Nuvo Testamento T.I.L.C.

Traduzione Inreconfessionale in Lingua Corrente

Prima lettera ai Corinzi

Saluti

Paolo, che Dio ha chiamato a essere apostolo di Gesù, e il fratello Sostene, scrivono alla chiesa di Dio che si trova a Corinto Salutiamo voi che, uniti a Gesù, siete diventati il popolo di Dio insieme con tutti quelli che, ovunque si trovino, invocano il nome di Gesù, nostro Signore. Dio, nostro Padre, e Gesù, nostro Signore, diano a voi grazia e pace.

I doni ricevuti da Dio

Ringrazio sempre il mio Dio per voi, perché è stato molto generoso verso di voi. Vi ha arricchito con tutti i suoi doni per mezzo di Gesù: doni della predicazione e doni della conoscenza. Il Cristo che vi ho annunziato è diventato il solido fondamento della vostra vita. Perciò non vi manca nessuno dei doni di Dio mentre aspettate il ritorno di Gesù, nostro Signore. Egli vi manterrà saldi fino alla fine. Nessuno vi potrà accusare quando nel giorno del giudizio verrà Gesù, nostro Signore. Infatti Dio stesso vi ha chiamati a partecipare alla vita di Gesù, suo Figlio e nostro Signore, e Dio mantiene le sue promesse.

Divisioni nella Chiesa

Fratelli, in nome di Gesù, nostro Signore, vi chiedo di mettervi d'accordo. Non vi siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pensieri e le stesse convinzioni. Purtroppo alcuni della famiglia di Cloe mi hanno fatto sapere che vi sono litigi tra voi. Mi spiego: uno di voi dice: «Io sono di Paolo»; un altro: «Io di Apollo»; un terzo sostiene: «Io sono di Pietro»; e un quarto afferma: «Io sono di Cristo». Ma Cristo non può essere diviso! E Paolo, d'altra parte, non è stato crocifisso per voi. E nessuno vi ha battezzati nel nome di Paolo. Grazie a Dio non ho battezzato nessuno di voi, eccetto Crispo e Gaio. Così nessuno può dire di essere stato battezzato nel mio nome. È vero: ho anche battezzato la famiglia di Stefana, ma non credo proprio di averne battezzati altri.

La predicazione di Paolo

Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunziare la salvezza. E questo io faccio senza parole sapienti, per non rendere inutile la morte di Cristo in croce. Predicare la morte di Cristo in croce sembra una pazzia a quelli che vanno verso la perdizione; ma per noi, che Dio salva, è la potenza di Dio. La Bibbia dice infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e squalificherò l'intelligenza degli intelligenti. Infatti, che cosa hanno ora da dire i sapienti, gli studiosi, gli esperti in dibattiti culturali? Dio ha ridotto a pazzia la sapienza di questo mondo. Gli uomini, con tutto il loro sapere, non sono stati capaci di conoscere Dio e la sua sapienza. Perciò Dio ha deciso di salvare quelli che credono, mediante questo annunzio di salvezza che sembra una pazzia.

Gli Ebrei infatti vorrebbero miracoli, e i non Ebrei si fidano solo della ragione. Noi invece annunziamo Cristo crocifisso, e per gli Ebrei questo messaggio è offensivo, mentre per gli altri è assurdo. Ma per quelli che Dio ha chiamati, siano essi Ebrei o no, Cristo è potenza e sapienza di Dio. Perché la pazzia di Dio è più sapiente della sapienza degli uomini, e la debolezza di Dio è più forte della forza degli uomini. Guardate tra voi, fratelli. Chi sono quelli che Dio ha chiamati? Vi sono forse tra voi, dal punto di vista umano, molti sapienti o molti potenti o molti personaggi importanti? No! Dio ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti; ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere quelli che si credono forti. Dio ha scelto quelli che, nel mondo, non hanno importanza e sono disprezzati o considerati come se non esistessero, per distruggere quelli che pensano di valere qualcosa. Così, nessuno potrà vantarsi davanti a Dio. Dio però ha unito voi a Gesù: egli è per noi la sapienza che viene da Dio. E Gesù ci rende graditi a Dio, ci dà la possibilità di vivere per lui e ci libera dal peccato. Si compie così quel che dice la Bibbia: Chi vuol vantarsi si vanti per quel che ha fatto il Signore.

L'annunzio di Cristo morto in croce

Quando son venuto tra voi, fratelli, per farvi conoscere il messaggio di Dio, l'ho fatto con semplicità, senza sfoggio di parole piene di sapienza umana. Avevo infatti deciso di non insegnarvi altro che Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi debole, pieno di timore e di preoccupazione. Vi ho predicato e insegnato non con abili discorsi di sapienza umana. Era la forza dello Spirito a convincervi. Così la vostra fede non è fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

La sapienza di Dio

Anche noi però, tra i cristiani spiritualmente adulti, parliamo di una sapienza. Ma non si tratta di una sapienza di questo mondo né di quella dei potenti che lo governano, e che presto saranno distrutti. Parliamo della misteriosa sapienza di Dio, del suo progetto di farci partecipare alla sua gloria. Dio lo aveva già stabilito prima della creazione del mondo, ma noi non lo avevamo conosciuto. Nessuna delle potenze che governano questo mondo ha conosciuto questa sapienza. Se l'avessero conosciuta non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma come si legge nella Bibbia: Quel che nessuno ha mai visto e udito, quel che nessuno ha mai immaginato, Dio lo ha preparato per quelli che lo amano. Dio lo ha fatto conoscere a noi per mezzo dello Spirito.

Lo Spirito infatti conosce tutto, anche i pensieri segreti di Dio. Nessuno può conoscere i pensieri segreti di un uomo: solo lo spirito, che è dentro di lui, può conoscerli. Allo stesso modo solo lo Spirito di Dio conosce i pensieri segreti di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio; perciò conosciamo quel che Dio ha fatto per noi. E ne parliamo con parole non insegnate dalla sapienza umana, ma suggerite dallo Spirito di Dio. Così spieghiamo le verità spirituali a quelli che hanno ricevuto lo Spirito. Ma l'uomo che non ha ricevuto lo Spirito di Dio non è in grado di accogliere le verità che lo Spirito di Dio fa conoscere. Gli sembrano assurdità e non le può comprendere perché devono essere capite in modo spirituale. Chi invece ha ricevuto lo Spirito è capace di giudicare ogni cosa, ma nessuno è in grado di giudicarlo. Chi può conoscere i pensieri del Signore? E chi può dargli dei consigli? Ebbene noi possediamo i pensieri di Cristo.

Uniti nel lavoro per servire Dio

Io, fratelli, non ho potuto parlarvi come a cristiani maturi. Eravate ancora troppo legati ai valori di questo mondo, e nella fede in Cristo ancora troppo bambini. Ho dovuto nutrirvi di latte, non di cibo solido, perché non avreste potuto sopportarlo. Nemmeno ora lo potete, perché siete come tutti gli altri. Le vostre discordie e le vostre divisioni dimostrano che voi ancora pensate e vi comportate come gli altri. Quando uno di voi dice: «Io sono di Paolo», e un altro ribatte: «io invece di Apollo!», non fate forse come fanno tutti? Ma chi è poi Apollo? e chi è Paolo? Semplici servitori per mezzo dei quali voi siete giunti alla fede. A ciascuno di noi Dio ha affidato un compito. Io ho piantato, Apollo ha innaffiato, ma è Dio che ha fatto crescere. Perciò chi pianta e chi innaffia non contano nulla: chi conta è Dio che fa crescere. Chi pianta e chi innaffia hanno la stessa importanza. Ognuno di loro riceverà la ricompensa per il lavoro svolto. Siamo infatti collaboratori di Dio nel suo campo, e voi siete il campo di Dio.

