Gesù nel cuore

I messaggi di Gesù

Da N.201 a N.210


 

201.   La seconda venuta di Gesù

Gesù rispose a Pietro sulla sua seconda venuta: “Perché vi aspettate ancora che il Figlio dell’Uomo sieda sul trono di Davide e sperate che i sogni materiali degli Ebrei saranno realizzati? Non vi ho detto in tutti questi anni che il mio regno non è di questo mondo? Le cose che voi ora osservate stanno per finire, ma ciò sarà un nuovo inizio dal quale il Vangelo del Regno si diffonderà nel mondo intero e questa salvezza sarà estesa a tutti i popoli.

E quando il regno sarà giunto alla sua piena maturità, siate certi che il Padre Celeste non mancherà di visitarvi con una rivelazione ampliata della verità e con un’accresciuta dimostrazione di rettitudine, come ha già conferito su questo mondo colui che è divenuto il principe delle tenebre, e poi Adamo, che fu seguito da Melchizedek, e in questi giorni dal Figlio dell’Uomo.  E così mio Padre continuerà a manifestare la sua misericordia e a mostrare il suo amore, anche a questo mondo oscuro e perverso. Anch’io, dopo che mio Padre mi avrà investito di ogni potere ed autorità, continuerò a seguire la vostra sorte e a guidarvi negli affari del regno con la presenza del mio spirito, che sarà presto sparso su tutta la carne.

Anche se io sarò presente così presso di voi in spirito, prometto che ritornerò un giorno su questo mondo, dove ho vissuto questa vita nella carne ed ho compiuto l’esperienza simultanea di rivelare Dio all’uomo e di condurre l’uomo a Dio. Molto presto io dovrò lasciarvi e riprendere il lavoro che il Padre mi ha affidato, ma abbiate coraggio, perché un giorno ritornerò. Nel frattempo, il mio Spirito della Verità dell' Universo vi conforterà e vi guiderà.

Voi mi vedete ora debole e nella carne, ma quando ritornerò sarà con potenza ed in spirito. L’occhio della carne vede il Figlio dell’Uomo nella carne, ma solo l’occhio dello spirito vedrà il Figlio dell’Uomo glorificato dal Padre e che apparirà sulla terra nel suo stesso nome. Ma i tempi della riapparizione del Figlio dell’Uomo sono conosciuti soltanto nei consigli del Paradiso; nemmeno gli angeli del cielo sanno quando ciò avverrà. Tuttavia, voi dovreste comprendere che, quando questo Vangelo del Regno sarà stato proclamato a tutto il mondo per la salvezza di tutti i popoli, e quando sarà giunta la pienezza dell’era, il Padre vi manderà un altro conferimento e il Figlio dell’Uomo ritornerà per giudicare l’era.

Ed ora, riguardo al travaglio di Gerusalemme di cui vi ho parlato, non passerà questa generazione senza che le mie parole siano compiute; ma per ciò che concerne i tempi del ritorno del Figlio dell’Uomo, nessuno in cielo o sulla terra può pretendere di parlarne. Ma voi dovreste essere accorti riguardo alla maturazione di un’era; dovreste essere vigili nel discernere i segni dei tempi.

Voi sapete che quando il fico mostra i suoi rami teneri e fa uscire le sue foglie l’estate è vicina. Similmente, quando il mondo sarà passato per il lungo inverno della mentalità materialista e voi discernerete la venuta della primavera spirituale di una nuova dispensazione, saprete che l’estate di una nuova visitazione si avvicina. Ma qual è il significato di questo insegnamento sulla venuta del Figlio di Dio?

Non percepite che, quando ciascuno di voi sarà chiamato ad abbandonare la sua lotta per la vita e a passare per il portale della morte, vi troverete nella presenza immediata del giudizio e sarete faccia a faccia con i fatti di una nuova dispensazione di servizio nel piano eterno del Padre infinito? Ciò che il mondo intero deve affrontare come un fatto letterale alla fine di un’era, voi, come individui, dovrete ciascuno affrontare molto certamente come esperienza personale quando arriverete alla fine della vostra vita naturale e procederete così in eterna progressione verso la perfezione del  regno del Padre.”

202.   La filiazione spirituale

Gesù disse: “I regni di questo mondo, essendo materiali, possono spesso trovare necessario impiegare la forza fisica per l’applicazione delle loro leggi ed il mantenimento dell’ordine. Nel Regno dei Cieli i veri credenti non ricorreranno all’impiego della forza fisica. Il regno dei cieli, essendo una fraternità spirituale di figli di Dio nati dallo spirito, può essere promulgato soltanto dal potere dello spirito.

