La Sacra Sindone

L'uomo più buono del mondo

Risultati di un modello probabilistico applicato alle ricerche sulla Sindone

INTRODUZIONE

È stato costruito un modello probabilistico capace di valutare i risultati delle ricerche eseguite sulla Sindone di Torino (ST) a causa della difficoltà riscontrata dagli autori a giudicare in modo globale e oggettivo la notevole quantità di prove o affermazioni portate a favore o contro una tesi di autenticità o di falsità. Ancora oggi infatti gli studiosi continuano a sostenere tesi diametralmente opposte portando a favore solo un numero limitato di affermazioni.

D’altra parte dalle numerosissime ricerche effettuate a livello mondiale, non è risultata un’unica affermazione così completa e significativa da dimostrare l’autenticità o falsità della ST. Nessuna prova infatti è tale da dimostrare completamente l’ipotesi posta, ma forse l'analisi globale di tutti gli indizi può raggiungere questo scopo. “Quando gli indizi si moltiplicano, concordano tra loro e confluiscono verso una conclusione, si fa strada una ragionevole certezza”.

È paradossalmente meno arduo ammettere all’origine dell’impronta un evento straordinario verificatosi nel sepolcro di Cristo, che non ipotizzare, nel medioevo, l’opera di un falsario-artista dotato di sovrumane capacità di intelligenza o il prodotto di un falsario-assassino armato di diabolica volontà di seviziare a morte un individuo.
In questo lavoro si sono discusse ed analizzate le 100 affermazioni ritenute più significative, siano esse a favore o contro una particolare tesi, in modo da fornire un database utile a qualunque scienziato si voglia accingere ad eseguire una propria valutazione probabilistica.

Forse dalla sintesi di tutte le valutazioni proposte potrà venire alla luce una risposta al quesito che da secoli si pone agli scienziati riguardo l’autenticità del reperto: è infatti importante capire esattamente che cosa sia la ST perché se fosse autentica, sarebbe l’oggetto più vicino all’evento basilare della fede cristiana: la morte e la risurrezione di Cristo. Il Nuovo Testamento non indica che alcuna persona testimoniò cosa accadde nella tomba di Gesù, ma se la ST fosse veramente il lenzuolo della sepoltura di Gesù, allora sarebbe una testimonianza senza precedenti dell’evento della mattina di Pasqua.

ALTERNATIVE E PROBABILITÀ A PRIORI
Si imposta l’analisi sintetizzando in tre alternative, possibili, ma tra loro escludentisi, le ipotesi più plausibili riguardanti l’origine della ST. Esse vengono nominate A, F, N e sono di seguito descritte:

  • 1) Alternativa A: la ST è autentica. Essa ha avvolto il corpo di Gesù, uomo ebreo sulla trentina, vissuto in Palestina circa 2000 anni fa. Il telo è di origine siro-palestinese e ha tracce di cerimonie in uso nell’antica Palestina1.
  • 2) Alternativa F: La ST è falsa, medievale o post-medievale: può essere un dipinto o l’opera di un cosiddetto “geniale falsario assassino” che è riuscito a costruire in modo così dettagliato e minuzioso tutti i particolari che potessero fare attribuire il lenzuolo a Gesù.
  • 3) Alternativa N: la ST non è autentica, ma non è nemmeno falsa, medievale o postmedievale; non sono quindi verificate le alternative “A” ed “F”. In tale alternativa sono quindi comprese tutte le altre possibilità.

Si valutano innanzitutto le probabilità a priori delle tre alternative A, F, N, supponendo di non conoscere nulla riguardo le prove che saranno discusse e valutate in una seconda fase. All’alternativa A si assegna una probabilità “a priori” PI(A) ed una incertezza assoluta iA: PI(A) = 0,05; iA I = 0,02 in quanto si ritiene che sia statisticamente più probabile che la ST non sia il lenzuolo funerario di una particolare persona morta in un particolare periodo storico.

All’alternativa F si assegna una probabilità “a priori” PI(F) ed una incertezza assoluta iF: PI(F) = 0,35; iF I = 0,05 perché si ritiene che statisticamente sia più probabile dell’alternativa A, ma la condizione di essere falsa e per di più di un particolare periodo storico, la rende meno probabile dell’alternativa N alla quale si assegna una probabilità “a priori” PI(N)