Pace e Guerra

Origini della guerra

Nazioni Unite


Peace Building e Cultura della Peace

Il preambolo dello Statuto delle Nazioni Unite del 1945 recita: «Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra (...), a riaffermare la fede nei diritti fondamentali della persona (...), a promuovere il progresso sociale (...), abbiamo deciso di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini»

Ciò detto, il sistema politico sul quale si basa l'Organizzazione ha dato spazio all'elaborazione di numerosi trattati internazionali ma anche, nel tempo, alla loro scarsa applicazione. Oltre alle numerose risoluzioni dell'Assemblea generale e del Consiglio di Sicurezza, l'ONU ha anche frequentemente operato con osservatori, inviati speciali e forze militari d’interposizione con lo scopo di creare condizioni favorevoli alla cessazione di ostilità nei luoghi di conflitto. Il 12 novembre 1984 la Dichiarazione sul Diritto dei Popoli alla Pace fu approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 39/11. "L'Assemblea generale, (...) riconosciuto che ogni Stato ha il sacro dovere di garantire ai popoli una vita pacifica: proclama solennemente che i popoli della Terra hanno un sacro diritto alla pace; dichiara solennemente che la salvaguardia del diritto dei popoli alla Pace e la promozione di questo diritto costituiscono un obbligo fondamentale per ogni Stato".

Il concetto di cultura della Pace fu formulato al Congresso Internazionale sulla Pace in Costa d'Avorio nel 1989. Il Congresso raccomandò all'UNESCO di lavorare per costruire una nuova visione della Pace basata sui valori universali di rispetto per la vita, la libertà, la giustizia, la solidarietà, la tolleranza, i diritti umani e l'uguaglianza tra uomo e donna. Questa iniziativa nacque in un contesto internazionale influenzato dalla caduta del muro di Berlino e la conseguente scomparsa delle tensioni legate alla Guerra Fredda.

Nel 1994 si tenne il primo Forum Internazionale sulla Cultura della Pace in San Salvador. L'anno dopo la 28ª Conferenza generale dell'UNESCO introdusse il concetto di Cultura della Pace nella Strategia a Medio Termine per il quinquennio 1996-2001, durante il quale fu sviluppato il progetto Towards a Culture of Peace (Verso una Cultura della Pace). ONG, associazioni, giovani e adulti, media nazionali e locali e leader religiosi attivi per la pace, la non-violenza e la tolleranza si impegnarono nel diffondere in tutto il mondo una Cultura della Pace.

Nel 1997 l'Assemblea generale dell'ONU stabilì un punto separato dell'agenda dei lavori intitolato Towards a Culture of Peace e proclamò il 2000 "Anno Internazionale per la Cultura della Pace" approvando la Risoluzione 52/15.Nel 1998 l'Assemblea generale dell'ONU, su proposta di alcuni premi Nobel per la pace, approvò la risoluzione 53/25 con la quale proclamò il 2001-2010 "Decennio Internazionale per una Cultura della Pace e della Non-Violenza per i Bambini del Mondo".

Il 13 settembre 1999 l'Assemblea generale dell'ONU approvò la risoluzione 53/243 adottando con essa la Dichiarazione per una Cultura della Pace nella quale si afferma: "Una cultura di Pace è un insieme di valori, attitudini, tradizioni e modi di comportamento e sistemi di vita basati sul:

  • a. rispetto per la vita, sulla cessazione della violenza e sulla promozione e la pratica della non violenza tramite l'educazione, il dialogo e la cooperazione;
  • b. sul pieno rispetto dei principi di sovranità, integrità territoriale e indipendenza politica degli Stati e sul non intervento in quelle questioni che rientrano essenzialmente nell'ambito della giurisdizione nazionale di uno Stato, in conformità con quanto previsto dallo Statuto delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale;
  • c. sul pieno rispetto e sul progresso di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali;
  • d. sull'impegno in favore di una soluzione pacifica dei conflitti;
  • e. sugli sforzi per soddisfare le esigenze inerenti allo sviluppo e all'ambiente delle generazioni presenti e future;
  • f. sul rispetto e sulla promozione del diritto allo sviluppo;
  • g. sul rispetto e sulla promozione dell'uguaglianza di diritti e opportunità per donne e uomini;
  • h. sul rispetto e sulla promozione del diritto di ognuno alla libertà di espressione, di opinione e di informazione;
  • i. sull'adesione ai principi di libertà, giustizia, democrazia, tolleranza, solidarietà, cooperazione, pluralismo, diversità culturale, dialogo e comprensione a tutti i livelli della società, e fra le nazioni; e sostenuta da un ambiente nazionale e internazionale favorevole e orientato alla pace."