Questa distinzione di procedura si riferisce alle relazioni tra il regno dei credenti ed i regni del governo secolare, e non annulla il diritto dei gruppi sociali di credenti di mantenere l’ordine nelle loro fila e di disciplinare i loro membri ribelli e indegni. Non c’è niente d’incompatibile tra la filiazione nel regno spirituale e la cittadinanza nel governo secolare o civile. È dovere del credente rendere a Cesare le cose che sono di Cesare e a Dio le cose che sono di Dio.

Non può esservi alcun disaccordo tra queste due esigenze, l’una essendo materiale e l’altra spirituale, a meno che non avvenga che un Cesare pretenda di usurpare le prerogative di Dio e non esiga che gli si renda un omaggio spirituale ed un culto supremo. In tal caso voi adorerete soltanto Dio, mentre cercherete d’illuminare questi capi terreni sviati portandoli così anche a riconoscere il Padre che è nei cieli. Voi non renderete un culto spirituale ai capi terreni; né impiegherete le forze fisiche di governi terreni, i cui capi possono un giorno divenire dei credenti, nel compito di far progredire la missione del regno spirituale.

La filiazione nel regno, dal punto di vista di una civiltà in progresso, dovrebbe aiutarvi a divenire i cittadini ideali dei regni di questo mondo, poiché la fratellanza ed il servizio sono le pietre angolari del Vangelo del Regno. L’appello all’amore del regno spirituale dovrebbe rivelarsi come il distruttore efficace della spinta all’odio dei cittadini non credenti e bellicosi dei regni terreni.

Ma questi figli materialisti che vivono nelle tenebre non conosceranno mai la vostra luce spirituale di verità se voi non vi accostate strettamente a loro con quel servizio sociale disinteressato che è il risultato naturale della produzione dei frutti dello spirito nell’esperienza di vita di ogni singolo credente”. 

203.   Figli del mondo e figli del Regno

Gesù disse: “In quanto uomini e materiali, voi siete in verità cittadini dei regni terreni, e dovreste essere buoni cittadini, i migliori essendo voi divenuti figli spirituali rinati del regno celeste. In quanto figli del Regno dei Cieli illuminati dalla fede e liberati dallo spirito, voi siete di fronte ad una duplice responsabilità, il dovere verso gli uomini e il dovere verso Dio, mentre assumete volontariamente un terzo obbligo sacro, quello di servire la fraternità dei credenti che conoscono Dio.

Voi non potete adorare i vostri capi temporali, e non dovreste impiegare il potere temporale per far progredire il regno spirituale; ma dovreste manifestare il retto servizio di servizio amorevole sia verso i credenti che i non credenti. Nel Vangelo del Regno risiede il possente Spirito della Verità, ed io spargerò presto questo stesso spirito su tutta la carne. I frutti dello spirito, il vostro servizio sincero ed amorevole, sono la potente leva sociale per sollevare le razze dalle tenebre, e questo Spirito della Verità diverrà il vostro fulcro che moltiplica il potere.

Mostratevi saggi e date prova di sagacia nei vostri rapporti con i capi civili non credenti. Con discrezione, mostrate di essere abili nell’appianare dissensi minori e nel comporre piccoli malintesi. In ogni modo possibile, purché non sia intaccata la vostra devozione spirituale ai capi dell’Universo, cercate di vivere in pace con tutti gli uomini. Siate sempre accorti come i serpenti, ma inoffensivi come le colombe. Voi dovreste diventare tutti i migliori cittadini del governo secolare come risultato di divenire figli illuminati del regno; allo stesso modo i capi dei governi terreni dovranno diventare i migliori capi negli affari civili come risultato di credere a questo Vangelo del Regno dei cieli.

La disposizione al servizio disinteressato dell’uomo e all’adorazione intelligente di Dio dovrebbe rendere tutti i credenti nel regno i cittadini migliori del mondo, mentre l’atteggiamento di cittadino onesto e di devozione sincera al proprio dovere temporale dovrebbe contribuire a rendere tali cittadini più facilmente accessibili all’appello spirituale alla filiazione nel regno celeste. Fino a che i capi dei governi terreni cercano di esercitare l’autorità di dittatori religiosi, voi che credete in questo Vangelo potete aspettarvi solo difficoltà, persecuzioni ed anche la morte. Ma la luce stessa che voi portate al mondo, ed anche la maniera stessa in cui soffrirete e morirete per questo Vangelo del Regno, illumineranno alla fine, da sé stesse, il mondo intero e porteranno al divorzio graduale della politica dalla religione. La predicazione persistente di questo Vangelo del Regno porterà un giorno a tutte le nazioni una liberazione nuova ed incredibile, la libertà intellettuale e la libertà religiosa”.

