Lettera agli Ebrei
Dio ha parlato per mezzo del Figlio
Nei tempi passati Dio parlò molte volte e in molti modi ai nostri padri, per mezzo dei profeti. Ora invece, in questi tempi che sono gli ultimi, ha parlato a noi, per mezzo del Figlio. Per mezzo di lui Dio ha creato l'universo, e ora lo ha stabilito come Signore di tutte le cose. Egli è lo specchio della gloria di Dio, l'immagine perfetta di ciò che Dio è. La sua parola potente sostiene tutto l'universo. Ora, dopo aver purificato gli uomini dai loro peccati, il Figlio è salito nei cieli e ha il suo posto accanto a Dio.
Il Figlio è più grande degli angeli
Ora egli è diventato più grande anche degli angeli, perché più grande è il nome che Dio gli ha dato. Infatti Dio non ha mai detto a un angelo queste parole della Bibbia: Tu sei mio figlio; io oggi ti ho generato; oppure: Io sarò per lui un padre, egli sarà per me un figlio. E quando Dio sta per mandare nel mondo il suo unico Figlio, la Bibbia dice: Tutti gli angeli di Dio dovranno adorarlo. Degli angeli, invece, si dice: Dio li fa diventare suoi messaggeri come il vento, suoi ministri come le fiamme del fuoco. Parlando del Figlio dice: Il tuo trono, o Dio, durerà per sempre. Con giustizia governi il tuo regno. Tu ami quel che è giusto e non sopporti il male. Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha scelto, fra tutti, ti ha consacrato con olio, segno di gioia.
E poi: Tu, Signore, fin dall'inizio hai creato la terra; opera delle tue mani sono i cieli. Essi spariranno, ma tu resterai. Tutti invecchieranno, come un vestito. Come un mantello, li arrotolerai; come un vestito, saranno cambiati. Ma tu rimani sempre lo stesso, senza fine sono i tuoi anni. Dio non ha mai detto a un angelo: Siedi accanto a me, sul mio trono, e farò dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi Tutti gli angeli sono soltanto spiriti al servizio di Dio, ed egli li manda in aiuto di quelli che devono ricevere la salvezza.
Una salvezza più grande
Proprio per questo dobbiamo fare attenzione, con maggiore impegno, alle cose che abbiamo ascoltato: per non finire fuori della strada giusta. Già l'antico messaggio di Dio, portato dagli angeli, si è dimostrato valido, e tutti quelli che l'hanno trascurato o gli hanno disubbidito sono stati puniti come meritavano. Perciò come potremo sfuggire al castigo noi, se trascuriamo una salvezza così grande? Prima essa è stata annunziata dal Signore. Poi l'hanno ripetuta e confermata per noi quelli che l'avevano udita dal Signore. E intanto Dio garantiva il loro messaggio con segni, prodigi e miracoli d'ogni genere, e con i doni dello Spirito Santo che egli distribuiva come voleva.
Chi ha portato la salvezza
Infatti Dio non ha messo sotto il potere degli angeli quel mondo futuro di cui parliamo. Anzi, in una pagina della Bibbia qualcuno ha dichiarato: Che cosa è l'uomo, o Dio, perché ti ricordi di lui? che cosa è un essere umano, perché ti curi di lui? L'hai fatto di poco inferiore agli angeli, l'hai coronato di gloria e di onore, gli hai dato potere su tutte le cose. E se Dio gli ha dato potere su tutte le cose, vuol dire che non ha lasciato nulla che non sia a lui sottomesso. Fino a questo momento, tuttavia, non vediamo ancora che tutte le cose siano sotto il potere dell'uomo. Ma guardiamo a Gesù: egli per poco tempo fu fatto inferiore agli angeli; ora invece lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto. Così, per grazia di Dio, la sua morte è stata un vantaggio per tutti. Dio che crea e conserva in vita tutte le cose voleva portare molti figli a partecipare della sua gloria. Quindi era giusto che egli rendesse perfetto mediante la sofferenza Gesù, il capo che li guida verso la salvezza. Infatti, tutti hanno un unico Padre: sia Gesù che purifica gli uomini dai peccati, sia gli uomini che da lui vengono purificati. Per questo Gesù non si vergogna di chiamarli fratelli. Egli dice: Parlerò di te ai miei fratelli, Signore; canterò le tue lodi in mezzo all'assemblea. E poi: In Dio metterò la mia fiducia.
E ancora: Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato. Questi "figli" sono uomini, fatti di carne e di sangue. Per questo anche Gesù è diventato come loro, ha partecipato alla loro natura umana. Così, mediante la propria morte, ha potuto distruggere il demonio, che ha il potere della morte; e ha potuto liberare quelli che vivevano sempre come schiavi, per paura della morte. Certamente non è degli angeli che Gesù si prende cura. Piuttosto egli si prende cura dei discendenti di Abramo. Per questo, doveva diventare del tutto simile ai suoi fratelli. Così è stato per loro un sommo sacerdote misericordioso, fedele ai suoi impegni verso Dio, e ha liberato il popolo dai peccati. E ora egli può venire in aiuto di quelli che sono nella tentazione, perché anche lui ha provato la tentazione e ha sofferto personalmente.
Gesù è più grande di Mosè
Fratelli, voi appartenete a Dio che vi ha chiamati. Perciò guardate attentamente Gesù: egli è l'inviato di Dio e il sommo sacerdote della fede che professiamo. Egli è stato fedele verso Dio, che gli ha dato questa autorità, come è stato fedele Mosè del quale la Bibbia dice: Fu fedele in tutta la casa di Dio. Anzi Gesù è stato giudicato degno di una gloria più grande di quella di Mosè. Infatti chi costruisce una casa è più importante della casa stessa. Perché ogni casa è costruita da qualcuno, ma colui che costruisce tutto è Dio. Mosè fu fedele in tutta la casa di Dio, ma come un servitore che doveva preparare ciò che Dio avrebbe detto solo più tardi. Cristo invece fu fedele a Dio come un figlio che ha autorità nella casa del Padre. E quella casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo.