L'idea della Commissione di Peace Building (PBC) viene proposta per la prima volta nel 2004. Nel 2005, Kofi Annan presenta l'idea della PBC come uno strumento per l'identificazione di strategie per i Paesi in situazione di post-conflitto. Alla fine dello stesso anno avviene l'istituzione della PBC con un atto congiunto dell'Assemblea generale e del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

Dichiarazione per una Cultura della Pace adottata dall'AG delle Nazioni Unite il 13 settembre 1999 (A/RES/53/243)
L’Assemblea Generale, Facendo riferimento allo Statuto delle Nazioni Unite, nonché agli scopi e ai principi in esso contenuti, facendo inoltre riferimento alla costituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, la quale afferma che "dal momento che la guerra ha inizio nelle teste degli uomini è nella mente degli esseri umani che bisogna iniziare a costruire la pace", facendo ulteriormente riferimento alla Dichiarazione Universale sui Diritti Umani e ad altri importanti strumenti del sistema delle Nazioni Unite,

• riconoscendo il fatto che la Pace non è solo assenza di conflitto, bensì una condizione che richiede un processo positivo, di partecipazione dinamica, all’interno del quale il dialogo venga incoraggiato e i conflitti siano risolti in uno spirito di comprensione e cooperazione reciproca,

• riconoscendo inoltre il fatto che la fine della guerra fredda ha allargato le possibilità a favore del consolidamento di una cultura della pace, esprimendo profonda preoccupazione circa la persistenza e la proliferazione della violenza e dei conflitti in diverse parti del pianeta, riconoscendo la necessità di eliminare tutte le forme di discriminazione e intolleranza, comprese quelle basate su razza, colore della pelle, sesso, lingua, religione, opinioni politiche o di altro genere, nazionalità, origine etnica o sociale, proprietà, disabilità, nascita o altra condizione, facendo riferimento alla sua risoluzione 52/15 del 20 Novembre 1997 che proclamava l’anno 2000 "Anno Internazionale per la Cultura della Pace", e la sua risoluzione 53/25 del 10 Novembre 1998 che proclamava il periodo 2001 – 2010 "Decennio Internazionale per una Cultura della Pace e della Non Violenza per i Bambini del Mondo",

• riconoscendo il ruolo importantissimo che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura continua a ricoprire nella promozione di una cultura della pace, promulga solennemente la presente Dichiarazione per una Cultura della Pace, così che Governi, organizzazioni internazionali e società civile possano essere guidati dalle sue norme nelle loro attività per promuovere e consolidare una cultura della Pace nel nuovo millennio.

Articolo 1: Una cultura di Pace è un insieme di valori, attitudini, tradizioni e modi di comportamento e sistemi di vita basati sul:

  • a. rispetto per la vita, sulla cessazione della violenza e sulla promozione e la pratica della non violenza tramite l’educazione, il dialogo e la cooperazione;
  • b. sul pieno rispetto dei principi di sovranità, integrità territoriale e indipendenza politica degli Stati e sul non intervento in quelle questioni che rientrano essenzialmente nell’ambito della giurisdizione nazionale di uno Stato, in conformità con quanto previsto dallo Statuto delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale;
  • c. sul pieno rispetto e sul progresso di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali;
  • d. sull’impegno in favore di una soluzione pacifica dei conflitti;
  • e. sugli sforzi per soddisfare le esigenze inerenti allo sviluppo e all’ambiente delle generazioni presenti e future;
  • f. sul rispetto e sulla promozione del diritto allo sviluppo;
  • g. sul rispetto e sulla promozione dell’uguaglianza di diritti e opportunità per donne e uomini;
  • h. sul rispetto e sulla promozione del diritto di ognuno alla libertà di espressione, di opinione e di informazione;
  • i. sull’adesione ai principi di libertà, giustizia, democrazia, tolleranza, solidarietà, cooperazione, pluralismo, diversità culturale, dialogo e comprensione a tutti i livelli della società, e fra le nazioni; e sostenuta da un ambiente nazionale e internazionale favorevole e orientato alla pace.

