Epistolario senza risposte

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14/02/2015 Il filo di lana

Gentile Direttore,
quando nasciamo siamo messi tutti davanti allo stesso filo di lana di partenza. È ovvio che ciascuno con il proprio carattere, le proprie caratteristiche ereditate in embrione, che si svilupperanno certamente influenzate dal pregresso ereditato. Ma non per il male ed il bene, non per l’essere buono o cattivo. Qui si parte tutti alla pari, tabula rasa.
Cosa è che ci fa prendere strade così diverse? La famiglia al 90% è quella che influenzerà di più la scelta sulle due diverse strade. La famiglia è l’organizzazione presente costantemente fin dal primo giorno di vita (e forse anche prima), onnipresente soprattutto nel periodo in cui si forma il bambino, ovvero il padre del futuro uomo. La vita quotidiana, l’esempio, l’attenzione o meno alle amicizie, l’affetto o il meno affetto o addirittura il disinteresse dei genitori segneranno profondamente lo sviluppo del bene o del male. L’assenza di amore, o peggio l’odio, sono l’humus ideale per la crescita della pianta del male.

Il mondo civile, difronte al male, cerca di arginarlo con il castigo da una parte ed il tentativo di recupero dall’altra. Recupero difficile, attività certamente nobile, complessa, assolutamente da perseguire ma che richiede tempi necessariamente lunghi considerando anche l’attuale valore della recidiva che è, a livello mondiale, più del 70%.

Solo l’incontro con Gesù è drammatico, sconvolgente e immediato. L’adultera da lapidare, in pochi istanti è passata dalla morte certa alla vita; ma azione ben più importante Gesù, col non condannarla, ovvero perdonandola, l’ha rimessa dietro al filo di lana di partenza, immacolata, dandole una seconda possibilità di ripartenza, di scegliere di nuovo quale strada percorrere, questa volta senza troppi condizionamenti, con più esperienza vissuta sulla propria pelle, ma soprattutto con un nuovo potente amico, Gesù, sempre pronto a darti una mano.

Cosa possiamo fare allora noi difronte al male?
Spingerli verso Gesù. Non verso particolari organizzazioni, non verso particolari edifici, non verso particolari simboli o riti penitenziali, non verso altri uomini giudicanti; ma silenziosamente, quasi di nascosto, con rispetto, umiltà, prudenza per non far scattare antiche chiusure, per non far rialzare di nuovo mura invalicabili: passare loro il numero diretto di Dio (il Padre Nostro), suggerendo di chiamare subito chi può veramente (la Buona Novella) ascoltare, comprendere, perdonare, ripulire i panni sporchi, imbiancare di nuovo mura imbrattate e pericolanti e rimetterli davanti al filo di lana di ripartenza, candidamente uguali a tutti, per una nuova opportunità.

Un abbraccio.
Maurizio Ammannato