17/11/2014 La curva della disillusione e la trappola per Francesco
Gentile Direttore,
il 90% dei progetti a largo respiro muoiono nella Valle della Morte.
• La curva iniziale è la curva del primo entusiasmo, che, prima o poi, raggiunge l’apice.
• Dopo, per stanchezza e/o non vedendo risultati concreti, comincia la discesa lungo la curva della disillusione.
• Quindi raggiungono la Valle della Morte (dove muoiono il 90% dei progetti).
• Solo il 10% ha la forza di risalire per affermarsi definitivamente.
E questo vale per tutti i progetti, di qualunque natura.
Pur essendo Emerito, faccio il Manager di Rete e cerco di mettere insieme in rete (collaborazione) più piccole imprese per farle uscire dalle ricorrenti crisi.
Il processo di integrazione è lungo e alto è il rischio di farlo cadere nella valle della morte (le imprese dopo un poco si stancano di ‘perdere tempo’ senza vedere risultati evidenti, cambiano le persone, cambia la situazione al contorno, etc.)
La soluzione che ho sperimentato nella mia precedente vita professionale è quella di cercare di far evitare ai progetti la Valle della Morte. Come?
Con una serie di piccoli progetti che, pur non risolvendo problemi sostanziali, tuttavia tengono desta la motivazione, fanno vedere che qualche cosa si muove e permettono al progetto strategico (che richiede sempre i suoi tempi) di andare avanti e di affermarsi successivamente con le proprie gambe.
Questi micro-progetti devono partire subito, appena raggiunto l’apice della curva dell’entusiasmo e della motivazione (vedi figura seguente).
Cosa centra Papa Francesco?
La profonda riforma della Chiesa è un progetto complesso che richiede i suoi tempi.
Chi non lo condivide e conosce questa curva della disillusione, fa l’attendista, anche senza la necessità di remarci contro.
Non si impressiona delle adunate delle moltitudini plaudenti (comunque sempre minoritarie) né del generale consenso dei media. Sa che sono sempre e solo parole, facciata, marketing, ‘politica’, non sostanza.
La trappola per Francesco è aspettare quindi la calata dell’ entusiasmo (che avviene SEMPRE quando la massa non plaudente non vede alcuna realizzazione concreta come ad esempio le aspettative sullo IOR, sull’apertura alle coppie di fatto, celibato, suore, etc.) e aspettare che il grande progetto si affossi da solo nella valle della Morte, senza compromettersi, senza neanche alzare un dito.
Se la riforma della Chiesa fosse un progetto di marketing, solleciterai Papa Francesco a iniziare questi micro-progetti, ovvero a prendere delle piccole ma concrete azioni che scendano subito lungo la catena gerarchica per arrivare rapide e concrete nelle parrocchie, all’uomo/donna della strada.
Quali?
Per esempio un motu proprio per cancellare i titoli onorifici : da monsignore a pastore, da eccellenza a servo, da santità a servo dei servi.
Togliere l’obbligo del celibato.
Far dire messa alle suore.
Etc.
Terremoti? No. Piccole correzioni difronte ai temi molto più seri e profondi come la riforma per far tornare la Chiesa annunciatrice della Buona Novella (la vera ed unica missione), la riforma della liturgia (da penitenziale, alla gioia della risurrezione), rivisitazione di tutto ciò che in duemila anni hanno aggiunto gli uomini e non Dio, rimettere in tutto e per tutto al primo posto la Bibbia (lasciando santi e dottori in pace a godersi il meritato riposo), essere infine in grado di riaccendere la piccola fiammella che ancora sopravvive nei nostri cuori e farla diventare un creativo incendio d’amore per Gesù e per tutti i nostri fratelli, di qualunque razza e di qualunque credo.
La saluto cordialmente.
Maurizio Ammannato