Gesù nel cuore

I messaggi di Gesù

Da N.161 a N.170


 

161.   Il denaro non genera felicità

Gesù disse: “Non sentitevi superuomini, ma sappiate usare il vostro potere per fare del bene agli altri. Vi ho dato io l’intelligenza, se l’usate per fare il bene sarete premiati, altrimenti per voi sarà la morte eterna. Che vi giova guadagnare tanto danaro se poi perdete la vostra anima? Che fate di questo danaro, ve lo portate con voi? Lo lascerete ai vostri figli? Qualche giorno vi malediranno perché non è il danaro che fa la felicità. Pensate che un giorno dovrete rendere conto a Dio di tutto il vostro operato? Che cosa rispondere a Dio delle vostre azioni?”

162.   Ricchezza e fedeltà

Gesù disse: “Io vi dico: ogni ricchezza puzza d'ingiustizia: voi usatela per farvi degli amici; così, quando non avrete più ricchezze, i vostri amici vi accoglieranno presso Dio. Chi è fedele in cose di poco conto è fedele anche nelle cose importanti. Al contrario, chi è disonesto nelle piccole cose è disonesto anche nelle cose importanti. Perciò, se voi non siete stati fedeli nel modo di usare le ricchezze di questo mondo, chi vi affiderà le vere ricchezze? E se non siete stati fedeli nell'amministrare i beni degli altri, chi vi darà il bene che vi spetta?  Nessun servitore può servire due padroni: perché, o amerà l'uno e odierà l'altro; oppure preferirà il primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire Dio e il denaro”.

163.   Cose senza valore

Ai farisei che ridevano di lui, Gesù disse: “Davanti agli uomini voi fate la figura di persone giuste, ma Dio conosce molto bene i vostri cuori. Infatti ci sono cose che gli uomini considerano molto, mentre Dio le considera senza valore”.

164.   Difesa contro i ladri

Disse Gesù: "Beato l’uomo che sa in quale momento i ladri entreranno, così che egli si alzerà, raccoglierà i suoi averi e si cingerà i fianchi prima che entrino”.

165.   Il servo fidato

Pietro chiese: “Racconti questa parabola per noi, tuoi apostoli, o è destinata a tutti i discepoli?” E Gesù rispose: “Nell’ora della prova si rivela l’anima di un uomo; la prova svela ciò che realmente c’è nel cuore. Quando il servo è fidato e provato, allora il padrone della casa può inserire tale servo nella sua famiglia e fidarsi senza pericolo di questo fedele intendente per badare che i suoi figli siano allevati e nutriti. Similmente io saprò presto a chi posso affidare il benessere dei miei figli dopo che sarò tornato al Padre.

Come il padrone della casa affiderà al servo fedele e provato gli affari della sua famiglia, così io eleverò coloro che sopporteranno le prove di quest’ora negli affari del mio regno. Ma se il servo è indolente e comincia a dire in cuor suo ‘il mio padrone tarda a tornare’, e comincia a maltrattare i suoi compagni servi e a mangiare e bere con gli ubriaconi, allora il padrone di quel servo giungerà in un momento in cui non lo aspetterà, e trovandolo infedele lo caccerà via in disgrazia. Perciò voi farete bene a prepararvi per il giorno in cui sarete visitati improvvisamente ed in maniera inattesa. Ricordatevi che vi è stato dato molto; quindi vi sarà chiesto molto.

Difficili prove si stanno avvicinando per voi. Io ho un compito a cui devo sottopormi, e vigilerò fino a che ciò non sia compiuto. Voi predicate pace in terra, ma la mia missione non porterà la pace tra gli uomini, non per il momento almeno. La divisione può essere il solo risultato quando due membri di una famiglia credono in me e tre membri respingono questo Vangelo. Amici, parenti e persone care sono destinate a mettersi gli uni contro gli altri a causa del Vangelo che predicate.

È vero, ognuno di questi credenti avrà una pace grande e duratura nel suo cuore, ma la pace sulla terra non verrà fino a che tutti non saranno disposti a credere e ad entrare nella loro gloriosa eredità di filiazione con Dio. Ciononostante, andate in tutto il mondo a proclamare questo Vangelo a tutte le nazioni, ad ogni uomo, donna e bambino.”

