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Ad inizio aprile è stato pubblicato il report del Pew Research Center sulla proiezione della diffusione della religione fino all’anno 2050. I principali dati rilevati sono che nel corso dei prossimi quattro decenni, tenendo ovviamente conto dell’aumento del numero di abitanti della terra, il cristianesimo resterà il più grande gruppo religioso del mondo (crescita del 35%) anche se si prospetta una veloce crescita dell’islam che arriverà più o meno allo stesso grado di diffusione. Ciò significa che entro il 2050, più di 6 persone su 10 sulla Terra saranno cristiane o musulmani.
Per quanto riguarda atei, agnostici e non affiliati il loro aumento è previsto soltanto in paesi come Stati Uniti e Francia ma si assisterà in generale ad un loro progressivo «declino nella quota della popolazione totale del mondo». La popolazione non credente, infatti è proiettata a ridursi in percentuale rispetto alla popolazione mondiale, passando dal 16% attuale al 13% di non credenti nel 2050. Si legge anche: «Con l’eccezione dei buddisti, tutti i principali gruppi religiosi del mondo avranno una certa crescita in numeri assoluti nei prossimi decenni».
Studio Gallup
Un secondo studio pubblicato è quello del Gallup il quale ha rilevato che oggi più di 6 persone su 10 nel mondo affermano di essere religiose (gli atei convinti sono l’11%). La Cina è il paese meno religioso (61% di atei), seguito da Hong Kong (34%), Giappone (31%), Repubblica Ceca (30%), e Spagna (20%). Per quanto riguarda il rapporto tra fede e sesso, età, reddito e istruzione è stato rilevato che i giovani (sotto i 34) tendono a essere più religiosi (circa il 66% contro circa il 60% degli altri gruppi di età). Tanto che Jean-Marc Leger, presidente del WIN/Gallup International Association, ha affermato: «Con la tendenza di una gioventù sempre più religiosa a livello globale, si può supporre che il numero di persone che si considerano religiose potrà soltanto continuare ad aumentare». Le persone religiose sono la maggioranza in tutti i livelli di istruzione, in particolare si dichiarano religiosi il 64% di coloro che hanno un master post-universitario e il 60% dei laureati all’università. Per quanto riguarda il reddito, “soltanto” il 50% di coloro che percepiscono un reddito alto si dichiara religioso (contro il 70% di chi ha un reddito basso).
Annuario Pontificio 2015
Boom del cristianesimo nel mondo, gli atei sono in calo
Rispetto ai 2,3 miliardi di cristiani del mondo, vi sono 1,6 miliardi di musulmani, 951 milioni di indù, 468 milioni di buddisti, 458 milioni di cinesi che praticano culti popolari, e 137 milioni di atei, il cui numero è diminuito negli ultimi dieci anni e diminuirà ancora di più nel corso degli anni (cfr. Ultimissima 5/7/10). In questo 2011 avremo una media di 80 mila nuovi cristiani al giorno (31 mila saranno cattolici) e 79 mila nuovi musulmani, ma meno di 300 atei ogni 24 ore. L’Africa ha dimostrato di essere l’area più sorprendente dal punto di vista della crescita cristiana nel secolo scorso (da 8,7 milioni nel 1900 a 475 milioni di oggi e 670 milioni entro il 2025). Oltre a fornire altri numeri di rilievo secondario vengono date risposte agli studi sulla scomparsa del cristianesimo, il quale può dirsi in calo nell’Europa occidentale, ma si colloca in una curva a crescita esponenziale che impressiona in altre parti del mondo, compresa la più difficile delle regioni per l’evangelizzazione cristiana, l’Asia. Infatti, continua l’articolo, il continuo aumento del cristianesimo rispetto al declino dell’ateismo (in numeri assoluti e considerando gli atei come percentuale sul totale della popolazione mondiale) suggerisce la possibilità che la dimensione caustica del nuovo ateismo, potrebbe avere a che fare con un timore preciso di alcuni atei, di per sé scaltri: stanno perdendo e il tempo sta avanzando. È improbabile che una notizia del genere si possa apprendere dai media tradizionali. In ogni caso ci sono i numeri.