Vangelo di Pietro
Il Vangelo di Pietro è stato ritrovato ad Akhmin, in Egitto, all'interno della tomba di un monaco. All'inizio si è pensato che fosse stato scritto intorno al 150, ma negli ultimi tempi alcuni storici lo hanno datato prima dell'anno 70. Scritto in greco il frammento pervenuto descrive la passione, la morte e la resurrezione di Gesù con una narrazione che scagiona Ponzio Pilato dalla morte di Gesù, attribuendone la colpa al re Erode Antipa e agli Ebrei.
IL VANGELO
Nessuno però degli Ebrei si lavò le mani, né Erode né alcuno dei suoi giudici. Siccome essi non volevano lavarsi, Pilato si alzò. Il re Erode, allora, ordinò di condurre via il Signore dicendo loro: "Fate quanto vi ho ordinato di fargli".
GIUSEPPE D’ARIMATEA
Si trovava là Giuseppe d’Arimatea, l'amico di Pilato e del Signore. E allorché vide che lo avrebbero crocifisso, andò da Pilato e gli chiese il corpo del Signore per la sepoltura. Pilato lo mandò da Erode e ne chiese il corpo. Erode disse: “Fratello Pilato, anche se nessuno lo avesse chiesto, lo avremmo seppellito noi; splende infatti il sabato. Poiché sta scritto nella legge: "Non tramonti il sole sopra un ucciso!”. E lo consegnò al popolo il giorno prima degli azzimi, la loro festa. Preso il Signore, essi lo spingevano correndo, e dicevano: "Trasciniamo il figlio di Dio giacché abbiamo potere su di lui". Lo vestirono di porpora, lo fecero sedere sulla sedia curule, dicendo: "Giudica con giustizia, o re di Israele!". Uno di loro portò una corona di spine e la pose sul capo del Signore. Altri che stavano lì, gli sputavano sul volto; altri lo colpivano sulle guance; altri lo percuotevano con una canna; altri lo flagellavano, dicendo: "Questo è l'onore che rendiamo al figlio di Dio"
MORTE DI GESÙ
Condussero due malfattori e crocifissero il Signore in mezzo a loro. Ma lui taceva quasi che non sentisse alcun dolore. Quando drizzarono la croce, vi scrissero: "Questo è il re di Israele". Posero le vesti davanti a lui, le divisero e su di esse gettarono la sorte. Ma uno di quei malfattori li rimproverò, dicendo: "Noi soffriamo così a causa delle azioni cattive che abbiamo commesso. Ma costui, divenuto salvatore degli uomini, che male vi ha fatto? ". Indignati contro di lui, ordinarono che non gli fossero spezzate le gambe e così morisse tra i tormenti. Era mezzogiorno allorché le tenebre coprirono tutta la Giudea. Essi si agitavano e angustiavano che il sole fosse già tramontato: egli infatti, era ancora vivo. Giacché per loro sta scritto: "Non tramonti il sole sopra un ucciso!". E uno di loro disse: "Dategli da bere fiele con aceto". Fecero un miscuglio e glielo diedero a bere. E compirono ogni cosa e colmarono i peccati sul loro capo. Molti giravano con fiaccole e, pensando che fosse notte, se ne andarono a riposare. e il Signore gridò, dicendo: "Forza mia, forza mia, mi hai abbandonato!". E mentre così diceva, fu assunto.
SEPOLTURA DI GESÙ
Nella stessa ora il velo del tempio di Gerusalemme si squarciò in due. Estrassero allora i chiodi dalle mani del Signore e lo posero a terra. Si scosse tutta la terra e vi fu un timore grande. Allora risplendette il sole e ci si accorse che era l'ora nona. Gli Ebrei si rallegrarono e diedero il suo corpo a Giuseppe, affinché lo seppellisse: egli, infatti, aveva visto tutto il bene che aveva fatto. Preso il Signore, lo lavò, lo avvolse in un lenzuolo e lo portò nel suo proprio sepolcro, detto giardino di Giuseppe. Gli Ebrei, gli anziani e i sacerdoti compresero allora il grande male fatto a sé stessi e cominciarono a lamentarsi battendosi il petto e a dire: "Guai ai nostri peccati! Il giudizio e la fine di Gerusalemme sono ormai vicini".
LA TOMBA PRESIDIATA
Io e i miei amici eravamo nella tristezza e, con l'animo ferito, ci nascondevamo: eravamo, infatti, ricercati da loro come malfattori e come coloro che volevano incendiare il tempio. A motivo di tutte queste cose, digiunavamo e sedevamo lamentandoci e piangendo notte e giorno, fino al sabato. Gli scribi, i farisei e gli anziani allorché si radunarono insieme e udirono che tutto il popolo mormorava e si lamentava battendosi il petto, dicendo: "Se alla sua morte sono avvenuti segni così grandi, vedete quanto egli era giusto!".