Voi siete anche l'edificio di Dio

Dio mi ha dato il compito e il privilegio di mettere il fondamento, come fa un saggio architetto. Altri poi innalza su di esso la costruzione. Ciascuno però badi bene a come costruisce. Il fondamento già posto è Gesù. Nessuno può metterne un altro. Su quel fondamento altri costruiranno servendosi di oro, di argento, di pietre preziose, di legno, di fieno, di paglia. Ma nel giorno del giudizio Dio rivelerà quel che vale l'opera di ciascuno. Essa verrà sottoposta alla prova del fuoco, e il fuoco ne proverà la consistenza. Se uno ha fatto un'opera che supererà la prova, ne avrà la ricompensa. Se invece la sua opera sarà distrutta dal fuoco, egli perderà la ricompensa. Egli personalmente sarà tuttavia salvo, come uno che passa attraverso un incendio. Voi sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi. Ebbene, se qualcuno distrugge la vostra comunità che è il santo tempio di Dio, Dio distruggerà lui.

Contro ogni superbia

Nessuno inganni sé stesso. Se qualcuno pensa di essere sapiente in questo mondo, diventi pazzo, e allora sarà sapiente davvero. Dio infatti considera pazzia quel che il mondo crede sia sapienza. Si legge infatti nella Bibbia: Dio fa cadere i sapienti nella trappola della loro astuzia. E ancora, in un altro passo leggiamo: Il Signore conosce i pensieri dei sapienti. Sa che non valgono nulla. Perciò non vantatevi di appartenere a qualcuno, perché tutto vi appartiene: Paolo, Apollo, Pietro, il mondo, la morte, il presente e il futuro: tutto è vostro, voi invece appartenete a Cristo e Cristo appartiene a Dio.

Il servizio degli apostoli

Dovete quindi considerarci come servi di Cristo e amministratori dei segreti di Dio. Ebbene, a un amministratore si chiede di essere fedele. Ha perciò poco valore che io sia giudicato da voi o da un tribunale umano sulla mia fedeltà, anzi non mi giudico neppure da me stesso. D'altronde, la mia coscienza non mi rimprovera nulla, ma ciò non significa che io sia fedele. Colui che mi giudica è solo il Signore. Non state dunque a far giudizi prima del tempo: aspettate che venga il Signore. Egli porterà alla luce quel che è nascosto nelle tenebre e farà conoscere le intenzioni segrete degli uomini. Allora ciascuno riceverà da Dio la sua lode. Fratelli, vi ho parlato di me e di Apollo per darvi un esempio. Imparate a non andare oltre certi limiti.

Non entusiasmatevi di una persona per disprezzarne un'altra. Che cosa infatti ti fa pensare di essere superiore a un altro? Se hai qualche cosa, non è forse Dio che te l'ha data? E se è Dio che te l'ha data perché te ne vanti come se fossi stato tu a conquistarla? Si direbbe che siate già ricchi e che possediate tutto quel che desiderate. Si direbbe che siate già arrivati a regnare senza di noi. Magari fosse vero! Anche noi regneremmo con voi. Penso che Dio abbia messo invece noi apostoli all'ultimo posto. Siamo come dei condannati a morte, messi in piazza, spettacolo al mondo intero, agli angeli e agli uomini. Così, a causa di Cristo, noi siamo i pazzi e voi i sapienti! Noi i deboli, voi i forti! Noi i disprezzati e voi gli onorati! Noi, fino a questo momento almeno, soffriamo la fame, la sete, il freddo, i maltrattamenti e non abbiamo una casa. Lavoriamo con le nostre mani e ci affatichiamo.

Quando ci insultano, benediciamo. Quando ci perseguitano, sopportiamo. Quando dicono male di noi, rispondiamo amichevolmente. Siamo diventati la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, e lo siamo tuttora. Non vi scrivo questo per mortificarvi. Voglio soltanto ammonirvi, perché siete per me come figli che amo. Potreste avere infatti anche diecimila maestri nella fede, ma non molti padri. Ebbene, io sono diventato vostro padre nella fede in Gesù, quando vi ho annunziato la sua parola. Vi chiedo dunque di imitarmi. Vi mando Timoteo per aiutarvi. Egli è per me come un figlio carissimo. E un credente che vi ricorderà quali sono i principi della vita con Cristo, che io vivo e insegno dappertutto nella Chiesa. Alcuni di voi sono diventati prepotenti pensando che non ritornerò più tra voi. Invece, se lo vorrà il Signore, verrò presto. E allora vedrò che cosa sanno fare questi orgogliosi che parlano tanto. Il regno di Dio non è fatto di parole, ma di potenza. Che cosa preferite? Che venga tra voi con un bastone, o con amore e dolcezza?

Un Caso di immoralità nella Chiesa

Tutti sanno che vi sono casi di immoralità in mezzo a voi. Ve n'è addirittura uno, così grave, che non si sopporta neppure tra i pagani: uno di voi convive con la sua matrigna. E siete anche pieni di superbia! Dovreste invece essere pieni di tristezza e allontanare da voi chi commette un tale misfatto. A ogni modo, io spiritualmente presente tra voi sebbene assente di fatto, ho giudicato chi ha agito così male. Perciò, quando vi riunite nel nome di Gesù, nostro Signore, io sarò spiritualmente presente tra voi, e voi, con la potenza che viene da Gesù, nostro Signore, dovrete abbandonare quel tale a Satana. Egli ne soffrirà in questa vita terrena, ma sarà salvo nel giorno del Signore. Non avete proprio alcun motivo per vantarvi! Sapete benissimo che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta.

Togliete via quel vecchio lievito che vi corrompe. Siate come una pasta nuova, come i pani non lievitati di Pasqua. E lo siete già, perché Cristo, il nostro agnello pasquale, è già stato sacrificato. Celebriamo dunque la nostra Pasqua senza il vecchio lievito del peccato e dell'immoralità. Serviamoci invece del pane non lievitato, immagine di purezza e di verità. Vi ho già scritto di non avere nulla a che fare con chi vive nell'immoralità. Ma non pensavo certo a tutti quelli che, in questo mondo, sono immorali, invidiosi, ladri, adoratori di idoli, altrimenti dovreste vivere lontano da ogni terra abitata. Non abbiate più rapporti con quelli che dichiarano di essere credenti, ma poi, di fatto, sono immorali, invidiosi, adoratori di idoli, calunniatori, ubriaconi, ladri. Con simile gente non dovete neppure mangiare insieme. Non è mio compito giudicare quelli che non sono credenti. È Dio che li giudica. Ma voi dovete giudicare quelli che fanno parte della comunità. Lo dice la Bibbia: Scacciate il malvagio di mezzo a voi.

