Gesù nel cuore

I messaggi di Gesù

Da N.1 a N.10


 

1.   Protovangelo di Giacomo

“Io, Giuseppe, camminavo e non camminavo.

Guardai nell'aria e vidi l'aria colpita da stupore;

guardai verso la volta del cielo e la vidi ferma,

e immobili gli uccelli del cielo;

guardai sulla terra e vidi un vaso giacente

e degli operai coricati con le mani nel vaso:

ma quelli che masticavano non masticavano,

quelli che prendevano su il cibo non l'alzavano dal vaso,

quelli che lo stavano portando alla bocca non lo portavano;

i visi di tutti erano rivolti a guardare in alto.

Ecco delle pecore spinte innanzi che invece stavano ferme:

il pastore alzò la mano per percuoterle,

ma la sua mano restò per aria.

Guardai la corrente del fiume

e vidi le bocche dei capretti poggiate sull'acqua, ma non bevevano. 

Poi, in un istante, tutte le cose ripresero il loro corso”.

2.   Incipit

“In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. 

Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. 

Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

 

“Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis”

 

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare dentro di noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me».

 

Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazie su grazie. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

Vedendo le folle, Gesù ne ebbe compassione, perché erano stanche e scoraggiate, come pecore senza pastore, e allora si mise ad insegnare loro molte cose. Egli diceva: “Il tempo della salvezza è venuto: il regno di Dio è vicino. Convertitevi, cambiate vita e credete in questo lieto messaggio che viene da Dio!»

3.   La nuova giustizia

Così si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo del Profeta Isaia: “Ecco il mio servo prediletto nel quale mi sono compiaciuto, a lui darò il mio Spirito. Egli ha preso su di sé le nostre debolezze, si è caricato di tutte le nostre sofferenze.  Annunzierà la giustizia alle genti, non contenderà, né griderà, e non terrà discorsi nelle piazze. Se una canna è incrinata, non la spezzerà; se una lampada è debole, non la spegnerà. Farà sempre così, fino a quando non avrà fatto trionfare la giustizia; per tutti i popoli della terra egli sarà una speranza». 

4.   Il concetto di Dio

Gesù spiegò ai suoi discepoli l’evoluzione del concetto di Dio:

“Jaweh era il Dio della tribù del Sinai. Questo era il concetto primitivo di Dio che Mosè elevò a Signore Dio d’Israele. Il Padre che è nei cieli accetta sempre l’adorazione sincera dei suoi figli terreni, indipendentemente da quanto grezzo possa essere il loro concetto di Dio o con quale nome simbolizzino la sua natura divina.

L’Altissimo fu il concetto ampliato del Padre Celeste proclamato da Melchizedek ad Abramo. Abramo e suo fratello lasciarono Ur a causa dell’istituzione dell’adorazione del sole, e credettero all’insegnamento di Melchizedek di El Elyon, l’Altissimo Dio.

El Shaddai era adorato anticamente da molti Ebrei; concetto molto vicino al Dio egiziano del cielo, che avevano imparato a conoscere durante la loro prigionia nella regione del Nilo. Molto tempo dopo l’epoca di Melchizedek questi tre concetti di Dio si fusero insieme per formare l’idea del Signore Dio d’Israele.

Elohim risale ai tempi di Adamo. Non ricordate come le Scritture comincino con l’affermazione che “All’inizio gli Dei crearono i cieli e la terra”? Ciò indica che quando questa frase fu redatta, il concetto della Trinità aveva trovato posto nella religione dei nostri antenati.

Il Supremo Jaweh. Ai tempi di Isaia queste credenze su Dio si erano allargate nel concetto di un Creatore Universale che era ad un tempo onnipotente ed infinitamente misericordioso. E questo concetto di Dio in evoluzione ed in ampliamento soppiantò praticamente ogni idea precedente di Dio nella religione dei nostri padri.

Il Padre che è nei cieli. E ora noi conosciamo Dio come nostro Padre che è nei cieli. Il nostro insegnamento è la Buona Notizia che il credente è figlio di Dio. Questa è la buona novella del Vangelo del Regno dei cieli.

Coesistenti con il Padre vi sono il Figlio e lo Spirito, e la rivelazione della natura di queste divinità del Paradiso continuerà ad ampliarsi e a risplendere nel corso delle ere senza mai fine. In ogni tempo e durante tutte le ere l’adorazione sincera di ogni essere umano, per il progresso spirituale individuale, è riconosciuta dallo spirito interiore come un omaggio reso al Padre che è nei cieli.”

5.   Chi è Dio

Un ricco commerciante chiese a Gesù: “Rabbi, Mosè e gli antichi profeti ci dicono che Jaweh è un Dio geloso, un Dio di grande collera e d’ira crudele. I profeti dicono che odia i peccatori e si vendica di coloro che non obbediscono alla sua legge. Tu ed i tuoi discepoli c’insegnate che Dio è un Padre compassionevole e buono che ama talmente tutti gli uomini da volerli accogliere in questo nuovo regno dei cieli, che tu proclami essere così vicino.”

