Vangelo secondo Tommaso

Un prequel dei 4 Vangeli

Prefazione

Il Vangelo di Tommaso fu trovato nel 1945 in una grotta di Nag Hammadi (circa 450 chilometri a sud del Cairo) scritto in lingua Copta.

Fu trovato nei pressi di un monastero “cenobita” che fu fondato intorno al 325 d.C. da S. Pacomio (292–348 d.C.) in cui vivevano, in forma comunitaria, i “cenobiti”, monaci cristiani principalmente dedicati alla copiatura e trascrizione di testi sacri.

Dopo le prime traduzioni (in particolare fu il glottologo francese Jean Doresse che per primo nel 1959 tradusse questo testo), il “Vangelo secondo Tommaso” fu subito definito come un Vangelo gnostico (vedi gnosticismo negli allegati) e relegato quindi tra i Vangeli Apocrifi.

In realtà risulta un codice di estrema importanza sia storica che teologica poiché è stato scritto tra il 50-60 d.C., quindi contemporaneo alla fonte “Q” (da “Quelle” che in tedesco appunto significa “fonte”), entrambe ispirazioni per i Vangeli sinottici scritti successivamente. Questo Vangelo è rimasto nascosto per più di 1600 anni e quindi riesumato ancora allo stato “grezzo”.

Come tutti i codici che riguardano il Nuovo Testamento, anche questo di Tommaso ha subito, più che delle variazioni, delle successive aggiunte via via che le comunità che lo avevano adottato venivano a conoscenza di nuove testimonianze: è la cosiddetta tecnica del “rolling corpus”.

Ma per questo codice la possibilità di successive aggiunte o “contaminazioni”, è stata molto limitata nel tempo, a confronto degli altri codici; infatti questo periodo è durato solo dal 50/60 d.C. (quando fu composto la prima volta) al 350 d.C. quando fu trascritto dai copisti egiziani nel monastero cenobita, molto probabilmente da un originale greco di cui sono rimasti solo pochissimi frammenti, comunque sufficienti per confermarne la datazione

Fu trascritto e subito nascosto, poiché poco prima nel 325 d.C. col Concilio di Nicea, non fu inserito nei testi che composero il Dogma della chiesa e ne fu osteggiata la diffusione (vedi nell’allegato “I Concili Ecumenici”).

Questo Vangelo fu quindi subito bollato di gnosticismo perché riporta molte esortazioni di Gesù a guardare dentro di noi per trovare le risposte ai problemi della vita, poiché Dio è dentro di noi e il suo Regno è intorno noi (del resto anche nei vangeli canonici Gesù afferma che lui sarà dentro di noi come Dio è dentro di lui).

Altro aspetto, molto più terreno, sul rifiuto di questo Vangelo risiede nel fatto che nei detti non compare la bozza di una futura struttura religiosa; per esempio non è riportata la frase: “Tu sei Pietro e su questa Pietra fonderò la mia Chiesa” oppure “Quello che voi legherete sarà legato anche nei cieli” etc.

Qui, in Tommaso, Gesù sembra dire che non c’è bisogno di intermediazione tra noi e il Padre; non c’è bisogno di una struttura religiosa per accedere al Regno. Basterebbe solo questo per capire le ragioni della difficoltà di questo Vangelo ad essere accettato da parte delle gerarchie della Chiesa di allora (San Ireneo, Concilio di Nicea: ”Quattro sono i Vangeli, né uno di più, né uno di meno”); ma anche di oggi. Solo il Cardinale Gianfranco Ravasi ne da una implicita patente di genuinità e Papa Ratzinger lo definisce, sorprendentemente per un Vangelo dichiarato apocrifo, un testo importante per conoscere le origini della Cristianità (vedi l’allegato).

Il “Vangelo secondo Tommaso”, scritto dall'apostolo “Didimo Giuda Tommaso”, non narra la vita di Gesù ma ne raccoglie i detti. La visione complessiva che emerge da questo Vangelo è che il Regno di Dio sia già presente sulla Terra e che la luce divina, presente all'interno di tutte le donne e tutti gli uomini di questo mondo, può permettere loro di vederlo e di viverlo.

Gesù non parla molto di peccato e pentimento ma di costante ricerca della Sapienza di Dio; di strenua dedizione alla Verità; di “risveglio” delle coscienze che ha trovato dormienti se non addirittura ubriache. Gesù spinge l’umanità intera a riscattarsi perché in essa dimora il divino; essa stessa ne fa parte.

Ho letto questo Vangelo tempo fa, rimanendo dubbioso su molti dei detti che mi risultavano piuttosto strani o di difficile interpretazione. Tuttavia, dopo aver letto i resoconti delle esperienze di pre-morte (raccolte nel libro “In Cielo e ritorno”) che hanno cambiato non di poco la mia prospettiva sull’aldilà, ho notato che molti di questi detti sono risultati meno criptici ed in sintonia con i resoconti di queste esperienze.

Ho quindi riportato integralmente questi “loghion” (detti), con commenti personali influenzati dalla mia precedente ricerca sulle esperienze NDE (Near Death Experience).

Poiché questi detti sono diretti ed essenziali (senza quindi spiegazioni successive da parte di Gesù come nei Vangeli Sinottici), le interpretazioni sul loro significato sono abbastanza diversificate. Tuttavia appoggiandosi alla recente critica moderna (vedi la bibliografia) il campo interpretativo si restringe di molto, analizzando più approfonditamente il contesto storico in cui sono stati composti.

Naturalmente ognuno è libero di interpretarli a suo piacimento, nel senso che il vero significato di questi detti, parole di Gesù, sgorga dal cuore e non discende dalla mente.

Dal canto mio, non essendo ovviamente uno specialista in questo campo, i miei commenti derivano dalla combinazione delle diverse interpretazioni, ma filtrate dal personale sentimento di un “uomo della strada”, che ama Gesù.


Ing. Maurizio Ammannato