Il riposo che Dio darà al suo popolo
Perciò, come dice lo Spirito Santo nella Bibbia: Oggi, se udite la voce di Dio, non indurite i vostri cuori, come avete fatto nel giorno della ribellione, quando nel deserto avete messo Dio alla prova. Là, dice il Signore, i vostri padri mi hanno messo alla prova, benché avessero visto per quarant'anni ciò che ho fatto per loro. Perciò mi sono adirato contro di loro. Ho detto: I loro pensieri seguono sempre strade sbagliate non hanno mai conosciuto le mie vie. Mi sono adirato e ho fatto giuramento: non entreranno mai nel luogo del mio riposo. Fate dunque attenzione, fratelli: nessuno di voi sia tanto malvagio e senza fede da allontanarsi dal Dio vivente. Piuttosto incoraggiatevi a vicenda, ogni giorno, per tutto il tempo che dura questo lungo oggi di cui parla la Bibbia.
Incoraggiatevi, affinché nessuno di voi sia ostinato e si lasci ingannare dal peccato. Perché noi siamo diventati compagni di Cristo e lo saremo ancora, se conserveremo salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuto in anticipo. La Bibbia dice: Oggi, se udite la voce di Dio, non indurite i vostri cuori, come avete fatto nel giorno della ribellione. Chi sono quelli che udirono la voce di Dio e poi si ribellarono? Sono tutti quelli che Mosè aveva fatti uscire dall'Egitto. E chi sono quelli contro i quali Dio fu adirato per quarant'anni? Sono quelli che avevano peccato, e poi caddero cadaveri nel deserto. Quando Dio giurò che non sarebbero mai entrati nel suo riposo, di chi parlava? Parlava di quelli che non si erano fidati di lui. E noi vediamo che veramente essi non sono potuti entrare nel luogo del riposo, a causa della loro mancanza di fede. La promessa di Dio dura ancora: si può ancora entrare nel luogo del suo riposo.
Perciò stiamo attenti: nessuno di voi pensi di essere rimasto escluso. Perché anche noi abbiamo ricevuto la parola di Dio, come quelli che erano nel deserto. Essi però non ebbero alcun vantaggio dalla parola udita, perché quando la udirono non la ricevettero con fede. Noi invece che abbiamo fede possiamo entrare nel luogo del suo riposo, a proposito del quale Dio ha detto: Perciò mi sono adirato contro di loro e ho fatto un giuramento: non entreranno mai nel luogo del mio riposo. Eppure le opere di Dio erano già compiute fin dalla fondazione del mondo. Infatti in qualche pagina della Bibbia, parlando del settimo giorno si dice: E il settimo giorno, terminata la sua opera, Dio si riposò. E ancora: Non entreranno mai nel luogo del mio riposo. Quelli che per primi avevano ascoltato la parola di Dio non sono entrati nel suo riposo, perché non hanno avuto fede. Quindi, per altri, è ancora possibile entrare.
Per questo Dio stabilisce di nuovo un giorno chiamato oggi. Ne ha parlato molto tempo dopo, per mezzo di Davide, nel modo che abbiamo già visto: Oggi, se udite la voce di Dio, non indurite i vostri cuori. Infatti se Giosuè avesse portato il popolo in questo riposo, Dio non avrebbe mai parlato di un altro giorno. Dunque resta ancora possibile per il popolo di Dio un riposo simile a quello del settimo giorno. Perché chi entra nel riposo di Dio riposa dalle proprie opere, come ha fatto Dio stesso. Perciò affrettiamoci a entrare in quel riposo; facciamo in modo che nessuno di noi cada nella disubbidienza, come i nostri padri. La parola di Dio, infatti, è viva ed efficace. È più tagliente di qualunque spada a doppio taglio. Penetra a fondo, fino al punto dove si incontrano l'anima e lo spirito, fin là dove si toccano le giunture e le midolla. Conosce e giudica anche i sentimenti e i pensieri del cuore. Non c'è nulla che possa restar nascosto a Dio. Davanti ai suoi occhi tutte le cose sono nude e scoperte. E noi dobbiamo rendere conto a lui.
Gesù sommo sacerdote
Restiamo dunque saldi nella fede che dichiariamo di avere, perché abbiamo un sommo sacerdote grande che è giunto fino a Dio: Gesù che è Figlio di Dio. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote incapace di soffrire con noi per le nostre miserie. Anzi, il nostro sommo sacerdote è stato messo alla prova in tutto, come noi, ma non ha commesso peccato. Dunque accostiamoci con piena fiducia a Dio, che è re misericordioso. Così riceveremo misericordia e grazia, per essere aiutati al momento opportuno.
Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini, ed è stabilito per servire Dio a vantaggio degli uomini. Egli offre a Dio doni e sacrifici per i loro peccati. Egli è in grado di sentire compassione per quelli che sono nell'ignoranza e commettono errori, perché anche lui è un uomo debole. Proprio a causa della sua debolezza, egli deve offrire sacrifici non solo per i peccati del popolo, ma anche per i suoi. Nessuno può pretendere per sé l'onore di sommo sacerdote. Lo riceve solo chi è chiamato da Dio, come nel caso di Aronne. Nemmeno Cristo si è preso da sé l'onore di sommo sacerdote, ma glielo ha dato Dio.
Infatti Dio dice nella Bibbia: Tu sei mio figlio; io oggi ti ho generato. E ancora: Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchisedek. Durante la sua vita terrena, Gesù si rivolse a Dio che poteva salvarlo dalla morte, offrendo preghiere e suppliche accompagnate da forti grida e lacrime. E poiché Gesù era sempre stato fedele a lui, Dio lo ascoltò. Benché fosse il Figlio di Dio, tuttavia imparò l'ubbidienza da quel che dovette patire. Dopo essere stato reso perfetto, egli è diventato causa di salvezza eterna per tutti quelli che gli ubbidiscono. Infatti Dio lo ha proclamato sommo sacerdote alla maniera di Melchisedek.
