Vangelo di Gamaliele
Il Vangelo di Gamaliele è un Vangelo non canonico con attribuzione pseudoepigrafa a Gamaliele, stimato maestro ebreo del I secolo. Datato al IV secolo, è scritto in copto, forse una rielaborazione di materiale greco precedente. Descrive gli eventi della domenica di Pasqua successivi alla risurrezione di Gesù ed esalta la figura di Ponzio Pilato e sua moglie Procla, che prendono in consegna la Sindone. Come gli altri Vangeli della passione, il Vangelo di Gamaliele è all'origine dell'esaltazione cristiana di Pilato e sua moglie Procla, considerati santi dalle chiese greco-ortodossa e copta. I due, non solo appaiono come due amici di Gesù, ma prendono anche in consegna le bende in cui era stato sepolto il Signore. Dopo la condanna a morte, infatti, Pilato riceve l'apparizione di Gesù che lo invita a convertirsi e a recarsi al sepolcro per testimoniare la Resurrezione.
Gamaliele era un rabbino ebreo antico del I secolo. Si hanno poche notizie sulla sua vita. Si sa che apparteneva alla corrente dei Farisei, ma era molto stimato anche dalle altre correnti religiose per la sua saggezza e condotta di vita. Un giudeo prima del 200 disse di lui: "Quando morì Rabbàn Gamali'èl ha-Zaqèn scomparve l'onore della Torà e sparirono la purezza e il distacco dalla materialità". È citato due volte nel libro degli Atti degli Apostoli. Nel primo episodio, mentre il Sinedrio processa gli apostoli a causa della loro predicazione in nome di Gesù, Gamaliele interviene in loro favore, citando anche l'esempio del ribelle Teuda, e ne ottiene la liberazione.
Non appare dal racconto che Gamaliele appoggiasse la dottrina di Gesù; ma piuttosto egli credette che non costituissero un pericolo e che fosse meglio lasciarli liberi di predicare la loro fede: «Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!» La seconda citazione è indiretta: Paolo di Tarso, minacciato di morte da un tumulto popolare ispirato dai capi giudei, parla in propria difesa e inizia ricordando di essere cresciuto a Gerusalemme e di essere stato allievo della scuola di Gamaliele.
TRISTEZZA DI MARIA
Ma quando la Vergine ebbe posto fine alla sua lamentazione per il rinnegamento di Pietro, fece venire Giovanni. Giunse piangendo e piangendo le andò incontro, ed entrambi, la Vergine e Giovanni, si sedettero, piangendo insieme Gesù. Dopo, disse Giovanni alla Vergine: "O madre mia, non piangere perché Pietro ha rinnegato il nostro Signore. Su di lui non grava l'accusa che grava su Giuda, che l'ha tradito. Durante la Cena con il mio Maestro ho udito Pietro che gli diceva: "Lungi da te, mio Signore e Dio! Non ti rinnegherò in eterno, per me sarebbe meglio morire piuttosto! Non ti accada mai niente di simile! Da parte mia, sacrificherò a te la mia vita".
Allora, per la prima volta, udii per tre volte il mio Signore esprimere il suo biasimo a Pietro. Gli disse: "Indietro, Satana! Tu hai destato il mio risentimento non avendo tenuto conto di ciò che è di Dio ma solo di ciò che è degli uomini". Ora però, mia signora e madre, non piangere sul padre Pietro, poiché il suo rinnegamento sarà il pentimento dei peccatori. Egli stesso ha smentito la sua parola, e ha dovuto credere alla parola del Signore". Ma c'erano là delle donne: Giovanna, moglie di Chusa, Maria Maddalena e Salome. Esse abbracciarono la Vergine nostra signora e la sostennero. Un lamento interiore serpeggiava nella cerchia di tutte queste sante donne, che piangevano con commoventi parole. Altre donne ebree, che ne udivano il pianto, la ingiuriavano dicendo: "È giunta per noi oggi la vendetta contro di te e contro tuo figlio. Per colpa tua il nostro grembo rimase senza figlio, due anni dopo che tu lo generasti".
CONGIURA CONTRO GESÙ E PILATO
E i capi degli Ebrei là presenti, come pure i soldati di Erode indurivano il loro cuore e lo volevano uccidere. Avevano infatti informato Erode che Pilato e molti tra il popolo erano ben disposti verso Gesù. Essi avevano detto: "Quando noi ci faremo avanti per metterlo sulla croce, la folla si ribellerà contro di noi e, su incitamento di Pilato, lo libererà dalle nostre mani. Mandaci perciò subito il tuo ordine e il tuo esercito, per crocifiggerlo". Gli Ebrei gli avevano fatto molti regali, affinché egli mandasse loro la sua forza e i suoi soldati. Per questo in quei giorni Pilato non era uscito con loro affinché non si giungesse a uno scontro tra lui e gli Ebrei. Pilato e sua moglie amavano infatti Gesù come se stessi. Egli lo aveva fatto flagellare, per compiacere i cattivi Ebrei, e perché il loro cuore si disponesse più favorevolmente e lo lasciassero andare senza condannarlo a morte. Anche se Pilato avesse saputo che avrebbero appeso alla croce lui con la moglie e i figli qualora non lo avesse consegnato a loro e non lo avesse dato a morte, mai avrebbe teso la mano contro di lui. Con l'inganno avevano fatto credere a Pilato: "Se tu punirai quest'uomo ostinato, sicché non guarisca più alcuno nel giorno di sabato, noi, dopo, non ci occuperemo più di lui e lo ripudieremo". In séguito a questa ingannevole messinscena Pilato lo fece flagellare: credeva che le loro affermazioni fossero veritiere.
