento, ha prodotto in me ogni concupiscenza, 9perché senza la legge, il peccato è morto. Ci fu un tempo in cui io vivevo senza la legge, ma essendo venuto il comandamento, il peccato prese vita ed io morii, 10e trovai che proprio il comandamento, che è in funzione della vita, mi era motivo di morte. 11Infatti il peccato, colta l'occasione per mezzo del comandamento, mi ingannò e mediante quello mi uccise. 12Così, la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono. 13Ciò che è buono è dunque diventato morte per me? Così non sia; anzi il peccato mi è diventato morte, affinché appaia che il peccato produce in me la morte per mezzo di ciò che è buono, affinché il peccato divenisse estremamente peccaminoso per mezzo del comandamento. 14Infatti noi sappiamo che la legge è spirituale, ma io sono carnale, venduto come schiavo al peccato. 15Giacché non capisco quel che faccio, perché non faccio quello che vorrei, ma faccio quello che odio. 16Ora, se faccio ciò che non voglio, io riconosco che la legge è buona. 17Quindi non sono più io ad agire, ma è il peccato che abita in me. 18Infatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene, poiché ben si trova in me la volontà di fare il bene, ma io non trovo il modo di compierlo. 19Infatti il bene che io voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. 20Ora, se faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. 21Io scopro dunque questa legge: che volendo fare il bene, in me è presente il male. 22Infatti io mi diletto nella legge di Dio secondo l'uomo interiore, 23ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso dunque con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato. 1Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito, 2perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3Infatti ciò che era impossibile alla legge, in quanto era senza forza a causa della carne, Dio, mandando il proprio Figlio in carne simile a quella del peccato e a causa del peccato, ha condannato il peccato nella carne, 4affinché la giustizia della legge si adempia in noi che non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito. 5Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito. 6Infatti la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace. 7Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo. 8Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. 9Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete più nella carne ma nello Spirito. Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui. 10Se Cristo è in voi, certo il corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustizia. 11E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che risuscitò Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali mediante il suo Spirito che abita in voi. 12Perciò, fratelli, noi siamo debitori non alla carne per vivere secondo la carne, 13perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete. 14Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figli di Dio. 15Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: «Abba, Padre» 16Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio. 17E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati. 18Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi. 19Infatti il desiderio intenso della creazione aspetta con bramosia la manifestazione dei figli di Dio, 20perché la creazione è stata sottoposta alla vanità non di sua propria volontà, ma per colui che ve l'ha sottoposta, 21nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata dalla servitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22Infatti noi sappiamo che fino ad ora tutto il mondo creato geme insieme ed è in travaglio. 23E non solo esso, ma anche noi stessi, che abbiamo le primizie dello Spirito noi stessi, dico, soffriamo in noi stessi, aspettando intensamente l'adozione, la redenzione del nostro corpo. 24Perché noi siamo stati salvati in speranza; or la speranza che si vede non è speranza, poiché ciò che uno vede come può sperarlo ancora? 25Ma se speriamo ciò che non vediamo, l'aspettiamo con pazienza. 26Nello stesso modo anche lo Spirito sovviene alle nostre debolezze, perché non sappiamo ciò che dobbiamo chiedere in preghiera, come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con sospiri ineffabili. 27E colui che investiga i cuori conosce quale sia la mente dello Spirito, poiché egli intercede per i santi, secondo Dio. 28Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento. 29Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. 30E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati. 31Che diremo dunque circa queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui? 33Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. 34Chi è colui che li condannerà? Cristo è colui che è morto, e inoltre è anche risuscitato; egli è alla destra di Dio, ed anche intercede per noi, 35Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà l'afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? 