Una vita cristiana adulta
Su questo argomento c'è molto da dire, ma è difficile spiegarlo a voi, perché siete diventati duri a capire. Ormai dovreste già essere maestri; invece avete ancora bisogno di qualcuno che vi insegni le cose fondamentali del messaggio di Dio. Vi dovete nutrire ancora di latte, invece che di cibo solido. Ma chi si nutre di latte è ancora un bambino, e non sa capire un discorso su ciò che è giusto. Il nutrimento solido, invece, è per le persone adulte: per quelli che si sono allenati con l'esperienza a distinguere il bene dal male.
Perciò lasciamo da parte gli insegnamenti più semplici su Cristo, e passiamo a un insegnamento più profondo. Non vogliamo ritornare sopra gli argomenti fondamentali, e cioè: la necessità di cambiare vita abbandonando le opere morte; la fede in Dio; la dottrina dei battesimi; l'imposizione delle mani; la risurrezione dei morti; il giudizio eterno. Andiamo avanti! Se è volontà di Dio, faremo così. Quelli che sono caduti di nuovo nel male, non possono più cambiare vita ed essere rinnovati ancora una volta. Già una volta hanno avuto la luce di Dio, hanno provato il dono celeste, hanno ricevuto lo Spirito Santo, hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo futuro. Eppure, per quanto sta in loro, essi crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo mettono di fronte agli insulti di tutti. Perciò non possono cambiar vita ancora una volta.
Dio benedice una terra che riceve piogge frequenti e produce piante utili a quelli che la coltivano. Ma se invece produce cespugli spinosi, non vale niente: sarà maledetta da Dio e finirà per essere bruciata. Tuttavia, carissimi, anche se parliamo così, noi siamo convinti che voi siete sulla buona strada, quella che porta alla salvezza. Dio non è ingiusto. Non dimentica quel che avete fatto, e l'amore che avete mostrato verso di lui, aiutando i vostri fratelli nella fede, come fate anche ora. Ma desideriamo che ciascuno di voi mostri sempre lo stesso impegno sino alla fine, in modo che la vostra speranza possa realizzarsi. Non dovete diventare pigri; al contrario, dovete seguire l'esempio di quelli che, con la fede e la perseveranza, ricevono ciò che Dio ha promesso.
La promessa di Dio e la speranza cristiana
Quando Dio fece la sua promessa ad Abramo, fece anche un giuramento. E poiché non c'era nessuno più grande per il quale giurare, giurò per sé stesso, e disse: Ti prometto che ti benedirò e ti darò molti discendenti. Abramo aspettò con pazienza e ottenne ciò che Dio aveva promesso. Quando gli uomini fanno un giuramento, giurano per qualcuno più importante di loro, e il giuramento è per loro una garanzia che mette fine a ogni discussione. Ebbene, Dio voleva mostrare chiaramente a quelli che avrebbero ricevuto i beni promessi, che egli non avrebbe mai cambiato la sua decisione. Per questo accompagnò la promessa con un giuramento.
Dunque ci sono due atti di Dio, la promessa e il giuramento, che non possono essere modificati e nei quali è impossibile che Dio non sia sincero. Così noi che abbiamo cercato rifugio in lui siamo fortemente incoraggiati ad afferrare con forza la speranza che è messa di fronte a noi. Tale speranza è come l'àncora della nostra vita: è sicura e robusta e, attraverso il velo del tempio celeste, penetra fino al santuario di Dio. Là è entrato Gesù prima di noi e per noi: è diventato sommo sacerdote per sempre, alla maniera di Melchisedek.
Melchìsedek, un grande personaggio
Questo Melchìsedek, come dice la Bibbia, era re di Salem e sacerdote del Dio Onnipotente. Quando Abramo tornava dalla battaglia, dove aveva vinto i re, Melchìsedek gli andò incontro e lo benedisse. A lui Abramo diede la decima parte di ogni cosa. Il suo nome significa "re di giustizia", e inoltre egli è anche re di Salem, che significa "re di pace". Nella Bibbia non si parla né di suo padre né di sua madre, né dei suoi antenati; né della sua nascita né della sua morte. Fatto simile al Figlio di Dio, egli rimane sacerdote per sempre. Considerate dunque la grandezza di questo personaggio! Il patriarca Abramo gli diede la decima parte di tutto ciò che aveva conquistato in battaglia. È vero che anche i discendenti di Levi, quando diventano sacerdoti, per legge devono prendere dal popolo la decima parte di tutto. Ma la prendono dai loro fratelli, i quali sono anch'essi discendenti di Abramo.
Melchisedek, invece, non era uno della famiglia di Levi; eppure prese da Abramo la decima parte di quel che aveva. Inoltre fu lui a benedire Abramo, il quale aveva ricevuto le promesse di Dio. E senza dubbio, colui che dà la benedizione è più importante di colui che la riceve. E mentre nel caso dei sacerdoti di Levi si tratta di uomini mortali che prendono la decima parte, nel caso di Melchisedek la prende un uomo che, secondo la testimonianza della Bibbia, vive. Anzi, in un certo senso, si può dire che anche Levi pagò la decima parte a Melchisedek, quando la pagò Abramo, benché ora i suoi discendenti ricevano la decima parte dagli altri. Infatti Levi non era ancora nato, ma in un certo senso era già presente nel suo antenato Abramo, quando Melchisedek gli andò incontro.
