Gesù nel cuore

I messaggi di Gesù

Da N.111 a N.120


 

111.   I frutti buoni e i frutti cattivi

Gesù disse: “Se prendete un albero buono, anche i suoi frutti saranno buoni; se prendete un albero cattivo, anche i suoi frutti saranno cattivi. La qualità di un albero la si riconosce dal suo frutto: difatti non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. E così voi, come potete dire cose buone se siete cattivi? Ciascuno infatti esprime con la bocca quel che ha nel cuore: l’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive e i pensieri cattivi che portano al male”.

112.   Il male esce dall’uomo

Gesù disse: “In verità, in verità vi dico. È ciò che esce dall’uomo che lo rende impuro perché non c’è niente di ciò che entra nell’uomo dall’esterno che, entrando in lui, possa contaminarlo, perché non entra nel suo cuore ma nello stomaco e quindi va a finire in una fogna”. Poi disse ancora: “Piuttosto, è ciò che esce dall’uomo che può renderlo impuro. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: le prostituzioni, i furti, gli assassini, i tradimenti fra marito e moglie, la voglia di avere le cose degli altri, le malvagità, gli inganni, le oscenità, l’invidia, la maldicenza, la superbia, la stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro dell’uomo, e lo fanno diventare impuro e contaminato. Ma vi assicuro che nel giorno del giudizio tutti gli uomini dovranno rendere conto d’ogni parola inutile e infondata che hanno detto: poiché in base alle vostre parole sarete giustificati o condannati”.

113.   Superamento della dualità

Gesù vide alcuni bambini che succhiavano il latte. Disse ai suoi discepoli: “Questi piccolini che succhiano il latte sono simili a coloro che entreranno nel regno”. Gli dissero: “Dunque diventando piccoli entreremo nel regno?” Disse loro Gesù: “Quando voi farete di due uno e farete l’interno come l’esterno, l’esterno come l’interno e la parte superiore come quella inferiore, e quando voi farete il maschio e la femmina un solo e unico essere in modo che il maschio non sia maschio e la femmina non sia femmina, quando farete occhi al posto di un occhio, mano al posto di mano, piede al posto di piede, immagine al posto di immagine, è allora che entrerete nel regno.

Quando farete di due uno, diventerete figli dell’uomo; e se dite: ‘Montagna, spostati!’, si sposterà”. Dissero i suoi discepoli: “Quando ti manifesterai a noi e quando ti vedremo?” Disse Gesù: “Quando vi spoglierete senza provare vergogna e, prese le vostre vesti, le porrete sotto i vostri piedi come bambini piccoli e le calpesterete, è allora che vedrete il figlio del vivente e non avrete paura”.

114.   Il pane che dà la vita

Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: Chi crede in me ha la vita eterna. Il Padre mio vi darà il pane dal cielo, quello vero. E non è Mosè che vi ha dato il pane venuto dal cielo. Infatti, il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo. Si! Io sono il pane che dà la vita, il pane, quello vivo, venuto dal cielo: se uno mangia di questo pane vivrà in eterno, e il pane che io gli darò è la mia carne data perché il mondo abbia la vita.In verità, in verità vi dico: Bisogna che vi mettiate ad operare non per ottenere un alimento che si consuma e si guasta, ma per un alimento che dura e conduce alla vita eterna. Ve lo darà il Figlio dell’uomo, perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo segno d’approvazione. In verità, in verità vi dico: Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui, avrà la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Se uno ha sete si avvicini a me, e chi ha fede in me beva! Beato chi prenderà parte al banchetto nel regno di Dio!”.

115.   Non mentite

Lo interrogarono i suoi discepoli: “Come digiuneremo? Come pregheremo? Come faremo l’elemosina? E che cosa osserveremo riguardo ai cibi?” Rispose Gesù: “Non mentite e non fate ciò che è odiato, poiché tutto si rivela di fronte alla verità. Infatti non c'è nulla di nascosto che non sarà manifesto”.

116.   Non temete questo mondo

Gesù disse: “Dunque, non abbiate paura degli uomini, quelli che appartengono a questo mondo, anche se nei loro rapporti con gli altri, sono più astuti dei figli della luce. E soprattutto non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, togliendovi la vita, ma dopo non possono fare niente di più, perché essi non hanno potere di uccidere l’anima. Vi dirò io chi dovete temere! Temete piuttosto Dio, il quale, dopo la morte, ha il potere di far perire sia il corpo sia l’anima, gettandoli nell’inferno. Ve lo ripeto: è lui che dovete temere!

