Da N.51 a N.60
51. La predicazione ai gentiliChiese Filippo: “Maestro, questi Greci e Romani prendono alla leggera il nostro messaggio, affermando che questi insegnamenti sono adatti soltanto ai deboli e agli schiavi. Maestro, che cosa diremo a questi Gentili?” Gesù disse a Filippo e ai dodici: “Io sono venuto in questo mondo per fare la volontà di mio Padre e per rivelare il suo carattere amorevole a tutta l’umanità. Questa, fratelli miei, è la mia missione. E solo questa cosa farò senza preoccuparmi del travisamento dei miei insegnamenti da parte degli Ebrei e dei Gentili di questo tempo o di un’altra generazione. Ma voi non dovreste lasciarvi sfuggire il fatto che anche l’amore divino ha le sue severe discipline. L’amore di un padre per suo figlio obbliga spesso il padre a frenare gli atti insensati della sua avventata discendenza. Il figlio non sempre comprende i motivi saggi ed affettuosi della restrittiva disciplina del padre. Ma io vi dichiaro che mio Padre in Paradiso governa un Universo di universi con l’irresistibile potere del suo amore. L’amore è la più grande di tutte le realtà spirituali. La verità è una rivelazione liberatrice, ma l’amore è la relazione suprema. E qualunque grave errore commettano i vostri simili nell’amministrazione attuale del mondo, in un’epoca futura, il Vangelo che io vi proclamo governerà questo stesso mondo. Lo scopo ultimo del progresso umano è il riverente riconoscimento della paternità di Dio e la materializzazione amorevole della fratellanza degli uomini. Ma chi vi ha detto che il mio Vangelo era destinato solo agli schiavi e ai deboli? Voi, miei apostoli scelti, assomigliate a dei deboli? Giovanni aveva l’aspetto di un debole? Notate che io sia schiavo della paura? È vero, i poveri e gli oppressi di questa generazione hanno il Vangelo predicato per loro”. 52. Le religioni di questo mondoGesù disse: “Le religioni di questo mondo hanno dimenticato i poveri, ma mio Padre non fa eccezione di persone. Inoltre i poveri di questo tempo sono i primi a prestare attenzione all’invito al pentimento e all’accettazione della filiazione. Il Vangelo del Regno deve essere predicato a tutti gli uomini, Ebrei e Gentili, Greci e Romani, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ed egualmente ai giovani e ai vecchi, ai maschi e alle femmine. Perché mio Padre è un Dio d’amore e si compiace di praticare la misericordia, non crediate che il servizio del regno sia di una facilità monotona. L’ascensione al Paradiso è l’avventura suprema di tutti i tempi, la dura conquista dell’eternità. Il servizio del regno sulla terra farà appello a tutta la coraggiosa virilità che voi ed i vostri discepoli potrete radunare. Molti di voi saranno messi a morte per la vostra fedeltà al Vangelo di questo regno. È facile morire sul fronte di una battaglia fisica, quando il vostro coraggio è rafforzato dalla presenza dei vostri compagni di battaglia, ma ci vuole una forma più elevata e profonda di coraggio e di devozione umani per donare la propria vita, serenamente e tutti soli, per l’amore di una verità custodita nel vostro cuore mortale”. 53. Il coraggio è far conoscere la Buona NovellaGesù disse: “Oggi i non credenti possono rimproverarvi di predicare un Vangelo di non resistenza e di vivere delle vite di non violenza, ma voi siete i primi volontari di una lunga lista di credenti sinceri nel Vangelo di questo regno che stupiranno tutta l’umanità con la loro eroica devozione a questi insegnamenti. Nessun esercito del mondo ha mai mostrato più coraggio e audacia di quelli che saranno mostrati da voi e dai vostri leali successori andando per tutto il mondo a proclamare la buona novella, la paternità di Dio e la fratellanza degli uomini. Il coraggio della carne è la forma più bassa di audacia. L’audacia mentale è un tipo più elevato di coraggio umano, ma il coraggio più elevato e supremo è la fedeltà inflessibile alle illuminate convinzioni delle profonde realtà spirituali. Un tale coraggio costituisce l’eroismo degli uomini che conoscono Dio. E voi siete tutti degli uomini che conoscono Dio; voi siete in verità i discepoli personali del Figlio dell’Uomo.” 54. Il controllo di sé stessiAndrea chiese a Gesù: “Maestro, dobbiamo praticare la rinuncia a sé stessi come Giovanni ci ha insegnato, o dobbiamo sforzarci di ottenere la padronanza di sé come tu insegni? In che cosa il tuo insegnamento differisce da quello di Giovanni?” Gesù rispose: “Giovanni in verità vi ha insegnato la via della rettitudine in