Processi tra cristiani

Quando due di voi sono in lite, non dovrebbero neppure chiedere giustizia ai giudici pagani; dovrebbero invece rivolgersi alla comunità. Voi ben sapete che il popolo di Dio giudicherà il mondo. E se dovrete giudicare il mondo, a maggior ragione dovete essere capaci di risolvere questioni di minore importanza. Non sapete che dovremo giudicare anche gli angeli? Perché non le nostre liti? Quando dunque avete da risolvere le questioni di questa vita, perché mettete come giudici, nella Chiesa, persone estranee? Lo dico per farvi vergognare, perché è impossibile che in mezzo a voi non si possa trovare qualche persona saggia, capace di risolvere una questione tra fratelli.

Del resto, è proprio indispensabile che un fratello citi in giudizio un altro fratello, e per di più, dinanzi a giudici non credenti? È già cattivo segno che ci siano processi tra voi. Perché non sopportate piuttosto qualche torto? Perché non siete disposti piuttosto a rimetterci qualcosa? Invece siete proprio voi che commettete ingiustizie e rubate e per di più contro i fratelli! Sappiate però che non c'è posto per i malvagi nel nuovo mondo di Dio. Non illudetevi: nel regno di Dio non entreranno gli immorali, gli adoratori di idoli, gli adùlteri, i maniaci sessuali, i ladri, gli invidiosi, gli ubriaconi, i calunniatori, i delinquenti. E alcuni di voi erano così. Ma ora siete stati strappati al peccato, siete stati uniti a Cristo e accolti da Dio nel nome del Signore Gesù, mediante lo Spirito del nostro Dio.

Vivere per la gloria di Dio

Voi dite spesso: «Tutto è lecito!». D'accordo, ma è tutto utile? Certamente tutto è lecito, ma non mi lascerò mai dominare da qualsiasi desiderio. Voi dite anche: «Il cibo è fatto per lo stomaco e lo stomaco è fatto per il cibo». È vero! Ma Dio distruggerà l'uno e l'altro. Il vostro corpo non è fatto per l'immoralità, perché appartenete al Signore, e il Signore è anche il Signore del vostro corpo. Ebbene, Dio che ha fatto risorgere il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Voi dovete sapere che appartenete a Cristo. E chi prenderebbe ciò che appartiene a Cristo per unirlo a una prostituta? Voi dovete sapere che chi si unisce a una prostituta diventa un tutt'uno con lei. Infatti la Bibbia dice: I due saranno una cosa sola. Ma chi si unisce al Signore diventa spiritualmente un solo essere con lui. Fuggite l'immoralità! Qualsiasi altro peccato che l'uomo commette resta esterno al suo corpo; ma, chi si dà all'immoralità pecca contro sé stesso. Dovete sapere che voi stessi siete il tempio dello Spirito Santo. Dio ve lo ha dato, ed egli è in voi. Voi quindi non appartenete più a voi stessi. Perché Dio vi ha fatti suoi, riscattandovi a caro prezzo. Rendete quindi gloria a Dio col vostro stesso corpo.

Matrimonio e verginità

Rispondendo alla domanda che mi avete posto nella vostra lettera, io vi dico: è meglio per l'uomo non sposarsi; tuttavia, per non cadere nell'immoralità, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito. L'uomo sappia donarsi alla propria moglie, e così pure la moglie si doni al proprio marito. La moglie non deve considerarsi padrona di se stessa: lei è del marito. E neppure il marito deve considerarsi padrone di sé stesso: egli è della moglie. Non rifiutatevi l'un l'altro, a meno che non vi siate messi d'accordo di agire così per un tempo limitato, per dedicarvi alla preghiera. Ritornate però subito dopo a stare insieme, per evitare che Satana vi tenti facendo leva sui vostri istinti. Quel che vi sto dicendo è solo un suggerimento, non è un ordine. Io vorrei che tutti fossero celibi, come me; ma Dio dà a ognuno un dono particolare: agli uni dà questo dono, ad altri uno diverso. Ai celibi e alle vedove dico che sarebbe bene per essi continuare a essere soli, come lo sono io. Se però non possono dominare i loro istinti, contraggano matrimonio. È meglio sposarsi che ardere di desiderio.

Divorzio e matrimoni misti

Agli sposati do quest'ordine, che non viene da me ma dal Signore: la moglie non si separi dal marito. Se si è già separata dal marito, non si risposi. Cerchi piuttosto di riconciliarsi con lui. E, d'altra parte, il marito non mandi via la moglie. Agli altri do un consiglio, e questo è un parere mio, non un ordine del Signore: se un cristiano ha una moglie che non è credente, e questa desidera continuare a vivere con lui, non la mandi via. E così pure la moglie cristiana non mandi via il marito che non è credente, se egli vuoi restare con lei. Il marito non credente infatti appartiene già al Signore per la sua unione con la moglie credente; e viceversa, la moglie non credente appartiene già al Signore per la sua unione con il marito credente. In caso contrario, anche voi dovreste rinnegare i vostri figli, mentre invece essi appartengono al Signore. Ma se uno dei due non è credente e vuole separarsi, lo faccia pure. In tal caso il credente, sia esso marito o moglie, non è vincolato. Dio infatti vi ha chiamati a vivere in pace. Perché, se tu sei una moglie credente, come puoi essere sicura di salvare tuo marito che non crede? E se tu sei un marito credente, come puoi essere sicuro di salvare tua moglie che non crede?

Non cercate inutili cambiamenti

A eccezione di questo caso, la direttiva che do in ogni comunità è questa: ognuno continui a vivere nella condizione che il Signore gli ha dato e nella quale si trovava quando Dio lo ha chiamato alla fede. Chi era circonciso quando Dio lo ha chiamato, non cerchi di far sparire il segno della sua circoncisione. Chi invece non era circonciso quando Dio lo ha chiamato, non si faccia circoncidere. Essere circoncisi o non esserlo, non conta nulla. Conta solo l'ubbidienza ai comandamenti di Dio. Ognuno rimanga nella condizione in cui si trovava quando Dio lo ha chiamato alla fede. Dio ti ha chiamato quando eri uno schiavo? Non fartene un problema. Se però hai l'opportunità di diventare libero, non rifiutarla. Infatti chi era schiavo quando il Signore lo ha chiamato alla fede, è già diventato un uomo libero che è al servizio del Signore. E viceversa, chi era un uomo libero quando il Signore lo ha chiamato alla fede, è diventato ora uno schiavo di Cristo. Siete stati riscattati a caro prezzo. Non ritornate a essere schiavi degli uomini. Fratelli, ciascuno rimanga dinanzi a Dio nella condizione in cui si trovava quando fu chiamato alla fede.

Le persone non sposate e le vedove

Parliamo ora delle persone non sposate: non ho nessun comandamento del Signore per loro, ma vi do il mio parere: il parere di uno degno di fiducia, perché Dio ha avuto misericordia di me. Stiamo andando incontro a una difficile situazione. Per questo io ritengo opportuno che l'uomo rimanga nella condizione in cui si trova. Sei sposato? Non ti separare dalla moglie. Ancora non sei sposato? Non cercare moglie. Se però ti sposi non fai nulla di male. E se una ragazza si sposa non fa nulla di male. Certo quelli che si sposano avranno maggiori difficoltà a causa della vita familiare, e io vorrei risparmiarvele.

