Vangelo secondo Giovanni
La Parola di Dio è diventata un uomo
Al principio, c'era colui che è "la Parola". Egli era con Dio; Egli era Dio. Egli era al principio con Dio. Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa. Senza di lui non ha creato nulla. Egli era vita e la vita era luce per gli uomini. Quella luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Dio mandò un uomo: si chiamava Giovanni. Egli venne come testimone della luce perché tutti gli uomini, ascoltandolo, credessero nella luce. Non era lui la luce: Giovanni era un testimone della luce. La luce vera, colui che illumina ogni uomo, stava per venire nel mondo. Egli era nel mondo, il mondo è stato fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha riconosciuto. È venuto nel mondo che è suo ma i suoi non l'hanno accolto. Alcuni però hanno creduto in lui; a questi Dio ha fatto un dono: di diventare figli di Dio. Non sono diventati figli di Dio per nascita naturale, per volontà di un uomo: è Dio che ha dato loro la nuova vita.
Colui che è "la Parola" è diventato un uomo e ha vissuto in mezzo a noi uomini. Noi abbiamo contemplato il suo splendore divino. È lo splendore del Figlio unico di Dio Padre pieno di grazia e di verità! Giovanni aveva dichiarato: «Dopo di me viene uno che è più grande di me, perché esisteva già prima di me». Quando vide Gesù gli rese testimonianza dicendo: «È di lui che io parlavo!». La ricchezza della sua grazia si è riversata su di noi, e noi tutti l'abbiamo ricevuta. Perché Dio ha dato la sua legge per mezzo di Mosè, ma la sua grazia e la sua verità sono venute a noi per mezzo di Gesù, il Cristo. Nessuno ha mai visto Dio: il Figlio unico di Dio, quello che è sempre vicino al Padre, ce l'ha fatto conoscere.
Giovanni prepara la strada del Signore
Questa fu la testimonianza di Giovanni. Le autorità ebraiche avevano mandato da Gerusalemme sacerdoti e addetti al culto del tempio, per interrogarlo. Volevano sapere chi era. Giovanni dichiarò senza esitazione: Io non sono il Messia. Essi gli chiesero: Chi sei, allora? Sei forse Elia? Ma Giovanni disse: No, non sono Elia. Quelli insistettero: Sei il profeta? Giovanni rispose: No. Alla fine gli chiesero: Chi sei, dunque? Perché noi dobbiamo riferire qualcosa a quelli che ci hanno mandati. Cosa dici di te stesso?
Allora Giovanni disse: Io sono la voce di uno che grida nel deserto: spianate la strada per il Signore. Così ha detto il profeta Isaia. Quelli che interrogavano Giovanni appartenevano al gruppo dei farisei. Gli domandarono ancora: Se non sei il Messia, né Elia, né il profeta, perché battezzi la gente? Giovanni rispose: Io battezzo con acqua. Ma in mezzo a voi c'è uno che voi non conoscete. Egli viene dopo di me, ma io non sono degno neanche di sciogliere i lacci dei suoi sandali. Questo accadeva vicino al villaggio di Betania, al di là del fiume Giordano, dove Giovanni battezzava.
Giovanni presenta Gesù, il Figlio di Dio
Il giorno dopo, Giovanni vede Gesù venire verso di lui, e dice: «Ecco l'Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo. parlavo di lui quando dicevo: dopo di me viene uno che è più grande di me, perché esisteva già prima di me. Anch'io non lo conoscevo, tuttavia Dio mi ha mandato a battezzare con acqua, per farlo conoscere al popolo d'Israele». Poi Giovanni portò questa testimonianza: «Ho visto lo Spirito di Dio scendere come colomba dal cielo, e rimanere sopra di lui. Anch'io non lo conoscevo quando Dio mi mandò a battezzare con acqua, ma Dio mi disse: "Tu vedrai lo Spirito scendere e fermarsi su un uomo è lui che battezzerà con Spirito Santo". Ebbene, io ho visto accadere questo, e posso testimoniare che Gesù è il Figlio di Dio». Il giorno seguente Giovanni era di nuovo là con due dei suoi discepoli. passò Gesù. Giovanni lo guardò e disse: «Ecco l'Agnello di Dio».
I primi discepoli
I due discepoli lo udirono parlare così e si misero a seguire Gesù. Gesù si voltò e vide che lo seguivano. Allora disse: Che cosa volete? Essi gli dissero: Dove abiti, rabbì? Gesù rispose: Venite e vedrete. Quei due andarono, videro dove Gesù abitava e rimasero con lui il resto della giornata. Erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che udirono Giovanni e andarono con Gesù si chiamava Andrea. Era il fratello di Simon Pietro. La prima persona che Andrea incontrò fu appunto suo fratello Simone. Gli dice: «Abbiamo trovato il Messia». Andrea accompagnò Simone da Gesù. Appena Gesù lo vide gli disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni. Ora il tuo nome sarà Cefa.
Il giorno dopo, Gesù decise di andare in Galilea. Incontrò Filippo e gli disse: «Vieni con me». Filippo, Andrea e Pietro erano tutti e tre della città di Betsàida. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: Il Messia promesso nella Bibbia da Mosè e dai profeti, l'abbiamo trovato: è Gesù di Nazaret, il figlio di Giuseppe. Natanaèle disse a Filippo: Di Nazaret? Da quel paese non può venire nulla di buono. Rispose Filippo: Vieni e vedrai. Gesù vide venire Natanaèle e disse: Questo è un vero israelita, un uomo senza inganno. Natanaèle disse a Gesù: Come fai a conoscermi? Gesù gli rispose: Io ti ho visto prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto l'albero di fico. Natanaèle esclamò: Maestro, tu sei il Figlio di Dio! Tu sei il re d'Israele! "Gesù replicò: Io ho detto che ti ho visto sotto il fico e per questo tu credi in me? Vedrai cose ben più grandi! Disse ancora Gesù: Io vi assicuro che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere verso il Figlio dell'uomo.
Il primo segno miracoloso
Due giorni dopo ci fu un matrimonio a Cana, una città della Galilea. C'era anche la madre di Gesù, e Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. A un certo punto mancò il vino. Allora la madre di Gesù gli dice: Non hanno più vino. Risponde Gesù: Donna, che vuoi da me? L'ora mia non e ancora giunta. La madre di lui dice ai servi: «Fate tutto quel che vi dirà». C'erano lì sei recipienti di pietra di circa cento litri ciascuno. Servivano per i riti di purificazione degli Ebrei. Gesù disse ai servi: Riempiteli d'acqua! Essi li riempirono fino all'orlo. Poi Gesù disse loro: Adesso prendetene un po' e portatelo ad assaggiare al capotavola. Glielo portarono.
Il capotavola assaggiò l'acqua che era diventata vino. Ma egli non sapeva da dove veniva quel vino. Lo sapevano solo i servi che avevano portato l'acqua. Quando lo ebbe assaggiato, il capotavola chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono prima il vino buono e poi, quando si è già bevuto molto, servono il vino più scadente. Tu invece hai conservato il vino buono fino a questo momento». Così Gesù fece il primo dei suoi segni miracolosi nella città di Cana, in Galilea, e manifestò la sua grandezza, e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto andarono tutti a Cafàrnao, Gesù, sua madre, i fratelli e i suoi discepoli, e ci rimasero qualche giorno.
Gesù scaccia i mercanti dal tempio
La festa ebraica della Pasqua si avvicinava, e Gesù salì a Gerusalemme. Nel cortile del tempio trovò i mercanti che vendevano buoi, pecore e colombe. C'erano anche i cambiamonete seduti dietro ai loro banchi. Allora Gesù fece una frusta di cordicelle, scacciò tutti dal tempio, con le pecore e i buoi, rovesciò i tavoli dei cambiamonete spargendo a terra i loro soldi. Poi si rivolse ai venditori di colombe e disse: «Portate via di qua questa roba! Non riducete a un mercato la casa di mio Padre!». Allora i suoi discepoli ricordarono la parola della Bibbia che dice: L'amore per la tua casa è come un fuoco che mi consuma. Intervennero alcuni capi ebrei e domandarono a Gesù: Dacci una prova che hai l'autorità di fare queste cose. Gesù rispose: Distruggete questo tempio! In tre giorni lo farò risorgere. Quelli replicarono: Ci sono voluti quarantasei anni per costruirlo, questo tempio, e tu in tre giorni lo farai risorgere? Ma Gesù parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo, e credettero alle parole della Bibbia e a quelle di Gesù.
Gesù trascorre la Pasqua a Gerusalemme
Gesù rimase a Gerusalemme durante le feste della Pasqua. Molti videro i miracoli che faceva e credettero in lui. Ma Gesù non si fidava di loro perché li conosceva tutti: non aveva bisogno di informazioni, perché sapeva benissimo che cosa c'è nel cuore di ogni uomo.
Gesù a Nicodemo
Nel gruppo dei farisei c'era un tale che si chiamava Nicodemo. Era uno dei capi ebrei. Egli venne a cercare Gesù, di notte, e gli disse: Rubbi, sappiamo che sei un maestro mandato da Dio, perché nessuno può fare miracoli come fai tu, se Dio non è con lui. Gesù gli rispose: Credimi, nessuno può vedere il regno di Dio se non nasce nuovamente Nicodemo gli disse: Com'è possibile che un uomo nasca di nuovo quando è vecchio? Non può certo entrare una seconda volta nel ventre di sua madre e nascere! Gesù rispose: Io ti assicuro che nessuno può entrare nel regno di Dio se non nasce da acqua e Spirito. Dalla carne nasce carne, dallo Spirito nasce Spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere in modo nuovo.
Il vento soffia dove vuole: uno lo sente, ma non può dire da dove viene né dove va. Lo stesso accade con chiunque è nato dallo Spirito. Nicodemo disse: Com'è possibile? Gesù riprese: Tu sei maestro in Israele e non capisci queste cose? Ebbene, ascolta quello che ti dico: «Noi parliamo di quello che sappiamo e siamo testimoni di quello che abbiamo visto. Ma voi non accettate la nostra testimonianza! Se non crederete quando parlo di queste cose terrene, come mi crederete se vi parlo di cose del cielo? Nessuno è mai stato in cielo: soltanto il Figlio dell'uomo. Egli infatti è venuto dal cielo.
«Mosè nel deserto alzò il serpente di bronzo su un palo. Così dovrà essere innalzato anche il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia vita eterna. «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia vita eterna. «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede nel Figlio non è condannato. Chi non crede, invece, è già condannato, perché non ha creduto nell'unico Figlio di Dio. E questo è il motivo della loro condanna: che la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché fanno il male. «Chi fa il male odia la luce e ne sta lontano perché la luce non faccia conoscere le sue opere a tutti. Invece chi ubbidisce alla verità viene verso la luce, perché la luce faccia vedere a tutti che le sue opere sono compiute con l'aiuto di Dio».
Giovanni parla ancora di Gesù
Poi Gesù andò in Giudea con i suoi discepoli; ci rimase qualche tempo e battezzava. Anche Giovanni battezzava, a Ennòn, vicino a Salim, perché lì c'era molta acqua, e la gente veniva a farsi battezzare. Questo accadeva quando Giovanni non era ancora stato messo in prigione. Un tale, ebreo, cominciò a discutere dei riti di purificazione con i discepoli di Giovanni. Poi essi andarono da Giovanni e gli dissero: Maestro, tu ci avevi parlato bene di quel Gesù che era con te dall'altra parte del Giordano. Ora battezza anche lui e tutti lo seguono. Giovanni rispose: Tutto quello che uno ha gli è dato da Dio. Voi ricordate che ho detto: non sono io il Messia, ma Dio mi ha mandato davanti a lui. La sposa appartiene allo sposo; l'amico dello sposo sta li e si rallegra delle sue parole. Questa è anche la mia gioia, e ora è completa. È lui che deve diventare importante.
Io invece devo mettermi da parte. Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti. Chi viene dalla terra appartiene alla terra, e parla come un uomo di questa terra; chi viene dal cielo parla di ciò che ha visto e udito. Però nessuno accoglie la sua testimonianza. Chi invece la accoglie, riconosce e afferma che Dio dice la verità. L'inviato di Dio riferisce le parole di Dio; perché Dio gli ha dato tutto il suo Spirito. Il Padre ama il Figlio, e ha dato ogni cosa nelle sue mani. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna. Chi disubbidisce al Figlio non vedrà la vita: il castigo di Dio non si allontana da lui.