MORTE DI GESÙ
Quando la voce tacque, quando egli, appeso al legno della croce, rese la sua anima, tutta la città fu sconvolta da scosse della terra, da segni e da miracoli che avvenivano lassù, in cielo. Quando la Vergine vide che la terra tremava e l'oscurità si diffondeva su tutta la città, esclamò ad alta voce, dicendo: "Questi miracoli che stanno accadendo annunciano la morte di mio figlio!". E mentre così parlava, ritornò Giovanni, si fermò vicino a lei e pianse. La Vergine gli domandò: "Giovanni, mio figlio è proprio morto sulla croce?". Egli piegò la testa e le disse: "Sì, madre mia, è morto!". Tutto ciò avveniva mentre Cristo era appeso alla croce. Il capitano credette e disse: "Quest'uomo, in verità, era figlio di Dio!". Fece questa confessione in séguito a quei segni miracolosi. Tutto il popolo dei fedeli lo pianse all'unanimità mentre era ancora sulla croce.
DOLORE DI PILATO
Pilato fece chiamare il capitano, che era andato da Erode per la crocifissione, lo condusse a casa sua e gli disse: "Tu hai ben visto, fratello, ciò che Erode e gli Ebrei hanno commesso contro quest'uomo giusto. Lo hanno posto ingiustamente sulla croce, così che sulla terra è accaduto tutto ciò. Ti dico in verità, fratello, che tutte queste cose inique io non le ho volute, ma furono istigate da Erode. Io lo volevo liberare affinché non fosse ucciso. Quando però mi accorsi che ciò dispiaceva ad Erode, lo consegnai agli altri Ebrei perché lo crocifiggessero. Ed ora rifletti: cosa possiamo offrire a Dio in cambio di suo figlio, che abbiamo fatto uccidere?". Il capitano, il lanciere e Pilato piansero amaramente, dicendo: "Il suo sangue sia su Erode e sul sommo sacerdote".
I CAPI DEGLI EBREI CONVOCATI DA PILATO
Allora Pilato convocò i capi dei sacerdoti, Anna e Caifa, e li fece condurre alla sinagoga. Pilato disse loro: "Voi lupi e volpi, avete bevuto il suo sangue nella iniquità! Guardate ora la morte del Nazareno sull'albero della croce! Il suo sangue ricada su voi e sui vostri figli!". Quelli però si impettirono e dissero arroganti: "Per mille generazioni il sangue di questo rinnegato ricada su noi e sui nostri figli!". Pilato disse: "Or dunque, dopo tutti questi segni miracolosi, che si sono manifestati in cielo e sulla terra, non avete timore e non tremate come tutto il popolo?". Ma essi gli risposero: "Perché dovremmo temere? Come vedi ci siamo attenuti alla legge". E Pilato disse: "Avete osservato la legge dell'inganno fino alla fine, ma questa non è legge! Tu ti fai chiamare sommo sacerdote, ma ecco che i tuoi abiti sono stracciati! La legge però dice: Quando il sommo sacerdote ha l'abito stracciato, è decaduto dalla sua funzione sacerdotale".
Ma il sommo sacerdote rispose: "Ho l'abito stracciato perché quello ha preso a bestemmiare ed ha bestemmiato contro Dio e contro la legge". Pilato gli disse: "Per questo motivo io ti proibisco di entrare d'ora in poi nel tempio come sommo sacerdote; solo come laico (entrerai). E se qualcuno mi riferirà che tu sei entrato, io ti farò decapitare". Ma egli gli rispose dicendo: "Quale tra i governatori che ti hanno preceduto fin dai primissimi tempi ha mai proibito al sommo sacerdote l'ingresso nel tempio?". Egli disse ciò confidando sulla potenza di Erode. Pilato gli rispose: "Ma ora, dopo aver visto tutti questi segni miracolosi il tuo cuore è ancora incredulo come tutto il popolo?".
