I Dieci Comandamenti

Quarto Comandamento


4) Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fà tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo


Commento:

Sabato nel vocabolo ebraico, vuol dire "cessazione": quindi "sabatizzare", ossia "cessare" e "riposarsi". Il settimo giorno ricevette il nome di sabato, appunto perché, compiuto l'universo cosmico, "Dio benedisse il giorno settimo e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro servile che operando aveva creato".(Gn 2,3).

In questo comandamento ci viene indicata una prescrizione in senso positivo, ossia di ricordarci del settimo giorno, di osservarlo e di astenerci dal lavoro per la santificazione del sabato. Secondo le indicazioni bibliche, il lavoro rappresenta quello che gli uomini svolgono abitualmente, la ragione per la quale Dio li ha messi sulla terra. Il giorno di sabato era, ed è tuttora, per il popolo d'Israele, il giorno consacrato al Signore: giorno di assoluto riposo per dedicarsi esclusivamente al culto di Dio, con la lettura dei testi sacri e la preghiera. Per i cristiani il giorno del Signore non è più il sabato, ma la domenica, perché in questo giorno, "il primo dopo il sabato" (Gv 20,19), è risuscitato Gesù ed è iniziata una nuova era. La risurrezione, infatti, è la vittoria di Cristo sulla morte, la sconfitta di Satana, il compimento delle Scritture.

La ragione essenziale per osservare il sabato è che si tratta di un giorno santo, cioè che appartiene a Dio. Di fatto la decisione divina ci dona la chiave per comprendere il significato del sabato. Questo tempo ci è necessario per mettere al centro della nostra vita la ricerca di una relazione con Dio. Ricerca che dà un senso a tutto il resto e che ci permette di dare pieno significato all'opera delle nostre mani e delle nostre menti.

Dio ha messo un richiamo alla nostra condizione di creature, un invito a fermarci periodicamente e ritornare alla sorgente della vita, in quanto la vita contiene innumerevoli di possibilità interessanti: come trovare il tempo per fermarci ed avere quel distacco necessario per fare una scelta, per scoprire se vogliamo veramente fare le cose che noi facciamo? 

La Chiesa di Dio trasportò la ricorrenza festiva del sabato alla domenica, perché in questo giorno, per la prima volta, brillò la luce sul mondo e in esso, in virtù della risurrezione del Redentore che aprì la via alla vita eterna, la nostra vita, affrancata dalle tenebre, fu ricondotta nelle regioni della luce. Perciò gli Apostoli lo chiamarono "giorno del Signore". 

"Il giorno del Signore"; la domenica ci dà l'occasione, per ritrovare il senso della misura, per riequilibrare le scelte che trascinano la nostra vita da un impegno all'altro e di compiere l'opera di Dio e di credere in colui che egli ha mandato. Contro la tentazione di amare solo noi stessi e di credere perduta ogni ora che non sia dedicata a produrre ricchezza oltre a ciò che è necessario, ci viene offerta una sosta che ci dà modo di pensare a Dio, a noi stessi, alla famiglia. Infatti, come afferma Gesù nel Vangelo, ciò che conta nella vita è salvare la nostra anima: "Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?".(Mc 8,36).

Dice il Signore: "In quel giorno non farete nulla: né tu, né tuo figlio, né tua figlia, il tuo servo o la tua serva, il tuo giumento e il tuo ospite che è in casa tua". Si intuisce, infatti, che è vietato ogni genere di lavoro che ci allontana dal pensare a Dio, a Gesù e ai suoi insegnamenti. 

Non è perdere tempo usare il tempo per Dio, anzi è guadagnarlo. Dio ci ha dato la vita e ci offre la vita eterna. Chi ama Dio riceve quella divina sapienza che lo aiuta a non perdere tempo per cose inutili. Ricordiamo le parole di Gesù: "Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto?" (Lc 12,25-26); "Non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello... Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!... Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà".(Mt 5,36; 10,30-31; 10,39).

La prima parola della formula è "Ricordati"; il dedicare questo giorno a Dio nasce dal diritto di natura; essendo proprio la natura che ci spinge a consacrare qualche ora a Dio. È un comando salutare, sia per il corpo che per lo spirito, per concedere un po' di tempo allo spirito affinché si rinfranchi nel pensiero di Dio. Perciò gli Apostoli stabilirono che fra i sette giorni il primo fosse consacrato a Dio e lo chiamarono giorno del Signore.

Gli affanni della terra, quando sono eccessivi, possono essere un pericolo e possono creare effetti sempre più negativi. È imprudenza il volersi forzare a continua attività per guadagnare sempre di più; al riguardo disse Gesù ad un uomo avaro e materialista: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio" (Lc 12,20-21). È per questo che Dio ci educa alla saggezza per mezzo della sua sapiente e amorosa Parola. I suoi comandi non limitano la nostra libertà, ma, anzi, la espandono e la conducono nella direzione giusta, verso la fonte della vita, dell'amore, della pace, della gioia.

La festa è un grande dono di Dio per l'uomo. Dio stesso si è riposato il settimo giorno, perciò l'uomo, che rispecchia l'immagine di Dio, è chiamato a fare altrettanto e deve impegnarsi a farsì che anche i poveri possano godere del giusto riposo dalle attività quotidiane.