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Dopo che Gesù aveva parlato alle folle ed indicato, col Padre Nostro, con quali parole rivolgersi al Padre nei Cieli, gli Apostoli si interrogavano sul reale significato di questa nuova preghiera. Giovanni allora si avvicinò a Gesù e gli domandò: “Maestro, quale è il vero significato di quello che hai detto? Ognuno di noi può rivolgersi al Padre direttamente per le proprie necessità? È questa la Buona Novella che dobbiamo testimoniare?”.

Gesù si volse verso Giovanni, chiamò a raccolta tutti i Discepoli e raccontò questa storia: “Un bambino fu concepito nel grembo materno e crebbe di giorno in giorno. La madre lo sentiva crescere in pace e serenità e se ne compiaceva. Il bambino aveva tutto quello di cui aveva bisogno. Non mancava di nulla. Poteva mangiare e bere, muoversi e ascoltare i suoni che arrivavano attraverso il grembo materno. Non desiderava altro che rimanere in quella situazione di pace, di serenità, in stretta unione con chi lo aveva generato. Tuttavia il padre e la madre non vedevano l’ora di poterlo osservare nelle sue forme reali, di sentirlo parlare, di tenerlo stretto al proprio petto, di vedere il bambino muoversi tra i doni che gli avevano preparato e gioire della sua meraviglia. 

Così gli donarono la seconda vita. Il bimbo nacque e crebbe tra l’amore del padre e della madre. Fu una vita più difficile della prima ma piena di nuove scoperte, di nuove amicizie, di nuova vita. Il padre e la madre lo accudirono, gli insegnarono i fondamenti della vita, il bene ed il male, il bello ed il brutto, tutto ciò che gli serviva per crescere in bontà e sapienza. Il padre e la madre si compiacquero del proprio figlio. Arrivato alla piena maturità, al figlio non mancava niente di cui avesse bisogno; era ricoperto di belle vesti, abitava in una bella casa, accudito amorevolmente dai propri genitori. Ma il padre e la madre si domandarono se non fosse di nuovo giunto il momento di inviare il proprio figlio in mezzo al mondo, non più ragazzo ancora bisognoso di insegnamenti e di protezione, ma uomo maturo, indipendente, con gli insegnamenti impressi nel cuore, in grado di affrontare con serenità e sicurezza le difficoltà ma anche le sfide e le bellezze di una vita vera. 

Così gli donarono la terza vita, gli diedero gli ultimi consigli, lo riempirono di doni, lo baciarono amorevolmente e lo lasciarono andare verso il proprio destino. Il padre e la madre si ritirarono nella loro casa e si compiacquero del proprio figlio”.

Gesù tacque e si mise a disegnare sulla terra con un bastoncino di ulivo. I discepoli si guardarono l’un con l’altro non sapendo come interpretare quello che Gesù aveva appena loro detto rispetto alla domanda posta da Giovanni. Allora Giovanni si fece coraggio e chiese : “Maestro, cosa vuoi dire con questo racconto, che ognuno di noi ha tre vite? È questa la Buona Novella?

Gesù rialzò il capo e disse: “Giovanni, tu mi hai chiesto il significato della preghiera che ognuno di voi può rivolgere direttamente al Padre Celeste, e ti ho risposto. In verità, in verità vi dico che la storia degli uomini è come la storia che vi ho appena raccontato. La prima vita rappresenta l’inizio dell’umanità, avvolta dall’amore di Dio nel Primo Paradiso, un paradiso bellissimo, senza dolori, senza pensieri ma anche senza la pienezza della vita. La seconda vita è la vita dell’umanità che avanza con fatica verso la sapienza e la verità, sostenuta dall’amore del Padre che le ha mandato la Legge per indicare la via, ammonire e correggere. Io sono venuto per annunciarvi la terza vita, la vita che non ha bisogno di ammonimenti perché ora la nuova legge è dentro di voi, è per tutti i figli di Dio, una nuova e unica legge che è la legge dell’amore fraterno e universale. Io sono venuto per annunciarvi che siete diventati adulti; sono venuto non per abolire le leggi, ma per superarle, tutte, con l’unica legge che è stata impressa indelebilmente nel vostro cuore.

Questa Giovanni è la Buona Novella, che il Padre vi ha liberato, attraverso me, da ogni catena, passata e futura, che vi riconosce come propri figli legittimi che possono rivolgersi direttamente a Lui chiamandolo per Nome e che a questi figli, non più bambini bisognosi di cure, affida il completamento del Suo progetto, il Paradiso Celeste.”