Gesù nel cuore

I messaggi di Gesù

Da N.181 a N.190


 

181.   Chi verrà dopo di me

Gesù disse: “Voi pensate che il Figlio dell’Uomo vada a Gerusalemme per ricevere un regno, ma io vi dichiaro che rimarrete delusi. Non vi ricordate di un certo principe che andò in un paese lontano per ricevere un regno, ma prima ancora che fosse tornato i cittadini della sua provincia, che lo avevano già respinto nel loro cuore, gli mandarono un’ambasceria dicendo: ‘Noi non vogliamo che quest’uomo regni su di noi’?  Come questo re fu respinto nel governo temporale, così il Figlio dell’Uomo sarà respinto nel governo spirituale. Io vi dichiaro nuovamente che il mio regno non è di questo mondo; ma se al Figlio dell’Uomo fosse stato concesso il governo spirituale del suo popolo, avrebbe accettato questo regno di anime umane ed avrebbe regnato su tale dominio di cuori umani.

Nonostante che respingano il mio primato spirituale su di loro, io tornerò di nuovo per ricevere da altri tale regno dello spirito che ora mi è negato. Voi vedrete il Figlio dell’Uomo ora respinto, ma in un’altra era ciò che i figli di Abramo ora respingono sarà accolto ed esaltato.  Ed ora, come il nobile respinto di questa parabola, vorrei convocare davanti a me i miei dodici servitori, i miei intendenti speciali, e dando a ciascuno di voi la somma di una mina, vorrei raccomandare ad ognuno di seguire bene le mie istruzioni per utilizzare diligentemente il denaro affidatovi durante la mia assenza, affinché abbiate di che giustificare la vostra gestione quando ritornerò, quando vi sarà richiesto un resoconto.

Ed anche se questo Figlio respinto non tornasse, un altro Spirito sarà inviato a ricevere questo regno, e questo Figlio manderà allora a cercarvi tutti per vedere come avete utilizzato le vostre risorse e per felicitarsi dei vostri guadagni. E quando questi intendenti furono successivamente convocati per la resa dei conti, si fece avanti il primo dicendo: ‘Signore, con la tua mina ne ho guadagnate altre dieci.’ E il suo padrone gli disse: ‘Ben fatto; tu sei un buon servitore; poiché ti sei mostrato fedele in questo affare, ti darò autorità su dieci città.’ Poi venne il secondo dicendo: ‘La mina che mi hai affidato, Signore, ha prodotto cinque mine.’ E il padrone disse: ‘Di conseguenza ti farò capo di cinque città.’

E così di seguito per tutti gli altri fino a che l’ultimo dei servitori, chiamato a rendere conto, disse: ‘Signore, ecco la tua mina che ho conservato con cura avvolta in questo panno. Ho fatto ciò perché avevo paura di te; ho pensato che eri esigente, visto che raccogli dove non hai depositato e che cerchi di mietere dove non hai seminato.’ Allora il padrone disse: ‘Servo negligente ed infedele, ti giudicherò secondo le tue stesse parole. Tu sapevi che io raccolgo dove apparentemente non ho seminato; perciò sapevi che ti sarebbe stato richiesto questo rendiconto. Conoscendo ciò, avresti dovuto almeno consegnare il mio denaro al banchiere, affinché al mio ritorno io potessi averlo avuto con un interesse adeguato.’

E poi questo principe disse a coloro che stavano là: ‘Togliete il denaro a questo servo parassita e datelo a quello che ha dieci mine.’ E quando ricordarono al padrone che costui aveva già dieci mine, disse: ‘A chiunque ha, sarà dato di più, ma a colui che non ha gli sarà tolto anche quello che ha.’ Meditate bene queste parole nel vostro cuore mentre ciascuno di voi scopre il loro vero significato.”

182.   Seguire Gesù

Gesù salì su un grosso masso e disse: “Voi che vorreste seguirmi, da questo momento in poi dovete accettare di pagare il prezzo della consacrazione sincera a fare la volontà di mio Padre. Se volete essere miei discepoli, dovete essere disposti ad abbandonare padre, madre, moglie, figli, fratelli e sorelle. Se uno di voi vuole ora essere mio discepolo, deve accettare di rinunciare anche alla sua vita, come il Figlio dell’Uomo sta per offrire la sua vita per completare la missione di fare la volontà del Padre sulla terra e nella carne. Se voi non siete disposti a pagare il prezzo pieno, non potete essere miei discepoli.