E Caifa, che era stato nominato capo dei sacerdoti, disse a Pilato: "Non è molto tempo che sei stato insediato in questa città e non comprendi da dove hanno origine questi segni miracolosi, e come vengono compiuti. Questa è infatti la stagione dell'erba, il Magabit, in cui il sole e la luna si girano. In questo periodo i maghi rendono la luna come il sangue e con la potenza della loro arte magica rubano lo splendore del sole, indagano sugli avvenimenti di coloro che hanno il libero arbitrio e sulla produzione del raccolto del grano, del vino e dell'olio". Caifa, dunque, parlò in modo subdolo. Ma Pilato si alzò dalla sua sedia, colpì la sua pelle rugosa, strappò la barba dalle sue guance, e lo frustò, dicendo: "Con il tuo odio vuoi portare l'ira sulla terra!". Anche il capitano e i soldati bastonavano questo sommo sacerdote dicendo: "Tu sei più degno della morte che della vita". E, dopo averlo concordemente punito, Pilato e il capitano lo fecero gettare in prigione e si accordarono per consegnarlo all'imperatore.
SEPOLTURA DI GESÙ
Dopo, Pilato si rivolse al capitano e gli domandò: "Come si concilia con il decoro il lasciare questo cadavere appeso all'albero della croce?". Il capitano rispose a Pilato: "Governatore, tu hai il pieno potere di agire a tuo piacimento". Pilato replicò: "È nostra volontà toglierlo dalla croce e affidarlo in custodia a un fedele fino al terzo giorno. Egli ha risvegliato molti morti tra il popolo e con ogni probabilità risusciterà". Ma quando Pilato parlò in questo senso, tutti i capi degli Ebrei cominciarono a gridare dicendo: "Non è legale che un morto venga ricoverato presso un vivente; il soggiorno dei morti è la tomba!". Questo dissero i capi degli Ebrei a Pilato. Nel frattempo venne da Pilato Giuseppe da Arimatea, e chiese di potere tirare giù dalla croce il cadavere di Gesù. Pilato ne fu contento e diede ordine di consegnarglielo. Gli Ebrei però lo seguirono con le guardie. Giuseppe allora lo tirò giù dalla croce ed egli stesso, insieme a Nicodemo, lo avvolse. Gli Ebrei furono assai scontenti di ciò e cominciarono a questionare con loro; essi infatti non volevano che fosse tolto dall'albero della croce, ma che lo si lasciasse sul legno insieme ai ladroni. Prima infatti egli aveva parlato della sua risurrezione.
CUSTODIA AL SEPOLCRO
Quelli intanto lo avvolgevano con cura, insieme a spezie e mirra, in un panno di lino nuovo, che non era mai stato usato per nessuno. Anche la tomba era nuova; nessun cadavere umano vi era mai stato seppellito, poiché era stata scavata in una grotta appositamente per Giuseppe, il proprietario del giardino. Lo posero dunque là dentro e presero tutte le precauzioni, dicendo: "Staremo a vedere fino al terzo giorno". E dopo che Gesù fu posto nella tomba, gli Ebrei si radunarono da Pilato dicendo: "Anche tu sai che è sabato. Non si sarebbe dovuto togliere questo cadavere dalla croce fin quando non avessimo potuto accertarci della sua potenza". Ma Pilato disse loro: "Popolo maledetto, non avete visto finora la sua potenza, tutti i suoi miracoli in cielo e il terremoto alla sua morte?".
Quelli sviarono il discorso e pretesero quattro soldati come testimoni: due di Erode e due del capitano. Diedero loro ciò che richiedevano e li mandarono presso la tomba, a far la guardia fino al terzo giorno. Anche il capitano rimase a Gerusalemme fino al terzo giorno, per vedere il miracolo, dicendo: "Se Gesù risorgerà dai morti, come è stato annunziato, allora non dovrò più preoccuparmi della potenza di Erode". Dopo tutto ciò, Giovanni ritornò di corsa dalla Vergine e le disse: "Guarda, hanno posto tuo figlio, il mio Signore, in una tomba nuova, su di lui è stato steso un sudario nuovo, e lo hanno sepolto con molte spezie e abbondante mirra".
La Vergine gli domandò: "Chi ha dimostrato tanta benevolenza verso mio figlio?". Egli le riferì che erano state due persone autorevoli: Giuseppe e Nicodemo. Giovanni le parlò affettuosamente, dicendole: "Cessa ora il tuo pianto, poiché quelli l'hanno preparato per la sepoltura, come si conviene, con aromi e fumo d'incenso e con nuovi panni di lino. Anche la tomba, in cui lo hanno seppellito, è nuova e là vicino vi è un giardino". Ma la Vergine gli rispose piangendo: "Anche se la tomba di mio figlio fosse l'Arca di Noè, io non ne riceverei consolazione alcuna, se non vedo la sua tomba per versarvi sopra le mie lacrime". Giovanni le rispose, dicendo: "Come possiamo andarci? Davanti alla tomba stanno quattro soldati dell'esercito del governatore". La Vergine dovette pazientare per quella notte e per il giorno successivo lamentandosi e piangendo la morte del figlio, e non si mise in cammino fino alla domenica mattina.
