I Dieci Comandamenti

Primo Comandamento


1) Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me.

Commento:

Il miglior commento che si possa fare è riportare il Deuteronomio (6,14-19):

“Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte”.

L'uomo è propenso non solo a cadere nei vizi ma ad innalzare le stesse, a propri idoli. Del resto, nessuno può con le sole proprie forze sfuggire alle tentazioni che possono generare, se non controllate, desideri irrefrenabili. Per sconfiggerle con successo e non cadere in colpevoli distrazioni, occorre fissare la volontà e l'impegno su questo traguardo.

Anche il sentimento umano non sfugge alla legge della fermezza e della volontà. Ogni "amore" per rimanere tale deve essere infatti alimentato in ogni istante del proprio esistere, altrimenti le distrazioni, allontanando il pensiero e le promesse di fedeltà, lo faranno decadere nel dimenticatoio.

Se, come è stato affermato, il pensiero è all'origine dell'agire, allora è necessario mantenerlo privo di distrazioni per non lasciarlo libero di essere catturato da tutto ciò che transita sotto i nostri sensi. In tal caso il nostro agire non potrà dipendere dal volere del nostro libero arbitrio ma si assoggetterà alle passioni.

Gli idoli, anche se non è possibile raffigurarli, sono espressioni dei nostri desideri più irrefrenabili; ci possono incatenare al loro volere per renderci schiavi e divenire, infine, l'unica ragione del nostro vivere. Innumerevoli possono essere i nostri idoli: il potere (in qualunque delle sue forme), il denaro, il successo, il protagonismo, l'egoismo, l'edonismo;  tanto per citarne alcuni. I nostri idoli possono coesistere con la fedeltà a Dio? Evidentemente no: "Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona". (Mt 6,24).

In ogni istante possiamo recepire la presenza di Dio, nella dolce musiva del gorgoglio dell'acqua sorgiva, nella delicatezza del profumo dei fiori, nel sussurro del venticello primaverile, ma anche nel meraviglioso fascino della natura tutta che, rigogliosa, canta i Suoi prodigi: dall'umile stelo d'erba, alla scintillante stella del firmamento, dall'insignificante granello di sabbia, all'immensità degli spazi siderali, dalla piccola goccia di rugiada, all'immensità dei mari.

"Non avrai altro Dio all'infuori di me". È un comando per non crearsi idoli e diventarne schiavi. Non dobbiamo alzare altari a dèi non veri come fece il popolo d'Israele. Solamente in Dio possiamo ritrovare il fine di ogni azione e il senso di ogni fine. È il nostro Creatore, il nostro Salvatore, Colui che ci ama, il senso e il fine della nostra vita.

Solamente chi riesce ad essere unito a Dio con costanza attraverso la preghiera e le opere verso il prossimo, saprà rimanere libero dagli dèi del mondo. In Lui scopriremo il vero Amore ed impareremo ad essergli fedeli per poterci realizzare in questa vita, propedeutica per l'eterna felicità. Il primo comandamento è un atto di amore verso noi stessi in quanto ci rivela la via per essere autenticamente uomini o donne. Tutti i peccati nascono dal peccato di idolatria, ossia nel credersi dio, indipendenti da Dio.

"Questo comandamento che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: chi salirà per noi in cielo per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? Non è al di là del mare, perché tu dica: chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? Anzi, questa parola è molto vicino a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica". (Dt 30, 11-14).