Vangelo secondo Tommaso

Un prequel dei 4 Vangeli

Il "Tommaso" che compare nel titolo di questo Vangelo è probabilmente lo stesso menzionato nella Lettera di Giuda inclusa nel NT e nella parte finale del Vangelo di Giovanni. Secondo un'antica tradizione, dopo la morte di Gesù, Tommaso partì per l'Oriente, dove convertì numerose genti al cristianesimo. 

I suoi viaggi lo portarono in Siria, Mesopotamia e addirittura in India. Ancora oggi in India c'è una piccola comunità di cristiani "tommasini" localizzata a Chennai (Madras), dove sorge una cattedrale che conserva le reliquie dell’apostolo. 

Tuttavia nel quarto secolo d.C. i resti mortali dell’apostolo erano ad Edessa. Tenendo conto della particolare fortuna della figura di Tommaso in quell'area, è possibile che il Vangelo di Tommaso sia stato scritto a Edessa o comunque in Siria. 

 Dobbiamo d'altra parte ricordare che non possediamo alcuna copia né alcun frammento in siriaco di questo vangelo. Nel testo il discepolo Tommaso di cui si parla nel NT non è associato esplicitamente al Tommaso che dà il titolo al testo: si può tuttavia dedurre che si tratti dello stesso personaggio. 

 Di lui si dice davvero poco, ossia che ha messo per iscritto le parole pronunciate da Gesù. Il suo nome esatto, però, Didimo Giuda Tommaso, contiene un indizio essenziale per l'identikit del personaggio. Sia "Didimo" sia "Tommaso" (il primo in greco, il secondo in siriaco e in aramaico) significano "gemello". 

Giuda era un nome molto comune nell'ambito del giudaismo e significa "uomo giudeo", quindi il nome di questo discepolo significa, alla lettera "gemello-giudeo-gemello. Per esempio nel detto N.13 rivolto a Tommaso; “Io non sono più il tuo maestro, poiché hai bevuto e ti sei inebriato alla sorgente effervescente che io ho misurato”. 

Ovvero Tommaso è diventato il gemello di Gesù perché ha avuto la possibilità di bere alla stessa fonte della Sapienza di Dio.

Tommaso era l’ottavo apostolo e fu scelto da Filippo. In tempi successivi egli fu conosciuto come “Tommaso il dubbioso”, ma i suoi compagni apostoli non lo consideravano affatto un dubitatore cronico.


In verità la sua era un tipo di mente logica e scettica, ma egli aveva una forma di lealtà coraggiosa che impediva a coloro che lo conoscevano intimamente di considerarlo uno scettico senza interessi.

Quando Tommaso si unì agli apostoli aveva 29 anni, era sposato ed aveva quattro figli. Un tempo egli era stato carpentiere e tagliapietre, ma recentemente era divenuto pescatore e risiedeva a Tarichea, situata sulla riva occidentale del Giordano, dove esso esce dal Mare di Galilea, ed era considerato il cittadino più importante di questo piccolo villaggio.

Aveva poca istruzione, ma possedeva una mente acuta e logica ed era figlio di eccellenti genitori che vivevano a Tiberiade. Tommaso aveva la sola mente veramente analitica tra i dodici; era il vero scienziato del gruppo apostolico.

La prima parte della vita di famiglia di Tommaso era stata sfortunata; i suoi genitori non erano del tutto contenti della loro vita coniugale, e ciò si ripercosse nell’esperienza di adulto di Tommaso.

Tommaso aveva anche una tendenza al sospetto che rendeva molto difficile intendersi pacificamente con lui. Pietro fu inizialmente molto sconcertato da Tommaso, lamentandosi con suo fratello Andrea che Tommaso era “meschino, litigioso e sempre sospettoso”. Ma i suoi compagni più conobbero Tommaso, più lo amarono.

Stava perdendo rapidamente fede nei suoi simili quando si associò ai dodici ed entrò così in contatto con il carattere nobile di Gesù. Questa associazione con il Maestro cominciò subito a trasformare l’intero carattere di Tommaso e a generare grandi cambiamenti nelle sue reazioni mentali verso i suoi simili.

La grande forza di Tommaso era la sua stupenda mente analitica, unita al suo indomabile coraggio - una volta che aveva preso le sue decisioni. Il suo grande punto debole era il dubbio sospettoso, che non riuscì mai a vincere completamente in tutta la sua vita nella carne.