Gesù e la Samaritana
I farisei avevano sentito dire che Gesù battezzava e faceva più discepoli di Giovanni. Quando egli lo seppe, lasciò il territorio della Giudea e se ne andò verso la Galilea, perciò doveva attraversare la Samaria. Così arrivò alla città di Sicar. Lì vicino c'era il campo che anticamente Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe, e c'era anche il pozzo di Giacobbe. Gesù era stanco di camminare e si fermò, seduto sul pozzo. Era circa mezzogiorno. I discepoli entrarono in città per comprare qualcosa da mangiare. Intanto una donna della Samaria viene al pozzo a prendere acqua. Gesù le dice: Dammi un po' d'acqua da bere. Risponde la donna: Perché tu che vieni dalla Giudea chiedi da bere a me che sono Samaritana?
Gesù le dice: Tu non sai chi è che ti ha chiesto da bere e non sai che cosa Dio può darti per mezzo di lui. Se tu lo sapessi, saresti tu a chiederglielo, ed egli ti darebbe acqua viva. La donna osserva: Signore, tu non hai un secchio, e il pozzo è profondo. Dove la prendi l'acqua viva? Non sei mica più grande di Giacobbe, nostro padre, che usò questo pozzo per sé, per i figli e per le sue bestie, e poi lo lasciò a noi! Gesù risponde alla donna: Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete. Invece, se uno beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete: l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente per l'eternità.
La donna dice a Gesù: Signore, dammela quest'acqua, così non avrò più sete e non dovrò più venir qui a prendere acqua. Gesù dice alla donna: Va' a chiamare tuo marito e torna qui. La donna gli risponde: Non ho marito. Gesù le dice: Giusto. È vero che non hai marito. Ne hai avuti cinque, di mariti, e l'uomo che ora hai non è tuo marito. La donna esclama: Signore, vedo che sei un profeta! I nostri padri, Samaritani, adoravano Dio su questo monte; voi in Giudea dite che il posto per adorare Dio è a Gerusalemme.- Gesù le dice: Voi Samaritani adorate Dio senza conoscerlo; noi in Giudea lo adoriamo e lo conosciamo, perché Dio salva gli uomini cominciando dal nostro popolo. Ma credimi: viene il momento in cui l'adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme; viene un'ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla verità di Dio. Dio è spirito. Chi lo adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla verità di Dio. La donna gli risponde: So che deve venire un Messia, cioè il Cristo, l'inviato di Dio. Quando verrà, ci spiegherà ogni cosa. E Gesù: Sono io il Messia, io che parlo con te.
Il tempo della mietitura è giunto
A questo punto giunsero i discepoli di Gesù. Videro che parlava con una donna, e si meravigliarono. Nessuno però gli disse: «Che vuoi?» o: «Perché parli con lei?». Intanto la donna aveva lasciato la brocca dell'acqua ed era tornata in città a dire alla gente: «Venite a vedere: c'è uno che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Non sarà per caso il Messia?». La gente allora uscì dalla città, e andò verso il pozzo dove c'era Gesù. Intanto i discepoli gli dicevano: Maestro, mangia qualcosa! Ma egli disse: Io ho un cibo che voi non conoscete. I discepoli chiedevano l'uno all'altro: Forse qualcuno gli ha portato da mangiare?
Ma Gesù disse loro: Il mio cibo è fare la volontà di Dio che mi ha mandato, e compiere la sua opera fino in fondo. C'è un proverbio, da voi, che dice: «Ancora quattro mesi, poi è ora di tagliare il grano». Bene, io vi dico: Alzate gli occhi e guardate i campi! È il momento di mietere. I mietitori ricevono già la paga e mettono insieme un raccolto per la vita eterna. Chi semina e chi raccoglie si rallegrano insieme. Un altro proverbio dice: «Uno semina e l'altro raccoglie». Ebbene, questo si realizza ora: voi non avevate faticato a seminare, eppure io vi ho mandati a raccogliere. Altri hanno faticato prima di voi, e voi siete venuti a raccogliere i frutti della loro fatica.
I Samaritani credono in Gesù
La donna samaritana, intanto, raccontava che Gesù aveva saputo dirle tutto quello che lei aveva fatto; per questo, molti abitanti di quella città della Samaria credettero in Gesù. I Samaritani dunque andarono a cercarlo e lo pregarono di rimanere con loro, e Gesù restò due giorni in quella città. E quando ascoltarono le sue parole, furono molti di più a credere. E dicevano alla donna: «Prima ci aveva persuasi la tua storia, ma ora crediamo in lui perché l'abbiamo sentito con le nostre orecchie, e sappiamo che egli è veramente il salvatore del mondo». Passati i due giorni, Gesù ripartì e si diresse verso la Galilea. Egli aveva dichiarato: «Un profeta non è apprezzato dai suoi compaesani». Però, quando arrivò in Galilea gli fecero buona accoglienza. Anche loro, infatti, erano andati a Gerusalemme e avevano visto tutto quello che Gesù aveva fatto durante la festa.
Gesù guarisce il figlio di un funzionario
Gesù andò di nuovo a Cana di Galilea. Era la città dove aveva mutato l'acqua in vino. C'era là un funzionario del re che aveva un figlio ammalato a Cafàrnao. Quando sentì che Gesù dalla Giudea era venuto in Galilea, andò a cercarlo e lo pregava dicendo: Vieni a Cafàrnao, e fai guarire mio figlio che sta per morire! Gesù gli disse: Se non vedete prodigi e segni miracolosi, voi non credete. Il funzionario disse: Signore, vieni prima che il mio bambino muoia.
Gesù rispose: Puoi andare, tuo figlio è fuori pericolo. Quell'uomo credette alla parola di Gesù e tornò verso casa sua. Mentre era per strada, i suoi servi gli andarono incontro dicendo: Il tuo bambino è fuori pericolo. Il padre volle sapere da loro a che ora suo figlio aveva cominciato a star meglio, e gli dissero: «Ieri pomeriggio verso l'una la febbre se n'è andata». Il padre si rese conto che era proprio l'ora in cui Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio è fuori pericolo». Da quel momento credette in Gesù, lui e tutta la sua famiglia. Questo secondo segno miracoloso Gesù lo fece arrivando in Galilea dalla Giudea.
Gesù guarisce il paralitico di Betzata
Dopo queste cose ci fu una festa ebraica, e Gesù tornò a Gerusalemme. Vicino alla porta chiamata porta delle Pecore c'era una piscina con cinque portici. Il suo nome in ebraico era Betzata. Sotto quei portici c'era sempre una folla di ammalati: ciechi, zoppi, paralitici. Uno di loro, un uomo paralizzato, era infermo da trentotto anni. Gesù lo vide lì sdraiato su una coperta, e sapendo che stava lì da molto tempo gli disse: Vuoi guarire? L'infermo gli rispose: Signore, non ho nessuno che mi metta nella piscina quando l'acqua è agitata. Quando sto per entrarci, un altro scende in acqua prima di me. Gesù gli disse: Alzati, prendi la tua coperta e cammina! In quell'istante l'uomo tornò sano, e andava in giro con la coperta sotto il braccio. Il paralitico era stato guarito di sabato. Perciò alcuni Ebrei gli dissero: È sabato. La legge di Mosè non permette, di sabato, di trasportare neanche una coperta. L'uomo rispose: Chi mi ha fatto guarire mi ha detto: prendi la coperta e cammina!
Allora gli chiesero: Chi è stato a dirti di fare così? Ma l'uomo che era stato guarito non lo conosceva, perché Gesù si era allontanato tra la folla che c'era lì intorno. Più tardi, Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: Guarda, ora sei guarito; non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio. L'uomo si allontanò e informò le autorità che era stato Gesù a guarirlo. Così cominciarono a perseguitare Gesù perché guariva gli ammalati nel giorno del riposo. Ma Gesù dichiarò: «Mio Padre opera senza interruzione, e così faccio anch'io». Per questo cercavano ancor più decisamente di ucciderlo: infatti, non solo non rispettava il sabato, ma diceva pure che Dio era suo padre, facendosi uguale a Dio.
L'unità del Padre e del Figlio
Così Gesù replicò a quelli che lo criticavano: «Io vi assicuro che il Figlio non può far nulla da sé, ma solo ciò che vede fare dal Padre. Quello che fa il Padre, anche il Figlio lo fa ugualmente. Il Padre infatti ama il Figlio e gli fa vedere tutto ciò che fa. Anzi, gli farà vedere anche opere più grandi di queste, e resterete meravigliati. «Come il Padre fa risorgere i morti e dà loro la vita, così pure il Figlio dà vita a chi vuole. Il Padre non giudica nessuno perché ha affidato al Figlio tutto il potere di giudicare. Così, tutti onoreranno il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora neppure il Padre che l'ha mandato.
«Io vi dichiaro: chi ascolta la mia parola e crede nel Padre che mi ha mandato ha la vita eterna. Non sarà più condannato. È già passato dalla morte alla vita. «Io vi dico una cosa: viene un'ora anzi e già venuta, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e chi lo sente vivrà. Infatti, Dio è la fonte della vita, e ha dato anche al Figlio di essere la fonte della vita. Gli ha dato anche il potere di giudicare, perché è il Figlio dell'uomo. «Non vi meravigliate: viene un'ora in cui tutti i morti, nelle tombe, udranno la sua voce e verranno fuori. Quelli che hanno fatto il bene risorgeranno per vivere; quelli che hanno fatto il male risorgeranno per essere condannati. «Io non posso far nulla da me. Giudico come Dio mi suggerisce, e il mio giudizio è giusto perché non cerco di fare come voglio io, ma come vuole il Padre che mi ha mandato.
I testimoni del Figlio
«Certo, se io stesso mi presento a testimoniare a mio favore, la mia testimonianza non conta nulla. In realtà, è un altro che testimonia per me; e certamente la sua testimonianza a mio favore è valida. «Voi avete mandato a interrogare Giovanni, ed egli ha testimoniato a favore della verità. La testimonianza di un uomo a me non serve, ma ve la ricordo perché possiate salvarvi. Giovanni era la lampada accesa per illuminarvi, ma voi vi siete entusiasmati della sua luce solo per un po' di tempo. «A mio favore c'è una testimonianza più grande di quella di Giovanni: le opere che io faccio, le opere che il Padre mi ha dato da compiere, testimoniano a mio favore. Esse dimostrano che il Padre mi ha mandato. «C'è poi il Padre che mi ha mandato: anche lui ha testimoniato a mio favore, ma voi non avete mai ascoltato la sua voce e non avete mai visto il suo volto. La sua parola non è radicata in voi, perché voi non avete fede nel Figlio che egli ha mandato.
«Voi leggete continuamente la Bibbia perché così pensate di avere vita eterna: ebbene, anche la Bibbia testimonia di me! ma voi non volete venire a me per avere la vita. «A me non importa affatto di ricevere i complimenti degli uomini. D'altra parte io vi conosco: so bene che non amate Dio. Io son venuto, mandato dal Padre mio, e voi non mi accogliete. Se un altro venisse per conto proprio, gli fareste buona accoglienza! Ma come può avere fede gente come voi? Siete pronti a ricevere l'omaggio dei vostri simili, ma non vi preoccupate di ricevere la lode da Dio! «Non pensate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già chi vi accusa: è Mosè, cioè proprio la persona in cui avete messo la vostra speranza. Se credeste a Mosè, credereste anche a me, perché Mosè ha scritto di me. Ma voi non credete a quello che Mosè ha scritto, dunque come crederete a quello che dico io?».
Gesù dà pane a cinquemila persone
Dopo un po' di tempo, Gesù attraversò il lago di Galilea, detto anche di Tiberiade. Molta gente gli andava dietro, perché vedevano i segni miracolosi che faceva guarendo i malati.- Mancavano pochi giorni alla festa ebraica della Pasqua. Gesù salì sulla montagna, e si sedette lì con i suoi discepoli. Poi si guardò attorno, e vide tutta la gente che era venuta. Allora disse a Filippo: Dove potremo comprare il pane necessario per sfamare questa gente? Gesù sapeva benissimo quello che avrebbe fatto, ma diceva così per mettere alla prova Filippo. Filippo rispose: Duecento monete d'argento non basterebbero neppure per dare un pezzo di pane a tutti. Un altro discepolo, Andrea che era fratello di Simon Pietro, disse: C'è qui un ragazzo che ha cinque pagnotte d'orzo e due pesci arrostiti. Ma non è nulla, per tanta gente! Gesù ordinò: Dite alla gente di sedersi per terra. Il terreno era erboso, e tutti si sedettero in terra.