Prima di proseguire, ciascuno di voi dovrebbe sedersi e calcolare il costo di essere mio discepolo. Chi di voi comincerebbe a costruire una torre di guardia sulle proprie terre senza prima sedersi a calcolare il costo e vedere se possiede abbastanza denaro per completarla? Se non calcolate così il costo, dopo aver posto le fondazioni potreste scoprire che non siete in grado di terminare ciò che avete cominciato, e quindi tutti i vostri vicini si burleranno di voi dicendo: ‘Ecco, quest’uomo ha cominciato a costruire, ma non è stato capace di terminare il suo lavoro.’

Ancora, quale re quando si prepara a fare guerra ad un altro re non si siede prima a riflettere se potrà o meno, con diecimila uomini, affrontare chi viene contro di lui con ventimila? Se il re non può permettersi di affrontare il suo nemico perché non è preparato, manda un’ambasceria a quest’altro re, mentre questi è ancora lontano, per informarsi sulle condizioni di pace. Ora, dunque, ciascuno di voi deve sedersi e valutare il prezzo di essere mio discepolo. D’ora in poi voi non potrete più seguirci ascoltando l’insegnamento ed osservando le opere; dovrete affrontare persecuzioni accanite e testimoniare per questo Vangelo di fronte ad opprimenti delusioni. Se non accettate di rinunciare a tutto ciò che siete e di dedicare tutto quello che possedete, allora non siete degni di essere miei discepoli.

Se voi avete già conquistato voi stessi nel vostro cuore, non dovete avere alcun timore di quella vittoria esteriore che dovrete conseguire presto quando il Figlio dell’Uomo sarà respinto dai capi dei sacerdoti e dai Sadducei e messo nelle mani di non credenti beffeggiatori. Ora dovreste esaminare voi stessi per scoprire che cosa vi spinge ad essere miei discepoli. Se cercate onore e gloria, se siete inclini alle cose terrene, voi siete simili al sale che ha perso il suo sapore. E quando ciò che è apprezzato per la sua salinità ha perso il suo sapore, con che cosa si condirà? Un tale condimento è inutile; è buono solo per essere gettato tra i rifiuti. Ora io vi ho avvertiti di tornare in pace a casa vostra se non siete disposti a bere con me la coppa che sta per essere preparata. Io vi ho detto molte volte che il mio regno non è di questo mondo, ma voi non volete credermi. Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti ciò che dico.”

183.   Fare la volontà del Padre

Gesù ammonì: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, smetta di pensare a sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi mi segue senza portare la sua croce non può essere mio discepolo. E se qualcuno viene con me, se non ama me più del padre e della madre, della moglie e dei figli, dei fratelli e delle sorelle, anzi, se non mi ama più di sé stesso, non può essere mio discepolo. Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è mio fratello, mia sorella e mia madre. E chi pensa soltanto a salvare la propria vita la perderà; chi invece è pronto a sacrificare la propria vita in questo mondo, per me e per il Vangelo, la salverà e la conserverà per la vita eterna. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie insieme con me disperde il raccolto”.

184.   La solitudine

Disse Gesù: “Molti aspettano sulla porta, ma sono i solitari quelli che entreranno nella camera nuziale. Beati i solitari, gli eletti, poiché voi troverete il regno. Infatti da lì venite e lì ritornerete”. Dissero i discepoli a Gesù: “Dicci come sarà la nostra fine”. Disse Gesù: Avete dunque scoperto l’inizio, che cercate la fine? Poiché dove è l’inizio, là sarà la fine. Beato colui che sarà saldo all’inizio: egli conoscerà la fine e non gusterà la morte”.  Disse Gesù: “Beato colui che è esistito prima di esistere. Se voi diventate miei discepoli e ascoltate le mie parole, queste pietre vi serviranno. Infatti voi avete cinque alberi nel paradiso che non cambiano né d’estate né d’inverno e le loro foglie non cadono. Chiunque li conoscerà non gusterà la morte” .

