Dopo queste cose vidi aprirsi nel cielo il santuario dove Dio è presente. Dal santuario uscirono i sette angeli con gli ultimi sette flagelli. Avevano vesti di lino candido, splendente, e avevano una cintura d'oro intorno al petto.
Uno dei quattro esseri viventi consegnò ai sette angeli sette coppe d'oro, colme del terribile castigo di Dio che vive per sempre. Il santuario si riempì di fumo, segno della gloria e della potenza di Dio. Nessuno poteva entrare nel santuario, prima che fossero finiti i sette flagelli portati dai sette angeli. Quindi udii una voce potente venire dal santuario, e dire ai sette angeli: «Andate a versare sulla terra le sette coppe del terribile castigo di Dio».
- Il primo angelo andò a versare la sua coppa sulla terra: su tutti gli uomini che avevano il marchio del mostro e avevano adorato la sua immagine, si formò una piaga dolorosa e maligna.
- Il secondo angelo versò la sua coppa sul mare: l'acqua del mare diventò come il sangue dei cadaveri, e tutti gli animali che erano nel mare morirono.
- Il terzo angelo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti: la loro acqua si trasformò in sangue, e udii le parole dell'angelo che ha potere sulle acque: «Signore santo, che sei e che eri, ti sei mostrato giusto giudice: a quanti hanno sparso il sangue di quelli che ti appartengono e dei profeti che parlavano per tuo incarico tu hai dato loro sangue da bere. Hanno avuto quel che si meritavano». Quindi udii dall'altare queste parole: «Sì, o Signore, Dio dominatore universale, hai giudicato con verità e giustizia».
- Il quarto angelo versò la sua coppa sul sole, che si fece così ardente, da tormentare gli uomini con il suo calore. Tutti furono bruciati dalla sua vampa, ma non cambiarono vita e non lodarono Dio, anzi pronunziarono parole oltraggiose contro di lui, perché tiene in suo potere flagelli di questo genere.
- Il quinto angelo versò la sua coppa sul trono del mostro e il regno del mostro piombò nell'oscurità. La gente si mordeva la lingua per il dolore, e cominciò a bestemmiare contro il Dio del cielo a causa dei dolori e delle piaghe, però non smise di fare il male.
- Il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate: il fiume si prosciugò e si formò una strada, pronta per i re dell'oriente. Poi vide tre spiriti immondi, che saltavano come rane dalla bocca del drago, dalla bocca del mostro e dalla bocca del falso profeta. Erano spiriti di demòni, che facevano sfoggio di miracoli e andavano da tutti i re della terra a radunarli per la battaglia del gran giorno di Dio, dominatore universale. State attenti però: il Signore dice: «Io vengo all'improvviso, come un ladro». Beato chi è sveglio e ha i suoi vestiti a portata di mano! Non gli toccherà andare in giro nudo e vergognarsi davanti alla gente. I tre spiriti immondi radunarono i re della terra in un luogo che in ebraico si chiama "Armaghedòn".
- Il settimo angelo versò la sua coppa nell'aria, e dal santuario del cielo uscì una voce tonante che veniva dal trono, ed esclamò: «È fatto!». Allora si videro lampi seguiti da scoppi di tuono e ci fu un violento terremoto. Da quando gli uomini esistono sulla terra non si era avuto un terremoto così violento. La grande città fu spaccata in tre, e le città del mondo intero crollarono al suolo. Dio si ricordò anche di Babilonia, la grande città, per farle bere la coppa del vino che rappresenta il suo terribile castigo. Tutte le isole scomparvero, e le montagne non si videro più. Poi cominciò a grandinare, con chicchi enormi che cadevano sopra la gente; e gli uomini maledirono Dio per il flagello della grandine che li colpiva con terribile violenza.