Ebbero paura e andarono da Pilato supplicandolo e dicendo: "Dacci dei soldati affinché la sua tomba sia vigilata per tre giorni. Che non capiti che vengano a rubarlo i suoi discepoli, il popolo creda ch'egli sia risorto dai morti e ci faccia del male". Pilato diede loro il centurione Petronio con dei soldati per vigilare la tomba; e con loro si recarono alla tomba gli anziani e gli scribi e tutti quanti erano là con il centurione; i soldati rotolarono una gran pietra, la posero sulla porta della tomba e vi impressero sette sigilli; quivi drizzarono poi una tenda e montarono la guardia.
LA MATTINA DEL SABATO
Di buon mattino, allo spuntare del sabato, da Gerusalemme e dai dintorni venne una folla per vedere la tomba sigillata. Ma durante la notte nella quale spuntava il giorno del Signore, mentre i soldati montavano la guardia a turno, due a due, risuonò in cielo una gran voce, videro aprirsi i cieli e scendere di lassù uomini, in un grande splendore, e avvicinarsi alla tomba. La pietra che era stata appoggiata alla porta rotolò via da sé e si pose a lato, si aprì il sepolcro e vi entrarono i due giovani. A questa vista quei soldati svegliarono il centurione e gli anziani, anch'essi, infatti, stavano di guardia; e mentre spiegavano loro quanto avevano visto, scorgono ancora tre uomini uscire dal sepolcro: i due reggevano l'altro ed erano seguiti da una croce; la testa dei due giungeva al cielo, mentre quella di colui che conducevano per mano sorpassava i cieli.
DA PILATO
Udirono dai cieli una voce che diceva: "Hai tu predicato ai dormienti?”. E dalla croce si udì la risposta: "Sì!". Allora quelli deliberarono tra loro di andare a manifestare queste cose a Pilato. E mentre ancora stavano ragionando, apparvero nuovamente i cieli aperti e un uomo scese ed entrò nella tomba. A questa vista, il centurione e quelli che erano con lui si affrettarono, nella notte, da Pilato, lasciando il sepolcro che avevano vigilato e, grandemente agitati, spiegarono tutto quanto avevano visto e dissero: "Veramente era figlio di Dio!".
Pilato rispose: "Io sono puro dal sangue del figlio di Dio, siete voi che avete deciso così ". Tutti poi si accostarono pregando e supplicandolo affinché ordinasse al centurione e ai soldati di non dire a nessuno le cose viste. Dicevano: "Per noi, infatti, è meglio essere colpevoli davanti a Dio del più grande peccato, che non cadere nelle mani del popolo ebraico ed essere lapidati". Pilato dunque ordinò al centurione e ai soldati di non dire nulla.
MARIA MADDALENA
All'alba del giorno del Signore, Maria Maddalena, discepola del Signore, che per timore degli Ebrei che bruciavano d'ira, non avendo fatto alla tomba del Signore quanto solevano fare le donne per i morti da loro amati, prese con sé le amiche e andò alla tomba dove era stato posto. Esse temevano di essere viste dagli Ebrei, e dicevano: "Se nel giorno in cui fu crocifisso non abbiamo potuto piangere e lamentarci battendoci il petto, facciamolo ora almeno alla sua tomba. Ma chi ci rotolerà la pietra posta sulla porta della tomba, affinché possiamo entrare, sederci attorno a lui e compiere il nostro debito? Grande, infatti, era la pietra e temiamo che qualcuno ci veda. Se non possiamo, deponiamo almeno sulla porta ciò che portiamo in sua memoria: piangeremo e ci lamenteremo percuotendoci il petto fino a quando ritorneremo a casa nostra". Quando giunsero, trovarono il sepolcro aperto.
L’ANGELO
Avvicinatesi, si chinarono e videro un giovane seduto in mezzo al sepolcro: era bello e vestito di una risplendente stola; disse loro: "Perché siete venute? Chi cercate? Quello, forse, che fu crocifisso? È risorto e se n'è andato. Se non ci credete, chinatevi e guardate il luogo dove giaceva: non c'è più! È infatti risorto e se n'è andato là donde era stato mandato". Allora le donne fuggirono impaurite. Era l'ultimo giorno degli azzimi. Molti se ne andavano via e ritornavano alle proprie case: la festa era finita.
Ma noi, i dodici apostoli del Signore, piangevamo e ci rattristavamo; ognuno, pieno di tristezza per quanto era avvenuto, se ne andò a casa. Io invece, Simon Pietro, e mio fratello Andrea, prendemmo le nostre reti, ci recammo al mare. Con noi c'era Levi, figlio di Alfeo, che il Signore...