166.   Il mendicante cieco

Natanaele chiese: “Maestro, chi ha peccato, quest’uomo o i suoi genitori, per essere lui nato cieco?” Rispose Gesù: “Né quest’uomo né i suoi genitori hanno peccato perché le opere di Dio si manifestassero in lui. Questa cecità gli è venuta nel corso naturale degli eventi, ma noi dobbiamo ora compiere le opere di Colui che mi ha mandato mentre è ancora giorno, perché arriverà certamente la notte durante la quale sarà impossibile fare il lavoro che stiamo per compiere. Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo, ma tra poco non sarò più con voi.”

167.   Le pecore disperse

Gesù, a più di trecento abitanti di Gerusalemme e Farisei, disse: “Questa sera ho parecchie cose da dirvi, e poiché molti di voi sono miei discepoli ed alcuni di voi miei nemici, presenterò il mio insegnamento in forma di parabola, in modo che ciascuno di voi possa prendere per sé ciò che trova accoglienza nel suo cuore. Questa sera, qui davanti a me, ci sono degli uomini disposti a morire per me e per questo Vangelo del Regno, e alcuni di loro si sacrificheranno così negli anni futuri; e qui vi sono anche alcuni di voi, schiavi della tradizione, che mi hanno seguito da Gerusalemme e che, con i loro capi ottenebrati ed illusi, cercano di uccidere il Figlio dell’Uomo. La vita che io vivo ora nella carne giudicherà le due categorie, i veri pastori ed i falsi pastori.

Se il falso pastore fosse cieco, non sarebbe colpevole di peccato; ma voi sostenete di vedere, professate di essere i maestri d’Israele; perciò il vostro peccato rimane su di voi. Il vero pastore riunisce il suo gregge nell’ovile per la notte nei momenti di pericolo. E quando si fa giorno entra nell’ovile per la porta, e quando chiama, le pecore conoscono la sua voce. Ogni pastore che entra nell’ovile in qualsiasi altro modo se non per la porta è un ladro e un predone. Il vero pastore entra nell’ovile dopo che il guardiano gli ha aperto la porta, e le sue pecore, conoscendo la sua voce, escono al suo richiamo; e quando quelle sue si sono riunite, il vero pastore va davanti a loro;  va in testa e le pecore lo seguono.

Le sue pecore lo seguono perché conoscono la sua voce; non seguiranno uno straniero. Esse fuggiranno dallo straniero perché non conoscono la sua voce.  Questa folla che è riunita qui presso di noi è simile a delle pecore senza un pastore, ma quando noi le parliamo, essa conosce la voce del pastore e ci segue; o almeno lo fanno coloro che hanno fame di verità e sete di rettitudine. Alcuni di voi non appartengono al mio ovile; voi non conoscete la mia voce e non mi seguite. E poiché voi siete dei falsi pastori, le pecore non conoscono la vostra voce e non vi seguiranno.

Voi che vorreste essere i pastori delle greggi di mio Padre dovete non solo essere dei capi degni, ma dovete anche nutrire il gregge con del buon cibo; voi non siete veri pastori se non conducete le vostre greggi in pascoli verdi e ad acque tranquille. Ed ora, per timore che alcuni di voi non comprendano questa parabola, dichiarerò che io sono la porta dell’ovile del Padre e allo stesso tempo il vero pastore delle greggi di mio Padre. Ogni pastore che cerca di entrare nell’ovile senza di me non ci riuscirà, e le pecore non ascolteranno la sua voce”.

168.   Sono il vero Pastore

Gesù disse: “Io, con coloro che lavorano con me, sono la porta. Ogni anima che entra nella via eterna mediante i mezzi che ho creato e ordinato sarà salvata e potrà proseguire verso il raggiungimento dei pascoli eterni del Paradiso. Ma io sono anche il vero pastore che è disposto ad offrire la sua vita per le pecore. Il ladro penetra nell’ovile solo per rubare, uccidere e distruggere; ma io sono venuto affinché voi tutti possiate avere la vita, ed averla più abbondantemente.

Il mercenario, quando giunge un pericolo, fuggirà e lascerà che le pecore siano disperse e uccise; ma il vero pastore non fuggirà quando arriva il lupo; proteggerà il suo gregge e, se necessario, darà la sua vita per le sue pecore. In verità, in verità vi dico, amici e nemici, io sono il vero pastore; io conosco i miei ed i miei conoscono me. Io non fuggirò di fronte al pericolo.