36Come sta scritto: «Per amor tuo siamo tutto il giorno messi a morte; siamo stati reputati come pecore da macello». 37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati. 38Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, 39né altezze né profondità, né alcun'altra creatura potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. 1Io dico la verità in Cristo, non mento, perché me lo attesta la mia coscienza nello Spirito Santo; 2ho grande tristezza e continuo dolore nel mio cuore. 3Infatti desidererei essere io stesso anatema e separato da Cristo per i miei fratelli, miei parenti secondo la carne, 4che sono Israeliti, dei quali sono l'adozione, la gloria, i patti, la promulgazione della legge, il servizio divino e le promesse; 5dei quali sono i padri e dai quali proviene secondo la carne il Cristo che è sopra tutte le cose Dio, benedetto in eterno. Amen. 6Tuttavia non è che la parola di Dio sia caduta a terra, poiché non tutti quelli che sono d'Israele sono Israele. 7E neppure perché sono progenie di Abrahamo sono tutti figli; ma: «In Isacco ti sarà nominata una progenie». 8Cioè non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come progenie. 9Questa fu infatti la parola della promessa: «In questo tempo ritornerò e Sara avrà un figlio». 10E non solo questo, ma anche Rebecca concepì da un solo uomo, Isacco nostro padre. 11(infatti, quando non erano ancora nati i figli e non avevano fatto bene o male alcuno, affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio secondo l'elezione e non a causa delle opere, ma per colui che chiama), 12le fu detto: «Il maggiore servirà al minore», 13come sta scritto: «Io ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù». 14Che diremo dunque? C'è ingiustizia presso Dio? Così non sia. 15Egli dice infatti a Mosè: «Io avrò misericordia di chi avrò misericordia, e avrò compassione di chi avrò compassione». 16Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia. 17Dice infatti la Scrittura al Faraone: «Proprio per questo ti ho suscitato, per mostrare in te la mia potenza e affinché il mio nome sia proclamato in tutta la terra». 18Così egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole. 19Tu mi dirai dunque: «Perché trova ancora egli da ridire? Chi può infatti resistere alla sua volontà?». 20Piuttosto chi sei tu, o uomo, che disputi con Dio? La cosa formata dirà a colui che la formò: «Perché mi hai fatto così?». 21Non ha il vasaio autorità sull'argilla, per fare di una stessa pasta un vaso ad onore e un altro a disonore? 22E che dire se Dio, volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta pazienza i vasi d'ira preparati per la perdizione? 23E questo per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia, che lui ha già preparato per la gloria, 24cioè noi che egli ha chiamato, non solo fra i Giudei ma anche fra i gentili? 25Come ancora egli dice in Osea: «Io chiamerò il mio popolo quello che non è mio popolo, e amata quella che non è amata. 26E avverrà che là dove fu loro detto: "Voi non siete mio popolo", saranno chiamati figli del Dio vivente». 27Ma Isaia esclama riguardo a Israele: «Anche se il numero dei figli d'Israele fosse come la sabbia del mare, solo il residuo sarà salvato». 28Infatti egli manda ad effetto la decisione con giustizia, perché il Signore manderà ad effetto e accelererà la decisione sopra la terra. 29E come Isaia aveva predetto: «Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un seme, saremmo diventati come Sodoma e saremmo stati simili a Gomorra». 30Che diremo dunque? Che i gentili, che non cercavano la giustizia, hanno ottenuta la giustizia, quella giustizia però che deriva dalla fede, 31mentre Israele, che cercava la legge della giustizia, non è arrivato alla legge della giustizia. 32Perché? Perché la cercava non mediante la fede ma mediante le opere della legge; essi infatti hanno urtato nella pietra d'inciampo, 33come sta scritto: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d'inciampo e una roccia di scandalo, ma chiunque crede in lui non sarà svergognato». 1Fratelli, il desiderio del mio cuore e la preghiera che rivolgo a Dio per Israele è per la sua salvezza. 2Rendo loro testimonianza infatti che hanno lo zelo per Dio, ma non secondo conoscenza. 3Poiché ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria giustizia non si sono sottoposti alla giustizia di Dio 4perché il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede. 5Mosè infatti descrive così la giustizia che proviene dalla legge: «L'uomo che fa quelle cose, vivrà per esse». 6Ma la giustizia che proviene dalla fede dice così: «Non dire in cuor tuo: Chi salirà in Cielo?». Questo significa farne discendere Cristo. 7Ovvero: «Chi scenderà nell'abisso?». Questo significa far risalire Cristo dai morti. 