Compagnia delle Figlie della Carità
La Compagnia delle Figlie della carità è nata impercettibilmente, come le cose di Dio. Lo spirito di Dio ha ispirato molte persone, Vincenzo de Paoli, Luisa de Marillac e Margherita Naseau. Avvenimenti successivi e significativi hanno segnato la loro vita. Hanno riconosciuto a poco a poco, i passi di Dio.
VINCENZO DE PAOLI E LUISA DE MARILLAC
Vincenzo de Paoli ha scoperto la miseria materiale e spirituale delle campagne. Nel 1617, a Châtillon les Dombes, l’incontro con una famiglia povera, lo spinse a riunire alcune signore della borghesia locale. Vincenzo fondò così le «confraternite della Carità».
L’obiettivo era quello di organizzare il sostegno materiale e l’accompagnamento spirituale, affinché ogni giorno, i poveri potessero migliorare la loro esistenza e ritrovare la forza di responsabilizzarsi. Luisa de Marillac è sempre stata sensibile alle povertà del suo ambiente, visitava i poveri, anche prima di incontrare Vincenzo de Paoli. Il suo cuore era già aperto alle sofferenze e con tutta la sua fede, era attenta ai bisogni dei più umili. Mandata da S. Vincenzo andava a visitare le prime «Confraternite della Carità».
Vincenzo e Luisa compresero che il servizio diretto dei poveri non era facile per le signore della nobiltà o della borghesia. È difficile difatti, oltrepassare la barriera delle classi sociali. Queste donne portavano i pasti, distribuivano i vestiti, curano e portano conforto. Visitano i tuguri, con vestiti lussuosi avvicinano persone che sembrano loro miserabili: è una formidabile sfida! Esiste una vera tensione tra gli ideali del servizio e le costrizioni sociali molto reali. L’ambiente familiare delle signore non è sempre favorevole a tali opere.
MARGHERITA NASEAU
Marguerite nacque in una famiglia di contadini nel luglio 1594 a Suresnes. Non aveva un'istruzione formale. Da autodidatta, ha iniziato a leggere chiedendo aiuto ai passanti “nell'imparare lettere, parole e pronuncia”. Ha poi insegnato ad altri, comprese le ragazze non istruite.
Nel 1630, dopo aver ascoltato la predicazione di Vincenzo de' Paoli, si avvicinò a lui per servire nella Confraternita della Carità parigina. In seguito ottenne il permesso di fornire opere di beneficenza a Parigi e dintorni per i bisognosi, come aveva fatto prima nel suo villaggio.
Ha svolto un ruolo importante insieme a de Paoli e Louise de Marillac nel trasformare la Confraternita della Carità parigina in un'organizzazione di beneficenza. Le opere delle Figlie della Carità sono state ampliate su larga scala in termini di dimensioni e copertura geografica. Le sue abilità pratiche come “l'esperienza culinaria e curativa” hanno contribuito immensamente al progresso delle opere caritative delle Figlie della Carità. Questo l'ha resa un modello per gli altri membri dell'organizzazione.
Nel febbraio 1633, mentre lavorava tra gli appestati a Parigi, morì di “peste dopo aver condiviso il letto con una ragazza malata”.
LE FIGLIE DELLA CARITÀ
Le Figlie della Carità differivano dalle altre Congregazioni religiose dell’epoca, perché dovevano andare incontro ai poveri, incontrarli nella loro casa e, per ciò, mantenere la mobilità e la disponibilità necessarie per vivere tra coloro che servivano.
Secondo san Vincenzo dovevano avere:
• per monastero, la casa dei malati
• per cella, una camera d’affitto
• per cappella, la chiesa della loro parrocchia
• per chiostro, le vie della città
• per clausura, l’ubbidienza
• per grata, il timore di Dio
• per velo, la santa modestia
• ed una fiducia continua nella Divina Provvidenza.
Molto presto, nella loro storia, le Figlie della Carità hanno espresso il desiderio di confermare il loro dono a Dio attraverso i voti, che erano annuali, non perpetui. Questa particolarità è sempre attuale: fanno quattro voti: quello di servire i poveri e quelli di castità, povertà ed ubbidienza; sono dei voti emessi secondo le loro Costituzioni e Statuti e riconosciuti dalla Chiesa.
Le prime Figlie della Carità si occupavano dei poveri malati a domicilio. Più tardi, presero cura dei malati negli ospedali, dell’educazione delle bambine nelle scuole, dei trovatelli. Si occuparono infine dei galeotti, dei soldati feriti, degli anziani e dei malati di mente, degli emarginati; andavano dovunque, e si prendevano cura di ogni persona nel bisogno.
Quando, un giorno del 1830, è arrivata in noviziato alla rue du Bac una giovane della Borgogna di 24 anni. Le apparizioni della Vergine Maria a Caterina Labouré e la diffusione della medaglia miracolosa furono seguite da uno straordinario rinnovamento delle vocazioni, sia delle Figlie della Carità che dei Preti della Missione. Il fervore divenne più intenso.
Lo spirito missionario che si sviluppò, portò ben presto le Figlie della Carità ad andare oltre i confini della Francia. La Polonia fu la prima tappa del futuro internazionale della Compagnia.
Le apparizioni di Rue du Bac hanno senz’altro contribuito a far conoscere ancor più nel mondo il carisma di questa famiglia religiosa che, diffusasi capillarmente nei cinque continenti, è oggi presente in oltre 90 Paesi, compresi quelli più poveri, per un totale di circa 20.000 Figlie della Carità.
A seguito della proclamazione del dogma, diverse congregazioni religiose (oggi 102) hanno sottolineato fin dal loro nome una particolare devozione a Maria ricordata con il titolo di Immacolata.