Gesù rispose: “Giacobbe, tu hai esposto bene gli insegnamenti degli antichi profeti, che istruirono i figli della loro generazione conformemente alla luce del loro tempo. Nostro Padre in Paradiso è immutabile. Ma il concetto della sua natura s’è ampliato ed accresciuto dai giorni di Mosè, attraverso i tempi di Amos e fino alla generazione del profeta Isaia. Ora io sono venuto nella carne per rivelare il Padre in una nuova gloria e per manifestare il suo amore e la sua misericordia a tutti gli uomini.

Via via che il Vangelo di questo regno si diffonderà nel mondo con il suo messaggio d’incoraggiamento e di buona volontà a tutti gli uomini, si stabiliranno maggiori e migliori relazioni tra le popolazioni di tutte le nazioni. Con il passare del tempo, i padri ed i loro figli si ameranno di più gli uni con gli altri e saranno così portati ad una migliore comprensione dell’amore del Padre che è nei cieli per i suoi figli sulla terra. Ricordati, Giacobbe, che un padre buono e sincero non solo ama la sua famiglia come un tutto, come una famiglia, ma ama anche veramente e cura affettuosamente ogni singolo membro.

Quando i tuoi figli sono molto giovani ed immaturi, e devi correggerli, possono pensare che il loro padre sia adirato e pieno di collera risentita. La loro immaturità non permette loro di penetrare al di là della punizione per discernere l’affetto previdente e correttivo del padre. Ma quando questi stessi figli diventano uomini e donne, non sarebbe insensato da parte loro rimanere attaccati a queste antiche e false nozioni sul loro padre?

In quanto uomini e donne adulti, possono ora discernere l’amore del loro padre in tutte queste punizioni di un tempo. E con il passare dei secoli l’umanità non dovrebbe giungere a comprendere meglio la vera natura ed il carattere amorevole del Padre che è nei cieli? Quale profitto trai dall’illuminazione spirituale delle generazioni successive se persisti a vedere Dio come lo videro Mosè ed i profeti?

Io ti dico, Giacobbe, che alla brillante luce di quest’ora tu dovresti vedere il Padre come nessuno dei tuoi predecessori l’ha mai visto. E vedendolo così, dovresti rallegrarti di entrare nel regno dove regna un Padre così misericordioso, e dovresti fare in modo che la sua volontà d’amore domini d’ora in poi la tua vita.”

6.   Compimento della legge

Gesù disse: “Dio ha dato la sua Legge per mezzo di Mosè. E non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mosè e l’insegnamento dei profeti, ma per compierla in modo perfetto, perché vi assicuro che fino a quando ci saranno il cielo e la terra, neppure una sola lettera o un segno, nemmeno la più piccola parola, anzi nemmeno una virgola, sarà cancellata dalla legge di Dio: Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno! Perciò, chi di voi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche il più piccolo dei comandamenti, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato il più piccolo nel regno dei cieli. Chi invece mette in pratica tutti i comandamenti e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se non fate la volontà di Dio, secondo una giustizia superiore a quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”.

7.   Il Regno di Dio

Nella sinagoga di Cafarnao Gesù disse: “Io sono venuto a proclamare l’instaurazione del regno del Padre. E questo regno includerà le anime degli Ebrei e dei Gentili, dei ricchi e dei poveri, delle donne e degli uomini, dei liberi e degli schiavi, perché mio Padre non fa eccezione di persone; il suo amore e la sua misericordia sono su tutti.

Il Padre che è nei cieli manda il suo spirito ad abitare la mente degli uomini, e quando io avrò terminato la mia opera sulla terra lo Spirito della Verità sarà sparso su tutta l’umanità. E lo spirito di mio Padre e lo Spirito della Verità vi stabiliranno nel futuro regno spirituale e di rettitudine divina. Il mio regno non è di questo mondo. Il Figlio dell’Uomo non condurrà degli eserciti in battaglia per l’instaurazione di un trono di potere o di un regno di gloria terrena. Quando il mio regno sarà venuto, voi conoscerete il Figlio dell’Uomo come il Principe della Pace, come la rivelazione del Padre Eterno.

I figli di questo mondo lottano per l’instaurazione e l’ampliamento dei regni di questo mondo, ma i miei discepoli entreranno nel Regno dei Cieli grazie alle loro scelte morali e alle loro vittorie spirituali; e quando vi entreranno, troveranno gioia, rettitudine e vita eterna. Coloro che cercano in primo luogo di entrare nel regno, cercando di acquisire una nobiltà di carattere simile a quella di mio Padre, possederanno subito tutto quello di cui hanno bisogno.

