Da N.171 a N.180
171. Il fico sterileGesù disse: “C’era un uomo che piantò un albero di fico nel suo cortile, e dopo avervi cercato molte volte dei frutti senza trovarne, chiamò il vignaiolo e gli disse: ‘Sono venuto qui in queste tre stagioni per cercare dei frutti su questo albero di fico e non ne ho trovato alcuno. Taglia quest’albero sterile; perché dovrebbe ingombrare il terreno?’ Ma il capo giardiniere rispose al suo padrone: ‘Lasciamolo ancora per un anno affinché io possa scavare attorno ad esso e mettervi del concime, e poi, l’anno prossimo, se non porterà alcun frutto, sarà tagliato.’ E quando seguirono le leggi naturali della fertilità, poiché l’albero era vivo e buono, furono ricompensati con un abbondante raccolto. La malattia e la salute sono il risultato di cause materiali; la salute non è il sorriso del Cielo né la malattia il cruccio di Dio. I figli del Padre hanno uguali opportunità di ricevere benedizioni materiali; perciò Dio dona cose fisiche agli uomini senza discriminazione. Quanto ai doni spirituali, il Padre è limitato dalla capacità dell’uomo a riceverli. Benché il Padre non faccia eccezione di persone, nel conferimento dei doni spirituali è limitato dalla fede dell’uomo e dalla sua buona volontà ad attenersi sempre alla volontà del Padre.” 172. Gli AngeliNatanaele chiese: “Visto che il sommo sacerdote è un Sadduceo, e poiché i Sadducei non credono negli angeli, che cosa insegneremo al popolo sui ministri celesti?” Gesù rispose: “Le schiere degli angeli sono un ordine separato di esseri creati; sono del tutto differenti dall’ordine materiale delle creature mortali e lavorano come un gruppo distinto d’intelligenze dell’Universo. Gli angeli non fanno parte di quel gruppo di creature chiamate ‘i Figli di Dio’ nelle Scritture; né sono gli spiriti glorificati di uomini che hanno proseguito la loro evoluzione attraverso le dimore nell’alto. Gli angeli sono una creazione diretta e non si riproducono. Gli angeli non muoiono mai come fanno gli uomini. Gli angeli sono immortali, a meno che non capiti che siano implicati nel peccato, come avvenne per alcuni con gli inganni di Lucifero. Non ti ricordi che già vi dissi che se i vostri occhi fossero spirituali vedreste allora i cieli aperti ed osservereste gli angeli di Dio che salgono e scendono? Molti di questi angeli sono impegnati nell’opera di salvare gli uomini, perché non vi ho parlato della gioia serafica quando un’anima sceglie di abbandonare il peccato e di cominciare la ricerca di Dio? Vi ho anche parlato della gioia nella presenza degli Angeli del cielo per un solo peccatore che si pente, indicando con ciò l’esistenza di altri ordini superiori di esseri celesti che si occupano similmente del benessere spirituale e del progresso divino dell’uomo mortale”. 173. L'amministratore disonestoSimone Zelota chiese: “Maestro, che cosa volevi intendere oggi quando hai detto che molti figli del mondo sono più accorti nella loro generazione di quanto lo siano i figli del regno, perché sono abili a farsi degli amici con il mammona dell’iniquità?” Gesù rispose: “Alcuni di voi, prima di entrare nel regno, erano molto abili nel trattare con i loro soci in affari. Se voi eravate ingiusti e spesso sleali, eravate tuttavia prudenti e lungimiranti, nel senso che trattavate i vostri affari con la sola preoccupazione del vostro profitto immediato e della vostra sicurezza futura. Similmente voi dovreste ora ordinare la vostra vita nel regno in modo da provvedere alla vostra gioia presente mentre vi assicurate anche il vostro godimento futuro dei tesori accumulati in cielo. Se eravate così diligenti nel fare dei guadagni per voi stessi quando eravate al servizio del vostro essere, perché dovreste mostrare minore diligenza nel conquistare delle anime per il regno, poiché siete ora i servitori della fraternità degli uomini e gli intendenti di Dio? Voi potete tutti imparare una lezione dalla storia di un uomo ricco che aveva un intendente accorto ma ingiusto. Questo intendente non solo aveva oppresso i clienti del suo padrone per il suo profitto personale, ma aveva anche completamente dissipato e sperperato