E se uno si vergognerà di me e delle mie parole di fronte a questa gente infedele e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando ritornerà, nella gloria del Padre suo, insieme con i suoi angeli santi. Invece, parlate apertamente con rettitudine e senza timore: siate sempre sinceri, date all’imperatore Cesare quello che è di Cesare, ma quello che è di Dio datelo a Dio! E non preoccupatevi di quel che pensa la gente, non guardate in faccia a nessuno e insegnate con verità la volontà di Dio.

Non giurate mai né per il cielo, né per la terra; non giurate nemmeno sulla vostra testa, perché non avete neppure il potere di far diventare bianco o nero uno dei vostri capelli. Semplicemente il vostro parlare sia “sì” quando è “sì” e “no” quando è “no”, tutto il resto viene dal maligno. Perché non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, nulla di segreto che non sarà conosciuto. Quanto a voi, Dio conosce anche il numero dei vostri capelli. Pertanto ciò che avrete detto nel buio sarà udito alla luce del giorno, e quel che avrete detto sottovoce all’interno della casa sarà proclamato dai tetti. Ma attenti a chi si fa avanti e parla da sé stesso con presunzione in cerca della propria gloria. Invece solo chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato dice la verità e non cerca di ingannare. Tutti quelli che pubblicamente riconosceranno davanti agli uomini, di essere miei discepoli, anch’io li riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma quelli che pubblicamente mi rinnegheranno davanti agli uomini, dicendo di non essere miei discepoli, anch’io li rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”.

117.   Donare

Gesù disse: “Quando Dio vi darà i suoi doni, userà la misura che usate voi, con la stessa misura con cui voi trattate gli altri, Dio tratterà voi, anzi vi sarà dato anche di più. Vi dico infatti, a chiunque ha sarà dato; chi ha molto riceverà ancor di più e sarà nell’abbondanza, ma a chi ha poco sarà tolto anche quel poco che ha. In effetti, chi ha ricevuto molto dovrà rendere conto di molto, perché quanto più ciascuno ha ricevuto, tanto più gli sarà richiesto”.

118.   Verità e amore

Nabon, un Ebreo greco, chiese a Gesù spiegazioni sulla verità e sull’amore. Gesù rispose: “La verità non si può definire con parole, ma soltanto vivendola. La verità è sempre qualcosa di più della conoscenza. La conoscenza riguarda le cose osservate, ma la verità trascende questi livelli materiali che cadono sotto i nostri sensi.

La verità  è il frutto della saggezza alimentata dall’amore di Dio; la verità è il libro della sapienza di Dio che si apre pagina per pagina, ad ogni umana scelta per il bene, ad ogni atto d’amore. La verità è un lungo cammino, che viene percorso più o meno velocemente in funzione di quanto amore risiede nel cuore degli uomini. La conoscenza si occupa dei fatti, la saggezza è il frutto della verità, la verità è il dono di Dio a chi ama veramente.

119.   Generazione e salvezza

Disse Gesù: “Quando prenderete coscienza di ciò che è dentro di voi, quello che avete vi salverà. Se non avete questo in voi, ciò che non avete in voi vi ucciderà”.

120.      L’anima

Chiesero a Gesù sull’esistenza dell’anima, Gesù rispose: “L’anima è la parte dell’uomo che riflette il suo io, che discerne la verità e che percepisce lo spirito; essa eleva per sempre l’essere umano al di sopra del livello del mondo animale. L’autocoscienza, in sé stessa e per sé stessa, non è l’anima. La scelta morale tra il bene e il male, la volontà e  capacità di amare Dio, l’impulso a essere simile a lui, sono tutte le caratteristiche dell’anima. L’anima dell’uomo non può esistere senza pensiero morale, senza atti d’amore e senza attività spirituale. Un’anima stagnante è un’anima morente. Ma l’anima dell’uomo è distinta dallo spirito divino che dimora dentro il suo cuore. Lo spirito divino arriva simultaneamente alla prima scelta morale che fa l’uomo, e quella è l’occasione della nascita dell’anima. La salvezza o la perdita dell’anima dipendono dal riconoscimento, accettazione e integrazione della volontà dell’uomo, con questo spirito immortale di cui è dotato.

L’anima umana, integrata con questo spirito divino, si avvicina al suo futuro status celeste, pur essendo ancora un’entità intermedia tra il materiale e lo spirituale. È difficile da descrivere o da dimostrare, perché non la si può scoprire né materialmente né spiritualmente, ma nonostante la mancanza di una prova, ogni uomo moralmente cosciente, ne conosce l’esistenza come esperienza personale reale ed effettiva.”