Pace e Guerra

Origini della guerra

La Pace Positiva

La chiave per costruire la Pace in tempi di conflitto e incertezza è la Pace Positiva che è definita come il maggiore e più concreto impegno d’istituzioni e organizzazioni nel sostenere le società pacifiche.

Queste società pacifiche hanno trovato un modus vivendi, sia al proprio interno che nei rapporti con le nazioni confinanti, stabile e consolidato che costituisce globalmente un disavanzo o “riserva di pace”, disponibile anche per tutte le altre nazioni.

Cosa è la Pace Positiva rispetto alla Pace Negativa? Quali sono le differenze? La differenza principale è che non basta l'assenza di violenza per parlare di Pace. Serve il rispetto di molti fattori che, se lasciati a loro stessi, generano conflitti, prima interni ma che poi molto facilmente diventano esterni:

1. basso livello di corruzione
2. buon governo
3. libertà di espressione
4. buone condizioni di lavoro
5. equa distribuzione delle risorse
6. rispetto dei diritti e delle opinioni degli altri
7. alto livello di istruzione
8. buone relazioni con i vicini

La guerra potrebbe anche essere considerata come una vera e propria malattia e come tale sarebbe possibile lavorare più sulle cause che la generano e non solo sugli effetti:

1. la riconciliazione, e cioè il curare gli effetti della violenza passata
2. la costruzione della pace, e cioè lo studio e l'azione concreta per prevenire la violenza futura
3. la trasformazione del conflitto, e cioè la ricerca di metodi per mitigarli, oppure nell'aiuto ai contendenti a trovare soluzioni di mutuo beneficio (attraverso la mediazione)

Guerra e conflitto
L’importante, per essere efficaci nel guarire dalla guerra, è capire la differenza con il conflitto. Esiste il conflitto come parte del genere umano e il conflitto, senza violenza, è un bene per la società, che nel confronto e nella diversità diventa più ricca. Per evitare la violenza, però, bisogna conoscere il triangolo del conflitto (Galtung):

  • da un lato è formato dagli atteggiamenti (odio, rancore, diffidenza, ecc., che possono essere superati attraverso l'apprendimento dell'empatia)
  • in un altro angolo, dal comportamento (che può passare, anche grazie ad un buon lavoro dell'operatore di pace, da violento a nonviolento)
  • ed infine nel terzo angolo, dalle contraddizioni, e cioè da obbiettivi contrapposti dei due contendenti, che possono essere superati grazie alla creatività, ed alla ricerca di obbiettivi “sovraordinati” o di mutuo beneficio.

Una mappa che permette di vedere come ogni conflitto contemporaneo si basa su conflitti evidenti, ma anche su conflitti invisibili. La propaganda, che è connessa a qualunque guerra, lavora solo sugli aspetti visibili. Una buona diplomazia della Pace invece, riduce i danni dei conflitti evidenti e lavora per risolvere quelli invisibili.

In questo senso, molti studiosi internazionali sono convinti che l'articolo 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo sia la base per un nuovo “diritto alla pace”, inteso non solo come rinuncia della guerra, ma anche come un dovere degli stati verso i suoi cittadini e verso i cittadini degli altri stati. Qual è il contenuto dell’obbligo degli Stati di costruire la Pace positiva? A titolo indicativo:

  • 1. impegnarsi, con determinazione, a far funzionare le Nazioni Unite e le altre legittime istituzioni multilaterali
  • 2. impegnarsi perché l’Unione Europea, con una sola voce, faccia la scelta preferenziale delle Nazioni Unite per democratizzarle e potenziarle
  • 3. disarmare; educare al rispetto dei diritti umani e formare il personale militare per le funzioni di Pace
  • 4. istituire il “Servizio Civile di Pace europeo” in base alla Raccomandazione del Parlamento Europeo del 10 febbraio 1999
  • 5. non ospitare bombe atomiche (si viola il Trattato sulla non-proliferazione nucleare)
  • 6. non ospitare basi militari straniere, in particolare quelle il cui uso è contrario alla Carta delle Nazioni Unite e al vigente Diritto Internazionale
  • 7. denunciare i trattati (o comunque le intese, anche informali) riguardanti basi militari, in contrasto con l’Articolo 11 della Costituzione e con il Diritto internazionale dei diritti umani
  • 8. destinare più fondi alla cooperazione internazionale per lo sviluppo
  • 9. non intralciare le attività di cooperazione e solidarietà internazionale di Comuni, Province e Regioni
  • 10. qualsiasi propaganda a favore della guerra deve essere vietata dalla legge