185.   L’ipocrisia

Gesù disse: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini; al contrario chiama i poveri, gli storpi, gli zoppi e i ciechi. Allora avrai motivo di rallegrarti, perché questi non hanno la possibilità di ricambiarti l’invito. Tu, in questo modo, hai già ricevuto la tua ricompensa. Poi, la tua offerta sarà più grande di quella di tutti gli altri, se quello che hai offerto come dono non rappresenta quello che avevi d’avanzo. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra. Guardatevi dal praticare il bene in pubblico, come fanno gli ipocriti nelle Sinagoghe e per le strade, per il desiderio di essere ammirati e lodati dagli uomini. Altrimenti non avrete nessuna ricompensa dal Padre vostro che è nei cieli. Invece, quando aiuti qualcuno, non suonare la tromba davanti a te, non farlo sapere a nessuno, neanche ai tuoi amici, perché la tua elemosina resti segreta, e Dio, tuo Padre, che vede nel segreto, ti ricompenserà in modo manifesto”. 

186.   Il perdono divino

Pietro chiese: “Maestro, Giacomo ed io non siamo d’accordo riguardo ai tuoi insegnamenti sul perdono dei peccati. Giacomo afferma che tu insegni che il Padre ci perdona ancora prima che noi glielo chiediamo, ed io sostengo che il pentimento e la confessione devono precedere il perdono. Chi di noi ha ragione? Che cosa dici tu?” Gesù rispose: “Fratelli miei, vi sbagliate nelle vostre opinioni perché non comprendete la natura delle relazioni intime ed amorevoli tra la creatura e il Creatore, tra uomo e Dio.

Voi non riuscite a cogliere la simpatia comprensiva che il genitore saggio ha per il suo figlio immaturo e talvolta sviato. È in verità dubbio che dei genitori intelligenti ed affettuosi siano mai chiamati a perdonare un figlio ordinario e normale. Rapporti comprensivi, discepoli ad atteggiamenti d’amore, prevengono efficacemente tutte quelle disaffezioni che necessitano poi di un raggiustamento di pentimento da parte del figlio con il perdono da parte del genitore.

Una parte di ciascun padre vive nel figlio. Il padre gode di priorità e di superiorità di comprensione in tutte le materie connesse con la relazione tra figlio e genitore. Il genitore è capace di considerare l’immaturità del figlio alla luce della maturità più avanzata di genitore, dell’esperienza più completa di partner più anziano. Nel caso del figlio terreno e del Padre Celeste, il genitore divino possiede infinità e divinità di sensibilità e capacità per una comprensione amorevole. Il perdono divino è inevitabile; esso è insito e inalienabile nella comprensione infinita di Dio, nella sua conoscenza perfetta di tutto ciò che concerne il falso giudizio e la scelta errata del figlio. La giustizia divina è così eternamente equa da incorporare infallibilmente una misericordia comprensiva.

Quando un uomo saggio comprende gli impulsi interiori dei suoi simili, li amerà. E quando voi amate vostro fratello, l’avete già perdonato. Questa capacità di comprendere la natura dell’uomo e di perdonare le sue azioni apparentemente cattive è propria di Dio. Se siete genitori saggi, è così che amerete e comprenderete i vostri figli, perdonandoli anche quando delle incomprensioni temporanee vi hanno apparentemente separati.

Il figlio, essendo immaturo e mancante della comprensione più completa della profondità della relazione tra figlio e padre, deve spesso provare un sentimento di separazione colpevole dalla piena approvazione di un padre, ma il vero padre non è mai cosciente di una tale separazione. Il peccato è un’esperienza della coscienza della creatura; non è parte della coscienza di Dio.

La vostra incapacità o riluttanza a perdonare i vostri simili è la misura della vostra immaturità, del vostro mancato raggiungimento di una sensibilità, di una comprensione e di un amore adulti. Voi mantenete dei rancori e nutrite delle idee di vendetta in proporzione diretta alla vostra ignoranza della natura interiore e dei veri desideri dei vostri figli e dei vostri simili. L’amore è la manifestazione dell’impulso vitale interiore e divino. Esso è fondato sulla comprensione, alimentato dal servizio disinteressato e reso perfetto nella saggezza.”

187.   Perdonare i peccati

Ma Gesù, avendo subito capito i loro pensieri, disse loro: “Perché ragionate così dentro di voi? È più facile dire al paralitico: Ti sono perdonati i tuoi peccati, oppure dire: Alzati, prendi la tua barella e cammina? Ebbene, io vi farò vedere che il Figlio dell’uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati». Poi si voltò verso il paralitico e gli disse: “Dico a te: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua!».