Fratelli, io vi dico questo: è poco il tempo che ci rimane. Perciò, da ora in poi, quelli che sono sposati vivano come se non lo fossero, quelli che piangono come se non fossero tristi, quelli che sono allegri come se non fossero nella gioia, quelli che comprano come se non possedessero nulla, e quelli che usano i beni di questo mondo come se non se ne servissero. Perché questo mondo, così com'è, non durerà più a lungo. Vorrei sapervi liberi da preoccupazioni. Infatti l'uomo non sposato si preccupa di quel che riguarda il Signore e cerca di piacergli. Invece l'uomo sposato si preoccupa di quel che riguarda il mondo e cerca di piacere alla moglie. E così finisce con l'essere diviso nel suo modo di pensare e di agire.

Allo stesso modo, una donna non sposata, sia essa adulta o ragazza, si preoccupa di quel che riguarda il Signore, perché desidera vivere interamente per lui. Invece la donna sposata si preoccupa di quel che riguarda questo mondo e di piacere al marito. Dico questo per il vostro bene: non per costringervi. Io desidero soltanto che voi viviate in modo conveniente completamente al servizio del Signore. Se a causa della sua esuberanza un fidanzato si trova a disagio dinanzi alla fidanzata e pensa che dovrebbe sposarla, ebbene la sposi! Non commette alcun peccato! Può darsi però che il giovane, senza subire alcuna costrizione, mantenga fermamente la decisione di non sposarsi. In tal caso, se sa dominare la sua volontà e mantiene fermo il proposito di non avere relazioni con la sua compagna, agisce rettamente se non la sposa. Così, chi si sposa fa bene ma chi non si sposa fa meglio. La moglie è legata al marito per tutto il tempo che egli vive. Se però egli muore, la moglie può passare a seconde nozze con chi vuole, purché sia un credente. Sarà però più felice se rimane così com'è. Questo è il mio parere, e penso di avere anch'io lo Spirito di Dio.

La carne sacrificata agli idoli

Trattiamo ora il problema delle carni che vengono sacrificate agli idoli. So che tutti siamo pieni di conoscenza su questo argomento. Ma la conoscenza rende gli uomini superbi, l'amore soltanto fa crescere nella fede. Chi pensa di possedere una certa conoscenza, in realtà non la possiede ancora come dovrebbe. Invece, se uno ama Dio, costui è conosciuto da Dio. Dunque: le carni sacrificate agli idoli si possono mangiare? Noi sappiamo che gli idoli di questo mondo non sono niente, e che vi è un solo Dio. È vero che si parla di certe divinità del cielo e della terra; e di fatto ve ne sono molti di questi "dèi" e "signori". Per noi invece vi è un solo Dio e Padre. Egli ha creato ogni cosa, ed è per lui che viviamo. E vi è un solo Signore, Gesù, per mezzo del quale esiste ogni cosa. Anche noi viviamo per mezzo di lui. Non tutti però hanno questa conoscenza.

Alcuni, abituati finora al culto degli idoli, mangiano ancora quelle carni come se appartenessero agli idoli. E la loro debole coscienza ne è turbata. Ma non sarà certo un cibo a rendermi gradito a Dio. Non perderemo nulla se non lo mangiamo e non guadagneremo nulla se lo mangiamo. Badate però a questa vostra libertà: non diventi un'occasione di turbamento per chi e debole nella fede. Supponiamo che uno, debole nella fede, veda te che sei pieno di conoscenza, seduto a tavola in un tempio di idoli. Non si sentirà forse spinto nella sua coscienza a mangiare della carne sacrificata agli idoli? E così tu, con tutta la tua conoscenza, metti in pericolo la fede di quel fratello per il quale Cristo è morto. Così voi peccate contro i fratelli e urtate le loro coscienze deboli. Per conto mio, piuttosto che turbare la fede di un fratello a causa di un cibo, preferisco non mangiare mai più la carne. Così non turberò la fede di un mio fratello.

Diritti e doveri di un apostolo

Non sono libero io? Non sono forse apostolo? Non ho veduto Gesù, il nostro Signore? E voi? Non siete proprio voi il risultato del mio lavoro al servizio del Signore? Se altri non vogliono riconoscermi come apostolo, per voi lo sono senz'altro. Il fatto che voi crediate in Cristo è la prova che io sono apostolo. A chi mi critica rispondo così: Non abbiamo anche noi il diritto di mangiare e di bere ? Non abbiamo anche noi il diritto di portare con noi una moglie credente come l'hanno gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Pietro? O forse solo io e Barnaba dobbiamo lavorare per mantenerci? Da quando in qua un soldato presta servizio nell'esercito a sue spese? E chi pianta una vigna non mangia forse la sua uva? E chi conduce un gregge al pascolo non beve il latte di quelle pecore? Ma non porto soltanto esempi tratti dall'esperienza umana.

Anche la legge di Mosè prescrive: Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano. Dio si preoccupa forse dei buoi? O è per noi che parla? Certamente! Questa regola è stata scritta per noi. Perché, chi ara il campo e chi trebbia il grano deve fare il lavoro nella speranza di avere la sua parte del raccolto. Noi abbiamo seminato per voi beni Spirituali. Non c'è dunque nulla di strano se raccogliamo da voi beni materiali. Se altri hanno questo diritto su di voi, tanto più l'abbiamo noi. Ma noi non facciamo uso di questo diritto, anzi sopportiamo ogni specie di difficoltà, per eliminare qualsiasi ostacolo all'annunzio di Cristo. Chi lavora nel tempio riceve dal tempio il proprio nutrimento, e chi si occupa dei sacrifici offerti sull'altare, riceve una parte dei sacrifici. Allo stesso modo, per quelli che annunziano il vangelo, il Signore ha stabilito che hanno il diritto di vivere di questo lavoro. Io però non ho mai fatto uso di questo diritto. E non vi scrivo per pretenderlo ora. Piuttosto preferisco morire! Nessuno potrà togliermi questo vanto. Infatti non posso vantarmi di annunziare la parola del Signore. Non posso farne a meno, e guai a me se non annunzio Cristo. Se avessi deciso di annunziarla di mia spontanea volontà, sarebbe giusto che ricevessi una paga. Ma poiché mi è stato imposto di farlo, compio semplicemente il mio dovere. Quale sarà dunque la mia ricompensa? La soddisfazione di annunziare Cristo gratuitamente, senza usare quei diritti che la predicazione del vangelo mi darebbe.

Io sono libero. Non sono schiavo di nessuno. Tuttavia mi sono fatto schiavo di tutti, per portare a Cristo il più gran numero possibile di persone. Quando sono tra gli Ebrei, vivo come loro, per portare a Cristo gli Ebrei. Io non sono sottoposto alla legge di Mosè, eppure vivo come se lo fossi, per condurre a Cristo chi è sottoposto a quella legge. Quando invece mi trovo tra persone che non conoscono quella legge, vivo come loro senza tenerne conto, per portare a Cristo chi è senza legge. Questo non vuol dire che io sia privo di obblighi verso Dio, anzi sono sottoposto alla legge di Cristo. Con i deboli nella fede, vivo come se anch'io fossi debole, per condurli a Cristo. Cerco di adattarmi a tutti per salvarne a ogni costo alcuni. Tutto questo lo faccio per il vangelo, e per ricevere anch'io insieme con gli altri ciò che esso promette.

