Ministero di Giovanni il Battista
Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode regnava sulla Galilea, mentre Anna e Caifa erano sommi sacerdoti, in quel tempo la parola di Dio scese su Giovanni, il figlio di Zaccaria, che era ancora nel deserto della Giudea. Là Dio lo chiamò.
Allora Giovanni cominciò a percorrere tutta la regione del Giordano proclamando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati e diceva: «Cambiate vita, convertitevi, fatevi battezzare, e Dio perdonerà i vostri peccati, perché il regno dei cieli è vicino!». La gente accorreva a lui: venivano da Gerusalemme e da tutta la regione della Giudea, confessavano pubblicamente i loro peccati ed egli li battezzava nel fiume Giordano. E allora, poiché il popolo era in attesa, tutti si domandavano in cuor loro: «Chissà, forse Giovanni è il Messia!». Le autorità ebraiche inviarono da Gerusalemme sacerdoti e addetti al culto del Tempio, per interrogarlo. Quelli che interrogavano Giovanni appartenevano al gruppo dei farisei, e gli dissero: «Noi dobbiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Chi sei tu?». Giovanni dichiarò senza esitazione: «Io non sono il Messia». Allora gli chiesero: «Chi sei, allora? Sei forse Elia»? Rispose: «Non lo sono». Quelli insistettero: « Sei tu il profeta»? Rispose: «No».
Alla fine gli chiesero: «Chi sei, dunque? Che cosa dici di te stesso?».
Allora Giovanni disse: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore», come disse il profeta Isaia. Gli domandarono ancora: «Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, ma mi è passato avanti perché esisteva già prima di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo. Anch’io non lo conoscevo, tuttavia Dio mi ha mandato a battezzare con acqua, per farlo conoscere al popolo di Israele e per spingervi a cambiar vita; ma lui vi battezzerà con lo Spirito Santo e il fuoco. Egli tiene in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per separare il grano dalla paglia. Raccoglierà il grano nel suo granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile.»
Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Giovanni rispondeva: «Chi possiede due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, lo distribuisca agli altri». Anche alcuni agenti delle tasse vennero per farsi battezzare. Gli domandarono: «Maestro, noi che dobbiamo fare?». Giovanni rispose: «Non esigete nulla di più di quanto è stabilito dalla Legge». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete soldi a nessuno, né con la violenza né con false accuse, ma accontentatevi della vostra paga». Con queste e molte altre parole Giovanni annunciava al popolo la buona novella. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: «Abbiamo Abramo per padre!». Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Questo accadeva vicino al villaggio di Betania, al di là del fiume Giordano, dove Giovanni battezzava.