Gesù nel cuore

I messaggi di Gesù

Da N.151 a N.160


 

151.   L’acqua della vita

Gesù disse: “Se qualcuno ha sete, che venga a me e beva. Dal Padre Celeste io porto a questo mondo l’acqua della vita. Chiunque crede in me sarà ricolmo dello spirito che quest’acqua rappresenta, perché anche le Scritture hanno detto: ‘Da lui scorreranno fiumi d’acqua vivente.’ Quando il Figlio dell’Uomo avrà terminato la sua opera sulla terra, sarà sparso su tutta la carne lo Spirito della Verità vivente. Coloro che riceveranno questo spirito non conosceranno mai la sete spirituale. Non avete letto nella Scrittura: ‘Ecco, come le acque vengono versate sul terreno arido e sparse sul suolo riarso, così io donerò lo spirito di santità perché sia sparso sui vostri figli per la benedizione anche dei figli dei vostri figli’?

Perché siete assetati del servizio dello spirito mentre cercate di abbeverare le vostre anime con le tradizioni degli uomini, sgorgate dalle brocche rotte del servizio cerimoniale? Ciò che vedete accadere in questo Tempio è il modo in cui i vostri padri cercarono di simbolizzare il conferimento dello spirito divino ai figli della fede, e voi avete fatto bene a perpetuare questi simboli, almeno fino a questo giorno.

Ma ora è giunta a questa generazione la rivelazione del Padre degli spiriti tramite il conferimento di suo Figlio, e tutto ciò sarà certamente seguito dal conferimento dello spirito del Padre e del Figlio ai figli degli uomini. Per chiunque ha fede questo conferimento dello spirito diverrà il vero maestro del cammino che conduce alla vita eterna, alle vere acque della vita nel Regno dei Cieli sulla terra e nel Paradiso del Padre nell’aldilà.”

152.   Fiumi d'acqua viva

Gesù stando in piedi esclamò: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.

153.   Il sale della terra

Gesù disse agli Apostoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.

154.   L’umiltà

Gesù disse: “La vera grandezza dell'anima consiste nell'amare Dio e nell'umiliarsi alla Sua presenza, nel dimenticare totalmente se stessi e nel considerarsi un nulla, poiché il Signore è grande, ma si compiace soltanto degli umili, ai superbi resiste sempre”.

155.   La libertà spirituale

Gesù disse: “Se le mie parole dimorano in voi e se siete disposti a fare la volontà di mio Padre, allora siete veramente miei discepoli. Voi conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi. Io so come mi risponderete: noi siamo i figli di Abramo e non siamo schiavi di nessuno; come saremo dunque resi liberi? Ma io non parlo di sottomissione esteriore al dominio di un altro, mi riferisco alle libertà dell’anima. In verità, in verità vi dico, chiunque commette peccato è un servo del peccato. E voi sapete che il servo non è destinato a rimanere per sempre nella casa del padrone. Voi sapete anche che il figlio rimane nella casa del padre. Se dunque il Figlio vi renderà liberi, vi farà figli, sarete veramente liberi. Io so che voi siete il seme di Abramo, eppure i vostri capi cercano di uccidermi perché non hanno permesso alla mia parola di esercitare la sua influenza trasformatrice nel loro cuore. La loro anima è sigillata dal pregiudizio ed accecata dall’orgoglio di vendetta. Io vi proclamo la verità che il Padre eterno mi mostra, mentre questi educatori illusi cercano di fare le cose che hanno imparato solo dai loro padri terreni. E quando voi rispondete che Abramo è vostro padre, allora io vi dico che se foste i figli di Abramo compireste le opere di Abramo.

Alcuni di voi credono al mio insegnamento, ma altri cercano di distruggermi perché vi ho detto la verità che ho ricevuto da Dio. Ma Abramo non ha trattato così la verità di Dio. Io percepisco che alcuni tra voi sono determinati a compiere le opere del maligno. Se Dio fosse vostro Padre, voi mi riconoscereste ed amereste la verità che io rivelo.