conformità all’illuminazione e alle leggi dei suoi padri, e quella era la religione dell’esame di coscienza e della rinuncia a sé. Ma io vengo con un nuovo messaggio di dimenticanza di sé stessi e di padronanza di sé stessi. Io vi mostro la via della vita come mi è stata rivelata da mio Padre che è nei cieli. In verità, in verità vi dico, chi gestisce propriamente il proprio io è più grande di colui che conquista una città. La padronanza di sé è la misura della natura morale di un uomo e l’indice del suo sviluppo spirituale. Nell’antico ordine voi digiunavate e pregavate; come nuove creature della rinascita dello spirito vi viene insegnato di credere e di gioire. Nel regno del Padre voi diverrete delle creature nuove; le vecchie cose devono scomparire; ecco, io vi mostro come ogni cosa deve diventare nuova. E per mezzo del vostro amore reciproco voi convincerete il mondo che siete passati dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita eterna”. 55. Il nuovo metodoGesù disse: “Con il vecchio metodo voi cercate di sopprimere, di obbedire e di conformarvi alle regole della vita; con il nuovo metodo siete prima trasformati dallo Spirito della Verità e con ciò fortificati nella profondità della vostra anima dal costante rinnovamento spirituale della vostra mente, e così siete dotati del potere di compiere con certezza e gioia la benevola, desiderabile e perfetta volontà di Dio. Non dimenticate; è la vostra personale fiducia nelle promesse incommensurabili e preziose di Dio che vi garantisce che diverrete partecipi della natura divina. Così, per mezzo della vostra fede e della trasformazione dello spirito, voi divenite realmente i templi di Dio, ed il suo spirito abita effettivamente in voi”. 56. Non più schiavi della carneGesù disse: “Se lo spirito abita in voi, non siete più schiavi della carne, ma liberi ed emancipati figli dello spirito. La nuova legge dello spirito vi dota della libertà dovuta alla padronanza di sé al posto della vecchia legge della paura dell’essere schiavi di sé e della schiavitù della rinuncia a sé. Molte volte, quando avete agito male, avete pensato di attribuire la responsabilità dei vostri atti all’influenza del maligno, mentre in realtà vi siete lasciati sviare dalle vostre stesse tendenze naturali. Il profeta Geremia non vi ha detto molto tempo fa che il cuore umano è più ingannevole d’ogni cosa e talvolta anche disperatamente perverso? Come vi è facile ingannare voi stessi e cadere così in sciocchi timori, in vari desideri smodati, in piaceri schiavizzanti, nella malvagità, nell’invidia ed anche nell’odio vendicativo! La salvezza avviene con la rigenerazione dello spirito e non con le azioni ipocrite della carne. Voi siete giustificati dalla fede ed ammessi alla comunione dalla grazia, non dalla paura e dalla rinuncia di sé e della carne, sebbene i figli del Padre che sono nati dallo spirito siano costantemente padroni di sé e di tutto ciò che concerne i desideri della carne. Quando voi sapete che siete salvati dalla fede, siete realmente in pace con Dio. E tutti coloro che seguono la via di questa pace celeste sono destinati ad essere santificati nel servizio eterno dei figli in continua progressione del Dio eterno. D’ora in avanti non è più un dovere, ma piuttosto un vostro alto privilegio purificarvi da tutti i mali della mente e del corpo mentre cercate la perfezione nell’amore di Dio”. 57. La filiazione con DioGesù disse: “La vostra filiazione è basata sulla fede e voi dovete rimanere insensibili alla paura. La vostra gioia è nata dalla fiducia nella parola divina e non sarete quindi portati a dubitare della realtà dell’amore e della misericordia del Padre. È la bontà stessa di Dio che conduce gli uomini ad un pentimento sincero ed autentico. Il segreto della padronanza di sé è legato alla vostra fede nello spirito che vi abita e che opera sempre con amore. Anche questa fede salvifica non l’avete da voi stessi; anch’essa è un dono di Dio. E se voi siete i figli di questa fede vivente, non siete più gli schiavi del vostro io, ma piuttosto i padroni trionfanti di voi stessi, gli emancipati figli di Dio. Se dunque, fratelli miei, siete rinati dallo spirito, siete liberati per sempre dalla schiavitù di una vita di rinuncia di sé e di un continuo controllo dei desideri della carne, e siete trasferiti nel regno gioioso dello spirito, dal quale producete spontaneamente i frutti nella vostra vita quotidiana. Ed i frutti dello spirito sono l’essenza del tipo più elevato di piacevole e