ACCORDO TRA LE GUARDIE E LE AUTORITÀ EBRAICHE
Ma i soldati ai quali il governatore aveva affidato la custodia si erano segretamente accordati con i capi degli Ebrei, senza che né il governatore, né il capitano lo sapessero. Avevano detto loro: "Attenti dunque! Se questo falso maestro dovesse risorgere, a causa dei miracoli che si sono verificati alla sua morte in croce - se egli dunque risorgesse dai morti - se si avverasse proprio questo – voi verrete immediatamente da noi, senza che il governatore ne sappia nulla, e vi daremo una grossa mancia e un mucchio di argento, affinché questa cosa venga tenuta segreta al governatore". In questo senso gli Ebrei si erano accordati con i soldati, prima che si recassero alla tomba.
Quando egli risorse, nel momento stesso della risurrezione, avvenne un terremoto; e prima dell'alba i soldati spaventati e tremanti scapparono in città. Essi però si ricordarono dell'inganno concordato con gli Ebrei e, nella notte, si recarono subito da loro, senza farlo sapere al governatore. Portarono loro la notizia che il Nazareno era risorto dai morti, come egli stesso aveva detto. Gli Ebrei si affrettarono a riferire ai capi dei sacerdoti quello che i soldati avevano loro comunicato: Gesù era risorto dai morti!
Allora essi gridarono dicendo: "Oggi, o Ebrei, guai alla nostra vita! Poiché questo è un giorno infausto, peggiore del giorno nel quale fu crocifisso. Cosa faremo quando il governatore e il capitano sapranno che egli è risorto dai morti? Ma prima di tutto però dobbiamo renderci conto di che cosa è avvenuto". Si recarono di corsa al sepolcro, ma non vi trovarono il corpo di Gesù. Si spaventarono molto e si strapparono le vesti. Ai quattro soldati diedero molto denaro, dicendo: "Non raccontate a nessuno che è risorto!". Ma in cuor loro pensavano: si mostrerà egli ora a tutto il popolo? E di questo discussero fra di loro dividendosi in piccoli gruppi.
MARIA AL SEPOLCRO
La Vergine non si lasciò trattenere e la domenica, di buon mattino, si recò alla tomba. Giunta di corsa alla tomba, si guardò intorno e fissò lo sguardo sulla pietra: era stata rotolata dalla tomba. Allora esclamò: "Questo miracolo è avvenuto in favore di mio figlio. Ora mi domando con apprensione chi mai ha rotolato questa pietra dall'ingresso della tomba". Si sporse in avanti nell'ingresso della tomba, ma non vide il corpo del figlio. Quando spuntò il giorno, mentre il suo cuore era abbattuto e triste, dalla destra dell'ingresso penetrò nella tomba un profumo aromatico: pareva il diffondersi del profumo dell'albero della vita. La Vergine si voltò e in piedi, presso un cespuglio di incenso, vide Dio vestito con uno splendido abito di porpora celeste. Egli le disse: "Donna, perché piangi e ti lamenti così triste su di una tomba che non ha alcun cadavere?". Gli rispose: "È proprio questo, Signore, che mi rende triste! Non trovo nella tomba il cadavere del mio figlio diletto per piangerlo e consolare così la mia tristezza".
Gesù le rispose: "Non sei ancora stanca di piangere e lamentarti dall'inizio fino ad ora? Tu hai pianto a lungo su di una tomba vuota. Qualora tu avessi trovato il cadavere di tuo figlio, i lamenti e le lacrime non avrebbero avuto fine". ei rispose: "Se l'avessi trovato, o mio signore, ne avrei tratto almeno un po' di conforto". Gesù le disse: "Non è affatto vero! Se tu l'avessi trovato morto non avresti avuto alcuna consolazione dalla visione del suo fianco trafitto da una lancia, delle sue mani ferite, dei segni dei chiodi e del suo corpo macchiato di sangue".
GESÙ CONSOLA LA MADRE
"Consolati, donna. Per te infatti è stato meglio non averlo visto morto e non esserti rattristata Quale conforto avresti avuto nel vederlo ancora vivo appeso alla croce, e quale dolore avresti provato mentre il tuo cuore ardeva come fuoco! Ora che egli è morto e avvolto e convenientemente sepolto, tu, o donna, hai avuto il coraggio di venire fin qua nonostante questa paurosa oscurità e mentre la città è, a causa sua, pervasa da una paurosa agitazione. Le sentinelle sono appena fuggite e gli Ebrei hanno concordato con esse un inganno contro tuo figlio. Pensi tu forse che questa tomba appartenga agli Ebrei che vi hanno posto il cadavere di tuo figlio? No, donna! Il proprietario della tomba io lo conosco: è Giuseppe, ed anche questo giardino è suo". La Vergine gli rispose: "Signore, vedo che sai con precisione quanto avvenne a mio figlio e ciò che gli è stato fatto allorché fu sepolto in questa tomba. Il mio cuore non mi permise di restare in casa di Giovanni; per questo mi alzai e venni qui a cercarlo. Ed ora, mio signore, se sei il custode del giardino ti scongiuro per lo splendore del tuo abito e per le benevole parole che mi hai detto di essere così buono da informarmi su questi avvenimenti. Io, infatti, sono inconsolabile. Spiegami che cosa gli è stato fatto giacché io non ho trovato il cadavere nella tomba. Lo hanno forse preso gli Ebrei che odiavano sia lui sia il governatore, o è forse nascosto nel giardino; tu conosci chi l'ha preso? Abbi pietà di me! Mostrami il luogo ove si trova affinché lo possa vedere: ciò mi basterà. Per la vita della tua anima, ti confesso, o fratello, di non avere mai visto questo luogo prima d'oggi".
