Da N.191 a N.200
191. L’ultima opportunitàGesù disse: “Nel nome del Padre che mi ha mandato, vi avverto solennemente che state per perdere la vostra posizione nel mondo come annunciatori della verità eterna e custodi della legge divina. Io vi sto offrendo ora la vostra ultima opportunità di farvi avanti e di pentirvi, di manifestare la vostra intenzione di cercare Dio con tutto il vostro cuore e di entrare, come dei bambini e con fede sincera, nella sicurezza e nella salvezza del regno dei cieli. Mio Padre ha operato a lungo per la vostra salvezza, ed io sono sceso a vivere tra voi e a mostrarvi personalmente la via. Molti Ebrei e Samaritani, ed anche Gentili, hanno creduto al Vangelo del Regno, ma quelli che avrebbero dovuto essere i primi a farsi avanti ed accettare la luce del cielo hanno ostinatamente rifiutato di credere alla rivelazione della verità di Dio, Dio rivelato nell’uomo e l’uomo elevato a Dio. Questo pomeriggio i miei apostoli stanno qui di fronte a voi in silenzio, ma sentirete presto le loro voci annunciare la chiamata alla salvezza e l’esortazione ad unirsi al regno celeste come figli del Dio vivente. Ed ora io chiamo a testimoni questi miei discepoli e credenti nel Vangelo del Regno, come pure i messaggeri invisibili al loro fianco, che ho offerto ancora una volta ad Israele e ai suoi capi la liberazione e la salvezza. Ma voi tutti vedete come la misericordia del Padre è rifiutata e come i messaggeri della verità sono respinti. Ciononostante, io vi avverto che questi Scribi e Farisei siedono ancora sul seggio di Mosè, e perciò, fino a che gli Altissimi che governano nei regni degli uomini non abbatteranno alla fine questa nazione e non distruggeranno il luogo in cui sono questi capi, vi chiedo di collaborare con questi anziani d’Israele. Non è necessario che vi uniate ai loro piani per distruggere il Figlio dell’Uomo, ma in tutto ciò che concerne la pace d’Israele voi dovrete sottomettervi a loro. In tutte queste materie fate tutto ciò che vi chiedono ed osservate i fondamenti della legge, ma non imitate le loro cattive azioni”. 192. Il peccato dei capiGesù disse: “Ricordatevi, il peccato di questi capi è questo: dicono ciò che è bene, ma non lo fanno. Voi sapete bene come questi capi legano pesanti fardelli sulle vostre spalle, fardelli gravosi da portare, e che non alzano nemmeno un dito per aiutarvi a portare questi pesanti fardelli. Vi hanno oppressi con cerimonie e resi schiavi per mezzo delle tradizioni. Inoltre questi capi si compiacciono di fare le loro buone opere in modo da essere visti dagli uomini. Ingrandiscono i loro filatteri ed allargano il bordo delle loro vesti ufficiali. Cercano i posti migliori nelle feste ed esigono i seggi più importanti nelle sinagoghe. Bramano saluti di elogio nelle piazze del mercato e desiderano essere chiamati rabbi da tutti gli uomini. E mentre cercano tutti questi onori dagli uomini, segretamente prendono le case delle vedove e traggono profitto dai servizi del Tempio sacro. Per finzione questi ipocriti fanno lunghe preghiere in pubblico e danno elemosine per attirare l’attenzione dei loro concittadini. Mentre dovreste onorare i vostri capi e riverire i vostri maestri, non dovreste chiamare nessun uomo Padre in senso spirituale, perché c’è uno solo che è vostro Padre, cioè Dio. Né dovreste cercare di tiranneggiare i vostri fratelli nel regno. Ricordatevi, io vi ho insegnato che colui che vorrebbe essere il più grande tra voi dovrebbe divenire il servitore di tutti. Se pretenderete di esaltarvi davanti a Dio, sarete certamente umiliati; ma chi veramente umilia sé stesso sarà certamente esaltato. Nella vostra vita quotidiana cercate, non la vostra glorificazione, ma la gloria di Dio. Subordinate intelligentemente la vostra volontà alla volontà del Padre che è nei cieli. Non fraintendete le mie parole. Io non ho malanimo contro questi sommi sacerdoti e capi che anche ora cercano la mia distruzione; non ho rancore per questi Scribi e Farisei che respingono i miei insegnamenti. So che molti di voi credono in segreto, e so che professerete apertamente la vostra devozione al regno quando verrà la mia ora. Ma come si giustificheranno i vostri rabbini, poiché professano di parlare con Dio e poi osano respingere e distruggere colui che viene a rivelare il Padre ai mondi?” 