Un nuovo sacerdozio
Il sacerdozio dei discendenti di Levi era alla base della legge che è stata data al popolo d'Israele. Se quei sacerdoti avessero realizzato un perfetto rapporto con Dio, non c'era bisogno che venisse un sacerdote diverso, che non è alla maniera di Aronne, ma alla maniera di Melchisedek. Perché se cambia il sacerdozio, deve cambiare anche la legge. Quelle parole si riferiscono a Gesù nostro Signore, il quale appartiene a una tribù nella quale mai nessuno fu sacerdote dell'altare. infatti è noto che Gesù viene dalla tribù di Giuda, e Mosè non ha detto nulla di essa quando ha parlato del sacerdozio. E tutto questo è ancora più chiaro dal momento che è venuto un altro sacerdote, simile a Melchisedek. Egli non è diventato sacerdote a causa dileggi umane, ma per la potenza di una vita che non ha fine. Così infatti testimonia la Bibbia: Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchisedek!
A questo modo vengono abolite le regole antiche, perché erano deboli e inutili: infatti la legge di Mosè non ha portato nulla alla perfezione. Al suo posto ci viene data una speranza migliore, e grazie ad essa ci avviciniamo a Dio. Per di più c'è il giuramento di Dio. Gli altri diventavano sacerdoti senza giuramento. Gesù, invece, lo è diventato con il giuramento di Dio, come si dice di lui: Il Signore ha giurato e non si pentirà: Tu sei sacerdote per sempre. Per questo Gesù è diventato colui che ci garantisce un'alleanza migliore. C'è anche un'altra differenza: gli altri sacerdoti sono stati numerosi, perché morivano e non potevano durare a lungo; Gesù invece vive per sempre, e il suo sacerdozio non finisce mai.
Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio. Infatti egli è sempre vivo per pregare Dio a loro favore. Gesù è proprio il sommo sacerdote di cui avevamo bisogno: è santo, senza peccato, senza difetto, diverso dai peccatori, elevato al di sopra dei cieli. Egli non è come gli altri sommi sacerdoti: non ha bisogno di offrire ogni giorno sacrifici, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: perché egli ha offerto il sacrificio una volta per tutte, quando ha offerto sé stesso. La legge di Mosè stabilisce come sommi sacerdoti uomini segnati dalla debolezza; invece la parola del giuramento di Dio, pronunziato dopo la legge, stabilisce come sommo sacerdote il Figlio, che è perfetto in eterno.
Una nuova alleanza
Il punto più importante di quel che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande, che si è posto accanto a Dio, che regna nei cieli. Egli svolge la sua funzione nel santuario vero costruito dal Signore, non nella tenda dell'alleanza costruita dagli uomini. Ogni sommo sacerdote è scelto per offrire doni e sacrifici: anche il nostro, quindi, deve avere qualcosa da offrire. Se fosse sulla terra, Gesù non sarebbe nemmeno sacerdote, poiché vi sono già sacerdoti che offrono i doni stabiliti dalla legge di Mosè. La funzione di questi sacerdoti, tuttavia, è soltanto una copia e un'ombra di quello che avviene in cielo. Vale anche per loro ciò che Dio disse a Mosè quando stava per costruire la tenda dell'alleanza: Cerca di fare ogni cosa simile al modello che ti è stato mostrato sul monte. Ma ora Gesù è incaricato di una funzione nuova e più grande: quella di essere mediatore di un'alleanza molto migliore, fondata su migliori promesse.
Infatti, se la prima alleanza fosse stata perfetta, non sarebbe stato necessario sostituirla con un'altra. Ma Dio, rimproverando il suo popolo, dice nella Bibbia: Verranno giorni, dice il Signore, quando io concluderò una nuova alleanza con il popolo d'Israele e con il popolo di Giuda. Questa alleanza non sarà come quella che ho fatto con i loro antenati, quando li ho presi per mano per farli uscire dall'Egitto. Essi non sono stati fedeli a quella alleanza: perciò non mi sono più curato di loro, dice il Signore. Questa è la nuova alleanza che io concluderò con il popolo d'Israele dopo quei giorni dice il Signore: io metterò le mie leggi nella loro mente, le scriverò nel loro cuore; io sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. Nessuno dovrà più insegnare agli altri, nessuno dovrà più dire al fratello: «Cerca di conoscere il Signore!». Perché tutti mi conosceranno dal più piccolo fino al più grande. Io perdonerò le loro colpe, e non mi ricorderò più dei loro peccati. Così Dio parla di un'alleanza nuova, e perciò dichiara superata l'alleanza precedente. E quando una cosa è antica e invecchiata, le manca poco a scomparire.
Un nuovo tempio e un nuovo sacrificio
Anche la prima alleanza aveva alcune norme per il culto a Dio, e aveva un tempio su questa terra. Infatti, fu costruita una grande tenda che era chiamata il luogo santo. Là stavano il candelabro e la tavola con i pani offerti a Dio. Dietro il secondo velo della prima tenda c'era un'altra tenda, chiamata il luogo santissimo. Là stavano l'altare d'oro dove si bruciava l'incenso e una cassa di legno tutta ricoperta d'oro, chiamata arca dell'alleanza. In questa cassa c'erano: un vaso d'oro che conteneva la manna, il bastone di Aronne che Dio aveva fatto fiorire, e c'erano le lastre di pietra sulle quali erano scritti i comandamenti dell'alleanza. Sopra il coperchio c'erano due statue d'oro, i cherubini: indicavano la presenza di Dio, e con le loro ali coprivano il luogo dove si offriva il sangue per il perdono dei peccati. Ma ora non è necessario parlare di tutto questo nei particolari.
Disposte in tal modo le cose, ogni giorno i sacerdoti entrano nella prima tenda, per compiere il loro servizio sacerdotale. Nella seconda tenda, invece, entra soltanto il sommo sacerdote, una sola volta all'anno. E quando vi entra, deve portare sangue di animali che egli offre a Dio, per sé e per gli sbagli del popolo. A questo modo lo Spirito Santo fa capire che, fino a quando rimane la prima tenda, non è ancora aperta la strada verso il vero santuario. Infatti la prima tenda è solo un'immagine di ciò che avviene ora. Quei doni e quei sacrifici di animali offerti a Dio non possono rendere perfetto il cuore di chi li offre. Sono soltanto cibi, bevande, cerimonie di purificazione...: tutte regole valide fino a quando Dio non le cambia.