Articolo 2: Il cammino verso il pieno sviluppo di una cultura della Pace si realizza attraverso valori, attitudini, tradizioni, modi di comportamento e sistemi di vita che siano favorevoli alla promozione della Pace fra gli individui, i gruppi e le nazioni.

Articolo 3: Il pieno sviluppo di una cultura di Pace è totalmente legato alla:
  • a. promozione di una soluzione pacifica dei conflitti, al rispetto e alla comprensione reciproca e alla cooperazione internazionale;
  • b. all’aderenza agli obblighi internazionali, ai sensi dello Statuto e del diritto internazionale;
  • c. alla promozione della democrazia, dello sviluppo, del rispetto e della pratica universale di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali;
  • d. al mettere in grado le persone di ogni condizione di sviluppare capacità di dialogo, negoziazione, costruzione del consenso e risoluzione pacifica delle differenze;
  • e. al rafforzamento delle istituzioni democratiche e all’assicurare una piena partecipazione al processo di sviluppo;
  • f. all’eliminazione della povertà e dell’analfabetismo e alla diminuzione delle disuguaglianze all’interno e fra le nazioni;
  • g. alla promozione di uno sviluppo economico e sociale sostenibile;
  • h. all’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne, mediante una loro cooptazione nei gangli vitali della società e a una loro pari rappresentanza a tutti i livelli del processo decisionale;
  • i. al garantire il rispetto, la promozione e la protezione dei diritti dell’infanzia;
  • j. all’assicurare la libertà dell’informazione a tutti i livelli e nel migliorare l’accesso a questa risorsa;
  • k. all’incrementare la trasparenza e la responsabilizzazione dell’azione di governo;
  • l. all’eliminazione di tutte le forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e delle manifestazioni di intolleranza ad esse collegate;
  • m. all’aumentare la comprensione, la tolleranza e la solidarietà fra tutte le civiltà, i popoli e le culture, comprendendo all’interno di questo processo anche le minoranze etniche, religiose e linguistiche;
  • n. alla piena realizzazione dei diritti di tutti i popoli, compresi quelli che vivono in regimi coloniali o sotto altre forme di dominazione od occupazione straniera, a quell’autodeterminazione che viene tutelata dallo Statuto e inclusa nelle convenzioni internazionali sui diritti umani, come pure nella Dichiarazione sulla Concessione dell’Indipendenza ai Paesi e ai Popoli Colonizzati, contenuta nella risoluzione dell’Assemblea Generale 1514 (XV) del 14 Dicembre 1960.

Articolo 4: L’istruzione, di ogni grado, costituisce uno dei principali strumenti per costruire una cultura di pace. In questo contesto è di particolare importanza l’educazione ai diritti umani.

Articolo 5: I Governi hanno un ruolo di fondamentale importanza nel promuovere e consolidare una cultura di pace.

Articolo 6: La società civile ha bisogno di essere pienamente interessata nello sviluppo al massimo grado di una cultura di pace.

Articolo 7: Il ruolo educativo e informativo dei media contribuisce alla promozione di una cultura di pace.

Articolo 8: Un ruolo chiave nella promozione di una cultura di Pace compete a genitori, insegnanti, politici, giornalisti, organismi e gruppi religiosi, agli intellettuali, a quanti sono impegnati in attività scientifiche, filosofiche, creative e artistiche, a chi opera nel settore sanitario e in quello umanitario, agli assistenti sociali, ai manager a vari livelli come pure alle organizzazioni non governative;

Articolo 9: Le Nazioni Unite dovranno continuare a rivestire un ruolo chiave nella promozione e nel rafforzamento di una cultura di Pace nel mondo intero.