193. Ai SacerdotiGesù disse: “Che cosa non ho fatto io per voi? Non mi sono immolato sulla croce. Non vi ho dato prima di morire il dono più bello? Vi ho fatto diventare ministri di Dio e voi con il Sacramento del Sacerdozio avete fatto i voti. Mi avete fatto tante promesse; le avete mantenute? Oppure ve le siete dimenticate? Credo di no; il benessere e i divertimenti vi hanno distratto dalla vostra missione. Mi potete servire anche in letizia, senza peccare. Voi siete convinti che io sono un Dio che non punisce; è vero perché io sono pieno di Carità e di Misericordia, ma non abusate della mia Misericordia. Io da voi vorrei l’amore del vostro cuore. Non vi potrei farvi diventare subito angeli pieni di purezza e amore? Io vi lascio liberi e vi attendo. Risorgete a una vita di grazia, perseverate nella fede per avere più amore e carità. Alcuni non sanno né se ci sono né dove sono. Sono con voi, nel vostro cuore, ingrati e insensati! E ogni mattina mi immolo sull’Altare nelle vostre mani! Io conosco le vostre miserie, le lotte e le tribolazioni dei vostri cuori, io vi perdono e uso misericordia affinché non commettiate più gli stessi errori. Lascio a voi la libertà di amarmi e vi attendo con fiducia. Non avete forse capito il Sacerdozio? Io vi ho fatto questo dono che è il dono più bello e voi maltrattate senza alcuna pietà le mie carni immacolate. Io capisco le vostre debolezze, ma non dovete scandalizzare gli altri, perché un sacerdote può essere la salvezza di tante anime, come può esserne la rovina. Guai a voi se vi scandalizzate! Perché non prendete esempio dai sacerdoti santi? Io vi ho amato immolandomi sulla croce e continuo a farlo. Io mi presento non come il Dio giusto, ma come un Dio misericordioso sono sceso dal trono della mia gloria in una mangiatoia e ho finito la mia vita morendo sulla croce. Perché non pregate e fate penitenza dando così l’esempio anche agli altri? Riunite la gente nelle chiese, nelle case, in un angolo, dovunque e fatela pregare. I sacerdoti santi e puri ristorano il cuore, pregano e offrono le loro sofferenze per alleviare le mie e per amore degli altri. Pregate affinché lo Spirito Santo vi illumini a diventare puri come colombe; solo diventando puri potete sentire l’amore di Dio verso il prossimo. Nel vostro ministero siete responsabili non solo della vostra anima ma anche di quella degli altri. Offrite la sofferenza per le anime consacrate che mi fanno tanto soffrire. Il denaro è una cosa che fa gola. Non solo il denaro, anche i divertimenti, i piaceri, le cose belle meno quelle dell’anima. L’anima per loro non è bella. Scrutano le anime per che cosa? Per curiosare o per confortarle? Fanno come quando si va a comprare un oggetto. Dicono: “Costa tanto, costa tanto” e poi lo lasciano. Così, lasciano alla perdizione le anime. Mi immolai sulla croce prima per loro e poi per tutti voi. E queste anime non le portano a me, le portano al diavolo. Al confessionale si parla dell’anima, non di sciocchezze, non di appuntamenti, non di gusti. Che l’avete fatto a fare il confessionale? Per parlare di idiozie, delle porcherie? Per insultarmi di più? Lo hanno preso come un diploma qualsiasi, non come una missione per le anime”. 194. Guai a voi!Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! Voi vorreste chiudere le porte del Regno dei Cieli agli uomini sinceri perché si trovano nell’ignoranza nel senso del vostro insegnamento. Voi rifiutate di entrare nel regno e allo stesso tempo fate tutto quanto è in vostro potere per impedire agli altri di entrarvi. Voi girate le spalle alle porte della salvezza e lottate contro tutti coloro che vorrebbero entrarvi. Guai a voi, Scribi e Farisei, ipocriti che siete! Perché in verità percorrete terra e mare per fare un proselito, e quando vi siete riusciti non siete soddisfatti fino a che non l’avete reso due volte peggiore che se fosse un figlio dei pagani. Guai a voi, gran