Gesù allora disse a Maria: "Hai versato abbastanza lacrime. Colui che fu crocifisso è vivo e parla con te ed il tuo consolatore è proprio colui che tu cerchi, è colui che indossa la porpora celeste. Colui del quale tu cerchi la sepoltura è quegli che ha spezzato le porte bronzee e liberato i prigionieri dell'Inferno. Comprendi la mia grazia e la mia misericordia, Maria! Vedi, ti ho consolato con una parola di vita. Non temere, non smarrirti, osserva bene il mio volto, o madre mia, e convinciti ch'io sono tuo figlio. Io sono il Gesù che a Betania ha risuscitato Lazzaro, io sono il Gesù che è la risurrezione e la vita, io sono il Gesù il cui sangue fu sparso sulla roccia del patibolo.
Io sono il Gesù che consola la tua tristezza, io sono il Gesù per la cui morte hai pianto; egli ora è vivo! Io sono il Gesù per il cui amore hai versato lacrime. Ora egli ti consola con la sua risurrezione prima di tutti gli altri. Nessuno ha portato via il mio cadavere, bensì sono risorto per volere di mio Padre, o madre mia. Oggi sei venuta alla mia tomba, o madre mia, mentre io ho tratto dagli Inferi quelli che erano in catene e ho salvato quelli che erano caduti in peccato".
MARIA, MADRE DI GESÙ, LO RICONOSCE
Udite queste parole, il cuore della Vergine si colmò di forza e consolazione: cessò di piangere e di essere smarrita. Ai suoi occhi fu concesso di guardare e di contemplare la sua divinità. Allora lei gli disse: "Sei tu dunque risorto, mio Signore e mio figlio? Felice risurrezione!". E si inginocchiò a baciarlo. Ma egli le disse: "Ti basti, o madre mia, la gioia della mia risurrezione. Guarda i prigionieri nell'Infero che si rallegrano e giubilano ch'io li porto in dono al Padre mio prima di condurli nel giardino dell'Eden". La Vergine pura guardò e vide intorno a lui i prigionieri che aveva tratto fuori dall'Infero: indossavano abiti di bianca porpora, ed a quella vista rimase stupita. Gesù le disse: "Corri dai miei fratelli a portare la notizia e il felice annunzio della mia risurrezione dai morti. Affrettati, torna indietro, madre mia! Non restare alla destra della mia tomba; la folla degli Ebrei e Pilato verranno infatti alla tomba per vedere quanto è avvenuto". Annunzio della risurrezione...poiché farà risorgere i morti, darà la luce ai ciechi e gli storpi cammineranno. Dopo aver parlato così a sua madre, Gesù si sottrasse ai suoi occhi. Lei lasciò di corsa la tomba, andò dagli apostoli e dalle donne portando la buona notizia che il nostro Signore era risorto dai morti; raccontò e disse: "Egli ha detto: Vi precedo a Gerusalemme. Là mi vedrete ed io vi darò la mia benedizione".
Quelli si alzarono e andarono alla tomba a vedere quanto era avvenuto. La notizia della risurrezione del Nazareno si sparse in tutta la città. Ma i capi dei sacerdoti e gli Ebrei si recarono da Pilato, come se non sapessero nulla, e gli dissero: "Vedi, governatore, come oggi in una tomba siano stati ingigantiti l'inganno e l'errore! Ordina dunque di introdurti i soldati per interrogarli separatamente; essi così ci ragguaglieranno in modo sicuro senza che alcuno di noi abbia da scomodarsi fino alla tomba".
APPARIZIONE DI GESÙ A PILATO
Pilato rispose: "Io ho udito che è risorto dai morti e, dopo che l'ho visto in sogno, anch'io credo che sia risorto. Per la vita dell'imperatore e per la legge di Mosè, giuro di non mentire e di averlo visto questa notte mentre riposavo nel mio letto. Mi rammaricavo, infatti, per lui avendo alzato la mano contro di lui: fondandomi sui segni verificatisi in cielo e in terra sull'albero della croce, quand'egli morì, pensavo: è forse egli il figlio di Dio? Lo vidi affianco a me! Il suo splendore superava quello del sole e tutta la città ne era illuminata, ad eccezione della sinagoga degli Ebrei. Mi disse: "Pilato, piangi tu forse perché hai flagellato Gesù? Non avere paura! Si è infatti avverato ciò che di lui è stato scritto. Convertiti a me ed io ti perdonerò. Io sono il Gesù che morì sull'albero della croce e io sono il Gesù che oggi è risorto dai morti. Questa luce che tu ora vedi è la gloria della mia risurrezione che irradia di gioia il mondo tutto.
