Guarigioni nel giorno di sabato
Era un sabato, il giorno in cui Gesù, passando, vide un uomo cieco dalla nascita e gli aprì gli occhi spalmandogli del fango. Era un sabato, il giorno in cui guarì un uomo paralizzato da trentotto anni. Era il giorno di sabato, mentre stava insegnando in una Sinagoga e guarì una donna che da diciotto anni uno spirito maligno la teneva ricurva e non poteva in nessun modo stare dritta. Era sabato quando, in casa di uno dei capi dei farisei, guarì un uomo malato di idropisia.
Perciò alcuni Ebrei dissero: «È sabato, la Legge non permette di guarire gli ammalati nel giorno del riposo». Anche il capo della Sinagoga, indignato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «In una settimana ci sono sei giorni per lavorare: venite dunque a farvi guarire in un giorno di lavoro e non di sabato!». Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato, e cercavano di ucciderlo. Alcuni dei farisei dicevano: «Quell’uomo non viene da Dio perché non osserva il sabato, e poi non è possibile che un peccatore faccia miracoli così straordinari». Un altro sabato Gesù entrò nella Sinagoga e si mise a insegnare.
Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare così un pretesto di accusa contro di lui. Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati e mettiti in mezzo a tutti!». L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. Poi Gesù disse loro: «Ho una domanda da farvi, è lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male? Salvare la vita di un uomo o lasciarlo morire? Siete ipocriti! Anche di sabato voi slegate il bue o l’asino dalla mangiatoia per portarli a bere, non è così? Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori, anche se è sabato, non è vero?».
Gesù continuò: «Chi c’è tra voi che avendo una pecora , se questa gli cade di sabato in una fossa, non l’afferra e la tira fuori? E un uomo non vale molto più di una pecora?». Ma essi tacevano, e non sapevano che cosa rispondere. Allora Gesù, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell’uomo: «Stendi la mano!». La stese, e la sua mano fu risanata.
Gesù concluse: «Così, per mezzo della tradizione che voi insegnate, fate diventare inutile la parola di Dio. E, di cose come queste, ne fate molte. Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato, perciò la Legge permette di fare del bene a qualcuno anche se è sabato, tant’è vero che mio Padre fino ad ora ha operato senza interruzione, e così faccio anch’io: perché, il Figlio dell’uomo è signore e padrone del sabato. E poi Mosè vi ha dato la circoncisione, non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi, e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Se ora dunque, per rispettare questa Legge di Mosè un uomo può venir circonciso anche di sabato, e allora, perché vi arrabbiate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?».
Mentre Gesù diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Allora i maestri della Legge e i farisei uscirono dalla Sinagoga, pieni di rabbia e d’incomprensione; si radunarono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Per questo cercavano ancor più decisamente di ucciderlo: infatti, non solo non rispettava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.