nobilitante autocontrollo, persino il più alto grado di realizzazione mortale terrena, la vera padronanza di sé.” 58. La donna al pozzo di SicarGesù chiese ad una donna di Sicar, Nalda, che giunse con la sua brocca al pozzo: “Dammi da bere.” Nalda chiese a Gesù: “Come mai tu, un Ebreo, chiedi da bere a me, una donna Samaritana?” Gesù rispose: “In verità io ti ho chiesto da bere, ma se tu potessi soltanto comprendere, chiederesti tu a me un sorso dell’acqua vivente.” Allora Nalda disse: “Ma, Signore, tu non hai niente per attingere, ed il pozzo è profondo; da dove trarresti dunque quest’acqua vivente? Sei tu più grande di nostro padre Giacobbe che ci diede questo pozzo dove bevve lui stesso ed i suoi figli ed anche il suo bestiame?” Gesù replicò: “Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo, ma chiunque beve dell’acqua dello spirito vivente non avrà mai più sete. E quest’acqua vivente diverrà in lui una sorgente di ristoro che zampillerà fino alla vita eterna.” Nalda disse allora: “Dammi di quest’acqua affinché io non abbia sete e non venga più qui continuamente ad attingere. Inoltre, tutto ciò che una donna samaritana potrebbe ricevere da un Ebreo così degno di fede sarebbe un piacere.” Gesù rispose: “Donna, lascia che ti dica che verrà presto il giorno in cui tu non adorerai il Padre né su questa montagna né a Gerusalemme. Ora tu adori ciò che non conosci, una mescolanza della religione di molti dei pagani e della filosofia dei Gentili. Gli Ebrei almeno sanno chi adorano; hanno rimosso ogni confusione concentrando la loro adorazione su un solo Dio, Jaweh. Tu dovresti credermi quando dico che verrà presto l’ora, anzi è già venuta, in cui tutti gli adoratori sinceri adoreranno il Padre in spirito e in verità, perché sono proprio questi adoratori che il Padre cerca. Dio è spirito, e coloro che l’adorano devono adorarlo in spirito ed in verità. La tua salvezza non deriva dal sapere come o dove gli altri dovrebbero adorare, ma ricevendo nel tuo cuore quest’acqua vivente che ti sto offrendo proprio ora.” Nalda disse: “Sì, lo so Signore, che Giovanni ha predicato sulla venuta di colui che sarà chiamato il Liberatore e che, alla sua venuta, ci annuncerà tutte le cose”, e Gesù, interrompendo Nalda, disse: “Io che ti parlo sono costui.” 59. La vera religioneSul Monte Garizim Gesù disse: “La vera religione è l’atto di un’anima individuale nelle sue consapevoli relazioni con il Creatore; la religione organizzata è il tentativo dell’uomo di socializzare l’adorazione delle singole persone religiose. L’adorazione, ovvero la contemplazione dello spirituale, deve essere alternata con il servizio, con il contatto con la realtà materiale. Il lavoro dovrebbe essere alternato con il divertimento. La religione dovrebbe essere bilanciata dall’umorismo. Lo sforzo per vivere e la tensione della personalità nel tempo, dovrebbero essere allentate dalla quiete dell’adorazione. I sentimenti d’insicurezza originati dalla paura dell’isolamento della personalità nell’Universo dovrebbero avere per antidoto la contemplazione per fede del Padre ed il tentativo di realizzazione dei valori supremi”. 60. Preghiera e adorazioneGesù disse: “La preghiera è destinata a far sì che l’uomo pensi di meno ma comprenda di più; essa non è destinata ad accrescere la conoscenza, ma piuttosto ad ampliare la percezione. L’adorazione ha per scopo di anticipare la futura vita migliore e di riflettere poi questi nuovi significati spirituali sulla vita attuale. La preghiera è un sostegno spirituale, ma l’adorazione è divinamente creativa. L’adorazione è la tecnica di rivolgersi all’Uno per ricevere l’ispirazione per servire la moltitudine. L’adorazione è il metro che misura il grado di distacco dell’anima dall’Universo materiale ed il suo attaccamento simultaneo e sicuro alle realtà spirituali di tutta la creazione. La preghiera è la reminiscenza di sé, il pensare sublime; l’adorazione è la dimenticanza di sé, il pensare superiore. L’adorazione è l’attenzione senza sforzo, il vero ed ideale riposo dell’anima, una forma di riposante esercizio spirituale. L’adorazione è l’atto di una parte che s’identifica con il Tutto; il finito con l’Infinito; il figlio con il Padre; il tempo nell’atto di mettersi al passo con l’eternità. L’adorazione è l’atto di comunione personale del figlio con il divino Padre, l’adozione di comportamenti rinfrescanti, creativi, fraterni e romantici da parte dell’anima-spirito dell’uomo.”
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