i fondi del suo padrone. Quando tutto ciò venne infine alle orecchie del suo padrone, questi convocò l’intendente davanti a lui e chiese il significato di queste dicerie e pretese che gli rendesse immediatamente conto del suo incarico e si preparasse a passare gli affari del suo padrone ad un altro. Ora questo infedele intendente cominciò a dire a sé stesso: ‘Che cosa farò poiché sto per perdere questo posto d’intendente? Io non ho la forza di zappare; a mendicare mi vergogno. Io so quello che dovrò fare per essere certo, quando sarò destituito da questo incarico d’intendente, di venire bene accolto nelle case di tutti coloro che fanno affari con il mio padrone.’ Ed allora, chiamando ciascuno dei debitori del suo signore, disse al primo: ‘Quanto devi al mio padrone?’ Rispose: ‘Cento misure d’olio.’ Allora l’intendente disse: ‘Prendi la tua tavoletta di cera, siediti subito e cambialo in cinquanta.’ Poi disse ad un altro debitore: ‘Quanto devi tu?’ E rispose: ‘Cento misure di frumento.’ Ed allora disse l’intendente: ‘Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta.’ E fece lo stesso con numerosi altri debitori. E così questo intendente disonesto cercò di farsi degli amici per dopo che sarebbe stato destituito dal suo incarico d’intendente. Anche il suo signore e padrone, quando scoprì successivamente questo fatto, fu costretto ad ammettere che il suo intendente infedele aveva almeno mostrato sagacia nella maniera in cui aveva cercato di premunirsi per i tempi futuri di bisogno e di avversità”. 174. I figli del mondo più saggi dei figli della luce?Gesù disse: “È in tal modo che i figli di questo mondo mostrano talvolta più saggezza nel preparare il loro futuro rispetto ai figli della luce. Io dico a voi che professate di acquisire un tesoro in cielo: imparate da coloro che si fanno degli amici con il mammona dell’ingiustizia, e conducete similmente la vostra vita in modo da stabilire un’amicizia eterna con le forze della rettitudine affinché, quando tutte le cose terrene verranno a mancare, sarete gioiosamente ricevuti nelle dimore eterne. Io affermo che chi è fedele nel poco sarà fedele anche nel molto, mentre colui che è ingiusto nel poco sarà ingiusto anche nel molto. Se voi non avete mostrato previdenza ed integrità negli affari di questo mondo, come potete sperare di essere fedeli e prudenti quando vi sarà affidata l’amministrazione delle vere ricchezze del regno dei cieli? Se non siete buoni amministratori e fedeli banchieri, se non siete stati leali in ciò che appartiene agli altri, chi sarà così pazzo da affidarvi un grande tesoro da gestire? Io affermo nuovamente che nessuno può servire due padroni; o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si attaccherà all’uno mentre disdegnerà l’altro. Non si può servire Dio e mammona.” 175. La sicurezza del Regno EternoTommaso chiese: “Poiché tu devi ritornare per completare l’opera del regno, quale dovrà essere il nostro comportamento mentre sei lontano per occuparti degli affari del Padre?” Gesù rispose: “Anche tu, Tommaso, non riesci a comprendere ciò che ho detto. Non vi ho insegnato per tutto questo tempo che la vostra connessione con il regno è spirituale e individuale, che è interamente una questione di esperienza personale nello spirito per mezzo della realizzazione per fede che siete figli di Dio? Che cosa devo dire di più? La caduta delle nazioni, il crollo degli imperi, la distruzione degli Ebrei non credenti, la fine di un’era, anche la fine del mondo, che cosa hanno a che fare queste cose con uno che crede in questo Vangelo e che ha celato la sua vita nella sicurezza del regno eterno? Voi che conoscete Dio e che credete al Vangelo avete già ricevuto le assicurazioni della vita eterna. Poiché la vostra vita è stata vissuta nello spirito e per il Padre, niente può inquietarvi seriamente. I costruttori del regno, i cittadini accreditati dei mondi celesti, non devono essere disturbati da sconvolgimenti temporali o preoccupati da cataclismi terrestri. Che cosa importa a voi che credete in questo Vangelo del Regno se delle nazioni vengono rovesciate, se l’era finisce o se