Esempi tratti dalla vita sportiva

Sapete che nelle gare allo stadio corrono in molti, ma uno solo ottiene il premio. Dunque, correte anche voi in modo da ottenerlo! Sapete pure che tutti gli atleti, durante i loro allenamenti, si sottopongono a una rigida disciplina. Essi l'accettano per avere in premio una corona che presto appassisce; noi invece lo facciamo per avere una corona che durerà sempre. Perciò io mi comporto come uno che corre per raggiungere il traguardo, e come un pugile che non tira colpi a vuoto. Mi sottopongo a dura disciplina e cerco di dominarmi per non essere squalificato proprio io che ho predicato agli altri.

Contro gli idoli

Voglio che vi ricordiate, fratelli, che tutti i nostri antenati attraversarono il mar Rosso e camminarono protetti dalla nuvola. Tutti sono stati battezzati nella nuvola e nel mare per essere uniti a Mosè. Tutti hanno mangiato lo stesso cibo spirituale e bevuto la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti alla stessa roccia spirituale che li accompagnava. Quella roccia era il Cristo. Tuttavia la maggior parte di loro non fu gradita a Dio, e morirono nel deserto. Questi fatti sono accaduti molto tempo fa. Essi sono un esempio perché impariamo a non desiderare il male come loro. Quindi non adorate gli idoli come hanno fatto alcuni di loro. La Bibbia afferma: Il popolo si sedette per mangiare e per bere, si mise a far baldoria. Non abbandoniamoci all'immoralità come fecero una parte di loro, tanto che in un sol giorno ne morirono ventitremila.

Non mettiamo alla prova Dio come hanno fatto alcuni di loro, che poi morirono avvelenati dai serpenti. Non vi lamentate come hanno fatto alcuni di loro, i quali, di conseguenza, furono distrutti dall'angelo sterminatore. Questi fatti che sono accaduti a loro diventano un esempio per noi. Sono stati scritti nella Bibbia perché siano un severo ammonimento per noi che viviamo in un tempo vicino alla fine. Dunque, chi si sente sicuro, stia attento a non cadere. Tutte le difficoltà che avete dovuto affrontare non sono state superiori alle vostre forze. Perché Dio mantiene le sue promesse e non permetterà che siate tentati al di là della vostra capacità di resistenza. Nel momento della tentazione Dio vi dà la forza di resistere e di vincere. Perciò, carissimi, non adorate gli idoli. Vi parlo come a persone intelligenti: giudicate quel che dico. Pensate al calice per il quale ringraziamo Dio: quando lo beviamo ci mette in comunione col sangue di Cristo; e il pane che spezziamo ci mette in comunione con il corpo di Cristo. 

Vi è un solo pane e quindi formiamo un solo corpo, anche se siamo molti, perché tutti insieme mangiamo quell'unico pane. Osservate il popolo d'Israele. Quelli che mangiano la carne del sacrificio sono in comunione con il dio dell'altare. Non voglio dire con questo che il sacrificio offerto all'idolo abbia qualche valore o che l'idolo stesso valga qualcosa. Intendo invece dire che i pagani, quando fanno un sacrificio, lo offrono agli spiriti maligni, non certo a Dio. E io non voglio che siate in comunione con gli spiriti maligni. Non potete infatti bere il calice del Signore e quello degli spiriti maligni. Non potete mangiare alla mensa del Signore e alla mensa degli spiriti maligni. Vogliamo forse scatenare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?

Agire sempre per la gloria di Dio

Voi dite: «Tutto è lecito!». D'accordo, ma è tutto utile? Certamente tutto è lecito, ma non tutto serve al bene della comunità. Nessuno pensi a sé stesso, ma agli altri. Mangiate pure qualsiasi carne venduta al mercato, senza tormentarvi per motivi di coscienza. Perché, come afferma la Bibbia, la terra e tutto quel che essa contiene appartiene al Signore. Se un non credente vi invita a pranzo e voi accettate, andate da lui, mangiate tutto quel che vi verrà servito, senza farne un problema di coscienza. Se però qualcuno degli invitati vi dice: «Questa carne è stata offerta agli idoli», allora, per motivo di coscienza, non mangiatela, proprio perché vi ha avvisato. Naturalmente parlo della sua coscienza, non della vostra. Qualcuno mi obbietterà: «Ma perché la coscienza di un altro deve limitare la mia libertà? Io ringrazio sempre Dio per quel che mangio. Perché mai dovrei essere criticato per cibi che mangio con riconoscenza?». D'accordo! quando mangiate o bevete o quando fate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Però agite in modo da non scandalizzare nessuno: né Ebrei, né pagani, né cristiani. Comportatevi come me, che in ogni cosa cerco di piacere a tutti. Non cerco il mio bene personale, ma quello di tutti, perché tutti siano salvati. Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo.

Contegno delle donne e degli uomini nel culto

Mi rallegro con voi perché in ogni occasione vi ricordate di me e perché conservate l'insegnamento che vi ho trasmesso. Tuttavia desidero che sappiate questo: Cristo è il capo di ogni uomo, il marito è il capo della moglie, e Dio è il capo di Cristo. Quindi, se un uomo prega o annunzia una parola di Dio a capo coperto disonora il suo capo che è Cristo. Invece, se la donna prega o annunzia una parola di Dio a capo scoperto disonora il suo capo cioè suo marito: è come se fosse completamente senza capelli. Se non vuole coprirsi il capo con un velo, allora si faccia anche rasare. Ma se una donna prova vergogna a stare con i capelli completamente rasati, allora si copra anche il capo con un velo. L'uomo non ha bisogno di coprirsi il capo, perché è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo.

Infatti l'uomo non è stato tratto dalla donna; ma la donna è stata tratta dall'uomo. E inoltre l'uomo non è stato creato per la donna; ma la donna è stata creata per l'uomo. Per tutte queste ragioni e anche a motivo degli angeli, la donna deve portare sul capo un segno della sua appartenenza all'uomo. Tuttavia, di fronte al Signore, la donna non esiste senza l'uomo né l'uomo senza la donna. Infatti, se è vero che la donna è stata tratta dall'uomo, è altrettanto vero che ogni uomo nasce da una donna e che entrambi vengono da Dio che ha creato tutto. Giudicate voi stessi: sta bene che una donna preghi a capo scoperto? La natura stessa ci insegna che non sta bene che gli uomini portino i capelli lunghi, mentre invece una donna può essere fiera quando ha una lunga capigliatura perché le serve da velo. Se qualcuno poi vuole ancora discutere su quest'argomento, sappia che noi e le altre comunità non seguiamo un comportamento diverso.

Abusi nella celebrazione della Cena del Signore

Mentre vi do queste istruzioni non posso certo lodarvi: le vostre assemblee vi fanno più male che bene. Anzitutto mi dicono che nella vostra comunità, quando vi riunite, si formano gruppi rivali. Credo che in parte sia vero. Infatti le divisioni sono necessarie perché si possano riconoscere quelli che sanno superare le prove. Ma quando vi riunite, la vostra cena non è di certo la Cena del Signore! Infatti, quando siete a tavola, ognuno si affretta a mangiare il proprio cibo. E così accade che mentre alcuni hanno ancora fame, altri sono già ubriachi. Ma non potreste mangiare e bere a casa vostra? Perché disprezzate la Chiesa di Dio e umiliate i poveri? Che devo dirvi? Dovrei forse lodarvi? Per questo vostro atteggiamento non posso proprio lodarvi.