Cristo, invece, è venuto come sommo sacerdote della realtà definitiva. Egli è entrato in una tenda più grande e perfetta non costruita dagli uomini e non di questo mondo. Di li Cristo è passato una volta per sempre nel vero santuario, dove non ha offerto il sangue di capri e di vitelli, ma ci ha liberati per sempre dai nostri peccati, offrendo il suo sangue per noi. Infatti il sangue di capri e di tori e la cenere di una vitella bruciata purificano i sacerdoti dalle impurità materiali e li rendono adatti a celebrare i riti; ma quanto più efficace è il sangue di Cristo! Mosso dallo Spirito Santo, egli si è offerto a Dio, come sacrificio perfetto. Il suo sangue purifica la nostra coscienza liberandola dalle opere morte, e ci rende adatti a servire il Dio vivente.
Quindi Cristo è il mediatore di una nuova alleanza tra Dio e gli uomini, per fare in modo che gli uomini, chiamati da Dio, possano ricevere quei beni eterni che Dio ha promesso. Questo è possibile perché Cristo è morto, e così ha liberato gli uomini dalle colpe commesse durante la prima alleanza. L'alleanza è come un testamento: bisogna esser certi che è morto chi l'ha stabilita. Perché un testamento non vale finché vive chi l'ha fatto, e ha valore soltanto dopo la sua morte. Per questo, anche la prima alleanza fu inaugurata con uno spargimento di sangue. Per prima cosa Mosè proclamò davanti all'assemblea del popolo tutti i comandamenti, come erano scritti nella legge di Dio.
Poi prese dall'altare il sangue dei vitelli e lo mescolò con acqua; prese un ramo di issopo e un po' di lana rossa, li bagnò nel sangue e spruzzò di sangue il libro della legge e tutto il popolo. Intanto diceva: Questo è il sangue dell'alleanza stabilita da Dio per voi. Allo stesso modo bagnò di sangue anche la tenda e tutti gli oggetti che servivano per il rito. Infatti la legge stabilisce che quasi tutte le cose vengano purificate con il sangue, e senza spargimento di sangue i peccati non sono perdonati.
Il sacrificio di Cristo, unico ed efficace
Dunque, le realtà terrene della prima alleanza sono soltanto un'immagine delle realtà del cielo; perciò esse dovevano essere purificate in quel modo. Ma per le realtà del cielo c'è bisogno di sacrifici molto più grandi. Infatti Cristo non è entrato in un santuario costruito dagli uomini, che sarebbe solo un'immagine del santuario vero. Egli è entrato proprio nel cielo, e ora si presenta davanti a Dio per noi. Il sommo sacerdote entra nel santuario ogni anno per offrire sangue di animali.
Cristo, invece, non è entrato per offrire sé stesso molte volte: altrimenti avrebbe dovuto patire molte volte, da quando esiste il mondo. Invece egli si è presentato soltanto una volta, ora che siamo alla fine dei tempi, per eliminare il peccato, offrendo sé stesso in sacrificio. Tutti gli uomini sono destinati a morire una volta sola, e poi sono giudicati da Dio. Così anche Cristo: si è offerto in sacrificio una volta per sempre, per prendere su di sé i peccati degli uomini. Verrà anche una seconda volta, non più per eliminare i peccati, ma per dare la salvezza a quelli che lo aspettano.
La legge di Mosè non rappresenta la vera realtà; è soltanto un'ombra dei beni futuri. Con quei sacrifici che si offrono continuamente, di anno in anno, la legge non è capace di far diventare perfetti gli uomini che si avvicinano a Dio. Altrimenti avrebbero smesso di offrirli; finalmente purificati dai loro peccati, i fedeli non si sentirebbero più colpevoli. E invece, per mezzo di quei sacrifici, si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. Perché non è possibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. Perciò Cristo, quando sta per entrare nel mondo, dice a Dio: Signore, tu non hai voluto sacrifici e offerte, ma mi hai formato un corpo. Non ti piacciono offerte di animali e sacrifici, per togliere i peccati. Allora ho detto: Eccomi, o Dio, io vengo a fare la tua volontà come è scritto di me nel libro della legge.
Prima dice: Non hai voluto e non ti piacciono sacrifici e offerte, animali e sacrifici per togliere i peccati. Eppure sono tutte offerte stabilite dalla legge. Poi aggiunge: Eccomi, vengo a fare la tua volontà. Con ciò, Gesù elimina gli antichi sacrifici e ne stabilisce uno nuovo. Gesù ha offerto sé stesso una volta per sempre, e ha compiuto la volontà di Dio; per questo Dio ci ha liberati dalle colpe e ci ha resi santi. I sacerdoti stanno nel tempio ogni giorno a svolgere il loro servizio: offrono molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, ha offerto un solo sacrificio per i peccati, una volta per sempre. Poi, come dice la Bibbia, si è messo accanto a Dio. Ora aspetta soltanto che i suoi nemici siano messi sotto i suoi piedi. Così, con una sola offerta, egli ha fatto diventare perfetti per sempre quelli che sono purificati dai peccati. Anche lo Spirito Santo, nella Bibbia, testimonia queste cose. Prima dichiara: Questa è l'alleanza che io concluderò con loro dopo quei giorni, dice il Signore. Io metterò le mie leggi nei loro cuori, le scriverò nella loro intelligenza. Poi afferma: Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro malvagità. Ora, se i peccati sono perdonati, non c'è più bisogno di fare offerte per il perdono dei peccati.