sacerdoti e capi che v’impadronite delle proprietà dei poveri ed esigete pesanti imposte da coloro che vorrebbero servire Dio come loro credono abbia ordinato Mosè! Voi che rifiutate di mostrare misericordia, potete sperare misericordia nei mondi futuri? Guai a voi, falsi insegnanti, guide cieche! Che cosa ci si può aspettare da una nazione quando il cieco conduce il cieco? Entrambi cadranno nell’abisso della distruzione. Guai a voi che vi nascondete quando fate un giuramento! Voi siete degli imbroglioni poiché insegnate che un uomo può prestare giuramento per il Tempio e rompere il suo giuramento, ma che chi ha giurato per l’oro del Tempio deve rimanere obbligato. Voi siete tutti sciocchi e ciechi. Non siete nemmeno logici nella vostra disonestà, perché che cos’è più grande, l’oro o il Tempio che si ritiene abbia santificato l’oro? Voi insegnate anche che se un uomo giura per l’altare, ciò non significa nulla; ma che se uno giura per il dono che è sull’altare, allora sarà ritenuto debitore. Anche in questo caso siete ciechi alla verità, perché che cos’è più grande, il dono o l’altare che santifica il dono? Come potete giustificare una tale ipocrisia e disonestà davanti al Dio del cielo? Guai a voi, Scribi e Farisei e tutti gli altri ipocriti, che vi assicurate di donare la decima della menta, dell’anice e del cumino e allo stesso tempo trascurate le materie più importanti della legge, fede, misericordia e giudizio! A ragione avreste dovuto fare le prime, ma non avreste dovuto lasciare non fatte le altre. Voi siete veramente delle guide cieche e degli sciocchi educatori; voi filtrate il moscerino ed inghiottite il cammello. Guai a voi, Scribi, Farisei ed ipocriti! Perché siete scrupolosi nel pulire l’esterno della coppa e del piatto, ma all’interno lasciate la sporcizia dell’estorsione, degli eccessi e dell’inganno. Voi siete spiritualmente ciechi. Non riconoscete quanto sarebbe molto meglio pulire prima l’interno della coppa, ed allora ciò che si spande fuori pulirebbe da sé stesso l’esterno? Voi reprobi malvagi! Compite gli atti esteriori della vostra religione per conformarvi alla lettera della vostra interpretazione della legge di Mosè, mentre le vostre anime sono immerse nell’iniquità e sono piene d’intenzioni omicide. Guai a voi tutti che respingete la verità e rifiutate la misericordia! Molti di voi sono simili a sepolcri imbiancati, che esternamente sembrano belli, ma all’interno sono pieni di ossa di uomini morti e di ogni sorta d’impurità. Così anche voi che rigettate coscientemente il consiglio di Dio apparite esteriormente agli uomini come santi e giusti, ma internamente il vostro cuore è pieno d’ipocrisia e d’iniquità. Guai a voi, false guide di una nazione! Avete eretto laggiù un monumento ai profeti martirizzati di un tempo, mentre complottate di distruggere colui di cui hanno parlato. Voi ornate le tombe dei giusti e vi vantate che, se aveste vissuto ai tempi dei vostri padri, non avreste ucciso i profeti; e poi a fronte di questo pensiero farisaico vi preparate ad assassinare colui di cui i profeti hanno parlato, il Figlio dell’Uomo. Poiché fate queste cose, testimoniate verso voi stessi che siete i figli perversi di coloro che hanno ucciso i profeti. Continuate, dunque, e riempite fino all’orlo la coppa della vostra condanna! Guai a voi, figli del male! Giovanni vi ha chiamati giustamente razza di vipere, ed io vi chiedo come potrete sfuggire al giudizio che Giovanni ha pronunciato contro di voi? Ma anche ora io vi offro nel nome di mio Padre misericordia e perdono; anche ora vi tendo la mano amorevole della comunione eterna. Mio Padre vi ha mandato i saggi e i profeti; alcuni li avete perseguitati ed altri li avete uccisi. Allora apparve Giovanni proclamando la venuta del Figlio dell’Uomo, e voi l’avete ucciso dopo che molti avevano creduto al suo insegnamento. Ed ora vi preparate a versare ancora del sangue innocente”. 195. La sfiducia delle animeGesù disse: “La sfiducia delle anime mi strazia le viscere. Ancora di più mi addolora la sfiducia delle anime elette. Nonostante il mio amore inesauribile non hanno fiducia in me. Nemmeno la mia morte è stata sufficiente per loro. Guai alle anime che ne abusano!” 