8Ma che dice essa? «La parola è presso di te, nella tua bocca e nel tuo cuore». Questa è la parola della fede, che noi predichiamo; 9poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato. 10Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione, per ottenere salvezza, 11perché la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui non sarà svergognato». 12Poiché non c'è distinzione fra il Giudeo e il Greco, perché uno stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. 13Infatti: «Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato». 14Come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c'è chi predichi? 15E come predicheranno, se non sono mandati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che annunziano la pace, che annunziano buone novelle!». 16Ma non tutti hanno ubbidito all'evangelo, perché Isaia dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?». 17La fede dunque viene dall'udire, e l'udire viene dalla parola di Dio. 18Ma io dico: Non hanno essi udito? Anzi, «La loro voce è corsa per tutta la terra, e le loro parole fino agli estremi confini del mondo». 19Ma io dico: Non ha Israele compreso? Mosè dice per primo: «Io vi muoverò a gelosia per una nazione che non è nazione; vi provocherò a sdegno per una nazione stolta». 20E Isaia arditamente dice: «Io sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me». 21Ma riguardo ad Israele dice: «Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disubbidiente, e contraddicente». 1Io dico dunque: Ha Dio rigettato il suo popolo? Così non sia, perché anch'io sono Israelita, della progenie di Abrahamo, della tribù di Beniamino. 2Dio non ha rigettato il suo popolo, che ha preconosciuto. Non sapete voi ciò che la Scrittura dice nella storia di Elia? Come egli si rivolge a Dio contro Israele, dicendo: 3«Signore, hanno ucciso i tuoi profeti e hanno distrutto i tuoi altari, e io sono rimasto solo, ed essi cercano la mia vita». 4Ma che gli disse la voce divina? «Io mi sono riservato settemila uomini, che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal». 5Così dunque, anche nel tempo presente è stato lasciato un residuo secondo l'elezione della grazia. 6E se è per grazia, non è più per opere, altrimenti la grazia non sarebbe più grazia; ma se è per opere, non è più grazia, altrimenti l'opera non sarebbe più opera. 7Che dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava, ma gli eletti l'hanno ottenuto, e gli altri sono stati induriti, 8come sta scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di stordimento, occhi per non vedere e orecchi per non udire». 9E Davide dice: «La loro mensa di venti per loro un laccio, una trappola, un intoppo e una retribuzione. 10Siano oscurati i loro occhi da non vedere, e piega loro la schiena del continuo». 11Io dico dunque: Hanno inciampato perché cadessero? Così non sia; ma per la loro caduta la salvezza è giunta ai gentili per provocarli a gelosia. 12Ora, se la loro caduta è la ricchezza del mondo e la loro diminuzione la ricchezza dei gentili, quanto più lo sarà la loro pienezza? 13Infatti io parlo a voi gentili, in quanto sono apostolo dei gentili; io onoro il mio ministero, 14per provare se in qualche maniera posso provocare a gelosia quelli della mia carne e salvarne alcuni. 15Infatti, se il loro rigetto è la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non la vita dai morti? 16Ora, se le primizie sono sante, anche la massa è santa; e se la radice è santa, anche i rami sono santi. 17E se pure alcuni rami sono stati troncati, e tu che sei olivastro sei stato innestato al loro posto e fatto partecipe della radice e della grassezza dell'olivo, 18non vantarti contro i rami, ma se ti vanti contro di loro ricordati che non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te. 19Forse dunque dirai: «I rami sono stati troncati, affinché io fossi innestato». 20Bene; essi sono stati troncati per l'incredulità e tu stai ritto per la fede; non insuperbirti, ma temi. 21Se Dio infatti non ha risparmiato i rami naturali, guarda che talora non risparmi neanche te. 22Vedi dunque la bontà e la severità di Dio: la severità su quelli che sono caduti, e la bontà verso di te, se pure perseveri nella bontà, altrimenti anche tu sarai reciso. 23E anche essi, se non perseverano nell'incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo. 24Infatti, se tu sei stato tagliato dall'olivo per natura selvatico e innestato contro natura nell'olivo domestico, quanto più costoro, che sono rami naturali, saranno innestati nel proprio olivo. 25Perché non voglio, fratelli, che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi in voi stessi, che ad Israele è avvenuto un indurimento parziale finché sarà entrata la pienezza dei gentili, 26e così tutto Israele sarà salvato come sta scritto: «Il liberatore verrà da Sion, e rimuoverà l'empietà da Giacobbe. 