L'istituzione della Cena del Signore

Io ho ricevuto dal Signore quel che a mia volta vi ho trasmesso: nella notte in cui fu tradito, il Signore Gesù prese il pane, fece la preghiera di ringraziamento, spezzò il pane e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di me». Poi, dopo aver cenato, fece lo stesso col calice. Lo prese e disse: «Questo calice è la nuova alleanza che Dio stabilisce per mezzo del mio sangue. Tutte le volte che ne berrete, fate questo in memoria di me». Infatti, ogni volta che mangiate di questo pane e bevete da questo calice, voi annunziate la morte del Signore, fino a quando egli ritornerà.

Come mangiare la Cena del Signore

Perciò, chi mangia il pane del Signore o beve il suo calice in modo indegno, si rende colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno perciò prima esamini sé stesso, e poi mangi di quel pane e beva da quel calice. Perché, chi mangia del pane e beve dal calice senza discernere il corpo del Signore, mangia e beve la sua propria condanna. Per questa ragione vi sono tra voi molti malati e molti infermi, e parecchi sono morti. Però, se ci esaminiamo attentamente, non cadremo sotto la condanna di Dio. D'altra parte, se il Signore ci punisce, lo fa per correggerci e per non condannarci insieme con il mondo. Così, fratelli, quando vi riunite per la Cena in comune, aspettatevi gli uni gli altri. Se qualcuno ha fame, mangi a casa sua, così Dio non dovrà punirvi per il modo con il quale vi riunite. Le altre questioni le metterò in ordine quando verrò.

I doni dello Spirito

Fratelli, parliamo ora dei doni dello Spirito. Voglio che abbiate le idee chiare in proposito. Sapete bene che, prima di conoscere Dio, vi lasciavate continuamente trascinare verso idoli muti. Vi assicuro perciò che nessuno può dire: «Gesù è maledetto!», se è veramente guidato dallo Spirito di Dio. D'altra parte, nessuno può dire: «Gesù è il Signore», se non è veramente guidato dallo Spirito Santo. Vi sono diversi doni, ma uno solo è lo Spirito. Vi sono vari modi di servire, ma uno solo è il Signore. Vi sono molti tipi di attività, ma chi muove tutti all'azione è sempre lo stesso Dio.

In ciascuno, lo Spirito si manifesta in modo diverso, ma sempre per il bene comune. Uno riceve dallo Spirito la capacità di esprimersi con saggezza, un altro quella di parlare con sapienza. Lo stesso Spirito a uno dà la fede, a un altro il potere di guarire i malati. Lo Spirito concede a uno la possibilità di fare miracoli, e a un altro il dono di essere profeta. A questi dà la capacità di distinguere i falsi spiriti dal vero Spirito, a quello il dono di esprimersi in lingue sconosciute, e a quell'altro ancora il dono di spiegare tali lingue. Tutti questi doni vengono dall'unico e medesimo Spirito. Egli li distribuisce a ognuno, come vuole.

Il corpo e le sue parti

Cristo è come un corpo che ha molte parti. Tutte le parti, anche se sono molte, formano un unico corpo. E tutti noi credenti, schiavi o liberi, di origine ebraica o pagana, siamo stati battezzati con lo stesso Spirito per formare un solo corpo, e tutti siamo stati dissetati dallo stesso Spirito. Il corpo infatti non è composto da una sola parte, ma da molte. Se il piede dicesse: «Io non sono una mano, perciò non faccio parte del corpo», non cesserebbe per questo di fare parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: «Io non sono un occhio, perciò non faccio parte del corpo», non cesserebbe per questo di essere parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? O se tutto il corpo fosse udito, dove sarebbe l'odorato? Ma Dio ha dato a ciascuna parte del corpo il proprio posto secondo la sua volontà. Se tutto l'insieme fosse una parte sola, dove sarebbe il corpo? Invece le parti sono molte, ma il corpo è uno solo. Quindi l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te», o la testa non può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi».

Anzi, proprio le parti del corpo che ci sembrano più deboli, sono quelle più necessarie. E le parti che consideriamo meno nobili e decenti, le circondiamo di maggior premura. Le altre parti considerate più nobili non ne hanno bisogno. Dio ha disposto il corpo in modo che venga dato più onore alle parti che non ne hanno. Così non ci sono divisioni nel corpo: tutte le parti si preoccupano le une delle altre. Se una parte soffre, tutte le altre soffrono con lei; e se una parte è onorata, tutte le altre si rallegrano con lei. Voi siete il corpo di Cristo, e ciascuno di voi ne fa parte. Dio ha assegnato a ciascuno il proprio posto nella Chiesa: anzitutto gli apostoli, poi i profeti, quindi i catechisti. Poi ancora quelli che fanno miracoli, quelli che guariscono i malati o li assistono, quelli che hanno capacità organizzative e quelli che hanno il dono di parlare in lingue sconosciute. Non tutti sono apostoli o profeti o catechisti. Non tutti hanno il dono di fare miracoli, di compiere guarigioni, di parlare in lingue sconosciute o di sapere interpretarle. Cercate di avere i doni migliori.

L'inno all'amore

Ora vi insegno qual è la via migliore: Se parlo le lingue degli uomini e anche quelle degli angeli, ma non ho amore, sono un metallo che rimbomba, uno strumento che suona a vuoto. Se ho il dono d'essere profeta e di conoscere tutti i misteri, se possiedo tutta la scienza e anche una fede da smuovere i monti, ma non ho amore, io non sono niente. Se do ai poveri tutti i miei averi, se offro il mio corpo alle fiamme, ma non ho amore, non mi serve a nulla. Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti.

Chi ama non gode dell'ingiustizia, la verità è la sua gioia. Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza. L'amore non tramonta mai: cesserà il dono delle lingue, la profezia passerà, finirà il dono della scienza. La scienza è imperfetta, la profezia è limitata, ma verrà ciò che è perfetto ed esse svaniranno. Quando ero bambino parlavo da bambino, come un bambino pensavo e ragionavo. Da quando sono un uomo ho smesso di agire così. Ora la nostra visione è confusa, come in un antico specchio; ma un giorno saremo a faccia a faccia dinanzi a Dio. Ora lo conosco solo in parte, ma un giorno lo conoscerò come lui mi conosce. Ecco dunque le tre cose che contano: fede, speranza, amore. Ma più grande di tutte è l'amore.

I doni dello Spirito per il bene della comunità

Cercate dunque di vivere nell'amore, ma desiderate intensamente anche i doni dello Spirito, soprattutto quello di essere profeta. Infatti, chi parla in lingue sconosciute, non parla agli uomini, ma a Dio, e nessuno lo capisce. Mosso dallo Spirito dice cose misteriose. Il profeta, invece, fa crescere spiritualmente la comunità, la esorta, la consola. Chi parla in lingue sconosciute fa bene soltanto a sé stesso, il profeta, invece, fa crescere tutta la comunità. Io sono contento se tutti voi parlate in lingue sconosciute, ma lo sono ancor più se avete il dono della profezia. Perché il profeta è più utile di chi parla in lingue sconosciute, a meno che qualcuno le interpreti, e così l'assemblea ne ricava un beneficio. Fratelli: se io, quando vengo da voi, mi mettessi a parlare in lingue sconosciute, non sarei per voi un aiuto. Vi aiuto invece se vi comunico da parte di Dio una rivelazione o un messaggio o un insegnamento.