Contempla questo miracolo: lo splendore che irradia sulla terra supera quello del sole, affinché tu comprenda che sono risorto dai morti. Corri dunque alla mia tomba: troverai le fasce mortuarie rimaste e gli angeli che le custodiscono; gettati davanti ad esse e baciale, diventa assertore della mia risurrezione e vedrai nella mia tomba grandi miracoli: i paralitici camminare, i ciechi vedere e i morti risorgere. Sii forte, Pilato, per essere illuminato dallo splendore della mia risurrezione che gli Ebrei negheranno"". Dopo che Pilato parlò così nel cortile della sua dimora, gli Ebrei gridarono: "Questo, governatore, non lo devi dire al popolo! Tutti i sogni, infatti, sono illusioni. La legge afferma: ogni cosa deve essere confermata da due testimoni.
FALSA TESTIMONIANZA DELLE GUARDIE
Ora, invece di tre testimoni ci sono i quattro soldati che hanno custodito la tomba; se essi testimonieranno che egli è risorto dai morti, la loro parola sarà veritiera, ma se non lo testimonieranno non avremo nulla da fare con i sogni". Pilato chiamò allora i quattro soldati e domandò loro: "Che successe oggi nella tomba?". Essendosi essi accordati che ognuno avrebbe preso la propria responsabilità della fuga, resero una falsa testimonianza: (Gesù) non era risorto, ma era stato rapito. Pilato ordinò di separarli e di introdurre ognuno in un posto diverso. Fece poi comparire il primo e gli disse: "Dimmi la verità. Chi ha rubato il corpo di Gesù?". Quello gli rispose: "Pietro e Giovanni hanno rapito il suo corpo". Ordinò poi di condurlo via, e chiamato il secondo gli disse: "Sono convinto che tu solo sai dirmi la verità. Spiegami bene: quale apostolo ha rapito il corpo di Gesù dalla tomba?". Gli rispose: "Sono venuti tutti i dodici assieme ai discepoli e l'hanno rapito furtivamente".
Ordinò poi di condurlo via, e chiamato il terzo gli disse: "Per conto mio la tua testimonianza vale più di quella degli altri due. Chi ha rapito dalla tomba il corpo di Gesù?". Gli rispose: "Sono stati Giuseppe e Nicodemo. Vennero di notte con tutta la loro servitù e, senza molta fatica, l'hanno rapito; ed hanno anche spostato la pietra". Chiamò il quarto e gli disse: "Tu sei di un grado superiore a quelli. Essi, infatti, obbedivano ai tuoi ordini e obbedivano al tuo comando. Informami dunque: come avvenne che il corpo di Gesù è stato rapito mentre voi eravate di guardia?". Gli rispose: "Non sappiamo, Signore, chi l'ha portato via giacché ci eravamo addormentati, e quando ci svegliammo lo trovammo nel pozzo del giardino ‚ pensammo che l'avessero fatto quelli per paura degli Ebrei".
PILATO E LE AUTORITÀ EBRAICHE AL SEPOLCRO
Pilato disse agli Ebrei e al capitano: "È meglio ora che i loro resoconti non concordano e la loro testimonianza è falsa?". E, irritato, ordinò di mettere i soldati in prigione fino a che egli non fosse andato alla tomba. E, senza indugio, s'alzò con i capi degli Ebrei, il capitano, il lanciere e i capi dei sacerdoti. Si recarono alla tomba e trovarono le bende mortuarie rimaste, ma non il cadavere. Disse loro Pilato: "Voi odiate la vostra vita! Se il cadavere fosse stato rapito sarebbero state portate via anche le bende mortuarie". Risposero: "Per certo, queste bende non sono sue, ma di un altro". Pilato si ricordò della parola che gli aveva detto nostro Signore e cioè che nella sua tomba si sarebbero verificati grandi miracoli. Entrato subito nella tomba, Pilato prese le bende mortuarie, le abbracciò e, per la grande gioia, scoppiò in lacrime quasi che avvolgessero Gesù. Si volse poi al capitano, rimasto all'ingresso della tomba; questi era monocolo essendo stato ferito in guerra da molto tempo. Pilato rifletté: sono sicuro che queste bende restituiranno la luce al suo occhio. Avvicinò a lui le bende mortuarie dicendogli: "Non senti, fratello, il profumo delle bende? Non è un odore di cadavere, ma di porpora regale impregnata di soavi profumi". Ma gli Ebrei gli dissero: "Tu sai bene, Pilato, che Giuseppe si è servito di spezie e incenso, e l'ha cosparso di mirra e aloe. Questa è la ragione del profumo".