204.   Imminenti persecuzioni

Gesù disse: “Sotto le persecuzioni imminenti da parte di coloro che odiano questo Vangelo di gioia e di libertà, voi vi svilupperete ed il regno prospererà. Ma voi vi troverete in grande pericolo in tempi successivi, quando la maggior parte degli uomini parleranno bene dei credenti nel regno e molti che occupano posizioni importanti accetteranno nominalmente il Vangelo del Regno celeste. Imparate ad essere fedeli al regno anche in tempi di pace e di prosperità.

Non tentate gli angeli che esercitano la supervisione su di voi a portarvi in vie difficili come amorevole disciplina destinata a salvare le vostre anime indolenti. Ricordate che voi siete incaricati di predicare questo Vangelo del Regno, il desiderio supremo di fare la volontà del Padre, unito alla gioia suprema di realizzare per fede la filiazione con Dio, e che non dovete permettere ad alcunché di distogliere la vostra consacrazione a quest’unico dovere. Che tutta l’umanità tragga beneficio dalla profusione del vostro servizio spirituale amorevole, dalla vostra comunione intellettuale illuminante e dal vostro servizio sociale edificante; ma a nessuna di queste opere umanitarie, né al loro insieme, dovrà essere permesso di sostituire la proclamazione del Vangelo.

Questi potenti ministeri sono i sottoprodotti sociali dei ministeri e delle trasformazioni ancor più potenti e sublimi compiuti nel cuore del credente al regno dallo Spirito della Verità vivente e dalla realizzazione personale che la fede di un uomo nato dallo spirito gli conferisce l’assicurazione di una comunione vivente con il Dio eterno. Voi non dovete cercare di promulgare la verità né di stabilire la rettitudine con il potere dei governi civili o con l’applicazione di leggi secolari. Voi potete sempre operare per persuadere la mente degli uomini, ma non dovete mai tentare di costringerla.

Non dovete dimenticare la grande legge dell’equità umana che vi ho insegnato in forma positiva: qualunque cosa vorreste che gli uomini facessero a voi, fatela a loro. Quando un credente nel regno è chiamato a servire il governo civile, che svolga tale servizio come cittadino temporale di tale governo; tuttavia questo credente dovrebbe manifestare nel suo servizio civile tutte le sue qualità ordinarie di cittadino, quali sono state elevate dall’illuminazione spirituale risultante dall’associazione nobilitante della sua mente di uomo mortale con lo spirito interiore del Dio eterno.

Se il non credente può qualificarsi come un funzionario civile superiore, dovreste chiedervi seriamente se le radici della verità nel vostro cuore non siano morte per mancanza delle acque viventi della comunione spirituale congiunta al servizio sociale. La coscienza della filiazione con Dio dovrebbe animare l’intera vita di servizio di ogni uomo, donna e bambino che è divenuto possessore di tale potente stimolo di tutti i poteri insiti in una personalità umana.

Non siate mistici passivi od asceti indifferenti; non diventate dei sognatori e degli indolenti che sperano supinamente in una Provvidenza fittizia che provveda anche al necessario per vivere. Siate in verità gentili nei vostri rapporti con i mortali sviati, pazienti nei vostri contatti con gli ignoranti e tolleranti in caso di provocazione; ma siate anche intrepidi nella difesa della rettitudine, potenti nella promulgazione della verità ed energici nella predicazione di questo Vangelo del Regno, sino ai confini stessi della terra”.

205.   Una Verità Vivente

Gesù disse: “Questo Vangelo del Regno è una verità vivente. Io vi ho detto che è simile al lievito nella pasta, simile al grano di senape; ed ora dichiaro che è simile al seme dell’essere vivente, che di generazione in generazione, pur rimanendo lo stesso seme vivente, si manifesta infallibilmente in nuove espressioni e cresce accettabilmente in canali di nuovo adattamento alle necessità e condizioni peculiari di ogni generazione successiva.

La rivelazione che vi ho fatto è una rivelazione vivente, e desidero che essa produca dei frutti appropriati in ogni individuo ed in ogni generazione, conformemente alle leggi della crescita spirituale, dell’incremento e dello sviluppo di adattamento. Di generazione in generazione questo Vangelo deve mostrare una vitalità crescente e manifestare una profondità maggiore di potere spirituale. Non deve essergli consentito di divenire un semplice ricordo sacro, una mera tradizione su di  me e sui tempi in cui noi ora viviamo.