Non vedete che io vengo dal Padre, che sono mandato da Dio, che non sto facendo tutto questo da me stesso? Perché non comprendete le mie parole? E perché avete scelto di divenire i figli del male? Se siete i figli delle tenebre difficilmente camminerete nella luce della verità che io rivelo. I figli del male seguono solo le vie del loro padre, che era un imbroglione e non sostenne la verità, perché non c’era alcuna verità in lui. Ma ora viene il Figlio dell’Uomo che parla e vive la verità, e molti di voi rifiutano di credere. Chi di voi mi accusa di peccato? Se io dunque proclamo e vivo la verità mostratami dal Padre, perché voi non credete?

Chi è di Dio ascolta con gioia le parole di Dio; per questo molti di voi non ascoltano le mie parole, perché non siete di Dio. I vostri insegnanti hanno anche osato dire che io compio le mie opere con il potere del principe dei demoni. Uno qui vicino ha appena detto che io sono posseduto da un demone, che sono un figlio del demonio. Ma tutti quelli di voi che hanno un rapporto onesto con la propria anima sanno benissimo che io non sono un demone. Voi sapete che io onoro il Padre, mentre voi disonorate me. Io non cerco gloria per me, ma solo la gloria di mio Padre del Paradiso. Ed io non vi giudico, perché c’è uno che giudica per me.

In verità, in verità, dico a voi che credete nel Vangelo che, se un uomo conserva questa parola di verità viva nel suo cuore, non conoscerà mai la morte. Ed ora proprio a fianco a me uno Scriba dice che questa affermazione prova che io sono posseduto da un demone, poiché Abramo è morto ed anche i profeti. E chiede: ‘Sei tu talmente più grande di Abramo e dei profeti che osi venire qui e dire che chiunque serberà la tua parola non conoscerà la morte? Chi pretendi di essere per osare profferire tali bestemmie?’ Io dico a tutti quelli come lui che, se io glorifico me stesso, la mia gloria non vale niente. Ma è il Padre che mi glorificherà, lo stesso Padre che voi chiamate Dio. Ma voi non siete riusciti a conoscere questo vostro Dio e Padre mio, ed io sono venuto per unirvi insieme, per mostrarvi come divenire veramente i figli di Dio. Sebbene voi non conosciate il Padre, io lo conosco davvero. Abramo stesso ha goduto di vedere il mio giorno, e lo vide per mezzo della fede e fu felice.”

156.   Io vi darò

Disse Gesù: "Io vi darò quello che l’occhio non ha visto, e quello che l’orecchio non ha inteso, e quello che la mano non ha toccato, e quello che non è mai salito dal cuore dell’uomo”.

157.   La ricchezza

Dopo che il giovane ricco se ne andò, Gesù disse: “Così è sempre stato e sempre sarà: gli uomini devono pervenire alle loro decisioni. C’è una certa estensione di libertà di scelta che gli uomini possono esercitare. Le forze del mondo spirituale non obbligano l’uomo; esse gli permettono di seguire la via da lui stesso scelta. Le ricchezze non hanno nulla a che fare direttamente con l’entrata nel regno dei cieli, ma l’amore per  la ricchezza sì. Le fedeltà spirituali del regno sono incompatibili con il servilismo verso il mammona materialistico. L’uomo non può spartire la sua fedeltà suprema ad un ideale spirituale con una devozione materiale.

Vedete com’è difficile per coloro che hanno delle ricchezze entrare pienamente nel regno di Dio! L’adorazione spirituale non può essere spartita con altre adorazioni materiali; nessuno può servire due padroni. Voi avete un detto che dice ‘è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che il pagano erediti la vita eterna’. Io dichiaro che è più facile per questo cammello passare per la cruna di un ago piuttosto che per questi ricchi compiaciuti di sé stessi entrare nel regno dei cieli.”