Pilato rispose: "Anche se con le bende si fossero usate sostanze aromatiche, per qual motivo questa tomba manda un profumo così soave come se vi fosse stato sparso muschio e aromi?". Gli risposero: "Questo profumo, Pilato, è quello del giardino soffiato dentro dal vento". Pilato rispose: "Fate attenzione che da soli vi preparate la via della rovina sulla quale errerete in eterno senza alcuna remissione". Gli risposero: "Non è giusto e non ti è lecito varcare questa tomba! Tu sei il governatore, la città ha bisogno di te, ma la tua giurisdizione non si estende fino a questa tomba. I capi dei sacerdoti e i capi del popolo comprendono questo più di te. Non ti è lecito e non ti si addice litigare con gli Ebrei per un uomo morto".
Pilato disse allora al capitano: "Vedi, fratello, quanto è grande l'odio degli Ebrei contro Gesù! Abbiamo seguito la loro volontà mettendolo in croce, tuttavia guarda come tutto il mondo va in rovina, a motivo della loro malvagità e empietà. Essi vorrebbero mandarci in rovina per mezzo della stessa pietra dello scandalo, dicendo come loro "egli non è risorto dai morti", e scatenando così in breve la sua ira andando poi tutti insieme in rovina".
MIRACOLI AL SEPOLCRO
Mentre Pilato parlava così con il capitano, teneva in mano le bende mortuarie e le baciava dicendo: "Io sono convinto che il corpo che era avvolto da voi è risorto dai morti". Anche il capitano aderì alla stessa fede di Pilato; prese le bende mortuarie e cominciò a baciarle. Nell'istante in cui il suo volto le toccò, il suo occhio guarì e vide la gioiosa luce come prima. Fu come se Gesù avesse posto su di lui la sua mano, come era avvenuto per il cieco nato. Oh quale meraviglioso spettacolo per tutta la gente convenuta alla tomba da tutte le città! Venuta a Gerusalemme per la festa di pasqua aveva visto (Gesù) il giorno della crocifissione sul legno della croce; e quando seppe che Pilato si recava alla tomba per vedere Gesù risorto, si era messa dietro di lui, pensando: risorgerà e apparirà pubblicamente come Lazzaro.
Per questo alla tomba di Gesù era convenuta una grande folla: vide grandi miracoli, anche il capitano il cui occhio era guarito, e rimase stupita. Pilato disse allora al capitano: "Tu hai visto i miracoli di Gesù presso la sua tomba oltre i prodigi avvenuti quando morì sull'albero della croce". E con grande gioia il capitano si strappò gli abiti per manifestare a tutti la grazia grande che gli era stata concessa. E disse: "Vedete! Si è proprio dimostrata la potenza di Gesù Cristo poiché è veramente Dio. È figlio di Dio! Io avevo creduto, ma la mia fede nella sua risurrezione dai morti si è accresciuta. Ed ora, mai più servirò un re terreno, ma solo il mio Dio Gesù Cristo".
Gettata la sua spada e l'uniforme, baciava il sudario che teneva in mano arrotolato, voltandosi di qua e di là. Pilato, stupito, lodava Dio; ma gli Ebrei dissero al capitano: "Tu sei uno straniero e non hai nessuna idea delle opere che Gesù ha compiuto con l'aiuto di Belzebù, sia durante la sua vita sia alla sua morte". Altri dissero: "Quando muore uno stregone, gli spiriti cattivi operano nuovi miracoli nella sua tomba per trascinare molti in errore. Si tratta di opere di maghi e stregoni". Ma Pilato replicò loro: "Non ho mai udito che stregoni e maghi operino tali miracoli. Voi comunque vi siete ingannati nei confronti della vita del nostro Signore, ma la sua ira e il suo castigo vi raggiungeranno". Essi stessi, infatti, avevano dato le loro anime alla condanna, dicendo: "Il suo sangue e la sua morte sia su di noi in eterno!". Pilato disse al capitano: "Ciò che tu hai trovato, fratello, è la vera vita, non rinunciarvi con leggerezza per l'inganno e l'odio degli Ebrei".
IL CADAVERE NEL POZZO E GESÙ
E rivolto agli Ebrei, Pilato disse: "Dove si trova il morto che a vostro dire è Gesù?". Gli Ebrei precedettero Pilato e il capitano al pozzo del giardino, che era molto profondo, ed io, Gamaliele, li seguii con la gente. Guardarono in fondo al pozzo e videro un corpo avvolto in un lenzuolo mortuario, e gli Ebrei gridarono: "Vedi, Pilato, lo stregone di Nazaret sul quale ti rattristi e del quale affermi che è risorto? Eccolo nel pozzo!". Pilato ordinò di trarlo fuori. Chiamò Giuseppe e Nicodemo, e domandò: "Sono queste le bende di lino con le quali avete avvolto il morto? Sono proprio queste?". Essi risposero: "Le bende di lino che tu hai in mano sono quelle del nostro Signore Gesù, mentre il corpo è quello del ladrone che fu crocifisso con Gesù". La folla degli Ebrei si serrava contro Giuseppe e Nicodemo, allorché dissero la verità; e Pilato con i suoi soldati si scontrò con loro. Quando Pilato si accorse di come gridavano e strepitavano, con la mano fece segno di smettere: infatti faceva affidamento su di una espressione dettagli da Gesù, e cioè che i morti sarebbero risorti dalla tomba.