Una fede coerente e robusta
Così, fratelli, ora siamo liberi di entrare nel luogo santo del cielo, grazie alla morte di Cristo. Egli ci ha aperto una via nuova e vivente, attraverso quel velo che è il suo corpo. Adesso abbiamo un sommo sacerdote a capo del vero santuario di Dio. Dunque, avviciniamoci a Dio con cuore sincero, e con piena fiducia; i nostri cuori siano purificati da ogni falsa coscienza, e i nostri corpi siano lavati da acqua pura. Conserviamo senza incertezze la speranza che dichiariamo di avere, perché Dio mantiene le sue promesse.
Inoltre, cerchiamo di incoraggiarci a vicenda nell'amore e nelle opere buone. Non smettiamo di frequentare le nostre riunioni; non facciamo come alcuni che hanno preso l'abitudine di non venire. Invece, esortiamoci a vicenda: tanto più che, come vedete, il giorno del Signore è ormai vicino. Se noi volontariamente continuiamo a peccare anche dopo che abbiamo imparato a conoscere la verità, allora non c'è più nessun sacrificio che possa togliere i peccati. In questo caso resta soltanto la terribile attesa del giudizio di Dio e del fuoco ardente che divorerà i ribelli. Quando uno va contro la legge di Mosè, viene condannato a morte senza misericordia, sulla parola di due o tre testimoni.
Quale castigo dovrà ricevere chi avrà rifiutato il Figlio di Dio, chi avrà disprezzato il sangue della nuova alleanza che lo aveva purificato, chi avrà offeso lo Spirito che dà la grazia? Certamente riceverà un castigo molto più grave! Noi infatti conosciamo chi è colui che dice nella Bibbia: Io farò vendetta! Io castigherò chi ha fatto il male! E la Bibbia dice anche: Il Signore giudicherà il suo popolo. È terribile cadere nelle mani del Dio vivente! Ripensate a ciò che avete provato nei primi giorni, subito dopo aver ricevuto la luce di Dio. Allora avete dovuto soffrire molto, sopportando una dura lotta. A volte eravate insultati e maltrattati di fronte a tutti; altre volte dovevate difendere quelli che venivano offesi a questo modo.
Voi avete partecipato alla sofferenza dei carcerati, e quando vi hanno portato via i vostri beni avete accettato con gioia di perderli, sapendo di possedere beni migliori, che nessuno può portar via. Dunque non perdete il vostro coraggio: esso vi procura una grande ricompensa. Avete solo bisogno di fermezza: così potrete fare la volontà di Dio e ottenere ciò che egli promette. Dice infatti la Bibbia: Ancora un po' di tempo, appena un poco, e colui che deve venire verrà; non tarderà! Chi è giusto di fronte a me vivrà mediante la fede. Ma se torna indietro, io non sarò contento di lui. Noi però non siamo di quelli che tornano indietro per poi andare verso la rovina eterna. Noi abbiamo la fede e camminiamo verso la nostra salvezza.
Grandi esempi di fede
La fede è un modo di possedere già le cose che si sperano, di conoscere già le cose che non si vedono. A causa di questa fede la Bibbia dà una buona testimonianza ad alcuni uomini del passato. Perché abbiamo fede in Dio, noi comprendiamo che l'universo è stato creato dalla sua parola; così che le cose visibili non sono state fatte a partire da altre cose visibili. Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino. A causa di questa fede Dio lo dichiarò uomo giusto e accettò i suoi doni.
Per la sua fede, benché sia morto, Abele parla ancora. Per fede, Enoc fu preso da Dio senza aver conosciuto la morte; come dice la Bibbia: nessuno lo trovò più, perché Dio lo portò via con sé. Prima di dire che fu portato via, la Bibbia dice che Enoc era vissuto come piace a Dio. Ma nessuno può essere gradito a Dio se non ha la fede. Infatti chi si avvicina a Dio deve credere che Dio esiste e ricompensa quelli che lo cercano. Per fede, Noè ascoltò gli avvertimenti di Dio a proposito di ciò che doveva accadere e che ancora non si vedeva. Fu ubbidiente e costruì l'arca nella quale si salvarono lui e la sua famiglia. Con la sua fede egli condannò il mondo, e per la sua fede Dio lo giudicò uomo giusto.
Per fede, Abramo ubbidì quando fu chiamato da Dio: e partì senza sapere dove andava, verso un paese che Dio gli avrebbe dato. Ancora per fede, egli visse come uno straniero nel paese che Dio gli aveva promesso. Abitò sotto le tende, insieme a Isacco e Giacobbe, che pure avevano ricevuto la stessa promessa. Infatti egli aspettava una città con solide fondamenta, quella città che solo Dio progetta e costruisce. Per fede, Abramo diventò capace di essere padre, anche se ormai era troppo vecchio e sua moglie Sara non poteva avere figli. Ma egli fu sicuro che Dio avrebbe mantenuto la sua promessa. Così, a partire da un solo uomo, che per di più era già come morto, nacque una moltitudine di gente: numerosa come le stelle del cielo, come gli infiniti granelli di sabbia lungo la riva del mare.
Nella fede morirono tutti questi uomini, senza ricevere i beni che Dio aveva promesso: li avevano visti e salutati solo da lontano. Essi hanno dichiarato di essere su questa terra come stranieri, in esilio. Chi parla così dimostra di essere alla ricerca di una patria: se avessero pensato a quel paese dal quale erano venuti, avrebbero avuto la possibilità di tornarvi; essi invece desideravano una patria migliore, quella del cielo. È per questo che Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio. Infatti egli ha preparato per loro una città.