188.   Il grande comandamento

Un Fariseo chiese: “Maestro, io sono un dottore della legge e vorrei chiederti qual è, a tuo avviso, il più grande comandamento?” Gesù rispose: “Non c’è che un solo comandamento, che è il più grande di tutti, e quel comandamento è: ‘Ascolta o Israele, il Signore Dio nostro, il Signore è uno; e tu amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.’ Questo è il primo e grande comandamento. E il secondo comandamento è simile al primo; in verità deriva direttamente da esso, ed è: ‘Amerai il prossimo tuo come te stesso.’ Non c’è nessun altro comandamento più grande di questi; su questi due comandamenti poggiano tutta la legge e i profeti.”

189.   I Farisei e gli Scribi

Disse Gesù: "I Farisei e gli Scribi hanno preso le chiavi della conoscenza e le hanno nascoste. Né sono entrati loro stessi né hanno lasciato entrare coloro che lo volevano. Voi al contrario siate prudenti come serpenti e puri come colombe”.

190.      Ultima chiamata al popolo ebraico

Ultimo discorso di Gesù nei cortili del tempio: “Sono stato a lungo con voi, andando su e giù per il paese a proclamare l’amore del Padre per i figli degli uomini, e molti hanno visto la luce e, grazie alla fede, sono entrati nel regno dei cieli. In connessione con questo insegnamento e con questa predicazione il Padre ha compiuto molte opere meravigliose, persino la risurrezione dalla morte. Molti ammalati ed afflitti sono stati risanati perché credevano; ma tutta questa proclamazione della verità e questa guarigione di malattie non hanno aperto gli occhi di coloro che rifiutano di vedere la luce, di coloro che sono determinati a respingere questo Vangelo del Regno.

In ogni modo compatibile con il compimento della volontà di mio Padre, io ed i miei apostoli abbiamo fatto l’impossibile per vivere in pace con i nostri fratelli, per conformarci alle esigenze ragionevoli delle leggi di Mosè e delle tradizioni d’Israele. Abbiamo persistentemente cercato la pace, ma i capi d’Israele non vogliono averla. Respingendo la verità di Dio e la luce del cielo, si stanno schierando dalla parte dell’errore e delle tenebre.

Non può esservi pace tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte, tra la verità e l’errore. Molti di voi hanno osato credere ai miei insegnamenti e sono già entrati nella gioia e nella libertà della coscienza della filiazione con Dio. E voi mi renderete testimonianza che io ho offerto questa stessa filiazione con Dio a tutta la nazione ebrea, anche a questi stessi uomini che cercano ora la mia distruzione. Anche ora mio Padre riceverebbe questi educatori ciechi e questi capi ipocriti se solo volessero rivolgersi a lui ed accettare la sua misericordia.

Anche ora non è troppo tardi perché questo popolo riceva la parola del cielo ed accolga favorevolmente il Figlio dell’Uomo. Mio Padre ha trattato a lungo con misericordia questo popolo. Generazione dopo generazione noi abbiamo inviato i nostri profeti per istruirli ed avvertirli, e generazione dopo generazione hanno ucciso questi messaggeri inviati dal cielo. Ed ora i vostri ostinati sommi sacerdoti ed i vostri capi testardi stanno per fare esattamente questa stessa cosa. Come Erode ha provocato la morte di Giovanni, voi similmente vi preparate ora ad uccidere il Figlio dell’Uomo.

Fintanto che c’è una possibilità che gli Ebrei si rivolgano a mio Padre e cerchino la salvezza, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe terrà le sue mani misericordiose tese verso di voi; ma una volta che avrete riempito la vostra coppa d’impenitenza e una volta che avrete definitivamente respinto la misericordia di mio Padre, questa nazione sarà abbandonata alle proprie decisioni e sarà rapidamente votata ad una fine ingloriosa.

Questo popolo era chiamato a divenire la luce del mondo, a mostrare la gloria spirituale di una razza che conosce Dio, ma voi vi siete talmente allontanati dal compimento dei vostri privilegi divini che i vostri capi stanno per commettere la follia suprema di tutte le ere, nel senso che sono sul punto di respingere definitivamente il dono di Dio a tutti gli uomini e per tutte le ere, la rivelazione dell’amore del Padre che è nei cieli per tutte le sue creature sulla terra. E quando avrete respinto questa rivelazione di Dio agli uomini, il Regno dei Cieli sarà dato ad altri popoli, a coloro che lo riceveranno con gioia e felicità”.