Pensate agli strumenti musicali che pure non hanno vita, come il flauto o la cetra: se i loro suoni non fossero diversi, non si potrebbe distinguere la musica del flauto da quella della cetra. E ancora: se la tromba emette soltanto un suono confuso, chi si preparerà a combattere? Così anche voi: chi potrà capire quel che dite, se parlate in una lingua incomprensibile? E come se parlaste a vuoto! Non so quante specie di lingue vi siano al mondo, ma so che tutte hanno un senso. Ma se io non conosco la lingua di chi mi parla, sono uno straniero per lui ed egli è uno straniero per me. Così, voi che desiderate intensamente i doni dello Spirito, cercate di avere in abbondanza quelli che servono alla crescita della comunità.

Perciò, chi parla in una lingua sconosciuta, chieda a Dio anche la capacità di spiegarla. Se infatti io prego in una lingua sconosciuta, è il mio Spirito che prega, ma la mia mente rimane inattiva. Dunque, che cosa devo fare? Pregherò con lo Spirito, ma pregherò anche con la mente, canterò con il mio Spirito, ma canterò anche con la mia intelligenza. Altrimenti, se tu ringrazi Dio soltanto con lo Spirito, chi ti sta ad ascoltare senza capire, non potrà dire "Amen" al termine della tua preghiera, proprio perché non ha capito quel che dici. La tua preghiera sarà bellissima, ma gli altri non ne ricevono beneficio. Io ringrazio Dio perché parlo in lingue sconosciute più di tutti voi; ma quando la comunità è riunita, preferisco dire cinque parole che si capiscono, piuttosto che diecimila incomprensibili. Così posso istruire anche gli altri.

Fratelli, non ragionate come bambini. Siate come bambini per quel che riguarda il male, ma siate adulti nel modo di ragionare. Nella Bibbia Dio dice: Parlerò a questo popolo per mezzo di persone che parlano altre lingue, per mezzo di stranieri. Ma neppure così mi ascolterà. Così, la capacità di parlare in lingue sconosciute è un segno non per i credenti, ma per gli increduli. Profetizzare invece, è un segno non per gli increduli ma per i credenti. Se la comunità si riunisce, e tutti si mettono a parlare in lingue sconosciute ed entrano degli estranei o dei non credenti, che cosa accadrà? Diranno che siete pazzi! Se invece tutti fanno discorsi profetici, ed entra un non credente o un estraneo, si sentirà rimproverato e giudicato da tutto quel che ascolta. I suoi pensieri segreti verranno posti in chiaro. Allora, si getterà faccia a terra e adorerà Dio dicendo: «Dio è veramente tra voi».

Fare tutto con ordine

Quindi, fratelli, che cosa concludere? Quando vi riunite, ognuno può cantare, o dare un insegnamento, o trasmettere una rivelazione, o parlare in una lingua sconosciuta e interpretare quella lingua. Ebbene, tutto questo abbia lo scopo di far crescere la comunità. Quando si parla in una lingua sconosciuta, siano al massimo due o tre a farlo, uno dopo l'altro, e poi qualcuno spieghi. Se non vi è interprete, chi vorrebbe parlare in una lingua sconosciuta stia invece zitto in assemblea, parli solo a sé stesso e a Dio. Lo stesso vale per i profeti. Parlino due o tre, e gli altri giudicheranno. Se però uno che sta seduto riceve una rivelazione da Dio, il primo smetta di parlare. Così, uno dopo l'altro, potrete tutti profetizzare per istruire e incoraggiare gli uditori. Chi profetizza deve controllare il suo dono. Dio infatti non vuole il disordine, ma la pace. Come in tutte le comunità di credenti, alle donne non è permesso parlare durante l'assemblea.

Facciano silenzio e stiano sottomesse, come dice anche la legge di Mosè. Se vogliono spiegazioni le chiedano ai loro mariti, a casa, perché non sta bene che una donna parli in assemblea. E forse partita da voi la parola di Dio? Ha raggiunto soltanto voi? Se qualcuno pensa che Dio gli parla, se pensa di avere lo Spirito del Signore, deve riconoscere che quanto vi scrivo è un ordine del Signore. Se qualcuno non lo riconosce, Dio non riconosce lui. Così, fratelli miei, desiderate di essere profeti e non impedite di parlare a chi si esprime in lingue sconosciute. Però tutto sia fatto con dignità e con ordine.

La risurrezione di Cristo

Fratelli, vi ricordo il messaggio di salvezza che vi ho portato, che voi avete accolto e nel quale rimanete saldi. E per mezzo suo che siete salvati, se lo conservate come io ve l'ho annunziato. Altrimenti avreste creduto invano. Prima di tutto vi ho trasmesso l'insegnamento che anch'io ho ricevuto: Cristo è morto per i nostri peccati, come è scritto nella Bibbia, ed è stato sepolto. E risuscitato il terzo giorno, come è scritto nella Bibbia, ed è apparso a Pietro. Poi è apparso ai dodici apostoli, quindi a più di cinquecento discepoli riuniti insieme. La maggior parte di essi è ancora in vita, mentre alcuni sono già morti.

In seguito è apparso a Giacomo, e poi a tutti gli apostoli. Dopo essere apparso a tutti, alla fine è apparso anche a me, benché io, tra gli apostoli, sia come un aborto. Infatti, io sono l'ultimo degli apostoli; non sono neanche degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Tuttavia, per grazia di Dio, io sono quello che sono. E la sua grazia non è stata inefficace: ho lavorato più di tutti gli altri apostoli; non io, a dir la verità, ma la grazia di Dio che agisce in me. Questo è il messaggio che io e gli altri vi annunziamo. E voi l'avete accettato.

La nostra risurrezione

Noi dunque predichiamo che Cristo è risuscitato dai morti. Allora come mai alcuni tra voi dicono che non vi è risurrezione dei morti? Ma se non c'è risurrezione dei morti, neppure Cristo è risuscitato! E se Cristo non è risuscitato, la nostra predicazione è senza fondamento e la vostra fede è senza valore. Anzi finiamo per essere falsi testimoni di Dio, perché, contro Dio, abbiamo affermato che egli ha risuscitato Cristo. Ma se è vero che i morti non risuscitano, Dio non lo ha risuscitato affatto. Infatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è risuscitato. E se Cristo non è risuscitato, la vostra fede è un'illusione, e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche i credenti in Cristo, che sono morti, sono perduti. Ma se abbiamo sperato in Cristo solamente per questa vita, noi siamo i più infelici di tutti gli uomini.

