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Tornando in Galilea, Gesù incontrò una grande folla che lo aspetta in attesa dei suoi insegnamenti. Gli chiesero quale fosse, tra tutti, l’insegnamento più grande e Gesù rispose: “In verità in verità vi dico che il comandamento più grande è quello di amarvi l’un l’altro come io vi ho amato”.
Tra la folla erano presenti anche dei Sacerdoti del Tempio che rivolgendosi a Gesù chiesero: “Rabbi, anche noi insegniamo l’amore così come fecero i nostri Padri. In che cosa si differenzia il tuo nuovo comandamento? Puoi darci un esempio di questo amore che tu vai predicando?”.
Gesù, leggendo i loro cuori, rispose: “Il perdono è un esempio di amore. Chi perdona il fratello che sbaglia opera bene e non torna indietro nella valle della Geenna, ma chi perdona di cuore è sulla dritta strada, la strada che porta al Regno del Padre”.
Alla sera, incamminandosi verso il lago di Tiberiade, i Discepoli discutevano su quello che Gesù aveva detto la mattina alla folla e ai Sacerdoti del Tempio, interrogandosi sul vero significato del perdono di cuore. Gesù allora li chiamò a sé più vicino e, continuando a camminare, raccontò loro questa storia.
“C’era un padre con due figli che aveva un grande campo, diviso da un fiume che forniva acqua in grande quantità e rendeva la terra fertile con abbondanti raccolti durante tutto il periodo dell’anno. Il primogenito era di indole gentile e lavorava la terra molte ore al giorno, governava il gregge e curava l’orto che produceva ogni genere di frutta e verdura. Il fratello minore, invidioso del fratello maggiore, cercava ogni occasione per metterlo in contrasto e in cattiva luce col padre.
Passando un giorno dei mercanti, il fratello minore vendette di nascosto metà delle greggi del padre e ne addossò la scomparsa all’incuria del fratello maggiore. Grande fu la sorpresa e la rabbia del primogenito quando si accorse della malafede del fratello minore e da quel giorno cominciarono a litigare di continuo.
Il padre, preso dalla disperazione, non trovò altro modo, per far cessare i litigi, che dividere la sua proprietà in due, quella a sinistra del fiume al fratello minore e quella alla destra al primogenito. Il ponte che univa le due sponde fu abbattuto e da quel giorno tutto si acquietò, ognuno nel proprio campo. Ma grande era la pena del padre che, prima di morire chiamò i suoi due figli e disse loro:”Figli miei, sarò in pace quando il fiume vi unirà di nuovo invece che dividervi “.
Passarono parecchi anni e i due fratelli continuarono ognuno per la propria strada senza mai incontrarsi. Ognuno col proprio peso nel cuore ma senza il coraggio di guardare dall’altra parte del fiume. Un giorno il primogenito, oppresso dal dolore, vide il fratello sull’altra sponda e improvvisamente gli disse :” Fratello tu sei dello stesso mio sangue e delle stesse mie ossa. Io ti perdono per tutto quello che ho subito e ti supplico di tornare amici e fratelli come prima.”
Il fratello minore fu sorpreso da questo parlare, gli fece un cenno di assenso e continuò il suo lavoro. Passarono altri anni ma poco cambiò da quel giorno in cui il primogenito perdonò il fratello. E di questo non se ne dava ragione. Il dolore e la tristezza si impadronì di lui fino a ché non gli tornarono in mente le parole del padre, in punto di morte. Allora corse al fiume, lo attraversò nonostante fosse periodo di piena, corse dal fratello e lo abbracciò. Senza nulla dire, senza nulla chiedere”.
Gesù tacque un momento e aggiunse : “In verità in verità vi dico che è più facile perdonare con la mente che con il cuore. Il perdono di cuore vi fa uscire dal vostro piccolo campo di là del fiume; iI perdono di cuore vi fa uscire dal piccolo campo che è dentro di voi per incontrare, comprendere e perdonare le miserie del mondo che appartengono a tutti; il perdono di cuore vi permette di entrare in un altro campo, ben più grande, nella terra fertile dell' amore che è il dolce terreno del Padre Mio”.