E non dimenticate: noi non abbiamo attaccato direttamente né le persone né l’autorità di coloro che siedono sul seggio di Mosè; abbiamo solo offerto loro la nuova luce che hanno così energicamente respinto. Noi li abbiamo attaccati solo denunciando la loro slealtà spirituale verso le verità stesse che professano d’insegnare e di salvaguardare. Siamo entrati in conflitto con questi capi stabiliti e questi capi riconosciuti solo quando si sono opposti direttamente alla predicazione del Vangelo del Regno ai figli degli uomini.

Ed anche ora non siamo noi che attacchiamo loro, ma sono loro che cercano la nostra distruzione. Non dimenticate che voi siete incaricati di andare a predicare solo la buona novella. Non dovete attaccare i vecchi modi di vivere; dovete mettere abilmente il lievito della nuova verità in mezzo alle antiche credenze. Lasciate che lo Spirito della Verità faccia il proprio lavoro. Avviate delle controversie solo quando ne siete costretti da coloro che disprezzano la verità. Ma quando vi attacca il non credente ostinato, non esitate a difendere energicamente la verità che vi ha salvato e santificato. In tutte le vicissitudini della vita ricordatevi sempre di amarvi gli uni con gli altri. Non combattete contro gli uomini, nemmeno contro i non credenti.

Mostrate misericordia anche verso coloro che abusano perfidamente di voi. Mostrate di essere cittadini leali, artigiani onesti, vicini degni di lode, parenti devoti, genitori comprensivi e credenti sinceri nella fraternità del regno del Padre. Ed il mio spirito sarà su di voi, ora ed anche sino alla fine del mondo.”

206.   Le antiche Scritture

Giacomo chiese: “Maestro, avresti la bontà di suggerirci come possiamo scegliere i passaggi migliori dalle Scritture per la nostra edificazione personale?” Gesù rispose: “Sì, Giacomo, quando leggi le Scritture cerca quegli insegnamenti eternamente veri e divinamente belli, quali: crea in me un cuore puro, o Signore; il Signore è il mio pastore, non mancherò di nulla; Dovresti amare il prossimo tuo come te stesso; perché io, il Signore Dio tuo, terrò la tua mano destra dicendo: non aver paura, io ti aiuterò; né le nazioni impareranno più a fare la guerra.” 

207.   Il chicco di grano

Gesù disse: “Se il chicco di grano non finisce sottoterra e non muore, rimane solo e non porta frutto. Se muore, invece, produce molto frutto”. Da quel momento Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli ciò che gli doveva capitare, che doveva andare a Gerusalemme, perché nessun profeta può morire fuori di Gerusalemme. Il Figlio dell’uomo dovrà soffrire: è necessario. Gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge mi rifiuteranno, mi faranno soffrire molto, poi sarò ucciso, ma dopo tre giorni risorgerò”.

208.   L’ultima cena

Gesù disse: “Quando farete queste cose, ricordatevi della vita che ho vissuto sulla terra tra di voi e rallegratevi che io stia continuando a vivere sulla terra con voi e a servire tramite voi. Come individui, non litigate tra di voi su chi sarà il più grande. Siate tutti come fratelli. E quando il regno crescerà al punto da inglobare grandi gruppi di credenti, astenetevi similmente dal lottare per la grandezza o dal cercare degli onori tra questi gruppi. Tutte le volte che farete questo, fatelo in memoria di me.

E quando vi ricorderete di me, riandate prima alla mia vita nella carne, ricordatevi che sono stato un tempo con voi, e poi, per mezzo della fede, capirete che cenerete tutti un giorno con me nel regno eterno del Padre. Questa è la nuova Pasqua che lascio a voi, il ricordo stesso della mia vita terrena, la parola di vita eterna e del mio amore per voi, l’effusione del mio Spirito della Verità su tutta il mondo. Vi ricordate bene quando vi ho mandato in missione senza borsa né bisaccia e vi ho anche raccomandato di non portare con voi alcuna veste di ricambio. E vi ricorderete tutti che non vi è mancato nulla. Ma ora sono sopraggiunti tempi difficili. Voi non potrete più contare sulla buona volontà delle folle. D’ora in poi chi ha una borsa la porti con sé.

Quando andrete nel mondo a proclamare questo Vangelo, prendete tante provviste per il vostro mantenimento quante vi sembrerà più opportuno. Io sono venuto a portare la pace, ma essa non apparirà prima di un certo tempo. È giunta l’ora per il Figlio dell’Uomo di essere glorificato, ed il Padre sarà glorificato in me. Amici miei, io sarò con voi soltanto per poco.

