Analisi delle immagini
Si può facilmente notare come tutte le ferite (anatomicamente perfette) siano quelle subite da Cristo.
a) Piccoli segni tondeggianti, grandi come una nocciola, collegati fra di loro a due a due, ed in gruppi di tre o quattro su tutto il corpo, salvo che su testa, piedi ed avambracci. Sono le tracce del flagrum romano, un flagello a più corregge (tre o quattro) che terminavano con pesi di piombo o ossicini (tacilli).
Le ferite sono da novanta a centoventi, inferte da due uomini, uno alto, l’altro basso e più crudele; la legge ebraica prevedeva un massimo di 40 colpi, che avrebbero appunto potuto imprimere sulla carne i 120 segni dei tacilli. Ebbene noi sappiamo che Pilato fece duramente flagellare Gesù .
b) Ampie escoriazioni sulla spalla. Un corpo pesante scorticò la pelle già ferita. Cristo portò, lungo la strada del Calvario, il palo orizzontale della croce (patibulum).
c) Trafitture sull’intero cuoio capelluto. Da notare le macchie di sangue che seguono i presumibili movimenti della stessa e si adattano alle rughe causate da una contrazione del muscolo frontale (macchia a epsilon). È verosimile pensare all’effetto devastante della corona di spine o meglio del casco che i soldati posero, per scherno, sul capo di Gesù. Non solo sulla fronte, ma anche sulla nuca e sui capelli, ci sono numerose colature sinuose di sangue, che sgorgano da numerose piccole ferite intorno al capo e che salgono fino alla calotta occipitale; sono certamente state provocate da un casco e non da una corona di spine, imposto con violenza sulla testa. La traccia sulla fronte, simile ad un 3 rovesciato, è una colatura di sangue sgorgata da una ferita della vena frontale e dovuta alla contrazione del muscolo, in reazione spasmodica al dolore causato dagli aculei. I coaguli sono 13; 30 le lesioni temporali e 20 le occipitali.
d) Al volto presenta ecchimosi e tumefazioni, occhio destro chiuso, abrasione alla punta del naso, frattura della cartilagine del setto nasale, barba strappata (era la pena ebraica per la bestemmia), rigonfiamento sopra lo zigomo destro, causa della chiusura dell’occhio. Dice Isaia (50,6): “Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba, non ho sottratto la faccia agli insulti ed agli sputi”. Anche i Vangeli parlano ripetutamente di percosse al volto (schiaffi, colpi di canna).
e) Tagli ed ecchimosi al ginocchio. Gesù, indebolito dalla flagellazione, cadde con ogni probabilità più volte sulla via del Golgota, tanto che ad aiutarlo a reggere la croce fu chiamato Simone di Cirene.
Anche il sangue sul polso è di un verismo assoluto: muta direzione (10° di inclinazione) secondo le due presumibili posizioni del crocifisso (eretto sui piedi o accasciato). Sulle braccia non c’è una goccia di sangue fuori posto, ed è tutto sangue vivo, perfettamente coagulato e trasferito per assorbimento sulla tela dopo 36 h. circa di processo fibrinolitico.
Gli accurati esami fatti nel 1975 evidenziarono chiaramente i traumatismi che sfigurano il Volto. Lo zigomo destro è tumefatto e la palpebra gonfiata e più rilevata della sinistra; il naso escoriato, come per una caduta, e la cartilagine nasale distorta, staccata dall’osso; la fronte tumefatta sopra il sopracciglio sinistro, ed il labbro gonfio così come la guancia. Queste ferite furono causate dai violenti schiaffi dati dai soldati e dalle cadute a faccia in giù, perché vi sono state rinvenute tracce di terriccio.
Non solo sulla fronte, ma anche sulla nuca e sui capelli, ci sono numerose colature sinuose di sangue, che sgorgano da numerose piccole ferite intorno al capo e che salgono fino alla calotta occipitale; sono certamente state provocate da un casco e non da una corona di spine, imposto con violenza sulla testa. La traccia sulla fronte, simile ad un 3 rovesciato, è una colatura di sangue sgorgata da una ferita della vena frontale e dovuta alla contrazione del muscolo, in reazione spasmodica al dolore causato dagli aculei. I coaguli sono 13; 30 le lesioni temporali e 20 le occipitali
Il piede sinistro si appoggiava sul destro così da consentire che un solo chiodo li trafiggesse entrambi. Sul tallone sinistro sono visibili le impronte di tre dita della mano di chi aiutò a trasportare il cadavere dopo la deposizione. L’uomo della Sindone non ebbe il crurifragium, era infatti già morto per asfissia come dimostra l’addome gonfio; altri parlano di infarto, preannunciato dal sudore misto a sangue che imperlò il volto di Cristo nell’Orto degli Ulivi. Durò, comunque, pochissimo, tre ore, tanto che Pilato se ne meravigliò.
Gli accurati esami fatti nel 1975 evidenziarono chiaramente i traumatismi che sfigurano il Volto. Lo zigomo destro è tumefatto e la palpebra gonfiata e più rilevata della sinistra; il naso escoriato, come per una caduta, e la cartilagine nasale distorta, staccata dall’osso; la fronte tumefatta sopra il sopracciglio sinistro, ed il labbro gonfio così come la guancia. Queste ferite furono causate dai violenti schiaffi dati dai soldati e dalle cadute a faccia in giù, perché vi sono state rinvenute tracce di terriccio.
Per il resto fu una crocifissione in piena regola con la tradizione. Lo prova la tomba di Jehohanan, di 25 anni, crocifisso agli inizi del 1° sec. A.C.: quel che resta del suo scheletro mostra : le ossa dei piedi sovrapposte e trafitte da un solo chiodo; il radio del braccio destro con le tracce dello sfregamento dell’osso contro il chiodo; le tibie spezzate dal crurifragium.
g) Ferita sul fianco destro fra la quinta e sesta costola; ha forma ovale e misura cm. 4,5 x 1,5 (le dimensioni della lancia romana). Giovanni dice che non gli spezzarono le gambe ma gli trafissero il costato con una lancia e subito ne uscì sangue ed acqua.
Sulla Sindone è visibile la macchia di sangue circondata da un alone causato dalla fuoriuscita di liquido pleurico o pericardico. Il sangue dal costato, e precisamente dalla vena cava inferiore, colò lungo la vita e confluì sulla schiena in seguito alla deposizione e al trasporto.