27E questo sarà il mio patto con loro quando io avrò tolto via i loro peccati». 28Quanto all'evangelo, essi sono nemici per causa vostra, ma quanto all'elezione, sono amati a causa dei padri, 29perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento. 30Come infatti pure voi una volta foste disubbidienti a Dio, ma ora avete ottenuta misericordia per la disubbidienza di costoro, 31così anche costoro al presente sono stati disubbidienti affinché, per la misericordia a voi fatta, anch'essi ottengano misericordia. 32Poiché Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per far misericordia a tutti. 33O profondità di ricchezze, di sapienza e di conoscenza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e inesplorabili le sue vie! 34«Chi infatti ha conosciuto la mente del Signore? O chi è stato suo consigliere? 35O chi gli ha dato per primo, sì che ne abbia a ricevere la ricompensa?». 36Poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen. 1Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. 2E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio. 3Infatti, per la grazia che mi è stata data, dico a ciascuno che si trovi fra voi di non avere alcun concetto più alto di quello che conviene avere, ma di avere un concetto sobrio, secondo la misura della fede che Dio ha distribuito a ciascuno. 4Infatti, come in uno stesso corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno la medesima funzione, 5così noi, che siamo molti, siamo un medesimo corpo in Cristo, e ciascuno siamo membra l'uno dell'altro. 6Ora, avendo noi doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo profezia, profetizziamo secondo la proporzione della fede; 7se di ministero, attendiamo al ministero; similmente il dottore attenda all'insegnamento; 8e colui che esorta, attenda all'esortare; colui che distribuisce, lo faccia con semplicità; colui che presiede, presieda con diligenza; colui che fa opere di pietà, le faccia con gioia. 9L'amore sia senza ipocrisia, detestate il male e attenetevi fermamente al bene. 10Nell'amore fraterno, amatevi teneramente gli uni gli altri; nell'onore usate riguardo gli uni verso gli altri. 11Non siate pigri nello zelo; siate ferventi nello spirito, servite il Signore, 12allegri nella speranza, costanti nell'afflizione, perseveranti nella preghiera; 13provvedete ai bisogni dei santi, esercitate l'ospitalità. 14Benedite quelli che vi perseguitano benedite e non maledite. 15Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che piangono. 16Abbiate gli stessi pensieri gli uni verso gli altri; non aspirate alle cose alte, ma attenetevi alle umili; non siate savi da voi stessi. 17Non rendete ad alcuno male per male, cercate di fare il bene davanti a tutti gli uomini. 18Se è possibile e per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. 19Non fate le vostre vendette, cari miei, ma lasciate posto all'ira di Dio, perché sta scritto: «A me la vendetta, io renderò la retribuzione, dice il Signore». 20«Se dunque il tuo nemico ha fame dagli da mangiare, se ha sete dagli da bere; perché, facendo questo, radunerai dei carboni accesi sul suo capo» 21Non essere vinto dal male, ma vinci il male con il bene. 1Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c'è autorità se non da Dio, e le autorità che esistono sono istituite da Dio. 2Perciò chi resiste all'autorità, resiste all'ordine di Dio; e quelli che vi resistono attireranno su di sé la condanna. 3I magistrati infatti non sono da temere per le opere buone, ma per le malvagie; ora vuoi non temere l'autorità? Fa' ciò che è bene, e tu riceverai lode da essa, 4perché il magistrato è ministro di Dio per te nel bene; ma se tu fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; poiché egli è ministro di Dio, un vendicatore con ira contro colui che fa il male. 5Perciò è necessario essergli sottomessi, non solo per timore dell'ira ma anche per ragione di coscienza. 6Infatti per questo motivo pagate anche i tributi, perché essi sono ministri di Dio, dediti continuamente a questo servizio. 7Rendete dunque a ciascuno ciò che gli è dovuto: il tributo a chi dovete il tributo, l'imposta a chi dovete l'imposta, il timore a chi dovete il timore, l'onore a chi l'onore. 8Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. 9Infatti questi comandamenti: «Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare», e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: «Ama il tuo prossimo come te stesso». 10L'amore non fa alcun male al prossimo; l'adempimento dunque della legge è l'amore. 11E questo tanto più dobbiamo fare, conoscendo il tempo, perché è ormai ora che ci svegliamo dal sonno, poiché la salvezza ci è ora più vicina di quando credemmo. 12La notte è avanzata e il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13Camminiamo onestamente, come di giorno, non in gozzoviglie ed ebbrezze, non in immoralità e sensualità, non in contese ed invidie. 