Pietro chiese: “Allora, Signore, chi può essere salvato? Tutti coloro che sono ricchi saranno tenuti fuori del regno?” E Gesù rispose: “No, Pietro, ma tutti coloro che ripongono la loro fiducia nelle cose di questo mondo hanno poche probabilità di entrare nella vita spirituale che conduce al progresso eterno. Ma, anche in questo caso, ciò che è impossibile per l’uomo non è impossibile al Padre che è nei cieli; dovremmo piuttosto riconoscere che a Dio ogni cosa è possibile. Il Padre desidera che l’affetto dei suoi figli sia puro e indiviso. Qualsiasi cosa o persona che si frappone tra voi e l’amore delle verità del regno deve essere messa in secondo piano. Se la propria ricchezza non invade il dominio dell’anima, non è di alcuna conseguenza alla vita spirituale di coloro che volessero entrare nel regno.”

158.   Cosa avremo indietro?

Pietro chiese a Gesù: “Maestro, noi abbiamo lasciato ogni cosa per seguirti, che cosa avremo allora?” E Gesù disse a tutti i dodici: “In verità, in verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato ricchezza, famiglia, moglie, fratelli, genitori o figli per amore mio e per il bene del regno dei cieli, che non riceverà molte volte di più in questo mondo, forse con qualche persecuzione, e nel mondo futuro la vita eterna. Ma molti di coloro che sono primi saranno ultimi, mentre l’ultimo sarà spesso primo.

Il Padre tratta le sue creature secondo i loro bisogni e in obbedienza alle sue giuste leggi di misericordiosa e di amorevole considerazione per il benessere di un Universo. Il Regno dei Cieli è simile ad un proprietario che impiegava molta manodopera e che uscì di mattina presto per assumere degli operai che lavorassero nel suo vigneto. Dopo aver convenuto con gli operai di pagarli un denaro al giorno, li mandò nel vigneto.

Poi uscì alle nove, e vedendo altri inoperosi nella piazza del mercato, disse loro: ‘Andate anche voi a lavorare nel mio vigneto e vi pagherò il giusto.’ E andarono subito a lavorare. Uscì di nuovo a mezzogiorno e alle tre e fece la stessa cosa. E ritornando nella piazza del mercato alle cinque del pomeriggio, vi trovò ancora altri oziosi e chiese loro: ‘Perché restate qui tutto il giorno a far niente?’ E gli uomini risposero: ‘Perché nessuno ci ha ingaggiati.’ Allora il proprietario disse: ‘Andate anche voi a lavorare nel mio vigneto e vi pagherò il giusto.’

Quando venne la sera, questo proprietario del vigneto disse al suo intendente: ‘Chiama gli operai e paga il loro salario, cominciando dall’ultimo assunto e finendo col primo.’ Quando vennero quelli che erano stati ingaggiati alle cinque del pomeriggio, ricevettero un denaro ciascuno, e così fu con ognuno degli altri operai. Quando gli uomini che furono assunti all’inizio della giornata videro come furono pagati quelli venuti più tardi, si aspettavano di ricevere di più del salario pattuito. Ma ognuno ricevette soltanto un denaro come gli altri. E dopo che ciascuno ebbe ricevuto la sua paga, si lamentarono col proprietario dicendo: ‘Questi uomini che furono assunti per ultimi hanno lavorato solamente un’ora, e tuttavia tu li hai pagati come noi che abbiamo penato tutto il giorno sotto il sole ardente.’

Allora il proprietario rispose: ‘Amici miei, io non vi faccio torto. Ciascuno di voi non ha accettato di lavorare per un denaro al giorno? Prendete ora ciò che vi spetta e andate per la vostra strada, perché io desidero dare a coloro che sono venuti per ultimi quanto ho dato a voi. Non ho il diritto di fare quello che voglio con ciò che è mio? Oppure rimproverate la mia generosità perché desidero essere buono e mostrare misericordia?’ ”

159.   Ricchezza e mezzi di sostentamento

Andrea chiese a Gesù: “Maestro, mentre noi battezzavamo i credenti, tu hai detto molte parole alla moltitudine che indugiava e che noi non abbiamo ascoltato. Vorresti ripetere queste parole per il nostro beneficio?” Gesù rispose: “Sì, Andrea, vi parlerò di queste materie della ricchezza e dei mezzi di sostentamento, ma le mie parole a voi, gli apostoli, dovranno essere un po’ differenti da quelle dette ai discepoli e alla moltitudine, poiché voi avete lasciato ogni cosa, non solo per seguirmi, ma per essere ordinati ambasciatori del regno. Voi avete già avuto parecchi anni d’esperienza e sapete che il Padre, il cui regno proclamate, non vi abbandonerà.