Erano circa cinquemila. Gesù prese il pane, fece una preghiera di ringraziamento, poi cominciò a distribuire a tutti pane e pesce a volontà Quando tutti ebbero mangiato a sufficienza, Gesù disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Essi li raccolsero, e riempirono dodici cesti con gli avanzi delle cinque pagnotte. La gente, vedendo il segno miracoloso che Gesù aveva fatto, diceva: «Questo è veramente il profeta che deve venire nel mondo». Gesù allora, sapendo che volevano prenderlo per farlo diventare re, se ne andò di nuovo verso la montagna, tutto solo.
Gesù cammina sul lago
Verso sera i discepoli scesero in riva al lago; presero la barca e si avviarono verso la riva opposta, in direzione di Cafàrnao. Ormai era notte e Gesù non li aveva ancora raggiunti. Il lago era agitato perché soffiava un forte vento. I discepoli avevano remato per circa quattro o cinque chilometri. A un tratto videro Gesù che camminava sul lago e si avvicinava alla barca, e si spaventarono. Ma Gesù disse: «Sono io; non abbiate paura». Allora fecero salire Gesù nella barca, e subito giunsero a riva là dove erano diretti.
La ricerca del vero pane
Intanto, molta gente era rimasta sull'altra riva del lago. Il giorno seguente si accorsero che c'era solo una barca, e si ricordarono che il giorno prima Gesù non era salito in barca con i suoi discepoli. I discepoli erano partiti da soli. Però da Tiberiade alcune barche arrivarono là dove il Signore aveva fatto la preghiera di ringraziamento e aveva dato da mangiare il pane a cinquemila persone. Visto che Gesù e i suoi discepoli non c'erano più, la gente prese quelle barche e andò a Cafàrnao per cercarlo. Attraversato il lago, trovarono Gesù e gli dissero: Maestro, quando sei venuto qui? Gesù rispose: Voi mi cercate, ma non per i segni miracolosi! Ve lo dico io: voi mi cercate solo perché avete mangiato il pane e vi siete levati la fame. Non datevi da fare per il cibo che si consuma e si guasta, ma per il cibo che dura e conduce alla vita eterna. Ve lo darà il Figlio dell'uomo. Dio ha messo in lui il suo segno di approvazione.
La gente domandò a Gesù: Quali sono le opere che Dio vuole da noi? Siamo pronti a farle! Gesù rispose: Un'opera sola Dio vuole da voi, questa: che crediate in colui che Dio ha mandato. Gli risposero: Che cosa fai di straordinario, perché crediamo in te? I nostri antenati mangiarono la manna nel deserto come dice la Bibbia: Ha dato loro da mangiare un pane venuto dal cielo. Tu, che opere fai? Gesù disse loro: Io vi assicuro che non è Mosè che vi ha dato il pane venuto dal cielo. È il Padre mio che vi dà il vero pane venuto dal cielo. Il pane di Dio è quello che viene dal cielo e dà la vita al mondo. La gente gli disse: Signore, dacci sempre questo pane!
Gesù è il vero pane di Dio
Gesù disse: «Io sono il pane che dà la vita. Chi si avvicina a me con fede non avrà più fame; chi mette la sua fiducia in me non avrà più sete. Ma come vi ho già detto, non volete credere. Eppure mi avete veduto! «Tutti quelli che il Padre mi dà si avvicineranno a me; e chi si avvicina a me con fede io non lo respingerò. Non sono venuto dal cielo per fare quello che voglio io: devo fare la volontà del Padre che mi ha mandato. E questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che mi ha dato, ma lì risusciti nell'ultimo giorno. Il Padre mio vuole così: chi riconosce il Figlio e crede in lui avrà la vita eterna, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». Quegli Ebrei che parlavano con Gesù si misero a protestare perché aveva detto: «Io sono il pane venuto dal cielo»; e osservavano: Costui è Gesù, non è vero? È il figlio di Giuseppe. Conosciamo bene suo padre e sua madre. Come mai ora dice: Io sono venuto dal cielo?
Gesù rispose: Smettetela di protestare tra di voi. Nessuno può avvicinarsi a me con fede, se non lo attira il Padre che mi ha mandato. E io lo risusciterò nell'ultimo giorno. I profeti hanno scritto queste parole: Tutti saranno istruiti da Dio; ebbene, chiunque ascolta Dio Padre ed è istruito da lui si avvicina a me con fede. Nessuno però ha visto il Padre se non il Figlio che viene dal Padre. Egli ha visto il Padre. Ve lo assicuro: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane che dà la vita. I vostri antenati, nel deserto, mangiarono la manna e poi morirono ugualmente; invece, il pane venuto dal cielo è diverso: chi ne mangia non morirà. Io sono il pane, quello vivo, venuto dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà per sempre. Il pane che io gli darò è il mio corpo, dato perché il mondo abbia la vita.
Gli avversari di Gesù si misero a discutere tra di loro. Dicevano: Come può darci il suo corpo da mangiare? Gesù replicò: Io vi dichiaro una cosa: se non mangiate il corpo del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterò l'ultimo giorno; perché il mio corpo è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui. Il Padre è la vita: io sono stato mandato da lui e ho la vita grazie a lui; così, chi mangia me avrà la vita grazie a me. Questo è il pane venuto dal cielo. Non è come il pane che mangiarono i vostri antenati e morirono ugualmente; chi mangia questo pane vivrà per sempre. Così parlò Gesù insegnando nella sinagoga di Cafàrnao.
Soltanto i Dodici restano con Gesù
Molti discepoli, sentendo Gesù parlare così, dissero: «Adesso esagera! Chi può ascoltare cose simili?». Ma Gesù si era accorto che i suoi discepoli protestavano, e disse loro: «Le mie parole vi scandalizzano? Ma allora, che cosa direte se vedrete il Figlio dell'uomo tornare là dove era prima? Soltanto lo Spirito di Dio dà la vita, l'uomo da solo non può far nulla. Le parole che vi ho detto hanno la vita perché vengono dallo Spirito di Dio. Ma tra voi ci sono alcuni che non credono. Gesù infatti sapeva fin dal principio chi erano quelli che non credevano e chi stava per tradirlo». Poi aggiunse: «Per questo vi ho detto che nessuno si avvicina a me se il Padre non gli dà la forza».
Da quel momento, molti discepoli di Gesù si tirarono indietro e non andavano più con lui. Allora Gesù domandò ai Dodici: Forse volete andarvene anche voi? Simon Pietro gli rispose: Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che danno la vita eterna. E ora noi crediamo e sappiamo che tu sei quello che Dio ha mandato. Gesù rispose: Sono stato io a scegliere voi, i Dodici; eppure, uno di voi è un diavolo. Parlava di Giuda, il figlio di Simone Iscariota. Era uno dei Dodici; proprio lui farà arrestare Gesù.
Gesù e i suoi fratelli
Alcuni giorni dopo, Gesù andava in giro per la Galilea. In Giudea non voleva farsi vedere perché cercavano di ucciderlo. La festa ebraica delle Capanne era vicina, e i suoi fratelli gli dissero: Parti, va' in Giudea! Così anche i tuoi discepoli vedranno le opere che fai. Quando uno vuole essere conosciuto non agisce di nascosto. Se tu fai queste cose, fa' che tutto il mondo le veda. Neppure i suoi fratelli, evidentemente, credevano in lui. Gesù disse loro: Per me non è ancora venuta l'ora; per voi, invece, ogni ora è buona. Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché dichiaro che con le sue opere si oppone a Dio. Andateci voi, alla festa; io non vado a questa festa, perché l'ora mia non è ancora venuta. Così rispose Gesù, e rimase in Galilea.
Gesù a Gerusalemme per la festa
Quando i suoi fratelli furono partiti per la festa, partì anche Gesù; di nascosto però, senza farsi vedere. A Gerusalemme, intanto, le autorità ebraiche lo cercavano alla festa, e dicevano: «Dov'è, quel tale?». E tra la folla, a bassa voce, tutti parlavano di Gesù. Alcuni dicevano: «È un uomo sincero». Altri dicevano: «No, imbroglia la gente». Nessuno però parlava di lui apertamente, perché avevano paura delle loro autorità. La festa era già a metà quando Gesù andò al tempio e si mise a insegnare. I capi ebrei si meravigliavano e dicevano: Come fa costui a sapere tante cose, senza avere mai studiato?
Gesù rispose: Ciò che io vi insegno non è sapienza mia, ma viene da Dio che mi ha mandato. Se uno è pronto a fare la volontà di Dio, riconoscerà se il mio insegnamento viene da Dio o soltanto da me. Chi si fa avanti e parla con presunzione cerca la propria gloria. Invece chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato dice la verità. Non cerca di ingannare. Mosè vi ha dato la legge, ma nessuno di voi la mette in pratica. Allora, perché cercate di uccidere me? La folla replicò: Sei pazzo! Chi cerca di ucciderti? Gesù rispose: Ho fatto una sola opera potente, e siete tutti sconvolti? Voi però circoncidete anche in giorno di sabato, perché Mosè vi ha dato la legge della circoncisione. Dunque, per rispettare questa legge di Mosè uno può venir circonciso anche di sabato! E allora, perché vi arrabbiate con me che di sabato ho guarito completamente un uomo? Non dovete giudicare secondo l'apparenza. Giudicate con giustizia, invece.
Alcuni sospettano che Gesù possa essere il Messia
Alcuni abitanti di Gerusalemme osservarono: «Quest'uomo parla in pubblico senza paura. Dev'essere quello che cercano di uccidere. Eppure nessuno gli dice niente! Forse i capi si sono accorti che egli è il Messia? Però, quando apparirà il Messia, nessuno saprà di dove viene; questo qui, invece, sappiamo dov'è nato». Gesù dunque stava nel tempio. Mentre insegnava esclamò a voce alta: «Voi credete di conoscermi e di sapere da dove vengo. In realtà, sono mandato da Dio e non ho deciso io di venire. Chi mi ha mandato dice la verità, ma voi non lo conoscete. Io invece lo conosco, perché vengo da lui, ed è lui che mi ha mandato». Allora cercarono di prendere Gesù, ma nessuno gli mise le mani addosso, perché non era ancora giunto il suo momento. Molti tra la folla credettero in lui. Dicevano: «Quando il Messia verrà, difficilmente farà più miracoli di questo Gesù».
Un tentativo di arrestare Gesù
I farisei udirono che tra la gente si facevano sottovoce questi commenti. Perciò, d'accordo con i capi dei sacerdoti, mandarono le guardie per arrestarlo. Allora Gesù disse: «Ormai, sono in mezzo a voi soltanto per poco. Sto per tornare da colui che mi ha mandato. Voi mi cercherete e non mi troverete, e dove sono io non potrete venire» I suoi nemici commentarono tra di loro: «Dove va, che noi non potremo ritrovano? Forse dagli Ebrei dispersi nei paesi dove si parla la lingua greca? Vuole forse predicare ai Greci? E perché dice: lui cercherete e non mi troverete; dove sono io non potete venire?».
La gente discute su Gesù
Nell'ultimo giorno della festa, il più solenne, Gesù si alzò ed esclamò a voce alta: «Se uno ha sete si avvicini a me, e chi ha fede in me beva! Come dice la Bibbia: da lui sgorgheranno fiumi d'acqua viva». Gesù diceva questo, pensando allo Spirito di Dio che i credenti avrebbero poi ricevuto. A quel tempo lo Spirito non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora stato innalzato alla gloria. Alcuni tra la folla udirono le parole di Gesù e dissero: «Questo è veramente il Profeta!». Altri dicevano: «È il Messia». Altri ancora replicavano: «Il Messia non può venire dalla Galilea! La Bibbia dice che il Messia viene dalla famiglia di Davide e da Betlemme, il villaggio dove nacque il re Davide». Così, la gente aveva idee diverse su Gesù. Anzi, alcuni addirittura avrebbero voluto arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso.
I capi ebrei rifiutano di ascoltare Gesù
Le guardie ritornarono dai capi dei sacerdoti e dai farisei, e questi li rimproverarono: Perché non avete portato qui Gesù? Le guardie risposero: Nessun uomo ha mai parlato come lui. I farisei replicarono: Vi siete lasciati incantare anche voi? Nessuno tra le autorità o tra i farisei si fida di lui; solo questa maledetta gente del popolo, che non conosce la legge. Allora intervenne Nicodemo, uno dei capi, quello che prima era andato a trovare Gesù. Disse: La nostra legge non ci permette di condannare un uomo senza prima ascoltare da lui che cosa ha fatto. Ma gli altri risposero: Vieni anche tu dalla Galilea? Studia, e vedrai che nessun profeta può venire dalla Galilea! Ognuno se ne andò a casa propria.