14Ma siate rivestiti del Signor Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne le sue concupiscenze. 1Or accogliete chi è debole nella fede, ma non per giudicare le sue opinioni. 2L'uno crede di poter mangiare d'ogni cosa, mentre l'altro, che è debole, mangia solo legumi. 3Colui che mangia non disprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia, poiché Dio lo ha accettato. 4Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Stia egli in piedi o cada, ciò riguarda il suo proprio signore, ma sarà mantenuto saldo, perché Dio è capace di tenerlo in piedi. 5L'uno stima un giorno più dell'altro, e l'altro stima tutti i giorni uguali; ciascuno sia pienamente convinto nella sua mente. 6Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore; chi non ha alcun riguardo al giorno lo fa per il Signore; chi mangia lo fa per il Signore e rende grazie a Dio; e chi non mangia non mangia per il Signore e rende grazie a Dio. 7Nessuno di noi infatti vive per se stesso, e neppure muore per se stesso, 8perché, se pure viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore, dunque sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. 9Poiché a questo fine Cristo è morto, è risuscitato ed è tornato in vita: per signoreggiare sui morti e sui vivi. 10Ora tu, perché giudichi il tuo fratello? O perché disprezzi il tuo fratello? Poiché tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo. 11Sta infatti scritto: «Come io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua darà gloria a Dio». 12Così dunque ognuno di noi renderà conto di se stesso a Dio. 13Perciò non giudichiamo più gli uni gli altri ma piuttosto giudicate questo: di non porre intoppo o scandalo al fratello. 14Io so e sono persuaso nel Signore Gesù, che nessuna cosa è immonda in se stessa, ma chi stima qualche cosa immonda, per lui è immonda. 15Ma se tuo fratello è contristato a causa di un cibo, tu non cammini più secondo amore; non far perire col tuo cibo colui per il quale Cristo è morto. 16Perciò quel che per voi è bene non diventi motivo di biasimo, 17poiché il regno di Dio non è mangiare e bere, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. 18Infatti chi serve Cristo in queste cose è gradito a Dio e approvato dagli uomini. 19Perseguiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla edificazione reciproca. 20Non distruggere l'opera di Dio per il cibo; certo, tutte le cose sono pure, ma è sbagliato quando uno mangia qualcosa che è occasione di peccato. 21È bene non mangiare carne, né bere vino, né fare cosa alcuna che porti tuo fratello a inciampare o ad essere scandalizzato o essere indebolito. 22Hai tu fede? Tienila per te stesso davanti a Dio; beato chi non condanna se stesso in ciò che approva. 23Ma colui che sta in dubbio, se mangia è condannato, perché non mangia con fede; or tutto ciò che non viene da fede è peccato. 1Or noi, che siamo forti, dobbiamo sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a noi stessi. 2Ciascuno di noi compiaccia al prossimo nel bene, per l'edificazione, 3poiché anche Cristo non ha compiaciuto a se stesso, ma come sta scritto: «Gli oltraggi di coloro che ti oltraggiano sono caduti su di me». 4Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento, affinché mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza. 5Ora il Dio della pazienza e della consolazione vi dia di avere gli uni verso gli altri gli stessi pensieri, secondo Cristo Gesù, 6affinché con una sola mente e una sola bocca glorifichiate Dio, che è Padre del nostro Signore Gesù Cristo. 7Perciò accoglietevi gli uni gli altri come anche Cristo ci ha accolti per la gloria di Dio. 8Or io dico che Gesù Cristo è diventato ministro dei circoncisi a difesa della verità di Dio, per confermare le promesse fatte ai padri, 9ed ha accolto i gentili per la sua misericordia, affinché glorifichino Dio come sta scritto: «Per questo ti celebrerò fra le genti, e canterò le lodi del tuo nome». 10E altrove la Scrittura dice: «Rallegratevi, o genti, col suo popolo». 11E di nuovo: «Lodate il Signore, tutte le genti; e lo celebrino i popoli tutti». 12Ed ancora Isaia dice: «Spunterà un germoglio dalla radice di Iesse, e colui che sorgerà per reggere le genti; le nazioni spereranno in lui». 13Ora il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nel credere, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo. 14Ora, fratelli miei, io stesso sono persuaso a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ripieni d'ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri. 15Ma, fratelli, io vi ho scritto alquanto più arditamente, come per ricordarvi per la grazia che mi è stata data da Dio, 16per essere ministro di Gesù Cristo presso i gentili, adoperandomi nel sacro servizio dell'evangelo di Dio, affinché l'offerta dei gentili sia accettevole, santificata dallo Spirito Santo. 