Per fede, quando Dio lo mise alla prova, Abramo offrì a Dio, come un sacrificio, il figlio Isacco. Proprio lui che aveva ricevuto la promessa di Dio, offrì fiduciosamente il suo unico figlio. Eppure Dio gli aveva detto: Per mezzo di Isacco tu avrai discendenti che porteranno il tuo nome. Ma Abramo pensava che Dio è capace anche di far risuscitare i morti. Perciò Dio gli restituì il figlio e questo fatto ha il valore di un simbolo. Per fede, Isacco diede ai suoi figli Giacobbe ed Esaù una benedizione che riguardava cose future. Per fede, Giacobbe, poco prima di morire, benedisse i figli di Giuseppe; poi si appoggiò alla cima del suo bastone e adorò Dio. Per fede, Giuseppe, alla fine della sua vita, disse che un giorno gli Ebrei sarebbero usciti dall'Egitto, e stabilì che cosa dovevano fare delle sue ossa. Per fede, i genitori di Mosè, dopo la nascita, lo tennero nascosto tre mesi. Avevano visto che il bambino era molto bello, e non ebbero paura di disubbidire agli ordini del re. Per fede, Mosè, quando fu adulto, non volle essere considerato figlio della figlia del re egiziano.
Egli preferì essere maltrattato insieme con il popolo di Dio, piuttosto che vivere bene per poco tempo, ma nel peccato. Pensava che essere disprezzato come il Messia era una cosa più preziosa dei tesori degli Egiziani: infatti egli guardava sempre verso la ricompensa futura. Per fede, Mosè partì dall'Egitto, senza aver paura dell'ira del re. Rimase fermo nella sua decisione, come se vedesse il Dio invisibile. Per fede, egli celebrò la prima Pasqua e ordinò di mettere sangue sulle porte delle case, perché l'angelo sterminatore non uccidesse i figli primogeniti degli Ebrei. Per fede, gli Ebrei attraversarono il mar Rosso come se fosse terra asciutta. Anche gli Egiziani tentarono di fare la stessa cosa, ma furono travolti dall'acqua.
Per fede, gli Ebrei girarono attorno alle mura di Gerico, e alla fine esse crollarono. Per fede, Raab, la prostituta, non morì con quelli che avevano disubbidito a Dio; perché aveva accolto con benevolenza gli esploratori mandati dagli Ebrei. E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi parlare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti. Con la fede essi conquistarono paesi, praticarono la giustizia, ottennero ciò che Dio aveva loro promesso. Chiusero le fauci dei leoni, riuscirono a spegnere fuochi violenti, evitarono di essere uccisi con la spada. Essi erano deboli e diventarono forti, furono potenti in battaglia e cacciarono indietro invasori stranieri. Per fede, alcune donne riebbero i loro morti risuscitati. Altri furono torturati fino alla morte: ma rifiutarono di essere liberati, perché volevano arrivare a una vita migliore, dopo la risurrezione.
Altri ancora subirono offese e frustate, furono legati con catene e messi in prigione. Furono massacrati a colpi di pietre, tagliati in due o uccisi con la spada. Oppure andavano in giro vestiti con pelle di pecora o di capra, poveri, perseguitati e maltrattati. Il mondo non era degno di questi uomini! Essi andavano qua e là, nei deserti e sui monti; vivevano nelle caverne e nelle grotte della terra. Tutti questi uomini, Dio li ha approvati a causa della loro fede. Eppure essi non hanno raggiunto ciò che Dio aveva promesso. Infatti Dio aveva previsto per noi una realtà ancora migliore, e non ha voluto che essi giungessero alla mèta senza di noi. Eccoci dunque posti di fronte a questa grande folla di testimoni. Anche noi quindi liberiamoci da ogni peso, liberiamoci dal peccato che ci trattiene, e corriamo decisamente la corsa che Dio ci propone.
L'esempio di Cristo e l'azione paterna di Dio
Teniamo lo sguardo fisso in Gesù: è lui che ci ha aperto la strada della fede e ci condurrà sino alla fine. Egli ha accettato di morire in croce e non ha tenuto conto che era una morte vergognosa, perché pensava alla gioia riservata per lui in cambio di quella sofferenza. Ora egli si trova accanto al trono di Dio. Pensate a lui che ha sopportato un attacco tanto violento da parte di peccatori. Così non vi lascerete scoraggiare, e non cederete. Perché la vostra lotta contro il peccato non è ancora finita, non avete ancora combattuto fino alla morte. Avete già dimenticato le parole di incoraggiamento che Dio vi rivolge, esortandovi come suoi figli? Dice la Bibbia: Figlio mio, considera seriamente la correzione che il Signore ti manda. Non scoraggiarti quando ti rimprovera. Perché il Signore corregge quelli che ama, punisce tutti quelli che riconosce come suoi figli. Sopportate le sofferenze con cui Dio vi corregge. Egli vi tratta come figli. Infatti è normale che un figlio sia corretto da suo padre. Se non ricevete nessuna correzione, mentre tutti gli altri hanno avuto la loro parte, siete dei bastardi e non veri figli!
Del resto i nostri padri terreni ci hanno punito più volte, eppure noi li abbiamo rispettati. Perciò a maggior ragione, per avere la vita, dobbiamo sottometterci a Dio nostro Padre, che è in cielo. I nostri padri ci punivano per pochi giorni, come pareva loro giusto. Ma Dio ci punisce per il nostro bene, per farci essere santi, come lui è santo. Quando riceviamo una correzione, sul momento, non ci sembra che porti gioia, ma solo tristezza. Più tardi, invece, quelli che sono stati formati dalla correzione ne godono i frutti: la pace e una vita giusta.
Fedeltà alla vocazione cristiana
Come dice la Bibbia: rialzate le vostre mani stanche, fortificate le vostre ginocchia indebolite, camminate su strade diritte, così che il piede zoppicante non diventi storpio ma guarisca. Cercate di essere in pace con tutti e di vivere come piace a Dio. Altrimenti nessuno di voi potrà vedere il Signore. Fate attenzione che nessuno si allontani dalla grazia di Dio. Nessuno diventi come una pianta velenosa che cresce e fa male a molti. Non ci siano fra di voi persone immorali o persone che non rispettano le cose sacre.