La donna adultera
Gesù invece andò al monte degli Ulivi. La mattina presto tornò al tempio, e il popolo si affollò attorno a lui. Gesù si mise seduto, e cominciò a insegnare. I maestri della legge e i farisei portarono davanti a Gesù una donna sorpresa in adulterio e gli dissero: Maestro, questa donna è stata sorpresa mentre tradiva suo marito. Nella sua legge Mosè ci ha ordinato di uccidere queste donne infedeli a colpi di pietra. Tu, che cosa ne dici? Parlavano così per metterlo alla prova: volevano avere pretesti per accusarlo. Ma Gesù guardava in terra, e scriveva col dito nella polvere. Quelli però insistevano con le domande. Allora Gesù alzò la testa e disse: Chi tra voi è senza peccati, scagli per primo una pietra contro di lei. Poi si curvò di nuovo a scrivere in terra. Udite queste parole, quelli se ne andarono uno dopo l'altro, cominciando dai più anziani. Rimase soltanto Gesù, e la donna che era là in mezzo. Gesù si alzò e le disse: Dove sono andati? Nessuno ti ha condannata? La donna rispose: Nessuno, Signore. Gesù disse: Neppure io ti condanno. Va', ma d'ora in poi non peccare più!
Gesù testimone di SÉ stesso
Gesù riprese a parlare. Disse: Io sono la luce del mondo. Chi mi segue non camminerà mai nelle tenebre, anzi avrà la luce che dà vita. I farisei gli dissero: Tu sei testimone di te stesso, dunque la tua testimonianza non è valida. Gesù replicò: È valida, invece, anche se io testimonio di me stesso. Perché io so da dove sono venuto e dove vado. Questo, voi non lo sapete. Voi giudicate con criteri umani; io non giudico nessuno. E se giudico qualcuno, il mio giudizio è valido perché non lo pronunzio da solo; insieme a me c'è il Padre che mi ha mandato. La vostra legge dice che la parola di due testimoni è valida: ebbene, io testimonio di me stesso, ma anche il Padre che mi ha mandato testimonia di me. Allora gli domandarono: Dov'è tuo padre? Gesù rispose: Voi non mi conoscete e non conoscete neppure mio Padre. Se voi conosceste me, conoscereste anche il Padre mio. Così parlò Gesù mentre era nel tempio, nella sala del tesoro, e nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunto il suo momento.
Un altro dibattito: chi è Gesù?
Gesù tornò a dire: Io me ne vado, e voi mi cercherete inutilmente. Il vostro peccato vi porterà alla rovina. E non potrete venire dove vado io. Allora dissero: Forse vuole uccidersi! Per questo dice: dove vado io, voi non potete venire. Gesù rispose: Voi siete della terra; io sono del cielo. Voi appartenete a questo mondo, io non appartengo a questo mondo. Vi ho detto che andrete in rovina per i vostri peccati. IO SONO: se non credete questo, andrete in rovina per i vostri peccati. Allora gli dissero: Tu chi sei? Gesù rispose:
Quello che vi sto dicendo dal principio. Avrei ancora molte cose da dire e da giudicare a vostro riguardo. Ma io dico al mondo solo quello che ho udito da colui che mi ha mandato. Egli dice il vero. Essi non capirono che Gesù parlava del Padre. Perciò egli disse ancora: Quando innalzerete il Figlio dell'uomo, vi accorgerete che IO SONO e vedrete che non faccio nulla per conto mio; io dico ciò che mi ha insegnato il Padre. E poi, colui che mi ha mandato è con me, non mi lascia solo; perché io faccio sempre quello che piace a lui. Così parlò Gesù, e molti credettero in lui.
La verità e la libertà
Gesù disse a quelli che avevano creduto in lui: Se rimanete ben radicati nella mia parola, siete veramente miei discepoli. Così conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi. Quelli risposero: Noi siamo discendenti di Abramo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come fai a dire: diventerete liberi? Gesù replicò: Io vi dichiaro questo: chi pecca è schiavo del peccato. Uno schiavo non appartiene alla famiglia per sempre. Un figlio invece, sì. Dunque, se il Figlio vi renderà liberi, sarete veramente uomini liberi. Lo so che siete discendenti di Abramo. Eppure cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto stando presso il Padre mio. Anche voi, dunque, fate quello che udite da parte del padre vostro.
Figli di Abramo o del diavolo?
Tornarono a dire a Gesù: Noi siamo discendenti di Abramo. Gesù rispose: Se siete veramente figli di Abramo, fate opere degne di Abramo! Invece, ora cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità che ho ascoltato da Dio. Abramo non ha mai fatto così! Voi non vi comportate come lui, ma come il vostro vero padre. Essi replicarono: Noi non siamo figli bastardi! Abbiamo un solo padre, Dio. Gesù disse: Se Dio fosse vostro padre, voi mi amereste, perché vengo da Dio. Infatti non sono venuto di mia volontà, ma Dio mi ha mandato. Perché non capite quello che dico? Perché siete incapaci di ascoltare la mia parola. Voi avete il diavolo per padre, e vi sforzate di fare ciò che egli desidera. Fin dal principio egli vuole uccidere l'uomo, e non è mai stato dalla parte della verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, esprime veramente sé stesso, perché è bugiardo e padre della menzogna. Io invece dico la verità; perciò non mi credete. Chi di voi può accusarmi di peccato? Dunque, se dico la verità, perché non mi credete? Ecco: chi appartiene a Dio ascolta le parole di Dio; voi non le ascoltate perché non appartenete a Dio.
Gesù e Abramo
Continuando a discutere con Gesù, quegli Ebrei gli dissero: Non abbiamo forse ragione di dire che sei un infedele, un Samaritano, e che sei pazzo? Gesù rispose: Io non sono pazzo, anzi onoro il Padre mio. Voi invece mi ingiuriate. Ma io non cerco la mia gloria. C'è già un altro che si preoccupa della mia gloria. È lui che giudica queste cose. Io vi dichiaro solennemente che chi ubbidisce alla mia parola non vedrà mai la morte. Allora i suoi avversari gli dissero: Ora siamo sicuri che sei veramente pazzo. Abramo è morto, i profeti sono morti, e tu dici: chi ubbidisce alla mia parola non morirà. Sei tu più grande di Abramo nostro padre, che è morto? Anche i profeti sono morti: tu, chi pretendi di essere?
Gesù rispose: Se io volessi dar gloria a me stesso, la mia gloria sarebbe senza valore. Ma chi mi onora è il Padre mio. Voi dite che è il vostro Dio, ma non lo conoscete. Io invece lo conosco, e se dicessi il contrario sarei un bugiardo, come voi. Ma io lo conosco, e metto in pratica la sua parola. Abramo, vostro padre, si rallegrò nella speranza di vedere il mio giorno; lo ha visto e si è rallegrato. Gli obiettarono: Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo? Gesù disse: Io ve lo dichiaro solennemente: prima che Abramo nascesse, IO SONO. Allora presero delle pietre per tirarle contro di lui, ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Gesù guarisce un cieco
Camminando, Gesù passò accanto a un uomo che era cieco fin dalla nascita. I discepoli chiesero a Gesù: Maestro, se quest'uomo è nato cieco, di chi è la colpa? Sua o dei suoi genitori? Gesù rispose: Non ne hanno colpa né lui né i suoi genitori, ma è così perché in lui si possano manifestare le opere di Dio. Finché è giorno, io devo fare le Opere del Padre che mi ha mandato. Poi verrà la notte, e allora nessuno può agire più. Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo. Così disse Gesù, poi sputò in terra, fece un po' di fango e lo mise sugli occhi del cieco. Poi gli disse: Va' a lavarti alla piscina di Siloe. Quello andò, si lavò e tornò indietro che ci vedeva. Allora i vicini di casa e tutti quelli che prima lo vedevano chiedere l'elemosina dicevano: Ma questo non è il mendicante che stava lì seduto a chiedere l'elemosina? Alcuni rispondevano: È proprio lui. Altri invece dicevano: Non è lui, è uno che gli somiglia. Lui però dichiarava: Sì, sono io. La gente allora gli domandò: Com'è che non sei più cieco? Rispose: Quell'uomo, che chiamano Gesù, ha fatto un po' di fango e me l'ha messo sugli occhi. Poi mi ha detto: Va' a lavarti nella piscina di Siloe. Ci sono andato, mi sono lavato e ho cominciato a vedere. Gli domandarono: E dov'è, ora, quell'uomo? Rispose: Non lo so.
I farisei fanno indagini sul miracolo
Allora portarono davanti ai farisei colui che era stato cieco. I farisei chiesero di nuovo a quell'uomo in che modo aveva cominciato a vedere. Egli rispose: Mi ha messo un po' di fango sugli occhi. Poi mi sono lavato e ora vedo. Il giorno che Gesù gli aveva aperto gli occhi con il fango era un sabato. Alcuni farisei dissero: Quell'uomo non viene da Dio, perché non rispetta il sabato. Altri obiettavano: Non è possibile che un peccatore faccia miracoli così straordinari. Non tutti dunque erano dello stesso parere. Si rivolsero di nuovo al cieco e gli dissero: Ma tu, che cosa dici di quel tale che ti ha aperto gli occhi? Egli rispose: È un profeta. Ma i capi degli Ebrei non volevano credere che era stato cieco e ora vedeva; perciò chiamarono i suoi genitori e li interrogarono: È questo il figlio vostro, che secondo voi è nato cieco? E come mai ora vede?
I genitori risposero: Noi sappiamo che questo è nostro figlio, e che è nato cieco. Come mai ora vede, non lo sappiamo. Chi sia stato a ridargli la vista, non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: è maggiorenne, può parlare per conto suo. Dissero così perché avevano paura. Infatti se qualcuno riconosceva Gesù come Messia, non lo lasciavano più entrare nella sinagoga. Perciò i genitori dissero: «È abbastanza grande, chiedetelo a lui». Allora chiamarono per la seconda volta quello che era stato cieco e gli ordinarono: Di' la verità di fronte a Dio! Noi sappiamo che quell'uomo è un peccatore! Rispose: Io non so se è un peccatore o no. Una cosa però io so di certo: che ero cieco e ora vedo. Allora gli dissero: Che cosa ti ha fatto? In che modo ti ha aperto gli occhi? Rispose: Ve l'ho già detto e non avete ascoltato. Perché volete sentirlo ancora? Per caso, volete diventare suoi discepoli anche voi?
Allora lo insultarono e gli dissero: Tu si; tu sei un discepolo di lui! Noi siamo discepoli di Mosè. A Mosè ha parlato Dio, ne siamo sicuri; ma questo Gesù, non sappiamo da dove viene. Rispose l'uomo: Proprio questo è strano: voi non sapete da dove viene, ma intanto io non sono più cieco perché egli mi ha dato la vista! Non si è mai sentito, finora, che uno abbia dato la vista a un uomo nato cieco. Se lui non venisse da Dio non potrebbe farlo, perché Dio non ascolta i malvagi, ma ascolta chi lo rispetta e fa la sua volontà. Ma quelli replicarono: Tu sei tutto quanto nel peccato fin dalla nascita e vuoi insegnare a noi? E lo buttarono fuori.
I veri ciechi
Gesù incontrò quello che prima era cieco. Sapendo che l'avevano espulso dalla sinagoga gli disse: Tu credi nel Figlio dell'uomo? Quello rispose: Signore, dimmi chi è, perché io creda in lui! Gesù disse: È qui, davanti a te: è colui che ti parla. Quello si inginocchiò ai piedi di Gesù esclamando: Signore, io credo! Gesù disse: Io sono venuto per mettere il mondo di fronte a un giudizio; così quelli che non vedono vedranno, e quelli che vedono diventeranno ciechi. I farisei che erano con lui udirono queste parole e gli domandarono: «Per caso, siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose: «Se foste ciechi, non avreste colpa; invece dite: "Noi vediamo". Così il vostro peccato rimane».
