La Medaglia Miracolosa

Nascita del dogma dell'Immacolata Concezione

Diffusione della Medaglia

In questa cappella, scelta da Dio, Maria, in persona è venuta a rivelare la sua identità, attraverso un piccolo oggetto, una medaglia, destinata a tutti, senza distinzioni.


Non poche furono le difficoltà per giungere alla realizzazione della medaglia: le autorità religiose erano infatti caute di fronte alle rivelazioni di suor Labouré.

Il suo confessore, padre Jean-Marie Aladel, a tutta prima giudicò severamente il racconto delle apparizioni: «Pura illusione! Se volete onorare Nostra Signora, imitate le sue virtù, e guardatevi dall'immaginazione!».


Coniazione
Di fronte allo stallo, nell'autunno 1831 suor Labouré sbottò: «La Vergine è dispiaciuta!». Finalmente l’Aladel, persuaso della santità di suor Caterina e della realtà delle celesti comunicazioni, e temendo di dispiacere alla Vergine le cui lagnanze per il ritardo erano a lui indirizzate, decise di rivolgersi, col supporto del confratello Jean-Baptiste Étienne, futuro superiore generale della congregazione, all’Arcivescovo di Parigi, mons. De Quelen, per avere il permesso di procedere alla coniazione della Medaglia.

Nonostante il permesso la coniazione fu ritardata fino al giugno 1832, a causa della epidemia di colera che infestava Parigi.
Nella primavera 1832 l'incarico venne affidato all'orafo Vachette di quai des Orfèvres 54; il modello indicato per il recto fu quello della statua dell'Immacolata Concezione di Edmé Bouchardon, visibile nella chiesa di Saint-Sulpice.



La parte anteriore della medaglia nella sua versione originale




Il retro della medaglia nella sua versione originale

Sul retro, dove Caterina ha citato la Vergine dicendo: “La M e i due cuori sono abbastanza”, Vachette ha aggiunto 12 stelle (Apocalisse 12,1) che circondano il tutto. Nonostante queste innovazioni, suor Catherine ha approvato la nuova medaglia dell’Immacolata Concezione.


Il 30 giugno, i primi 1.500 esemplari furono battuti. suor Labouré ricevette la medaglia ai primi di luglio e la approvò.

La diffusione fu rapidissima: nel 1835, il giornale La France Catholique la definì «uno dei più grandi segni degli ultimi tempi», rivelando che la portavano anche i membri della famiglia reale. Nello stesso anno, è testimoniata a Roma da un sonetto di Gioachino Belli:

“Er còllera mòribbus

Chi vvò pperzeverasse dar collèra
er medicasse è inutile, Luviggi.
In st’impiastri e llavanne e zzuffumiggi
è un cojjone er cristiano che cce spera.

La mediscina che ppò ffà pprodiggi
è la Madonna, e la Madonna vera
è cquella tar Madonna furistiera
de la medajja nova de Pariggi.

Però, ssi la medajja nun è ovale,
la grazzia, fijjo, nun ze pò arisceve,
e in cammio de fà bbene faría male.

De resto, o vvino bbianco, o vvino rosso,
ggnente, nun ciabbadà. Ttu mmaggna e bbeve,
bbasta che pporti la medajja addosso.”


(Chi vuole preservarsi dal colera-Il medicarsi e inutile, Luigi.-In questi impiastri e lavande e suffumigi-è un coglione il cristiano che ci spera.-La medicina che può fare prodigi-è la Madonna, e la Madonna vera-è quella tal Madonna forestiera-della medaglia nuova di Parigi.-Però, se la medaglia non è ovale-la grazia, figlio, non si può ricevere-e in cambio di far bene farebbe male.-Del resto, o vino bianco, o vino rosso,- niente, non ci badare. Tu mangia e bevi,-basta che porti la medaglia addosso.)

Nel primo decennio, solo in Francia ne circolarono oltre cento milioni di copie; alla morte di suor Labouré, aveva superato il miliardo di esemplari.

Il 7 dicembre 1838, Gregorio XVI accordò il permesso di portarla. Oggi è di gran lunga la più diffusa di tutti i tempi, per un totale di parecchi miliardi in ogni parte del mondo.

Uno straordinario impulso alla sua diffusione venne da parte dell’abbé Charles-Eléonore Dufriche Desgenettes (1778-1860), parroco di Notre-Dame des Victoires a Parigi, che fondò una Confraternita del santo e immacolato cuore di Maria, e diffuse in maniera prodigiosa la medaglietta in milioni di copie in tutto il mondo.

Un altro straordinario impulso alla devozione lo diede la miracolosa conversione dell’ebreo Alfonso Ratisbonne, a cui la stessa Madonna effigiata nella Medaglia apparve il 20 gennaio 1842, nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, a Roma.

Una delle più belle figure della santità francescana, san Massimiliano Kolbe, fra le sue innumerevoli missioni, ne aveva una in particolare: la diffusione della Medaglia miracolosa.

È lui stesso a descrivere il suo profondo amore per la Medaglia, in uno scritto del 1926, pubblicato nel periodico “Il Cavaliere dell’Immacolata”, organo di stampa della Milizia: “Bisogna distribuire la Medaglia Miracolosa ovunque è possibile: ai fanciulli, perché la portino al collo, ai vecchi e soprattutto ai giovani, perché sotto la protezione di Maria abbiano la forza sufficiente per resistere alle innumerevoli tentazioni e pericoli che oggi li insidiano.”