Ma Cristo è veramente risuscitato dai morti, primizia di risurrezione per quelli che sono morti. Infatti, per mezzo di un uomo è venuta la morte, e per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione. Come tutti gli uomini muoiono per la loro unione con Adamo, così tutti risusciteranno per la loro unione a Cristo. Ma ciascuno nel suo ordine. Prima Cristo che è la primizia, poi, quando Cristo tornerà, quelli che gli appartengono. Poi Cristo distruggerà ogni dominio, autorità e potenza e consegnerà il regno a Dio Padre, e allora sarà la fine. Perché Cristo deve regnare, finché Dio abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico a essere distrutto sarà la morte. Infatti la Bibbia afferma: Dio gli ha sottomesso ogni cosa. Quando dice che ogni cosa gli è stata sottomessa, si intende però che è escluso Dio, il quale ha dato a Cristo questa autorità. Quando poi tutto gli sarà stato sottomesso, allora anche il Figlio sarà sottomesso a chi lo ha fatto Signore di ogni cosa. È così Dio regnerà effettivamente in tutti. Fra voi, alcuni si fanno battezzare per i morti. A che serve farsi battezzare per loro, se effettivamente i morti non risuscitano? E perché noi stessi affrontiamo pericoli continuamente?

Ogni giorno io rischio la vita, è vero, fratelli miei, come è vero che mi vanto di voi perché siete credenti in Gesù, nostro Signore. A Efeso ero pronto a lottare contro le bestie feroci. Se l'avessi fatto solo per motivi umani, quale vantaggio ne avrei? Perché se i morti non risuscitano, allora, mangiamo e beviamo perché domani moriremo. Non vi lasciate ingannare: i suggerimenti delle cattive compagnie rovinano chi si comporta bene. Tornate a vivere in modo giusto e smettete di peccare! Alcuni di voi non conoscono Dio, lo dico a vostra vergogna.

Il corpo dei risorti

Qualcuno forse chiederà: «Ma come risuscitano i morti? Quale aspetto avranno?». Sciocco che sei! Nessun seme rivive se prima non muore. E il seme che metti in terra, quello di grano o di qualche altra pianta, è soltanto un seme nudo, non la pianta che nascerà. Dio gli darà poi la forma che vuole, e a ogni seme corrisponderà una pianta. Gli esseri viventi non sono tutti uguali. L'aspetto degli uomini è di un certo tipo, quello degli animali di un altro. Diversa ancora è la forma degli uccelli e quella dei pesci. Inoltre vi sono anche corpi celesti e corpi terrestri, e il loro splendore è diverso. Lo splendore del sole è di un certo tipo, quello della luna e delle stelle è di un altro genere: ogni stella poi brilla in modo diverso. Lo stesso avviene per la risurrezione dei morti. Si è sepolti mortali, si risorge immortali. Si è sepolti miseri, si risorge gloriosi. Si è sepolti deboli, si risorge pieni di forza. Si seppellisce un corpo materiale, ma risusciterà un corpo animato dallo Spirito. Se vi è un corpo materiale, vi è anche un corpo animato dallo Spirito.

Così dice la Bibbia: Il primo uomo, Adamo, è stato fatto creatura vivente, ma l'ultimo Adamo, Cristo, è stato fatto Spirito che dà vita. Ma non vien prima ciò che è spirituale, prima viene ciò che è materiale. Quel che è spirituale viene dopo. Il primo uomo, Adamo, è stato tratto dalla polvere della terra, il secondo, Cristo, viene dal cielo. Finché siamo su questa terra, siamo simili ad Adamo, fatto con la terra. Quando invece apparterremo al cielo, saremo simili a Cristo, che viene dal cielo. Come siamo simili all'uomo tratto dalla terra, così allora saremo simili a colui che è venuto dal cielo.

Ecco, fratelli, quel che voglio dire: il nostro corpo fatto di carne e di sangue non può far parte del regno di Dio, e quel che muore non può partecipare all'immortalità. Ecco, io vi dico un segreto. Non tutti moriremo, ma tutti saremo trasformati in un istante, in un batter d'occhio, quando si sentirà l'ultimo suono di tromba. Perché ci sarà come un suono di tromba, e i morti risusciteranno per non morire più e noi saremo trasformati. Quest'uomo che va in corruzione, deve infatti rivestirsi di una vita che non si corrompe, e quest'uomo che muore, deve rivestirsi di una vita che non muore. E quando quest'uomo che va in corruzione si sarà rivestito di una vita che non si corrompe, e quest'uomo che muore si sarà rivestito di una vita che non muore, allora si compirà quel che dice la Bibbia: La morte è distrutta! la vittoria è completa! O morte, do v'è la tua vittoria? O morte, dov'è la tua forza che uccide? La morte prende il suo potere dal peccato, e il peccato prende la sua forza dalla legge. Rendiamo grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo di Gesù, nostro Signore. Così, fratelli miei, siate saldi, incrollabili. Impegnatevi sempre più nell'opera del Signore, sapendo che, grazie al Signore, il vostro lavoro non va perduto.

La colletta per i fratelli in fede

Ora, se volete partecipare alla colletta per i nostri fratelli di Gerusalemme, seguite anche voi le istruzioni che ho dato alla comunità della Galazia. Ogni domenica, ciascuno di voi, secondo le sue possibilità, metta da parte quel che è riuscito a risparmiare e lo conservi a casa sua. Così, quando verrò da voi, non ci sarà più bisogno di fare una colletta. Manderò gli uomini che voi avrete scelti, con lettere di presentazione, a portare la vostra offerta a Gerusalemme. Se poi sarà opportuno che ci vada anch'io, faranno il viaggio con me.

Progetti di viaggio

Ora passerò dalla Macedonia e poi arriverò da voi. Probabilmente resterò da voi per un po' di tempo, forse anche tutto l'inverno. Così potrete fornirmi i mezzi per proseguire il mio viaggio, qualunque sia la mèta. Perché non voglio vedervi soltanto di passaggio. Se il Signore lo permetterà, io vorrei restare un po' di tempo con voi. Tuttavia rimarrò a Efeso fino a Pentecoste, perché ho trovato qui un'occasione preziosa di lavorare per il Signore, anche se i nemici sono numerosi. Se viene Timoteo, accoglietelo in modo che non si senta a disagio tra voi, perché egli lavora come me nell'opera del Signore. Nessuno lo disprezzi. Anzi, aiutatelo a continuare in pace il suo viaggio per venire da me: io e gli altri fratelli lo stiamo aspettando. Per quel che riguarda Apollo, nostro fratello, più di una volta l'ho incoraggiato a venire da voi con gli altri fratelli, ma non è voluto venire ora. Verrà alla prima occasione.

Esortazioni finali e saluti

Siate attenti, siate saldi nella fede, coraggiosi, forti. Fate ogni cosa con amore. Voi conoscete Stefana e la sua famiglia. Sapete che in Grecia sono stati i primi a convertirsi e che si sono messi al servizio dei credenti. Ebbene, io vi raccomando, fratelli, di lasciarvi guidare da quelle persone e da tutti quelli che lavorano e faticano insieme con loro. Mi rallegro perché sono venuti da me Stefana, Fortunato e Acaico. Mi hanno consolato della vostra assenza. Hanno tranquillizzato voi e me. Sappiate apprezzare persone come loro. Vi salutano le chiese dell'Asia Minore.

Vi salutano molto, nel Signore, Aquila e Priscilla con tutta la comunità che si riunisce in casa loro. Vi salutano tutti i fratelli. Salutatevi tra di voi con un fraterno abbraccio. Io, Paolo, vi mando questo saluto scritto proprio di mia mano. Se qualcuno non ama il Signore sia maledetto. Maranatha, vieni, Signore. La grazia del Signore Gesù sia con voi. Il mio affetto è con voi tutti, in Gesù.