La parabola del pastore
Gesù disse: «Io vi assicuro che se uno entra nel recinto delle pecore senza passare dalla porta, ma si arrampica da qualche altra parte, è un ladro e un bandito. Invece, chi entra dalla porta è il pastore. A lui il guardiano apre, e le pecore ascoltano la sua voce; egli le chiama per nome e le porta fuori. E dopo averle spinte fuori tutte, cammina davanti a loro. E le sue pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo, invece, non lo seguono, anzi fuggono da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse questa parabola, ma quelli che ascoltavano non capirono ciò che egli voleva dire.
Gesù è la porta
Gesù riprese a parlare. Disse: «Io sono la porta per le pecore. Ve l'assicuro. Tutti quelli che sono venuti prima di me sono ladri e banditi; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: chi entra attraverso me sarà salvo. Potrà entrare e uscire e trovare cibo. Il ladro viene soltanto per rubare, uccidere o distruggere. Io invece sono venuto perché abbiano la vita, una vita vera e completa.
Gesù è il pastore
«Io sono il buon pastore. Il buon pastore è pronto a dare la vita per le sue pecore. Un guardiano che è pagato, quando vede venire il lupo, lascia le pecore e scappa, perché le pecore non sono sue. Così il lupo le rapisce e le disperde. Questo accade perché il guardiano non è pastore: lavora solo per denaro e non gli importa delle pecore. «Io sono il buon pastore: io conosco le mie pecore ed esse conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre. E per queste pecore io do la vita. «Ho anche altre pecore, che non sono in questo recinto. Anche di quelle devo diventare pastore. Udranno la mia voce, e diventeranno un unico gregge con un solo pastore.
«Per questo il Padre mi ama, perché io offro la mia vita, e poi la riprendo. Nessuno me la toglie; sono io che la offro di mia volontà. Io ho il potere di offrirla e di riaverla: questo è il comando che il Padre mi ha dato». Sentendo queste parole di Gesù, la folla si divise di nuovo. Molti dicevano: «È pazzo, non ragiona. Perché state a sentirlo?». Altri invece dicevano: «Un pazzo non parla così. Uno spirito maligno non può dare la vista ai ciechi».
Gesù si dichiara il Figlio di Dio
Era inverno. A Gerusalemme, si celebrava la festa della riconsacrazione del tempio Gesù passeggiava nel portico di Salomone lungo il cortile del tempio. La folla degli Ebrei circondò Gesù e gli disse: Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Messia, dillo apertamente. Gesù rispose: Ve l'ho detto e voi non credete. Le opere che faccio per incarico del Padre mio testimoniano a mio favore. Ma voi non credete, perché non appartenete al mio gregge. Le mie pecore ascoltano la mia voce: io le conosco, ed esse mi seguono. E io gli do la vita eterna: esse non andranno mai in rovina. Nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti. Per questo, nessuno può strapparle dalle sue mani. Io e il Padre siamo una cosa sola. Quelli raccolsero di nuovo pietre per scagliarle addosso a Gesù. Allora egli disse: Vi ho fatto vedere da parte del Padre mio molte opere buone. Per quale di queste opere mi volete uccidere a colpi di pietra? La folla gli rispose: Non vogliamo ucciderti per un'opera buona, ma perché tu bestemmi. Infatti sei soltanto un uomo e pretendi di essere Dio. Gesù rispose: Nella vostra legge c'è scritto questo: Io vi ho detto che siete dèi.
La Bibbia dunque chiama dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, e la Bibbia non può essere annullata. Il Padre mi ha consacrato e mandato nel mondo; allora, perché mi accusate e mi dite che bestemmio se affermo di essere Figlio di Dio? Se non faccio le opere del Padre mio, continuate a non credere in me; se invece le faccio, e non volete credere in me, credete almeno a queste opere. Così vi accorgerete e saprete che il Padre è in me e io sono nel Padre. Allora cercarono di nuovo di catturarlo, ma Gesù sfuggì loro di mano e andò di nuovo dall'altra parte del fiume Giordano, dove prima c'era Giovanni che battezzava. Là, si fermò per qualche tempo, e molti andavano da lui. Dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun miracolo, ma tutto quello che ha detto su Gesù è vero». E da quelle parti molti credettero in lui.
La morte di Lazzaro
Lazzaro era il fratello di Maria, la donna che poi unse il Signore con olio profumato e gli asciugò i piedi con i suoi capelli. Essi abitavano a Betania insieme a Marta, loro sorella. Lazzaro si ammalò e le sorelle fecero avvisare Gesù: «Signore, il tuo amico è ammalato». Quando Gesù ebbe questa notizia disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma servirà a manifestare la gloriosa potenza di Dio e quella di suo Figlio». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella Maria e a Lazzaro. Quando sentì che Lazzaro era ammalato aspettò ancora due giorni, poi disse ai discepoli: Torniamo in Giudea. I discepoli replicarono: Maestro, poco fa in Giudea cercavano di ucciderti e tu ci vuoi tornare?
Gesù rispose: Non ci sono forse dodici ore nel giorno? se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce; se uno invece cammina di notte, inciampa, perché non ha la luce. Poi disse ancora: Il nostro amico Lazzaro si è addormentato, ma io vado a risvegliarlo. I discepoli gli dissero: Signore, se si è addormentato guarirà. Ma Gesù parlava della morte di Lazzaro; essi invece pensavano che parlasse del sonno. Allora Gesù disse chiaramente: Lazzaro è morto; sono contento per voi che non eravamo là, così crederete. Andiamo da lui! Tommaso, soprannominato Gemello, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi, a morire con lui!».
Gesù incontra Marta e Maria
Betania era un villaggio distante circa tre chilometri da Gerusalemme: quando vi giunse Gesù, Lazzaro era nella tomba da quattro giorni. Molta gente era andata a trovare Maria e Marta per confortarle dopo la morte del fratello. Quando Marta sentì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece rimase in casa. Marta disse a Gesù: Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva! E anche ora so che Dio ascolterà tutto quello che tu gli domandi. Gesù le disse: Tuo fratello risorgerà. Marta rispose: Sì, lo so; nell'ultimo giorno risorgerà anche lui. Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo? Marta gli disse: Signore, sì! Io credo che tu sei il Messia, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo.
Detto questo, Marta andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella: «Il Maestro è qui e ti chiama». Appena Maria lo seppe si alzò e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. La gente che era in casa a confortare Maria la vide uscire: pensarono che andava a piangere sulla tomba di Lazzaro e la seguirono. Maria giunse dove era Gesù, e lo vide. Allora si inginocchiò ai suoi piedi e disse: «Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva». Quando Gesù vide Maria che piangeva, e vide piangere anche quelli che erano venuti con lei, fu scosso dalla tristezza e dall'emozione.
Gesù risuscita Lazzaro
Gesù domandò: Dove l'avete sepolto? Risposero: Signore, vieni a vedere. Gesù si mise a piangere. Allora la gente disse: «Guarda come gli voleva bene!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva fare in modo che Lazzaro non morisse?». Allora Gesù ebbe un nuovo fremito di tristezza. Poi giunse alla tomba. Era scavata nella roccia e chiusa con una pietra. Gesù disse: Togliete la pietra! Marta, sorella del morto, osservò: Signore, da quattro giorni è lì dentro; ormai puzza! Gesù replicò: Non ti ho detto che se credi vedrai la gloriosa potenza di Dio? Allora spostarono la pietra. Gesù alzò lo sguardo al cielo e disse: «Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato. Lo sapevo che mi ascolti sempre. Ma ho parlato così per la gente che sta qui attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Subito dopo gridò con voce forte: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì con i piedi e le mani avvolti nelle bende e con il viso coperto da un lenzuolo. Gesù disse: «Liberatelo e lasciatelo andare».
Si decide la morte di Gesù
La gente che era venuta a trovare Maria vide quello che Gesù aveva compiuto. Molti di loro perciò credettero in lui. Alcuni invece andarono dai farisei e raccontarono quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il tribunale ebraico e dissero: Che cosa faremo, ora? Quest'uomo opera molti miracoli. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui. Allora verranno i Romani, e distruggeranno il tempio e la nostra nazione! Uno di loro era Caifa, sommo sacerdote in quell'anno. Egli disse: Voi non capite! Non vi rendete conto che è meglio per voi la morte di un solo uomo piuttosto che la rovina di tutta la nazione. Caifa non parlò così di sua iniziativa, ma perché era sommo sacerdote in quell'anno.
Come sommo sacerdote, fece una profezia: disse che Gesù sarebbe morto per la nazione, e non soltanto per la nazione, ma anche per unire i figli di Dio dispersi. Da quel giorno, dunque, decisero di far morire Gesù. Per questo, egli evitava di andare e venire pubblicamente per la Giudea, ma si ritirò nella regione vicina al deserto, nella città chiamata Efraim, e rimase lì con i suoi discepoli. Quando si avvicinò la Pasqua ebraica, molti dalle campagne salirono a Gerusalemme per purificarsi prima della festa. Là, cercavano Gesù, e stando nel tempio dicevano fra loro: «Che ne pensate? Verrà o non verrà alla festa?». Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano ordinato: «Chiunque conosce dove si trova Gesù lo faccia sapere!». Fecero questo perché volevano arrestarlo.
Maria versa profumo su Gesù
Sei giorni prima della Pasqua ebraica Gesù andò a Betania dove c'era Lazzaro, quello che egli aveva risuscitato dai morti. Li prepararono per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria prese un vaso di nardo purissimo, unguento profumato di grande valore, e lo versò sui piedi di Gesù; poi li asciugò con i suoi capelli, e il profumo si diffuse per tutta la casa. C'era anche Giuda Iscariota. Giuda disse: Si poteva vendere questo unguento per trecento monete d'argento, e poi distribuirle ai poveri!». Non lo disse perché si curava dei poveri, ma perché era ladro: teneva la cassa comune, e prendeva quello che c'era dentro. Gesù dunque disse: «Lasciatela in pace: ha fatto questo per il giorno della mia sepoltura. I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avrete me». Una gran folla venne a sapere che Gesù era a Betania, e ci andò: non solo per lui, ma anche per vedere Lazzaro che Gesù aveva risuscitato dai morti. Allora i capi dei sacerdoti decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti andavano a vederlo e credevano in Gesù.
Gesù entra in Gerusalemme
Il giorno seguente, c'era molta gente che si recava alla festa. Quando sentirono che Gesù stava per arrivare a Gerusalemme, presero rami di palma e gli andarono incontro. E gridavano: «Osanna! Gloria a Dio! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il re d'Israele!». Poi Gesù trovò un asinello e vi montò sopra, come sta scritto nella Bibbia: Non temere, Gerusalemme, città di Sion, perché il tuo re viene, seduto su un puledro d'asino. I suoi discepoli non pensarono subito a questa profezia, ma quando Gesù fu innalzato alla gloria, ricordarono che avevano fatto per lui proprio ciò che dice la Bibbia. La gente che era con Gesù quando aveva chiamato Lazzaro fuori del sepolcro e l'aveva risuscitato dai morti, lo raccontava a tutti. Anche per questa testimonianza tanti andavano incontro a Gesù: perché avevano sentito che aveva fatto quel segno miracoloso. Allora i farisei dissero tra loro: «Guardate! Non si ottiene niente: gli va dietro il mondo intero».
Gesù e i Greci
Fra quelli che erano andati a Gerusalemme per la festa c'erano alcuni Greci. Essi si avvicinarono a Filippo e gli dissero: «Signore, vogliamo conoscere Gesù». Filippo lo disse ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose: «L'ora è venuta. Il Figlio dell'uomo sta per essere innalzato alla gloria. Se il seme di frumento non finisce sottoterra e non muore, non porta frutto. Se muore, invece, porta molto frutto. Ve l'assicuro. Chi ama la propria vita la perderà. Chi è pronto a perdere la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io ci saranno anche quelli che mi servono. E chi serve me sarà onorato dal Padre».
Gesù parla della sua morte
Gesù disse ancora: «Sono profondamente turbato. Che devo fare? Dire al Padre: fammi evitare questa prova? Ma è proprio per quest'ora che sono venuto. Padre, glorifica il tuo nome!». Allora una voce disse dal cielo: «L'ho glorificato, e lo glorificherò ancora». La gente sentì e alcuni dissero: «È un tuono». Altri dicevano: «No, è un angelo che gli ha parlato». Gesù rispose: «Quella voce non era per me, ma per voi. Ora comincia il giudizio per questo mondo: ora il demonio, il capo di questo mondo, sta per essere buttato fuori. E quando sarò innalzato dalla terra, attirerò a me tutti gli uomini».
