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Mentre erano a Cafarnao, Gesù parlava ai discepoli del Padre e del Suo regno. Filippo improvvisamente gli chiese chi fosse veramente lui, Gesù; e Gesù gli rispose : “Filippo, non hai ancora capito? Chi vede me vede il Padre, chi vede il Padre vede me”.
Raccolse allora più vicino i suoi discepoli e raccontò loro questa storia. “C’erano tre Re, forti e potenti. Il primo Re ebbe un figlio unico e lo curò amorevolmente fin dalla nascita. Non gli fece mai mancare nulla e lo circondò di uomini sapienti affinché gli insegnassero le arti e le scienze. Anche quando fu giovinetto non gli fece mai mancare nulla, anzi riempì il palazzo di giocolieri e di spettacoli affinché il figlio si compiacesse e non avesse bisogno di altri desideri. Il Re infatti aveva paura che il figlio desiderasse di uscire e si addentrasse nei pericoli della città vicina. Il Re si compiacque di vederlo crescere amorevolmente sotto i suoi occhi.
Il secondo Re ebbe anche lui un figlio unico e lo amò teneramente fin dalla nascita. Curò la sua crescita e la sua educazione. Intorno al lui c’erano i migliori sapienti e dottori e crebbe forte e saggio. Raggiunta la maggiore età, il padre, sebbene molto a malincuore, gli disse che era ormai pronto per affrontare il suo destino lì, appena fuori le porte del palazzo. Lo amò a tal punto che, per renderlo più forte, gli tolse il sigillo reale, ogni possibile segno che lo ponesse in vantaggio nei confronti degli altri. Lo baciò, trattenne a stento il dolore nel suo petto e lo salutò sperando di poterlo un giorno rivedere.
Il terzo Re si comportò come il secondo Re, ma per essere sicuro che il figlio non avesse proprio alcun vantaggio, fece in modo che il male che avrebbe dovuto affrontare fosse suadente come il bene e la malvagità dolce come la bontà, affinché la scelta tra l’uno e l’altro fosse una vera, reale e libera scelta. Tuttavia, avendo tutto ciò ben predisposto, trascorso un po’ di tempo dopo la partenza del figlio, dal troppo amore che gli percuoteva il cuore, si travestì da povero mendicante ed uscì dal palazzo, si confuse tra la gente alla ricerca del figlio per condividere le sue gioie e le sue vittorie ma anche le sue difficoltà e le sue sconfitte; da molto vicino, ma senza farsi mai riconoscere”.
Ora chi dei tre Re è più vicino al Padre mio? Il primo Re amò sinceramente il proprio figlio ma, volendolo sempre avere con sé nel palazzo, non lo fece diventare mai un vero uomo, libero di affrontare la propria vita e diventare un giorno forte e saggio come il padre.
Il secondo Re preparò il figlio con amore, educandolo sul bene e sul male e, come segno di grande amore, lo lasciò libero di combattere la propria battaglia. Lo spogliò di ogni privilegio perché affrontasse da pari a pari le vicende della vita.
Il terzo Re è il Re dell’ immenso amore. E’ il Re che prima prepara il figlio, lo accudisce per renderlo forte e sicuro, lo invia senza privilegi nel mondo e, perché nelle scelte di ogni giorno fosse veramente libero, potesse pienamente godere della libertà che è il frutto più bello dell’amore, il Re fece in modo che il male e il bene, la malvagità e la bontà avessero lo stesso peso sulla sua bilancia. Ma è un Re che non abbandona, che segue il figlio da vicino e ne condivide non le gioie e le sicurezze del palazzo, ma le difficoltà, le miserie e le esaltazioni della vita reale.
In verità vi dico che voi tutti siete i figli del terzo Re, inviati nel mondo senza vantaggi, liberi di fare ogni volta la vostra libera scelta, ma con nel cuore il sigillo della appartenenza al Suo Regno; e che il terzo Re è il Padre mio; Re che si è fatto uomo tra gli uomini, umile tra gli umili, per amarvi da vicino, per compiacersi della vostra bontà e per condividere le vostre sconfitte e le vostre sofferenze; un Re Creatore che si è fatto Creatura per l’immenso amore che porta ai propri figli.