Presto mi cercherete, ma non mi troverete, perché sto andando in un luogo dove voi non potete in questo momento venire. Ma quando avrete terminato la vostra opera sulla terra come io ho ora terminato la mia, allora verrete da me, così come io mi preparo ora ad andare da mio Padre. Tra poco tempo vi lascerò, voi non mi vedrete più sulla terra, ma mi vedrete tutti nell’era futura quando ascenderete al regno che mio Padre mi ha dato”.

209.   Amare il prossimo come noi stessi

Gesù disse: “Quando vi ho rappresentato una parabola indicante come dovreste essere disposti a servirvi l’un l’altro, ho detto che desideravo darvi un nuovo comandamento; e vorrei farlo ora che sto per lasciarvi. Voi conoscete bene il comandamento che ordina di amarvi l’un l’altro; di amare il vostro prossimo come voi stessi. Ma io non sono pienamente soddisfatto nemmeno di questa devozione sincera da parte dei miei figli. Vorrei vedervi compiere degli atti d’amore ancora più grandi nel regno della fraternità dei credenti.

E così vi do questo nuovo comandamento: che vi amiate l’un l’altro come io ho amato voi. E da ciò tutti gli uomini sapranno che siete miei discepoli, se vi amate così l’un l’altro. Dandovi questo nuovo comandamento, io non pongo alcun fardello nuovo sulle vostre anime; vi porto piuttosto una nuova gioia e vi do la possibilità di provare un nuovo piacere conoscendo le delizie dell’effusione dell’affetto del vostro cuore sui vostri simili.

Io sto per provare la gioia suprema, pur soffrendo di afflizioni esteriori, nell’effusione del mio affetto su di voi e sui vostri simili mortali. Quando v’invito ad amarvi l’un l’altro, così come io ho amato voi, vi presento la misura suprema del vero affetto, perché nessuno può avere un amore più grande di questo: di essere disposto a dare la sua vita per i suoi amici. Ed ora, voi siete miei amici e continuerete ad esserlo se siete disposti a fare ciò che vi ho insegnato. Voi mi avete chiamato Maestro, ma io non vi chiamo servi. Se solo vi amerete l’un l’altro come io amo voi, sarete miei amici ed io vi dirò sempre ciò che il Padre mi rivela.

Non soltanto voi avete scelto me, ma anch’io ho scelto voi, e vi ho ordinato di andare nel mondo a produrre i frutti del servizio amorevole verso i vostri simili, come io ho vissuto tra voi e vi ho rivelato il Padre. Il Padre ed io lavoreremo entrambi con voi, e voi sperimenterete la pienezza divina della gioia se solo obbedirete al mio comando di amarvi l’un l’altro così come io ho amato voi.”

210.      La vite ed i tralci

Gesù disse: “Io sono la vera vite e mio Padre è il coltivatore. Io sono la vite e voi siete i tralci. Ed il Padre mi chiede solo che voi portiate molti frutti. La vite viene potata solo per accrescere la produttività dei suoi tralci. Ogni tralcio uscito da me che non porta frutto, il Padre lo taglierà. Ogni tralcio che porta frutto sarà purificato dal Padre affinché possa dare più frutti. Voi siete già purificati dalla parola che io ho pronunciato, ma dovete continuare ad essere puri. Voi dovete dimorare in me ed io in voi; il tralcio morirà se viene separato dalla vite.

Come il tralcio non può portare frutti se non dimora nella vite, così voi non potete produrre i frutti del servizio amorevole se non dimorate in me. Ricordatevi: io sono la vera vite e voi siete i tralci viventi. Colui che vive in me, ed io in lui, porterà molti frutti dello spirito e sperimenterà la gioia suprema di produrre questa messe spirituale. Se voi manterrete questa connessione spirituale vivente con me, porterete frutti in abbondanza.

Se voi dimorate in me e le mie parole vivono in voi, sarete capaci di comunicare liberamente con me, ed allora il mio spirito vivente potrà impregnarvi in modo tale che potrete chiedere qualunque cosa il mio spirito vuole, e fare tutto ciò con la certezza che il Padre accoglierà la nostra preghiera. Il Padre è glorificato in questo: che la vite abbia molti tralci viventi e che ogni tralcio porti molti frutti.

E quando il mondo vedrà questi tralci che portano frutti, i miei amici che si amano l’un l’altro così come io ho amato loro, tutti gli uomini sapranno che voi siete veramente miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Vivete nel mio amore così come io vivo nell’amore del Padre. Se fate come vi ho insegnato, dimorerete nel mio amore così come io ho mantenuto la parola del Padre e dimoro eternamente nel suo amore.”