tutte le cose visibili vanno in rovina, poiché sapete che la vostra vita è il dono del Figlio e che è eternamente sicura nel Padre? Avendo vissuto la vita temporale con fede ed avendo prodotto i frutti dello spirito nella forma di rettitudine del servizio amorevole verso i vostri simili, voi potete guardare con fiducia alla prossima tappa nel cammino eterno con la stessa fede nella sopravvivenza che vi ha accompagnato attraverso la vostra prima avventura terrena di filiazione con Dio. Ogni generazione di credenti dovrebbe proseguire il suo lavoro, in vista del possibile ritorno del Figlio dell’Uomo, esattamente come ogni singolo credente prosegue il lavoro della sua vita in vista dell’inevitabile morte naturale sempre incombente. Una volta che vi siete stabiliti per fede come figli di Dio, nient’altro concerne la certezza della sopravvivenza. Ma non ingannatevi!” 176. Confido in teGesù disse: “Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a me”. 17. Fede nella sopravvivenzaGesù disse: “La fede nella sopravvivenza è una fede vivente, e manifesta sempre più i frutti di quello spirito divino che l’ha ispirata inizialmente nel cuore umano. Il fatto che voi abbiate accettato una volta la filiazione nel regno celeste non vi salverà di fronte al rifiuto cosciente e persistente di quelle verità che concernono la fecondità spirituale progressiva dei figli di Dio nella carne. Voi che siete stati con me negli affari del Padre sulla terra, potete anche ora disertare il regno se costatate che non amate la via del servizio del Padre per l’umanità”. 178. I cinque talentiGesù disse: “In quanto individui, e come generazione di credenti, ascoltate mentre vi racconto una parabola: c’era un uomo importante che, prima di partire per un lungo viaggio in un paese lontano, chiamò tutti i suoi servi di fiducia davanti a lui e mise nelle loro mani tutti i suoi beni. Ad uno diede cinque talenti, ad un altro due, e ad altro uno. E così di seguito, per l’intero gruppo di servi stimati, affidò a ciascuno i suoi beni secondo le loro diverse capacità; e poi partì per il suo viaggio. Quando il loro signore fu partito, i suoi servi si misero al lavoro per trarre profitto dalle ricchezze loro affidate. Colui che aveva ricevuto cinque talenti cominciò immediatamente a commerciare con essi e molto presto ebbe fatto un profitto di altri cinque talenti. Allo stesso modo colui che aveva ricevuto due talenti ne ebbe presto guadagnato altri due. E così tutti questi servi fecero dei guadagni per il loro padrone, salvo colui che aveva ricevuto un solo talento. Si allontanò da solo e scavò un buco per terra dove nascose il denaro del suo padrone. Subito dopo il padrone di quei servi ritornò all’improvviso e convocò i suoi intendenti per un rendiconto. E quando furono tutti riuniti davanti al loro padrone, colui che aveva ricevuto i cinque talenti si fece avanti con il denaro che gli era stato affidato e portò cinque talenti in aggiunta, dicendo: ‘Signore, tu mi hai dato cinque talenti da investire, e sono felice di porgerti altri cinque talenti come mio guadagno.’ Ed allora il padrone gli disse: ‘Ben fatto, buono e fedele servitore, tu sei stato fedele nel poco; ora io ti farò amministratore di molto; partecipa subito della gioia del tuo padrone.’ Poi si fece avanti colui che aveva ricevuto i due talenti, dicendo: ‘Signore, tu hai consegnato nelle mie mani due talenti; ecco, io ho guadagnato questi altri due talenti.’ Ed il suo padrone gli disse allora: ‘Ben fatto, buono e fedele amministratore; anche tu sei stato fedele nel poco, ed ora io t’incaricherò su molto; partecipa della gioia del tuo padrone.’ E poi venne a rendere conto colui che aveva ricevuto un solo talento. Questo servo si fece avanti dicendo: ‘Signore, io ti ho conosciuto ed ho capito che eri un uomo astuto, perché ti aspettavi dei guadagni dove non avevi personalmente lavorato; perciò io ho avuto paura di rischiare alcunché di ciò che mi era stato affidato. Ho nascosto al sicuro il tuo talento nella terra; eccolo, tu hai ora ciò che ti appartiene.’ Ma il padrone rispose: ‘Tu sei un amministratore indolente e parassita. Con le tue stesse parole confessi che sapevi che avrei preteso da te un rendiconto con un ragionevole profitto, come quello che i tuoi diligenti compagni servitori mi hanno presentato oggi. Sapendo ciò, avresti dovuto quindi almeno aver messo il mio denaro nelle mani dei banchieri, affinché al mio ritorno io potessi aver ricevuto il mio con gli interessi.’ Ed allora questo signore disse al capo degli amministratori: ‘Togli quest’unico talento a questo servitore infruttuoso a dallo a quello che ha i dieci talenti.’” 179. Sarà tolto anche quello che haGesù disse: “A chiunque ha, sarà dato di più, e questi avrà in abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Non si può restare inoperosi negli affari del regno eterno. Mio Padre chiede a tutti i suoi figli di crescere in grazia e nella conoscenza della verità. Voi che conoscete queste verità, dovete produrre l’accrescimento dei frutti dello spirito e manifestare una devozione crescente al servizio disinteressato dei vostri simili che servono con voi. E ricordatevi che, nella misura in cui assistete il più umile dei miei fratelli, avrete reso questo servizio a me. È così che dovreste occuparvi del lavoro degli affari del Padre, ora ed in seguito, ed anche per l’eternità. Proseguite fino al mio ritorno. Eseguite fedelmente ciò che vi è affidato, e sarete allora pronti per la chiamata di rendiconto alla vostra morte. Ed avendo vissuto così per la gloria del Padre e per la soddisfazione del Figlio, entrerete con gioia e con piacere estremo nel servizio perpetuo del regno eterno”. 180. La verità viventeGesù disse: “La verità è vivente; lo Spirito della Verità conduce sempre i figli della luce nei nuovi regni della realtà spirituale e del servizio divino. La verità non vi è data perché la cristallizziate in forme fisse, sicure ed onorate. La vostra rivelazione della verità deve essere elevata passando per la vostra esperienza personale, in modo che una nuova bellezza e reali guadagni spirituali saranno rivelati a tutti coloro che osservano i vostri frutti spirituali ed in conseguenza di ciò siano portati a glorificare il Padre che è nei cieli. Solo quei fedeli servitori che crescono in tal modo nella conoscenza della verità e che sviluppano così la capacità di apprezzamento divino delle realtà spirituali possono sperare di ‘partecipare pienamente della gioia del loro Signore’. Quale triste visione per le generazioni successive dei professati credenti in Gesù il dire, a proposito della loro gestione della verità divina: ‘Ecco, Maestro, è la verità che ci hai affidato cento o mille anni fa. Non abbiamo perso nulla; abbiamo preservato fedelmente tutto ciò che ci hai dato; non abbiamo consentito alcun cambiamento a ciò che ci hai insegnato; ecco qui la verità che ci hai dato.’ Ma una tale giustificazione nasconde l’indolenza spirituale e non giustificherà agli occhi del Padrone l’amministratore improduttivo della verità. Conformemente alla verità affidata alle vostre mani il Padrone della verità esigerà un resoconto. Nel prossimo mondo vi sarà chiesto di rendere conto delle vostre dotazioni e della gestione di questo mondo. Che i vostri talenti innati siano pochi o molti, si deve affrontare un rendiconto giusto e misericordioso. Se le doti sono usate soltanto per fini egoistici e non si concede alcuna attenzione al dovere superiore di ottenere un raccolto maggiore dei frutti dello spirito, quali sono manifestati nel servizio in continua espansione degli uomini e nell’adorazione di Dio, questi amministratori egoisti devono accettare le conseguenze della loro scelta deliberata. E quanto tutti i mortali egoisti assomigliano molto a questo servo infedele con un solo talento che incolpò della propria indolenza direttamente il suo padrone. Quanto è incline l’uomo, quando è posto di fronte agli errori del suo stesso agire, ad incolpare gli altri, spesse volte coloro che meno lo meritano! Voi avete ricevuto generosamente; perciò dovreste donare generosamente la verità del cielo, e nel donarla, questa verità si moltiplicherà e rivelerà la luce crescente della grazia salvifica, proprio mentre voi la dispenserete.” |