196. Immolato per i peccatoriGesù disse: “Purtroppo non solo allora, ma giorno per giorno ho il chiodo infisso come sulla croce, con questo chiodo, col peccato, mi feriscono il cuore. Tutto il mondo, ma particolarmente i sacerdoti. E questo mio cuore è addolorato. Mi sono immolato sulla croce per i peccatori. Li voglio salvi, li sopporto e li perdono perché sono padre di misericordia, perché sono amore. È per amore che ho dato il mio corpo, che mi sono immolato sulla croce. Giorno per giorno, ora per ora, momento per momento il mio cuore è straziato. Nessuno capisce queste cose. Pochi sono quelli che capiscono e allora mi appoggio a quelli che mi amano. Mi riposo sempre quando mi invocano”. 197. Il terribile giornoGesù disse :”Non comprendete che verrà un terribile giorno di giudizio universale in cui il Giudice di tutta la terra esigerà da questo popolo un rendiconto per il modo in cui hanno respinto, perseguitato e ucciso questi messaggeri del cielo? Non comprendete che dovrete rendere conto di tutto questo sangue dei giusti, dal primo profeta ucciso fino ai tempi di Zaccaria, che fu assassinato tra il santuario e l’altare? Se voi perseverate nelle vostre cattive strade, questa resa dei conti può essere richiesta in questa stessa generazione. O Gerusalemme e figli di Abramo, voi che avete lapidato i profeti e ucciso i maestri che vi furono mandati, anche ora vorrei riunire i vostri figli come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le sue ali, ma voi non lo volete! Ed ora io mi congedo da voi. Voi avete ascoltato il mio messaggio e avete preso la vostra decisione. Coloro che hanno creduto al mio Vangelo sono già salvi nel regno di Dio. A voi che avete scelto di respingere il dono di Dio, dico che non mi vedrete più insegnare nel Tempio. La mia opera per voi è finita. Ecco, io esco ora con i miei figli, e la vostra casa è lasciata a voi nella desolazione!” 198. Il mondo non è luceGesù disse: “Il mondo non è luce, ma tenebre. Vedi quanta sofferenza c’è nel mondo? Se tutti gli uomini fossero più buoni, la sofferenza non sarebbe così grande: ma alcuni uomini potenti operano per soddisfare il loro orgoglio e non per il bene dell’umanità, perciò il mondo è nelle tenebre”. 199. Li ho trovati ubriachiDisse Gesù: "Mi sono levato in mezzo al mondo e mi sono manifestato loro nella carne; li ho trovati tutti ubriachi e non ho trovato nessuno tra loro assetato. E la mia anima ha sofferto per i figli degli uomini, poiché essi sono ciechi nel loro cuore e non vedono bene; infatti vuoti sono venuti al mondo e vuoti cercano di uscire dal mondo. Ma in questo momento sono ubriachi; quando scuoteranno via il loro vino, allora si convertiranno”. 200. I segni dei tempiGesù disse: “A chi posso paragonare gli uomini di questa generazione? A chi sono simili? Essi sono come quei bambini seduti sulle piazze che, rivolgendosi ai loro compagni, gridano gli uni agli altri: ‘Vi abbiamo suonato con il flauto una musica allegra, e non avete ballato; vi abbiamo cantato un canto di dolore, e non avete pianto!’ Così fate anche voi oggi. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: ‘È un indemoniato!’. Poi è venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: ‘Ecco un mangione e un beone, amico degli agenti delle tasse e di altre persone di dubbia reputazione’. Ipocriti! Siete capaci di capire l’aspetto della terra e del cielo tanto che quando vedete una nuvola che sale da ponente, voi dite subito: ‘Presto pioverà’, e così avviene. E quando soffia lo scirocco, dite: ‘Ci sarà caldo’, e così accade. E quando si fa sera, voi dite: ‘Bel tempo, perché il cielo rosseggia’; e al mattino: ‘Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo’. Dunque, sapete interpretare l’aspetto del cielo e non sapete capire il significato di ciò che accade in questi tempi? Perché non sapete giudicare da voi stessi ciò che è giusto fare? Sappiate che: chi crede nel Figlio non è condannato, chi non crede, invece, è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”. |