La Passione e la Sindone

Racconti della Passione e confronto con la Sindone

Secondo Pia: La prima foto

La stagione migliore, comunque, la Sindone la sta vivendo proprio ai nostri giorni, grazie all’apporto decisivo della scienza, attraverso le più varie discipline (medicina, chimica, botanica, archeologia, fotografia, storia, numismatica, ecc.). L’indagine più completa e seria si ebbe in seguito all’ostensione del 1978, quando venne costituito lo STURP: progetto di ricerche sulla Sindone di Torino. Vi parteciparono i migliori scienziati americani, credenti e non.

Ma già prima erano state conseguite importanti certezze, soprattutto dopo che nel 1898 l’avv. Secondo Pia fotografò la Sindone in occasione delle nozze di Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro.

Durante lo sviluppo all’esterrefatto avvocato apparve una figura che andava via via prendendo forma e vita, nel senso che sulla lastra fotografica si delineava in maniera davvero impressionante tutto ciò che nella realtà non era visibile: il chiaro divenne scuro, i vuoti pieni, la destra la sinistra. 

Era ormai evidente che il negativo fotografico aveva restituito il positivo dell’immagine, la quale risultava, dunque, impressa in negativo sul lenzuolo. Basterebbe questo a provare l’autenticità del reperto: come avrebbe potuto un falsario del XIV secolo dipingere in negativo, quando perfino il concetto di negativo fotografico era ai tempi ignoto?



Questa è l'immagine sindonica come appare ai nostri occhi (sinistra). E questo (a destra) è il negativo della lastra fotografica che ne restituisce il positivo. Ovvero dal punto di vista fotografico l'immagine del telo Sindonico è il negativo dell'immagine sopra impressa e quindi il negativo di un negativo, restituisce un positivo.







Queste la stessa immagine in positivo, anteriore (sinistra) e posteriore (destra) con la evidenziazione delle ferite..