Gesù diceva: «Quando sarò innalzato» per far capire che sarebbe morto su una croce. La folla replicò: La Bibbia dice che il Messia vivrà per sempre. Come mai ora dici che il Figlio dell'uomo dev'essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo? Gesù rispose: Ancora per poco la luce è fra voi. Camminate finché avete la luce, prima che il buio vi sorprenda. Chi cammina al buio non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce! Così sarete veramente figli della luce. Detto questo, se ne andò senza farsi notare.
Gesù e gli uomini del suo tempo
Ormai Gesù aveva fatto tanti segni miracolosi davanti al popolo, eppure non credevano in lui. Così si compivano le parole della Bibbia dette dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alle nostre parole? A chi si è rivelata la forza del Signore? Perciò non potevano credere, come ha detto lo stesso profeta: Dio ha reso ciechi i loro occhi e ha reso duro il loro cuore. Così non vedono coi loro occhi, non capiscono con il loro cuore e non cambiano vita per essere guariti. Isaia disse queste cose perché già conosceva la gloria di Gesù. Era di lui che parlava. Comunque, molti credettero in Gesù, anche fra i capi. Ma non lo dichiaravano davanti ai farisei per non essere espulsi dalla loro comunità. Per loro era più importante essere rispettati dagli uomini che essere apprezzati da Dio. Allora Gesù esclamò: «Chi crede in me, in realtà crede nel Padre che mi ha mandato; chi vede me, vede il Padre che mi ha mandato.
«Io sono venuto nel mondo come luce, perché chi crede in me non rimanga nelle tenebre. Chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica, io non lo condanno. Infatti non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo. Chi mi respinge e rifiuta le mie parole ha già un giudice: a condannarlo, nell'ultimo giorno, sarà proprio la parola che io ho annunziato. «Io non parlo di mia iniziativa: il Padre che mi ha mandato, mi ha comandato quello che devo dire. Io so che l'incarico che ho ricevuto porta la vita eterna. Tutto quello che dico, lo dico come il Padre l'ha detto a me».
Gesù lava i piedi ai suoi discepoli
Era ormai vicina la festa ebraica della Pasqua. Gesù sapeva che era venuto per lui il momento di lasciare questo mondo e tornare al Padre. Egli aveva sempre amato i suoi discepoli che erano nel mondo, e li amò sino alla fine. All'ora della cena, il diavolo aveva già convinto Giuda a tradire Gesù. Gesù sapeva di aver avuto dal Padre ogni potere; sapeva pure che era venuto da Dio e che a Dio ritornava. Allora si alzò da tavola, si tolse la veste e si legò un asciugamano intorno ai fianchi, versò l'acqua in un catino, e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli. Poi li asciugava con il panno che aveva intorno ai fianchi.
Quando arrivò il suo turno, Simon Pietro gli disse: Signore, tu vuoi lavare i piedi a me? Gesù rispose: Ora tu non capisci quello che io faccio; lo capirai dopo. Pietro replicò: No, tu non mi laverai mai i piedi! Gesù ribatté: Se io non ti lavo, tu non sarai veramente unito a me. Simon Pietro gli disse: Signore, non lavarmi soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo. Gesù rispose: Chi è già lavato non ha bisogno di lavarsi altro che i piedi. È completamente puro. Anche voi siete puri, ma non tutti. Infatti, sapeva già chi lo avrebbe tradito. Per questo disse: «Non tutti siete puri».
Gesù terminò di lavare i piedi ai discepoli, riprese la sua veste e si mise di nuovo a tavola. Poi disse: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate Maestro e Signore, e fate bene perché lo sono. Dunque, se io, Signore e Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Io vi ho dato un esempio perché facciate come io ho fatto a voi. Certamente un servo non è più importante del suo padrone e un ambasciatore non è più grande di chi lo ha mandato. Ora sapete queste cose; ma sarete beati quando le metterete in pratica. Io non parlo per tutti voi: conosco gli uomini che ho scelto. Infatti devono realizzarsi queste parole della Bibbia: Colui che mangia il mio pane si è ribellato contro di me. Ve lo dico ora, prima che accada; così, quando accadrà, voi crederete che IO SONO. Io vi assicuro questo: chi accoglie uno che è mandato da me accoglie me; e chi accoglie me accoglie il Padre che mi ha mandato».
Gesù e il traditore
Gesù parlò così, ed era molto turbato. Poi disse: «Io vi assicuro che uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, perché non capivano di chi parlava. Uno di loro, il discepolo prediletto di Gesù, era vicino a lui a tavola. Simon Pietro gli fece un cenno come per dire: «Chiedigli di chi sta parlando». Il discepolo si voltò verso Gesù e appoggiandosi sul suo petto gli domandò: Chi è, Signore? Gesù rispose: È quello al quale darò un pezzo di pane inzuppato. Poi prese un boccone di pane, lo intinse nel piatto e lo dette a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Appena Giuda ebbe preso quel pezzo di pane, Satana entrò in lui. Allora Gesù gli disse: «Quello che devi fare, fallo presto». Nessuno di quelli che erano a tavola capì perché Gesù gli aveva parlato a quel modo. Siccome Giuda teneva la cassa comune, alcuni pensarono: «Gli ha detto di comprare il necessario per la festa». Altri dicevano: «Vuole che dia qualcosa ai poveri». Giuda dunque prese il pane e poi uscì subito. Era notte.
Il comandamento nuovo
Uscito Giuda, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo riceve gloria da Dio, e anche la gloria di Dio si manifesta per mezzo del Figlio. Se il Figlio dell'uomo agisce in modo da manifestare la gloria di Dio, presto anche Dio darà la sua gloria al Figlio. «Figli miei, per poco tempo sono ancora con voi. Voi mi cercherete, ma ora dico anche a voi quello che ho già detto ai capi ebrei: dove io vado, voi non potete venire. Io vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Amatevi come io vi ho amato! Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se vi amate gli uni gli altri».
Gesù predice che Pietro lo rinnegherà
Simon Pietro disse a Gesù: Dove vai, Signore? Gesù rispose: Dove vado io, tu non puoi venire, per ora; ma mi seguirai dopo. Pietro replicò: Signore, perché non posso seguirti ora? Sono pronto a morire per te! Gesù rispose: Tu sei pronto a morire per me? Ti dico io quello che farai: prima dell'alba, prima che il gallo canti, tu per tre volte dirai che non mi conosci.
Gesù è la via che conduce al Padre
Gesù disse ancora ai suoi discepoli: «Non siate tristi: abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio c'è molto posto. Altrimenti ve lo avrei detto. Io vado a prepararvi un posto. E se vado e ve lo preparo, tornerò e vi prenderò con me. Così anche voi sarete dove io sono. Voi sapete dove io vado e sapete anche la strada». Tommaso ribatté: Signore, ma noi non sappiamo dove vai; come facciamo a sapere la strada? Gesù gli disse: Io sono la via, io sono la verità e la vita. Solo per mezzo di me si va al Padre. Se mi conoscete, conoscerete anche il Padre, anzi, già lo conoscete e lo avete veduto.
Filippo gli chiese: Signore, mostraci il Padre: questo ci basta. Gesù rispose: Filippo, sono stato con voi per tanto tempo e non mi conosci ancora? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: mostraci il Padre? Dunque non credi che io vivo nel Padre e il Padre vive in me? Quel che dico non viene da me; il Padre abita in me, ed è lui che agisce. Abbiate fede in me perché io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credete almeno per le opere che vedete. Ve lo assicuro: chi ha fede in me farà anche lui le opere che faccio io, e ne farà di più grandi, perché io ritorno al Padre. E tutto quel che domanderete nel mio nome, io lo farò, perché la gloria del Padre sia manifestata nel Figlio. Se mi chiederete qualcosa nel mio nome, io lo farò.
Gesù promette lo Spirito Santo
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro difensore che starà sempre con voi, lo Spirito della verità. Il mondo non lo vede e non lo conosce, perciò non può riceverlo. Voi lo conoscete, perché è con voi e sarà con voi sempre. Non vi lascerò orfani, tornerò da voi. Fra poco il mondo non mi vedrà più, ma voi mi vedrete, perché io ho la vita e anche voi vivrete. In quel giorno conoscerete che io vivo unito al Padre, e voi siete uniti a me e io a voi. Chi mi ama veramente, conosce i miei comandamenti e li mette in pratica. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio; anch'io l'amerò e mi farò conoscere a lui. Giuda gli disse: Signore, perché vuoi farti conoscere a noi e non al mondo? Gesù rispose: Se uno mi ama, metterà in pratica la mia parola, e il Padre mio lo amerà. Io verrò da lui con il Padre mio e abiteremo con lui. Chi non mi ama non mette in pratica quello che dico. È la parola che voi udite non viene da me ma dal Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono con voi. Ma il Padre vi manderà nel mio nome un difensore: lo Spirito Santo. Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quel che ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. La pace che io vi do non è come quella del mondo: non vi preoccupate, non abbiate paura. Avete sentito quel che vi ho detto prima: Me ne vado, ma poi tornerò da voi. Se mi amate, dovreste rallegrarvi che io vada dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Tutto questo ve l'ho detto prima, perché quando accadrà abbiate fede in me. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene Satana, il dominatore di questo mondo. Egli non ha potere su di me, ma il mondo deve capire che io amo il Padre e che faccio esattamente come mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via!
Gesù è la vera vite
Gesù disse ancora: «Io sono la vera vite. Il Padre mio è il contadino. Ogni ramo che è in me e non dà frutto, egli lo taglia e getta via, e i rami che danno frutto, li libera da tutto ciò che impedisce frutti più abbondanti. Voi siete già liberati grazie alla parola che vi ho annunziato. Rimanete uniti a me, e io rimarrò unito a voi. Come il tralcio non può dar frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure voi potete dar frutto, se non rimanete uniti a me. «Io sono la vite. Voi siete i tralci. Se uno rimane unito a me e io a lui, egli produce molto frutto; senza di me non potete far nulla.
«Se uno non rimane unito a me, è gettato via come i tralci che diventano secchi e che la gente raccoglie per bruciare. Se rimanete uniti a me, e le mie parole sono radicate in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. La gloria del Padre mio risplende quando portate molto frutto e diventate miei discepoli. «Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi: rimanete nel mio amore! Se metterete in pratica i miei comandamenti, sarete radicati nel mio amore; allo stesso modo io ho messo in pratica i comandamenti del Padre mio e sono radicato nel suo amore. «Vi ho detto questo, perché la mia gioia sia anche vostra, e la vostra gioia sia perfetta.
Il comandamento dell'amore
«Il mio comandamento è questo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: morire per i propri amici. Voi siete miei amici se fate quel che io vi comando. Io non vi chiamo più schiavi, perché lo schiavo non sa che cosa fa il suo padrone. Vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto sapere tutto quel che ho udito dal Padre mio. «Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati a portare molto frutto, un frutto duraturo. Allora il Padre vi darà tutto quel che chiederete nel nome mio. Questo io vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Gesù predice ai discepoli odio e persecuzioni
«Se il mondo vi odia, pensate che prima di voi ha odiato me. Se voi apparteneste al mondo, il mondo vi amerebbe come suoi. Invece voi non appartenete al mondo, perché io vi ho scelti e vi ho strappati al potere del mondo. Perciò il mondo vi odia. Ricordate quel che vi ho detto: un servo non è più importante del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno messo in pratica la mia parola, metteranno in pratica anche la vostra. Vi tratteranno così per causa mia, perché non conoscono il Padre che mi ha mandato. Se io non fossi venuto in mezzo a loro a insegnare, non avrebbero colpa. Ora invece non hanno nessuna scusa per il loro peccato. Chi odia me odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro ha fatto, non avrebbero colpa. Invece le hanno vedute, eppure hanno odiato me e il Padre mio. Così si realizza quello che sta scritto nella loro legge: Mi hanno odiato senza motivo.
«Quando verrà il difensore che io vi manderò da parte del Padre mio, lo Spirito della verità che proviene dal Padre, egli sarà il mio testimone, e anche voi lo sarete, perché siete stati con me dal principio. «Vi ho detto questo perché ciò che vi capiterà non turbi la vostra fede. Sarete espulsi dalle sinagoghe; anzi verrà un momento in cui vi uccideranno pensando di fare cosa grata a Dio. Faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io ve l'ho detto perché, quando verrà il momento dei persecutori, vi ricordiate che io ve ne avevo parlato. Non ne ho parlato fin dal principio, perché ero con voi.