Voi avete consacrato la vostra vita al servizio del regno; perciò non siate inquieti o preoccupati per le cose della vita temporale, per ciò che mangerete, né per il vostro corpo o per ciò che indosserete. Il benessere dell’anima vale più del cibo e della bevanda; il progresso nello spirito trascende di molto il bisogno di vestirsi. Quando siete tentati di dubitare della sicurezza del vostro pane quotidiano, considerate i corvi; non seminano né raccolgono, non hanno né magazzini né granai, eppure il Padre provvede il cibo per ciascuno di loro che lo cerca.

Quanto più valore avete voi di molti uccelli! Inoltre, ogni vostra ansietà o dubbio inquietante non possono fare nulla per soddisfare i vostri bisogni materiali. Chi di voi con la sua ansietà può aggiungere un palmo di mano alla sua statura o un giorno alla sua vita? Poiché tali materie non sono nelle vostre mani, perché pensate con preoccupazione a tutti questi problemi? Considerate i gigli, come crescono; non lavorano né filano, e tuttavia io vi dico che nemmeno Salomone, in tutta la sua gloria, è stato abbigliato come uno di loro.

Se Dio riveste così l’erba del campo, che oggi vive e domani viene tagliata e gettata nel fuoco, quanto meglio vestirà voi, gli ambasciatori del regno celeste. Mentre vi consacrate di tutto cuore alla proclamazione del Vangelo del Regno non dovreste avere delle menti dubbiose sul mantenimento di voi stessi o delle famiglie che avete abbandonato”.

160.      Donare la vita al Vangelo

Gesù disse: “Se donate veramente la vostra vita al Vangelo, voi vivrete per mezzo del Vangelo. Se siete soltanto dei discepoli credenti, dovete guadagnare il vostro pane e contribuire al mantenimento di tutti coloro che insegnano e predicano e guariscono. Se siete preoccupati per il cibo e l’acqua, in che cosa siete diversi dalle nazioni del mondo che cercano così assiduamente queste necessità?

Consacratevi al vostro lavoro, con la convinzione che il Padre ed io sappiamo entrambi che avete bisogno di tutte queste cose. Lasciate che vi assicuri, una volta per tutte, che se voi dedicate la vostra vita all’opera del regno, tutti i vostri bisogni reali saranno soddisfatti. Cercate la cosa più grande, e troverete quella minore contenuta in essa; chiedete le cose celesti, e le cose terrene vi saranno incluse. L’ombra segue certamente la sostanza.

Voi siete solo un piccolo gruppo, ma se avete fede, se non vacillerete nella paura, io dichiaro che è grande piacere di mio Padre darvi questo regno. Voi avete ammassato i vostri tesori dove il denaro non diventa vecchio, dove nessun ladro può rubarlo, e dove nessuna tarma può distruggerlo. Come ho detto al popolo, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

Ma nell’opera che ci attende nell’immediato, e in quella che resterà per voi dopo che io andrò al Padre, voi sarete severamente messi alla prova. Dovrete stare tutti in guardia contro la paura e i dubbi. Che ciascuno di voi si rimbocchi le maniche nella propria mente e tenga la sua lampada accesa. Comportatevi come degli uomini che stanno aspettando che il loro padrone torni dalla festa di matrimonio, affinché, quando arriva e bussa, possiate aprirgli prontamente. Tali servi vigilanti saranno benedetti dal padrone che li troverà fedeli in questa importante occasione. Allora il padrone farà sedere i suoi servi mentre lui stesso li serve.

In verità, in verità vi dico che una crisi è imminente nella vostra vita, ed è necessario che vegliate e siate pronti. Voi comprendete bene che nessun uomo lascerebbe che un ladro penetrasse nella sua casa se sapesse in quale ora il ladro verrà. Vegliate anche su voi stessi, perché nel momento che meno sospettate e nella maniera che non immaginate il Figlio dell’Uomo se ne andrà.”