Chiamò dunque i capi degli Ebrei e disse loro: "Noi non crediamo affatto che questo sia il Nazareno". Risposero: "Lo crediamo noi!" Egli rispose: "Lasciamo il corpo nella sua tomba come si usa per tutti i morti". Chiamò poi Giuseppe e Nicodemo e disse loro: "Avvolgetelo con queste bende di lino come prima". Gli Ebrei strepitavano, dicendo: "Non abbiamo fiducia né in Giuseppe né in Nicodemo, poiché essi hanno aderito a Gesù". Pilato rispose: "Possa anch'io essere considerato degno di ciò!". Essi presero allora le bende di lino di Gesù e con esse avvolsero il morto. Pilato e i suoi soldati intonarono il canto funebre e lo deposero nella tomba di Gesù; poi diede ordine di porre la pietra all'ingresso della tomba come era stato fatto per Gesù.
Rivolto verso l'ingresso della tomba, Pilato pregò con le mani tese: "Signore Gesù, risurrezione e vita e dispensatore di vita a tutti i morti, credo che tu sei risorto e mi sei apparso. Non mi condannare, Signore, poiché io non ho fatto questo per timore degli Ebrei. Non sarà mai ch'io neghi la tua risurrezione. Io invece credo alla tua risurrezione conforme alla tua parola e ai miracoli operati in vita tua risuscitando molti morti. Ed ora, Signore, non ti adirare con me che ho posto un altro corpo nel luogo ove era stato sepolto il tuo. Ho agito così per umiliare e svergognare quegli ingannatori che non credono nella tua risurrezione: a loro, biasimo e vergogna in eterno; a te, invece, per bocca del tuo servo Pilato, onore, gloria e potenza nell'eternità e per sempre. Amen".
RISURREZIONE DEL LADRONE
Terminata che ebbe Pilato questa preghiera con le mani tese, dall'interno della tomba s'udì una voce che diceva: "Signore, aprimi la porta affinché io esca, rotola la pietra, mio signore Pilato, affinché io venga fuori in virtù di nostro Signore Gesù Cristo risorto dai morti". Con grande gioia e nel giubilo del suo cuore, Pilato innalzò un grido e le pietre gridarono con lui. Alla folla dei presenti, Pilato ordinò di fare rotolare la pietra dall'ingresso della tomba; senza indugio il morto venne fuori e si gettò ai piedi del governatore. Tutti gli Ebrei presenti furono atterriti e pieni di vergogna fuggirono gridando e si nascosero dal governatore. Pilato allora ordinò ai suoi soldati di inseguire gli Ebrei, abbatterli con la spada e infierire sui loro corpi. Poi si rivolse al morto, dicendo: "Figlio mio, chi ti ha fatto risorgere in così breve tempo? Gesù era forse con te nella tomba? È stato forse lui che ti ha fatto risorgere così presto?".
E il morto gli rispose: "Non hai visto, mio signore, il grande splendore? Esso irradiava perché, mentre tu pregavi, il Signore Gesù era con me. Mi parlò e disse: "Dì al mio amico Pilato che difenda la mia risurrezione. Io ho deciso di renderlo partecipe dell'albero della vita, come feci con te quando ti giudicarono: prima che tu fossi decapitato, essi condannarono anche me"". Pilato gli domandò: "A quale popolo appartieni e chi ti ha gettato nel pozzo?".
Egli rispose: "Io sono il ladro che fu appeso alla destra del mio Signore Gesù; mi rallegro di tutte le grazie e dei doni, e di quella parola che pronunciai quand'egli era appeso in croce. Oggi, quando mi sono alzato dalla tomba di Gesù, tu Pilato - mio signore - mi hai aperto la porta della sua tomba come egli mi aveva aperto la porta del paradiso. Aspira questo amabile profumo che viene dall'albero del paradiso ove la mia anima si è ristorata".
ATTESTAZIONE DI GAMALIELE
Io, Gamaliele, in questa occasione ho seguito il popolo con il padre Giuseppe e Nicodemo. Gli apostoli temevano di avvicinarsi alla tomba e non sapevano quanto era accaduto. Per paura degli Ebrei, infatti, si erano dispersi nei luoghi più diversi. Ma io, Gamaliele, andai con tutto il popolo per vedere quanto era accaduto nella tomba del nostro Signore Gesù. Pilato e tutto il popolo ritornarono assieme in città... a causa della sua risurrezione dai morti, mentre Pilato portava in mano le bende di lino.
Tutto il popolo, quelli della regione di Samaria e i pagani volevano vederle. Recatosi al palazzo del sommo pontefice, Pilato devastò la sinagoga e il popolo saccheggiò tutto quanto essi possedevano