Lo spirito e il mondo
«Adesso io ritorno al Padre che mi mandò fra gli uomini, e nessuno di voi mi chiede dove vado. Però siete tristi perché vi ho detto queste cose. Ma io vi assicuro che per voi è meglio, se io me ne vado. Perché se non me ne vado non verrà da voi lo Spirito che vi difende. Invece, se me ne vado ve lo manderò. Egli verrà e mostrerà di fronte al mondo cosa significa peccato, giustizia e giudizio. Il peccato del mondo è questo: che non hanno creduto in me. La giustizia sta dalla mia parte, perché torno al Padre e non mi vedrete più.
Il giudizio consiste in questo: che Satana, il dominatore di questo mondo, è già stato giudicato. «Ho ancora molte cose da dirvi, ma ora sarebbe troppo per voi; quando però verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà verso tutta la verità. Non vi dirà cose sue, ma quelle che avrà udito, e vi parlerà delle cose che verranno. Nelle sue parole si manifesterà la mia gloria, perché riprenderà quel che io ho insegnato, e ve lo farà capire meglio. Tutto quel che ha il Padre è mio. Per questo ho detto: lo Spirito riprenderà quel che io ho insegnato, e ve lo farà capire meglio.
La tristezza diventerà gioia
«Fra poco non mi vedrete più; poi, dopo un po', mi rivedrete». Alcuni dei discepoli commentarono tra di loro: «Che cosa significa: fra poco non mi vedrete, ma poi, dopo un po' mi rivedrete? E che cosa vuol dire: ritorno al Padre?». Dicevano anche: «Che cosa vuol dire: fra poco? Non riusciamo a capire». Gesù comprese che volevano domandargli spiegazioni e disse: «Discutete fra di voi perché ho detto: fra poco non mi vedrete, ma poi, dopo un po', mi rivedrete? Ebbene, io vi assicuro che voi piangerete e vi lamenterete, il mondo invece farà festa. Voi vi rattristerete, ma poi la vostra tristezza diventerà gioia.
«Una donna che deve partorire, quando viene il suo momento, soffre molto. Ma quando il bambino è nato, dimentica le sue sofferenze per la gioia che è venuta al mondo una creatura. Anche voi ora siete tristi, ma io vi rivedrò, e voi vi rallegrerete, e nessuno vi toglierà la vostra gioia. Quando quel giorno verrà, non mi farete più nessuna domanda. «Io vi assicuro che il Padre vi darà tutto quel che gli domanderete nel mio nome. Fino a ora, non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e riceverete, così la vostra gioia sarà perfetta.
Una fede chiara e coraggiosa
«Finora ho parlato per mezzo di esempi. Ma verrà il momento che lascerò da parte gli esempi e vi parlerò del Padre con parole chiare. Allora potrete pregare nel mio nome e non ci sarà bisogno che io preghi il Padre per voi: il Padre stesso, infatti, vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che provengo dal Padre. Ero col Padre e di là son venuto nel mondo. Ora lascio il mondo, e torno al Padre». I discepoli gli dissero: Sì, ora parli con chiarezza e non ti servi più di esempi. Ora siamo sicuri che tu sai ogni cosa, e non hai bisogno che qualcuno ti faccia domande. Perciò crediamo che tu provieni da Dio. Gesù rispose: Adesso credete? Viene il momento, anzi è già venuto, che sarete dispersi, ciascuno per conto suo, e mi lascerete solo. Ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto tutto questo perché troviate in me la pace. Nel mondo avrete dolori; coraggio, però! Io ho vinto il mondo.
Gesù e il Padre
Dopo aver detto queste parole Gesù guardò in alto verso il cielo e disse: «Padre, l'ora è venuta. Manifesta la gloria del Figlio, perché il Figlio manifesti la tua gloria. Tu gli hai dato potere sopra tutti gli uomini, perché tutti quelli che gli hai affidato ricevano vita eterna. La vita eterna è questo: conoscere te, l'unico vero Dio, e conoscere colui che tu hai mandato, Gesù. «Io ho manifestato la tua gloria sulla terra, portando a termine l'opera che mi avevi affidato. «Innalzami, ora, accanto a te, dammi la gloria che avevo accanto a te, prima che il mondo esistesse.
Gesù e i discepoli
«Tu mi hai affidato alcuni uomini scelti da questo mondo: erano tuoi, e tu li hai affidati a me. Io ho rivelato chi sei, ed essi hanno messo in pratica la tua parola. Ora sanno che tutto ciò che mi hai dato viene da te. Anche le parole che tu mi hai dato, io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e hanno riconosciuto, senza esitare, che io provengo da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato. «Io prego per loro. Non prego per il mondo, ma per quelli che mi hai affidato, perché ti appartengono. Tutto ciò che è mio appartiene a te, e ciò che è tuo appartiene a me, e la mia gloria si manifesta in loro. Io non sono più nel mondo, loro invece sì. Io ritorno a te.
Padre santo, conserva uniti a te quelli che mi hai affidati, perché siano una cosa sola come noi. «Quando ero con loro, io li proteggevo. Per questo tu me li hai dati. Io li ho protetti, e nessuno di loro si è perduto, tranne quello che doveva perdersi, realizzando ciò che la Bibbia aveva predetto. Ma ora io ritorno verso di te, e dico queste cose mentre sono ancora sulla terra, perché essi abbiano tutta la mia gioia. «Io ho dato loro la tua parola. Perciò essi non appartengono più al mondo, come io non appartengo al mondo. E il mondo li odia. Io non ti prego di toglierli dal mondo, ma di proteggerli dal Maligno. Essi non appartengono al mondo, come io non appartengo al mondo. Fa' che appartengano a te mediante la verità: la tua parola è verità. Tu mi hai mandato nel mondo: così anch'io li ho mandati nel mondo. E io offro me stesso in sacrificio per loro, perché anch'essi siano veramente consacrati a te.
Gesù e i futuri credenti
«Io non prego soltanto per questi miei discepoli, ma prego anche per altri, per quelli che crederanno in me dopo aver ascoltato la loro parola. Fa' che siano tutti una cosa sola: come tu, Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato. «Io ho dato ad essi la stessa gloria che tu avevi dato a me, perché anch'essi siano una cosa sola come noi: io unito a loro e tu unito a me. Così potranno essere perfetti nell'unità, e il mondo potrà capire che tu mi hai mandato, e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che dove sono io siano anche quelli che tu mi hai dato, perché vedano la gloria che tu mi hai dato: infatti tu mi hai amato ancora prima della creazione del mondo. «Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto ed essi sanno che tu mi hai mandato. Io ti ho fatto conoscere a loro e ti farò conoscere ancora; così l'amore che hai per me sarà in loro, e anch'io sarò in loro».
L'arresto di Gesù
Dopo queste parole, Gesù usci con i suoi discepoli e andò oltre il torrente Cèdron dove c'era un giardino. Entrò lì con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché spesso Gesù vi aveva riunito i suoi discepoli. Giuda intanto era andato a cercare i soldati e le guardie messe a disposizione dai capi dei sacerdoti e dai farisei; quando arrivarono sul posto, erano armati e provvisti di fiaccole e lanterne. Gesù sapeva tutto quello che stava per accadergli. Perciò si fece avanti e disse: Chi cercate? Risposero: Gesù di Nazaret! Egli dichiarò: Sono io! Con le guardie c'era anche Giuda, il traditore.
Appena Gesù disse: «Sono io», quelli fecero un passo indietro e caddero per terra. Gesù domandò una seconda volta: Chi cercate? Quelli dissero: Gesù di Nazaret! Gesù rispose: Vi ho detto che sono io! Se cercate me, lasciate che gli altri se ne vadano. Con queste parole Gesù realizzava quel che aveva detto prima: «Nessuno di quelli che mi hai dato si è perduto». Simon Pietro aveva una spada: la prese, colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Allora Gesù disse a Pietro: «Metti via la tua spada! Bisogna che io beva il calice di dolore che il Padre mi ha preparato».
Gesù davanti al sommo sacerdote Anna
I soldati con il loro comandante, e le guardie delle autorità ebraiche, presero Gesù e lo legarono. Poi lo portarono dal sacerdote Anna, suocero di Caifa. Caifa era il sommo sacerdote in quell'anno. Era stato lui a dire: «È meglio che un solo uomo muoia per tutto il popolo».
Pietro nega di conoscere Gesù
Simon Pietro, con un altro discepolo, seguiva Gesù. Quell'altro discepolo conosceva il sommo sacerdote, perciò riuscì a entrare insieme con Gesù nel cortile del palazzo. Pietro invece rimase fuori vicino alla porta. Allora l'altro discepolo, che conosceva il sommo sacerdote, uscì e parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. La portinaia disse a Pietro: Sei anche tu un discepolo di quell'uomo? Ma Pietro disse: -No, non lo sono. I servi e le guardie avevano acceso un fuoco di carbone e si scaldavano, perché faceva freddo. Anche Pietro stava insieme con loro vicino al fuoco.
Il sacerdote Anna interroga Gesù
Intanto il sommo sacerdote cominciò a far domande a Gesù sui suoi discepoli e sul suo insegnamento. Ma Gesù rispose: «Io ho parlato chiaramente al mondo. Ho sempre insegnato nelle sinagoghe e nel tempio; non ho mai parlato di nascosto, ma sempre in pubblico, in mezzo alla gente. Quindi, perché mi fai queste domande? Domanda a quelli che mi hanno ascoltato: essi sanno quel che ho detto». Così parlò Gesù. Allora uno dei presenti gli diede uno schiaffo e disse: Così rispondi al sommo sacerdote? Gesù replicò: Se ho detto qualcosa di male, dimostralo; ma se ho detto la verità, perché mi dai uno schiaffo? Allora Anna lo mandò, legato com'era, dal sommo sacerdote Caifa.
Pietro nega ancora di conoscere Gesù
Intanto Simon Pietro era rimasto a scaldarsi. Qualcuno gli disse: Mi sembra che tu sei uno dei suoi discepoli. Ma Pietro negò e disse: Non sono uno di quelli. Fra i servi del sommo sacerdote c'era un parente di quello che aveva avuto l'orecchio tagliato da Pietro. Gli disse: Ma io ti ho visto nel giardino, con Gesù! Ancora una volta Pietro disse che non era vero, e subito un gallo cantò.
Gesù e Pilato
Poi portarono Gesù dal palazzo di Caifa a quello del governatore romano. Era l'alba. Quelli che lo accompagnavano non entrarono: per poter celebrare la festa di Pasqua non dovevano avere contatti con gente non ebrea. Pilato uscì incontro a loro e disse: Quale accusa portate contro quest'uomo? Gli risposero: Se non era un malfattore, non te lo portavamo qui! Pilato replicò: Portatelo via e giudicatelo voi come la vostra legge prescrive. Ma le autorità ebraiche obiettarono: Noi non abbiamo l'autorizzazione a condannare a morte. Così si realizzava quello che Gesù aveva detto quando fece capire come sarebbe morto. Poi Pilato rientrò nel palazzo, chiamò Gesù e gli chiese: Sei tu, il re dei Giudei? Gesù rispose: Hai pensato tu questa domanda, o qualcuno ti ha detto questo di me? Pilato rispose: Non sono ebreo, io. Il tuo popolo e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me: che cos'hai fatto?
Gesù rispose: Il mio regno non appartiene a questo mondo. Se il mio regno appartenesse a questo mondo, i miei servi avrebbero combattuto per non farmi arrestare dalle autorità ebraiche. Ma il mio regno non appartiene a questo mondo. Pilato gli disse di nuovo: Insomma, sei un re, tu? Gesù rispose: Tu dici che io sono re. Io sono nato e venuto nel mondo per essere un testimone della verità. Chi appartiene alla verità ascolta la mia voce. Pilato disse a Gesù: Ma cos'è la verità?
Gesù è condannato a morte
Pilato uscì di nuovo e si rivolse agli Ebrei: Io penso che quest'uomo non abbia fatto nulla di male. Voi però avete l'abitudine che a Pasqua si metta in libertà un condannato. Volete che io vi liberi il re dei Giudei? Ma quelli si misero di nuovo a gridare e a dire: No, non lui, vogliamo Barabba!
