Prefazione
La Parola, sorgente d’amore e di vita, è in continuo movimento, in continua trasformazione così come progredisce e si trasforma il mondo. Leggendo (note esplicative) o ascoltando (omelie) i Vangeli, spesso si è indirizzati a interessarci dei dettagli, delle virgole, delle diverse interpretazioni, della differenza delle diverse traduzioni, della differenza delle versioni dei diversi Evangelisti; dettagli magari interessanti ma corriamo il rischio di perderne la sintesi, il cuore, del messaggio di Dio.
Il risultato è il definitivo congelamento del significato di ogni singola parola quando invece potrebbe cambiare ad ogni nuova lettura poiché il tempo di ogni lettura è diverso dal precedente; perché il cuore che lo sta leggendo è diverso in ognuno di noi.
Il risultato è il depotenziamento della Parola di Dio, dispersa in mille rivoli interpretativi, distratta da commenti, opinioni e riferimenti.
Il risultato è che anno dopo anno si sono depositati sulla Buona Novella strati sempre più spessi di polvere che tutto rende grigio, uniforme, indifferenziato, banale, scontato.
Il risultato è infine quello di una generale ingessatura della forza travolgente dell’Annuncio per cercare di far quadrare tutto e accontentare tutti ma soprattutto nel continuo tentativo, in nome della tradizione o della “difesa della dottrina”, di non cambiare nulla del messaggio di Gesù, generando l’effetto contrario, ovvero quello dal progressivo allontanamento dell’uomo dalla sua Parola.
Cosa risponderemo a Gesù quando ci chiederà che cosa ne abbiamo fatto della sua Parola? Che l’abbiamo sotterrata per non rischiare di perderla invece che di farla crescere e fruttare? Che abbiamo sotterrato questo unico talento per paura di rischiare?
Dal Vangelo di Tommaso: «Se vi domandano quale segno del vostro Padre è in voi?», rispondete loro: «È una quiete e un movimento». Quiete come silenzio, riflessione, colloquio col Padre, ma movimento come agire, fare, amare, testimoniare, trasformare, crescere, far ripartire lo scorrere del tempo.
La vita non è passiva immobilità nell’attesa di qualcosa o di qualcuno, ma è contrasto dinamico tra quiete e movimento, tra luce e buio, tra gioia e dolore, tra il bene e il male.
Ho sentito quindi la necessità di spogliare i Vangeli da tutte le distrazioni e da tutte le sovrastrutture del tempo; di ripartire dai testi disaggregati nei loro mattoncini elementari, di rimettere insieme tutti questi elementi indipendentemente dal Vangelo e dall’Edizione di provenienza, di eliminare gli episodi duplicati e infine ricomporre un nuovo quadro d’insieme cercando di rispettare la cronologia dei singoli episodi (un tentativo di ricostruzione di questa cronologia è inserito nell’Appendice).
Il risultato di questa disaggregazione e riaggregazione è un racconto semplice ma dirompente, incentrato solamente sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù: un vero e proprio Vangelo di Gesù. Il quadro che ne è uscito lo lascio giudicare a voi.
Vi prego soltanto di leggerlo lasciando in quiete la mente, ma il cuore in movimento.
Ing. Maurizio Ammannato