04/02/2016 Il Taxi
Gentile Direttore,
stavo aspettando col mio taxi alla solita stazione quando un signore aprì la porta e mi chiese se poteva entrare; risposi di sì. Una volta entrato mi chiese se il taxi era libero e risposi una seconda volta di sì. Infine mi chiese se tutto era a posto e potevamo andare. Risposi, un po’ spazientito, per la terza volta di sì e mi volsi a guardarlo aspettando che mi desse indicazioni.
Ma rimase in silenzio e alla fine, sorridendo, mi disse: ”Maurizio, dove vogliamo andare?”. Mi conosceva per nome e quelle parole entrarono dritte in fondo al cuore. Allora capii.
Risposi:” Il taxi è di mia proprietà ed è mia responsabilità guidarlo propriamente e mantenerlo in piena efficienza. Ma tu, in realtà, sei quello che lo guida; dimmi dove devo andare ed io ti porterò là; dimmi di andare veloce in superstrada o percorrere un sentiero pericoloso ed io lo farò. Dimmi di svoltare a destra o a sinistra ed io girerò.” E mentre pronunciavo queste parole sperai ardentemente che rimanesse dentro al mio taxi fino alla fine del grande viaggio.
Con Dio è la stessa cosa. La nostra mente è il guidatore esperto; il corpo è il taxi; il cuore, il motore che tutto muove. Dio è il passeggero che ha deciso di stabilirsi dentro di noi e che ci indica la migliore strada, brutta o bella che sembri, per arrivare, con lui, alla destinazione finale.
Un abbraccio
Maurizio