Gesù viene frustato
Allora Pilato prese Gesù e lo fece frustare. I soldati intrecciarono una corona di rami spinosi, gliela misero in testa e gli gettarono sulle spalle un mantello rosso. Poi si avvicinavano a lui e dicevano: «Ti saluto, re dei Giudei!» e gli davano schiaffi. Pilato uscì un'altra volta dal palazzo e disse: Ora ve lo porto qui fuori, perché sappiate che io non trovo nessun motivo per condannarlo. Gesù venne fuori, con la corona di spine e il mantello rosso. Pilato disse: Ecco l'uomo. I capi dei sacerdoti e le guardie lo videro e cominciarono a gridare: Crocifiggilo! Mettilo in croce! Pilato allora disse: Prendetelo e mettetelo voi in croce. Per me, non ha fatto nulla di male. I capi ebrei risposero: Noi abbiamo la nostra legge: secondo la legge dev'essere condannato a morte, perché ha detto di essere il Figlio di Dio. Sentendo queste parole, Pilato si spaventò. Entrò di nuovo nel palazzo e disse a Gesù: Di dove vieni? ma Gesù non rispose.
Allora Pilato gli disse: Non dici nulla? Non sai che io ho il potere di liberarti e il potere di farti crocifiggere? Gesù replicò: Non avresti nessun potere su di me se non ti fosse dato da Dio. Perciò chi mi ha messo nelle tue mani è più colpevole di te. Pilato allora cercò in tutti i modi di mettere Gesù in libertà. Ma i suoi accusatori gridavano: Se liberi quest'uomo, non sei fedele all'imperatore! Chi si proclama re è nemico dell'imperatore. Quando Pilato udì queste parole, fece condurre fuori Gesù. Poi si mise seduto su una tribuna nel luogo chiamato "Lastricato". Era la vigilia della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse alla folla: Ecco il vostro re! Ma quelli gridarono: A morte! A morte! Crocifiggilo! Pilato disse: Devo far morire in croce il vostro re? I capi dei sacerdoti risposero: Il nostro re è uno solo: l'imperatore. Allora Pilato lasciò Gesù nelle loro mani perché fosse crocifisso.
Gesù viene crocifisso
Allora le guardie presero Gesù e lo fecero andare fuori della città costringendolo a portare la croce sulle spalle; giunsero al posto chiamato "Cranio", che in ebraico si dice "Golgota"; e lo inchiodarono alla croce. Con lui crocifissero altri due, uno da una parte e uno dall'altra. Gesù era in mezzo. Pilato scrisse il cartello e lo fece mettere sulla croce. C'era scritto: «Gesù di Nazaret, il re dei Giudei». Molti lessero il cartello, perché il posto dove avevano crocifisso Gesù era vicino a Gerusalemme, e il cartello era scritto in tre lingue: in ebraico, in latino e in greco. perciò i capi dei sacerdoti dissero a Pilato: Non scrivere: Il re dei Giudei; scrivi che lui ha detto: Io sono il re dei Giudei. Ma Pilato rispose: Basta; quello che ho scritto, ho scritto.
I soldati che avevano crocifisso Gesù presero i suoi vestiti e ne fecero quattro parti, una per ciascuno. Poi presero la sua tunica, che era tessuta d'un pezzo solo da cima a fondo e dissero: «Non dividiamola! Tiriamo a sorte a chi tocca». Così si realizzò la parola della Bibbia che dice: Si divisero i miei vestiti e tirarono a sorte la mia tunica. Mentre i soldati si occupavano di questo, accanto alla croce stavano alcune donne: la madre di Gesù, sua sorella, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù vide sua madre e accanto a lei il discepolo preferito. Allora disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». Da quel momento il discepolo la prese in casa sua.
La morte di Gesù
A questo punto Gesù, sapendo che tutto era compiuto, disse: «Ho sete». Così realizzò una profezia della Bibbia. C'era lì un'anfora piena di aceto: bagnarono una spugna, la misero in cima a un ramo di issopo e l'accostarono alla sua bocca. Gesù prese l'aceto e poi disse: «È compiuto». Abbassò il capo e morì. Era la vigilia della festa: le autorità ebraiche non volevano che i corpi rimanessero in croce durante il giorno festivo, perché la Pasqua era una festa grande. Perciò chiesero a Pilato di far spezzare le gambe ai condannati e far togliere di lì loro cadaveri. I soldati andarono a spezzare le gambe ai due che erano stati crocifissi insieme a Gesù. Poi si avvicinarono a Gesù e videro che era già morto. Allora non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con la lancia. Subito dalla ferita usci sangue con acqua. Colui che ha visto ne è testimone, e la sua testimonianza è vera. Egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Così si avverò la parola della Bibbia che dice: Le sue ossa non saranno spezzate, e: Guarderanno colui che hanno trafitto.
Gesù è sepolto
Giuseppe d'Arimatea era stato discepolo di Gesù, ma di nascosto, per paura delle autorità. Egli chiese a Pilato il permesso di prendere il corpo di Gesù. Pilato diede il permesso. Allora Giuseppe andò a prendere il corpo di Gesù. Arrivò anche Nicodemo, quello che prima era andato a trovare Gesù di notte; portava con sé un'anfora pesantissima, piena di profumo: mirra con aloe. Presero dunque il corpo di Gesù e lo avvolsero nelle bende con i profumi, come fanno gli Ebrei quando seppelliscono i morti. Nel luogo dove avevano crocifisso Gesù c'era un giardino, e nel giardino c'era una tomba nuova dove nessuno era mai stato sepolto. Siccome era la vigilia della festa ebraica, misero lì il corpo di Gesù, perché la tomba era vicina.
Gesù è risorto
Il primo giorno della settimana, la mattina presto, Maria di Magdala va verso la tomba, mentre è ancora buio, e vede che la pietra è stata tolta dall'ingresso. Allora corre da Simon Pietro e dall'altro discepolo, il prediletto di Gesù, e dice: «Hanno portato via il Signore dalla tomba e non sappiamo dove l'hanno messo!». Allora Pietro e l'altro discepolo uscirono e andarono verso la tomba. Andavano tutti e due di corsa, ma l'altro discepolo corse più in fretta di Pietro e arrivò alla tomba per primo. Si chinò a guardare le bende che erano in terra, ma non entrò. Pietro lo seguiva. Arrivò anche lui e entrò nella tomba: guardò le bende in terra e il lenzuolo che prima copriva la testa. Questo non era in terra con le bende, ma stava da una parte, piegato. Poi entrò anche l'altro discepolo che era arrivato per primo, vide e credette. Non avevano capito quello che dice la Bibbia, cioè che Gesù doveva risorgere dai morti. Così Pietro e l'altro discepolo tornarono a casa.
Maria Maddalena vede Gesù
Maria era rimasta a piangere vicino alla tomba. A un tratto, chinandosi verso il sepolcro, vide due angeli vestiti di bianco. Stavano seduti dove prima c'era il corpo di Gesù, uno dalla parte della testa e uno dalla parte dei piedi. Gli angeli le dissero: Donna, perché piangi? Maria rispose: Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno messo. Mentre parlava si voltò e vide Gesù in piedi, ma non sapeva che era lui. Gesù le disse: Perché piangi? Chi cerchi? Maria pensò che era il giardiniere e gli disse: Signore, se tu l'hai portato via dimmi dove l'hai messo, e io andrò a prenderlo. Gesù le disse: Maria! Lei subito si voltò e gli disse: Rabbunì! Gesù le disse: Lasciami, perché io non sono ancora tornato al Padre. Va' e di' ai miei fratelli che io torno al Padre mio e vostro, al Dio mio e vostro. Allora Maria di Magdala andò dai discepoli e disse: «Ho visto il Signore!». Poi riferì tutto quel che Gesù le aveva detto.
Gesù appare ai suoi discepoli
La sera di quello stesso giorno, il primo della settimana, i discepoli se ne stavano con le porte chiuse per paura dei capi ebrei. Gesù venne, si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò dicendo: «La pace sia con voi». Poi mostrò ai discepoli le mani e il fianco, ed essi si rallegrarono di vedere il Signore. Gesù disse di nuovo: «La pace sia con voi. Come il Padre ha mandato me, così io mando voi». Poi soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non saranno perdonati».
Gesù e Tommaso
Uno dei dodici discepoli, Tommaso, detto Gemello, non era con loro quando Gesù era venuto. Gli altri discepoli gli dissero: Abbiamo veduto il Signore. Tommaso replicò: Se non vedo il segno dei chiodi nelle sue mani, se non tocco col dito il segno dei chiodi e se non tocco con mano il suo fianco, io non crederò. Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo lì, e c'era anche Tommaso con loro. Le porte erano chiuse. Gesù venne, si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò: «La pace sia con voi». Poi disse a Tommaso: Metti qui il dito e guarda le mani; accosta la mano e tocca il mio fianco. Non essere incredulo, ma credente! Tommaso gli rispose: Mio Signore e mio Dio! Gesù gli disse: Tu hai creduto perché hai visto; beati quelli che hanno creduto senza aver visto!
Gesù e i discepoli in Galilea
In seguito Gesù si fece vedere di nuovo ai discepoli in riva al lago di Tiberiade. Ed ecco come avvenne: Simon Pietro, Tommaso detto Gemello, Natanaèle, i figli di Zebedeo e altri due discepoli di Gesù erano insieme. Simon Pietro disse: Io vado a pescare. Gli altri risposero: Veniamo anche noi. Uscirono e salirono sulla barca. Ma quella notte non presero nulla. Era già mattina, quando Gesù si presentò sulla spiaggia, ma i discepoli non sapevano che era lui. Allora Gesù disse: Ragazzi, avete qualcosa da mangiare? Gli risposero: No. Allora Gesù disse: Gettate la rete dal lato destro della barca, e troverete pesce. I discepoli calarono la rete. Quando cercarono di tirarla su non ci riuscivano per la gran quantità di pesci che conteneva. Allora il discepolo prediletto di Gesù disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro udì che era il Signore. Allora si legò la tunica intorno ai fianchi e si gettò in mare.
Gli altri discepoli invece accostarono a riva con la barca, trascinando la rete con i pesci, perché erano lontani da terra un centinaio di metri. Quando scesero dalla barca, videro un focherello di carboni con sopra alcuni pesci. C'era anche pane. Gesù disse loro: «Portate qui un po' di quel pesce che avete preso ora». Simon Pietro salì sulla barca e trascinò a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. Erano molto grossi, ma la rete non s'era strappata. Gesù disse loro: «Venite a far colazione». Ma nessuno dei discepoli aveva il coraggio di domandargli: «Chi sei?». Avevano capito che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo distribuì; poi distribuì anche il pesce. Era la terza volta che Gesù si faceva vedere ai discepoli da quando era tornato dalla morte alla vita.
Gesù e Pietro
Dopo mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di questi altri? Simone disse: Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene. Gesù replicò: Abbi cura dei miei agnelli! Poi gli disse una seconda volta: Simone, figlio di Giovanni, mi ami davvero? Simone gli disse: Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene. Gesù replicò: Abbi cura delle mie pecore. Una terza volta Gesù disse: Simone figlio di Giovanni, mi ami davvero? Pietro fu addolorato che Gesù gli dicesse per la terza volta «mi ami tu?». Rispose: Signore, tu sai tutto. Tu sai che io ti amo. Gesù gli disse: Abbi cura delle mie pecore. Quand'eri più giovane, ti mettevi da solo la cintura e andavi dove volevi; ma io ti assicuro che quando sarai vecchio, tu stenderai le braccia, e un altro ti legherà la cintura e ti porterà dove tu non vuoi. Gesù parlò così per far capire come Pietro sarebbe morto dando gloria a Dio.
Poi disse ancora a Pietro: Seguimi! Pietro si voltò e vide il discepolo prediletto di Gesù, quello che nella cena si era appoggiato a Gesù e gli aveva chiesto chi fosse il traditore. Pietro dunque lo vide e disse a Gesù: Signore, che cosa sarà di lui? Gesù gli disse: Se voglio che lui viva fino al mio ritorno, che t'importa? Tu, seguimi! Per questo, tra quelli che credevano, si diffuse la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Però Gesù non aveva detto: «Non morirà». Aveva soltanto detto: «Se voglio che lui viva fino al mio ritorno, che t'importa?». È questo il discepolo che testimonia quei fatti e li ha scritti. Noi sappiamo che la testimonianza è vera. Gesù fece molte altre opere: se si scrivessero tutte, una per una, riempirebbero tanti libri. Io penso che neanche il mondo intero potrebbe contenerli.
Gesù fece ancora molti altri segni miracolosi davanti ai suoi discepoli. Quei miracoli non sono stati scritti; ma questi fatti sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Messia e il Figlio di Dio. Se credete in lui, per mezzo di lui avrete la vita.