Non fate come Esaù che per un piatto di minestra vendette il suo diritto di figlio primogenito. E voi sapete che in seguito Esaù volle ricevere la benedizione di suo padre Isacco, ma fu respinto. Non riuscì più a modificare la sua situazione, anche se lo domandò piangendo. Voi non vi siete avvicinati a una montagna terrena, come fece il popolo d'Israele: là c'era un fuoco ardente, oscurità, tenebre e tempesta; squilli di tromba e suono di parole. Il popolo udiva e chiedeva a Dio di non far più sentire la sua voce.
Infatti non riuscivano a sopportare quest'ordine: Chiunque, anche solo una bestia, toccherà la montagna, dovrà essere ucciso a colpi di pietra. In realtà quella visione era talmente terribile che Mosè disse: «Ho paura e tremo». Voi, invece, vi siete avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme del cielo e a migliaia di angeli. Vi siete avvicinati alla riunione festosa, all'assemblea dei figli primogeniti di Dio, che hanno i nomi scritti nel cielo. Vi siete avvicinati a Dio, giudice di tutti gli uomini, agli spiriti degli uomini giusti finalmente portati alla perfezione. Vi siete avvicinati a Gesù, mediatore della nuova alleanza, al suo sangue sparso, che ha una voce più potente di quella di Abele. Dunque fate attenzione! Non rifiutate di ascoltare colui che vi parla. Quelli che non vollero ascoltare chi li avvertiva sulla terra, furono condannati.
A maggior ragione saremo condannati noi se volteremo le spalle a colui che ci parla dal cielo. In passato, la sua voce ha fatto tremare la terra. Ora invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo. Quando dice ancora una volta, vuol dire che le cose creare possono crollare e sparire, perché rimangono soltanto le cose incrollabili. Perciò dobbiamo essere riconoscenti, perché riceviamo in dono il regno di Dio, che è incrollabile. Ringraziamo Dio e serviamolo come piace a lui, con rispetto e venerazione. Perché, come dice la Bibbia, il nostro Dio è un fuoco che divora.
Ultime raccomandazioni
Continuate a volervi bene, come fratelli. Non dimenticate di ospitare volentieri chi viene da voi. Ci furono alcuni che, facendo così, senza saperlo ospitarono degli angeli. Ricordatevi di quelli che sono in prigione, come se foste anche voi prigionieri con loro. Ricordate quelli che sono maltrattati, perché anche voi siete esseri umani. Il matrimonio sia rispettato da tutti, e gli sposi siano fedeli. Perché Dio condannerà chi commette adulterio o altre immoralità. La vostra vita non sia dominata dal desiderio dei soldi. Contentatevi di quel che avete, perché Dio stesso ha detto nella Bibbia: Non ti lascerò mai, non ti abbandonerò mai.
E così anche noi possiamo dire con piena fiducia: Il Signore viene in mio aiuto, non avrò paura. Che cosa mi possono fare gli uomini? Ricordatevi di quelli che vi hanno guidati e vi hanno annunziato la parola di Dio. Pensate come sono vissuti e come sono morti, e imitate la loro fede. Gesù è sempre lo stesso, ieri, oggi e sempre. Non lasciatevi ingannare da dottrine diverse e strane. È bene che il nostro cuore sia fortificato dalla grazia di Dio e non da regole a proposito dei vari cibi: chi ubbidisce a quelle parole non ne ha mai avuto un vantaggio. I sacerdoti che servono nel tempio degli Ebrei non hanno il diritto di mangiare l'offerta presentata sul nostro altare.
Il sommo sacerdote degli Ebrei porta nel luogo santissimo sangue di animali, e l'offre come sacrificio per i peccati. I corpi di questi animali sono bruciati fuori della città. Per questo anche Gesù è morto fuori delle mura della città, per purificare il popolo con il suo sangue. Dunque usciamo anche noi fuori della città, andiamo verso di lui, portando la sua stessa umiliazione. Perché noi non abbiamo quaggiù una città nella quale resteremo per sempre; noi cerchiamo la città che deve ancora venire. Per mezzo di Gesù, offriamo continuamente a Dio come sacrificio le nostre preghiere di lode, il frutto delle nostre labbra che cantano il suo nome. Non dimenticate di fare il bene e di mettere in comune ciò che avete.
Perché sono questi i sacrifici che piacciono al Signore. Ubbidite a quelli che dirigono la comunità e siate sottomessi. Perché essi vegliano su di voi, come persone che dovranno rendere conto a Dio. Fate in modo che compiano il loro dovere con gioia; altrimenti lo faranno malvolentieri e non sarebbe un vantaggio nemmeno per voi. Pregate per noi. Noi crediamo di essere tranquilli in coscienza, perché desideriamo comportarci bene in ogni occasione. In particolare vi chiedo di pregare, perché Dio mi permetta di tornare presto in mezzo a voi.
Benedizione finale e saluti
Io prego per voi Dio che dà la pace. Egli ha liberato dalla morte Gesù, il nostro Signore, diventato il grande Pastore delle pecore, perché ha dato il suo sangue per la nuova ed eterna alleanza. Il Dio della pace vi renda capaci di compiere ogni bene, per fare la sua volontà. Egli agisca in voi, per farvi compiere ciò che piace a lui, per mezzo di Gesù. A lui sia la gloria, per sempre! Amen.
Vi raccomando, fratelli, ascoltate con pazienza queste parole di esortazione. In fondo, vi ho scritto solo poche cose. Sappiate che nostro fratello Timoteo è stato messo in libertà. Se arriva presto, verrò a vedervi insieme con lui. Salutate quelli che dirigono la vostra comunità e tutto il popolo di Dio. Quelli venuti dall'Italia vi salutano. La grazia di Dio sia con tutti voi.