Terminerò questo servizio di completamento della volontà di mio Padre e non abbandonerò il gregge che il Padre ha affidato alla mia custodia. Ma io ho molte altre pecore che non sono di questo ovile, e queste parole sono valide non soltanto per questo mondo. Queste altre pecore ascoltano e conoscono anch’esse la mia voce, ed io ho promesso a mio Padre che esse saranno tutte riunite in un solo ovile, in una sola fraternità dei figli di Dio. Ed allora voi conoscerete tutti la voce di un solo pastore, del vero pastore, e riconoscerete tutti la paternità di Dio. E così saprete perché il Padre mi ama ed ha messo tutte le sue greggi di questo dominio nelle mie mani affinché le custodisca; questo perché il Padre sa che io non vacillerò nella salvaguardia dell’ovile, che non abbandonerò le mie pecore e che, se sarà necessario, non esiterò a donare la mia vita al servizio delle sue molteplici greggi.

Ma ricordatevi, se io abbandono la mia vita, la riprenderò. Nessun uomo né nessun’altra creatura possono togliermi la vita. Io ho il diritto e il potere di donare la mia vita, ed ho lo stesso potere e lo stesso diritto di riprenderla. Voi non potete comprendere questo, ma io ho ricevuto tale autorità da mio Padre ancora prima che questo mondo fosse.”

169.   I dieci lebbrosi

Gesù incontrò dieci lebbrosi, nove erano Ebrei ed uno un Samaritano. Simone Zelota notò il Samaritano tra i lebbrosi e cercò d’indurre il Maestro a proseguire verso la città. Gesù disse a Simone: “E se il Samaritano ama Dio quanto gli Ebrei? Possiamo noi giudicare i nostri simili? Chi può dirlo? Se noi guariamo questi dieci uomini, forse il Samaritano si mostrerà più riconoscente degli stessi Ebrei.

Gesù, avvicinatosi ai lebbrosi, disse: “Se volete essere guariti, andate immediatamente a mostrarvi ai sacerdoti come prescrive la legge di Mosè.” E mentre vi andavano, furono guariti; ma quando il Samaritano vide che era guarito, ritornò indietro per ringraziare Gesù che, guardando i dodici e specialmente Simone Zelota, disse: “Non erano dieci i purificati? Dove sono allora gli altri nove, gli Ebrei? Soltanto uno, questo straniero, è ritornato a rendere gloria a Dio.” E poi disse al Samaritano: “Alzati e va per la tua strada; la tua fede ti ha guarito.”

170.      Le situazioni avverse

Tommaso chiese a Gesù: “Maestro, dopo aver ascoltato le tue osservazioni mentre eravamo in viaggio questa mattina, vorrei sapere se gli esseri spirituali partecipano alla produzione degli strani e straordinari eventi del mondo materiale, ed inoltre vorrei chiedere se gli angeli ed altri esseri spirituali sono capaci d’impedire le situazioni avverse.” Gesù disse: “Sono stato così a lungo con voi e tu continui ancora a pormi tali domande? Non avete osservato che il Figlio dell’Uomo vive come uno di voi e rifiuta persistentemente d’impiegare le forze del cielo come suo sostentamento personale? Non viviamo tutti con gli stessi mezzi con cui vivono tutti gli uomini?

Vedete il potere del mondo spirituale manifestato nella vita materiale di questo mondo, salvo la rivelazione del Padre e l’occasionale guarigione di suoi figli afflitti? I vostri antenati hanno creduto troppo a lungo che la prosperità fosse il segno dell’approvazione divina e che l’avversità fosse la prova della disapprovazione di Dio. Io dichiaro che tali credenze sono delle superstizioni. Non notate che la stragrande maggioranza dei poveri accoglie gioiosamente il Vangelo ed entra immediatamente nel regno? Se le ricchezze attestano il favore divino, perché il ricco rifiuta così spesso di credere a questa buona novella che proviene dal cielo?

Il Padre fa cadere la sua pioggia sul giusto e sull’ingiusto; il sole brilla allo stesso modo sull’onesto e sul disonesto. Voi avete sentito di quei Galilei di cui Pilato ha mescolato il sangue a quello dei sacrifici, ma io vi dico che questi Galilei non erano assolutamente più peccatori di tutti i loro connazionali soltanto perché questo accadde a loro. Voi conoscete anche la storia dei diciotto uomini sui quali cadde la torre di Siloe uccidendoli. Non crediate che questi uomini che furono annientati così fossero più colpevoli di tutti i loro fratelli di Gerusalemme. Costoro furono semplicemente vittime innocenti di uno degli accidenti del tempo”.