Nell’organizzazione dei dodici Tommaso aveva l’incarico di stabilire ed organizzare gli itinerari, ed era un abile direttore del lavoro e degli spostamenti del corpo apostolico. Egli era un buon esecutore, un eccellente uomo d’affari. Gesù godeva moltissimo della compagnia di Tommaso ed ebbe numerose lunghe conversazioni personali con lui.

La sua presenza tra gli apostoli era un grande conforto per tutti gli scettici onesti ed incoraggiò molte menti turbate ad entrare nel regno, anche se non riuscivano a comprendere interamente tutti gli aspetti spirituali e filosofici degli insegnamenti di Gesù. L’ammissione di Tommaso tra i dodici fu una decisione di Gesù; gli altri apostoli amavano Gesù a causa della sua ricca personalità, ma Tommaso lo amava per il suo carattere equilibrato.

Tommaso ammirava in Gesù l’essere così amorevolmente misericordioso eppure così inflessibilmente giusto ed equo; così fermo, ma mai ostinato; così calmo, ma mai indifferente; così premuroso e così compassionevole, ma mai importuno e prepotente; così forte ed allo stesso tempo così gentile; così positivo, ma mai brutale o rude; così dolce, ma mai esitante; così puro ed innocente, ma allo stesso tempo così virile, energico e vigoroso; così veramente coraggioso, ma mai avventato o temerario; così amante della natura, ma così libero da ogni tendenza a riverire la natura; così pieno di umorismo e di allegria, ma così scevro da leggerezza e frivolezza.

Era questa incomparabile simmetria di personalità che affascinava tanto Tommaso. Probabilmente godeva della più alta comprensione intellettuale e valutazione della personalità di Gesù rispetto a qualunque dei dodici.

Nei consigli dei dodici Tommaso era sempre prudente, perorando in primo luogo una politica di sicurezza, ma se il suo conservatorismo era respinto o superato, egli era sempre il primo a lanciarsi intrepidamente nell’esecuzione del programma concordato.

Non portava rancore e non era suscettibile. Più e più volte si oppose a che Gesù si esponesse al pericolo, ma quando il Maestro decideva di prendere tali rischi, era sempre Tommaso che radunava gli apostoli con le sue parole coraggiose: “Venite, fratelli, andiamo a morire con lui”.

Per quanto riguardava il coraggio fisico personale, Tommaso era uno dei più coraggiosi fra i dodici. Passò dei giorni molto brutti; a volte era triste e abbattuto. La perdita della sorella gemella quando aveva nove anni gli aveva procurato molto dispiacere in gioventù ed aveva accresciuto i problemi caratteriali della sua vita successiva.

Qualunque cosa accadesse nella sua vita emotiva, Tommaso continuava fermamente ad essere un apostolo. Quando giungeva effettivamente il momento di farsi avanti, era sempre Tommaso che diceva: “Andiamo!”

Tommaso è il più grande esempio di un essere umano che ha dei dubbi, che li affronta e che li vince. Aveva una grande mente; non era un critico cavilloso. Era un pensatore logico; era la prova del fuoco per Gesù e per i suoi compagni apostoli.

Se Gesù e la sua opera non fossero stati autentici, Tommaso non sarebbe rimasto con Gesù dall’inizio alla fine. Aveva un senso acuto e sicuro dei fatti. Al primo apparire di frode o d’inganno Tommaso li avrebbe abbandonati tutti. Si può non comprendere pienamente tutto su Gesù e sulla sua opera sulla terra, ma Tommaso ha vissuto e lavorato a lungo con il Maestro e con i suoi discepoli. Ha visto tutto, ha partecipato a tutto, ha udito tutto; lui un uomo che aveva una mente razionale e scientifica - Tommaso Didimo il Gemello - ed egli credette in Gesù di Nazareth.

Tommaso attraversò dei momenti difficili durante i giorni del giudizio e della crocifissione. Fu per un certo periodo al colmo della disperazione, ma riprese coraggio, rimase unito agli apostoli, ed era presente con loro ad accogliere Gesù presso il Mare di Galilea.

Per un momento cedette al dubbio, ma ritrovò alla fine la sua fede ed il suo coraggio. Diede saggi consigli agli apostoli dopo la Pentecoste, e quando le persecuzioni dispersero i credenti andò in Siria, a Cipro, a Creta, sulla costa del Nord Africa ed in Sicilia, predicando la buona novella del regno e battezzando i credenti.

E Tommaso continuò a predicare e a battezzare fino a quando fu catturato dai soldati del governo romano e fu messo a morte a Malta. Proprio alcune settimane prima della sua morte, aveva cominciato a scrivere gli insegnamenti di Gesù.