Ma io vi dico in verità: a meno che non cerchiate di entrare nel regno con la fede e la fiducia di un bambino, non vi sarete ammessi in alcun modo. Non lasciatevi ingannare da coloro che vengono a dirvi il regno è qui o il regno è là, perché il regno di mio Padre non riguarda cose visibili e materiali. Questo regno è già ora tra di voi, perché dove lo spirito di Dio istruisce e guida l’anima dell’uomo, là è in realtà il regno dei cieli. E questo regno di Dio è rettitudine, pace e gioia nello Spirito Santo. Giovanni vi ha in verità battezzati nel segno del pentimento e per la remissione dei vostri peccati, ma quando entrerete nel Regno dei Cieli sarete battezzati con lo Spirito Santo”.

8.   Tutti uguali nel Regno

Gesù disse: “Nel regno di mio Padre non vi saranno né Ebrei né Gentili, ma solo coloro che cercano la perfezione attraverso il servizio nei confronti degli altri, perché io dichiaro che colui che vuol essere grande nel regno di mio Padre deve prima divenire il servitore di tutti. Se siete disposti a servire i vostri simili, sederete con me nel mio regno, come io, servendo in queste sembianze umane, sederò presto con mio Padre nel suo regno. Questo nuovo regno è simile ad un seme che cresce nella terra buona di un campo. Esso non ottiene subito il frutto maturo. C’è un periodo di transazione tra l’instaurazione del regno nell’anima dell’uomo ed il momento in cui il regno matura nel frutto completo della rettitudine perpetua e della salvezza eterna.

E questo regno che io vi proclamo non è un regno di potenza e di abbondanza. Il Regno dei Cieli non è questione di cibo e di bevanda, ma piuttosto una vita di rettitudine progressiva e di gioia crescente nel compiere il servizio di mio Padre che è nei cieli. Perché il Padre non ha forse detto dei suoi figli del mondo: ‘È mia volontà che siano alla fine perfetti, così come io sono perfetto’?

Io sono venuto a predicare la buona novella del regno. Non sono venuto ad accrescere i pesanti fardelli di coloro che vorrebbero entrare in questo regno. Io proclamo la via nuova e migliore, e coloro che sono capaci di entrare nel regno futuro godranno del riposo divino. E qualunque sia per voi il costo in beni materiali, qualunque sia il prezzo che dovrete pagare per entrare nel regno dei cieli, voi riceverete molto di più in gioia ed in crescita spirituale in questo mondo e la vita eterna nell’era futura.

L’entrata nel regno del Padre non dipende né da eserciti in marcia, né dal capovolgimento di regni di questo mondo, né dallo spezzare il giogo della schiavitù. Il Regno dei Cieli è alla portata di tutti coloro che vorranno entraci e vi troveranno abbondante libertà e gioiosa salvezza.

Questo regno è un dominio eterno. Coloro che entreranno nel regno ascenderanno fino a mio Padre; raggiungeranno certamente la destra della sua gloria in Paradiso. E tutti coloro che entreranno nel Regno dei Cieli diverranno figli di Dio e nell’era futura saliranno fino al Padre. Io non sono venuto a chiamare i così detti giusti, ma i peccatori e tutti coloro che hanno fame e sete della rettitudine e della perfezione divina. Giovanni è venuto a predicare il pentimento per prepararvi al regno; ora io vengo a proclamare l'amore, il dono di Dio, come il mezzo, per entrare nel regno dei cieli. Se solo credete che mio Padre vi ama di un amore infinito, allora siete già nel regno di Dio”.

9.   Il granello di senape

Gesù disse: “Il Regno dei Cieli si può paragonare ad un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande di tutte le piante dell’orto: diventa un albero tanto grande che gli uccelli vengono a fare il nido tra i suoi rami”. E ancora: “A che cosa somiglierà il regno di Dio? Esso è simile ad un po’ di lievito che una donna ha preso e messo in una grande quantità di farina: ad un certo punto tutta la pasta è lievitata”.

10.      Il nemico del Regno

Gesù disse: “Il Regno dei Cieli si può paragonare ad un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma una notte, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico a seminare zizzania, un’erba cattiva in mezzo al grano, e poi se ne andò. Quando il grano cominciò a spuntare e a formare le spighe, ecco apparve anche la zizzania. I contadini allora dissero al padrone: “Signore, tu avevi fatto seminare del buon grano nel tuo campo. Da dove viene l’erba cattiva?”.

Egli rispose: “È stato un nemico a far questo!”. I contadini gli domandarono: “Vuoi che andiamo a strapparla via?”. No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che crescano insieme fino al giorno del raccolto. A quel momento io dirò ai mietitori: raccogliete prima l’erba cattiva e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece mettetelo nel mio granaio”.