27/06/2013 Lettera aperta a papa Francesco
vorrei far arrivare questa lettera aperta a Papa Francesco, ma da uomo di strada, non ho molte possibilità di arrivare da solo anche ad un Papa come Francesco.
“Caro Francesco tu sei ok. Non tanto per quello che dici o fai, ma soprattutto per quel gesto insignificante di raccogliere la borsa caduta da una signora in carrozzina. Gesto fulmineo, riflesso incondizionato, che dimostra che l’umile spirito di servizio è nelle tue ossa e nel tuo sangue, oltre i ragionamenti della mente, oltre le emozioni del cuore (che richiedono comunque tempo per l’ elaborazione e la reazione).
Quello che sei chiamato a fare non è un semplice rammendo di buchi nei calzini, ma sei chiamato a rivoltarli completamente, e, forse, nemmeno questo potrebbe bastare per seguire i tre richiami di Gesù a Pietro nel ‘pascere le sue pecore’.
Gesù è venuto per annunciare al mondo la Buona Novella, a tutto il mondo, super partes, a credenti di qualunque religione ci fosse all’epoca e non credenti. Ma noi ne abbiamo fatto subito un’altra religione che naturalmente, come tale, si è contrapposta a tutte le altre esistenti. E così la Buona Novella ha perso la ‘Novella’ (novità) ed rimasto solo il ‘Buona’ (una religione che raccomanda buone cose).
Ma anche se la vedessimo come religione, a dir la verità, è proprio una tra le più brutte e tristi.
Gesù ha portato l’uguaglianza di tutti, senza distinzione di colore, fede, sesso; ma le nostre religiose portano ancora il burka (cosa c’è di male nel far vedere i capelli?) Il governo della struttura-chiesa si riunisce per decidere su tutto, da cose minute all’elezione del Supremo Pastore, ma l’altra metà del mondo, le donne, ne sono assolutamente fuori; fuori da tutto (ma perchè non possono celebrare messa? Perchè non possono scalare le posizioni gerarchiche? Cosa hanno di così tremendamente pericoloso per non ricoprire i ruoli riservati solo ai maschietti? Non hanno abolito anche nella conservatorissima Inghilterra i CLUB/PUB per soli uomini?)
Gesù ha portato la gioia di essere figli di una Grande Padre, amoroso e generoso. Ma della gioia ce ne accorgiamo poco quando entriamo nelle nostre chiese, quando sentiamo le prediche, quando tutta la liturgia è una liturgia del dolore, peccato e penitenza e non del riscatto, gioia e voglia di fare. L’immagine della nostra religione è un uomo sfigurato dal dolore, morto e su una croce di legno. È come se noi mettessimo sulla lapide di un nostro caro la sua foto nel momento dello spasmo della morte e non la foto dei giorni più felici. È come se mettessimo in cornice la foto di nostra moglie durante il dolore delle doglie e non la foto della madre col suo bambino appena nato, felice di aver generato una nuova vita. È come se le madri ricordassero del parto solo il dolore e non la gioia della resurrezione, della vita. Gesù ha fatto molta fatica a scendere dalla croce, e noi lo abbiamo rimesso sù per ricordarci (da masochisti amanti della sofferenza) le difficoltà e le paure del passaggio obbligato e non la gioia dell’aria pura, della vista ampia e meravigliosa dalle alte vette.
Francesco, quando è che passeremo da una liturgia del dolore e del peccato alla bellissima liturgia della gioia e della resurrezione? Perchè non dovremmo interpretare il ‘prendi la tua croce e seguimi’ come ‘prendi qualunque cosa che hai tra le mani, anche una scassatissima bicicletta, e seguimi perchè con me avrai sempre di che meravigliarti e divertirti’?
Della Buona Novella quindi abbiamo perso, oltre alla ‘Novella’ anche il ’Buona’. Cosa rimane?
Ma, Francesco, anche se tu riuscisti a rivoltare il calzino del mondo cristiano, cosa ne è degli altri 5 miliardi di persone, tutti nostri fratelli, che ancora aspettano di avere il cellulare di Dio? Perchè non si sentono attratti dall’Annuncio? Perchè non riusciamo a ‘vi riconosceranno da come vi amate tra di voi’? Che esempio diamo? Come ci amiamo tra di noi? Come fanno ad essere attratti da una Buona Novella che abbiamo reso nè Buona nè Novella?
Francesco, anche le montagne che sembrano insormontabili, con Dio come guida, sono passeggiate per bambini. Le mie preghiere sono sempre a tuo sostegno, fai in fretta a fare le necessarie riforme, profonde ed irreversibili, smuovi la macchina insabbiata, non aspettare che Gesù ti dica per la quarta volta ‘Francesco, pasci le mie pecore’.
Un abbraccio. Maurizio”