19-11-2015 Doglie o rantolo?
Caro Direttore,
riflessioni dettate dai fatti di oggi e non.
Il mondo è come un condominio. Fatto da più di un migliaio di appartamenti: ognuno con proprio ingresso indipendente; ogni appartamento diviso da mura tanto spesse da non far passare rumori o qualunque altra forma di presenza di quello accanto; spazi condominiali inesistenti; senza vedersi, senza conoscersi, senza incontrarsi.
Così il bianco vive tranquillo una vita da bianchi, e il nero una meno tranquilla vita da nero; il malato vive la sua malattia con rassegnazione credendola condizione di vita per tutti; lo stesso povero si accontenta di misere briciole perchè solo briciole vede intorno a se; il ricco, nel suo lussuoso appartamento, non ha alcuna crisi di coscienza perchè il mondo, per lui, è quello in cui vive, beato, sano, pasciuto e confortevole; il credente vive tranquillo e sereno nelle sue millenarie ed immutabili preghiere così come l’ateo, vicino a lui, vive tranquillo nella inconsapevolezza che forse la sua vita avrebbe bisogno di qualche alito vitale; il giovane vive in un mondo di giovani; il vecchio in un mondo di vecchi.
Poi venne il Villaggio Globale.
La comunicazione globale (internet, social network, messaggistica, chatting, twitting, etc.) ha rotto le barriere e ha reso il mondo trasparente.
Nel condominio si sono rotti i muri di divisione e ognuno può guardare nell’appartamento dell’altro.
Il bianco ora vede il nero che ha bisogno di tutto, e ha paura per le sue cose; il nero si domanda come mai nello stesso condominio ci siano differenze così evidenti; il malato vede la vita dei sani e si ribella al suo stato e vorrebbe essere curato per tornare a vivere; il povero non si accontenta più delle briciole; il ricco cerca affannosamente di ricostruire, inutilmente, il suo muro divisorio; al credente cominciano, finalmente, a venire mille dubbi; l’ateo si accorge di aver sempre vissuto con un pugno di mosche in mano; il giovane si vede con apprensione come sarà in età maura; il vecchio rivede con nostalgia e un po’ di invidia il mondo in cui era.
Il condominio comincia a soffrire e a litigare; il mondo comincia a soffrire sempre di più e a diventare quasi inumano, assurdo, autodistruttore.
Sono le doglie del parto di un qualcosa di nuovo e di bello che deve nascere, o il rantolo di un moribondo?
Dipende da noi. Spetta a ciascuno di noi fare questa scelta: decidere, agire e di accettarne le conseguenze.
Un abbraccio
Maurizio Ammannato