L'arresto di Gesù
Giuda intanto era andato a cercare i soldati e le guardie messe a disposizione dai capi dei sacerdoti e dai farisei. Mentre Gesù ancora parlava coi discepoli arrivò una turba di gente, provviste di fiaccole e lanterne, e armata di spade e bastoni. Giuda, uno dei Dodici, faceva loro da guida. Chi lo tradiva aveva dato loro un segno convenuto: Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta. Subito Giuda gli si accostò dicendo: «Salve, Maestro!». E lo baciò. Allora Gesù disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo? Amico, per questo sei qui, si faccia quello che sei venuto a fare!».
Quelli che erano venuti insieme a Giuda si fecero avanti, afferrarono Gesù, lo legarono e lo arrestarono. Allora uno di quelli che erano con Gesù, precisamente Simon Pietro, stesa la mano, estrasse la spada e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli l’orecchio destro. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero! Perché tutti quelli che usano la spada moriranno colpiti dalla spada. Che cosa credi? Non sai che io potrei chiedere aiuto al Padre mio e subito mi manderebbe più di dodici migliaia di angeli? Ma in questo caso non si compirebbero le parole delle Scritture. Invece bisogna che io beva il calice di dolore che il Padre mi ha preparato. Lasciate fare, anche questo, perché è ciò che era stabilito!». Toccò l’orecchio di quel servo e lo guarì.
Poi Gesù rivolgendosi ai capi dei sacerdoti, ai capi delle guardie del Tempio, alle altre autorità del popolo che erano venuti contro di lui e alla folla, disse: «Siete venuti a prendermi con spade e bastoni, come se fossi un delinquente! Tutti i giorni stavo seduto nel Tempio a insegnare, e non mi avete mai arrestato. Ebbene, tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti: esse infatti dicono che deve accadere così. Ma questa è l’ora vostra: ora si scatena il potere delle tenebre». Allora tutti i discepoli presi dal panico lo abbandonarono e fuggirono. Le guardie del Tempio che avevano arrestato Gesù lo portarono prima dal sacerdote Anna, suocero di Caifa, poi lo portarono alla casa di Caifa che era sommo sacerdote in quell’anno, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani.
Era stato lui che aveva consigliato ai Giudei: «È meglio che un solo uomo muoia per tutto il popolo». Pietro intanto lo aveva seguito da lontano. Poi entrò fin dentro nel cortile della casa del sommo sacerdote e andò a sedersi in mezzo ai servi che si scaldavano vicino al fuoco, per vedere come andava a finire. Una serva lo vide là, seduto presso il fuoco, fissandolo disse: «Anche quest’uomo era con Gesù!». Ma Pietro negò e disse: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro, vedendo Pietro, disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro dichiarò: «Uomo, no, non lo sono!». Dopo circa un’ora, un altro affermò con insistenza: «Sono sicuro, anche quest’uomo era con Gesù. Infatti, da come parla, si capisce che viene dalla Galilea». Allora Pietro cominciò ad imprecare e a giurare che non era vero e diceva: «Io non so quel che tu dici. Non conosco quell’uomo!».
In quel momento, mentre Pietro ancora parlava, un gallo cantò. Il Signore si voltò verso Pietro e lo guardò. Pietro allora si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Oggi, prima che il gallo canti, avrai dichiarato tre volte che non mi conosci». Poi uscì fuori e pianse amaramente. Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù, si prendevano gioco di lui: lo percuotevano e, bendatolo, gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». E lanciavano contro di lui molti altri insulti.