17Io ho dunque di che gloriarmi in Cristo Gesù nelle cose che riguardano Dio. 18Infatti non ardirei dir cosa che Cristo non abbia operata per mezzo mio, per condurre all'ubbidienza i gentili con la parola e con l'opera, 19con potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito di Dio; così, da Gerusalemme e nei dintorni fino all'Illiria, ho compiuto il servizio dell'evangelo di Cristo, 20avendo l'ambizione di evangelizzare là dove non era ancora stato nominato Cristo, per non edificare sul fondamento altrui. 21Ma, come sta scritto: «Coloro ai quali non era stato annunziato nulla di lui vedranno, e coloro che non avevano udito parlare intenderanno». 22Anche per questo motivo sono stato spesse volte impedito di venire da voi. 23Ma ora, non avendo più luogo da evangelizzare in queste contrade, avendo da molti anni un grande desiderio di venire da voi, 24quando andrò in Spagna, verrò da voi; passando, spero infatti di vedervi e di essere accompagnato da voi fin là, dopo aver goduto un poco della vostra compagnia. 25Ma ora vado a Gerusalemme per sovvenire ai santi, 26perché a quelli della Macedonia e dell'Acaia è piaciuto di fare contribuzione per i poveri che sono fra i santi in Gerusalemme. 27Ora è piaciuto loro di far questo, perché sono ad essi debitori; se i gentili infatti hanno avuto parte dei loro beni spirituali, devono anche sovvenire loro nei beni materiali. 28Dopo dunque aver compiuto questo ed aver consegnato loro questo frutto, andrò in Spagna, passando da voi. 29Ma io so che, venendo da voi, verrò nella pienezza della benedizione dell'evangelo di Cristo. 30Or vi esorto, fratelli, per il Signor nostro Gesù Cristo e per l'amore dello Spirito, a combattere con me presso Dio per me nelle vostre preghiere, 31affinché io sia liberato dagli increduli che sono nella Giudea, perché il mio servizio per Gerusalemme sia accettevole ai santi, 32affinché, se piace a Dio, io venga con gioia da voi e sia ricreato insieme a voi. 33Ora il Dio della pace sia con tutti voi. Amen. 1Or io vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa che è in Cencrea, 2affinché l'accogliate nel Signore, come si conviene ai santi, assistendola in qualunque cosa avrà bisogno di voi, perché ella ha prestato assistenza a molti e anche a me stesso. 3Salutate Priscilla ed Aquila miei compagni d'opera in Cristo Gesù, 4i quali hanno rischiato la loro testa per la mia vita; a loro non solo io, ma anche tutte le chiese dei gentili rendono grazie. 5Salutate anche la chiesa che è in casa loro; salutate il mio caro Epeneto il quale è la primizia dell'Acaia in Cristo. 6Salutate Maria, la quale si è molto affaticata per noi. 7Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigione, i quali sono segnalati fra gli apostoli, e anche sono stati in Cristo prima di me. 8Salutate Amplia, mio diletto nel Signore. 9Salutate Urbano, nostro compagno d'opera in Cristo, e il mio caro Stachi. 10Salutate Apelle, che è approvato in Cristo. Salutate quelli della casa di Aristobulo. 11Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narcisso che sono nel Signore. 12Salutate Trifena e Trifosa, che si affaticano nel Signore. Salutate la cara Perside, che si è molto affaticata nel Signore. 13Salutate Rufo, che è eletto nel Signore, e sua madre che è pure mia. 14Salutate Asincrito, Flegonte, Erma Patroba, Erme e i fratelli che sono con loro. 15Salutate Filologo, Giulia, Nereo e sua sorella Olimpa, e tutti i santi che sono con loro. 16Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio; le chiese di Cristo vi salutano. 17Or io vi esorto, fratelli, a guardarvi da quelli che fomentano le divisioni e gli scandali contro la dottrina che avete appreso, e ritiratevi da loro; 18costoro infatti non servono il nostro Signore Gesù Cristo ma il proprio ventre, e con dolce e lusinghevole parlare seducono i cuori dei semplici. 19La vostra ubbidienza infatti si è divulgata fra tutti; io mi rallegro quindi per voi; or io desidero che siate savi nel bene e semplici nel male. 20Ora il Dio della pace schiaccerà presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi. Amen. 21Timoteo, mio compagno d'opera, Lucio, Giasone e Sosipatro, miei parenti, vi salutano. 22Io, Terzio, che ho scritto questa epistola, vi saluto nel Signore. 23Gaio, che ospita me e tutta la chiesa, vi saluta. Erasto, il tesoriere della città e il fratello Quarto vi salutano. 24La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen. 25Or a colui che vi può raffermare secondo il mio evangelo e la predicazione di Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero celato per molti secoli addietro, 26e ora manifestato e rivelato fra tutte le genti mediante le Scritture profetiche, secondo il comandamento dell'eterno Dio, per indurli all'ubbidienza della fede. 27a Dio, unico sapiente, sia la gloria in eterno, per mezzo di Gesù Cristo. Amen. |